Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: ghostmaker    01/11/2019    1 recensioni
In meno di un anno sono morti due Imperatori, c’è stata la più grande guerra mai vista in tutta la Storia, un re deposto, amori nati, distrutti e impossibili, omicidi e tragedie, complotti e tradimenti, e infine mostri mitologici e magie impossibili. Com’è possibile che in meno di un anno le regole della magia siano state aggirate? Seguitemi e troverete le risposte nella terza serie della saga!
[Storia partecipante alla challenge “Pagine di una storia infinita” indetta da molang sul forum di EFP]
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'L'Imperatore dei Cinque Regni'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il corvo Agisto, in missione per l’imperatore di Wuxing, svolazza nel mondo degli uomini e il piccolo Ten, attraverso gli occhi del pennuto, vede il caos in azione.
Il corvo atterra in un luogo polveroso, il forte vento disturba il suo volo così il corvo zampetta sul terriccio, entra in un grande buco di una montagna, arriva quasi sul fondo della grande miniera e osserva uomini, donne e bambini, diventati schiavi, mentre lavorano senza ricevere cibo o acqua, malmenati e in alcuni casi anche colpiti a morte da guardie più disumane delle bestie mitologiche. Nell’oscurità le piume nere nascondono il corvo e lui raggiunge la persona che deve contattare senza che qualcuno si accorga della sua presenza.
Era un soldato, ha vissuto servendo la casa reale del suo regno, ha rischiato la vita durante la Grande Guerra, ha partecipato alla rivolta del suo principe, ma come molti di Tan, ha perso l’ultima battaglia e si è ritrovato schiavo senza neppure accorgersi del mondo che stava cambiando. Picchiato, ferito, imprigionato e messo ai lavori forzati, quest’uomo non si è mai spezzato, la sua mente è salda e non vacilla mai, attende un singolo segnale per dare sfogo alla sua rabbia, anche se il destino gli sembra tanto ineluttabile da fargli paura. Sembra, ma gli è bastato vedere quel piccolo corvo per fargli immaginare un futuro diverso, perché se un pennuto ha la forza di vivere nonostante sia solo, lui non sarà da meno.
L’uomo, sottovoce, dice: «Piccoletto, come sei riuscito ad arrivare fin qui?» poi lo schiavo ride da solo pensando che sta facendo delle domande dirette aspettandosi una risposta coerente da un corvo.
Agisto, infatti, non risponde, però dice: «Cra cra! L’ho visto, vivo, il deserto non l’ha portato via. Tornerà, cra cra!»
L’uomo spalanca gli occhi, ha subito capito di chi stia parlando, ma teme di nominare quel nome associato a un assassinio gravissimo, persona così odiata da chiunque che pure uno schiavo qualsiasi, sentendoglielo pronunciare lo denuncerebbe ai loro carcerieri, e allora dice soltanto una parola: «Scavezzacollo?»
«Lui!» risponde il corvo prima di allontanarsi nell’oscurità della miniera.
L’uomo scoppia a ridere istericamente e neppure le frustate delle guardie riescono a farlo smettere.

Agisto esce dalla miniera e riprende il suo volo; ha ancora due persone da incontrare: un altro uomo e una donna bellissima, l’unica cui consegnerà un messaggio scritto dall’imperatore di Wuxing, anche se il vecchio ha apposto una firma falsa per non svelare la sua identità.





7° capitolo – Il settimo anno (prima parte)





È la prima volta che il ragazzo esegue un test direttamente nella sala delle cerimonie; l’imperatore è nel suo baldacchino, Fajro proprio nel centro della sala e ai quattro lati i generali. L’imperatore dice: «Questa sala è già protetta da barriere costituite da tutti gli Elementi Magici e potrai utilizzare tutta la tua energia senza causare danni alle cose o alle persone che sono presenti. Due anni fa i generali, utilizzando le loro mani, hanno fatto confluire i loro poteri nel tuo corpo per sbloccare il tuo Fuoco, invece questa volta, dovrai catturare da solo l’energia che ti metteranno a disposizione. Ma dovrai fare grande attenzione perché questa prova è la più pericolosa che tu abbia affrontato a Wuxing. L’energia non ti sarà offerta, ma dovrai acquisirla tu stesso attraverso le tecniche combattive che i generali metteranno in campo contro di te. Sei pronto a rischiare di dover rimanere a Wuxing ancora per molti anni?»
«Signore, io sono pronto a rischiare di lasciare Wuxing prima del tempo che mi aveva pronosticato» risponde Fajro senza indugio.
«Molto bene giovanotto, diamo inizio alla prova.»

Fajro esegue la respirazione assoluta e all’istante inizia a far uscire fiamme dal corpo mentre i generali posizionati ai quattro angolo iniziano a lanciare dei colpi di magia elementare seguendo dei turni precisi: Aki, da destra, colpisce con una massa d’acqua racchiusa in una bolla d’aria, Fuyu, dietro, attacca con un turbine ventoso nel quale sono racchiuse delle schegge di granito, Haru, a sinistra, sferra un colpo creando una lingua di lava incandescente, infine, Natsu da davanti, lancia palle di fuoco con all’interno dei pugnali di ghiaccio. Ma la sequenza non finisce perché Fuyu indirizza contro il ragazzo una lancia di metallo cosparsa da terriccio e contemporaneamente Natsu lancia un tronco di quercia con al suo interno un anima di acciaio nero.
Il fuoco difensivo di Fajro tende ad assopirsi sempre di più dopo ogni attacco subito, ma alla fine si espande in direzione degli attaccanti costringendoli a evocare un famiglio per difendersi dalle fiamme roventi emanate dal ragazzo.
Fajro assorbe tutta l’energia circostante e la converte evocando il suo Leone.

