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Autore: GladiaDelmarre    03/11/2019    12 recensioni
Era una danza, ed era sempre stata una danza tra loro.
Crowley chiedeva, Aziraphale rifiutava. Crowley riformulava la domanda, chiedeva scusa, argomentava, e immancabilemnte l’angelo cedeva. Una storia vecchia come il mondo.
Ma cosa succede quando l'angelo si rifiuta davvero? Quando il sogno di un demone si spezza?
Qualcuno dovrà porvi rimedio, con l'aiuto di qualche amico...
p.s. cercherò di aggiungere una vignetta per ogni capitolo... spero tanto vi piacciano! Sono brevi schizzi di un'oretta di lavoro al massimo.
Genere: Angst, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aziraphale si svegliò per primo.

Aprì gli occhi, e si trovò di fronte il viso di Crowley, ancora addormentato, con la bocca socchiusa. Russava leggermente.

 

Era mattino presto e la luce iniziava a filtrare dalle vetrine della libreria. Microscopiche particelle di polvere vagavano pigramente nell'aria, illuminate da quella luce incerta, in traiettorie apparentemente senza senso.

Sembrava che il tempo non fosse dei migliori, ma non era inusuale per un posto come Londra.

 

Durante la notte qualcuno, non ricordava chi, aveva tirato giù dal divano una coperta in pile tartan. Nessuno dei due aveva voluto interrompere quel contatto, nemmeno fosse per trascinarsi fino al letto. E così giacevano, rannicchiati sul tappeto, fronte a fronte, i volti vicinissimi, con la coperta che racchiudeva come un bozzolo caldo i loro corpi ancora nudi.

Aizraphale era ancora incredulo, sbattè più volte gli occhi, quasi a verificare che Crowley fosse davvero davanti a lui, addormentato. Nella penombra riusciva a vedere la piega del braccio, a contatto col petto, e il bel viso un po' schiacciato, appoggiato sull'altro braccio piegato ad angolo. Sembrava più giovane: forse era merito della gravità che agiva diversamente rispetto a quando era in piedi, ma le piccole rughe che gli circondavano la bocca e gli occhi sembravano più spianate. Si beò dei ricordi e delle sensazioni di quella notte, sentendosi vagamente colpevole ed imbarazzato per come si erano svolti gli eventi. Era stato meraviglioso, ma mentre avevano fatto l'amore lui aveva gridato, più volte, mentre il suo amante lo possedeva. E poi, ovviamente, Crowley lo aveva visto nudo. Aziraphale era sempre stato un po' insicuro del suo aspetto, per via di quelle rotondità derivanti dal suo amore per il cibo. Razionalmente si rendeva conto che un angelo non si dovrebbe certo preoccupare di queste piccolezze, ma emotivamente era tutto un altro discorso: ora si sentiva esposto, messo a nudo, letteralmente.

 

Si mosse, lievemente a disagio, pensando se fosse il caso di andare a vestirsi, perchè di lì a breve avrebbe dovuto affrontare Crowley e non credeva di riuscirci senza uno straccio di vestito indosso.

I suoi movimenti però svegliarono Crowley, che aprì lentamente gli occhi, sbadigliando.

“Buongiorno angelo” mugolò Crowley, stiracchiandosi un po' e poi cingendogli il fianco con un braccio, per tirarlo più vicino a sè. La voce ancora mezza assonnata di Crowley era roca e calda, e Aziraphale rispose all'abbraccio stringendosi a lui, per un attimo dimentico dell'imbarazzo che provava fino a poco prima.

 

“Hai dormito bene?” gli chiese Crowley, dandogli un bacio all'angolo delle labbra.

“Incredibilmente bene” gli rispose Aziraphale “Credo di non aver mai dormito così bene in vita mia, anche se... beh siamo a terra e non su di un letto”. L'altro ridacchiò leggermente “Potere del ssssessssso, angelo. Si dorme sempre meglio dopo. Ma se vuoi possiamo trasferirci sul letto. Anche il sesso mattutino non è niente male...” si spostò con le labbra sulla guancia e poi sul collo.

“E' già mattino... io devo aprire la libreria e...” - “E chi se ne frega della libreria... non venderesti comunque nemmeno un libro, lo sai” continò Crowley, leccandogli un orecchio. La risposta del corpo di Aziraphale fu inequivocabilmente a favore di quella prospettiva, mentre lui sentiva il pene gonfiarsi ed indurirsi di nuovo per colpa (o merito) della bocca di Crowley che continuava a solleticargli la zona tra il collo e il mento.

