Diciassette
minuti e quarantacinque secondi fa esatti, alla Centrale, il tenente
Anderson ha abbandonato la postazione alzandosi repentinamente dalla
sedia. Connor ha reputato plausibile che l'uomo fosse in procinto di
reagire ai commenti del detective Reed, in merito alla situazione
stagnante delle indagini, con un’aggressione fisica. Invece, il
tenente ha dichiarato ad alta voce di aver bisogno di una pausa.
«Andiamo, Connor.»
«Dove, tenente?»
«Da Jimmy.»
Il bar li ha accolti nella sua caligine artificiale. I neon arancioni
brillano sopra gli scaffali affollati di alcolici, dalla tv si rovescia
un vociare concitato ̶ Dallas Cowboys contro i New York Giants ̶ e sei uomini se ne stanno ingobbiti sul bancone. La metà
compare nei registri della polizia di Detroit, l’altra
metà risulta disoccupata. Qualcuno parlotta. Gli altri,
intorpiditi dall'alcol, lasciano ciondolare il capo sopra
bicchieri.
Anderson sbatte stancamente il Black Lamb
sul tavolo: uomo e androide sono seduti l'uno davanti all’altro;
una lampada a cono pende sopra le loro testem, la luce cruda
rivela i graffi sul tavolo e i solchi sul viso del tenente.
«Sta consumando la prima ordinazione da undici minuti» espone Connor.
Anderson gli rivolge un’occhiata vagamente interrogativa, il suo
silenzio riempito da una roca voce femminile: ‘We're chasing freedom at the end of the map’ canta, seguendo le note di una ballata bluegrass, ‘life's gonna be better now.’ [1]
«È un miglioramento» chiarisce Connor, con un incoraggiante guizzo di sopracciglia.
Il tenente arriccia la bocca in un sorriso storto. «Dammi tempo.»
In fondo alla sala le porte dei bagni sbattono. Pochi istanti dopo, un uomo passa accanto al loro tavolo. «Cazzo ci fa qui dentro questa cosa?» mastica.
Connor, evitando qualsiasi parvenza di espressività, guarda
l'uomo. Quando è entrato nel locale, il suo software di
Riconoscimento Facciale ha trovato un match tra i lineamenti
dell'individuo e quelli di un pregiudicato di nome Michael McCoy.
«Te la vuoi passare una nottata in cella, McCoy?» risponde
Anderson, con serafica noncuranza, ma in un tono udibile a tutti.
«Come ai vecchi tempi?»
Sotto la visiera del cappello da baseball, il volto di McCoy si
contrae. Connor riconosce la rabbia. Rabbia e irritazione. McCoy
sembra sul punto di dire qualcosa. Ma poi, borbottando osservazioni
poco educate riguardo a sbirri e androidi, volta le spalle al tavolo,
si appollaia su uno sgabello e ordina un Jameson.
«Forse dovrei attenderla in macchina, tenente» propone
Connor, mentre registra il cigolio della porta d'ingresso, alle sue
spalle.
«No, non dovresti» ribatte Anderson.
Un rumore di passi, leggeri.
«E tu cosa vuoi, invece? Un ordine restrittivo?»
Anderson sta parlando con la persona che ha raggiunto il tavolo. Ma non
la guarda. Il programma di analisi di Connor, invece, è in
funzione: non rileva movimenti significativi tra i muscoli facciali di
Nova Barton, tuttavia il battito cardiaco della donna è di
novantadue bpm. Non è tranquilla. Sebbene se ne stia lì
in piedi, con i pollici agganciati alle tasche e la neve sciolta sulle
spalline del trench.
«Come mi hai trovato?» chiede Anderson, ancora in contemplazione dello scotch.
«Alla centrale mi hanno detto di cercarla qui.»
«Chi te lo ha detto?»
«Il detective di questa mattina. Reed?»
Anderson ruota il bicchiere, tra il pollice e il medio.
