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Autore: Salem Balcoin    01/11/2019    10 recensioni
[STORIA INTERATTIVA – ISCRIZIONI APERTE FINO AL 27 OTTOBRE]
Nel 1926 Cantankerus Nott stilò un elenco di 28 famiglie dall’impeccabile stato di sangue e le invitò presso la sua villa per una serie di prove di abilità e arguzia. Da quell’evento nacquero alleanze e unioni di tutto rispetto e, in occasione del ventesimo anniversario dei Giochi, l’evento sembra destinato a ripetersi.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Black, Famiglia Lestrange, Famiglia Nott, Famiglia Rosier, Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Prologo & Selezione OC

 

 

 

 

 

- Signorina, gli ospiti stanno cominciando ad arrivare. –

La voce dell’elfa domestica la richiamò dalla vasca da bagno in cui era immersa fino al collo, riportandola alla realtà. Amalya riemerse dall’acqua e allungò una mano ad afferrare l’accappatoio che aveva abbandonato sullo sgabello. Aveva sperato che un bel bagno le desse l’energia per affrontare la folla al piano di sotto, ma più passavano i minuti e più si rendeva conto che nulla avrebbe mai potuto aiutarla ad affrontare quello strazio.

- Signorina -, insistè la vocina al di là della porta, - ci sono anche i suoi amici. –

Quello sì che ebbe il potere di convincerla definitivamente. Sapeva che l’invito era stato recapitato anche ai Malfoy, agli Shacklebolt e agli Yaxley e si era chiesta più di una volta se i loro rampolli sarebbero stati o meno presenti. Uscì dal bagno, indossando l’abito da giorno color crema che sua madre le aveva portato da Diagon Alley il giorno precedente; le arrivava all’altezza del ginocchio e le risaltava il fisico sottile, sebbene non fosse tanto aderente da risultare eccessivo, e dovette riconoscere che le stava particolarmente bene. Sebbene non amasse fare shopping e non si unisse spesso a sua madre doveva ammettere che la donna aveva un gusto veramente squisito.

Studiò il riflesso che lo specchio le rimandava, mordicchiando il labbro inferiore con fare pensieroso mentre si truccava in modo leggero.

- Capelli su o giù? –

L’elfa puntò gli occhietti acquosi sui lunghi capelli prima di spingere verso di lei il piccolo pouf.

- Se la signorina vuole posso farle una bella acconciatura – propose con un inchino.

Le rivolse un sorriso riconoscente prima di accomodarsi e permetterle di mettersi al lavoro. La osservò mentre muoveva rapidamente le mani dalle dita lunghe e ossute, intrecciando e fissando le ciocche. Impiegò sorprendentemente poco tempo per ultimare la sua opera e Amalya sgranò gli occhi, impressionata dalla morbida ed elegante crocchia ferma alla base del suo collo.

- Hai fatto un lavoro fantastico. –

- Lieta di aver aiutato la signorina. –

S’inchinò nuovamente prima di correre sulle gambette corte per spalancare la porta della sua stanza e invitarla a precederla.

Amalya percorse il lungo corridoio, impreziosito da un tappeto di velluto nero che contrastava con il marmo bianco, fino ad arrivare alla rampa di scale che l’avrebbe condotta all’ingresso.

Sbirciò da dietro la balaustra.

Come aveva previsto villa Nott era affollata di facce conosciute, giovani e meno giovani, attirate dal ricevimento in occasione dell’inaugurazione del ventennale.

Prese un respiro profondo, poi cominciò a scendere i gradini stando attenta a non inciampare a causa dei tacchi alti.

Ormai era in ballo, tanto valeva terminare quella serata senza danni collaterali.  

 

 

 

Regael afferrò un paio di calici di cristallo sul vassoio nell’angolo, porgendone uno alla ragazza accanto a lui e sorseggiando l’altro.

Mavis l’accettò con un sorriso di ringraziamento, sorseggiandolo lentamente mentre osservava la sala. Le piaceva provare a leggere dentro le persone che la circondavano, capire cosa si annidasse nella loro mente e quali fossero i loro desideri e ambizioni. Era stata proprio questa sua attitudine a spingerla a legarsi a Regael. L’aveva conosciuto poco dopo il suo incontro con Amalya e fin da subito aveva deciso che il rampollo dei Lestrange era un enigma che le sarebbe piaciuto decifrare. Da allora erano passati dieci anni ed era sempre più convinta di aver fatto la scelta giusta nel diventare sua amica. Aveva imparato a interpretare i silenzi, i sorrisi e persino le piccole espressioni facciali dell’amico, perciò sapeva bene che in quel momento era in attesa.

