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Autore: The Rosablue91    31/10/2019    4 recensioni
Dal testo:
Gli spartani si distanziarono il principe guardava deliziato il fuoco che divorava tutto.
-Sarai contento, ora- chiese l’oracolo impotente e affranto.
-Questo è solo l’inizio- ghignò da sotto l’elmo.
[...]
-...e fino a che non verranno a riprendersi Lucy che nel frattempo sara nostra gradita ospite a Sparta, tu dovrai badare a lei-
-Cosa?! Devo fargli da balia? Ma io-
-Non discutere, Natsu! Obbedisci!- sentenzio il re al figlio ribelle.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajeel/Levy, Gray/Juvia, Natsu/Lucy
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Partenze e ritorni

Atene, residenza dei Dreyar
Era un onore quando una schiava serviva il proprio padrone soprattutto nei momenti in cui veniva ordinato di massaggiare la schiena muscolosa era un piacere, da un lato lei e dall’altro lui, lo sapeva benissimo Evergreen la quale svolgeva il suo lavoro diligentemente.
-Adesso al centro, Evergreen-le ordinò il suo giovane signore sdraiato a pancia in giù.
-Si mio signore-disse lei, mentre spostava dita dalle spalle discendevano a metà della colonna vertebrale e Laxus annuì soddisfatto-perfetto-
-Sembra rilassante, potresti farlo anche a me Evergreen?- chiese la voce di Bixlow, amico di lunga data di Laxus.
-Posso chiamare un’altra schiava se desidera lo stesso servizio, Bixlow-sama-
-No, no, no lo voglio fatto dalle tue dita di ninfea-
-Appena avrò finito con il padrone passerò a voi- concesse con malavoglia.
-Dov’è Freed?-chiese Laxus notando l’assenza dell’amico.
Bixlow scrollò le spalle-Sarà uscito per chi sa dove-
Laxus riappoggiò la testa tornando a rilassarsi tra le mani di Evergreen inebetito dal benessere niente e nessuno avrebbe rovinato la pace di quel momento….
-LAXUS!- l’amico entrò con la preoccupazione scolpita in volta si appoggiò allo stipite per riprendere fiato.
-Che ti prende Freed? Sembri scampato ad Echidna?- rispose Bixlow, Laxus alzò un occhio e chiese scocciato-cosa c’è?-
-Atene è in fermento, ancora non ci credo a ciò che i membri dell’areopago hanno fatto-
-Se hai qualche lamentela rivolgiti a loro o direttamente a mio nonno- voltando la testa bionda dalla parte opposte ove era Freed.
-E che cosa hanno fatto quei venerandi vecchietti di così orribile?-chiese invece Bixlow.
-Non ci crederete mai, hanno ceduto Erza a Sparta-
Laxus si drizzò in piedi lasciando in  sospeso le mani di Evergreen.
-Che cosa hai detto?- domandò minaccioso come un tuono a Freed che raccontò affranto ciò che aveva sentito.
-Si l’ho sentito con le mie orecchie Laxus, te lo giuro, ormai è deciso, Erza lascerà Atene- Laxus si precipitò fuori correndo come un maratoneta dalla persona che le avrebbe fornito una valida spiegazione.
Makarov non riusciva a stare seduto, quando c’era un urgente problema era solito camminare avanti e indietro per tutta la stanza per pensare ad una soluzione, alzò la testa quando quella enorme figura bionda di suo nipote entrò nello studio senza permesso, con un asciugamano avvolto nella vita.
-Cosa cazzo state facendo, tu e quegli altri matusa dell’areopago? Perché te ne stai qui tranquillo senza far niente, nonno?!-vide nella faccia del nipote espressioni astiose dalla collera alla frustrazione più pura.
Non fece caso nemmeno a come era conciato e suo nipote riprese.
- Freed mi ha raccontato tutto, e adesso dimmi perché avete deciso di dare Erza a quei maledetti spartani?-
-C’è stata una votazione, ha vinto la maggioranza- confessò con la testa bassa.
