Fanfic su attori > Cast Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Spensieratezza    28/10/2019    1 recensioni
Questa storia su ricollega alla saga di Jensen, Jared e i gemelli. Si tratta di un missing moment che racconta il legame tra Jensen e Duefacce. Dietro la maschera si nasconde il suo grande amore Jared, ma Jensen non lo sa e per lungo tempo si inseguiranno, senza che il biondo sappia chi si nasconde davvero dietro la maschera.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Fiaba oscura/ serie dei gemelli '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un giorno un alunno, prese in ostaggio una scolaresca, brandendo una pistola.

Come giustificazione, disse che era da anni che desiderava farlo, BRUCIARE, dare alle fiamme, quell’edificio che gli aveva provocato tanto dolore, il ragazzo soffriva di bullismo, ma nessuno lo aveva mai aiutato, perché nessuno lo prendeva mai sul serio.
 
Il ragazzo era uno studente di una scuola superiore e aveva preso in ostaggio tutta la scolaresca, loro non potevano uscire.
Jensen nei panni di Batman era riuscito a irrompere da una finestra, cercando di far ragionare il ragazzino.
“Ascoltami, Damian, tutto questo, la tua sofferenza, un giorno finirà, mi devi credere.”
“No, che non finirà, sei un bugiardo!”

“No! Mi devi credere, Damian. Anche io la pensavo come te, credimi! Credevo che sarebbe stato sempre il tempo della scuola, ci saremmo svegliati per sempre tutte le mattine andando a prendere il pullman delle sette, sarebbe sempre stato il tempo delle interrogazioni e gli esami e l’ora gi ginnastica e poi studiare studiare e studiare..ma credi a me, Damian, mi sbagliavo. Si esce da questo loop. Prima o poi si esce e tutta questa sofferenza che credi sarà eterna, scomparirà.”

“Loro mi hanno fatto del male. Tu non hai idea di cosa significhi essere invisibile..essere deriso perché sei goffo, o..o non hai amici..scommetto che tu eri il ragazzo più popolare della scuola..”
“No, non lo ero, Damian, ma lascia che ti dica una cosa. Tutte queste persone, non volevano farti soffrire, credimi, si magari l’hanno fatto, ma la gente lo fa continuamente, per ignoranza, i ragazzi sono così, sono deboli e ignoranti, ma non meritano di morire per questo. Ti supplico, Damian, sei migliore di così, CREDIMI.”
“Non credergli, Damian.

In quel momento una voce li gelò.
Proveniva da una sagoma con un mantello rosso e una maschera rossa, metà viso era trasfigurato.
“Non credere quanto ti dicono che il dolore passerà un giorno, perché non lo farà mai, i traumi che ti porti addosso ora, te li porterai per tutta la vita.”
“Sta zitto, bastardo!” cominciò Jensen.
La risata dell’altro lo coprì.

“Lo so, lo so, la verità si cerca sempre di imbavagliarla, ma non può essere imbavagliata, non per sempre, almeno.  E Damian ora VEDE, vede la verità. La verità di una vita misera, piena di traumi subiti, ricolma di cattiverie, per NIENTE. Anni passati a chiedersi perché e la verità è che non c’era un motivo valido, concreto, reale.” Jared sorrise, il suo sorriso era orribile. “L’hanno fatto perché era divertente.  Era divertente burlarsi della nullità della scuola, un punging ball, per sentirsi meglio, più forti, per reagire allo squallore e all’inutilità delle loro vite. E non è vero che è solo ignoranza, è malvagità permeata di ignoranza, non è vero che nessuno sapeva che cosa ti stava facendo, sapevano cosa facevano, tutti i bulli della scuola sanno che fanno soffrire il deriso e il bullzzato, ma è che NON gli interessa, perché a nessuno frega niente dei sentimenti degli altri.” Sorrise.
“E a te sì, invece? Hai fatto il lavaggio del cervello a un ragazzino? Gli hai..fatto fare questo.,.credi di essere migliore degli altri???”

“E tu? Credi di esserlo? Sapendo la verità, sapendo che ho ragione, ma mentendo, per portare in salvo tutti, credi davvero che lo farai sentire meglio? Credi che sarebbe stato meglio a non vendicarsi di questa gente?”
"Sono solo dei ragazzi!" "Certo. E i ragazzi sono perfetti nell'imparare dagli adulti le più efferate malvagità."
“La vendetta porta nient’altro che altro dolore e basta.”
Gli occhi di Jared si strinsero nel buio, poi le luci si spensero facendo scattare un blackout.
 
