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Autore: ghostmaker    27/10/2019    1 recensioni
In meno di un anno sono morti due Imperatori, c’è stata la più grande guerra mai vista in tutta la Storia, un re deposto, amori nati, distrutti e impossibili, omicidi e tragedie, complotti e tradimenti, e infine mostri mitologici e magie impossibili. Com’è possibile che in meno di un anno le regole della magia siano state aggirate? Seguitemi e troverete le risposte nella terza serie della saga!
[Storia partecipante alla challenge “Pagine di una storia infinita” indetta da molang sul forum di EFP]
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Imperatore dei Cinque Regni'
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«Cari ragazzi, non vi aspettavate di essere qui solo dopo sei anni dall’arrivo di Fajro, ma questo giovanotto ci ha sorpresi tutti. Il suo inizio è stato travagliato e per onestà devo dire che temevo di superare il tempo utilizzato dal nostro Atua per apprendere le arti marziali e magiche, invece, nell’anno appena trascorso, abbiamo assistito ai suoi miglioramenti immediati che mi hanno convinto a dare inizio alla fase finale del suo apprendistato già da oggi» annuncia l’imperatore nella sala delle cerimonie.
Etere prende la parola: «Kasai, avendo l’Elemento Fuoco come Fajro saresti esentata seguendo le regole, ma abbiamo deciso, d’accordo con i generali, di farti partecipare ugualmente e credo tu sappia già il motivo.»
«Sì, mi è stato spiegato e ubbidisco all’ordine del silenzio» dice Kasai destando l’interesse di Fajro.
L’imperatore parlotta con Eteru a bassa voce mentre Fajro chiede ad Atua: «Che cosa dovremo fare?»
«Ti spiegherà tutto Eteru quando sarete arrivati lì.»
«Dove?»
«Certo che sei curioso figliolo! Attendi e saprai tutto.»
«Signore, a proposito della curiosità, ma voi, dopo quanto tempo avete fatto questa cosa?»
Come il solito Atua non risponde, e come da prassi lo fa Kasai: «Diciassette anni.»
Eteru richiama l’attenzione di tutti facendo apparire l’elmo sacro. Lo indossa e chiede: «Chiudete gli occhi, rilassatevi e visualizzate un luogo cui siete legati.»