-E tu ovviamente eri d’accordo con loro- masticò furente il nipote.
Egli scosse la testa-io ero contrario-sospirò, sapeva che Laxus era un grande amico di Erza, da piccolo lo portava spesso a casa dell’amico quando dovevano discutere d’importanti decisioni o per una semplice chiacchierata,  vedere il nipote così insoddisfatto e deluso gli dispiacque davvero, disse soltanto-mi dispiace-
-Lascia perdere le scuse, vorrei sapere un modo per salvare Erza da questa situazione, cosa credi che gli faranno? La uccideranno è ovvio- conoscendo la pessima fama degli spartani e l’odio che da sempre covavano contro Atene, quale maniera migliore per togliergli la loro amata sacerdotessa.
-Allora dovremo giocare d’astuzia- disse suo nonno cogliendolo di sorpresa.
-Hai un piano?-
-Si e se vuoi bene ad Erza so che mi aiuterai a realizzarlo Laxus, sei la persona giusta e mi fido ciecamente di te- riponendogli piena fiducia.
-Cosa dovrei fare?-
-Tu insieme a Freed e Bixlow vi unirete alla delegazione che accompagnerà Erza a Sparta e là libererete la ragazza che gli spartani tengono prigioniera-
-Vuoi che liberi l’ostaggio?-cominciò a capire-per questo ahi votato no. Era questo il tuo piano sin dall’inizio- doveva aspettarselo da suo nonno, era quel tipo di persona che voleva salvare chiunque costi quel che costi, pensieri che altri avrebbero definito sciocchi, ma non per lui, Laxus rispettava profondamente suo nonno ed era fiero di lui.
-Laxus questa è una missione di tale importanza ora non posso raccontarti i dettagli ma dobbiamo far si che Lucy torni ad Atene senza mettere Erza in pericolo, sarai in grado di farlo?-
-Si-giurò il nipote dell’arconte, qualsiasi cosa per salvare un’amica.
 
                                                                         ***
 
C’era una folla di gente accalcata davanti al parthenone per vedere il rituale di buon auspicio in onore della sacerdotessa Erza Scarlett, il giorno prima della sua partenza.
Al posto della sacerdotessa avrebbe officiato la cerimonia un’altra, la sacerdotessa di Dioniso, la figlia di Gildarst colui che aveva la carica di arconte basilerus, Cana.
Wendy stava premuta accanto a Mest mentre solennemente la sacerdotessa di Dioniso alzava le braccia sopra la testa e dava la sua benedizione ad una genuflessa Erza.
La piccola dai capelli blu pregò dentro di se che tutto andasse per il meglio, poi la sacerdotessa dalla chioma castana prese una coppa di vino dall’altare dietro di se la portò alle labbra e la inghiottì tutto d’un fiato, d’un tratto la lasciò andare tirò indietro i lunghi capelli castani,  lasciandosi andare in una danza scomposta attorno ad Erza.
-Mest-san che cosa le prende? Sta male?-guardò Gildarst ma se ne stava tranquillo come se vedere la figlia in quello stato fosse la cosa più normale del mondo.
-Non preoccuparti, figliola-rispose al suo posto l’arconte Dreyar, dopo aver fatto dei giri sulla rossa sacerdotessa iniziò a scendere gli scalini e la folla si apriva al suo passaggio ne sembravano intimoriti.
-Le sacerdotesse di Dioniso cadono in uno stato di frenesia quando bevono del vino-
-E quando sono in quello stato sono come possedute- aggiunse Yajima.
-Ma l’effetto dura per sempre?-
La rassicurò-Oh no, solo qualche ora e una volta finito cadono in un sonno profondo ma finché non si risvegliano per poi tornare tranquillamente nella loro  dimora, non devono assolutamente essere disturbate altrimenti si verrebbe incontro all’ira di Dioniso- l’ammonì il vecchio arconte, chissà quale punizione
-Certo sarebbe stato un compito della basilinna Cornelia, la moglie dell’arconte Gildarts a svolgere questo ruolo ma-
-Cana è stata perfetta, Yajima-
Dopo il termine del rituale Wendy fu scortata a casa dell’arconte Belserion e nella sua stanza trovò la piccola leonessa ad attenderla sveglia sopra il letto.