I generali eseguono il secondo attacco: il grande Albatro di Aki agita le ali causando un tornado, il gigante di granito di Fuyu lancia delle scuri diamantine, l’enorme lucertola di Haru sputa del fuoco, infine, il pachidermico Mammut di Natsu spruzza dalla proboscide un fiume d’acqua ghiacciata. Ma la sequenza non finisce perché Fuyu evoca una quercia vivente che colpisce il leone con i rami fatti a forma di artigli appuntiti e contemporaneamente Natsu evoca un gigante d’acciaio nero che sferra un colpo al felino con un’enorme spada.
Fajro ha in mano la katana, il colore della fiamma che lo circondava è passato dal rosso intenso al bianco fosforescente e il Leone ruggisce con più vigore mentre una strana energia esce dalla spada del ragazzo, si disperde in tutto l’ambiente e colpisce con precisione assoluta tutti i famigli presenti nella sala.
L’imperatore esce dal baldacchino con in mano un bastone nodoso, agita l’asta e dalla punta di quell’oggetto esce una luce fortissima che raggiunge i quattro generali mentre i loro famigli scompaiono sconfitti. Fajro si avvede dell’intervento protettivo eseguito dall’imperatore, risucchia dentro di se l’energia distruttiva che aveva sprigionato mentre il Leone, con un ultimo ruggito così potente da far indietreggiare addirittura il sovrano di Wuxing, scompare dentro il corpo del giovane.

Fajro è stanco, ha subito lievi ferite alle mani, ma è in piedi e cosciente.
«Rispondete, secondo voi Fajro ha superato la vostra prova?» chiede l’imperatore ai quattro generali che sono ancora storditi da ciò che hanno visto.
«Signore, credo di poter dire, in nome di tutti i miei compagni, che Fajro ha superato la prova oltre le nostre più grandi attese, e infine vi chiedo ufficialmente di dare a Fajro l’opportunità di affrontare l’ultimo passo in tempi brevi» risponde Natsu, come al solito il più esaltato di tutti.
Gli altri tre generali annuiscono e l’imperatore dice al ragazzo: «Eteru ha visto, conosce le nostre risposte favorevoli e ha accettato le nostre richieste. Soltanto Eteru può decidere quale sia il giorno più opportuno, ti chiamerà nell’istante esatto in cui sarai chiamato all’ultimo passo.»
«Grazie Signore, e grazie a tutti voi» dice Fajro inchinandosi prima di allontanarsi dalla sala delle cerimonie.
L’imperatore, appena uscito il giovane principe, parla ai generali: «Avete visto tutti ciò che ha fatto, ma soprattutto a ciò che è successo durante il secondo assalto. È di vitale importanza che nessuno gli dica che nel suo corpo alberga quel grande potere e dobbiamo tutti sperare che non sia mai costretto a utilizzarlo.»



Settimo Anno (Mondo degli Uomini – Prima parte)



Regno di Tan
L’avvistamento continuo dei mostri marini ha convinto la Regina Flame a bloccare i viaggi commerciali per mare e ha consigliato ai mercanti del proprio regno di utilizzare soltanto le vie terrestri che congiungono Tan a Metel ritenendo poco sicure anche le strade che si collegano allo Stato Libero di Oazo.
Bruligida è nella sua stanza quando un corvo la raggiunge. La donna lo riconosce immediatamente nonostante siano passati tanti anni.
«Ciao Agisto, pensavamo di averti perso e invece sei riuscito a trovare la strada per farmi visita» dice la donna porgendo una ciliegia al pennuto.
Bruligida osserva la zampa del corvo e chiede: «Ma stai lavorando! Che cosa mi hai portato di così importante da scegliere di entrare direttamente dalla mia finestra?»
Il corvo gracchia come se volesse rispondere, Bruligida sfila dal cartoccio legato alla zampetta del pennuto il messaggio e Agisto vola via immediatamente senza dover aspettare una risposta. La donna si avvicina alla candela, legge avidamente lo scritto e mentre sul suo viso appare un sorriso raggiante consegna alla fiamma del moccolo la missiva. Bruligida apre un cassettino e prende qualcosa tra le mani, esce dalla sua stanza e poi dalla Villa, cammina con calma verso una piccola casetta appoggiata a uno dei muri di cinta, bussa alla porta e ricevendo risposta entra dicendo: «Mie care ragazze, mi sono fidata di voi, vi ho dato un buon lavoro e una buona sistemazione. Vi ho accolto con scetticismo, è vero, ma mi avete mostrato le vostre buone intenzioni ridandomi indietro un oggetto prezioso e vi ho garantito che sarebbe stato il vostro premio se un giorno vi avrei chiesto di lavorare per me come avevate fatto in precedenza con il buon comandante. Ebbene, un uccellino mi ha sussurrato che è quasi giunto il momento di metterci all’opera e la missione che sto per affidarvi darà modo a tutte noi di riprenderci ciò che è nostro.»
Bruligida smette di parlare, appoggia la mano sul tavolo lasciando un oggetto in bella vista. Una delle due ragazze, eccitata alla vista di quel diamante, quasi si sdraia sul tavolo per prenderlo, l’altra, senza termini troppo raffinati, dice: «Porca puttana, ditemi quale culo devo spaccare ed io ci infilerò tutta una spada!»
La Saggia di Tan ride, non la infastidiscono le espressioni colorite, anzi, proprio il modo di fare di quella donna è stato molto di aiuto nei momenti in cui la giovane Flame era più depressa.

