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Autore: cin75    27/10/2019    5 recensioni
WARNING STAGIONE 15.
Ho scritto questa storia ad inizio stagione 15, spinta da alcuni rumors che già spoileravano della crisi tra Dean e Cass, ma vi giuro che quando ho visto la 15x03, mi è venuto un colpo.
Quel discorso finale tra loro e non dico altro!!
Vi dico solo che sono uscita per giocare al Lotto. Che ci prenda anche in qualche numero???
Capirete nella seconda parte della storia!!!
Sempre se la prima parte vi piacerà e vorrete sapere come finisce!!
:)))))
Genere: Angst, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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“Un Dio lupo?”
“E’ un essere mitologico. Gabriel ne uccise una sua manifestazione qualche tempo dopo che fu libero dalla prigionia di Asmodeus.”
“Sì, sì...ricordo. Ma se Gabriel lo ha ucciso, allora come...”
“Fenris può essere ucciso definitivamente solo nella sua forma originale. Gabriel uccise solo un tramite.”
“Ok, ci ha attaccato sotto forma di lupo, quindi è..la sua forma originale, giusto?” asserì fiducioso.
“Sì.”
“D’accordo. E come lo uccido?” fece con tono risoluto.
“Con della seta!” rispose prontamente , l’angelo.
“Ok!” e poi, come se se ne fosse reso conto. “Aspetta? Cosa? Con che cosa lo uccido?!” fece perplesso.
“Con della seta.” ripetè Castiel.
“E cosa dovrei fare? Fargli un vestito?!” replicò confuso.
“Sam...Fenris è un essere brutale, rozzo, violento. Ciò che di più orrendo si possa immaginare. Quindi solo ciò che è il completo opposto può fermarlo.”
“Della seta!” convenne sebbene ancora non troppo convinto. “Ma come posso...”
“Procurati del filo di seta e...”
“...e ricopriremo i proiettili d’argento!” finì per lui, Sam.
“Giusto!” fece in accordo, Castiel.
“Dici che funzionerà?!” domandò Sam.
“Se Fenris muore, la sua magia svanisce. Una volta svanito il potere del suo veleno , posso guarire Dean.” spiegò con decisione Castiel.

Sam, allora, si sistemò la pistola sotto la camicia e stava per prendere il suo giacchetto quando si rese conto che l’indumento era completamente sporco del sangue del fratello. Deglutì. Fissò il maggiore privo di sensi. Poi si ridestò e fece mente locale.
“Ok! Resta con lui. Io vado a stanare Fenris!” e fece per andarsene quando la mano di Castiel lo fermò per un braccio.
“Vengo con te!” gli disse l’altro.
“No!”
“Sam , non ti lascio andare da solo. Non ti permetterò di affrontare Fenris da solo. Se dovesse accaderti qualcosa mentre io sono qui a non poter fare comunque niente, Dean...lui...” e strinse le labbra nel non riuscire a dire altro.
Come era umana quella sensazione di disagio.
“Castiel...” lo richiamò Sam, vedendo la frustrazione nello sguardo dell’angelo.
“Mi odia già abbastanza.” e Sam non lo osteggiò oltre. “Affronteremo Fenris insieme o non ti permetterò di uscire da qui.” rinsaldò deciso.
“Ok! Andiamo. Prima rintracciamo quel mostro, prima lo facciamo fuori, prima salviamo Dean!” disse solo, capendo l’animo dell’angelo. Ma non aveva tempo di consolarlo o spiegargli come funzionava la testa del fratello in quel periodo.
Doveva prima sbrigarsi a salvarlo quel fratello.

Tornarono dove Fenris li aveva attaccati e ferito Dean. Trovarlo fu facile perché il mostro, anche se non ne aveva risentito più di tanto, si era lasciato dietro una vistosa scia di sangue.
“Non l’hai ucciso, ma un intero caricatore deve aver fatto comunque effetto. Deve essere qui in giro a recuperare le forze.”
“Ok! Occhi aperti allora!”
Un attimo dopo, il mostro, con un balzo deciso, si piantò a terra , tra cacciatore e angelo. Con un colpo deciso di coda, colpì Castiel che si ritrovò a volare e ad impattare contro un albero. Il mostro ringhiò furioso verso Sam, che veloce, afferrò la sua pistola caricata con argento e seta e la puntò contro Fenris che sbavando il suo veleno avanzava minacciosamente verso Sam.
Non puoi uccidermi, mortale!” sibilò, avanzando ancora. Un paio di falcate e Sam si ritrovò schiacciato ad un tronco, la pistola a terra e le fauci del lupo , puntate fameliche alla gola.
Sam sgranò gli occhi. Non aveva decisamente messo in conto che Fenris, anche se sotto forma di lupo, potesse parlare e ormai credeva di essere ad un passo dalla morte.
Ancora esterrefatto, il cacciatore cercò di divincolarsi, di allontanare la gola dal muso del Dio lupo.