- Fawn ed Enwar non si sono ancora visti? –

- Ho visto Fawn poco fa -, replicò la bionda, - stava salutando Aries ed Eve. Quanto ad Enwar … -

- Sarà elegantemente in ritardo come suo solito – concluse Amalya per lei, unendosi alla coppia di amici e portando con sé Fawn.

La Yaxley aveva l’aria di chi avrebbe preferito essere letteralmente da qualsiasi altra parte del pianeta, un lieve broncio sul bel viso e un flute già assicurato tra le mani.

- Per un attimo credevo che non ti avremmo visto –, disse Reagel dando voce al pensiero comune, - non sei tu quella che ritiene eventi come questi “uno sfoggio di boria e altezzosità Purosangue”? –

Fawn si strinse nelle spalle, un gesto che sua madre avrebbe di sicuro condannato giudicandolo poco signorile. – Meglio io che Eden. È troppo giovane, troppo influenzabile, non oso neppure immaginare cosa le avrebbe messo in testa mia madre, ma di sicuro sarebbe tornata a casa con un idiota imbellettato come fidanzato. –

Mavis e Amalya annuirono con fare comprensivo.

Essere delle giovani donne nubili e di buona famiglia poteva essere oppressivo in un ambiente come il loro, non c’era da sorprendersi se una persona forte e protettiva come Fawn si fosse sacrificata per il bene della sorellina.

Mavis stava per replicare quando dalla porta d’ingresso fece la sua comparsa un giovane dal fisico alto e asciutto. I capelli color dell’oro contornavano un volto dai tratti decisi e occhi grigio azzurri che vagavano alla ricerca di qualcuno.

Quando si soffermò su di loro il ragazzo si aprì in un sorriso e allungò il passo. Si districò abilmente tra gli ospiti che gli stringevano la mano e afferrò l’ultimo flute rimasto. Lo fece tintinnare contro quello di Regael e ammiccò.

- Buonasera, signorine. –

- Buonasera, dongiovanni da strapazzo – replicò Fawn.

- Quello è … un vestito? Oh per Merlino, sta indossando un vestito?

Enwar si finse scandalizzato nell’esaminare il sobrio vestito che aveva sostituito il suo solito abbigliamento informale.

- Già, quello è un vestito. Questo invece è il pugno che sto per darti – replicò, mostrandogli la mano destra con fare minaccioso e provocando le risate degli amici.

- Sempre così scontrosa -, scosse il capo il biondo, - forse dovrei fare quattro chiacchiere con … -

Non riuscì a terminare la frase, perché il tacco di Amalya si conficcò sul dorso del suo piede. Serrò le labbra per soffocare un gemito di dolore.

- Ti sei coalizzata con lei, Lya? Forse dovrei andare dove la mia presenza è maggiormente apprezzata. –

Mavis concluse la stoccata tutta all’insegna della femminilità con un sorrisetto sornione.

- Quando avrai trovato quelle persone faccelo sapere, le eviteremo con cura. –

Enwar cercò con lo sguardo il sostegno dell’amico, ma le iridi smeraldine di Regael luccicavano divertite e il ragazzo aveva tutta l’aria di chi voleva silenziosamente ammonirlo: “ehi, non guardare me, non mi metto contro tre donne.”

Così si limitò a sorseggiare il suo drink con un lieve broncio, rimanendo saldamente in silenzio.

 

 

 

Quando vide Aries avvicinarsi a lei e alle sue amiche Maya non potè fare a meno di avvampare vistosamente. Sapeva di avere un bell’aspetto, ma da sempre la sottile arte del corteggiamento e del flirt le era sconosciuta; inoltre eventi come quelli, in cui i riflettori erano sempre puntati addosso agli ospiti, contribuivano a innervosirla e farla diventare una specie di pomodoro troppo maturo. Sua madre la trovava un’abitudine assurda e disdicevole, specialmente se si considerava che questo suo imbarazzo la portava a balbettare e cercare costantemente una via di fuga da qualsiasi corteggiatore. Gli uomini la mettevano a disagio, specialmente quelli sicuri di sé e sfrontati come il rampollo dei Black, ma se non altro quella sera avrebbe potuto contare sulla rassicurante presenza di Eve. L’amica infatti aveva abbandonato la conversazione in cui era stata impegnata fino a poco tempo prima e l’aveva raggiunta, unendosi a lei e a Lucy.

