Capitolo
XI
Dietro
lo scudo del dolore
(dal
punto di vista di Nicholas)
Una
settimana.
È
quanto mi ci è voluto per accettare il fatto che nonna Viola se ne
fosse andata
per sempre.
Ho
saputo che la mamma ha rassegnato le sue dimissioni dal ruolo di
capitano della
polizia di Zootropolis. Mi ha detto che desidera trascorrere più tempo
con me,
per cercare di essere una madre migliore.
Sto
cominciando a sentirmi in colpa per averla accusata di non essere stata
presente per me. Ricordo cosa mi diceva nonna Viola:
“Potrei
non comprendere perché abbia fatto ciò che ha fatto, ma rimane sempre
tua madre
e niente potrà mai cambiarlo.”
Oggi
è il giorno del suo funerale e all’inizio di questa mattina, mi sveglio
come
intontito. Poi il sole inizia a sorgere, e con esso, il significato che
questo
giorno porta con sé.
******
Nicholas
era in piedi di fronte al suo armadio, fissando il completo che avrebbe
dovuto
indossare quel giorno per il funerale di sua nonna. Si trattava di un
abito
nero a due pezzi corredato da una cravatta dello stesso colore, che sua
madre
aveva fatto confezionare apposta per lui. O almeno, era ciò che gli
aveva detto
all’inizio. Ma era evidente che il completo, seppur realizzato in modo
impeccabile, non era stato affatto confezionato da un professionista.
Inoltre,
Nicholas poteva sentire un odore vago e familiare.
Quell’odore
apparteneva a una volpe.
Era
l’odore di Nick Wilde.
All’inizio,
Nicholas si era rifiutato di indossarlo, ma Judy gli aveva detto che
Nick aveva
realizzato quel completo per lui perché non era stato in grado di
contattare un
sarto in grado di crearlo con così poco tempo di preavviso. Gli
raccontò che
quando Nick era più giovane, aveva creato vestiti diversi per ogni tipo
di
‘lavoro’ che lui e Finnick avrebbero svolto assieme, oltre che a
confezionare
abiti delle dimensioni adatte per un canide destinati a sé stesso.
All’apparenza, quella di confezionare vestiti doveva essere un’abilità
che suo
padre gli aveva trasmesso quando Nick era ancora un cucciolo.
Dopo
aver preso un respiro profondo, Nicholas prese il completo dall’armadio
e
iniziò a cambiarsi. Una volta finito, si sedette sul letto e appoggiò
le zampe
tra le sue ginocchia, tenendo la testa abbassata.
Sentì
qualcuno bussare alla porta.
“Nicholas,
ti sei già vestito?” domandò Judy.
Nicholas
non rispose. Judy aprì leggermente la porta e vide suo figlio seduto
sul letto.
“Ehi…”
Judy entrò nella stanza e si sedette sul letto accanto a lui, “Andrà
tutto
bene.”
“No,
non andrà bene niente.” disse Nicholas, “Nonna Viola non c’è più. Se
n’è andata
per sempre.”
“Cerca
di non pensarla così. Potrebbe essersene andata, ma lei vive.” disse
Judy
posando una zampa sul petto del figlio, “Vive qui. Nel tuo cuore.”
Nicholas
guardò sua madre con le lacrime agli occhi.
“Vieni
qui, tesoro.” disse Judy stringendo Nicholas in un abbraccio. Il
giovane ibrido
ricambiò l’abbraccio di sua madre, mentre le lacrime scorrevano
silenziosamente
sul suo viso.
******
Fa
male. Fa davvero male. Non ho mai provato un tale dolore prima d’ora.
Perché
nonna Viola era l’unico legame che avessi con mio padre? No…
Forse
il fatto è che lei mi voleva bene, nonostante io sia uno scherzo della
natura.
O
forse perché l’ho vista spegnersi lentamente fino al punto da
dimenticare chi
fossi? O forse perché alla fine non c’era nulla che potessi fare per
impedirle
di lasciarci?