6° capitolo – La sottile linea dell’equilibrio





Fajro aprendo gli occhi si trova davanti alla Villa Reale di Tan. Il ragazzo corre in casa, cerca le persone che conosce senza trovare nessuno, sente il profumo dei dolci che cucinava con diletto la giovane Flame, veloce raggiunge la cucina, ma è vuota, apre la porta ed entra nella grande sala da pranzo trovando Eteru già seduta a tavola al posto che solitamente occupava suo padre. La donna dice sorridendo: «No, non sei veramente nella tua casa. Il tuo cuore ha scelto questo luogo perché sei molto attaccato alla famiglia.»
Fajro si siede a tavola sconsolato: «Eppure ho sentito il profumo dei biscotti di Flame.»
Con uno scatto improvviso Fajro spinge indietro la sedia, s’inginocchia e va sotto il lungo tavolo di legno.
«Briccone, stai guardando di che colore sono le mie mutandine?» chiede ridendo Eteru.
A quella domanda Fajro sbatte la testa, esce da sotto il tavolo e massaggiandosi il capo dice: «Eppure lì sotto ci sono i nomi di mio fratello che ho personalmente intagliato di nascosto.»
«Tu hai creato questa illusione quindi ogni memoria che hai di questo luogo è qui con te. Ricordi quando ti ho invitato nella mia stanza? Li avevi portato due sedie per farci stare comodi.»
Fajro si sta per risedere ma Eteru gli chiede: «Vieni vicino a me, ho bisogno di toccarti.»
«Adesso sei tu a dire qualcosa di sconcio» dice Fajro ridacchiando.
«Io non ho problemi, possiamo anche fare sesso su questo tavolo, sei tu quello in difficoltà» risponde languidamente Eteru mettendo Fajro subito in soggezione.
Il ragazzo, completamente arrossito dalla vergogna, si siede accanto alla donna che si avvicina quasi da finirgli in braccio. Eteru pone la propria mano destra sulla fronte del ragazzo e quella sinistra sul cuore, si sporge in avanti, appoggia la sua guancia su quella di Fajro e gli sussurra all’orecchio: «Ora ascolterò i tuoi Elementi, chiudi gli occhi, lasciati andare e utilizza la respirazione assoluta.»
Fajro si rilassa, distoglie l’attenzione dal profumo inebriante della donna, i suoi muscoli si rilassano come se fossero di gelatina, le ossa sembrano muoversi per trovare nuovi incastri, la mente è vuota di ogni pensiero mentre il cuore batte all’impazzata pompando sangue ricco di energia in tutto il corpo.
«Ho finito» sussurra con dolcezza Eteru, Fajro riapre gli occhi e si trova la donna sulle sue gambe completamente avvinghiata a lui.
«È la prassi?» chiede Fajro arrossito di nuovo.
«No, ma più i nostri corpi sono vicini, più riesco a distinguere gli Elementi. Sarebbe stato meglio che fossimo nudi, così come sto facendo con Kasai, ma la tua timidezza, unita al tuo desiderio della principessa, ti tengono la mente e il cuore occupato anche nei momenti di rilassamento.»
«Kasai? Ora?» chiede Fajro non capendo la risposta della donna.
«Sì, in questo momento sono in ogni luogo creato dalle vostre sette menti perché non devo solo ascoltare gli Elementi ma compararli tra loro nell’immediato.»
«Ma come è possibile?»
Eteru ride. «Sei troppo carino, riesci a sorprenderti della magia nonostante tutto quello che hai visto e fatto in sei anni. Capisco perché Mokuzai desidera perdere la sua verginità con te, come comprendo l’attrazione che stiamo provando tutte per te» risponde Eteru alzandosi in piedi.
Fajro non sa più cosa rispondere ma la donna cambia discorso chiedendo: «Mi porti con te nel giardino come facevi da piccolo con Aarde?»
Il ragazzo ha capito bene la richiesta, si alza dalla sedia, prende la mano di Eteru e sorridendo la porta nel luogo che gli ha chiesto di visitare.
Il grande giardino è pieno di fiori colorati, ordinato e ben curato, proprio come lo è nella realtà grazie alle continue cure che sua madre dedica al giardinaggio dicendo che i fiori sanno parlare a chi li ascolta. Proprio come faceva da piccolo con la sua amata principessa, Fajro trascina Eteru tirandola per la mano, ogni tre passi si volta verso la donna e sorride, infine, raggiunta una delle tante panchine, si siede e lei usa le esatte parole che diceva Aarde: «Quale donna sposerebbe mai un uomo che non è capace di gesti galanti? Dovevi lasciarmi sedere per prima!»
«Tu mi sposerai» risponde di getto Fajro mentre i suoi occhi iniziano a lacrimare.
Eteru si siede accanto al ragazzo, lo abbraccia e gli bacia la fronte, poi dice: «Nonostante le tragedie e i tuoi comportamenti irosi, il tuo cuore è così puro da darti la forza di scatenare il Fuoco ma anche la lungimiranza di ritirarlo prima di far male agli innocenti.»
Fajro si asciuga le lacrime, torna a sorridere e chiede: «Perché avete infranto una regola portando Kasai?»
«Ti sei accorto che Kasai, ultimamente, è sempre più stanca?»
«Io no, con me è sempre esuberante» dice Fajro arrossendo.
Eteru, dapprima dice bofonchiando “sì, questo lo so bene” e poi risponde: «La tua forza nel Fuoco è diventata predominante fin da quando i generali hanno sbloccato i tuoi poteri più latenti. Ricordi chi c’era, abbracciato a te, quando ti sei risvegliato?»
«Kasai nuda» dice Fajro mentre il colorito rossiccio delle sue guancie diventa rosso completo.
«Quella grande fiamma che ti ha riportato indietro era di Kasai e giorno dopo giorno ha continuato a donarti le sue energie per farti rinforzare il tuo Elemento. Dovrebbe diminuire l’intensità, ma sappiamo entrambi che ogni volta cerca il tuo contatto fisico, anche per altri motivi.»
Fajro ha il viso completamente rosso come se stesse creando la sua magia di fuoco, ma che in realtà rappresenta bene la sua vergogna quando gli parlano apertamente di faccende prettamente sessuali.
«Ho voluto che Kasai partecipasse per poterla “visitare” e darle giusti suggerimenti per riacquistare la sua forza originale» dice Eteru terminando il discorso.

- - -
Il suono ritmato di un tamburo attira l’attenzione di Fajro: «Da dove proviene?»
«Il tempo è scaduto» risponde Eteru accarezzandolo.
- - -

Fajro apre gli occhi ed è sdraiato nella sala delle cerimonie e accanto a lui si stanno risvegliando anche gli altri samurai.
«Grazie a tutti, mi avete regalato le vostre emozioni lasciandomi entrare nei vostri cuori» dice Eteru inchinandosi mentre Atua, raggiunto Fajro, chiede: «Ti senti bene?»
«Sì, ma ho la sensazione di avere digiunato per giorni.»
«Infatti è così. Siete stati distesi qui per dodici giorni, anche se per te sembrare siano passate un’ora o due.»