La ragazzina aveva scongiurato  Erza e gli arconti di mandarla insieme alla rossa sacerdotessa ma ovviamente avevano rifiutato, troppo rischioso. Non gli restava altro modo che tentare un’ultima carta da giocare.
Wendy la prese in braccio e la strinse a se-dobbiamo prepararci Charle, domani ci imbarcheremo clandestinamente per Sparta costi quel che costi-
 
                                                                        ***
 
Erza fissava la sua amata città baciata dall’alba scolpendosi nel cuore quei dettagli benché fosse presto durante la strada che partiva dal Parthenone fino al porto, lei e un drappello di guardie col compito di proteggerla vennero assaliti dai suoi cittadini la salutavano e pregavano che tornasse sana e salva, come se fosse stata la loro amata regina, la sacerdotessa si commesse per l’amore e l’affetto che le dimostravano.
Giunta al porto vide marinai caricare barili e casse piene di vivande nella nave,  i membri dell’Areopago li però mancava qualcuno, la piccola Wendy, che aveva litigato per partecipare alla spedizione ma la loro risposta era stata no, era tornata in casa in lacrime, ed era logico che non fosse venuta, tanto meglio sarebbe stato troppo doloroso per lei.
Non vide suo nonno Belserion, sapeva che non sarebbe venuto lo conosceva fin troppo bene, non avrebbe retto la sua partenza se fosse stato fisicamente li.
Delle braccia esili la strinsero a sé, suo nonno Rob, il padre di suo padre, le sussurrava colpevole un-mi dispiace, mi dispiace-
-Nonno non fare così-non vi era nessuna accusa nella voce di Erza e ciò lo fece stare ancora peggio.
-E che…Prima è accaduto con tuo padre quando è morto in guerra e adesso tocca a te-
-Io saprò difendermi, me lo hai insegnato tu, ricordi?-le sussurrò facendolo sorridere tra le lacrime in quella ragnatela di rughe.
I membri la salutarono uno per uno e l’arconte Hearthphila le disse-non dimenticherò mai quello che stai facendo per mia figlia, ti sarò sempre grato-disse con gratitudine quell’uomo che annuì  con un cenno di capo.
-Buona fortuna-le augurò Gildarts e continuò-mi dispiace che non ci sia la mia piccola Cana, gli sarebbe piaciuto salutarti ma non riesco a trovarla-era sempre in apprensione con la figlia in momenti come quello una volta l’avevano trovata dentro un anfiteatro e un'altra in un granaio, chissà in quale posto sarebbe svegliata stavolta.
Arrivò il turno di Makarov accanto a lui suo nipote, Freed e Bixlow- non sarai sola Erza verranno con te Laxus e gli altri, attraccherete ad Argo e da lì prenderete dei cavalli fino a Sparta, pregherò gli dei per voi-rispose il vecchio.
Laxus si mise le mani sui fianchi-A quanto pare saremo noi i tuoi guardiani, Erza-
-Non sono così indifesa come sembra, Laxus- disse con sguardo fiero la ragazza.
-Hahaha ci sarà da divertirsi- rise Bixlow.
Intanto il capitano dalla balaustra urlò agli uomini che stavano caricando le ultime provviste –muovetevi caricate tutto!-
-Subito!- gli rispose un marinaio con la cicatrice sull’occhio aiutando un suo compagno dal naso aquilino a sollevare una cassa, quando posò l’occhio sano su un marinaio con un tatuaggio rosso tribale che se ne stava imbambolato a fissare qualcosa, e l’oggetto di tanto interesse era la sacerdotessa di Atene.
-Ehi tu datti da fare!- lo riscosse col suono della sua voce.
-Oh! Si certo- afferrò il barile e lo sollevò da terra trovandolo meno pesante rispetto agli altri ma non se ne interrogò il motivo, s’incamminò sulla passerella, doveva concentrarsi sulla missione non era il momento di ammirare la sacerdotessa di Atene.