Regno di Metel
Nel castello reale, servitori e schiavi continuano i loro lavori giornalieri sotto lo sguardo attento della Saggia Crehuma, mentre i regnanti sono entrambi in mare ma verso due direzioni diverse.
L’ammiraglio Lyngesydd, che in assenza di Titan e Metalo rappresenta la massima carica del regno, ha preso una decisione importante e informa il suo più stretto collaboratore presente nel regno. «I nuovi avvistamenti dei mostri marini sono preoccupanti e sapere che il Re e il principe sono in viaggio proprio per mare mi disturba nonostante siano accompagnati dalla nostra marina militare. Ho deciso di salpare io stesso per raggiungere Puna, mentre tu dovrai andare a Otoke.»
«Signore, siete sicuro di questa scelta? Lontani anche noi due, il regno rimane scoperto e qualche nobile poco “nobile” potrebbe approfittarsene» risponde Moncai seriamente preoccupato.
«Nonostante sia stata promossa da non molto tempo, il generale Meirge ha la fiducia incondizionata del principe e sono certo che lei, aiutata dalla Saggia Crehuma, terrà l’interno di Metel al sicuro. L’unico problema potrebbe derivare da un attacco delle Creature della montagna, ma se perdiamo entrambi i regnanti in mare, quello che accade qui sarà tanto ininfluente perché saremmo già spacciati» risponde l’ammiraglio con decisione.
«Molto bene Signore, a Port Pearl le nostre navi sono già pronte, basta che mi dica quando intendete partire e organizzo le carrozze per raggiungere il porto.»
«Subito, non possiamo perdere tempo» termina la discussione l’ammiraglio alzandosi in piedi.

Regno di Apen
La seconda guerra civile di Apen è stata drammaticamente più cruenta: se nella prima era bastato togliere di mezzo l’ammiraglio fedele a Re Wit, in questa gli scontri tra le due fazioni si sono svolti totalmente a terra. La prima azione di Macan, ormai capo indiscusso dei rivoltosi, è stata quella di imprigionare l’ammiraglio Prau, fedelissimo di Re Oak, in seguito ha proposto il proprio progetto al generale Menara il quale si è unito alla ribellione portando con sé l’intera flotta della marina militare. Ogni battaglia si era combattuta di città in città, erano caduti molti militari ma anche i tantissimi civili che parteggiavano per uno o per l’altro schieramento.
La battaglia che sta infuriando nella capitale, soprattutto davanti al palazzo reale assediato dai rivoltosi, ha raggiunto il punto di svolta. I portoni della magione si spalancano e molti soldati escono tenendo le mani alzate mentre il loro comandante, il generale Terwelu, sventola una bandiera bianca.
«La pazzia di quel ragazzo non ha limiti e aveva intenzione di struggere il castello con quelle bombe acquistate dallo Stato Libero di Oazo. Solo l’altro è completamente dalla sua parte» dice Terwelu consegnando la sua spada al capitano Jaran.
«Amico mio, perché hai continuato a servirlo fino a ora?» chiede Macan.
«Perché soltanto adesso sono riuscito a liberare la mia famiglia, insieme a quelle dei soldati che sono usciti insieme a me. Lui era nelle gabbie sotterranee solo per aver detto cosa pensava delle rappresaglie delle quali aveva soltanto assistito» risponde Terwelu facendo notare le condizioni quasi disperate del capitano Catur.
«Lui dove si trova?» chiede Macan pronto allo scontro finale.
«E’ una domanda a cui non so risponderti. Non mi è mai stato permesso di vederlo e in tutto questo tempo ho sempre parlato con l’altro. Anche la Saggia Wicaksana è inavvicinabile da mesi» dice Terwelu.
Macan sale sulla scalinata poi si volta indietro e grida al suo esercito costituito da semplici contadini: «Popolo di Apen è giunto il momento di fare un fronte unito contro il tiranno e questi soldati, arrendendosi, sono diventati nostri compagni perché già da prima erano nostri fratelli, soggiogati anch’essi dal re e costretti a difenderlo contro la loro volontà di libertà. Entriamo tutti insieme, mostriamo al tiranno che un popolo fiero è capace di perdonare  offrendogli una giusta punizione che non contempli la morte, ma se oserà sollevare un solo dito contro chiunque di voi non avrò pietà e sarò io stesso a tagliargli il capo all’istante!»
Macan e molti uomini entrano nel palazzo, soffocano nel sangue chi cerca di fermarli, raggiungono la sala del trono, spalancano le porte e trovano solo il comandante in capo dell’esercito Panglito seduto sul podio reale.
«Questo Regno è del suo Re e voi dovete ubbidire. Gettate le armi e con la sua magnanimità vi darà modo di pagare la vostra ribellione con la salvezza della vostra vita» urla Panglito sguainando la spada davanti a un centinaio di persone inferocite.
«Non vedi che sei l’unico a parteggiare per il tiranno? Sei stato contagiato così a fondo dalla sua pazzia da decidere di morire per un ragazzo che ha addirittura fatto uccidere i suoi genitori per tenersi sulla testa una corona insanguinata?»
«Oak non si è macchiato di questo atroce atto. Io sono il vero padrone di Apen, io ho fatto uccidere dai mercenari Wit e la consorte, io ho predisposto che tu fossi imprigionato. Io sono il vero Re di Apen!»
Panglito, completamente impazzito, si scaglia contro Macan e il generale con un solo colpo di spada toglie la vita al folle comandante.
Il silenzio è rotto dal capitano Jaran che grida: «Cercatelo in ogni stanza e in ogni segreta del palazzo. Prendete il tiranno vivo a tutti i costi!»

