E
siamo arrivati al penultimo capitolo…
Un grazie particolare a Princess Liluzza per la sua costane presenza nel
commentare questa storia e grazie anche a Tittivalechan91 per aver lasciato un
commento.
IN AZIONE!
Oggi
non è che un giorno qualunque
di tutti i giorni che verranno,
ma ciò che farai in tutti i giorni che verranno
dipende da quello che farai oggi.
Ernest Hemingway
Il giorno tanto atteso da molti studenti era finalmente
arrivato. I bauli erano pronti, vari calzini erano rimasti sparpagliati per le
stanze degli ignari proprietari, i gufi erano stati tutti rinchiusi nelle
gabbie e le giovani coppie si scambiavano strazianti addii e baci appassionati:
per i successivi quindici giorni ci sarebbero state solo lunghe lettere con una
serie infinita di cuoricini e di “Ti
amo!” a tenerli in contatto. Sopravvivere sarebbe stata dura!
Ma le difficoltà maggiori le avrebbero avute le CDS, tutto quel tempo senza
Sirius… il Natale era la cosa peggiore dopo l’estate!
Le ADP, dopo le sconcertanti dichiarazioni di James, si erano un po’ disperse.
Neve.
Ad attenderli alla stazione c’era la neve, tanta neve e vento gelido, ma questo
non impedì ai Malandrini di salutarsi da veri uomini virili e affascinanti
quali erano: pacche sulle spalle, tentativi di toccaggio parti intime e
l’immancabile “Guarda qui! Ah, ci sei cascato, paghi la mossa!” il tutto
intervallato da qualche sorriso o risata che agli occhi delle persone comuni
apparivano come epifanie.
Ma, alla fine, i loro sguardi divennero improvvisamente seri e Remus salutò
James e Sirius con un forte stretta di mano e gli occhi lucidi per la
commozione; Peter li abbracciò tutti e tre, nel suo sguardo si leggeva solo
preoccupazione.
I coniugi Potter li accolsero come solo dei genitori amorevoli possono fare,
con abbracci zuccherosi, baci inopportuni e complimenti inappropriati e un po’
troppo equivoci.
“Ma come
sono carini i nostri due ragazzi, formano proprio una bella coppia!”
Sì, quella
strana sensazione che James e Sirius stavano provando, per la prima volta, era
proprio imbarazzo: fortunatamente per loro nessuno sembrava aver sentito.
Deglutirono in simultanea e spinsero mamma e papà Potter fuori dalla stazione.
Quello che gli serviva, adesso, era una cena sostanziosa e una buona notte di
sonno per prepararsi alla giornata successiva.
La mattina
seguente la sveglia suonò invano, infatti i due baldi giovani erano svegli
all’incirca dalla sera precedente, due vistose borse sotto gli occhi (che
comunque contribuivano a metterli in risalto), i capelli perfettamente in
ordine e un’innaturale posa composta tradivano un certo nervosismo; era la
mattina della Vigilia, l’unico giorno disponibile per cercare di recuperare il
senno di James.
Con un incantesimo si cambiarono il colore dei capelli, James optò per un verde
oliva e Sirius per un arancione aranciata con relativi baffi in tinta; si
vestirono con abiti neri e sopra indossarono un mantello tirandosi il cappuccio
sopra alla testa, abbastanza lungo da poter nascondere i loro volti. Un paio di
guanti, sempre neri, completavano l’abbigliamento.
Una volta usciti dalla casa si Smaterializzarono in una stradina laterale di
Diagon Alley per poi camminare fino alla stessa strada principale e confondersi
tra la folla. Erano molto nervosi, continuavano a guardarsi intorno sperando di
non essere riconosciuti anche se, loro lo sapevano bene, non bastava un
mantello o due capigliature variopinte a nascondere il loro fascino. Nonostante
la temperatura molto bassa sotto ai mantelli stavano sudando, possibile che
molte persone che potevano riconoscerli avessero deciso di andare a camminare
per Diagon Alley proprio quel giorno?
Arrivati all’incrocio con Nocturn Alley si scambiarono un occhiata veloce e poi
presero quella strada fermandosi davanti ad una porta di un negozio con
un’insegna nera posta sopra lo stipite: Magie Sinister.
Una volta che si furono accertati di non essere visti, entrarono. Era un
negozio buio e polveroso; gli oggetti in esposizione erano, ovviamente, quelli
legali, ma tutti sapevano che il proprietario aveva un luogo segreto dove
teneva oggetti pericolosi e pieni di magia oscura.