Portò il barile dentro la stiva e lo depose insieme agli altri ad un certo punto sentì un –Ronf…-si guardò attorno ma non vide nessuno magari se lo era soltanto immaginato.
 
                                                                          ***
 
Doveva chiederle scusa non c’erano dubbi, primo perché non avrebbe dovuto reagire in quella maniera e secondo non potevano andare avanti così la stava ignorando da due giorni o era lei che trovava una scusa per non incrociarlo?
Sia come sia quella storia doveva finire!
-Devo assolutamente parlarle ma prima devo trovar- gli occhi di Natsu videro una scia di gocce rosse sul pavimento.
Si inginocchiò a terra e passò un dito sopra portandoselo al naso, spalancò gli occhi capendo che si trattava di sangue e ancora fresco, decise di seguire quella scia poteva trattarsi di qualcosa di grosso come quando suo padre per poco non era stato vittima di un tentato assassinio, digrignò i denti al solo ripensare a quella storia se solo avesse avuto tra le mani il colpevole lo avrebbe fatto fuori in quel preciso istante, se solo quell’assassino non si fosse mozzato la lingua preferendo il suicidio alla cattura  quando non aveva avuto altre  vie di scampo. Perquisendo il cadavere avevano trovato delle monete d’oro con l’effigie di Atena e un messaggio con scritto a chiare lettere di assassinare il re, cosa che fece infuriare Natsu, lui e gli spartani, compreso suo fratello Ignia, erano a favore di attaccare Atene per quell’affronto ma il re e il suo consiglio decisero di bocciare l’idea della vendetta e dimenticare.
Si scrollò quei pensieri di dosso doveva concentrarsi, quel corridoio lo stava portando verso la biblioteca e invece di uno sconosciuto trovò i suoi amici Gray e Gajeel e quest’ultimo teneva una scatola di legno che gocciolava….sangue?
-Sei sicuro che gli piacerà?- gli domandò un dubbioso Gray.
Il moro annuì vigorosamente -L’ho sentita con le mie orecchie quando sono andato a spia…volevo dire controllare-
-Che cosa succede? Gajeel si può sapere che hai fatto?- li interruppe Natsu quando arrivò di fronte a loro, s’immaginava il peggio.
E Gray spiegò al principe -L’idiota ghignante ha deciso di fare un regalo a Levy, ma scommetto che non lo gradirà per niente-
-Io dico di si! Anzi perché non facciamo una scommessa, ghi, ghi, ghi?-
-Dove sono sicuro di poter vincere? Avanti sentiamo-
-Se vinco io mi farai da servitore per tre giorni interi senza lamentarsi- propose Gageel
-Ci sto, ma se dovessi vincere io dovrai allenarti per tre giorni interi…-
-Tsk una passeggiata-facendogli un verso.
-Non ho finito, completamente nudo- concluse Gray.
-Andata!- in quel momento le ragazze si affacciarono alla biblioteca, ma vi erano solo Juvia e Levy, la piccoletta domandò- si può sapere cosa è tutto questo borbottare?-
Gajeel la chiamò-ohi gamberetto devo parlarti- mentre camminava sicuro verso Levy, Natsu sussurrò sforzandosi di non ridere a Gray-sei stato troppo buono, potevi estendere la richiesta su Sparta-
-Non sono così perfido-
-Piuttosto cosa gli ha preso? La testa mozzata di un maiale?- mentre l’amico si stava avvicinando verso la sua fine.
-No, qualcosa di peggio-
Gajeel si stampò in faccia il suo migliore sorriso, lei ne aveva parlato letteralmente e lui le aveva procurato quella cosa fisicamente con un’aggiunta del suo tocco personale, aveva dei gusti alquanto macabri per un’intellettuale, ma chi era Gajeel per giudicare?
Dall’altra parte Levy storse la bocca e arretrò di un passo, quando il ragazzo le porse quella scatola sanguinante-che roba è questa cosa?-indicando schifata la scatola, che fosse un’usanza spartana? Non voleva saperlo.