Un messaggero entra nel palazzo, raggiunge la sala del trono e costernato dice: «Signore, brutte notizie dal generale Menara. Il ponte Sud/Ovest è stato distrutto dal Kraken e le nostre navi da guerra, dislocate in quella zona, sono state spazzate via in un attimo dalla bestia.»
Macan non ha neppure il tempo di adirarsi; un secondo messaggero si fa largo tra la folla e con il fiatone gli dice: «Qualche ora fa il luogo in cui era imprigionato Prau è stato distrutto da qualche magia e l’ammiraglio è fuggito con una nave. Purtroppo il tenente Kayu è rimasto ucciso dal crollo del carcere.»
Macan, senza dire una parola, esce dal palazzo correndo, raggiunge un angolo del parco e il suo sguardo diventa arcigno mentre osserva una botola scoperta dal finto tronco che la rendeva invisibile alle persone. Apre la botola, scende velocemente la lunga scala attaccata alla parete e raggiunge un cunicolo, corre, non bada alle porte che ci sono su entrambi i lati, infine arriva a una specie di porticciolo ed è sgomento trovando un ufficiale steso a terra in una pozza di sangue con le viscere quasi del tutto fuoriuscite dal corpo.
L’uomo riesce ancora a dire prima di morire tra le braccia di Macan: «Signore, conoscevo questo porto sotterraneo, ho provato a fermarli ma non pensavo ci fosse Prau sull’imbarcazione e lui mi ha colpito alle spalle.»
«Riposa in pace Gedhe, la tua anima raggiungerà sicuramente il Leggendario» dice il generale.
Macan si alza in piedi, osserva l’acqua immobile e urla inferocito perché Oak è fuggito da troppo tempo utilizzando il porticciolo segreto.

Regno di Tera
La malattia di Wasa era stata tenuta ben nascosta per alcuni mesi, ma alla fine il Saggio Vlek aveva dovuto annunciare i motivi dell’assenza della regina a una delle feste più importanti del regno.
Aarde, poco avvezza alle riunioni militari, è coadiuvata dal capitano Haag, ancora più vicino a lei da quando la regina è malata, mentre ascolta il rapporto di Draak.
«Le Creature Mitologiche sono sparite, non ci sono avvistamenti successivi all’ultimo loro attacco ma fatto strano, in una terra ancora libera dall’influsso della Foresta Proibita abbiamo rinvenuto tutte le armi degli uomini sottomessi dal veleno ipnotico che secerne il Lipitoare.»
«In realtà ci sono degli avvistamenti delle bestie del mare che si ripetono quasi quotidianamente, ma la loro comparsa non è stata seguita da attacchi né alle navi militari né a quelle mercantili. Temo che però sia solo il preludio di un attacco in queste zone» dice Raal puntando il dito sulla cartina precisamente sul Mare del Sud.
«Quali sono le indicazioni dell’Imperatore?» chiede Aarde.
«Nessuna Milady, tranne la continua richiesta del Primo Cavaliere di pattugliare ogni isola imperiale per proteggere i palazzi di Atua, CCXVII del suo nome e la popolazione indigena. Forse quel ragazzino pensa che qui stiamo perdendo tempo se ci chiede ulteriori sforzi» risponde innervosito Raal.
«Comprendo la vostra frustrazione ammiraglio, ma dobbiamo rispondere alla sua chiamata in modo che in futuro nessuno possa contestarci per negligenza» dice Aarde.
«A Dwr fanno diversamente da noi!» insiste Raal sempre più infuriato.
«Mi perdoni signor ammiraglio se mi permetto di ricordarle che noi siamo sicuramente superiori in rettitudine e onestà al confronto con loro» dice Haag intervenendo a difesa della principessa.
Draak, notando che gli animi si stanno accendendo, cambia discorso puntando più sulle richieste del Primo Cavaliere piuttosto che su come comportarsi: «Milady, sapete se Re Titan condivide le scelte del figlio o se le ha accettate per il dovere imposto dall’imperatore?»
«Quando Titan è a Tera fa visita soltanto a mia madre e le uniche parole che ci scambiano sono inerenti alle condizioni fisiche della regina.»
Un soldato a guardia della sala della riunione riceve un dispaccio urgente da un servitore e lo consegna immediatamente all’ammiraglio. Raal lo legge e la sua esclamazione, notevolmente volgare, fa capire che sta succedendo qualcosa di grave.
«Quali notizie la sconvolgono?» chiede Aarde.
«Milady, da Port Winkel chiedono il nostro intervento. Come avevo ipotizzato i mostri marini stanno attaccando proprio nel Mare del Sud: il Leviatano, ogni ora, emerge dall’acqua per colpire le infrastrutture del Ponte Sud/Est!»
Aarde si alza in piedi di scatto, stizzita per questa nuova tragica notizia, dice: «Andate Raal, ma non rischiate inutilmente. Se c’è un modo per colpirlo utilizzatelo, ma non fate gli eroi a tutti i costi, abbiamo bisogno del vostro acume tattico ancora per mille anni.»
«Milady, le posso solo promettere che tenterò di rispedire nell’abisso quella mostruosità» risponde Raal allontanandosi dalla sala.

Raal scende la scalinata proprio nel momento in cui il Re di Metel entra nel castello.
«Sire, per fortuna siete illeso» dice l’ammiraglio.
«Che cosa succede?» chiede Titan non sapendo nulla della situazione.
«È appena giunto il messaggio che il Leviatano sta attaccando il ponte vicino a Port Winkel e pensavo che lo aveste visto.»
«No, non so nulla, abbiamo utilizzato la rotta per Puna e da lì abbiamo ci siamo dirette al piccolo porto di pescatori che dista qualche chilometro dal ponte. Adesso la mia scelta di lasciare le navi militari che mi accompagnavano all’isola imperiale si ritorce contro tutti, maledizione!»
«Non angustiatevi, l’importante è che siate giunto a Tera incolume, perdere un re in questo momento sarebbe una catastrofe. Ci occuperemo noi della bestia, le chiedo soltanto di non tornare in mare fino a nuove notizie.»
«Farò come mi avete chiesto e rimarrò accanto alla regina per tutto il tempo che sarà necessario.»
Raal si allontana dal castello mentre Titan raggiunge velocemente la stanza di Wasa e si siede accanto al letto della regina tenendole amorevolmente la mano.