Eteru si avvicina all’imperatore e sottovoce dice: «Fajro ha già scavalcato la sua personale sottile linea dell’equilibrio. Fuoco, Terra e Legno erano già attivi prima che fosse portato a Wuxing e ora, i primi due sono predominanti, ma hanno messo in disparte Aria. Per nostra fortuna Kouki sta rilasciando costantemente il suo Elemento compensando Fajro, ma c’è bisogno di uno stimolo maggiore per cui proporrei il generale Aki. La Signora ha anche l’Elemento di disturbo Acqua ed è preferibile come avversaria per il prossimo test.»
«Accetto la tua proposta naturalmente. E dell’altra cosa che mi dici?»
«Il generale Natsu, come sempre, ha ragione. È ancora addormentato ed è probabile che esca in futuro ed è per questo che sono d’accordo con Aki nella scelta di  mantenere il silenzio.»
«Come te lo spieghi?» domanda l’imperatore evidentemente sorpreso.
«Non ne ho idea nonostante io sia l’unica ha possederlo, e di certo non posso tramandarlo, neppure inconsciamente. So solo che questo spiega il motivo per cui sono attratta da Fajro in modo così ossessivo.»
Gli occhi dell’imperatore si scuriscono mostrando tensione ed Eteru lo anticipa dicendo: «Non possiamo essere sicuri, ma forse è come pensate voi.»



Sesto Anno (Mondo degli Uomini – prima parte)



Regno di Metel
La truppa è appena rientrata dalla battaglia con il terribile Gigante. Al castello reale la gente è esaltata dal ritorno del principe Metalo che con i suoi uomini ha arrestato l’avanzata del mostro riuscendo a ricacciarlo sulle montagne. Il principe, aiutato dalla magia della Saggia Crehuma, ha riportato una vittoria importante dopo la distruzione di Port Coral, il morale della popolazione si è rialzato, ma il ragazzo sa bene che ha soltanto rimandato l’inevitabile non riuscendo a distruggere il Gigante.
«Meirge, non vedo mio padre?» chiede Metalo alla sua fidata generalessa.
«Ecco perché ha mandato me, aveva altri impegni!»
«Mio Signore, il Re è partito per Tera con le navi del generale Moncai» dice Tyred mentre s’inchina.
«Ma è uscito di testa del tutto? Andare in barca quando continuano ad avvistare i mostri marini?» urla Metalo furibondo.

Regno di Tera
Tutti gli abitanti del Regno di Tera sono preoccupati, la notizia che si sta spargendo in ogni città non è ancora stata confermata, ma neanche smentita.
Draak, seduto nel suo ufficio nella caserma di comando, sbuffa mentre ascolta il resoconto dei suoi due sottoposti che gli stanno portando altre infauste notizie.
«Nella Grande Guerra avevo assistito impotente all’aggressione che stavamo subendo dall’ombra uscita dalla Foresta Proibita, abbiamo perso Port Statig l’anno scorso sempre per quella bestia e mi aspettavo di incontrarla anche questa volta» dice Buffel costernato.
«Dimmi delle perdite che ci ha arrecato questo nuovo mostro uscito dalla foresta» chiede Draak continuando a mettersi le mani tra i capelli.
«Il Lipitoare, da solo, ha distrutto la maggior parte delle cittadine di frontiera e con il suo morso velenoso ha raggruppato sotto la sua custodia tutte le vittime rendendole dipendenti ai suoi voleri. Parlo di tutte le persone di ogni città che ha distrutto, ma anche di almeno ventimila dei miei uomini che sono caduti preda del suo maleficio» risponde Buffel sedendosi di colpo sulla sedia per la stanchezza. «Non ho una stima precisa da darvi, ma considerando le dieci città credo che il numero delle vittime si attesti intorno alle trecentomila persone, forse anche di più.»
«Anche per me è la stessa cosa. Port Royal è caduto per mano del Gigante e mi attendevo la sua comparsa alla Baia dei contrabbandieri e invece no» dice Paard.
Draak si alza in piedi picchiando i pugni sul tavolo: «Chi allora?»
«Il Denosor» risponde abbassando la testa Paard.
«Anche quel rettile gigante è uscito dalle montagne!»
«Sì signore, ma noi siamo stati più fortunati perché non ci ha degnato di uno sguardo. Ha disintegrato tutta la baia per poi completare la sua opera demolendo i due faraglioni. Le nostre perdite sono contenute, ma il mostro ha di sicuro distrutto le piccole cittadine sui monti prima di raggiungere la baia.»
Draak si risiede, si appoggia allo schienale e sospira.
«Comandante, è vero ciò che si mormora a Winkel?» chiede Buffel.
«Purtroppo sì amico mio.»
 
Nel castello reale c’è grande agitazione: le ancelle e i medici corrono avanti e indietro sulle scalinate mentre i servitori si adoperano per istruire i popolani chiamati a fornire aiuto mentre l’esercito è impegnato altrove.
Nella stanza della Regina il Saggio Vlek parla a Haag: «Non capisco, non ho mai visto una cosa del genere e nessun medicamento sta facendo effetto.»
«Saggio, è se fosse un veleno?»
«Deve essere talmente nuovo perché io non riesca a individuarlo e in quel caso…»
Il Saggio smette di parlare, trascina fuori dalla stanza il capitano e sottovoce dice: «E in quel caso la morte della Regina sarebbe certa.»
Aarde ha le lacrime agli occhi, è seduta accanto al letto, dove sua madre Wasa è sdraiata priva di conoscenza, all’improvviso si apre la porta ed entra Titan.
«Dimmi come sta?» chiede il Re.
«È in questo stato da giorni e ogni tipo di cura non funziona» risponde Aarde singhiozzando.
Titan si gira di spalle e dice al Saggio: «Chiedetemi qualsiasi cosa che esiste solo a Metel e io ve la farò arrivare, anche se dovessi abbattere ogni mostro delle montagne. Amo questa donna e non voglio perderla proprio ora che ha accettato di sposarsi con me!»
Aarde non è stata contenta, l’anno prima, di sapere delle future nozze tra sua madre e il Re di Metel, però sente nelle parole di quell’uomo dell’amore che fino a quel momento le sembravano soltanto dettate dalla convenienza e, alzandosi in piedi, dice: «Maestà, non dovevate rischiare di venire qua, ma sono lieta che lo avete fatto.»

