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Autore: Nikita Danaan    07/11/2019    0 recensioni
"La storia di due giovani che cambieranno le tradizioni di una tribù".
Una frase all'apparenza semplice ma che racchiude il succo della trama. Entrate a dare un'occhiata se ne siete incuriositi!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Aayan aveva finito di parlare da qualche minuto ormai, eppure sembrava ancora scosso, come se ciò che avesse raccontato l'avesse vissuto proprio in quel momento.

"Lo definirono il risarcimento che meritavano. Risarcimento? Loro parlano di risarcimento?!". Aayan era diventato talmente furibondo nel ricordare tutta quella storia che stava quasi urlando. "Ad Hassan nessuno l'ha risarcito! Gli hanno tolto i genitori, è rimasto solo al mondo!". Ansimò annaspando in cerca di fiato.

Samira si avvicinò di poco a lui "Calmati. Respira e inspira".

Il ragazzo fece come gli era stato detto riuscendo a regolarizzare la respirazione e il battito. Alzò lo sguardo, che aveva abbassato verso il suolo, e incontrò quello preoccupato della ragazza di fronte a lui.

"Va meglio?".

Egli annui per poi fare un piccolo sorriso nervoso "Ti ringrazio".

Samira non sapeva perché ma quel ringraziamento gli sembrò più profondo e fatto per ringraziarla anche di altro, ma decise di non replicare.

'In fondo sono anch'io una vigliacca...' pensò tra se e se.

Lei sospirò e e mise un piede indietro pronta ad allontanarsi da Aayan-quello sguardo fisso la metteva sempre a disagio-ma la mano del ragazzo si mosse velocemente e la afferrò per il braccio.

"Per caso, tu...mi odi?" trovò il coraggio di domandarle, dopo un breve attimo di esitazione.

Samira scosse subito la testa con veemenza "No, non ne ho alcun motivo".

"Anche se non ti sono stato accanto per tutti questi anni, quando tu avevi bisogno?".

Samira era colpita da quella frase di Aayan. Si poteva sentire dalla sua voce il suo immenso dispiacere e perciò si sentì un po' in colpa, ma ci fu una parte di lei che per qualche motivo la spinse a confidarsi con lui.

"Io, per tutta la mia vita, ho dovuto mandare giù tanti magoni; mi sentivo così triste al pensiero di non essere accettata dai Yokuja e poi se penso anche a quella..." si morse subito il labbro per non terminare la frase.

Però Aayan capì immediatamente di chi parlasse.

"Puoi dirlo, tranquilla" le disse poggiandole l'altra mano sulla spalla. "Sfogati pure"

"Io la odio in una maniera così viscerale che non penso di aver mai odiato così tanto una persona, tanto quanto odio la Majà". 

Iniziò a parlare liberando un fiume di parole che aveva provato a seppellire nel profondo del suo cuore, ottenendo solamente della rabbia repressa che aveva accumulato in tutti quegli anni dentro di sé.

"Fosse solo per tutti gli insulti di cui mi ha ricoperto, le frecciatine e le occhiate d'odio...no, lei ha fatto anche di peggio" continuò a dire con tono apparentemente calmo, ma una voce carica di rancore e risentimento.

"Quando avevamo entrambe più o meno cinque anni, Martha fu marchiata sulla schiena in pubblica piazza come fanno con tutti gli schiavi. Se già di per sé tutto ciò è abominevole, io ho provato a fermarli, ma sono stata trattenuta da mio padre, che mi bloccò e mi disse che non valeva la pena immischiarsi in quella faccenda per una misera schiava. Sua madre, che intanto era già stata marchiata, era in un angolo a piangere e implorare pietà per sua figlia. "E' solo una bambina" diceva tra i singhiozzi. E' uno dei ricordi più vividi che ho. Fu una scena che mi colpì talmente tanto che penso non la scorderò mai. Comunque io riuscì a liberarmi dalla stretta di mio padre e corsi dalla mia amica abbracciandola davanti a tutti. Stavamo entrambe piangendo, ma ricordo perfettamente di aver guardato per un istante la Majà, che ci fissava dalla folla di persone che si erano radunate ad assistere a quella barbarità. Il suo sguardo era completamente indifferente".

Samira terminò il suo sfogo che era così furiosa che stava tremando. I suoi occhi irradiavano rabbia, le ciglia aggrottate e le rughe sul suo viso, dovute alla smorfia che stava facendo in quel momento, accentuavano ancora di più quello sguardo rancoroso, tanto che Aayan stesso si sentì leggermente turbato.

Angolo dell'autrice 

Dopo quasi due mesi è tornata questa storia che ho tutta l'intenzione di terminare. Però mi ci vorrà del tempo, perché c'è ancora molta carne al fuoco, come si suol dire. 

E niente, i nostri eroi si confessano reciprocamente l'odio che provano per questa comunità che predica bene, ma è in realtà malvagia e meschina. Non ho più nulla da scrivere. 

Alla prossima, dunque

Nikita

 

   
 
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