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Autore: TeamFreeWill    29/10/2019    5 recensioni
Prequel della mia long Perfect.
L'inizio dell'amore tra il principe Jared e il cameriere Jensen. Un amore talmente forte che nemmeno le differenze sociali può impedire di sbocciare. :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il principe e il cameriere: il filo rosso del destino'
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Raggiungere il parco fuori Austin fu un po’ più complicato del previsto – “Maledetto traffico! Sono in ritardo!” – e quando parcheggiò all'entrata ovest era maledettamente in ritardo!

“Cavoli, 30 minuti di ritardo!” imprecò entrando di corsa nel parco e raggiungendo in men che non si dica lo spiazzo con le altalene. Si bloccò di colpo , ignorando il cuore che martellava, il caldo al viso arrossato, non appena vide quella meravigliosa luce di cui brillavano gli occhi di Jensen puntati verso di lui.

Dio! Cos'era Jensen in quel momento!

Il biondo, vestito con una maglietta verde militare, una giacca leggera e pantaloni neri, appena vide Jared arrivare, si alzò dal seggiolino dell’altalena e con un gran sorriso gli andò incontro fermandosi a pochi centimetri dal suo amico.

Dio! Cos'era Jared in quel momento! Maglietta bianca, jeans neri, occhi dolcissimi, un profumo inteso.

Entrambi volevano abbracciarsi. Entrambi erano combattuti e non sapevano cosa fare. Non si vedevano da quella sera fuori dal locale e rivedersi ora, era beh! Decisamente sconvolgente...La voglia di abbracciarsi era tanta in entrambi, ma per una strana ragione, si limitarono a un imbarazzato “Cia…Ciao!” detto all'unisono, un leggero sorriso che increspò le loro labbra, gli occhi che non riuscirono più a guardarsi.

Ma dovevano fare qualcosa. Non potevano certo stare li, fermi, imbambolati, in quella sorta di stasi imbarazzata.

Simultaneamente si mossero verso le altalene e in quel gesto le mani si sfiorarono appena, un singolo brivido li attraversò nello stesso momento ma fecero finta di niente, le farfalle nelle stomaco.

Deglutendo, il primo a parlare fu Jensen mentre si sedeva sull'altalena. “E’ stata dura venire qui?” chiese, osservando il principe che si sedeva a sua volta.

“No…E’ filato tutto liscio! Ho solo trovato traffico venendo qui. Mi spiace per il ritardo” Rispose, le mani sulle catene di ferro iniziando a dondolandosi un po’ e stupendosi della bellissima sensazione di libertà che stava provando in quel momento.

Jensen si mise a osservarlo seguendo con la testa il movimento. Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, tanto era bello Jared in quel momento.

“Ti piace vedo!” disse all'improvviso.

“Oddio! Sì! Mi sembra di volare! Anzi sto volando!” fece ridendo, andando sempre più in alto, la mente sgombra da ogni pensiero.

“Anch'io!” fece trasognante, Jensen, guardandolo.

“Come?” puntando i piedi a terra e fermandosi di colpo.

“Che ho avuto un'ottima idea a invitarti qui!” rispose in fretta il maggiore, arrossendo.

“Decisamente ottima! Sì!” convenne il moro. “E’ un bel posto…. Tranquillo! Mi piace molto… Niente fotografi... niente occhi che mi osservano…niente di niente” Se ne uscì sospirando e abbassando lo sguardo a terra ricordando com'era la sua vita a palazzo. Una prigione dorata. “Mi sembra di essere normale per la prima volta in vita mia!”

“Jared….” fece Jensen dispiaciuto, notando il cambio di espressione del moro.

“Sai Jensen…” se ne uscì il principe guardandolo serio “…quando ho letto il messaggio che mi hai mandato ero sul punto di scriverti che non potevo, che non se ne faceva niente…ma poi… Cavoli!! Ho provato un brivido al pensiero di questa uscita… Jensen! Mi sono sentito…anzi mi sento vivo per la prima volta in vita mia!”

“Sul serio?” Jensen era incredulo di una simile ammissione.

“Ti sembra impossibile, vero? Eppure è così!” disse mordendosi le labbra, gli occhi tristi. “Fin da bambino sono cresciuto seguendo le regole del galateo di corte e seguendo una certa etichetta rigorosa…”Non correre. Non sporcarti. Non saltare. Non fare questo…non fare quello che fai brutta figura!””

Mentre diceva questo poteva sentire la voce della madre e vedere il suo sguardo severo. Ebbe un tremito.
“… oppure…” riprendendosi qualche attimo dopo ”…devi fare così perché dovrai spos …” ma non disse altro. Non ce la fece!

Jensen, dispiaciuto da quello che sentiva, si era alzato all'improvviso e si era inginocchiato davanti a lui mettendogli una mano sulla spalla, gli occhi puntati in quelli verdi ambrati del moro.

