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Autore: hikaru83    25/10/2019    5 recensioni
La storia di Sherlock e John, il modo in cui si sono incontrati, tutto ciò che hanno vissuto, la conosciamo bene. Molti di noi avranno rivisto la serie abbastanza volte da citare le frasi senza che le altre persone riescano a capire, ma neanche ci importa, noi sappiamo (e se il nostro interlocutore abbassa la media di intelligenza dell'intero quartiere non è nemmeno colpa sua). E molti di noi hanno avuto problemi con il modo con cui l'hanno conclusa (per ora). E allora che fare? Allora ho deciso che la storia provo a scriverla come vorrei fosse andata, magari grazie a qualcuno che ha sempre osservato ma non abbiamo mai visto. Qualcuno che come noi era sempre con loro, ma al contrario nostro ha potuto cambiare le carte in tavola.
Rivivremo la storia, e basterà cambiare una cosa, per cambiare un sacco di cose.
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci qui, anche questo venerdì mi sono resa conto che fosse venerdì, non siete orgogliosi di me?

A parte la solita stupidera che mi accompagna da sempre, siamo arrivati (o meglio ci state per arrivare) dove tutto ha avuto inizio, la nostra protagonista doveva mostrarsi oggi, ma per scelte tecniche è slittato tutto al prossimo capitolo. Avrò fatto bene o male chi lo sa, vi tocca accontentarvi, però dai, ci siamo quasi XD!

Comunque bando alle ciance e buona lettura.





Dalla tua parte




1 Gennaio 2015
Londra
 


Fatica a credere che tutto si stia muovendo così in fretta.

Una parte del passato di Moran l’ha raggiunta e la donna, per salvarsi, ha preferito scappare lasciando non solo suo marito, ma persino la bambina, nata da pochi giorni.

È una cosa di cui lei non riesce davvero a capacitarsi. Quale donna abbandona la figlia senza alcun rimpianto?

Certo, la lettera che ha lasciato a John dice che lo ha fatto per difenderli. E forse lei, se Moran fosse stata un’altra donna, ci avrebbe anche potuto credere. Eppure, non riesce a dare a quella donna il beneficio del dubbio. Non ci riesce davvero.

Ha aspettato una sua chiamata, ma non l’ha mai ricevuta. Forse Moran ha deciso di sparire per davvero e lasciare perdere la storia della vendetta. La sua vita è senz’altro più importante del continuare con una cosa che l’avrebbe potuta portare alla morte. Istinto di sopravvivenza elevato al cubo, questo senz’altro non le manca.

E quella cosa, quella sparizione, non le dispiace più di tanto.

Certo, non sarà mai tranquilla per John, Sherlock e la piccola Rosie finché non avrà visto la vita abbandonare quel corpo. Ha lavorato sotto copertura fino a quel momento, e intende continuato a farlo. A Mycroft non pare dispiacere.

Il problema è che a Sherlock la cosa non piace per nulla, perché è davvero convinto che John meriti una famiglia normale, e lui ha dato la sua parola che avrebbe difeso tutti e tre per tutta la sua vita.

E di Sherlock Holmes si possono dire un sacco di cose, non tutte edificanti, ma non che non è un uomo di parola.

Purtroppo.

Come poi possa credere che quella donna sia la compagna perfetta per John, dopo tutto quello che è successo, lei non se lo sa spiegare. Quindi è riuscito a trovarla in capo al mondo – letteralmente – sempre con John al seguito. E lei ha dovuto seguirli.

Sherlock sembra aver imparato la lezione. Non ha mai più fatto l’errore di non mettere John al corrente di ogni sua mossa, facendolo sentire di essere parte di una squadra, piuttosto che un ignaro sottoposto. Non dopo aver visto quello sguardo, in quell’edificio pieno di tossici solo l’inizio dell’estate appena passata.

Anche a lei basta tornare al ricordo di quella volta per vedere gli occhi feriti di  John e la sua voce che le spezza il cuore chiedere: «Perché devi sempre lasciarmi indietro?». Quindi immagina che anche per il più giovane degli Holmes sia così.

