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Autore: Leatessa    07/11/2019    1 recensioni
POSTATO CAPITOLO 28
Dalla storia:
“Possibile che nella nostra famiglia, nessuno e sottolineo nessuno, sia in grado di comportarsi normalmente? Chi ha avuto questa idea? Io non intendo partecipare … non contate su di me …”.
Quelle furono le ultime parole famose di Albus Potter. Ovviamente, come giusto che fosse, prese parte all’iniziativa.
Quella domenica mattina, Rose lo buttò giù dal letto di malagrazia. Lo spinse sotto la doccia e tra una lamentela, un Merlino e un Salazar invocati a pieno Impeto riuscì a trascinarlo al villaggio.
-Lily, quindici anni di astuzia e prodigi, innamorata e senza freni darà inizio alla rivoluzione. Jim e Al aiuteranno il padre e la sua squadra di Auror nelle missioni più disperate. Il resto della combriccola sarà lì a dare una mano, l'amicizia riuscirà a tenerli tutti uniti?
La paura costringerà vecchi nemici e muovi amici a riunirsi ad uno stesso tavolo, per risolvere una serie di gialli che sconvolgeranno l'intero mondo magico!
Buona lettura...
{Capitoli:Prologo/Intro/Alla scoperta dei Black/Le disavventure di Lily&Tunia/La terrorista/Segreti di Famaglia/Le scelte sbagliate}
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Black, Famiglia Dursley, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'FORBIDDEN lOVE '
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CAPITOLO DICIASSETTE
 
Lily era in ritardo. Non che fosse stata una sua idea ovviamente. Fosse stato per lei sarebbe uscita dalla sala comune dei Grifondoro almeno una mezzoretta prima. Avrebbe fatto le scale con calma e, si sarebbe presentata all'appuntamento senza il fiatone e capelli appiccicati alla testa per il sudore. Invece era tutto che un bel vedere, a suo avviso. Aveva corso così velocemente, come se un’acromantula la stesse rincorrendo per i corridoi del castello, che ogni muscolo delle gambe implorava saggiamente pietà.
Era comunque in ritardo. Erano le cinque del pomeriggio e la biblioteca avrebbe chiuso tra un’ora esatta. Avevano solo un’ora per trovare il modo di oltrepassare il passaggio segreto. Lily sperava tanto di riuscirci. Era il terzo giorno che passava con Scorpius in biblioteca e per quanto lui fosse carino e dolce con lei, ogni fallimento li innervosiva. Entrambi si erano resi conto che il nervosismo e l’angoscia non erano di aiuto, né per trovare un modo per oltrepassare l’ostacolo né per il loro rapporto.
Ciò non di meno, Lily, dopo le lezioni era salita di tutta fretta in dormitorio, aveva abbandonato la divisa scolastica preferendo abiti più comodi e leggermente più sexy, si era spazzolata i capelli e, giusto per non farsi mancare niente, si era spruzzata il profumo francese che sua zia Fleur le aveva regalato due Natali prima. Ed era in ritardo.
Scorpius, come ormai avveniva da tre giorni, l’aspettava seduto al tavolo più nascosto della biblioteca. Non dava modo di far notare agli altri studenti che la stesse aspettando. Teneva i libri aperti ed era concentratissimo nei suoi studi. D'altronde non aveva di che temere, si disse Lily. Lui sapeva benissimo che lei sarebbe arrivata.
 
Dal loro primo vero bacio, Lily aveva preso l’abitudine di osservarlo con più attenzione. Da mesi si era resa conto di quanto la sua bellezza fosse leggermente sopra la media. Con i suoi capelli biondi e ondulati portati fin sopra le spalle. La barbetta ispida che si lasciava crescere nelle settimane più stressanti. Gli occhi grigi, temporaleschi, che tanto l’avevano infastidita in quegli anni ora le illuminavano le giornate. Non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce. A nessuno. Sia mai qualcuno avesse avuto l’ardire di paragonarla ad un’oca giuliva in calore.
 
