COMPONIMENTO V
Ho sempre avuto paura
di essere accoltellato alle spalle.
Eppure tra gli Umani è successo tante
volte,
prima ridi e poi ti ritrovi la lama
affilata
conficcata tra le costole…
in fondo, quante pugnalate ho già
ricevuto?
Ma sono sempre sopravvissuto.
Ora aspetto la tua.
Qui la calma della tua radura
mi fa sentire al sicuro,
spero che non ci siano ombre
in grado di confondermi,
ingannarmi,
e poi alle spalle pugnalarmi.
Non tramutarti anche tu in ombra
malevola.
Ora che sfioro il cielo con un dito,
ho paura di cadere,
di restare ferito,
o che qualcosa tra noi si incrini.
Ho paura!
Ho paura che tu approfitti di ciò che
provo per te,
che tu mi sbrani.
Mi hanno parlato di te, tra gli
Umani;
mi narravano della tua proverbiale
cattiveria.
E perché con me tutta questa bontà?
Tutta questa generosità?
Sono frastornato.
Ho pensato, intanto che inseguivo la
cometa,
che la tua pugnalata sarebbe stata la
più dolce.
Mille o anche più, scannami,
se questo può farti felice,
io sono solo uno strumento per la tua
felicità
dal tanto che il mio cuore si è
perso.
Ma ora mi ritrovo a implorarti;
non accoltellarmi,
lascia che questo sogno senza
speranze
prosegua,
lascia che io sia un illuso,
te ne prego.
Non far crollare il mio castello di
carte,
non cacciarmi dalla tua radura
interiore,
dove finalmente ho trovato la mia
dimensione.
Ti prego.
Ora ti supplico
ancora e ancora;
non farlo, non ferirmi mai,
mi sono ridotto ad aver venduto
il mio animo da cavaliere
in cambio di un cuore che arde
e di una mente inarrestabile.
Curami come se fossi una piantina
di questo manto erboso,
annaffiami e fa in modo che io cresca
sano e retto,
che il mio stelo sia resistente
a fuoco e vento.
Almeno tu,
abbi pietà di me.