Avere Eve vicino la aiutava a sentirsi un pizzico più a suo agio ed era sicura che lo stesso valesse per Lucy, notoriamente riservata e timida quasi quanto lei.

Fu proprio Lucy ad accogliere la rossa con un abbraccio.

- Dove hai lasciato Ophelia e Demetra? –

Eve lasciò vagare una mano a mezz’aria, da qualche parte alle sue spalle tra la schiera di presenti. – Da qualche parte a chiacchierare con Oswald Selwyn. Perché sei arrossita, Maya? –

L’ex Tassorosso non ebbe modo di replicare, perché la voce di Aries giunse a interrompere la loro conversazione.

Il ragazzo aveva un’espressione a metà tra il divertito e l’incerto.

- Credo che sia colpa mia, anche se non ho ben capito quale sia il motivo questa volta. –

- Ti ho già detto che le mie amiche sono off limits per te -, replicò Eve assestandogli un buffetto, - perciò smettila di fare il cascamorto e imbarazzarle. –

- Ma se non ho ancora rivolto la parola a nessuna delle due – protestò.

- Eve … a quanto pare tuo cugino non è da solo – intervenne timidamente Lucy, accennando al giovane che avanzava sorridendo.

Quel commento ebbe il potere di distogliere l’attenzione della Rosier, che puntò le iridi color indaco sul nuovo arrivato.

Antares Dorian Avery.

Perché Aries passasse il suo tempo in compagnia di quel tipo le era completamente incomprensibile.

Eppure per qualche strana ragione quei due andavano da sempre d’amore e d’accordo.

Antares si fermò proprio davanti a lei, folgorandola con la migliore delle sue espressioni accattivanti.

- Mi concedi un ballo, Eve? –

- Piuttosto mi metto a ballare con l’elfa domestica di Amalya – replicò asciutta.

- Oh andiamo -, insistette gioviale, - prometto che terrò le mani a posto. Non avrai paura di me, no? –

Aries sogghignò sentendo le parole dell’amico.

Se c’era un tasto da premere per convincere Eve a fare qualcosa quello era di sicuro il tono di sfida.

Eve era troppo competitiva per considerare l’idea di rinunciare a una sfida, specialmente a una posta in modo evidente e sotto gli occhi di tutti.

Così la cugina accettò la mano di Antares e rivolse un’occhiata alle amiche.

- Torno subito. Se Aries fa l’idiota siete autorizzate a Schiantarlo. –

Si lasciò guidare tra gli altri ballerini e poco dopo il loro allontanamento fu Sheridan Crouch a prendere il posto lasciato libero.

- Hai aspettato che Eve se ne andasse per venirci a salutare? – domandò Lucy, vincendo la timidezza.

Il giovane Crouch era una delle poche compagnie maschili con cui la Greengrass si trovasse a suo agio. Era schietto, un tipo senza troppi fronzoli, e non si preoccupava troppo di quello che la gente pensava di lui. In un certo senso in sua presenza riusciva a dimenticare di quanto fosse atipica come Greengrass.

- Ho preferito evitare un incontro ravvicinato -, ammise il biondo, - per non innescare la solita bomba a orologeria. Senza offesa, amico – aggiunse all’indirizzo di Aries.

- Figurati, che tra te e mia cugina le cose procedano sempre sul filo del rasoio non è certo una sorpresa. –

- A proposito di persone sul filo del rasoio. Non hai visto chi è arrivata cinque minuti fa? –

Aries e le due ragazze seguirono il suo sguardo, individuando una ragazza nell’angolo opposto della sala.

Morwenna Carrow rispondeva pacatamente ad alcune domande poste dalle matrone presenti, studiando la pista con fare incerto.

Sembrava che da un lato volesse unirsi alle danze, dall’altro che non sapesse se qualcuno l’avrebbe o meno invitata a farlo.

A Maya si strinse il cuore nel vederla così in difficoltà.