-Cos’è questo odore? Juvia non vuole saperlo!-disse la ragazza dietro l’amica, tremando un pochino e tappandosi le narici.
-Non è per te- le disse Gajeel e si rivolse speranzoso a Levy-questo è un regalo da parte mia per il gamberetto, su aprilo!- incitò Gajeel a  Levy.
La turchina mostrò un sorriso forzato-se non ti spiace puoi aprirlo tu?-
Gajeel scoperchiò la scatola e tirò fuori buttando per terra il coperchio e tirò fuori…la statua della testa di una gorgone imbrattata di sangue?!
-Che orrore!- si lasciò scappare Juvia e si rifugiò dietro le spalle di Gray.
-Avevi ragione, è peggio di quanto immaginassi-disse il principe.
Levy non era rimasta senza parole e pallida e completamente traumatizzata mentre quell’idiota di uno spartano teneva in mano il serpente di pietra della testa mostrandolo fiero a Levy raccontando la sua ‘’brillante’’ idea-ho ascoltato senza volere che volevi leggere il testo di Gorgone, allora ho pensato che ti sarebbe piaciuta questa trovata, ah il sangue di maiale è stata una mia idea, ti ho lasciata senza parole, non  vero?- l’aveva lasciata di stucco questo era l’effetto sortito del regalo.
A proposito di parole, Levy iniziò a riprendere miracolosamente l’uso della voce-Gajeel-
-Si?-alla faccia di quei due idioti di poca fede aveva fatto colpo!
-Sei uno stupido!- le sbraitò irata lasciandolo con un basito-eh?-
Levy elencò –Primo, sei uno stupido perché credevi che mi sarebbe piaciuto un regalo terrificante e di pessimo gusto come questo!-
-Ma…-
-Secondo, io stavo parlando del Gorgia, dei dialoghi Platone, e non della Gorgone, e per tua informazione, quel testo, non a nulla a che fare con la donna dai capelli di serpente!-
-Volevo soltanto- tentò di difendersi flebilmente ma Levy doveva ancora dargli la stoccata finale.
-E terzo ultimo punto, acculturati ne hai taaaaanto bisogno- enfatizzando il tanto  voltandogli le spalle prima di mettere distanza tra lei e quello stupido ignorante dalle tremende idee e andarsene chissà dove.
-Aspetta gamberetto, ti prego è stato tutto un terribile malinteso!- mollando la testa e scatola dietro di se gli arrivarono anche le risate di quei due bastardi e Gray gli fece-e ricordati della nostra scommessa, Gajeel!-
-Chiudi quella boccaccia, idiota di un nudista!- gli abbaiò invece.
-Ha fatto fiasco- disse Gray scuotendo la testa.
-Se Gajeel-kun voleva essere carino con Levy il modo migliore sarebbe stato scrivergli delle poesie d’amore come il principe Zeref- buttò lì Juvia noncurante, Natsu si riprese dal ridere e fissò la turchina interrogativo e Gray si fece altrettanto attento-cosa dici? Da quando mio fratello scrive versi poetici?-
-Juvia lo ha visto di sfuggita, era insieme a Levy e Lucy e-il principe Natsu la interruppe-Ah Lucy!- dopo la scena comica di prima se n’era momentaneamente scordato -dov’è adesso? Non era con voi?-
La bluetta scosse il capo-no, Lucy è uscita fuori qualche ora fa, voleva fare una passeggiata-
-Cosa? È uscita completamente sola? Vado a cercarla-li superò andando via di corsa, l’ultima volta che si era provata ad allontanarsi per poco non finiva male, si augurava che non le accadesse niente, non si rendeva conto dei pericoli che andava incontro quella ragazza!
-Sono completamente rincitrulliti- l’unico sano di mente era lui mentre Juvia mogia mogia mormorava-Come le invidia Juvia, vorrebbe che anche Gray-sama la ricoprisse di attenzioni-
-Che hai detto?-
-No niente Gray-sama- agitando le mani davanti a sé.