Regno di Dwr
La Regina Cristalya, per nulla contenta di dover ubbidire a un ordine impartito dal Primo Cavaliere, dice chiaramente al suo ammiraglio: «Quel ragazzino impudente si è montato la testa, però nessuno ci vieta di stare alla larga dai guai e pertanto voglio che partiate con una piccola parte della flotta, evitiate l’isola di Ngahuru, e vi attestiate vicino alle macerie del Ponte Nord/Ovest più vicine al nostro regno. Se quei mostri dovessero apparire, tu ritornerai immediatamente a Port Iar senza ingaggiare un combattimento.»
«Maestà, non credete che sia importante anche per noi cacciare, e se possibile sopprimere, le bestie marine? Dopotutto abbiamo perso anche noi, ogni giorno, delle navi commerciali» dice Haranche evidentemente preoccupato ma Cristalya non lo sta ascoltando, non è interessata ad avere qualche tipo di risposta e l’ammiraglio rinuncia a parlare allontanandosi dalla saletta.
Haranche incrocia nel corridoio una delle ancelle della regina che sta strattonando un uomo tirandolo dalla catena che ha legata al collo, per nulla preoccupata che quello schiavo stia zoppicando vistosamente. L’ammiraglio osserva quell’uomo Haranche e riconoscendolo gli dice: «Questa nuova tortura che si sono inventati è disumana più di una decapitazione che merita un soldato valoroso come te.»
Lo schiavo, opponendo resistenza ai nuovi strattoni dell’ancella, risponde: «Forse un tempo potevo definirmi valoroso, ma quel giorno non sono riuscito a salvare il mio comandante e neppure a raggiungere la salvezza. Forse, quest’agonia, è ciò che merito per le mie mancanze.»
«Andiamo sporco schiavo, non vorrai che la mia signora se la prenda con me!» dice l’ancella tirando di nuovo la catena e l’uomo, questa volta, si lascia trascinare dentro la saletta dove la regina aveva incontrato in precedenza l’ammiraglio.
Cristalya gira intorno a questa persona, osserva interessata la corporatura dello schiavo, gli graffia il petto con le unghie e poi infila la sua mano nel pantalone dell’uomo dicendo: «Tu sei soltanto spazzatura come quella persona che servivi, ma voglio ugualmente darti la possibilità di redimerti. Usa bene ciò che hai nelle mutande e servirai alla Reggia, usa male i tuoi attributi e finirai i tuoi giorni nel posto peggiore che tu possa immaginare.»
L’uomo, per nulla intimorito, risponde: «Sono appena arrivato nel posto peggiore che potessi immaginare e farmi toccare da una puttana come te è peggio che una bastonata ben assestata.»
Cristalya si scosta dall’uomo, impugna proprio un bastone e colpisce la gamba malandata dello schiavo che crolla a terra dal dolore. La regina urla: «Farai la stessa fine di quel pezzente del tuo principe!»
«Meglio morire oggi che servirti domani!» dice l’uomo mentre alcune guardie, sentendo le urla della regina, entrano nella saletta e iniziano a colpirlo con ferocia e senza pietà.


§   §   §


Fajro, uscito dalla sala delle cerimonie, si ritrova nel grande prato di Wuxing. Saltella felice nonostante la stanchezza, fa qualche capriola e poi si lascia cadere sul terreno morbido creato dall’albero Hyperion. Ride rumorosamente, gioca come se fosse tornato al tempo in cui era un bambino felice, poi sente dei forti rumori, si alza in piedi di scatto, muove la testa a destra e a sinistra per vedere chi sta facendo baccano e nota che i suoi amici samurai sono tutti vicino al grande veliero. Corre, vuole raggiungerli subito, sente il bisogno di parlare con loro, di raccontare, ma poi, anche se è ancora lontano, sente che tutti stanno emanando una strana energia, una tensione che Fajro non aveva mai rilevato. Loro l’hanno visto, hanno smesso di parlare e quando il ragazzo li raggiunge, si sforzano di sorridere. Kasai si lancia su Fajro e naturalmente lo bacia come fa ogni volta prima di salutarlo verbalmente.
«Sei stato fenomenale, da tua maestra sono così contenta che ti offro il mio corpo per un bel riposo.»
«Kasai, le provi davvero tutte!» dice Fajro sorridendo, ma il ragazzo cambia espressione notando che Mokuzai, questa volta, non dice niente di cattivo all’amica e neppure tenta di intromettersi lanciandosi a peso morto su di lui.
Il principe di Tan non riesce a trattenersi e domanda: «È successo qualcosa di grave laggiù?»
Kuoki non mente rispondendo: «Non lo sappiamo, ma presumo che anche tu hai sentito questa strana energia che c’è nell’aria e, immagino, sei sorpreso nel sentire anche la nostra tensione.»
«Quell’energia non promette niente di buono, purtroppo» aggiunge Kinzoku.
«Forza ragazzi, abbiamo un lavoro da fare e qualsiasi cosa stia accadendo non possiamo intrometterci, quindi mettiamoci all’opera!» dice Mizu spronando gli altri a tornare al lavoro.
«Posso aiutarvi? Che cosa dovete fare?» chiede Fajro.
«Non puoi, devi aiutarci perché questi piccoli lavori sono soltanto per te» dice Kasai dando un pugno giocoso sulla testa di Fajro.
Atua raggiunge il gruppetto: «Naturalmente sappiamo tutti che hai superato il test e i ragazzi stanno sistemando il veliero per riportarti nel mondo degli uomini. Ciò che ancora non sapete è che Eteru ha già dato il suo assenso per eseguire l’ultima prova in questa settimana!»
Fajro salta di nuovo dalla gioia ma questa volta i suoi amici lo abbracciano, chi in modo smodato come Mokuzai che gli si appende al collo e chi con finto distacco come Kinzoku.
Il ragazzo però non si esime dal chiedere ad Atua: «Sapete cosa è successo nel mio mondo?»
«Sapevamo che poteva accadere qualcosa di grave, ma siamo ugualmente rimasti sorpresi. Quello che posso dirti è che le persone cui pensi stanno bene e per ora sono lontane dai pericoli.»
Fajro sospira per il sollievo, però subito dopo s’irrigidisce perché oltre alle persone cui vuole bene, è tutto il mondo a essere coinvolto nel Caos. Il ragazzo ha solo un obiettivo in mente: dare la caccia allo stregone oscuro, stanarlo e sopprimerlo definitivamente .