 

E io che pensavo che mi facesse tanto effetto prima, adesso è ancora peggio... meglio... Cielo non resisto se mi bacia così...

 

Sentì la mano di Crowley insinuarsi tra le sue gambe, e stringere lievemente le dita sulla sua erezione.

“Il tuo corpo ti tradisce angelo, anche a te non interesssssa nemmeno un po' aprire la libreria...” gli sussurrò con voce suadente. Inizò a muovere la mano, provocandogli un involontario sospiro di piacere. “Ti va di andare sul letto? Non che mi interessi se mi vedono da fuori, ma si sta generalmente più comodi” gli disse mentre continuava a carezzarlo. Aziraphale si alzò seduto ed esclamò “Non ci avevo pensato! Che imbarazzo, devo andare subito a coprirmi, non posso andare in giro nudo, mi vedranno...” - “Calmati angelo, non ti vede nessuno per ora. Prendi la coperta e vai a letto. Ti raggiungo” - “E tu?” - “Come ti ho detto, a me non interessa se mi vedono nudo” disse alzando un sopracciglio. A sottolineare il fatto si alzò in piedi, non mostrando alcun pudore, esattamente come aveva detto.

 

Aziraphale si incantò di fronte alla sua bellezza. La notte precedente ricordava ovviamente di averlo visto senza vestiti, ma non lo aveva guardato bene, nella sua interezza, e i suoi ricordi erano vaghi e sconnessi, annebbiati dal piacere. Crowley era ovviamente del tutto a proprio agio col suo corpo. Era snello, longilineo. Non particolarmente muscoloso ma ben fatto. Le gambe magre erano coperte di una leggera peluria, e Aziraphale si soffermò per un secondo a pensare che aveva persino bei piedi. Lasciò correre il suo sguardo lungo le cosce, cercando di non soffermarsi troppo nella zona dell'inguine, visto che Crowley era ancora visibilmente eccitato, e poi salì sul petto, sul collo e sul viso. Aveva gli occhi lucenti, risplendevano nella penombra, e i capelli arruffati che gli cadevano in onde scomposte sulle spalle.

“Che c'è, ti sei imbambolato? Non volevi andare via?” - “Io... si, hai ragione. E' solo che mi sono reso solo ora conto di quanto tu sia bello...”. Il demone assunse un'aria sorpresa,in quel momento anche lui un po' a disagio, perchè l'angelo non gli staccava gli occhi di dosso. “Non dire sciocchezze” tagliò corto “Dai alzati timidone”.

 

Aziraphale si tirò su un po' goffamente, avvolgendosi il più possibile dentro la coperta, cercando di non lasciare scoperto un centimetro di pelle più del necessario, mentre Crowley lo seguiva nella stanza da letto.

 

“Come fai ad essere così disinvolto?” gli uscì dalla bocca senza volere. “Disinvolto?” Crowley si girò verso di lui “Intendi da nudo?”. Suo malgrado, Aziraphale annuì “Non mi interessa nulla di cosa pensano di me, è semplice. Sono solo umani” - “Non sono solo umani...” disse in un sospiro l'angelo. “Ci sei tu, e allora? Da quando ti preoccupi di queste cose?” - “Beh... da adesso, credo”. Crowley si strinse nelle spalle e gli prese una mano tra le sue, molto più fredde, a baciarne la punta delle dita.

“Caro stai gelando! La coperta avresti dovuto prenderla tu...” - “Beh, magari puoi pensare di scaldarmi in un altro modo...” lo provocò.

 

La camera da letto era occupata da un lato da alte finestre coperte da drappi pesanti, c'era un guardaroba antiquato, in legno, e un'immenso letto coperto da lenzuola bianchissime e cuscini gonfi che occupava la maggior parte dello spazio. Crowley emise un verso sommesso “Accidenti, ma cosa te ne fai di un letto così se la maggior parte delle notti non dormi?” - “Ogni tanto dormo, e mi piace stare comodo” si giustificò l'angelo. Crowley gli si avvicinò, insinuando le mani sotto la coperta che Aziraphale teneva ancora stretta intorno a se. “Non mi sto lamentando...” sussurrò sfiorandolo.

 

Gli baciò di nuovo il collo, e la coperta che fino a quel momento aveva avvolto Aziraphale giacque in breve tempo a terra, dimenticata, mentre i due amanti si perdevano di nuovo tra le spire del piacere.