-Piuttosto sei sicura di aver letto bene che Zeref stava scrivendo delle poesie-non sapeva se era esilarante tra le due cose se, il macabro spettacolo di Gajeel o il secondo principe di Sparta che si cimentava in poesie.
-Oh si ed è anche bravo, la sua innamorata ne rimarrà colpita-
Quasi non scoppiò a riderle -Innamorata? Stai sragionando Juvia, Zeref è ancora scapolo-
-Ma gli occhi di Juvia funzionano bene, Gray-sama, la lettera che Invel ha coperto era d’amore-
-Invel ha fatto questo?-disse con rinnovato interesse Gray.
-Si, ed era molto agitato-
-E a chi era indirizzata la lettera?-
-Juvia purtroppo non ha fatto in tempo a leggere il nome della fortunata ma le parole erano bellissime-la ragazza iniziò sognante a citarle -“Con le sue labbra tenere una fanciulla un bacio un dì mi dava. Era quel bacio nettare, che dalla bocca nettare spirava. M’ha il bacio inebriato, E fiero amor per esso in cor m’è entrato*-
Gray era colpito nei confronti di Juvia che con una semplice occhiata aveva memorizzato quella poesia - E sei riuscita ad assimilare queste parole in testa?- se le aveva dato solo un’occhiata sfuggevole era più in gamba di quanto pensasse.
-Juvia adora l’amore! –annuì cantilenando, facendo delle giravolte.
-D’accordo non importa forse mi sto preoccupando troppo e magari non ha nulla a che vedere con l’episodio di Invel-disse Gray passandosi una mano sui capelli corvini-ma che Zeref avesse un’amata questa mi giunge nuova- certo essendo uno dei principi molte ragazze lo guardavano con aria sognante e con loro si comportava in maniera affabile ma non lo aveva mai visto interessato o addirittura innamorato.
-Gray-sama-lo chiamò Juvia con gli occhi che gli splendevano chiari come laghi di acqua cristallina e la cosa era allarmante, si preparò al peggio.
-Si?- chiese forzatamente.
-Puoi recitarmi delle poesie d’amore?- chiese speranzosa Juvia pendendo dalle labbra del suo amato.
-E per quale motivo?-
-Juvia ne sarebbe felice-
-Purtroppo non sono granché a recitare versi, rivolgiti a qualcun altro-
La ragazza si allacciò al busto e lo fissò con occhi splendenti allarmando Gray -Juvia si accontenterebbe anche di due semplici parole-sperava che le parole prescelte fossero ‘’ti amo’’ o anche vuoi sposarmi.
-Juvia-cominciò a dire essendo più delicato possibile mettendogli le mani sulle spalle.
-SI LO VOGLIO!!!- eruttò come un vulcano esultante mentre lui si liberava.
-Perfetto, pulisci- Gray indicò il pavimento e le pareti sporche di sangue del regalo di Gajeel, sembrava un campo di battaglia.
-Juvi?-sbatté le palpebre quando vide Gray-sama incamminarsi e lasciarla li, non le parole tanto agognate che avrebbe voluto udire dalla sua bocca ma almeno qualcosa le aveva detto non si lasciò scoraggiare.
-Splenderà tutto come un diamante, Gray-sama!- la promessa gli arrivò alle orecchie e Gray scosse la testa sorridendo alla stravaganza della ragazza che ce la metteva tutta per fargli piacere.
-Mi sforzerò di essere più gentile- ci avrebbe provato.
 
                                                                           ***
 
Lucy voleva esplorare il resto della città dato che non l’aveva vista tutta con quell’uscita con Natsu, la faceva imbestialire l’atteggiamento e credeva di aver trovato in lui un amico ma gli amici non ti snobbano a quella maniera.
-Probabilmente sua altezza, il principe di Sparta non mi ritiene degna-
Era cristallino magari un guerriero spartano forte e bello come lui non può mica mescolarsi con un’ateniese colta come lei.