“Ehi! Bastardo!!” fece la voce di Castiel alle spalle del mostro. “Vediamo che sai fare contro un angelo!!” gridò ancora , cercando di attirare l’attenzione su di lui.
Funzionò.
Fenris mollò la presa su Sam e si girò di scatto verso Castiel.
Ho già avuto a che fare con uno come te. Mi va di fartela pagare per l’affronto che ho dovuto subire con uno dei tuoi fratelli pennuti!!” fece dando completamente le spalle a Sam.
“Fatti avanti, stronzo!” lo provocò l’angelo e dopo un attimo, con un balzo , il lupo, atterrò sul corpo del suo angelico avversario.
Lo sovrastò completamente e ringhiando sibilò un vittorioso: “Sarà piacevole sbranare la tua grazia!!” e fece per azzannarlo, quando quattro colpi fragorosi lo destarono dal suo attacco.
Poi arrivò anche il bruciore e poi ancora il dolore.
Si allontanò dall’angelo e si voltò verso Sam, che fermo, in piedi, gli puntava contro ancora la pistola fumante.
“Tornatene a cuccia, Fido….”
Fenris barcollò ferito. Cercò di raggiungere di nuovo il cacciatore.
Tu...tu non oserai….tu...” e alzò una zampa per colpire ancora ma Sam fu più veloce e gli svuotò l’intero caricatore addosso.
Bersaglio pieno.
Questa volta i colpi fecero il loro dovere. “….per sempre!”

Fenris stramazzò al suolo grugnendo ferocemente, sputando sangue e veleno. Sembrò consumarsi lentamente fin quando di lui non rimase che un ombra di cenere sul terreno.
Castiel si avvicinò all’amico ancora fermo , con la pistola puntata contro , un ormai, nemico invisibile.
“Sam?!” lo chiamò. “Sam??” ancora. “Dobbiamo andare da Dean. Dobbiamo fare in fretta prima che la ferita lo uccida.”
A quell’esortazione , Sam, sembrò riaversi.
“Sì, sì...sì. Facciamo presto!”

Poco tempo dopo, Castiel imponeva le mani sul corpo di Dean. La solita luce angelica questa volta fece effetto. Sam vide i parametri vitali di Dean regolarizzarsi man mano che la magia di Castiel lo guariva. Cuore, saturazione,  pressione. Tutto sembrava tornare a livelli normali.
Poi Castiel tolse le mani e Dean iniziò a riprendere conoscenza.
“Ben tornato, fratello!” fece finalmente sollevato Sam.
Dean gli sorrise appena e poi guardò verso l’angelo all’altro lato del letto.
“Dean!” fece a mo’ di saluto, l’altro.
“Cosa è successo?!”
“E’ una storia lunga e...”
“...e credo che sia meglio raccontarla fuori di qui.” si intromise Castiel.
“Ma cosa...” fece interdetto Dean, che si sollevò appena, mettendosi seduto.
“Dean..Castiel ha ragione. Ti ho portato qui che a malapena respiravi e avevi un fianco letteralmente aperto in due. I medici mi avevano detto che avevi poco tempo e se adesso vengono qui per visitarti e ti trovano così, sveglio e senza più un segno o una ferita, sarà difficile da spiegare.”
“Decisamente!” convenne il maggiore. “Ok! Recuperami qualcosa da indossare e filiamocela.”
“Dean sarebbe meglio andare via subito!” fece ansioso Castiel e si ammutolì quando il biondo lo fulminò con lo sguardo.
“Cass ho addosso solo questo camice. In pratica ho il culo al vento e spifferi fin non ti dico dove, quindi non intendo andarmene in giro in queste condizioni. Vuoi andartene in fretta? Ok! Materializzami un jeans e una camicia e uscirò da qui da quella finestra!” fece deciso senza nascondere la sua solita punta di sarcasmo.