Dopo diverse peripezie e notti in bianco, lei è riuscita a scoprire la verità. Ha capito chi è stata la talpa, prima che persino i fratelli Holmes riuscissero a farlo.

Aveva ragione Myc: le vere spie sono quelle meno sospettabili.

Lei ha capito e appena tornata da Mycroft, gli ha spiegato tutto portando anche le prove, convinta che avrebbe preso parte alla missione, come sempre.

Invece, appena finito di spiegare, ha ricevuto un ordine a cui non voleva obbedire.


«Cosa vuol dire: prenditi dei giorni di riposo?» gli aveva chiesto sconvolta. Doveva aver capito male.

«Quello che ho detto, ragazzina. Hai lavorato tanto, è meglio che ti riposi. Ci occupiamo noi di tutto, grazie alle tue informazioni.» Lui era stato glaciale mentre le parlava. Anche quando si era presentata nel suo studio, non l’aveva accolta con il solito sorriso, ma lei aveva pensato fosse per la stanchezza. Quella storia era davvero complicata e quella talpa aveva lavorato con loro per decenni. Ma evidentemente doveva essere successo altro, solo che lei non aveva idea di cosa fosse questo “altro”.

«Tu sei matto se credi che me ne vada ora. Ci sono troppe variabili. E se qualcosa non va come deve? È meglio che ci sia anche io,» aveva affermato con tono sicuro.

«Per fare cosa, precisamente? Per farti scoprire?»

La stava davvero sbattendo fuori dall’operazione?

«Mi sembra di essere riuscita a essere invisibile a loro in questi anni.»

«Non a Moriarty!» aveva sbottato improvvisamente.

«Cosa vuol dire con: non a Moriarty?» aveva chiesto lei, anche se un terribile sospetto iniziava a farsi strada nella sua mente.

«Quello che ho detto. Questa era nella tua giacca. Perché non me l’hai detto?» Le aveva mostrato un foglio stropicciato, che lei aveva riconosciuto immediatamente.

«Figlio di puttana! Quella è mia! Chi ti ha dato il diritto...»

Lui l’aveva interrotta: «Il diritto me lo da il fatto che sono il tuo capo, e devo sapere qualsiasi cosa ti riguardi per poterti proteggere, ma tu te ne freghi e fai quello che vuoi.»

«Jim non l’ha detto a nessuno. L’hai letta tutta, immagino.»

«Jim... Il tuo caro Jim era una assassino senza scrupoli, lo vuoi capire?»

«Jim era un uomo di parola. Un bastardo assassino con una mente geniale e criminale, sì, ma un uomo di parola.»

«Ti rendi conto che stai difendendo un criminale? Un criminale che uccideva chiunque non fosse più utile per i suoi piani?»

«E noi che facciamo, allora? Eh, caro “ho un piccolo incarico nel governo”? Noi cosa diamine facciamo?» Si era sentita arrabbiata, offesa. Aveva urlato, strepitato, non era sembrata nemmeno lei.

«Noi proteggiamo le persone, è diverso.» a Mycroft era sembrato intuire che c’era qualcosa in più che lei non gli aveva detto. Per questo il tono era più calmo di come si aspettava di reagire quando aveva scoperto la lettera.

«Forse tu. Io ho sempre eseguito gli ordini di persone come te. Sempre seduti alle vostre scrivanie, mentre io premevo il grilletto e uccidevo. Io non sono differente da...» La voce le si era rotta. Era questo, dunque. Finalmente lo aveva ammesso a voce alta.

«Ragazzina, ora basta. Tu non sei come loro, non lo sei mai stata. Per quanto ti abbiamo rovinato, non sei mai stata come loro, né come noi,» aveva ribattuto lui calmo, consapevole forse per la prima volta, di quanto fosse soffocante il peso che lei si porta addosso.