“Potter hai intenzione di restare lì a fissarmi ancora per molto?!” le disse senza alzare la testa dal libro di trasfigurazione avanzata. Portava le maniche della camicia raccolte fin sotto il gomito, i primi due bottoni sbottonati e Lily, avrebbe tanto voluto rispondere che l’avrebbe osservato per ore se solo le fosse stato possibile. Non lo fece. Per amor proprio e di Scorpius.
Lily si era fermamente convinta che non apprezzasse mielose smancerie, lei non era sovenza a farne, conti di ciò il loro rapporto stava maturando a suon di frasi piccate, carezze nascoste e baci appassionati ogni qualvolta il galateo lo permetteva. Di certo non si sarebbe messa a sbaciucchiare Scorpius innanzi a suo fratello Albus o ai suoi cugini, per intenderci.
“Calcolavo l’angolazione per saltarti addosso senza creare danni ai beni della scuola!”
 
“E da quando i Potter si preoccupano dei danni ai beni della scuola?”. Le sorrise. Finalmente. Quel sorriso spezzò l’incantesimo che l’incatena lì, fra due altissime librerie e, senza rendersene conto era fra le sue braccia. Fra le sue labbra. Non baciava Scorpius da meno di otto ore e, a lei, sembrava fosse passata un’eternità. Respirava.
In cuor suo non riusciva a spiegarsi di come tutto ciò fosse avvenuto. Prima che Scorpius la baciasse lei non ci aveva mai pensato realmente. Non aveva mai osato supporre che potessero frequentarsi. E che sarebbe stato così semplice.
 
“Potter per quanto gradisca le tue attenzioni, non me ne volere ma abbiamo un lavoro da portare a termine!”.
 
“Diamoci da fare o passeremo qui tutta la notte!”. Aiutò Scorpius a raccogliere i libri e mano nella mano raggiunsero la porta del passaggio segreto.
 
***
 
Albus Potter, sin dalla tenera età, affermava di essere una persona sveglia. Era furbo, come gli era stato detto anni addietro dal Cappello Parlante e, raramente qualcuno riusciva a farlo fesso. Queste erano alcune delle sue convinzioni. In aggiunta, al contrario di quello che la maggior parte dei suoi amici avrebbe affermato, Albus, era un fratello geloso. Tutti erano del parere che James fosse ultra-protettivo con Lily ma nemmeno lui scherzava sul da farsi. Proprio per questo, senza che nessuno se fosse accorto, sedeva in biblioteca da giorni ad osservare il comportamento atipico di sua sorella e del suo migliore amico.
Comportamento atipico, continuava a ripetersi Albus, perché una coppia appena sbocciata, a suo dire, non avrebbe dovuto passare interi pomeriggi in biblioteca, nascosti nell’angolo più buio a leggere pergamene e tomi di ogni sorta. Perché si disse Albus, davano il presentimento di star tramando qualcosa. Guai se c’era di mezzo Lily.
E Scorpius c’era finito in mezzo. Di nuovo. Solo per darle retta. Il suo migliore amico aveva perso la testa per sua sorella. Per fortuna solo quella per il momento.
 
Con la Mappa del Malandrino ben nascosta sotto una pila di pergamene, Albus li spiava da lontano. Era diventato uno stalker. James e suo padre sarebbero stati fieri di lui, sua madre un po’ meno.
Dopo tre giorni, non aveva ancora capito cosa stessero combinando. Avrebbe potuto utilizzare un paio di orecchi oblunghe, ma in caso l’avessero scoperto avrebbe aizzato l’ira di sua sorella su di sé. E di litigare, alzare la voce, sguainare la bacchetta proprio non ne aveva voglia.  Possibile che non riuscisse ad avere un po’ di tranquillità?
Aveva da finire i temi di trasfigurazione e di erbologia. Ben trenta centimetri di temi, era all’ultimo anno dopotutto. Iniziare il ripasso generale per i MAGO e organizzare le mappe concettuali per lo studio estivo. Nonostante ciò, non schiodava gli occhi dalla Mappa del Malandrino. Era da ricovero!
 