Regno di Dwr
La Regina Cristalya si gode la pace del suo regno sollazzandosi con dei bei giovanotti, non tanto per godere le gioie del sesso, ma piuttosto per poi poterli frustare e legare in modo da vendicarsi indirettamente dell’affronto subito da Titan che ha rifiutato la sua proposta di matrimonio. I giovani, dopo le torture, acquisiscono il ruolo di schiavi grazie proprio alla proposta del Re di Metel di accettare la schiavitù come pena.
Se la regina non è per nulla interessata a ciò che sta avvenendo nel mondo, nella marina militare c’è grande agitazione per i continui avvistamenti del Leviatano.


§   §   §


Nell’arena la tensione è altissima, Fajro è pronto a intraprendere un nuovo test, la sfida che può portarlo più vicino o più lontano da casa. Tale è l’importanza di questo confronto che l’imperatore in persona sarà l’arbitro mentre gli altri tre generali stanno già alzando la barriera a forma di triangolo. Il generale Aki è pronta, non tratterrà la sua forza e non agevolerà Fajro, anzi, farà di tutto per sconfiggerlo perché il suo compito non è accudirlo ma distruggerlo. Il ragazzo è concentrato, non sente le parole dell’imperatore che spiegano le regole, sa che non ce ne sono di limitanti, attende solo di sentire la parola “iniziate”.

Basta un istante e le energie che scaturiscono da Fajro e Aki riempie totalmente l’interno della barriera: il Leone dagli artigli infuocati ruggisce all’indirizzo dell’Albatro che dispiega le sue lunghe ali. Il felino si lancia all’attacco ma il pennuto si alza in volo e agitando le ali spinge il Leone contro un lato della barriera dalla quale non riesce neppure a muoversi. Aki sguaina la katana e si lancia contro Fajro, il ragazzo si accende, la sua fiamma lo circonda, ma il generale la spegne con una raffica di vento e lo sorprende arrivandogli così vicino da toccarli con una mano la pancia. Fajro s’inginocchia e dalle sue viscere esce tanta acqua da riempire un fiume, Aki solleva la katana, compie il movimento per mozzare la testa al nemico ma Fajro gli fa saltare via dalle mani l’arma facendo uscire da terra dei rami rampicanti acuminati da spine di ferro; è stata proprio l’acqua uscita dai suoi intesti a far crescere quei rami puntosi.
Il Leone, fino a quell’istante bloccato, acquista vigore, sfida il vento costruito dall’Albatro e compie un balzo verso l’alto per azzannare la preda; non riesce a colpire mortalmente il pennuto, però lo costringe a stare in terra.
Aki reagisce, s’impossessa dei rampicanti e muovendo una mano li indirizza contro Fajro, ma il ragazzo li carbonizza soltanto con lo sguardo di fuoco. La Signora, forse per la prima volta da quando ha incontrato il ragazzo, indietreggia timorosa, poi, scansata la paura, rilascia un turbine ventoso, mischiato a granelli di polvere ferrosa, contro il Leone che lascia la presa dell’animale avversario per il bruciore agli occhi e Aki, compiendo un salto, sale in groppa al suo Albatro.
Anche Fajro, come il Leone, deve chiudere le palpebre per il bruciore e il generale sfrutta l’occasione attirando a sé la katana. Aki si lancia contro l’avversario, ma il ragazzo riapre gli occhi ciò che prima erano granelli di polvere ferrosa, ora scendono dalle sue pupille sotto forma di lacrime d’acciaio nero che consolidandosi formano degli aghi appuntiti. Fajro, con l’aiuto del vento, lancia una miriade di aghi dai suoi occhi che si conficcano nelle ali dell’Albatro. Il Famiglio di Aki è costretto ad atterrare proprio dove si trova il leone e al felino basta un’artigliata per squarciare il petto del pennuto. L’Albatro scompare e Aki crolla a terra. La donna non si arrende, si appresta a evocare un secondo famiglio, ma il ragazzo la stringe tra le sue braccia e lascia che il suo Fuoco diventi un’esplosione.
All’interno della barriera triangolare si è sollevata una nube densa, i generali tolgono la protezione temendo per la salute di Aki ma ciò che appare ai loro occhi li stupisce: Fajro stringe tra le braccia Aki ed entrambi sono all’interno di un sarcofago di ghiaccio che lentamente si scioglie liberandoli senza danni fisici.
Le gambe del ragazzo cedono per la fatica, Fajro s’inginocchia accompagnato nella discesa dalla donna che all’orecchio gli dice: «Non mi sono mai eccitata come in questo combattimento, purtroppo ci sono troppi occhi che ci guardano se no...»
«Signora, da ciò che state toccando con la vostra mano, immagino che stiate per dire qualcosa di molto sconcio.»
L’imperatore, entusiasta annuncia: «Decreto la sfida conclusa in pareggio perché non possiamo determinare chi abbia creato il sarcofago ghiacciato, ma ciò che importa è che Fajro ha superato il test e da domani tutti i generali lo metteranno sotto torchio per una serie di allenamenti intensivi.»
Kasai raggiunge il suo allievo e indicando Atua dice: «Fajro, ti evito di chiederglielo così non lo mettiamo in imbarazzo; lui ha superato il test dopo diciannove anni.»