Non
riesco a fermare le mie lacrime. Il mio abbraccio con la mamma si fa
più
stretto.
Lei
mi lascia andare dopo un lasso di tempo che sembrava non volesse finire
mai. Mi
dice che è ora di andare. Dopo aver preso un respiro profondo e
tremante, la seguo
fuori dalla stanza e dall’appartamento, fino a che entro in macchina.
L’auto
attraversa Savanna Central e arriva nel Distretto di Rainforest, dove
si
sarebbe tenuto il funerale di nonna Viola, nel più completo silenzio.
La mamma
mi lascia solo con i miei pensieri, anche di tanto in tanto riesco a
vedere il
suo sguardo su di me. Ora, però, non ho bisogno di sentire altro.
Penso
che abbiamo impiegato circa mezz’ora per arrivare al cimitero. Al
nostro
arrivo, vediamo alcune macchine parcheggiate e quel furgone dalla
carrozzeria
inconfondibile che appartiene a quel fennec amico del signor Wilde.
Mamma
spegne il motore. Prende un lungo respiro prima di uscire dalla
macchina. Esco
e la seguo all’interno del cimitero.
Non
c’è nulla da dire. Restiamo in silenzio mentre ci avviciniamo alla
piccola
cappella posta al centro del cimitero.
Eccolo
lì… è in compagnia del sacerdote. Stanno parlando di qualcosa, quando
il signor
Wilde annuisce nella nostra direzione. La mamma ed io entriamo nella
cappella.
Non
ci sono molti mammiferi presenti al funerale. Noto che sono tutte
volpi. Mi
sento improvvisamente fuori posto. Ma sembra che la cosa non mi
sconvolga
quanto il fatto che nonna Viola non avesse molti amici. Perché? Era una
dei
mammiferi più gentili che io abbia mai conosciuto. Forse molti altri
che
sentivano la sua mancanza non sono potuti venire al funerale?
Vengo
distolto dai miei pensieri quando sento le zampe di qualcuno posarsi
sulle
nostre spalle dietro di noi. La mamma si gira e il ministro di culto ci
si
avvicina in compagnia del signor Wilde.
Il
sacerdote dice che dovremmo sederci in prima fila, dal momento che io
sono il
figlio del signor Wilde. È una sua richiesta. Il celebrante si rivolge
a lui,
gli fa un cenno e per tutta risposta, il signor Wilde si gira ed esce
dalla
porta.
La
mamma e io camminiamo nella cappella e ci sediamo in prima fila, dove è
seduto
anche Robin. Rivolge a entrambi uno sguardo colmo di nervosismo e
timidezza.
All’interno
della cappella non si sente volare una mosca. È come se tutti fossero
morti sul
momento.
Dopo
alcuni minuti, il celebrante sale sul pulpito e si rivolge ai presenti.
******
“Gentili
mammiferi qui presenti, vi invito ad alzarvi.” disse il sacerdote.
Tutti si
alzarono come richiesto e si voltarono verso l’ingresso della cappella,
mentre
sei volpi procedevano lentamente, ciascuna con la bara contenente il
corpo di
Viola Wilde appoggiata su una spalla.
Gli
occhi di Nicholas erano fissi su Nick, che gli passò davanti con la
bara in
equilibrio sulla sua spalla destra. Nicholas poteva vedere le lacrime
bagnare
il volto di suo padre.
Le
sei volpi si piazzarono di fronte all’altare e adagiarono delicatamente
la bara
sul cavalletto posto dinanzi al sacerdote. Tutte le volpi raggiunsero i
rispettivi posti a sedere, ad eccezione di Nick, che rimase di fianco
al
feretro di sua madre. Il ministro di culto avanzò di un passo.
“Siamo
qui riuniti oggi per rendere omaggio e celebrare la
memoria della
nostra defunta sorella, Viola Emma Wilde.” disse, “Ha lasciato questo
mondo per
ricongiungersi nell’aldilà alle anime di coloro che l’hanno preceduta.”
Il
sacerdote alzò gli occhi in alto.
