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Autore: Alektos    31/07/2009    3 recensioni
“James, che succede?”, chiese, “Stai male?” Questi lo guardò con gli occhi sbarrati ed evitò un qualsiasi contatto con la mano di Sirius che cercava di afferrarlo per farlo smettere di tremare. Black lo aveva già visto così prima d’ora. Passarono diversi secondi e come James si fu ripreso leggermente, non senza sforzo, parlò.
Genere: Parodia, Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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E siamo arrivati al penultimo capitolo…
Un grazie particolare a Princess Liluzza per la sua costane presenza nel commentare questa storia e grazie anche a Tittivalechan91 per aver lasciato un commento.

 

IN AZIONE!

 

Oggi non è che un giorno qualunque
di tutti i giorni che verranno,
ma ciò che farai in tutti i giorni che verranno
dipende da quello che farai oggi.

Ernest Hemingway

 

 Il giorno tanto atteso da molti studenti era finalmente arrivato. I bauli erano pronti, vari calzini erano rimasti sparpagliati per le stanze degli ignari proprietari, i gufi erano stati tutti rinchiusi nelle gabbie e le giovani coppie si scambiavano strazianti addii e baci appassionati: per i successivi quindici giorni ci sarebbero state solo lunghe lettere con una serie infinita di cuoricini e di “Ti amo!” a tenerli in contatto. Sopravvivere sarebbe stata dura!
Ma le difficoltà maggiori le avrebbero avute le CDS, tutto quel tempo senza Sirius… il Natale era la cosa peggiore dopo l’estate!
Le ADP, dopo le sconcertanti dichiarazioni di James, si erano un po’ disperse.

Neve.
Ad attenderli alla stazione c’era la neve, tanta neve e vento gelido, ma questo non impedì ai Malandrini di salutarsi da veri uomini virili e affascinanti quali erano: pacche sulle spalle, tentativi di toccaggio parti intime e l’immancabile “Guarda qui! Ah, ci sei cascato, paghi la mossa!” il tutto intervallato da qualche sorriso o risata che agli occhi delle persone comuni apparivano come epifanie.
Ma, alla fine, i loro sguardi divennero improvvisamente seri e Remus salutò James e Sirius con un forte stretta di mano e gli occhi lucidi per la commozione; Peter li abbracciò tutti e tre, nel suo sguardo si leggeva solo preoccupazione.
I coniugi Potter li accolsero come solo dei genitori amorevoli possono fare, con abbracci zuccherosi, baci inopportuni e complimenti inappropriati e un po’ troppo equivoci.

“Ma come sono carini i nostri due ragazzi, formano proprio una bella coppia!”

Sì, quella strana sensazione che James e Sirius stavano provando, per la prima volta, era proprio imbarazzo: fortunatamente per loro nessuno sembrava aver sentito. Deglutirono in simultanea e spinsero mamma e papà Potter fuori dalla stazione. Quello che gli serviva, adesso, era una cena sostanziosa e una buona notte di sonno per prepararsi alla giornata successiva.

 

La mattina seguente la sveglia suonò invano, infatti i due baldi giovani erano svegli all’incirca dalla sera precedente, due vistose borse sotto gli occhi (che comunque contribuivano a metterli in risalto), i capelli perfettamente in ordine e un’innaturale posa composta tradivano un certo nervosismo; era la mattina della Vigilia, l’unico giorno disponibile per cercare di recuperare il senno di James.
Con un incantesimo si cambiarono il colore dei capelli, James optò per un verde oliva e Sirius per un arancione aranciata con relativi baffi in tinta; si vestirono con abiti neri e sopra indossarono un mantello tirandosi il cappuccio sopra alla testa, abbastanza lungo da poter nascondere i loro volti. Un paio di guanti, sempre neri, completavano l’abbigliamento.
Una volta usciti dalla casa si Smaterializzarono in una stradina laterale di Diagon Alley per poi camminare fino alla stessa strada principale e confondersi tra la folla. Erano molto nervosi, continuavano a guardarsi intorno sperando di non essere riconosciuti anche se, loro lo sapevano bene, non bastava un mantello o due capigliature variopinte a nascondere il loro fascino. Nonostante la temperatura molto bassa sotto ai mantelli stavano sudando, possibile che molte persone che potevano riconoscerli avessero deciso di andare a camminare per Diagon Alley proprio quel giorno?
Arrivati all’incrocio con Nocturn Alley si scambiarono un occhiata veloce e poi presero quella strada fermandosi davanti ad una porta di un negozio con un’insegna nera posta sopra lo stipite: Magie Sinister.
Una volta che si furono accertati di non essere visti, entrarono. Era un negozio buio e polveroso; gli oggetti in esposizione erano, ovviamente, quelli legali, ma tutti sapevano che il proprietario aveva un luogo segreto dove teneva oggetti pericolosi e pieni di magia oscura.
A riceverli trovarono la Mano della Famiglia Addams che sparì pochi attimi dopo averli visti.
Attaccata ad una colonna vi era una fune strangolatrice; in un sacco semi del tranello del diavolo. Alla destra di Sirius vi era uno scaffale che teneva l’intera parete pieno di libri sulle arti oscure, sui veleni e le maledizioni. Un tappeto arrotolato e legato con una catena che lo fissava alla parete, ogni tanto tentava di slegarsi. Infine, in una piccola teca vi erano esposti dei gioielli, senza dubbio pericolosi. Una seconda stanza si apriva alla sinistra del bancone e fu proprio da lì che Sinister fece il suo ingresso.
I due giovani, nonostante non lo dessero a vedere, avevano paura. Sirius, vedendo l’apatia dell’amico si fece avanti.