 

In effetti, non era così indispensabile aprire la libreria proprio ogni giorno, si disse l'angelo, utilizzando l'ultimo briciolo di lucidità che aveva.

 

***

 

Quel nuovo tipo di ritmo piaceva a entrambi.

Passavano insieme tutte le sere e tutte le notti, e sembrava non si stancassero mai della compagnia l'uno dell'altro. Sebbene fosse Crowley ad iniziare a baciarlo la maggior parte delle volte, Aziraphale rispondeva sempre con una passione e un trasporto che avevano sbalordito il demone, tanto che più volte Crowley si chiese da dove venisse tutto quel desiderio. Avrebbe voluto prenderlo in giro, ma aveva il vago timore che se lo avesse fatto, Aziraphale avrebbe iniziato a farsi migliaia di domande e a farsi venire dubbi su di loro, quindi accettava la cosa cercando di evitare qualunque domanda.

 

***

 

Era passata una decina di giorni da quella notte.

 

Avevano cenato in uno dei “loro” ristoranti (o meglio, Aziraphale aveva cenato, Crowley si era limitato a piluccare qualcosa mentre beveva del vino) e stavano rientrando a casa, quando si imbatterono in Madame Tracy e il Sergente Shadwell, anche loro evidentemente di ritorno da una cena fuori.

Lui era sempre lo stesso, mentre lei era molto diversa da come la ricordava Crowley. Al tempo, aveva dei riccioli arancioni gonfi ed era truccata pesantemente, mentre ora era bionda, vestita distintamente e senza troppi fronzoli, tanto che ci mise qualche momento a riconoscerla, mentre Aziraphale invece la salutava con calore. Crowley strinse la mano ad entrambi, rigido, quasi rigido quanto Shadwell, evidentemente a disagio per essere stato visto in atteggiamento affettuoso con una donna che fino a qualche tempo fa chiamava con termini decisamente poco gentili. Lei non si curava minimamente di quel momento di imbarazzo, e Crowley sentì che diceva ad Aziraphale “Allora, hanno funzionato I miei consigli vedo...” ammiccando allusivamente verso di loro. Aziraphale arrossì, mentre Crowley si irrigidiva ulteriormente “Beh... si, abbiamo trovato dei punti in comune”, si affrettò a minimizzare l'angelo. Aveva però colto l'espressione gelida di Crowley, che evidentemente avrebbe voluto essere ovunque tranne che in quel luogo. Si affrettò a salutarli, con un sollievo condiviso da tutti tranne che da Madame Tracy, la quale era evidentemente incuriosita, ma ebbe il tatto di evitare di fare ulteriori domande.

 

Mentre tornavano alla libreria, Crowley si era rinchiuso in un mutismo che aveva preoccupato Aziraphale.

Una volta rincasati si sedettero sul divano, come era ormai consuetudine, e Crowley senza guardarlo disse con tono piatto “Non avevo capito che foste così... amici. Tu gli hai parlato di me. Di noi.” - “Io... non sapevo come fare. Le ho chiesto solo qualche consiglio...” - “Non sapevi cosa?” - “Come riconquistarti” disse l'angelo crollando il capo. “Interessante, e cosa ti ha detto?” - “Crowley dobbiamo per forza parlare di questo? Io... devi capire che io non ho mai fatto niente del genere, con nessuno, prima di te...Sei il primo e il solo...” cercò di rabbonirlo e di sviare il discorso.

“Angelo, non cambiare discorso, dimmi cosa ti ha detto quella vecchia megera”.

Aziraphale vuotò il sacco alla fine, e gli raccontò di come lei gli avesse detto che doveva mostrarsi seducente, e che per capire il sesso avrebbe dovuto farlo, perchè le sensazioni che si provavano non erano qualcosa di spiegabile a parole, quantomeno non in modo esaustivo.

“Quindi... hai iniziato a masturbarti sotto suo consiglio?”. Aziraphale balbettò paonazzo “Ma... NO! Ci mancherebbe pure! No quello... è capitato” - “Capitato? Non ti ho mai chiesto come. Raccontami”. Crowley incrocò le braccia dietro alla testa, chiaramente in attesa e pronto ad ascoltare.

 

Quella discussione stava diventando imbarazzante. Era vero che Aziraphale si era lasciato molto andare da un punto di vista fisico, ma Crowley non chiedeva nulla, non ne parlavano mai, e lui gli era grato di questo. Un conto era fare una cosa, per quanto potesse essere vergognoso ripensarci, ma parlarne... era fuori discussione. Andava oltre le sue possibilità. Deglutì e si sporse a baciarlo, per indurre l'altro ad agire e a sollevarlo da quella situazione.