“Ora
cederò il testimone a suo figlio,
Nicholas Wilde, il quale vorrebbe aggiungere alcune parole.” annunciò
prima di
scendere dal pulpito. Nick, che si era seduto in prima fila accanto a
Robin, si
alzò e prese il posto precedentemente occupato dal celebrante. Tutti
gli occhi
dei presenti si posarono su di lui, mentre tirava fuori un foglio di
carta e lo
adagiava sul piedistallo.
“Quando
ero un cucciolo, la mamma mi
diceva sempre ‘La notte cala, ma il sole sorgerà sempre il giorno
successivo’.”
esclamò Nick iniziando a leggere il testo riportato sul foglio, “Per
me, la
notte è stata presente per molto tempo, ma lei era sempre lì a cercare
di
strapparmi dalle tenebre per riportarmi alla luce. Non aveva mai smesso
di
credere nel bene presente nel mondo là fuori. Non aveva mai smesso di
credere
in coloro che amava. Lei era così.” il tono della sua voce aveva
iniziato a
vacillare, “Vedeva il bene in ognuno. Sapeva che tutti, a un certo
punto della
loro vita, cadono a terra, ma era sempre lì, a offrire una zampa per
aiutarti a
rialzarti. Per lei non doveva essere stato facile crescere da sola un
figlio
che aveva perduto la speranza, ma non aveva mai voluto arrendersi con
me.
Questo è stato il dono più grande che abbia mai potuto offrire al
mondo: il
dono della speranza.”
Nick
deglutì e lanciò un’ultima
occhiata alla bara di sua madre.
“Era
la madre migliore che un
cucciolo dal cuore infranto avrebbe mai potuto avere al proprio
fianco.” disse
infine Nick prima di scendere dal pulpito e tornare al suo posto con il
volto
segnato dalle lacrime. Il sacerdote fece un passo indietro.
******
Le
sue parole… hanno alimentato la sofferenza che provo dentro di me.
Perché
per la prima volta, riesco a vedere il signor Wilde sotto una luce
totalmente
diversa.
Non
vedo più il codardo che credevo che fosse.
Vedo
una volpe il cui cuore è andato in pezzi più volte di quanto avessi mai
potuto
immaginare.
È
come se tutte le tessere del mosaico iniziassero a combaciare dentro di
me. Non
fraintendetemi: sono ancora lontano da vederlo a tutti gli effetti come
mio
padre, ma… sento come se l’odio che avevo provato nei suoi confronti si
fosse
disciolto. O forse non c’è mai stato odio nel mio cuore.
Il
sacerdote riprende a parlare. Non gli presto attenzione, ma distolgo lo
sguardo
dal signor Wilde e ritorno a guardare la bara in cui riposa nonna
Viola. Non
passa molto tempo prima che possa sentire le lacrime inumidirmi gli
occhi e
chino la testa nel tentativo di nasconderle.
Prima
che potessi farlo, ci viene chiesto di alzarci. Il signor Wilde, così
come le
altre cinque volpi, si rialzano e portano nuovamente sulle loro spalle
la bara
di nonna Viola fuori dalla cappella. Il sacerdote ci precede e tutti
noi lo
seguiamo nella processione che attraversa il cimitero fino al punto in
cui
nonna Viola avrebbe finalmente trovato riposo. La mamma mi tiene ancora
il
braccio. Penso che stia cercando di confortarmi.
Le
volpi addette al trasporto della bara la adagiano nella fossa scavata
precedentemente; mentre svolgono questo compito, il sacerdote riprende
la
parola.
******
“Ora
affidiamo le spoglie della nostra sorella Viola Emma Wilde al riposo
eterno. Terra
alla terra,” il ministro di culto gettò una manciata di terra che
finisce sulla
bara adagiata sul fondo della fossa, “Cenere alla cenere,” un’altra
manciata,
“Polvere alla polvere.” un’ultima manciata di terra. Fece un cenno agli
addetti
all’inumazione, disposti in piedi ai lati della tomba, di ricoprire la
bara con
la terra rimasta.