Settimo Anno (Mondo degli Uomini – Seconda parte)



Mare del Nord
Le navi di Metel, in viaggio per raggiungere Puna, devono superare la barriera del Ponte Nord/Est, ma ciò che vedono i marinai li intimorisce. Una delle terribili creature marine, il gigantesco serpente Nathair Mara, completamente avvinghiato alle impalcature del ponte, con le sue spire lo demolisce senza nessuna fatica.
Lyngesydd urla al timoniere del suo vascello: «Non farti distrarre dalla paura, vira a babordo e preparati per l’attacco!»
Tutti i marinai sono in preda al panico, l’ammiraglio urla ordini ma in pochi rispondono eseguendo le azioni richieste e il Nathair Mara, completata la distruzione del ponte, indirizza la sua attenzione verso quel gruppo di barche. Troppo pochi i colpi di cannone che le navi di Metel riescono a sparare e nessuna delle sfere di ferro che lo colpiscono riescono a scalfi la pelle squamosa del serpente marino; Lyngesydd non può fare più nulla, guarda le altre navi sprofondare nell’abisso e infine urla disperato quando il Nathair Mara inghiotte lui e tutto il suo vascello.

Mare del Sud
Port Winkel a Tera è salvo perché il Leviatano è interessato solamente a distruggere il Ponte Sud/Est. La grande balena non si cura delle cannonate che provengono dalle navi guidate dall’ammiraglio Raal, continua a prendere a testate le grandi impalcature che mantengono in piedi il ponte e inghiotte ogni persona che finisce in mare per le forti scosse che la mangiatrice di uomini imprime ai muri portanti. L’ammiraglio sta decidendo quale tattica utilizzare per allontanare il mostro ma mentre impartisce i primi ordini, il Ponte Sud/Est crolla su se stesso portandosi dietro le casermette di guardia poste al confine di Dwr e a quello di Tera. Il Leviatano emette un sibilo che sembra una risata, poi, repentinamente, si dirige proprio contro le navi di Tera che si erano poste a ventaglio per bombardarlo: s’inabissa, risale sfondando la chiglia di una nave e poi ricade verso il mare colpendo la nave seguente con la testa. Il mostro distrugge l’intera flotta, ma come mosso da coscienza, lascia per ultimo il boccone per lui più dolce. Raal non ha modo di fuggire, la balena colpisce la fiancata del vascello dell’ammiraglio ribaltandola poi scende sott’acqua per inghiottire ogni uomo o donna che sprofonda verso l’abisso, compreso Raal stesso.
 