“Stai cercando di scoprire cosa stanno combinando quei due? Vero?”.
Tre giorni prima, Albus aveva pensato di parlarne con Rose. Ma aveva subito lasciato perdere. Sua cugina, per l’ennesima volta, era sull’orlo di un esaurimento nervoso. E per buone ragioni.
I giornali non lasciavano intendere di voler smettere di tartassare la zia Hermione. Continui papelli sulla sua presunta relazione con l’aitante Harold Fawley continuavano a perseguitarla. Rose era dell’opinione che non ci fosse nulla di così scandaloso ma, le scenate pubbliche di cui suo padre aveva fatto mostra la facevano vergognare oltre ogni dire. E credo bene! Pensò Albus la prima volta che lesse delle prodi gesta di suo zio.
Ma non finiva là, Rose aveva una seconda buona ragione per stare allerta ventiquattro ore su ventiquattro. Albus l’aveva intuito mesi prima, lungi da lui essere all’oscuro di qualsivoglia avvenimento riguardante la sua famiglia. Lily ne era avvenuta a conoscenza per un fatidico errore. Scorpius glielo aveva confermato e, insieme, avevano ben deciso che Rose sarebbe sopravvissuta solo se fosse rimasta all’oscuro dei fatti. Ovvio che non fosse andato tutto secondo i loro piani. Hugo aveva confessato. Da quel giorno Rose viveva nel timore che qualcuno all’infuori di loro lo scoprisse e, che la preside Severa, dall’alto della sua carica, espellesse Hugo. Cosa c’è peggio di un’espulsione?
 
Per questo motivo aveva scartato, a priori, l’aiuto della cugina. A Tarquin e Tunia, dopo la propaganda mediatica sulla loro relazione, non avrebbe potuto chiedere nulla. Se c’era di mezzo Lily, per la proprietà transitiva, c’erano di mezzo anche i giornali. E, sia Tarquin che Tunia, sapeva bene, quanto volessero starne più alla larga possibile.
Chiedere aiuto a Sophia? Non ci aveva pensato. Ma conoscendo la sua amica, sapeva bene, quanto non fosse la tipa adatta ad immischiarsi negli affari altrui. Al contrario di lui!
 
Non aveva considerato l’unica persona, in quel castello, che avrebbe potuto aiutarlo. Sempre se avesse voluto!
Ed era proprio lì, innanzi a lui. Divisa scolastica perfetta. Libri ti testo sotto il braccio sinistro. Capelli rossi, corti fino alle spalle, leggermente tirati indietro con un fiocco verde. Fiocco regalatele da Lily. Alice Longbatton era la sua migliore possibilità.
“Tu ne sei già al corrente?!”
 
Alice si accomodò al suo stesso tavolo. Mise via le pergamene di Albus e aprendo bene la Mappa del Malandrino ne indico un punto col dito. La biblioteca.
“La biblioteca?”
“Non la biblioteca ma, il passaggio segreto nella biblioteca!” disse prima di raccogliere la mappa e metterla via da occhi indiscreti.
“Non c’è nessun passaggio segreto in biblioteca!” Ne era pienamente convinto. Suo nonno non si sarebbe mai dimenticato di un passaggio segreto. “Oh, si che c’è!”.
 
Alice Longbatton, la sera del due di maggio, aveva preso una decisione. Avrebbe smesso di sbavare dietro ad Albus Potter. Non si sarebbe più comportata da ragazzina ridicola. Avrebbe trovato il coraggio di parlare in sua presenza e, sperava di tutto cuore, di limitare l’arrossamento facciale che la infiammava ogni qual volta era in sua presenza.
Presa la decisione, per diversi giorni, aveva buttato il suo tempo cercando una via di azione. Non poteva di certo continuare a guardarlo da lontano. Non avrebbe risolto i suoi problemi, anzi, ci avrebbe scommesso la bacchetta che li avrebbe solo aggravati. Così con tutto il coraggio Grifondoro che possedeva aveva deciso di aiutarlo nella sua impresa.
Lei era a conoscenza dei piani di Lily. Lei, come Albus, era severamente convinta che si sarebbe cacciata nei guai, di nuovo.
Sapeva bene di star tradendo la sua amica, spiattellando i suoi segreti ad Albus ma, Lily le aveva più volte ricordato che in Amore e in Guerra non ci esistono regole. Lily avrebbe capito. Ne era certa.
 