«Questo non toglie il fatto che non mi vuoi tra i piedi ora.» Si era calmata, a quel punto. Il tono di voce era tranquillo, rassegnato. Sapeva che nessuno disubbidisce a Mycroft Holmes.

«Londra è troppo pericolosa per te. Una città non è mai abbastanza grande quando non si vuole incontrare qualcuno.»

«Non mi hanno mai scoperta in questi anni. Mai

«Lo so, ma non posso rischiare che ti scoprano ora. Che ti scopra ora.»

«E come farai a costringermi a ubbidire a questo ordine?» lo aveva sfidato.

«Lo farai e basta. Se quella donna ti scoprisse, per John sarebbe la fine. È questo quello che vuoi? Vuoi che lei spari a John per scappare? Lo sai quanto brava è a sparare. Non è riuscita a uccidere Sherlock solo perché mio fratello deve aver fatto un patto con il diavolo. Quante probabilità ci sono che a John vada nello stesso modo?»

«Sei un stronzo, Holmes!» gli aveva sibilato contro. Convincerla forzando sulla sicurezza di John era davvero un colpo basso.

«Non sei l’unica a pensarlo, ma senz’altro l’unica ad aver avuto il coraggio di dirmelo in faccia.»

«La lettera. La rivoglio.» Aveva allungato la mano in direzione di Holmes, che l’aveva osservata rimanendo ancora seduto alla scrivania. Lo sguardo fisso, orgoglioso.

«Quell’uomo è così importante?» aveva chiesto, sembrando ferito.

«Non è questione se fosse o meno importante. Mi ha salvato la vita non rivelando chi fossi, e mi ha permesso di salvarla a Sherlock quando ho usato il suo video per bloccare quell’esilio forzato e suicida a cui tu hai dovuto costringere tuo fratello. Non è giusto che nessuno si ricordi di lui se non come il pazzo criminale. Tutte le luci hanno le loro ombre, tutte le ombre hanno la loro luce anche se tenue. Io voglio ricordare la sua.»

«Come vuoi.» L’uomo aveva ripiegato il foglio, restituendoglielo. «Tornerai alla tua missione fra qualche giorno. Non ti sto rimuovendo dal tuo incarico.»

«Lo so che credi di farlo per proteggermi, ma mi stai uccidendo, Holmes.» Si era voltata senza guardarlo in faccia, ma non aveva potuto non vedere come quell’ultima frase l’avesse turbato.


Una macchina all’esterno la stava aspettando. Anthea era lì in attesa.

«Mi farai da scorta?»

«No. Ci penseranno questi ragazzoni qui,» aveva detto, indicando due energumeni che non potevano passare per semplici autisti. «Sono venuta solo per dirti che capisco come ti senti, e sono certa che il capo abbia preso una cantonata, ma che lo fa solo perché è terribilmente preoccupato per te.»

«Sono una professionista. Faccio questo lavoro da anni. Ho rischiato la vita fin’ora. Perché adesso si preoccupa?»

«Gli hai nascosto delle cose. Non so cosa, ma è andato in panico quando l’ha scoperto. È convinto che lei sappia chi sei e voglia farti fuori. Lo so, è stupido, non ci sono prove, ma sei speciale per Holmes, lo sai. Non si è mai permesso di provare sentimenti per qualcuno, men che meno per qualcuno che lavora per lui, ma con te è diverso. Sarà che siete più simili di quanto si aspettava... Sai che Holmes con le persone a cui tiene diventa lievemente esagerato con la sicurezza.»

«È per questo che l’avevo nascosto. Sapevo che mi avrebbe allontanato dal campo se l’avesse saputo,» aveva infine ammesso, con voce stanca.

«Stai tranquilla. Un paio di giorni al massimo e sono certa che ti farà richiamare. Probabilmente ti verrà a prendere di persona.»

«Mischiarsi con la gente? Lui?»

«Per te l’ha già fatto, mi pare.»

