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Autore: Cora_Blackwood    06/11/2019    1 recensioni
In un mondo devastato dalla guerra, uno dei figli del dittatore Joe, Max si è innamorato di una dei leader della resistenza che lotta per avere la libertà. Il giovane soldato è pronto a voltare le spalle alla sua famiglia e a sacrificarsi per la libertà e soprattutto per amore della ribelle. Ma un matrimonio inaspettato causerà l'inizio di uno scontro, la fine per molti.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella stessa notte, fra le High Red Rocks, un brusio si levava nel covo dei ribelli. 
- Ascoltatemi tutti. 
Sbucò Deva su un piano elevato della caverna. Tutti alzarono lo sguardo su di lei e la sua bella figura: aveva un pantalone verde militare dentro gli anfibi marrone scuro, una vecchia maglietta bianca strappata in alcuni punti, e la sciarpa rosso ciliegia era legata in vita, fermata da un cinturone abbinato alle scarpe. 
- L' attacco deve essere anticipato. Non lasciatevi prendere dal panico, la partenza del carico è stata anticipata e Max guiderà il camion col bottino. 
Dalla folla il mormorio aumentò in un coro di voci medio alte. Dalle spalle di Deva si fece avanti Max, aveva gli occhi stretti e la mandibola contratta. Si aggiustò il gilet di pelle che posava aperto sul dorso nudo e fece scrocchiare le nocche sotto i guanti senza dita. 
- Joe ha deciso che dovrò sposare la figlia del Mangia Cuori, io ho accettato in modo che lasciasse guidare me il carico. Deva e alcuni di voi assisteranno alla partenza, poi quando riterrò opportuno, mentre voi ci seguirete con discrezione, io virerò la rotta e attaccheremo. Voglio che la ragazza sia il nostro ostaggio. 
Notò la folla dividersi al passaggio di una figura nascosta sotto un ampio cappuccio nero. Arrivata al centro dei presenti sollevò quell' indumento e alzò la testa verso di loro. 
- Max è un traditore. 
Lo indicò lui con energia guardandolo dritto negli occhi. Gli altri cominciarono ad agitarsi. Senza nemmeno pensare a ciò che sarebbe accaduto saltò giú, oltre la ringhiera; Deva lo seguí e a sua volta istintamente lo fece anche il terzo leader, Peter. 
- Lui ha accettato di sposare la figlia del Mangia  Cuori, scommetto che lui e Joe erano già organizzati. Non possiamo piú fidarci di uno come Max, ci porterà soltanto alla morte...
- Che cosa stai dicendo Yanez?! 
Lo interruppe Deva mettendosi spalla a spalla con Max. 
- Tu non dovresti nemmeno parlare, neanche ti fidi più tu stessa di lui, perché mai dovresti lasciare nelle sue mani tutti noi, tutti loro?! 
Fece un passo avanti cercando di alzare il più possibile la voce, facendosi sentire da tutti quelli presenti all'interno. Max la guardò afflitto, non poteva biasimarla, neanche lui lo avrebbe fatto, forse. Magari stava solo sperando. Deva mise la mano sul fodero della spada e lui intervenne poggiandole una mano sopra a sua volta. 
- No, Deva...
Sussurrò Max. 
- Ha ragione. È vero, ho accettato di sposare la figlia del Mangia Cuori, ma sapete perché? 
Tutti smisero di accanirsi contro di lui silenziando le loro lingue velenose. 
- Lo faccio solo per una persona e per il suo bene, lo faccio per Deva, voi ne avrete vantaggio ma non mi importa di questo. Lo faccio solo per lei. 
Un urlo di approvazione si dilaniò nel covo. Max lanciò un'occhiata di sfida al ragazzo abbronzato davanti a sè, lui lo guardava con astio. Gli si scagliò addosso con rabbia e i pugni stretti.
- Tu sei la rovina di Deva! 
Gli urlò contro prendendolo impreparato. Cadde a terra con Yanez addosso che cercava di colpirgli la faccia. Lui continua a girarla da un lato all' altro fino a quando con tutta la forza non rotolò su di un fianco, facendo cadere di schiena il ragazzo tatuato che aveva avuto addosso bloccandolo. 
- Figlio di puttana!
Urlò Max colpendolo in viso. Quello si alzò barcollando e gli si scagliò contro prendendolo da sotto le braccia, il figlio della guerra cadde di schiena sul pavimento polveroso. 
Cominciarono a colpirsi con numerosi pugni in qualsiasi punto gli venisse a segno prima, levarono da terra una nuvola di polvere; tutti lì dentro erano sbigottiti e meravigliati. 
Deva invece a primo impatto, quando Yanez si scagliò con furia su Max, si fece prendere dal panico; dopo una frazione di secondo scosse la testa e cercò di afferrare uno dei due per tirarlo via dalla rissa che avevano appena iniziato. Continuavano a rotolare per il pavimento fra la polvere e il sangue che subito si seccava. 
- Max! 
Provò ad urlare tirandolo per un braccio, ma quello tirò una testata al ragazzo sotto di lui. Poi Yanez rotolò; Deva lo prese per le spalle conficcandogli anche le unghia e cercò di tirarlo via da sopra il suo ragazzo. Il trucco nero che avvolgeva la fascia oculare sul viso tipico dei figli della guerra, era tutto sbavato sul suo volto pallido. Ora le tremavano le gambe e non si reggeva in piedi; al ragazzo steso per terra, intento a divincolarsi, usciva sangue dal naso e aveva il sopracciglio destro spaccato. 
Poi quando vide una cosa luccicare fra le mani di Yanez, lo tirò più forte avvolgendogli il braccio intorno al collo. Quello senza vederci piú dall'odio nei confronti di Max, si alzò da sopra il ragazzo, afferrò il braccio di Deva e la spinse con tanta forza da farla cadere; si rialzò mettendosi in ginocchio subito, un po' scioccata e spaventata ma, prima che potesse raggiungere i due, Yanez aveva già colpito lo zigomo sinistro del ragazzo con un coltellino svizzero. Tutto si mosse lentamente, corse verso di lui spingendolo via con una spallata, Max lo aveva già addentato lasciandogli un bel segno rosso sul braccio massiccio dell'uomo armato. 
Il coltellino gli cadde di mano e Deva atterrò sulla pancia di Max. 
- Max... Scusami...
Aveva la voce incrinata ma lui non sembrava affatto ferito dal suo atterraggio. Si alzarono entrambi e si diressero verso l'uscita della caverna.
- Deva! 
Yanez le aveva preso il braccio stringendoglielo. 
- Lui sarà la tua rovina... 
- Smettila Yanez! Ne hai fatte abbastanza, ora vattene a sbollire i nervi da un'altra parte!
Tirò il braccio liberandosi dalla stretta del ragazzo per terra ai suoi piedi. Il viso era sporco di polvere e sangue, forse del sangue anche di Max. Quel pensiero la fece imbestialire ancora di più, contrasse le labbra in un ringhio e lo guardò incendiando lo sguardo. Poi con rabbia gli voltò le spalle arrancando mano nella mano con Max fra la folla ancora scioccata, allontanandosi dallo sguardo ferito del ragazzo ancora a terra.
Doveva fare qualcosa per farle cambiare idea. 
Intanto mentre i due giovani stretti si facevano largo fra la folla, un uomo sui trent'anni li teneva d'occhio seguendoli a debita distanza. Gordon doveva farlo adesso, altrimenti la sua amata Mar sarebbe stata il giocattolo di quel dittatore senza cuore, senza una figlia, solo e pazzo; un uomo che prendeva tutto ciò che voleva perchè non aveva nulla in realtà, nessuno che lo amasse.