***
 
 
Al Gentilissimo Signor Primo Ministro 
Harry James Potter 
 
Il Wizengamot con la presente intende evidenziare alcuni aspetti inerenti alla formazione di un Concilio Ristretto, facente capo al Primo Ministro in carica, con l’esclusivo fine di ottimizzare la amministrazione Politica del Paese. 
 
Il Wizengamot, con votazione 114-86, approva le seguenti richieste:
1)La formazione di un Concilio Ristretto (presentare la documentazione entro e non oltre il primo di giugno);
2)Il Concilio Ristretto verrà così formato: con la dovuta presentazione di candidature per l’occupazione dei sette posti così assegnati, dal facente capo il Primo Ministro: 
-Consigliere delle Politiche Interne
-Consigliere delle Politiche Estere
-Consigliere delle Politiche Economiche e Commerciali
-Consigliere delle Politiche inerenti alle materie di Sicurezza della Salute 
-Consigliere delle Politiche inerenti alla Formazione e all’Istruzione
-Consigliere delle Politiche inerenti ai codici di Giustizia
-Consigliere delle Politiche inerenti alla Maginnovazione
(Le candidature verranno accettate non oltre il primo di giugno);
3)I Consiglieri eletti ad unanimità prenderanno servizio dopo aver compiuto opportuno giuramento al potere Ministeriale, tramite cerimonia di investitura. (In data da destinarsi. Previo e non oltre lo scadere del mese di giugno).
 
L’assegnazione a Consigliere del Concilio Ristretto avverrà non oltre lo scadere del mese di giugno, sotto votazione dei candidati all’ equanime animo e ad assoluta concordanza di opinioni del completo Wizengamot. 
 
 
Il Wizengamot porge i saluti al Primo Ministro 
Augurandoli un buon lavoro.
 
Con la presente
Clementina Marchmain Strega Capo del Wizengamot 

 
 
L’idea di Hermione era stata approvata. Il Wizengamot aveva risposto affermativamente alle sue richieste. C’era un unico vero problema, si disse Harry Potter, chi mai avrebbe dovuto candidare per i diversi seggi? Hermione gli aveva consigliato di proporre tre persone per ogni posto da Consigliere. Harry non era così tanto sicuro di fidarsi di così tante persone.                                                                            
Era fuori discussione la candidatura di membri della sua famiglia, non sarebbe passato per l’ennesima volta come l’uomo a favore del Nepotismo. Ciò non di meno avrebbe dovuto trovare entro due settimane ventuno nomi da portare all’attenzione del Wizengamot. Avrebbe avuto di che divertirsi!
Non che gli mancasse lavoro per intenderci. Da settimane si arrovellava per scoprire a chi appartenesse quella firma. Aveva sperato in un contatto con Teddy, per delle delucidazioni in merito, ma il suo figlioccio non si era fatto sentire. Ammettere che fosse preoccupato avrebbe solo aumentato l’inquietudine di sua moglie e, di pari passo quella dell’intero clan Potter – Weasley. E i Weasley in quel momento avevano una gran bella gatta da pelare. Ronald Bilius Weasley.
Ed era proprio da lui che Harry stava andando. Era certo di trovarlo nella casa che anni addietro aveva comprato per tutta la famiglia. La casa innanzi alla sua. Anche da adulti avevano deciso di vivere vicini, di far crescere insieme i loro figli, passare le loro giornate insieme tra barbecue della domenica e partite di quiddicht pomeridiane. Questo prima che tutto andasse a rotoli. Che Ron iniziasse a dare di matto per ogni qualsivoglia cosa, prima che Hermione chiedesse il divorzio e si trasferisse in un loft nel quartiere magico di Londra, prima che i figli stanchi del suo atteggiamento perdessero le speranze.
 