«Che stronzo.»
Connor deve scivolare di qualche centimetro verso la parete quando Nova
siede sul divanetto, accanto a lui. La luce permette di verificare lo
stato degli ematomi: un colore tra il viola e il blu nel centro, una
sfumatura verdognola lungo i bordi. Sono entrati nel primo stadio di
guarigione.
Nova serra le mani al petto, stringendole alla tracolla, e
continua a parlare con Anderson. «Ci sono novità con il
caso dello Zenosyne?»
Il tenente si decide a sollevare lo sguardo sulla donna. «Ehi, te
lo ripeto... mi dispiace che la vittima fosse un tuo amico, ma stai
fuori dalle indagini.»
L'androide osserva la sequenza di micro-gesti della donna: inspira, espira, deglutisce.
«Avete preso in considerazione di indagare Malone?»
Anderson inarca un sopracciglio. «Perché dovremmo indagare Malone?»
«Perché? Perché... beh, pensate a cosa sappiamo della devianza.»
«Sappiamo?» Il sopracciglio del tenente continua l'arrampicata solitaria. «C'è un noi adesso?»
Nova incrocia le braccia sul tavolo. «Per innescare la mutazione
del software, o come volete chiamarla, gli androidi devono trovarsi in
una situazione di stress ingestibile, giusto? Come subire una violenza
o assistere a un evento violento. E io non credo gli androidi della
redazione siano diventati devianti per colpa di Zachary. Dovete
credermi quando vi dico che non gli avrebbe mai fatto del male. Non ne
sarebbe stato capace. Non era da lui.»
Anderson scrolla la testa. «Sono solo ipotesi. Non sappiamo
davvero cosa li faccia dare di matto. Magari quei due non ne potevano
più di lavorare là dentro e, appena sono rimasti soli con
un umano a sorvegliarli, hanno colto l’occasione per sopraffarlo
e tagliare la corda.» Raddrizza le spalle, con un respiro e un
veloce sorso di scotch. «Oppure... non lo conoscevi poi
così bene, il tuo amico.»
«Oppure» rimbecca Nova «gli androidi non sono i colpevoli.»
«Malone non può essere l'assassino» interviene
Connor. «Ho stimato personalmente la morte di Zachary Walton
attorno alle venti e quindici. Nico Malone ha lasciato la redazione
alle diciannove e ventotto. Le telecamere di sorveglianza lo hanno
ripreso all'interno dell'ascensore.»
Nova si gira verso di lui. «Però la Ford di Malone
è uscita dal parcheggio alle venti e cinquantacinque.»
«E tu come lo sai?»
Connor coglie un brusco cambiamento nella voce del tenente: è
serio, adesso, attento e sospettoso. E nello stesso momento vede Nova
far scivolare le mani sotto al tavolo e umettarsi le labbra.
«Potrei aver dato un'occhiata ai vostri rapporti.»
«Come?»
«Potrei aver ricattato un hacker.»
«Potrei farti sbattere dentro.»
«Il che sarebbe... uhm, appropriato. Ma intanto che sono qui potrebbe almeno ascoltare la mia teoria, no?»
Il torvo silenzio di Anderson non sembra scoraggiare la giornalista.
«Malone ha dichiarato di essere uscito dalla redazione ed essersi
diretto subito allo studio Teller, l'avvocato che sta seguendo il suo
divorzio, e che si trova al primo piano palazzo. Jody Teller ha
confermato. Malone è rimasto con lei fino alle ventuno meno un quarto circa. Ma non
trovate che sia un orario insolito? Oltretutto, da quel che c'è
scritto sul sito, lo studio non riceve clienti dopo diciassette.
Sapete cosa renderebbe la situazione meno strana?»
Connor sta fissando il profilo della donna.
«Nico Malone e Jody Teller vanno a letto insieme» continua
Nova. Guarda Anderson. Poi Connor. Poi di nuovo Anderson.