Nel buio una mano afferrò Jensen e lo sollevò.
“Cos…LASCIAMI.”
“Lascia che ti dica cosa si prova ad essere dall’altra parte, Jensen, essere il ragazzo più popolare della scuola. Quello amato, ammirato, per la bellezza, il carisma..il fascino..riesci ad immaginare cosa si provi a essere un SIMBOLO, per gli altri, sapendo che dalla stessa gente da cui sei amato, sono gli stessi che rovinano la vita a un ragazzo come lui? Credi di saperlo? NON LO SAI.”

“Non è…con la violenza che si risolvono le cose..ma con la compassione..il perdono..Damian, ti prego..”
“Lascialo..lascialo, ti prego. “
Jared lo guardò sorridendo.
“Hai compassione di lui?”
“Io..”

“Nessuno ha avuto compassione di te però nel momento del bisogno, nessuno ti ha aiutato..perchè la vita è così..nessuno vuole aiutare nessuno. Credi che IO abbia voluto aiutare te? Sai perché ti ho permesso di VEDERE, perché tu mi hai fatto sentire in colpa. Mi hai ricordato che ero uno dei TANTI uomini invisibili che non vedono e giudicano gli altri invisibili, per non ammettere la loro cecità.”
“BASTA, BASTA, TI PREGO, SMETTILA.”

Jared mollò Jensen che era già pronto a usare una sua mossa per cercare di immobilizzare lo strano personaggio ma qualcosa lo fermava.
“Il ragazzo invisibile che si è riscattato, adesso si preoccupa di qualcuno che non sia se stesso, è una bella sensazione, non è vero? Essere ora la parte dell’eroe misericordioso, forse ora capirai che essere carnefice e vittima..noi lo siamo tutti..”
Il ragazzo ora cominciava a singhiozzare.

“Ma non ti hanno inseganto che non devi aver fiducia nell’essere umano? Perché alla fine ti lasceranno sempre cadere? Vediamo se hanno ragione.”
Lo scaraventò contro la finestra e Jensen non ci pensò un secondo prima di scaraventarsi fuori a prenderlo mentre cadeva.

Lo prese e volarono insieme, via.
 
 
 
 
*

Jensen si occupò della riabilitazione psicologica del ragazzino, anche se non vide un sorriso così radioso, da quando il ragazzino, all'ospedale, non ricevette un cartoncino che fece vedere a Jensen:
Adesso puoi vedere finalmente che angeli e demoni fanno parte di noi
Che con la nostra forza di volontà possiamo scacciarli, che non sei cattivo perché una persona ti impone di esserlo, né perché il dolore ti fa diventare così.

Ma hai imparato anche che non tutti ti faranno cadere.
Ma soprattutto hai imparato a perdonare la malvagità.
Duefacce.
 
Jensen voleva stracciare quel biglietto, ma il bambino pianse così tanto che glielo impedì. Jensen parlò con i genitori e con lo psicologo, con la polizia, ormai era chiaro che il ragazzo aveva subito una sorta di lavaggio del cervello, promise di occuparsi del caso e di capirci di più e si premurò di garantire per lui affinchè non andasse in prigione, anche perché nessuno era stato ferito in fondo.
Dentro di sé però non riusciva a smettere di pensare a quel ragazzo.
Era la seconda volta che lo vedeva, dopo la sparata della festa del suo compleanno.
Era sicuro che fosse lui. La voce era la stessa.

Non aveva capito finora, che ci fosse lui dietro a quelle tante cause di ragazzi assoggettati che dicevano di non sapere perché avevano agito in quel modo.
Gli aveva dato poi una strana sensazione addosso.
Come di un’inesprimibile tristezza e malinconia.

Quando lo aveva sollevato e quasi strangolato..aveva provato una strana sensazione, come se le sue mani tremassero, come se non volesse davvero strangolarlo.
Ora ripensando a quella stretta, gli veniva voglia di piangere e non smettere più.
 
“Padroncino, padroncino, che succede? Jensen!!” lo chiamò Alfred trovandolo nella sua camera, in ginocchio.

“Io..io non so cosa..non riesco a smettere di piangere..quello che è successo alla scuola..”
“È tremendo, lo so, ne parlano tutti i tg. Ma il ragazzino se la caverà, grazie a te. Devi esserne molto fiero.”
“Non è per lui che piango..o forse sì..non lo so..ma non sono sicuro.”
“Padroncino..”

“Fammi del tè..Alfred..vorrei qualcosa con cui scaldarmi.”
E dicendo così, si mise a letto, sognando due occhi verdi giganteschi nell'oscurità.  
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Spensieratezza