E lui era lì, proprio dove si aspettava. Sul divano con l’ennesima bottiglia di Firewisky sul tavolino e il bicchiere mezzo pieno. Harry si era preso carico del caparbio compito: aiutare Ron ad uscire dalla depressione, dall’alcool e da qualsiasi altra cosa avesse iniziato a fare uso.
Ron sembrava non vederlo. Osservava le foto sul camino. Le foto di quando tutto era meravigliosamente perfetto. Una famiglia perfetta, un lavoro perfetto, un amore perfetto, dei figli perfetti. Perfetto!
Harry aveva provato a comprenderlo, a capire le sue motivazioni. Per quanto si impegnasse non riusciva ad entrare in sintonia con lui, non questa volta. Poteva minimamente intuire il malessere che il divorzio da Hermione gli aveva procurato. Quanto potesse sentirsi tradito, anche dopo due anni. Il solo pensiero che l’amore della sua vita frequentasse un altro uomo, doveva aver riaperto vecchie ferite che a fatica aveva ricucito. Harry poteva immaginare …
Ma non capiva e non avrebbe mai concepito l’odio e il disinteresse nei confronti di Rose. Rose che era una ragazzina perfetta: di bella presenza, brava a scuola, socievole, brava in molti sport babbani che sin da piccola Hermione le aveva fatto praticare assieme alle cugine.
Come poteva Ron detestarla così tanto, solo per aver scelto di frequentare il figlio di Blaze Zabini? Harry non capiva…
Due settimane prima sua figlia Lily, per l’ennesima volta, era finita in prima pagina con Scorpius Malfoy. Al contrario delle precedenti volte, quando e dove la relazione tra i due era solo una montatura, quella volta, l’ultima, non era più così. Sua figlia stava baciando Scorpius sulla prima pagina della Gazzetta del Profeta.
Ne era rimasto sconcertato. La sua bambina baciava un ragazzo. Baciava un ragazzo sulla prima pagina del giornale. Baciava Scorpius Malfoy. Con tutti i ragazzi che la scuola offriva doveva baciare proprio lui? Beh, a quanto pare sì, si era detto!
Provava risentimento nei confronti della sua adorata figlia? No.
Provava odio nei confronti dei Malfoy? No.
No. Non riusciva a comprendere il suo migliore amico. Provava dispiacere per lui? Si.
 
“Ron possiamo parlare?” Il suo migliore non gli prestava ascolto. Non gli rispondeva e Harry sapeva che avrebbe parlato al vuoto. Per l’ennesima volta.
“Amico mio, sono qui per aiutarti!”
 
“Aiutare me? Non hai il tuo nuovo amichetto del cuore da aiutare?”. Ron ricominciava. Sempre con la stessa identica solfa.
“Non sono qui per ascoltare le tue lagnose scenate di gelosia!”.
 
“Perché sei qui allora? Per parlare della tua famiglia felice o di quella screanzata di tua figlia che va a letto con il nemico?”. Harry voleva veramente aiutare il suo migliore amico. Essere di supporto. Confortarlo e guidarlo. Voleva essere un buon amico. Lo era sempre stato. Ciò non di meno, esisteva una linea sottile che non doveva essere oltrepassata. Harry Potter l’aveva ben presente nella sua mente. Ronald Weasley, invece, no.
Nessuno al mondo poteva insultare la sua bambina. Men che meno il suo migliore amico.
“Stupeficium!” Ron poteva ritenersi fortunato. Era stato oltremodo garbato a non attaccarlo alla Babbana. “Te lo sei meritato amico. Ora ti porto al San Mungo, sapranno cosa farne di te!”.
 
***
 
Returapud possiamo scartarlo. Non credo siano rimasti molti incantesimi che non abbiamo provato. Ne hai trovati di nuovi?”. Scorpius si portò indietro i capelli e mise via il libro. Ne prese un altro e iniziò l’ennesima ricerca.
Avevano setacciato la maggior parte dei libri alla ricerca di antichi incantesimi. Nessuno di quelli rinvenuti era servito al loro scopo. Avevano tentato filastrocche magiche, parole inventate e formule magiche mai sentite prime.
Contritio è un incantesimo di distruzione. Direi di non provarlo nemmeno, sia mai saltasse in aria la biblioteca, che dici?”
 