«L'ultima volta che l'ho incontrato, lui era appena tornato da un
incontro con la Teller. E aveva una macchia di rossetto sulla
camicia.»
Il LED di Connor pulsa, piano. «Qual è il nesso tra
un'ipotetica relazione extraconiugale di Jody Teller e l'omicidio di
Zachary Walton?»
«Sta dicendo che non dovremmo fidarci delle dichiarazioni
dell'avvocato» brontola Anderson. «Può aver mentito
sull'orario per fornire un alibi a Malone.» Con unico e ultimo
sorso svuota il bicchiere. «Vediamo se indovino la tua teoria.
Ieri sera, quando in redazione non c’era più nessuno,
escluso Walton e gli androidi, Malone è tornato nel suo ufficio.
E senza farsi riprendere da nessuna telecamera.»
«Non ci sono telecamere puntate sulle uscite di emergenza e sulle scale di sicurezza.»
«Ha usato le scale di sicurezza, eh? Supponiamo che sia andata
così. Perché avrebbe ucciso? Qual
è il movente?»
Connor rileva un movimento dei muscoli pterigoidei sul volto di Nova:
la donna sta serrando la mascella contro la mandibola. «Questo non lo so» la sente ammettere. «Però, se
avete controllato il cellulare di Zachary, saprete che aveva intenzione
di chiedere un aumento a Malone.»
«E piuttosto che aumentargli lo stipendio, Malone gli avrebbe spaccato la testa?»
Nova sta facendo sobbalzare un ginocchio, come nell'ufficio di Fowler,
mentre cercava di difendere le proprie ragioni per non firmare
l'accordo con la Cyberlife. «Dopo aver letto il rapporto, ho
fatto un paio di ricerche su Nico Malone. Non è esattamente una
brava persona.»
«La sua fedina penale è pulita.»
«La mia fonte è più affidabile di una fedina
penale» ribatte Nova. «Ho parlato al telefono con la sua ex
moglie. Uno dei motivi per il quale lei ha voluto il
divorzio è perché, ogni volta che litigavano o avevano
una discussione, lui perdeva subito la pazienza e alzava le mani. Il
che prova che è un uomo quantomeno incline agli scatti violenti.
Aggiungiamo il fatto che negli ultimi tempi lo Zenosyne gli sta dando
problemi a livello di entrate. E quello che abbiamo è una
personalità irascibile messa sotto stress da problemi economici
e da una causa di divorzio in corso. Non è abbastanza per
includerlo tra i sospettati?»
Il LED passa dall'azzurro al giallo e di nuovo all'azzurro.
«Quindi lei crede che gli androidi abbiamo visto Malone
assassinare Zachary Walton.»
«E che Malone li stia nascondendo» aggiunge Anderson.
«Forse» sospira la giornalista. «O forse
sono fuggiti da soli. In entrambi i casi, per Malone è un bene
che siano spariti dalla circolazione: ha tolto di mezzo i testimoni
oculari e trovato qualcuno su cui far cadere i sospetti. E se davvero
li sta tenendo nascosti, probabilmente adesso si crede in una
botte di ferro.»
«E perché i devianti dovrebbero accettare di stare alle regole di Malone?»
«Perché sono devianti, tenente. Che altra scelta hanno?
Consegnarsi alla polizia, lasciarsi estrapolare dalla memoria il video
dell'omicidio e poi finire a pezzi in una discarica?»
«Ma signorina Barton» la interrompe Connor «se ha
letto i rapporti compilati dalla polizia, saprà che sulla scena
del crimine è stata rinvenuta un'unica impronta di scarpa
macchiata dal sangue della vittima. È incompleta ma non ci sono
dubbi che appartenga alla suola destra della ST400.»
«Questo non basta a escludere che Malone fosse nella stanza.»
«Ci sono le impronte digitali sulla scultura.»