Sesto Anno (Mondo degli Uomini – seconda parte)



Regno di Apen
La notizia di un’invasione da parte di Tera è parzialmente negata, ma la situazione e nettamente peggiore. I soldati che hanno distrutto le città di Apen sono del regno confinante, ma guidati dal terribile influsso del Lipitoare.
Nel frattempo, nelle cittadine vicine alla capitale, le rivolte continuano e l’esercito, ridotto per l’esigenza di contrastare le Creature Mitologiche, si abbandona ad atti atroci contro i popolani più poveri. Al palazzo reale Oak parla proprio di questa situazione con Panglito.
«Gli ordini rimangono invariati, non mi interessa cosa fanno i soldati a quei traditori della corona, possono trucidarli, buttarli nelle fauci di qualche mostro o prenderseli come schiavi. Ciò che importa è che siano tolti di mezzo!»
«Maestà, i nostri uomini sono a sua disposizione per compiacervi in tutto, però ho una richiesta da farvi per portare a termine il mio compito in tempi brevi» chiede Panglito consapevole che il re lo accontenterà.

Da Koraha una nuova Creatura Mitologica ha fatto la sua comparsa. La Chimera ha distrutto tutte le città di Apen che confinavano con il deserto per poi dirigersi verso l’entroterra. L’esercito guidato da Macan ha opposto un’inutile resistenza, il mostro ha annientato tutto mietendo migliaia di vittime anche tra i soldati. Macan, ritiratosi, ha potuto soltanto guardare quella belva alata mentre distruggeva altri villaggi prima di tornare nel deserto.
Macan e i suoi uomini hanno raggiunto il primo paese risparmiato dal mostro, ma ciò che ha trovato è la morte. Centinaia di persone, uomini, donne e bambini, tutti impalati e posti in ordine lungo la via principale, molte case sono state incendiate, la poca gente ancora in vita è nascosta nelle abitazioni, ma le loro urla straziate per la perdita dei propri famigliari echeggiano tra le poche mura risparmiate dalla tragedia che ha subito questo paese di provincia.
In mezzo alla strada c’è un bambino, cerca di tenere dritta la spada che ha in mano, ma che pesa quasi quanto lui. Urla all’indirizzo del generale: «Non ho paura di voi, siete malvagi e il Leggendario vi punirà, perché se non sarò io a vendicare mio padre, lo faranno le Creature!»
Macan si guarda attorno, alcune persone si sono munite di bastoni, ma tremano davanti alle armature dei soldati; lui si ferma a qualche metro di distanza dal bambino, estrae la spada e la butta a terra dicendo: «Popolo di Apen, i soldati dietro di me, anzi, questi uomini e donne, hanno combattuto per il nostro regno contro la Chimera, quindi se volete incolpare qualcuno, ebbene, io sono pronto a morire per loro, così come sono pronto a morire per ognuno di voi.»
Il brusio della gente è diventato assordante, qualcuno vuole la testa del generale, qualcun altro lo riconosce e chiede la salvezza per lui e il suo esercito, ma il suono di un corno fa smettere il vociare delle persone che si rintanano nuovamente nelle poche case ancora intatte. Macan è a ovest della strada principale, il bambino nel mezzo e da est giungono soldati armati e riposati. I nuovi arrivati avanzano, il loro comandante guarda quel bambino che piange tenendo, si abbassa per dargli qualcosa da mangiare poi lo supera e raggiunge Macan.
«Generale Macan, per ordine di Re Oak sono qui per arrestarvi» dice Jaran.
Macan guarda negli occhi quell’uomo che conosce da una vita e senza proferire parola allunga le mani in avanti per farsele legare, ma Jaran s’inginocchia davanti a lui dicendo: «Però Re Oak ha tradito il Regno di Apen e deve pagare per le sue azioni scellerate!»
L’uomo si alza in piedi, prende la mano di Macan e la solleva gridando al folto pubblico: «Il Regno di Apen non ha bisogno di un re tiranno, ma di un vero uomo a cui sta a cuore il popolo. Viva Macan!»
I soldati di Jaran urlano quel nome, subito si aggregano anche quelli di Macan e poco dopo tutti i sopravvissuti del villaggio, tranne uno. Macan raggiunge il bambino che è rimasto in silenzio e il piccoletto dice: «Vendicherai la morte della mia famiglia?»
«Sì.»
«Difenderai tutta la gente e non solo i ricchi?»
«Sì.»
Il bambino asciuga le lacrime e dice ad alta voce: «Non mi basta!»
Macan risponde urlando in modo che tutti possano sentire: «Sì, giuro di difendere la giustizia a costo della mia vita!»