A riceverli trovarono la Mano della Famiglia Addams che sparì pochi attimi dopo
averli visti.
Attaccata ad una colonna vi era una fune strangolatrice; in un sacco semi del
tranello del diavolo. Alla destra di Sirius vi era uno scaffale che teneva
l’intera parete pieno di libri sulle arti oscure, sui veleni e le maledizioni.
Un tappeto arrotolato e legato con una catena che lo fissava alla parete, ogni
tanto tentava di slegarsi. Infine, in una piccola teca vi erano esposti dei
gioielli, senza dubbio pericolosi. Una seconda stanza si apriva alla sinistra
del bancone e fu proprio da lì che Sinister fece il suo ingresso.
I due giovani, nonostante non lo dessero a vedere, avevano paura. Sirius,
vedendo l’apatia dell’amico si fece avanti.
“Abbiamo
bisogno del tuo reparto segreto, Sinister.”
Il mago
sgranò gli occhi. “Siete proprio sicuri? Sono in pochi quelli che non restano
traumatizzati da quello che vedono una volta dentro.”
Poche parole
d’avvertimento per il cliente, in caso di futuri reclami e basta. Sinister era
un tipo riservato e chiunque entrasse dicendo di conoscere il suo reparto più
pauroso era di sicuro un cliente degno di rispetto e soprattutto di privacy.
Con un cenno
della mano fece loro segno di seguirlo: James e Sirius si presero per mano
incamminandosi dietro l’uomo che si fermò davanti ad una parete in pietra.
Pronunciò qualche parola sottovoce e si aprì una piccola serratura dove inserì
la sua bacchetta. Poco dopo scese un meccanismo per il riconoscimento delle
retina e, infine, l’ultimo baluardo di difesa era un poster di una giovane
Umbridge in bikini.
Quando la porta si aprì i due ragazzi chiusero gli occhi ed entrarono. Quando
li riaprirono si trovarono immersi in una scintillante luce rosa. La stanza era
circolare e piccola, sulla parete vi era una mensola che saliva a spirale fino
al soffitto piena di… piena di…
Sirius e James si abbracciarono emettendo un grido di terrore.
“Scegliete
pure quello che vi aggrada di più.” Li invitò Sinister.
Tutt’intorno
a loro era pieno di peluche pucciosi di tutti i tipi: vi era il cagnolone dai
grandi occhi dolci, un micino giocherellone, l’orsetto abbracciato ad un grande
cuore rosso… e così via. Glitter, pizzo e tulle su ognuno e, cosa ancor più
inquietante, erano TUTTI tremendamente morbidi e soffici.
Uno solo di quelli e persino Voldemort in persona sarebbe capitolato sconfitto:
fortuna che lui era un mago oscuro serio, capace di difendersi da certe cose.
“Jamie…
scegli.”
James si
guardò intorno e poi indicò un orsetto giallo che stringeva nelle zampine un
cuore e una margherita. Se si schiacciava il primo emetteva una deliziosa
frase: “I love you!”
Sinister
fece apparire una scatola glitterata rosa e rossa e, prese un paio di pinze,
afferrò l’oggetto posandovelo dentro. Sempre con la magia la richiuse,
facendovi comparire un enorme fiocco rosso con allegato bigliettino.
“Questo,
poi, lo scrivete voi.” Disse asciutto facendo levitare la scatola. Una volta
fuori dalla stanza mise il pacchetto dentro ad una borsa nera che sigillò.
James pagò l’oggetto, mentre Sirius prese la busta con il regalo e uscì dal
negozio.
Una volta
lontani dal negozio tirarono un sospiro di sollievo, ma entrambi sapevano bene
che ancora il calvario non era finito. Dovevano sbarazzarsi di quell’oggetto
prima che li facesse diventare carini e coccolosi. Si diressero immediatamente
verso le poste e dopo che James ebbe coraggiosamente firmato il biglietto
spedirono l’oggetto. Solo dopo che il gufo che avevano scelto fu sparito
all’orizzonte si tolsero il mantello e i guanti per ritornare poi al loro
aspetto originario.
L’ultimo
passo fu quello di scrivere un messaggio di poche righe che inviarono poi sia a
Remus che a Peter, informandoli che era andato tutto per i meglio. Ora non
rimaneva che tornare a casa e godersi una meritata, deliziosa cenetta della
signora Potter e attendere, non senza ansia,le conseguenze di quel gesto.