«Che, per l'appunto, appartengono a Malone.»
«Perché gli androidi non possiedono impronte digitali. E
in quanto alle impronte di Nico Malone, in base alla ricostruzioni
effettuate dai miei software, non si trovano nella posizione
corretta.»
«Corretta?»
«Non corrispondono al modo in cui avrebbe dovuto impugnare la scultura per colpire la vittima con il piedistallo.»
«Magari ha ripulito la scultura in fretta e furia.»
«Ehi!» li interrompe Anderson. Sospira. Guarda Nova. «So cosa stai
cercando di fare: vuoi che il colpevole sia un umano, perché un
umano puoi sperare di farlo rinchiudere. E saperlo chiuso in cella,
forse ti farà sentire un po' meglio. Lo capisco. Davvero, lo
capisco. Ma senza una vera prova che Malone si trovasse in
quell'ufficio al momento dell'omicidio, stai solo lavorando di
fantasia.» Un altro sospiro. «Posso soltanto prometterti
che, quando troveremo i devianti, tenteremo di capire se siano
innocenti o meno.»
«Quando li troverete» ripete Nova, dura. «Vorrà dire se.»
Anderson lascia cadere la provocazione. «Ti chiamo un taxi.
Tornatene a casa e vedi di farti una dormita. Hai una faccia
orribile.»
«Cos'è? L'ora della nanna?»
Il tenente incamera uno dei suoi respiri pesanti. «Non tirare la
corda, Barton. E ringrazia che ti lascio tornare a casa invece di
trascinarti alla Centrale, dopo questa storia dei rapporti. Che
comunque non finisce qui.»
«Almeno adesso sapete che dovete migliorare la sicurezza.»
Anderson la ignora. Si rivolge a Connor. «Va' con lei.»
«Oh, ma sul serio?» sbotta la giornalista.
E Anderson continua a parlare con Connor. «Assicurati che se ne
torni nel suo appartamento senza fare altri casini.»
/ \ \ /
L'androide osserva la
strada, oltre il parabrezza. Nevica piano. Il taxi entra e esce dalle
pozze di luce dei lampioni. Stanno percorrendo Plaza Drive.
Poco prima, in un
mansueto tentativo
di conversazione, Connor ha domandato a Nova se desiderasse la radio
accesa. Ha ricevuto in risposta un perentorio no. Così, dopo aver soppesato
il modo in cui la donna, a braccia conserte, stia ostinatamente
guardando fuori dal finestrino, ha accettato l'input del software di
Relazioni Sociali di restare in silenzio, lasciando che sia il debole
ronzio del motore elettrico a riempire l'abitacolo del taxi.
«Comunque è divertente» afferma, di punto in bianco, Nova.
Una pulsazione del LED, un lento battito di palpebra, e Connor si volta
verso di lei.
Nova gli sta mostrando un'espressione meno ostile di
quanto avesse pronosticato.
«Che cosa la diverte?»
«Che un gioiello dell'intelligenza artificiale sia ridotto a
farmi da baby-sitter. Scommetto che in questo momento un programmatore
della Cyberlife sta urlando in un cuscino.»
«Sto eseguendo gli ordini del tenente» le ricorda Connor.
Fosse stato libero di decidere in accordo con la sua programmazione,
avrebbe seguito Anderson alla Centrale.
«E lui sì che sa come sfruttarli, i suoi gadget» borbotta Nova. «Senza offesa.»
Connor non reputa necessario processare un risposta.
«Dì un po'... mi trovi antipatica?»
«Non classifico le interazioni con gli esseri umani in base a criteri di antipatia o simpatia.»
«Però in qualche modo mi hai classificata, no? In che categoria sono?»
«Imprevisti.»
Nova alza un sopracciglio. «Hai imparato a parlare alle ragazze leggendo le istruzioni del Monopoli?»