Nicholas
rimase a guardare il procedimento di quella triste operazione per un
po’ prima
di rivolgere lo sguardo a Nick.
******
Non
so cosa mi spinge a farlo. Ma scivolo via dalla presa della mamma e mi
dirigo
dritto verso il signor Wilde. Alza lo sguardo e vedendomi arrivare,
sembra che
si aspetti una specie di scontro.
Invece,
faccio un passo in avanti e gli stringo goffamente le zampe attorno
alla vita.
Non
ho alcuna esperienza in questo genere di cose. Non ho molta forza nelle
zampe,
dal momento che sono per metà coniglio. In apparenza, sembra che stia
abbracciando mio padre con un certo riguardo.
Sento
il signor Wilde irrigidirsi nella mia stretta, ma è solo momentaneo. Le
lacrime
cadono in silenzio sul mio volto.
Il
momento ha termine e lo lascio andare. Noto che Robin è in piedi dietro
il
signor Wilde; faccio un passo verso di lui e lo abbraccio.
Robin
si comporta nello stesso modo. Si irrigidisce al contatto con me, ma
presto
ricambia il mio abbraccio.
Per
la prima volta, sento la gelosia che provavo per Robin per la vita che
aveva
vissuto insieme a mio padre diventare una voce sempre più piccola e
insignificante.
È vero che Robin avrà sempre ciò che io non ho mai avuto: un’infanzia
con un
padre al proprio fianco. Ma so per certo che nonna Viola non avrebbe
mai voluto
vedermi odiarlo per aver avuto qualcosa che mi era stato negato.
Quando
mi stacco da Robin, lui mi guarda con un’espressione confusa, ma poi la
sua
attenzione ritorna sul signor Wilde e su… mia madre?
La
mamma ha stretto il signor Wilde in quello che penso sia un abbraccio
confortante. Il signor Wilde lo sta ricambiando e sono abbastanza
sicuro che
abbia ripreso a piangere. Riesco a sentire mia madre singhiozzare in
tono
sommesso.
La
coppia alla fine si divide. Il signor Wilde guarda in direzione della
tomba
situata alla destra di quella di nonna Viola e lo vedo per la prima
volta: il
nome inciso sulla lapide è ‘Johnathan Reginald Wilde’.
Mio
nonno. Colui che era fuggito di sua volontà da suo figlio e dalla sua
compagna.
Questo
mette le cose nella giusta prospettiva.
Il
signor Wilde rimane immobile a guardare la tomba. Alla fine, rivolge a
mio
nonno una sola raccomandazione:
“Faresti
meglio a prenderti cura della mamma, d’accordo?”
Resta
a guardarla per qualche istante, prima di voltarsi.
La
mamma lo segue, mentre io e Robin camminiamo dietro di loro.
Ciò
che vedo mi sorprende.
Sia la mamma sia il signor Wilde cercano di tenersi per zampa, ma alla fine non ci riescono e lasciano cadere le zampe sui rispettivi fianchi.
Note
dell’autore: Ecco
che siamo giunti all’undicesimo capitolo!
Come
preannunciato, dopo Judy è venuto il turno di Nicholas. Forse non è
ancora in
grado di considerare Nick come suo padre, ma di certo è riuscito ad
andare
oltre il proprio risentimento e ad accettare non solo lui, ma anche il
suo
fratellastro Robin, come mammiferi che hanno il pieno diritto di far
parte della
sua vita. Non siete d’accordo?
Come
è mia consuetudine, vi lascio alcuni link utili:
Pagina
DeviantArt dell’autore: https://www.deviantart.com/giftheck/
Capitolo
XI di Grief’s Reunion: https://www.deviantart.com/giftheck/art/Grief-s-Reunion-11-In-Grief-We-Mend-688984671
Storia
completa: https://archiveofourown.org/works/10995909/chapters/24492501
Questo
è quanto. Come sempre, vi ringrazio per la vostra cortese attenzione e
vi
auguro una buona lettura. A presto!