Isola Imperiale di Otoke
L’imperatore Atua, CCXVII del suo nome cammina nella grande sala dopo avere ricevuto le notizie provenienti da tutto il mondo. Ha in mano un foglio, lo legge, lo rilegge, e di nuovo e ancora. La principessa Oceanya, rimasta stabilmente nel palazzo imperiale ormai da due anni, chiede: «Che cosa vi turba che già non conosco?»
«Ho scelto una persona per un ruolo che nella nostra storia è stato ricoperto soltanto da una decina di persone, ma sono tuttora indecisa se annunciarla oppure attendere che la situazione migliori.»
«Sappiamo entrambe che è più facile che tutto peggiori da un momento all’altro. Non ci sono solo le Creature, ma anche tra gli uomini ci sono dei “mostri” come quello che dovrei sposare. Se è una vostra prerogativa imporre la persona che avete scelto, fatelo senza rimuginarci sopra» dice Oceanya sorseggiando del liquore.
«Lo so, ma per tutti i popoli sembrerà una scelta soltanto politica, mentre la mia intenzione e dare risalto all’impresa che ha compiuto affidandogli un ruolo pacificatore come quello di Primo Cavaliere dell’Impero.»
Oceanya ha compreso e dice: «Metalo ha sempre pensato soprattutto a se stesso incurante del dolore che causavano le sue parole, ma in questi ultimi anni, forse perché diventato adulto, si è mostrato più flessibile, ha lavorato per il suo popolo ed è l’unico che ha riportato una mezza vittoria in battaglia contro le Creature Mitologiche.»
«E’ vero ciò che dici, ma rimane sempre una scelta di parte che scontenterà la maggioranza» dice l’imperatore scuotendo la testa.
«Senza dubbio vi accuseranno di patrocinare il figlio del vostro ex datore di lavoro, ma se facciamo i conti non ci sono altre persone. Re Titan sarebbe la scelta meno appropriata, proprio per il discorso politico, la Regina Wasa è malata, la Regina Flame governa il popolo attraverso Bruligida, mia sorella è odiata in ogni luogo e Re Oak, beh, sapete già cosa penso di lui. Tra noi principi, che siamo cresciuti in questi anni tormentati, io sono da scartare perché una principessa cui piacciono le donne è un orrore agli occhi dei puritani e Aarde ha sempre vissuto nel bozzolo protettivo della madre. Tolti tutti, rimane Metalo.»
Atua, CCXVII del suo nome, si avvicina al leggio posto accanto al trono, appoggia il foglio che teneva tra le mani sopra altri documenti identici e li firma tutti.
«Mandate una colomba bianca a ogni a ogni rappresentante dei Cinque Regni» dice Atua consegnando i fogli firmati a una guardia pretoriana. «L’imperatore dei Cinque Regni nomina ufficialmente come Primo Cavaliere Imperiale il principe Metalo di Metel.»