Essendo al primo piano dell’edificio ospedaliero, l’idea di Dean, di svignarsela dalla finestra, fu paradossalmente quella più attuabile e che dava loro la possibilità di non essere visti da medici o sorveglianza. Di soppiatto raggiunsero l’Impala e partirono direzione Lebanon.

Durante il tragitto Sam, alla guida, fece un resoconto completo al fratello, di tutto quello che era successo: dal suo arrivo in ospedale, all’arrivo di Castiel, alla scoperta che la cosa a cui avevano dato la caccia non era un semplice lupo mannaro ma addirittura un Dio lupo. Gli raccontò di come lo avevano ucciso e, divertito, di cosa avevano usato per farlo.
Fece presente a Dean di come Castiel lo avesse aiutato e di come fosse stato lui ad identificare il Dio e calcando sul fatto che l’angelo si sarebbe rifiutato di farlo andare da solo, sperando , così, più che altro , di alleggerire la situazione tra i due amici.
Ma più che qualche sguardo insofferente di Dean al finestrino alla sua destra, altro non ottenne.

Giunti al bunker, Dean andò direttamente in cucina per prendersi una birra, mentre Castiel e Sam, rimasero nel grande salone.
I due si fissarono, in silenzio, guardando con dispiacere l’atteggiamento testardo del maggiore.
“Mi dispiace, Castiel!” si scusò, Sam.
“Gli passerà, Sam!” lo rassicurò. “O almeno così spero!” ammise poi, in apprensione. E credendoci ben poco.
“Sì...sì. Vedrai che tra qualche giorno ti chiamerà per un qualsiasi motivo e...” lo rincuorò fiducioso.
“Sam...no. Siamo onesti.” lo fermò consapevole, Castiel. “Dean, in questo momento mi odia e continuerà a farlo fin quando non troverà un motivo per non farlo più e dato che il motivo per cui mi odia è che mi ritiene responsabile della morte di vostra madre, credo, purtroppo, che non smetterà mai di odiarmi.” ammise dispiaciuto.
“Castiel, no. Tu sei il suo miglior amico. Ti considera un fratello e rischierebbe la vita per te.” e ne era sinceramente convinto. Castiel significava troppo per Dean, perché il maggiore lo escludesse dalla sua vita così.
“C’eri anche tu quando mi ha detto chiaramente che ero morto per lui e il modo in cui ha cacciato con me le ultime volte prima che andassi via ne sono la prova. Hai visto anche tu come ha reagito in ospedale. La mia presenza lo ha talmente agitato che si è fatto saltare i punti.” fece presente al giovane Winchester.
“Si risolverà Castiel. Abbi fede e ...pazienza soprattutto. Da’ tempo a quel testone di mio fratello di mettere insieme tutte le risposte che gli mancano ancora , dopo la morte della mamma. Sente la sua mancanza, sente la mancanza di Jack e credimi, sente anche la tua. Quindi...”
“Devo avere pazienza!”
“Devi avere pazienza!” convenne fiducioso, Sam.
Si avvicinò all’amico angelo, gli battè amichevolmente una mano sulla spalla e andò verso la sua stanza.
“In cuor suo , Dean ha perdonato Jack.” gli fece presente. “Dagli tempo, amico.” e lo lasciò.

Castiel sospirò. Sperò fortemente che Sam avesse ragione perché i due fratelli gli mancavano tanto. Gli mancava lavorare con loro, parlare con Sam di argomenti che non fossero film horror o rock classico, sentire Dean che gli ripeteva fino all’esasperazione che nulla al mondo era bello come la sua macchina e di come i film western descrivessero i veri eroi.
Gli mancava la sua famiglia.
Diede un’ultima occhiata al salone e poi fece per tornare verso le scale che lo avrebbero portato all’uscita del rifugio.

“Io non ti odio, Cass.” fece la voce alle sue spalle. “Non più almeno!” 