Lucy calciò un sasso sulla strada-Tanto non dovrà sopportare la mia presenza ancora a lungo tra non molto lascerò Sparta- non l’avrebbe rivisto mai più…ma allora perché pensando a questa prospettiva le si stringeva il cuore?
Le passò davanti una bambina sui sei-sette anni sopra un piccolo cavallo di legno con le ruote-hiiii-fece improvvisando un nitrito.
Le venne da sorridere e si piegò sulle ginocchia-ma che brava cavallerizza che sei-
La bambina si fermò e le sorrise-davvero?-
-Mmm un’autentica amazzone-
-Vuoi che ti faccia vedere il trotto o il galoppo?- le fece vedere tutte e due e Lucy applaudì-sei più brava di me quando cavalco il mio Plue-
-Plue?-
-È il nome del mio cavallo- spiegò la ragazza.
-Il mio invece si chiama Freccia- accarezzando il cavallino di legno-lo ha fatto per me il mio papà-
Un uomo che Lucy parve avere già visto da qualche parte si avvicinò alla bambina-Asuka vieni è pronto il pran…zo -rimase senza parole quando si accorse di Lucy e Asuka disse-papà, l’ one-chan ha detto che sono brava a cavalcare-
Cavalli…ma certo! Adesso si rammentava di lui-se non sbaglio tu sei Alzack-
Alzack sbattè gli occhi non si sarebbe mai aspettato che quella ragazza nobile ateniese si ricordasse di un comunissimo addestratore di cavalli-Vi ricordate di me, Lucy-sama? Mi fate troppo onore-
La bambina strinse la mano di Lucy e la tirò verso una direzione-vieni a mangiare da noi?-
-Asuka forse Lucy-sama ha altri impegni- non voleva essere duro con sua figlia, ma cosa avrebbe pensato Lucy se fosse  venuta con loro?
-Dì di si! Dì di sì!- insistette la bambina.
-Mi farebbe molto piacere se per voi non è un problema- accettando l’invito.
Alzach condusse la figlia e l’ospite verso casa lontano dal quartiere dei perieci.
L’uomo bussò su di una porta di legno a gran voce-Visca apri abbiamo un’ospite a pranzo!-
Da dietro la porta la moglie rispose -Un’altra? Caro non ricordi che oggi ci sono anche Macao, Romeo e Waka-Lucy fece lo stesso effetto alla donna, aveva capelli verde chiaro avvolti dietro una treccia grossa-ba-
Gli altri ospiti erano due uomini sui quarant’anni e un ragazzino, anche i primi due li aveva già visti insieme a Natsu erano tra il gruppo che l’avevano rapita per sbaglio, erano imbarazzati.
Il pranzo fu servito, consisteva in una zuppa di maiale e fagioli, dopo un po’ qualcuno parlò.
-Ci spiace per averla rapita, principessa- attaccò Wakaba.
-Tutto questo è stato un errore imperdonabile- disse il compare.
Lucy scosse le mani di fronte-non vi preoccupate non serbo rancore e poi non sono una principessa-
-Ormai tutti ti chiamano la principessa di Atene ma non sembri come quegli altri nobili o come gli spartiati che ci trattano come feccia- ricevette uno scappellotto alla testa dal padre.
-Non sono discorsi da fare ad una ragazza, Romeo- lo rimproverò il genitore.
Inarcò un sopracciglio forse stava parlando di Natsu-Ci? Anche il principe Natsu non vi tratta col dovuto rispetto?-
I tre uomini risero a quella battuta e Alzach fu il primo a parlare-Avete voglia di scherzare?-
-Se non fosse stato per sua altezza Natsu, saremo ancora a lavorare nei campi- continuò Wakaba.
-Cosa? Eravate contadini?-
-Questo è il destino degli Iloti siamo gli schiavi degli spartiati- sputò Romeo arrabbiato.
Macao concluse annuendo riconoscente-Lui è uno spirito anticonformista e a permesso a noi umili contadini di unirci all’esercito gli dobbiamo molto e noi siamo devoti a lui-
Lucy non poté che ammirare l’iniziativa di Natsu era una persona fuori dal comune, Romeo però lanciò inconsapevolmente una notizia a cui Lucy non era preparata.