§   §   §


Fajro ha appena terminato l’ennesimo un allenamento intenso Kuoki, i due ragazzi si siedono a terra per riposare.
«Ultimamente sei sempre tu il mio avversario giornaliero» dice Fajro mentre si asciuga il viso.
«Dopo il “viaggio” con Eteru, la scelta del maestro per l’allenamento è dettata da ciò che lei ha sentito dentro di te. In pratica ha rilevato che in te l’Elemento Aria è carente, e hai bisogno di assorbire questo tipo di energia piuttosto che un altro. Ogni persona ha tre Elementi predominanti e tra questi c’è quello di base, che nel tuo caso è il Fuoco, e se è Aria a essere carente probabilmente la tua sottile linea dell’equilibrio è formata da due Elementi Primari e uno Secondario. I tre meno influenti, uno primario e due secondari, devono essere equilibrati tra loro, e questo ti spiega perché non stai facendo più allenamenti con Mokuzai» risponde Kuoki.
«Allora è per questo che è sempre adirata con me anche se non faccio niente per causare le sue reazioni.»
«Devi anche mettere nel conto che lei è una diciottenne e che non ha avuto esperienze romantiche con altri ragazzi e tu sei l’unico a sua disposizione» risponde Kuoki ridendo.
«C’è una domanda che mi sta tormentando e quando intraprendo il discorso non ricevo mai risposta. Com’è possibile che…»
Kuoki lo ferma: «So cosa ti chiedi, ma neanche io ti risponderò. Ti posso dire che non è per cattiveria che non ottieni risposta, ma è un argomento che tratterai con l’imperatore, e soltanto prima di tornare nel mondo degli uomini.»
Fajro sbuffa come un bambino imbronciato, Kasai, appena entrata nell’arena, notata l’espressione “carina” del ragazzo e gli si butta addosso in meno di un secondo.
«Kasai, sei sempre troppo espansiva» dice Kuoki rimproverando bonariamente la donna.
«Non è colpa mia se questo giovanotto è un Fuoco totale!» risponde Kasai mentre continua a strusciarsi su Fajro.
«Lo sapevo! Con la scusa di controllare l’allenamento ti sei subito buttata su di lui!» strilla Mokuzai entrando di corsa nell’arena.
«Amico, adesso sono affari tuoi» dice Kuoki ridacchiando.
«Tu sei cattivissima con il mio cucciolo, lo sgridi tutti i giorni!» dice Kasai senza mollare la presa su Fajro.
Mokuzai si lancia addosso ai due dicendo: «Mi sta lasciando sempre sola e sono nervosa. E poi è colpa tua Kasai, lo tieni sempre al guinzaglio!»
Kuoki si accorge che una persona importante e nell’arena, salta in piedi e s’inchina mentre gli altri tre continuano a rimanere sdraiati per terra.
«Molto bene, vedo che l’allenamento prosegue in modi diversi da quelli previsti» dice Aki con tono autoritario.
La voce della Signora fa scattare tutti in piedi, ma soprattutto permette a Fajro di liberarsi dalla presa delle due ragazze. Aki si avvicina ai tre e Kuoki sfrutta l’occasione per andarsene prima di finire anche lui nei guai.
«Mokuzai è una ragazzina ed è comprensibile il suo atteggiamento, ma tu Kasai, sei anche la sua Maestra» dice Aki spostando le due donne da Fajro.
La signora non solo libera Fajro dalle grinfie delle altre donne, ma senza essere vista gli mette una mano sul sedere e il ragazzo, sentendosi toccare, spinge in avanti il bacino con un movimento incondizionato. Kasai, capendo cosa sia accaduto, dice senza timore: «Signora, state cercando di accaparravi il ragazzo utilizzando il vostro grado? Non è una cosa decente, lo sa?»
Mokuzai dice la sua mettendo da parte la timidezza: «E poi io sono la più giovane e dovrei essere quella che lui deve sco… sco…ehm, prendere per prima!»
«Signore, da che mondo esiste, sono le donne più mature ed esperte quelle preferite dai giovani ragazzi» dice Aki accarezzando il viso di Fajro proprio mentre entra Mizu nell’arena per una sessione di allenamento singolo.
Il neo entrato osserva la situazione e ride guardando la faccia di Fajro che è completamente in balia delle tre donne. Cerca di aiutare l’amico dicendo: «Posso darvi una mano?» ma la sua frase è recepita come provocante dalle donne che rispondono in coro “no”.
Nell’arena rimbomba la voce di Eteru: «Fajro, caro, avrei bisogno di parlare con te.»
«Caro?» dicono all’unisono le tre donne mentre guardano negli occhi il povero Fajro che, ormai conscio di attirare la loro attenzione nonostante i suoi continui rifiuti, può solo stare zitto evitando di dire qualcosa che possa peggiorare la situazione.

Nel frattempo l’imperatore ha ascoltato i tre generali appena rientrati a Wuxing dopo una missione importante. «Le informazioni che avete carpito ai guardiani delle Creature sono molto chiare e temo che non abbiamo ancora visto il peggio che possono fare con l’unione dei quattro regni soprannaturali. Il nostro obiettivo rimane inalterato, spingeremo ancora il ragazzo sapendo che solo Eteru deciderà quando Fajro potrà tornare nel mondo degli uomini. Orami è inutile sperare; la sottile linea dell’equilibrio è definitivamente spezzata.»
I generali stanno per uscire ma l’imperatore trattiene Natsu.
«Ho parlato con Aki» dice l’imperatore leggermente adirato.
«Ehm, mi perdoni, è stato più forte di me» risponde il generale inginocchiandosi.
«Spero che almeno tu non abbia detto niente a lui direttamente?»
«No Signore, su questo punto ero e sono d’accordo con Aki, però…»
«Natsu, questa volta non ci sono però di mezzo, e ti ordino di mantenere il silenzio!»
«Ubbidisco» risponde Natsu costernato.
«Sei un brav’uomo, però mi fai diventare matto» dice l’imperatore tornando a sorridere. «Ma se ti può far piacere la risposta è sì.»
Natsu scatta in piedi e dalla gioia abbraccia l’imperatore. «Grazie Signore.»
Il generale corre via dalla sala, l’imperatore osserva il corvo Agisto e…

Il piccolo Ten, attraverso gli occhi nel corvo vede cosa accade nel mondo, ma per la prima volta sente anche la voce dell’anima errante che è nel corpo di Agisto.
«Matco, ho da affidarti una missione importante che esula dall’osservare e riferire.»
«Sono a vostra disposizione, in cosa posso essere di aiuto?»
«Devi consegnare, a voce, dei messaggi ad alcune persone, però mantenendo le qualità di questo splendido corvo parlante. Nessuno di loro dovrà capire che giungono da una persona reale.»
«Ho capito» risponde Matco prima di cominciare a gracchiare.