Castiel si voltò di scatto, vedendo Dean uscire da un angolo nascosto della grande sala. Non ci voleva la mente di un genio , tanto meno di un essere celeste , per capire che il cacciatore aveva ascoltato tutto.
“Dean, non c’è bisogno di...”
“Sì, ce n’è bisogno invece.” lo fermò, l’altro.
Castiel allora lo raggiunse mettendoglisi di fronte. “Ok!” fece pronto ad un modo, forse più gentile da parte del ragazzo, di  allontanarlo ancora.
“Io non ti odio, Cass e in tutta onestà credo di non averlo mai fatto davvero. Incazzato a morte, questo, sì. Ma...”
“Ma tu..” cercò di anticiparlo, l’angelo.
“Cass, ho detto un sacco di stronzate in questo periodo ma tu cerca di capirmi. Dopo la morte della mamma qualcosa mi si è spezzato dentro. Credevo di poterlo aggiustare come ho sempre cercato di fare ogni volta che perdevo qualcuno che amavo o a cui tenevo. Cazzo!!, ho cercato di farlo anche quando Lucifero ha ucciso te!” ammise schietto per poi imbarazzarsene subito. “Ma poi le cose con Jack sono andate definitivamente a scatafascio e quando , quel giorno, non gli ho sparato pensavo di poter e dover trovare un modo per salvarlo e a quel punto Chuck mi ha dato il colpo finale, uccidendolo. Ero furioso, confuso, spaventato dal non riuscire a trovare una soluzione, una qualche via di scampo e..”
“Dean, eravamo tutti sulla stessa barca!” cercò di andargli incontro, l’angelo.
“Lo so. Ora lo so. Ma allora, in tutto quello che era successo , stupidamente, io vedevo un unico responsabile che sembrava essere il filo conduttore di tutto quel casino.” ammise in colpa.
Castiel sembrò rifletterci. “Io?”
“Tu. Sembrava che ogni cosa sbagliata portasse scritto sopra il tuo nome.”
“Perchè?!” domandò perplesso.
“Chuck , alla fine della storia, si è rivelato essere il più astuto dei traditori e tu non dicendoci di Jack e di come stava senza la sua anima che poi ha portato alla morte della mamma, mi sei...insomma, io ti ho visto come un traditore. Mi sono convinto che se Chuck lo era, ogni essere creato da lui non poteva fare altro che tradire di conseguenza.” spiegò ma ad ogni parola si rendeva conto di quanto sbagliato fosse stato il suo comportamento nei confronti dell’amico angelo.
“Dean, io non ti tradirei mai. Come non tradirei mai Sam. Ho voltato le spalle al Paradiso per voi. Ho fatto della vostra salvaguardia e di quella dell’umanità la mia missione. Sono morto per voi!” sembrò quasi volergli ricordare.
“Lo so Cass.” ammise in colpa.
“Non nego di aver sbagliato non dicendovi di Jack e delle condizioni in cui era e non c’è giorno in cui non me ne faccio una colpa ma ti prego di credermi quando ti dico che se potessi ancora, con i miei poteri, tornare indietro, se potessi fare qualcosa per rimediare a quell’errore, lo farei. A costo della vita, lo farei senza esitare.”  ribadì deciso.
“Ne sono certo.” convenne il cacciatore.
“Ok...ma se la pensavi così perché..insomma..perchè in ospedale , quando mi ha visto volevi che andassi via?” chiese, ripensando a quella sorta di crisi che Dean aveva avuto.
“Cass, io non volevo che tu andassi via.”
“No?”
Dean sospirò come a prendere coraggio per confessare l’ennesimo segreto. “Ok! Ascolta. Quando io e Sam siamo partiti per dare la caccia a quello che pensavamo fosse solo un lupo mannaro, avevo già deciso che al ritorno ti avrei chiamato, con una scusa...avrei cercato di rimediare al mio essere stronzo di questo periodo. Sam non ne sapeva niente. Poi le cose sono andate come sono andate e quando ti ho visto in ospedale mi sono odiato. Ce l’avevo con me, non con te!”
“Io credo di non capire...” fece in imbarazzo Castiel. “Tu ripetevi che non mi volevi lì, che non potevo...”
“Mi ricordo bene quello che ho detto o meglio che cercavo di dire. Cass, in quella stanza, cercavo di dire che non volevo che tu andassi di nuovo via, che non potevi affrontare questo casino “made in Chuck” da solo. Che non era giusto per te essere stato chiamato per salvarmi quando io invece ero stato così stronzo con te lasciandoti andare via.” e a quella confessione, Castiel si sentì profondamente spiazzato.
L’ennesima sensazione decisamente umana acuita da quello che Dean gli disse ancora.
"Cass, hai davanti a te il più stronzo degli ipocriti." sembrò ammettere.
"No, Dean, ma che dici?" fece confuso, l'angelo.
"Ho dato la colpa a Sam per aver liberato Lucifero la prima volta, mentre fui io a spezzare il Primo Sigillo. Ho dato la colpa a papà per questa vita assurda, quando invece avrei potuto prendere Sam e andare via. Ho incolpato perfino la povera Charlie per essersi immischiata nella storia del marchio, quando io avrei dovuto pensarci due volte prima di accettarlo da Caino. E ne ho date di colpe , tante altre, prima di svegliarmi sudato di notte ammettendo che il primo colpevole ero io. E l'ho fatto anche con te, amico. E ti chiedo scusa." ammise sinceramente.