“Proviamo con questo, guarda”. Scorpius passò il libro a Lily. L’incantesimo del tutto mostrare enunciava il libro: Vidertus Liquet. Incantesimo adatto per coloro che sono all’estenuante ricerca di chiarezza. “Provi tu?”.
Scorpius non era un ragazzo dall’indole coraggiosa, se lo fosse stato il capello parlante l’avrebbe smistato a Grifondoro. E con essa ne sarebbe derivata la profonda umiliazione da parte della sua famiglia.
Purtroppo per lui, Lily, aveva provato i due incantesimi precedenti. Nolente o volente, toccava a lui sobbarcarsi l’onere di provare l’ennesimo incantesimo ad alto rischio. Puntò la bacchetta contro la porta segreta e scandì a chiare lettere l’incantesimo “Vidertus Liquet”.
 
“Nemmeno questo. Sbaglio o Scorpius Malfoy sta sudando?”
“Sbaglio o stiamo provando incantesimi sconosciuti? Potrebbe succedere qualsiasi cosa! Questi tomi sono poco chiari sugli effetti degli incantesimi. Tanto valeva metterli in ordine alfabetico ed inserire una postilla in fondo: A voi tentatori la gloria di scoprirne l’utilizzo. P.S. non indicati per deboli di cuore.”.
Lily rise di cuore. Si avvicinò e lo baciò dolcemente. Come se volesse chiedergli il permesso. Come se ne avesse bisogno. Scorpius avrebbe passato ore a baciarla e non solo, si disse, prima di scacciare via quei pensieri, tornando a concentrarsi sul da farsi. Non sconcentrarti. Non pensare a Lily in quel senso.  Non sono passate nemmeno due settimane. E ancora troppo presto!
“Proviamo l’ultimo, prima che ci caccino dalla biblioteca.”
 
“Incantesimo domestico, domestico seriamente?”
“Tanto vale tentare…”
“… domestico che… può aiutare le giovani streghe casalinghe a mostrare i misfatti che i mariti desiderano ardentemente nascondere. Consigliato dalla Strega tuttofare Melina, anno 1823 …”
“Vecchiotto direi ...”
“Domestico direi! Lo farai tu. Mi oppongo all’utilizzo di qualsivoglia incantesimo di genere. Sia chiaro!”
“Dai qua, fammi vedere i movimenti della bacchetta.”.
 
Scorpius doveva darle ragione: quale strega avrebbe mai usato un incantesimo del genere contro il marito. Esisteva il Veritasserum che per quanto fosse illegale, a suo avviso, era facile da reperire a Nocturne Alley e di facile utilizzo.
Ostendium Secretum”.
 
Incantesimo domestico o meno, aveva funzionato. La sua fidanzata, ragazza non ne era certo nemmeno lui, aveva una gigantesca O stampata in faccia. “Io non voglio crederci!”
 
“Beh devi farlo mia cara ed inoltre dovresti ringraziare la Strega tuttofare Melina, era di certo una donna in gamba!”. Agitò la bacchetta e rimandò tutti i libri al loro posto. Non ne avrebbero più avuto bisogno. Si sistemò la camicia che in quell’ultima ora aveva preso delle pieghe ben strane e si voltò incoraggiante verso Lily. “Dopo di te Potter.”
 
“Prima le signore ovviamente!”.
 
Scorpius e Lily si ritrovarono in un passaggio segreto abbastanza comodo, secondo gli standard di Hogwarts. Iniziava con una scalinata illuminata da vecchie fiaccole. Fiaccole che al loro passaggio prendevano fuoco per illuminare la strada e tempo pochi minuti si spegnevano lasciando il passaggio nella completa oscurità. Era privo di finestre e l’aria per quanto fosse fresca, risultava pesante e maleodorante. Come se il passaggio fosse indiscusso, poco frequentato. Eppure, suo padre e la signora Granger erano stati lì prima delle vacanze di Pasqua. Si poteva esser certi che il passaggio, dovunque esso conducesse, era ben noto ai docenti o alla generazione di suo padre.
 