CAST
Importanti
Agisto – Corvo messaggero appartenuto a Sipestro di Tan e che ospita l’anima errante del soldato Matco, assassinato al lago Sider a Dwr
Ten [m] – Bimbo che vede gli avvenimenti attraverso gli occhi del corvo
Atua Primo [m] – Leggendario Imperatore dei Cinque Regni Umani
Fajro [m] – Principe di Tan e protagonista della storia

Regno Wuxing
- ? [m] – Imperatore (il suo nome non è stato ancora detto)
- Aki [f], Fuyu [m], Haru [m], Natsu [m] – i quattro generali di Wuxing
- Eteru [f] (Neutro) – la samurai definita più vicina al Creatore
- Daichi [m] (Terra), Kasai [f] (Fuoco), Mizu [m] (Acqua) – i tre samurai con Elementi Primari
- Kinzoku [m] (Metallo), Kuoki [m] (Aria), Mokuzai [f] (Legno) – i tre samurai con Elementi Secondari

Regno Sea (regno negli abissi marini)
- Kwakhala [f] – Regina (solo nominata)
- Esseri mostruosi: Kraken, Leviatano – Creature mitologiche

Regno Koraha (regno nel deserto omonimo)
- Yuly [f] – ? (solo nominata)
- Golem, Skorpio, Chimera – Creature mitologiche

Regno Sliabh (regno sulle montagne condivise tra Metel e Tera)
- ? – guardiano del Gigante
- Gigante, Pithecus, Denosor – Creature mitologiche

Regno Hout (regno chiamato anche Foresta Proibita)
- Ombra, Maputa, Lipitoare – Creature mitologiche

Regno Heru (regno sotterraneo posizionato alle radici dell’albero Hyperion)
- Innominabile – Imperatore (soltanto identificato come imperatore)
- ? – Cinque servitori di Heru (soltanto nominato il loro ruolo)

Altri personaggi apparsi o solo nominati nel capitolo
- Aarde – Principessa ereditaria di Tera
- Metalo – Principe ereditario di Metel
- Crehuma – Saggia di corte a Metel
- Meirge e Tyred – Generali dell’esercito di Metel
- Moncai – Generale della marina militare di Metel
- Draak – Comandante in capo dell’esercito di Tera
- Buffel e Paard – Generali dell’esercito di Tera
- Vlek – Saggio di corte a Tera
- Haag – Capitano dell’esercito di Tera
- Wasa – Regina di Tera
- Titan – Re di Metel
- Cristalya – Regina di Dwr
- Oak – Re di Apen
- Panglito – Comandante in capo dell’esercito di Apen
- Macan – Generale dell’esercito di Apen
- Jaran – Capitano dell’esercito di Apen
- Atua CCXVII (vero nome Ohlaka) – Imperatore dei Cinque Regni
- Oceanya – Principessa ereditaria e comandante in capo dell’esercito di Dwr
- Flame – Regina di Tan
- Bruligida – Regina di Tan dopo aver abdicato è diventata Saggia di corte





Schema della magia
- Ogni Essere Vivente è costituito di Energia
- Con al morte fisica l’Energia si tramuta in un Globo di Luce o in uno Oscuro
- Il Globo di Luce raggiunge il Regno Wuxing (il bene) mentre il Globo Oscuro raggiunge il Regno Heru (il male)
- L’Energia di ogni Essere Vivente è la base per la creazione degli Elementi Magici

Schema degli elementi magici
- Esistono due Elementi Dominanti: Luce, Oscurità
- Esistono tre Elementi Primari: Acqua, Fuoco, Terra
- Esistono tre Elementi Secondari: Aria, Legno, Metallo
- Esiste un Elemento Neutro: Etere
- se uno o più Elementi Secondari acquistano potere crea/creano squilibrio
- con lo squilibrio uno o più Elementi Primari soccombe/soccombono e l’Elemento Neutro diventa Caos
- L’Elemento Caos dona maggiore potere all’Elemento Dominante Oscurità che prende il soppravvento sulla Luce.

Schema della Forma Energetica Assoluta
- La Forma Energetica Assoluta è il massimo raggiungibile nella Forma Energetica
- La Forma Energetica si divide in tre livelli:
a) Livello Kou (alto) : lo ottengono solo l’Imperatore di Wuxing e l’Imperatore di Heru
b) Livello Heikin (intermedio): lo ottengono solo i generali di Wuxing e i servitori di Heru
c) Livello Tei (basso) – lo ottengono i samurai di Wuxing e tutti gli altri esseri viventi che hanno coscienza delle differenze.
- La Forma Energetica evoca magicamente un Animale chiamato Famiglio

  
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