-Meno male che non assomiglia agli altri spartiati è una fortuna che il re lo abbia adottato-
-Cosa? Adottato?- allora non era vero  figlio del re.
-Non è un segreto di stato, sia lui che suo fratello Zeref sono stati adottati dal re quando erano piccolissimi-
-E l’unico figlio di sangue del re è Ignia, il principe ereditario- aggiunse Visca.
Ecco perché ne Zeref e né Natsu avevano somiglianze con re Igneel non avevano lo stesso sangue.
Il pranzo finì Romeo, Wakaba e Macao salutarono e andarono via e Lucy ringraziò la famiglia per avergli offerto il delizioso pranzetto-Era tutto delizioso complimenti-
-Si figuri, torni pure a trovarci quando vuole, Lucy-sama- le sorrise Visca.
-Verrai a giocare con me?-chiese con fare dolce la bambina.
-Ma certo, Azuka-chan e tu puoi venire a trovarmi quando vuoi-promise la ragazza, la famiglia salutava mentre s’incamminava.
Ora sarebbe stato meglio rientrare a palazzo e mentre i suoi piedi la riportavano a casa rimuginò su quello che aveva accidentalmente scoperto sul ragazzo.
Doveva rivalutarlo sembrava rispettato e amato dalla sua gente soprattutto dagli Iloti.
-Principessa, trovata!- esultò una voce con un sorriso bianchissimo, Lucy si girò e sorrise a Natsu.
-Salve anche a te, principe di Sparta-
-Ti ho cercata dappertutto ho controllato il mercato e alla fine un passante mi ha detto che ti aveva vista con Alzack e Asuka-
-Si ho conosciuto la sua famiglia, sono delle bravissime persone-
-La prossima volta non ti allontanare senza di me-
-Sbaglio o avevi detto che potevo andare dove volevo?- gli rammentò Lucy.
-Questo prima dell’incidente al mercato-
-Non mi è successo niente ora come puoi vedere-
-Già per fortuna-Natsu si grattò il collo e mugugnò-mi dispiace per averti trattato come una pezza l’altra volta-
-Eh?- gli occhioni di Lucy fissarono un contrito Natsu.
-Mi sono arrabbiato perché credevo che odiassi stare qui e non vedevi l’ora di tornare ad Atene- dicendo mezza verità ma tenendosi per sé le parole che voleva dirle e dandosi mentalmente del codardo.
-Ma cosa dici, Natsu? E poi te l’ho già detto, ricordi? Questa è la cosa migliore che mi sia mai capitata nella mia piatta vita-
Aveva avuto l’opportunità di conoscere altri luoghi, di uscire dal suo guscio, stringere amicizia con Levy, Juvia, la sua cerchia si era ampliata includendo Mira, Lisanna insomma tutti loro.
“E tutto questo è avvenuto, perché ho incontrato te, Natsu’’ pensò la ragazza alla vista di quel ragazzo.
Da lontano sentirono una marcia  e qualcuno stava di strada stava urlando per avvertire i cittadini- è tornato il principe Ignia!-
Lucy vide Natsu sorriderle-è tornato mio fratello! Vieni!-la prese per il polso prima che potesse protestare e la trascinò per le vie fino a condurla nella strada principale dove si era assiepata una enorme folla ai lati ed esultava il ritorno del principe, Natsu si fece largo e Lucy lo seguì, vedendo tra le teste, un giovane uomo che salutava altezzoso la folla con una mano alla testa della sua truppa, Lucy poté finalmente vedere il figlio del re che aveva molte somiglianze col padre tra cui i capelli e lo sguardo, notò che portava dei tatuaggi sugli occhi doveva essere una moda spartana, Gajeel portava orecchini d’acciaio sulla faccia.
-Ignia! Hei, Ignia!-chiamò Natsu ma  non venne visto o sentito perché la folla ne copriva i richiami e la sua figura.
 
 
Poesia*: autore ignoto.
   
 
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