“Jared... tutti che ti dicono cosa devi o cosa non devi fare…ma tu cosa vuoi?”

“Io vorrei …vorrei essere me stesso. Vorrei…te” ma questo fu solo il primo pensiero che ebbe. Lo sguardo del biondo penetrante e intenso. Ipnotico.

“Io…cosa vorrei?” rispose invece, il cuore impazzito.

“Sì. Possibile che nessuno te l’abbia mai chiesto?” rifece, inclinando la testa. Dio! Poteva specchiarsi negli occhi di Jared.

“Anche se me lo chiedessero sarebbe impossibile da realizzare!” ma non volle aggiungere altro e Jensen capì di star esagerando. Ma vederlo triste gli faceva male. Troppo male!

“Niente è impossibile da realizzare se lo si vuole veramente” sbottò staccandosi e cercando di riprendere il controllo. Invano!

“Jensen...”

“Sul serio Jared, come fai a resistere?”

“Mi rifugio nei libri” fu la risposta scontata. “Divoro libri su libri di ogni genere, e c’è un opera che amo alla follia”

“E qual’è?” chiese curioso, rilassandosi.

“Romeo e Giulietta di Shakespeare” rispose semplicemente. “Sai, non nego che mi piacerebbe andare a Verona a vedere la casa di Giulietta” e arrossì vistosamente.

Se l’avesse detto ai suoi amici lo avrebbe preso in giro, ma sapeva che con Jensen non c’era questo pericolo. Infatti…

“Beh!! Puoi sempre andarci” se ne uscì semplicemente, la voce dolce. Se avesse potuto lo avrebbe portato lui stesso a Verona pur di renderlo felice.

“Magari un giorno.. ma ora come ora rimane solo un…” ma non finì la frase.

Successe qualcosa che Jensen non aveva previsto.
Acqua!!! Acqua da tutte le parti!!!!
Cavolo!!, l’ultima volta che c’era stato con i suoi amici, qualche anno prima, non c’erano!

“Oddio Jared!” disse, mentre l’irrigazione automatica li stava letteralmente inzuppando come dei pulcini, specialmente Jared che era quello più vicino all'irrigatore.
Jensen, dopo un attimo di smarrimento iniziale, corse verso il moro e, iniziando a ridere di cuore, gli prese la mano d’istinto, trascinandolo il più lontano possibile verso quello che scoprirono essere lo stanzino del manutentore del parco.

Lungo il percorso del parco vennero colpiti dall'acqua fresca, ma non importava a nessuno dei due ragazzi.
Jared, sentendo Jensen ridere in quella maniera così genuina e percependo la sua mano nella sua, la strinse appena. Mille brividi.

Dio! Stava così bene! Iniziò a ridere a sua volta e quando il maggiore entrò nel fortuito rifugio – fortuna era aperto - erano decisamente zuppi entrambi!

“Oddio Jensen!” fece Jared. “Sembri un pulcino!” La mano ancora stretta in quella del biondo che si voltò a quell'uscita.

“Anche tu!” disse scoppiando a ridere di nuovo, il pollice che accarezzava il dorso della mano d’istinto.
Quel gesto fece tremare Jared fin dentro l’anima.

Jensen però se ne accorse e pensando che tremasse perché bagnato, non ci mise due volte ad avvicinarsi un po’ di più e sussurrare “Stai…stai tremando…”

Maledettamente vicino, troppo vicino. La mano che non la smetteva di accarezzare il dorso della mano del moro, lentamente.

“Io… devo…asciugarmi….”

Perché non si scostava? Perché non toglieva la mano?

Jared chiuse gli occhi e li riaprì. Poteva sentire il suo cuore battere così forte che era certo lo stava sentendo anche Jensen. O era il cuore di Jensen a battere forte?

Stava perdendo la capacità di ragionare e pensare, la distanza che si accorciava quando delle voci esterne li fecero ritornare alla realtà e anche spaventare. Si allontanarono immediatamente e guardarono verso la porta.

“Oddio , Jensen chi c’è?” sussurrò ripuntando gli occhi in quelli del biondo, il cuore impazzito sia per le sensazioni provate poco prima che per la paura che lo avessero rintracciato.

“Non lo so…Ma calmati! Ok? Io guardo fuori...ma tu sta’ calmo!” fece Jensen, le mani sulle spalle ora, ostentando sicurezza. Dentro di lui, un tumulto di emozioni.

“O..ok…” rispose, imponendosi di calmarsi: doveva farlo!. Lo sguardo di Jensen addosso mentre si passava una mano sul viso per asciugarsi.

Il biondo scosse la testa scacciando quelle sensazioni che sentiva e andò verso la porta che dava all'esterno, la socchiuse e vi guardò fuori.

L’irrigazione era spenta, ma poco più il la, su una panchina, quello che vide lo sorprese, ma anche intenerì.

C’erano solo due ragazze, che come loro due, si erano incontrate di nascosto e ora si stavano baciando teneramente.