Mare dell’Ovest
Un piccolo brigantino sta solcando il mare e un ragazzo osserva con un cannocchiale la terra che ha lasciato dietro di sé.
«Dove stiamo andando?» chiede la Saggia Wicaksana.
Il ragazzo abbassa il cannocchiale e dice: «Raggiungeremo prima di tutto Otoke, è il posto più sicuro ed è il luogo dove risiede la mia futura sposa, poi andremo a Metel e con il mio amico Primo Cavaliere, organizzerò una spedizione per riprendermi Apen!»
«Maestà, c’è qualcosa che si sta muovendo nel mare!» urla Prau mentre gli occhi terrificanti del Kraken fanno capolino vicino all’imbarcazione.
«Nessuna paura, Wicaksana ci toglierà di mezzo questo impiccio» dice Oak confidando nella magia della Saggia.
La donna sale sulla prua, proferisce delle parole in lingua antica e una serie di grandi lance di quercia fuoriescono dalle travi legnose del brigantino per colpire il Kraken, ma la bestia risponde abbattendo l’albero maestro della nave con uno dei suoi tentacoli e poi, per nulla intimorito, si avvinghia all’imbarcazione, inizia a farla sprofondare, ma all’improvviso lascia la presa e si allontana di qualche metro rimanendo a osservare la persona che è salita a bordo.
Sul brigantino è apparso un uomo vestito di nero e i suoi occhi rossi dietro la maschera non lasciano dubbi su chi sia.
«Che cosa volete?» chiede Wicaksana intimorita soltanto dall’energia oscura che sente provenire dallo stregone.
L’Inquisitore non risponde e si avvicina a Oak al quale dice: «Adesso quella bestia è impaurita, ma se non le date un buon pasto vi attaccherà di nuovo. Io scomparirò così come sono apparso senza subirne le conseguenze, ma voi sarete ricordato come il re che inseguito dal suo popolo è finito nello stomaco del Kraken.»
Prau tenta di colpire l’Inquisitore ma la sua spada si scioglie tra le sue mani mentre Wicaksana rinuncia a eseguire la seconda magia che la porterebbe alla morte.
«E come posso fare per sfamare quella creatura?» chiede Oak.
«Volete il mio aiuto? Ricordate che non si riceve niente senza pagare.»
«Quando tornerò nel mio regno, vi darò qualsiasi cosa che vorrete.»
«Non ho bisogno né di denaro né di pietre preziose, potrete ricambiare il favore quando avrò bisogno di voi, ma ricordate che non accetterò un rifiuto e il “no” vi costerà la vita che ora posso salvarvi.»
«D’accordo» risponde Oak portando in avanti una mano per stringere quella dello stregone, ma l’Inquisitore si volta, solleva un braccio e la Saggia Wicaksana vola dalla prua della nave fino al Kraken che la blocca con i suoi tentacoli. La bestia, in un istante, strappa le braccia e le gambe dal corpo della Saggia e poi ne lancia i resti in acqua per divorarli con estrema cura.
«Perché lei?» chiede Oak per niente intimorito dall’azione dello stregone.
«La bestia ama le persone che usano la magia e ne gusta ogni lembo di carne, anche se detesta gli arti perché troppo scarni. Ma questo non la sfama di certo, serve anche una persona che si erge sugli altri per un potere che gli è stato soltanto donato» e dette quelle parole esegue il gesto precedente nei confronti di Prau, e anche il Kraken ripete la macabra sequenza operata su Wicaksana.
«Ora proseguite il vostro viaggio, la bestia vi disturberà soltanto se manterrete la rotta che porta vicino a Ngahuru. Seguite le coste, ci metterete più tempo per raggiungere Otoke, ma sarete in salvo» dice l’Inquisitore prima di sparire.
Sul brigantino tutti i marinai sono impauriti mentre Oak urla: «Fate rotta verso lo Stato Libero di Oazo!»

Isola Otoke
«Mia cara, andresti ad accogliere il nostro ospite?» chiede l’imperatore Atua, CCXVII del suo nome.
«Mi ha sorpreso sapere che avrebbe sfidato il mare per raggiungervi a Otoke» risponde Oceanya mentre allaccia la cintura della sua spada.
«Il ruolo di Primo Cavaliere prevede che sia a mia completa disposizione, soprattutto in questi anni di terribili catastrofi. Metalo è conscio che rifiutando la mia chiamata, il popolo recepirà la sua scelta come un atto di paura perdendo fiducia in lui, l’unico uomo ad aver sconfitto una Creatura Mitologica.»
«Voi lo conoscete da una vita, però io conosco la sua vera natura che è un calco ben riuscito di quella del padre. Se viene qua senza discutere è perché ha qualche idea da proporre, e magari, da imporre» dice la principessa prima di uscire dal palazzo.

Oceanya raggiunge in poco tempo il porto e assiste all’attracco del brigantino di Metel al molo principale. Raggiunge l’imbarcazione e s’inchina davanti a Metalo, poi chiede: «Avete avuto qualche avvistamento molesto durante il viaggio?»
«Per fortuna no, ma mi è arrivato un messaggio in cui mi segnalavano un possibile attacco al Ponte Nord/Est» risponde Metalo.
«L’imperatore è lieta che tu abbia accettato di incontrarla. Mi domando perché hai aspettato quasi un anno prima di venire qua» chiede Oceanya testando l’amico.
«Potrei inventarmi di tutto, ma sarò sincero. Temo che l’attacco terrestre sia stato solo l’inizio di qualcosa di più terribile e voglio essere sicuro che l’imperatore riesca ad avere dalla sua parte ogni regno. Metel è ovviamente allineato, Tan non si è mai tirata indietro, ma Tera è in piena crisi con la malattia di tua zia, tua sorella sta facendo di tutto per evitare di perdere soldati se non ne ricava profitto e soprattutto il tuo futuro marito non ha mai risposto ai miei appelli.»
La ragazza, sorridendo sarcasticamente, provoca dicendo: «E di che ti preoccupi? Puoi sempre contare sullo Stato Libero di Oazo come ha fatto tuo padre per invadere indisturbato Tan.»
«Visto che vuoi giocare, ti ricordo che il tuo marito defunto ti ha ammazzato la tua bella concubina e a cercato di uccidere tua sorella. Neppure Wasa si è mai spinta a tanto» risponde Metalo contraccambiando il sorriso sarcastico.
Oceanya non risponde, non è mai riuscita a tenere testa a Metalo neppure quando erano piccoli mentre lui cambia discorso chiedendo: «Tu hai qualche notizia di Oak? Dopo le accuse che ha ricevuto e il rinvio del vostro matrimonio ha smesso di scrivere a chiunque.»
«No, e non sono minimamente interessata a ricevere suoi messaggi. Se ci pensi bene, sarebbe più utile che il suo popolo lo linciasse velocemente; avresti all’istante Apen dalla tua parte. Personalmente, un pensierino di aiutare i rivoltosi lo farei.»
«I regni devono essere riuniti sotto le corone dei loro regnanti, non posso permettermi di dover perdere tempo a intavolare lunghe discussioni con un altro stato libero dalle Leggi imperiale» risponde Metalo mostrando decisione nelle sue parole.
Oceanya sorride dicendo: «Da come parli, sembra proprio che quel pensierino lo aveva già fatto tuo padre.»