Lei e Morwenna non erano amiche, anzi a dire il vero non si erano mai scambiate una sola parola, ma provava empatia per quella ragazza di cui tutti sparlavano.

I Carrow erano considerati strani, pericolosi e inclini alla follia più sadica, ma Morwenna aveva sempre cercato di mostrarsi diversa dalla percezione comune.

Maya sapeva quanto dovesse essere difficile fronteggiare quel costante senso d’inadeguatezza e imbarazzo.

Così, prima ancora di rendersene conto, si ritrovò a rompere il suo silenzio.

- Perché uno di voi non le chiede di ballare? –

Aries e Sheridan si scambiarono una silenziosa occhiata, poi il moro si allontanò annunciando che ci avrebbe pensato lui.

 

 

 

Quando vide Aries Black avvicinarsi con due calici stretti tra le mani a Morwenna parve che la fortuna avesse finalmente cominciato a sorriderle. Aveva accettato di partecipare al ventennale dei Nott con la speranza di trovare un buon partito che le permettesse di riscattare il suo nome, di elevarsi e smetterla di essere accostata al gene della follia della sua famiglia, ed ecco che uno dei rampolli più ambiti le offriva da bere.

- Il tuo vestito ti dona veramente moltissimo – esordì Aries, porgendole il calice con un inchino appena accennato.

Sorrise di rimando, facendo tintinnare il calice contro quello del ragazzo e sorseggiandolo piano.

- Ti ringrazio, anche tu sei molto elegante. –

- Non sta bene che una ragazza così carina stia da sola ad una festa -, aggiunse con il suo solito modo di fare disinvolto, - perciò mi sono detto che dovevo proprio sopperire a questa mancanza e invitarti a ballare. –

Il sorriso sul volto di Morwenna si aprì, perdendo forse solo un po’ dell’aria civettuola ma divenendo in un certo qual modo più autentico. Non aveva veri amici, non ne aveva mai avuti, e il pensiero che qualcuno si fosse mosso di sua spontanea volontà per coinvolgerla in un’attività le scaldava il cuore.

- Accetto il tuo invito con molto piacere, ma devo avvisarti che non sono una ballerina di livello come tua cugina e le sue amiche – si schermì.

- Sono certo che te la caverai divinamente e poi io sono un abile conduttore. –

Le porse il braccio e la scortò sulla pista, facendola volteggiare prima di cingerle la vita con le braccia.

Dopo che ebbero mosso i primi passi, tra la curiosità generale, Aries ruppe il silenzio cercando un argomento di conversazione.

Gli era stato insegnato che non stava bene rimanere in silenzio durante un ballo, dava l’impressione alla propria dama che non si fosse sufficientemente interessati a lei.

- Cosa pensi di quest’idea del signor Nott? –

- La trovo un’opportunità molto interessante. Misurarsi tra di noi sarà divertente. –

- Lo sarà di sicuro -, convenne, - ma non mi sembri particolarmente preoccupata dall’altro risvolto dell’evento. –

Morwenna corrugò la fronte.

- Intendi il matrimonio? Perché dovrei esserlo? Ho ventidue anni, è giunto il momento di guardarmi attorno. –

- È buffo sentirlo dire in modo così diretto. Sono abituato a sentire ragazze lamentarsi, quasi mi sembra surreale un tale senso d’accettazione. –

- Intendi tua cugina e le sue amiche? –

Annuì prima di farla volteggiare di nuovo.

Morwenna cercò il suo sguardo dopo la piroetta e asserì con decisione: - Io non sono come loro. Voglio sposarmi, desidero davvero un marito adatto a me, non è una costrizione della mia famiglia. –

- Se è così che la pensi -, replicò galantemente, - allora ti auguro di riuscire a trovare la persona che desideri. –

 

 

 

Gerhilda si illuminò quando vide il profilo dell’ex compagno di Casa. James Burke era in un angolo, impegnato in una fitta conversazione con Nathan Parkinson, e sembrava che nessuno dei due fosse minimamente interessato ai pettegolezzi e ai corteggiamenti in atto in quel momento nel salone dei Nott.

Si avvicinò alla coppia di ragazzi con passo leggero, tossicchiando leggermente e sorridendo quando li vide voltarsi verso di lei.