Ecco la differenza tra loro e le ragazze. Un bacio! Ma non voleva pensarci. Non doveva pensarci.

“Amico…” voltandosi verso il moro. “Nessun pericolo! Solo due ragazze che si stanno baciando poco distanti da qui” disse, iniziando ad asciugarsi anche lui.

Jared, sentendolo, si rilassò immediatamente, i capelli umidi tirati all'indietro, il biondo che lo guardava di sottecchi , incantato. Dio! Era…Era bellissimo!

“Meno male…T’immagini se era la ronda e ci beccavano qui? Io finivo di nuovo giornali e ci finivi pure tu…sicuro! M’immagino i titoli poco carini su quei giornaletti scandalistici che vanno tanto in voga: Il principe ha baciato il suo ranocchio?!…Nozze gay a corte??!!” ironizzò perfino, anche per sciogliere la tensione.

“Che ci provino! Saprei io come rimetterli in riga quei bastardi!”

“Posso immaginare! E saresti fenomenale come quella sera al locale” rispose orgoglioso il più piccolo facendo sorridere d’imbarazzo il maggiore, lo sguardo a volte incatenato agli occhi del minore, a volte che indugiava sulle sue labbra.

La verità era che, se anche parlarono e risero molto in quella serata, entrambi non riuscivano a togliersi dalla mente, nonostante ci provassero, quelle sensazioni viscerali e vive che stavano provando.

Molte volte le loro mani si sfiorarono mentre, certi che le ragazze se ne erano andate ed erano quindi soli, percorrevano il parco per raggiungere le loro macchine.

Nei pensieri la consapevolezza di non aver mai provato niente del genere!

“Beh!! Jensen…” disse Jared sorridendo, una volta raggiunto la sua auto “…è stata davvero la serata più divertente della mia vita!”

“Anche la mia!” la voglia di abbracciarlo era tantissima, si stava facendo forza per resistere, le mani, ora, in tasca.

Non poteva sapere che anche Jared stava vivendo lo stesso bellissimo tormento.

Perché, pensava il moro, era tutto difficile? Perché non poteva semplicemente essere se stesso? Perché doveva controllarsi così?

Immaginò di abbracciarlo, di salutarlo in quella maniera! Immaginò le sue braccia avvolgerlo. Solo questo poteva fare. Immaginare.

“Jared..” lo richiamò il biondo, facendolo ritornare alla realtà “…che ne dici se ci organizziamo e ci incontriamo ancora?”

“Mi piacerebbe molto…ma dove? Al parco?” chiese.

“Se per te va bene, sì…La prossima volta mi fermo ad un chioschetto da strada e porto degli hot dog e qualche bibita!” disse, esultando mentalmente. “Altro che pranzi o cene formali! Ti farò assaggiare del cibo vero!”

“Ok!!” nemmeno ci pensò su questa volta. “Ci sto amico‼ Non vedo l’ora!” disse, gli occhi incatenati in quelli di Jensen, intensi, puri, vivi.

“E’ andata!” disse entusiasta, il cuore impazzito che esplodeva nel petto.

Dio! Quanto avrebbe voluto baciarlo prendendogli il viso tra le mani…S’immaginò il suo sapore…

“Ci vediamo Jensen…Ciao e grazie ancora per la serata” disse il più piccolo, rientrando poi in auto, la radio accesa sulla prima stazione trovata.

Jensen, ritornato alla realtà, lo raggiunse in fretta, la testa nell'abitacolo, talmente vicino da specchiarsi negli occhi multicolore del moro.

Deglutì e si allontanò appena perché la voglia di baciarlo era tantissima e non voleva rovinare la bella amicizia che si era instaurata con il principe. Non se lo sarebbe perdonato.

“E’ stato un piacere Jared…Ciao” la voce, comunque, più alta del normale, un calore al viso mitigato solo in parte dall'aria fresca.

Il moro, arrossendo, annuì. Ma doveva andare! Gli dispiaceva, ma doveva farlo.

Così alzò appena il volume della radio e partì, lo sguardo di Jensen, appoggiato ora alla sua auto, impresso nella sua mente, il cuore che non smetteva di battere forte.

Come ritornò a palazzo e poi in camera sua senza farsi scoprire da nessuno, Jared, non saprebbe raccontarlo tanto era distratto dai ricordi di quella magnifica serata.

Si buttò letteralmente sul letto, un sorriso ebete e sereno sul viso, il cellulare posato sul comodino accanto a lui, le mani sotto i cuscini.

Non poteva sapere che anche Jensen era nelle stesse condizioni. Perso negli stessi ricordi.

Non potevano immaginare che da li a poco, nel mondo dei sogni, si sarebbero rincontrati. Li nessun tentennamento, nessuna paura. Solo loro e quel bacio che non si erano dati nella realtà.





Note autrice
Grazie Lilyy per avermi segnalato gli errori di battitura che non avevo notato ^^
  
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