§   §   §

Agisto ha da fare l’ultima consegna ma può soltanto utilizzare il suo istinto perché dell’uomo che cerca si sono perse le tracce da anni. Il piccolo Ten, attraverso gli occhi di Agisto, assiste impotente alla distruzione perpetuata dalle bestie degli abissi e recepisce anche lui la forte energia oscura che si sta propagando nel Mondo degli Uomini, nonostante sia un semplice osservatore proveniente dal futuro. Il corvo è tanto disorientato da questi influssi malefici che è obbligato a tornare a Wuxing e raggiunta la sala cerimoniale si appoggia al suo trespolo spossato. L’imperatore accarezza la bestiola dicendo all’anima errante: «Matco, hai fatto quello che potevi, non disperarti, avrai modo di completare la tua missione molto presto.»









CAST
Importanti
Agisto – Corvo messaggero appartenuto a Sipestro di Tan e che ospita l’anima errante del soldato Matco, assassinato al lago Sider a Dwr
Ten [m] – Bimbo che vede gli avvenimenti attraverso gli occhi del corvo
Atua Primo [m] – Leggendario Imperatore dei Cinque Regni Umani
Fajro [m] – Principe di Tan e protagonista della storia

Regno Wuxing
- ? [m] – Imperatore (il suo nome non è stato ancora detto)
- Aki [f], Fuyu [m], Haru [m], Natsu [m] – i quattro generali di Wuxing
- Eteru [f] (Neutro) – la samurai definita più vicina al Creatore
- Daichi [m] (Terra), Kasai [f] (Fuoco), Mizu [m] (Acqua) – i tre samurai con Elementi Primari
- Kinzoku [m] (Metallo), Kuoki [m] (Aria), Mokuzai [f] (Legno) – i tre samurai con Elementi Secondari

Regno Sea (regno negli abissi marini)
- Kwakhala [f] – Regina (solo nominata)
- Kraken, Leviatano, Nathair Mara – Creature mitologiche

Regno Koraha (regno nel deserto omonimo)
- Yuly [f] – ? (solo nominata)
- Golem, Skorpio, Chimera – Creature mitologiche

Regno Sliabh (regno sulle montagne condivise tra Metel e Tera)
- ? – guardiano del Gigante
- Gigante, Pithecus, Denosor – Creature mitologiche

Regno Hout (regno chiamato anche Foresta Proibita)
- Ombra, Maputa, Lipitoare – Creature mitologiche

Regno Heru (regno sotterraneo posizionato alle radici dell’albero Hyperion)
- Innominabile – Imperatore (soltanto identificato come imperatore)
- ? – Cinque servitori di Heru (soltanto nominato il loro ruolo)

Altri personaggi apparsi o solo nominati nel capitolo
- Flame – Regina di Tan
- Bruligida – Regina di Tan dopo aver abdicato è diventata Saggia di corte
- Crehuma – Saggia di corte a Metel
- Lyngesydd – ammiraglio della marina di Metel
- Titan – Re di Metel
- Metalo – Principe ereditario di Metel
- Moncai – Generale della marina militare di Metel
- Meirge  – Generale dell’esercito di Metel
- Wit – Re assassinato di Apen
- Macan, Terwelu – Generali dell’esercito di Apen
- Prau – Ammiraglio della marina di Apen
- Menara – Generale della marina di Apen
- Jaran e Catur – Capitani dell’esercito di Apen
- Wicaksana – Saggia alla corte di Apen
- Panglito – Comandante in capo dell’esercito di Apen
- Kayu, Gedhe – Ufficiali dell’esercito di Apen
- Wasa – Regina di Tera
- Vlek – Saggio di corte a Tera
- Aarde – Principessa ereditaria di Tera
- Haag – Capitano dell’esercito di Tera
- Draak – Comandante in capo dell’esercito di Tera
- Raal – Ammiraglio della marina di Tera
- Atua CCXVII (vero nome Ohlaka) – Imperatore dei Cinque Regni
- Cristalya – Regina di Dwr
- Haranche – Ammiraglio della marina di Dwr
- Oak – Re di Apen
- Oceanya – Principessa ereditaria e comandante in capo dell’esercito di Dwr





Schema della magia
- Ogni Essere Vivente è costituito di Energia
- Con al morte fisica l’Energia si tramuta in un Globo di Luce o in uno Oscuro
- Il Globo di Luce raggiunge il Regno Wuxing (il bene) mentre il Globo Oscuro raggiunge il Regno Heru (il male)
- L’Energia di ogni Essere Vivente è la base per la creazione degli Elementi Magici

Schema degli elementi magici
- Esistono due Elementi Dominanti: Luce, Oscurità
- Esistono tre Elementi Primari: Acqua, Fuoco, Terra
- Esistono tre Elementi Secondari: Aria, Legno, Metallo
- Esiste un Elemento Neutro: Etere
- se uno o più Elementi Secondari acquistano potere crea/creano squilibrio
- con lo squilibrio uno o più Elementi Primari soccombe/soccombono e l’Elemento Neutro diventa Caos
- L’Elemento Caos dona maggiore potere all’Elemento Dominante Oscurità che prende il soppravvento sulla Luce.

Schema della Forma Energetica Assoluta
- La Forma Energetica Assoluta è il massimo raggiungibile nella Forma Energetica
- La Forma Energetica si divide in tre livelli:
a) Livello Kou (alto) : lo ottengono solo l’Imperatore di Wuxing e l’Imperatore di Heru
b) Livello Heikin (intermedio): lo ottengono solo i generali di Wuxing e i servitori di Heru
c) Livello Tei (basso) – lo ottengono i samurai di Wuxing e tutti gli altri esseri viventi che hanno coscienza delle differenze.
- La Forma Energetica evoca magicamente un Animale chiamato Famiglio
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: ghostmaker