“Abbiamo bisogno del tuo reparto segreto, Sinister.”

Il mago sgranò gli occhi. “Siete proprio sicuri? Sono in pochi quelli che non restano traumatizzati da quello che vedono una volta dentro.”

Poche parole d’avvertimento per il cliente, in caso di futuri reclami e basta. Sinister era un tipo riservato e chiunque entrasse dicendo di conoscere il suo reparto più pauroso era di sicuro un cliente degno di rispetto e soprattutto di privacy.

Con un cenno della mano fece loro segno di seguirlo: James e Sirius si presero per mano incamminandosi dietro l’uomo che si fermò davanti ad una parete in pietra. Pronunciò qualche parola sottovoce e si aprì una piccola serratura dove inserì la sua bacchetta. Poco dopo scese un meccanismo per il riconoscimento delle retina e, infine, l’ultimo baluardo di difesa era un poster di una giovane Umbridge in bikini. 
Quando la porta si aprì i due ragazzi chiusero gli occhi ed entrarono. Quando li riaprirono si trovarono immersi in una scintillante luce rosa. La stanza era circolare e piccola, sulla parete vi era una mensola che saliva a spirale fino al soffitto piena di… piena di…
Sirius e James si abbracciarono emettendo un grido di terrore.

“Scegliete pure quello che vi aggrada di più.” Li invitò Sinister.

Tutt’intorno a loro era pieno di peluche pucciosi di tutti i tipi: vi era il cagnolone dai grandi occhi dolci, un micino giocherellone, l’orsetto abbracciato ad un grande cuore rosso… e così via. Glitter, pizzo e tulle su ognuno e, cosa ancor più inquietante, erano TUTTI tremendamente morbidi e soffici.
Uno solo di quelli e persino Voldemort in persona sarebbe capitolato sconfitto: fortuna che lui era un mago oscuro serio, capace di difendersi da certe cose.

“Jamie… scegli.”

James si guardò intorno e poi indicò un orsetto giallo che stringeva nelle zampine un cuore e una margherita. Se si schiacciava il primo emetteva una deliziosa frase: “I love you!”

Sinister fece apparire una scatola glitterata rosa e rossa e, prese un paio di pinze, afferrò l’oggetto posandovelo dentro. Sempre con la magia la richiuse, facendovi comparire un enorme fiocco rosso con allegato bigliettino.

“Questo, poi, lo scrivete voi.” Disse asciutto facendo levitare la scatola. Una volta fuori dalla stanza mise il pacchetto dentro ad una borsa nera che sigillò. James pagò l’oggetto, mentre Sirius prese la busta con il regalo e uscì dal negozio.

Una volta lontani dal negozio tirarono un sospiro di sollievo, ma entrambi sapevano bene che ancora il calvario non era finito. Dovevano sbarazzarsi di quell’oggetto prima che li facesse diventare carini e coccolosi. Si diressero immediatamente verso le poste e dopo che James ebbe coraggiosamente firmato il biglietto spedirono l’oggetto. Solo dopo che il gufo che avevano scelto fu sparito all’orizzonte si tolsero il mantello e i guanti per ritornare poi al loro aspetto originario.

L’ultimo passo fu quello di scrivere un messaggio di poche righe che inviarono poi sia a Remus che a Peter, informandoli che era andato tutto per i meglio. Ora non rimaneva che tornare a casa e godersi una meritata, deliziosa cenetta della signora Potter e attendere, non senza ansia,le conseguenze di quel gesto.

 

  
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