Erano soli fuori, avvolti dalle braccia nere della notte. Le stringeva la mano e con l'altra libera cercava di asciugarsi il sangue che gli imbrattava il viso. Guardandolo Deva gli lasciò la mano, e infilò il dito in un buco della maglietta strappandola: - Lascia fare a me. 
Appallottolò il tessuto bianco e gli tamponò le ferite aperte. Max era seduto col muso lungo e la guardava con gli occhi luminosi, come se non avesse visto altro di piú bello, ed era così. Non aveva visto altro di più bello, e non perché è una cosa che si dice sempre, ma perché per lui Deva era come una rosa rossa nel deserto, non soltanto perché i suoi capelli erano rossi come le rose, ma perché lei era rara e spaventosamente bella. Poi sotto quella prospettiva ancora di più. 
- Perché mi guardi così? 
Senza fermarsi o distrarsi un secondo da ciò che stava facendo, gli domandò prendendogli il viso fra le mani.  
Max non rispose, si leccò le labbra ed espirò tremando. Quando Deva gli toccò lo zigomo saltò in aria inalando aria fra i denti. 
- Scusami... Non volevo farti male. 
- Non mi hai fatto male... 
Deva inarcò un sopracciglio. 
- E così non ti fidi di me? 
- Non è questo... È che ho sempre temuto che potesse accadere qualcosa del genere e tu potessi davvero amare un'altra... Compiacere tuo padre... 
- Spero che tu stia scherzando Deva, perché non vuoi capire che io voglio farti felice davvero? Che io voglio il meglio per te? Che mi importa troppo di te? 
Lei non rispose, continuò a tamponargli le ferite anche se ormai non serviva più. Spazientito Max le prese il polso fermandola, la guardò negli occhi seguendo il movimento di quelli di lei. 
- Perché? 
Sussurrò. 
- Perché ho paura di perderti, che tutto questo non sia reale. 
Max le sfiorò una guancia e si sforzò di sorridere.
- Tutto questo finirà e tu sarai felice.

   
 
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