- Spiacente d’interrompervi, ma sono veramente contenta di vedere qualche faccia amica in mezzo a questo marasma di pettegoli altolocati. –

James le si avvicinò, scoccandole un rapido bacio su una guancia perfettamente truccata.

- Lieto di rivederti, Hilda. È passato veramente tanto tempo dall’ultima volta. –

- Già, confesso di essere sorpresa di vederti qui. –

- Lo ero anche io -, asserì Nathan, - visti i suoi trascorsi con la famiglia. Però devo riconoscere che è una splendida sorpresa. –

- Credo che siate tra i pochi a pensarla così -, replicò James, - visti gli sguardi che ho ricevuto appena sono entrato. –

Nathan aggrottò la fronte.

- Sei pur sempre un Burke, il tuo posto è tra di noi. –

- Forse, ma a quanto pare il nome non sostituisce un comportamento oltraggioso. Come i miei genitori hanno amabilmente sottolineato in più di un’occasione, sono un “pagliaccio”, una sorta di grottesca pantomima di ribellione – concluse amaramente.

- Eppure sei qui -, constatò Gerhilda, - quindi forse vuoi dimostrare quello che davvero vali, no? –

James annuì.

L’amica aveva centrato in pieno la questione. Se aveva deciso di prendere parte all’evento dei Nott era stato proprio mosso da quella ragione: dimostrare di valere molto, anche se la pensava in modo diverso dalla sua famiglia.

- Sarà una sfida interessante. –

Nathan rivolse lo sguardo verso i venticinque rimanenti concorrenti presenti nella sala, tutti agguerriti e pronti a dimostrare il loro valore.

- Puoi giurarci. –

 

 

 

Oswald smise di aggiornare le amiche sulla pianificazione dei capitoli del libro a cui stava segretamente lavorando, puntando lo sguardo verso Cantankerus Nott.

L’anziano patriarca della famiglia era in piedi al centro del salone. Aveva gli occhi di tutti puntati su di sé e ne era visibilmente compiaciuto.

- Se la sta godendo tantissimo – considerò Demetra con un sorrisetto.

- Poco ma sicuro, è nuovamente al centro dell’attenzione anche se la sua famiglia non è né la più pura né la più ricca delle presenti. Un toccasana per un uomo ambizioso ed egocentrico come lui – sussurrò di rimando Ophelia.

Oswald annuì alle parole delle amiche.

Cantankerus era un tipo singolare, uno di quei personaggi che ben si sarebbero prestati a prendere parte delle avventure del suo romanzo, e non escludeva che potesse effettivamente rielaborare la figura del patriarca e inserirlo all’interno della trama.

- Non si può dire che non sappia come farsi valere. –

- Sssh, sentiamo cosa ha da dire. –

Cantankerus si schiarì la voce e diede inizio al suo discorso.

- Desidero dare il benvenuto a tutti i nostri prestigiosi ospiti. È un onore rivedere tante facce note in occasione di un ventennale che ha segnato la vita e la reputazione di tutte le nostre famiglie. La precedente edizione è stata vinta dalla famiglia Black, ma oserei dire che date le felici unioni concluse in quegli anni tutti noi ne siamo in qualche modo usciti vincitori. Ed ecco che si ripresenta l’opportunità di emergere anche per i nostri figli e nipoti. Che magnifica occasione, amici miei. Invito tutti voi a godervi il resto della serata, al suo termine troverete l’elenco dei gruppi di lavoro che ho già redatto. Da domani il ventennale avrà inizio e con esso la prima prova! –

E dopo aver sganciato quella bomba, tornò a conversare con il signor Lumacorno lasciando la sala in preda al vociare.

Oswald sgranò gli occhi, guardando le amiche.

- Non ci credo, si comincia già domani? –

- Così sembra, perciò godiamoci questa festa fino all’ultimo minuto – replicò Demetra, alzando il calice in una sorta di brindisi al quale risposero entrambi i giovani.

 

 

 

La festa era giunta quasi al termine quando Diana vide uno degli elfi domestici dei Nott avvicinarsi a una delle vetrate e apporre un pezzo di pergamena sul vetro.

Diede di gomito ad Alastair, indicandogli quella scena.

L’amico abbandonò la conversazione con un paio di colleghi Auror e le dedicò la sua completa attenzione.

- Cosa c’è, Di? Troppo whiskey incendiario? Ti avevo detto che una cosetta piccola come te non doveva esagerare con il bere. –

Per tutta risposta gli rivolse una smorfia che lo fece ridacchiare.