La ricerca di una replica congrua viene interrotta
bruscamente da un movimento inaspettato: Nova allunga una mano
verso il display di comando sul cruscotto.
Il taxi rallenta. Accosta al marciapiede, mentre un autocompattatore li
supera, e si ferma davanti a un negozio di alimentari H24. ‘Corsa
interrotta’ annuncia una voce femminile. ‘Per favore,
inserire un nuovo indirizzo di destinazione. Oppure selezionare l'icona
verde per riprendere la corsa attuale.’
«Che sta facendo?»
«Una deviazione.»
«Le mie istruzioni mi obbligano a riportarla nel suo appartamento.»
«Anderson non ha vietato di fare una tappa intermedia, prima di riportarmi a casa.»
«Ma mi ha espressamente chiesto di fermarla dal commettere... altri casini.»
«La definizione di casino è soggettiva.»
‘Per favore, inserire un nuovo indirizzo di destinazione oppure
selezionare l'icona verde per riprendere la corsa attuale’ ripete
la vocetta del taxi.
«Nuova destinazione. 1214 Griswold Street.»
L'indirizzo compare sul display. Una nuova icona verde lampeggia in attesa della conferma.
Anche il LED di Connor lampeggia. Di un allarmato giallo. «È l'indirizzo di residenza di Nico Malone.»
«Anderson ha detto che serve una prova della presenza di Malone
nell'ufficio al momento dell'omicidio. Posso procurargliene
una, ma devi aiutarmi.»
Sulla tempia dell'androide irrompe un lampo rosso.
[ «TIENI QUELLA DONNA FUORI DALLA INDAGINI.» ]
«Mi dispiace, ma io prendo ordini solo dal tenente Anderson.»
«Connor, non ti sto dando un ordine. Ti sto chiedendo di aiutarmi.. Tu reputi improbabile
che Nico Malone sia l'assassino, ma improbabile non è lo
stesso di impossibile. E se esiste una possibilità, anche
minima, che Malone sia coinvolto e sappia qualcosa sui devianti, non
dovresti almeno tentare di scoprirlo?»
L'androide aggrotta le sopracciglia e
sceglie la più compassionevole delle repliche, tra quelle a sua disposizione. «Signorina
Barton, posso comprendere che la morte del suo amico le stia causando dolore. Ma questo comportamento non è un modo sano di
affrontare il lutto.»
Nova lo guarda. Connor fatica a trovare un'interpretazione chiara
dell'espressione della donna. È arrabbiata. Oppure attonita.
Quando la donna gli rivolge di nuovo la parola, la voce è dura e
pesante, come un sasso che cade in acqua: «Che cosa ne sai tu di lutti?»
«So che per gli esseri umani può essere difficile elaborare il trauma dovuto a una perdita.»
Nova si china verso di lui. «Tu sei solo una macchina, Connor.
Non hai diritto di dirmi come devo o non devo affrontare un lutto. Per
te stiamo parlando soltanto di un altro cadavere e un altro omicidio.
Ma quando io ho visto le fotografie della scena del crimine, ho visto
una persona alla quale volevo bene. Con la testa fracassata e la faccia
coperta di sangue. E adesso, ogni volta che penso a Walty, ho
quell'immagine davanti agli occhi. Secondo te può esistere un
modo sano di accettare quello che gli hanno fatto?»
Connor resta in silenzio, la fronte contratta.
Nova si gira verso il cruscotto.
E l'androide la imita, lentamente. Davanti a lui le insegne del negozio
gettano una luce bluastra sulla strada, come se il mondo fosse sul
fondo di un buio acquario. I fiocchi di neve si incollano al
parabrezza. Sul display di comando l'icona verde sta ancora
lampeggiando.
Connor si abbandonerebbe a un sospiro, se solo possedesse dei polmoni.
[ INSTABILITA' DEL SOFTWARE IN AUMENTO ]
«Che cosa ha intenzione di fare con Malone?»