Il ricordo di tutte quelle ore di volo che aveva fatto solo per assicurarsi che lei stesse bene le era tornato in mente come se vedesse quegli occhi chiari fissarla dal posto accanto al suo in quell’esatto momento.

«Fai un po’ la ritrosa, all’inizio. Chiedigli la sua carta di credito illimitata per farsi perdonare, per una giornata di shopping compulsivo,» le aveva poi consigliato la donna, con una risatina.

«A me non interessa fare shopping.»

«A te no, e si vede, ma a me sì. Ho già adocchiato un paio di scarpe e una borsetta che costano un capitale.» La risata liberatoria era uscita senza che potesse controllarla. «Non essere arrabbiata con lui. Non troppo, almeno. Faremo di tutto per tenerli al sicuro.»

«Ne sono convinta. Ho solo un bruttissimo presentimento.»

«Magari è solo perché sei arrabbiata e il fatto di non poterci essere e avere tutto sotto controllo ti innervosisce.»

«Forse hai ragione.»

«Vai, ora, e non fare scherzi. Hanno l’ordine di tenerti lontana da qui a ogni costo. Ed eseguiranno l’ordine.»

«Sai essere davvero spaventosa, lo sai?»

«Sì, e ne sono orgogliosa.»
 

Era così che alla fine si è trovata su quella spiaggia di prima mattina. Si è fatta lasciare lì e ha deciso di seguire il consiglio di Anthea, soprattutto per la paura di poter far fallire l’operazione se si fosse fatta vedere.

Doveva fidarsi di Mycroft, anche se lui non ha del tutto fiducia in lei visto che ha cercato tra le sue cose fino ad arrivare alla lettera.

“Non aveva tutti i torti a non fidarsi, però. Tu gli tenevi un segreto che poteva essere pericolosissimo. Se avesse avuto ragione lui?” le dice una vocina nella testa, che preferisce non stare a sentire.

È arrivata fino alla piccola casa sul mare. Una villetta che ha potuto comprare con i risparmi di una vita. Una casa che ha nascosto a tutti. Il suo rifugio segreto.

Non è molto grande. Un solo piano, una cucina, due stanze da letto, un bagno. Ma ha un portico che si affaccia direttamente sulla spiaggia e il mare il cui canto la culla e sembra proteggerla da tutto.

 
In serata, però, invece che rilassata si sente ancora più nervosa. Stare chiusa in casa la sta uccidendo. Deve muoversi se non vuole impazzire.

Scende in spiaggia con addosso solo un pantalone della tuta e un maglione di lana spessa, tanto orrendamente natalizio da metterla stranamente di buon umore, e un paio di scarpe da ginnastica vecchie e rovinate.

Arriva a un bar. Acquista una bottiglia di birra senza rendersi pienamente conto di ciò che sta facendo.

Il nervosismo comunque non vuole passare.

Torna sulla spiaggia fino al suo rifugio e si mette a osservare il cielo che è scuro e punteggiato di stelle. L’aria tersa invernale, gelida anche per l’abbigliamento non adatto, non riesce a impedirle di togliersi le scarpe, abbandonandole sul portico e di farla avvicinare all’acqua che pare chiamarla. Mille spilli sembrano colpirle i piedi mentre cammina sul bagnoasciuga. Ma non si allontana. Quel dolore la fa sentire viva.

La bottiglia è aperta, ma non ancora iniziata.

E una telefonata, che cambia ancora una volta la sua vita, richiama la sua attenzione. Sospira prima di rispondere.

«Non riesci a fare a meno di me, capo? Eppure ci siamo lasciati poche ore fa.»





Continua...



Note: Eccoci qui, all'ultimo capitolo prima di sapere la verità. Annina grazie di avermi aiutata a decidere. Spero che la soluzione vi sia piaciuta. So che probabilmente non ci troviamo con la nascita di Rosie, ho affrettato un po' le cose (sì lo so fa ridere detto da me che ho affrettato qualcosa) ma voi non vi formalizzate, vero? Come sempre grazie per continuare a restituirmi tanto amore per questa storia!
  
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