 

“No no no” gli rispose allontanandolo, scuotendo la testa “Non ti lascerò andare tanto facilmente stavolta... puoi cercare di rimandare il discorso quanto vuoi, ma ormai mi sono incuriosito e voglio sapere. Tanto vale farla finita e dirmi tutto”. Aziraphale si sentiva messo alle strette, ma conosceva Crowley ed era sicuro che non gli avrebbe dato pace fino a che non gli avesse dato ciò che voleva. Vergognandosi orribilmente, iniziò a raccontare di come quella sera in cui Crowley si era fradiciato per via della pioggia, lo aveva visto mezzo spogliato davanti a lui per asciugarsi. “E quindi?” - “Beh, ho pensato che eri bellissimo...” - “Ti sei eccitato?” gli chiese, diretto. Per tutta risposta, Aziraphale, se possibile, arrossì ancora di più. “Angelo, non ti sto prendendo in giro, sono solo curioso. Hai avuto un'erezione, pensando a me?”. Aziraphale esitò un attimo “Ad essere del tutto sincero, quando ti ho visto. Per questo sono corso a prepararti il the”.

Crowley scoppiò in una risata apparentemente incontenibile, mentre Aziraphale, offesissimo, cercava di darsi un contegno “Smettila, avevi detto che non mi avresti preso in giro!” disse infine con una voce stridula. Il demone si asciugò una lacrima e si avvicinò di più “Non ti sto deridendo. Rido perchè dopo seimila anni che questa cosa capita a me quando siamo insieme, capita a te una volta e nel giro di un battito di ciglia finiamo a fare sesso. Cazzo angelo, ce ne hai messo di tempo per accorgerti che il tuo corpo funzionava!”.

Aziraphale rimase a bocca aperta da quella rivelazione “Cosa? Tu quindi... COSA?” - “Diamine Aziraphale, non te ne sei davvero mai reso conto? E' vero che non senti gli odori come me, ma non hai mai notato nulla? Io pensavo facessi finta di niente...” - “Ma cosa dici, figurati, non sarei riuscito a guardarti in faccia se... se avessi pensato che eri eccitato!”. A Crowley si addolcì lo sguardo “E ora? Ti da fastidio?” gli prese la mano e la strusciò sul cavallo dei pantaloni, per fargli sentire quanto la sua sola presenza gli facesse effetto. “No... adesso non mi da fastidio...” - “Vuoi vedere quanto sono eccitato, oltre che sentirlo?” - “Caro, devi per forza parlarne così apertamente?” - “Si... e voglio che lo faccia anche tu. Dimmi che mi vuoi” gli ordinò. “Io... non sono bravo in queste cose, lo sai”.

Il demone lo tirò verso di sè e gli leccò le labbra, mentre continuava a strusciare la sua mano sul rigonfiamento dei suoi jeans aderenti. “Sono seimila anni che mi eccito pensando a te... Seimila anni che mi masturbo pensando a te... me lo devi, dimmi che mi vuoi” gli diceva, tra un bacio e l'altro, mentre Aziraphale iniziava a perdere il controllo di corpo e mente. Alla fine, vinto, si lasciò andare in un sussurro “Ti voglio... voglio fare l'amore con te...”.

Una specie di ruggito di vittoria scaturì dal petto di Crowley, che acceso da quella dichiarazione, trascinò di peso l'angelo sul letto e ce lo gettò quasi, a schiena indietro, mentre gli saliva sopra coprendolo di baci. Aziraphale si slacciò i pantaloni, calciandoli via, mentre Crowley gli apriva la camicia sul petto, senza staccare la bocca dalla sua. Pochi istanti dopo, Crowley era nudo dietro di lui, che giaceva prono sul bordo del letto. Gli aveva alzato la camicia e gli baciava la schiena, mormorando parole incoerenti. Lo penetrò da dietro, artigliandogli i fianchi, mentre Aziraphale allungava una mano verso il proprio membro eretto, spinto dall'urgenza di godere insieme all'amante. Fu breve, ma incredibilmente intenso. Venne prima Aziraphale, rapidamente, scompostamente, ansimando e gemendo, e Crowley pochi secondi dopo, riversandosi al suo interno.

 

Gli crollò addosso, esausto, con la testa che gli girava, ubriaco del piacere provocato dall'orgasmo.

   
 
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