- Sono perfettamente sobria, ti ho colpito con intenzione. –

Alastair finse di mostrarsi offeso da quell’affermazione, sgranando gli occhi come se fosse completamente estraneo a qualsiasi azione che potesse mai farla arrabbiare.

Certo, come se l’immagine da innocente angioletto fosse anche solo lontanamente accostabile a lui.

- E cosa ho mai fatto per meritarmi una simile violenza? –

- Non volevo farti male -, lo rimbrottò, - ma indicarti l’elfo dei Nott. Ha appeso la lista dei gruppi. –

Questo sì che ebbe il potere di farlo tornare immediatamente serio. La prese per mano e, sfruttando la sua stazza, l’aiutò a farsi largo tra gli invitati fino a raggiungere la finestra.

Le famiglie erano state divise in cinque gruppi.

Scorsero le divisioni alla ricerca dei rispettivi cognomi.

- A quanto pare in questa prima parte del ventennale saremo effettivamente l’una contro l’altro – considerò Diana.

- Già, pronta a essere sconfitta Prewett? –

- Continua a crederci, Rowle, se ti aiuta a sentirti meglio – rilanciò battagliera.

 

 

1° gruppo

Gerhilda Ollivander

Eve Rosier

Regael Lestrange

Demetra Fawley

Antares Avery

 

2° gruppo

Mavis Shacklebolt

Sheridan Crouch

Aries Black

Lucy Greengrass

Alastair Rowle

 

3° gruppo

Oswald Selwyn

James Burke

Diana Prewett

Enwar Malfoy

Fawn Yaxley

 

4° gruppo

Ophelia Abbott

Morwenna Carrow

Nathan Parkinson

Maya Bulstrode

Amalya Nott

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Buonasera!

Scusate per l’attesa, ma i personaggi erano molti e ho preferito prendermi un pochino di tempo in più per pubblicare. Spero di aver reso bene i vostri OC, seppure siamo ancora all’inizio e siano solo accennati, ma se così non fosse non fatevi scrupoli a farmelo presente. Detto ciò vi lascio con l’elenco completo di prestavolto, che troverete qui sotto.

A presto.

Salem

 

 

Enwar Malfoy (PV Nick Slater) – 21 anni, ex Serpeverde. Membro del Wizengamot.


 

Mavis Shacklebolt (PV Chiara Parravicini) – 21 anni, ex Corvonero. Auror.



Oswald Selwyn (PV Matthew Clavane) – 18 anni, ex Tassorosso. Apprendista presso il Ministero della Magia.


 

Fawn Ava Yaxley (PV Kacey Rohl) – 22 anni, ex Corvonero. Giornalista presso il Daily Mail.


 

Demetra Cassandra Fawley (PV Katie McGrath) – 18 anni, ex Grifondoro. Specializzanda in Alchimia.

 

Diana Prewett (PV Marie Avgeropoulos) – 23 anni, ex Tassorosso. Restauratrice e antiquaria.


 

Nathan Alexander Parkinson (PV William Moseley) – 25 anni, ex Serpeverde. Specializzando in Medimagia d’urgenza.


 

Alastair Rowle (PV Tom Ellis) – 25 anni, ex Serpeverde. Auror.


 

Antares Dorian Avery (PV Theo James) – 22 anni, ex Grifondoro. Auror.


 

Maya Alya Bulstrode (PV Meghan Ory) – 20 anni, ex Tassorosso. Magizoologa.


 

Lucy Greengrass (PV Mackenzie Foy) – 20 anni, ex Corvonero. Specializzanda in Medimagia.


 

Sheridan Seymour Crouch (PV Bradley James) – 19 anni, ex Grifondoro. Ereditiere.


 

Ophelia Heather Abbott (PV Dove Cameron) – 18 anni, ex Corvonero. Specializzanda in Medimagia.

 

Morwenna Iphigenia Carrow (PV Sophia Bush) – 22 anni, ex Serpeverde. Segretaria all’anagrafe magica.


 

Gerhilda Olivander (PV Chloe Grace Moretz) – 24 anni, ex Corvonero. Ereditiera.


 

James Terrence Burke (PV Chris Overgaard) – 24 anni, ex Corvonero. Scrittore.

   
 
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