In quel momento, tornò nel salone principale dove i due stavano parlando, anche Sam. Ma si fermò a qualche passo da loro. Intuì quale fosse il discorso e voleva evitare di spezzare il momento.
Poi sentì il fratello parlare.
“Non andartene Cass. Resta qui, a casa. Con la tua famiglia!” fece indicando anche Sam che annuì in accordo con quelle parole.
Il minore guardò l’angelo che guardò lui e anche verso l’amico fece cenno di assecondare il volere del maggiore.
“Ci sono parecchie birre in fresco, Castiel!” disse sorridendogli amichevolmente. “Ne abbiamo di cose da mandare giù!”

Castiel guardò quei due esseri umani così speciali.  Così importanti per lui e per il mondo intero. Quello mondo che avevano salvato tante volte e più di chiunque altro e che erano pronti di nuovo a salvare. Già pronti ad affrontare qualsiasi cosa ci fosse stato al di fuori delle porte di quel rifugio.
“Sai cosa significa resilienza, Dean?!” domandò pacatamente.
Dean , colto alla sprovvista da quella strana richiesta, fece la sua solita faccia “Che domande! Certo che sì!” e infatti la risposta fu: “Certo! Ma non sono un nerd presuntuoso come il mio fratellino quindi lascio a te il piacere di dirlo!” affermò incrociando le braccia al petto.
Castiel lo fissò piegando appena di lato la testa, mentre Sam a stento trattenne una risata.
“La resilienza è la capacità di un un essere umano di affrontare e superare, con rinnovato spirito vitale, un evento traumatico o un periodo di difficoltà.”
A quella definizione Sam fece un respiro profondo annuendo consapevole del perché l’angelo avesse tirato fuori quella parola.
Dean  fu più esplicito e ironico. Al suo solito.
“Se per “rinnovato spirito vitale” intendi la voglia matta che ho di prendere  a calci in culo Chuck e fargli pagare il casino che ha causato, quello che ci ha fatto e che ci ha tolto, beh!, allora sì , mi sento decisamente pieno di resilienza!!” asserì convinto.
I tre , fermi ai loro posti, per qualche momento, si fissarono in silenzio.
In quel silenzio: promesse, conferme.

“Prenderei volentieri una birra, Sam!” fece l’angelo.
“Davvero?!” incerto, Dean.
“Come hai detto tu, Dean, dobbiamo prendere a calci Chuck e per capire come farlo credo che ci vorrà più di una birra!!”
“Ok! Allora penso che abbiamo un lavoro da fare!” convenne il biondo.
“D’accordo, ma se pensate che farò il maggiordomo, vi sbagliate di grosso. Se volete le birre verrete a prendervele da soli!” e così dicendo si avviò verso la cucina.
“Ma Sammy??!!” fece contrariato e deluso il maggiore. “Io sottolineo il momento clou  con la nostra frase epica e tu rovini tutto così?!” fece seguendo il fratello.
Continuarono a battibeccare lungo tutto il tragitto, anticipando solo di qualche passo Castiel che li seguiva divertito.
E quando i due furono in cucina, mentre prendevano le birre dalla dispensa, l’angelo si guardò impercettibilmente intorno, e quando tornò con lo sguardo sui due fratelli, altro non riuscì a dire se non…
“Sì, mi era mancato tutto questo!”


 

N.d.A.: ho scritto questa storia ad inizio stagione 15, spinta da alcuni rumors che già spoileravano della crisi tra Dean e Cass, ma vi giuro che quando ho visto la 15x03, mi è venuto un colpo.
Quel discorso finale tra loro e non dico altro!!
Vi dico solo che sono uscita per giocare al Lotto. Che ci prenda anche in qualche numero???

Baci, Cin!

   
 
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