“Stavo pensando …” erano passati a malapena cinque minuti e Lily se ne usciva con la sua nuova brillante idea. Per farsi espellere. Ne era certo. “A cosa di grazia?!”. Più che una domanda era sembrata ad entrambi un’affermazione.
“Credi che sia possibile inserire il passaggio sulla mappa? Non ho idea di quali incantesimi i malandrini abbiano utilizzato per crearla o che tipo di inchiostro sia quello utilizzato. Non ho mai visto nulla di simile … ma … erano qui, in questo castello quando si sono cimentati nella realizzazione della mappa. C’è un solo luogo dove possono aver trovato le informazioni che gli servivano …”. Lasciò la frase in sospeso. Non che servisse continuare. Il tutto era molto chiaro.
 
“Passeremo molto tempo in biblioteca, è questa la tua idea?”
“NO. Passerò molto tempo in biblioteca, il prossimo anno, per cercare il modo di inserire il passaggio nella mappa. Passeremo molto tempo in biblioteca, insieme se ne avrai voglia, per prepararci ai GUFO e al MAGO. Ti sei dimenticato che abbiamo gli esami per caso?”.
Scorpius non l’aveva dimenticato. Anzi, ogni notte passava ore a studiare recuperando il tempo che passava con Lily in biblioteca. Non glielo avrebbe mai detto. E non avrebbe mai smesso di seguirla nelle sue imprese. Solo il pensiero che qualcun altro potesse prendere il suo posto lo innervosiva.
Un altro ragazzo, con lei, su per quella scala nella quasi completa oscurità. No grazie. Non aveva penato tanto per farsi fregare Lily da un altro ragazzo.
“Oh per le calze a rete di Morgana! Non posso crederci. Scorpius quelli sono…”
“… il nostro biglietto di ingresso per Hogwarts!”.
La scala li aveva condotti in un’ampia sala circolare, sprovvista di muri e ben protetta da numerosi incantesimi. L’aria esterna era impossibilitata ad entrare e, al contrario della scala fredda e maleodorante, la sala era ben riscaldata e odorava di libri.
“Il panorama è bellissimo. Molto meglio della torre di astronomia!”
Dalla sala tutti i confini di Hogwarts erano sotto i loro occhi: la foresta, il lago, le lande scozzesi…
Restarono ad osservare il panorama per diversi minuti. Incantati dalle bellezze che il castello offriva e che la maggior parte delle volte volavano via sotto i loro occhi.
 
“Perché tuo padre e mia zia erano qui?”. A Scorpius la risposta non importava. In quel momento, almeno. Si avvicinò a Lily e osservandola fissa negli occhi sussurrò - “Potrebbe essere il nostro posto segreto!” – e la baciò. Le sfiorò il viso con le mani, i capelli. Lasciò scorrere le dite sulla schiena di Lily e la avvicinò a sé. E lei ricambiava. Sempre. Si stringeva al suo corpo con le sue esili braccia. Afferrava la sua camicia con forza e inarcava la schiena per colmare ogni singolo spazio.
 
“Scorpius …”
“mmm … si Lily …”. Le guance arrossate, i capelli spettinati, le labbra gonfie. Era bellissima.
 
“Spero sia l’ultima volta che veniamo qui.”
Scorpius e Lily si guardarono allarmati. Dalla porta alle loro spalle provenivano delle voci. Ed una di quelle era di Draco Malfoy.
“Dove andiamo? È impossibile nascondersi qui!”.
“Fortuna vuole che questo mese il mantello tocchi a me!”.
Scorpius ci stava a malapena sotto il mantello dell’invisibilità dei Potter. Così a malapena che Lily lo costrinse a sedersi per terra per riuscire a coprirlo tutto. Lei si era posizionata fra le sue gambe. Aveva poggiato la schiena al suo petto e con un solo sguardo l’aveva avvisato di fare il massimo silenzio.
 
Draco Malfoy e Hermione Granger entrarono nella stanza senza accorgersi della loro presenza. Il professore Neville li raggiunse, trafelato, qualche secondo dopo. “Sarà l’ultima volta, patto che non ci siano altri problemi, Neville”. Apostrofò Hermione. Posò la sua borsettina per terra e pian piano iniziò a tirar fuori delle candele bianche.
Draco Malfoy la osservava metodico, mentre posizionava in modo circolare le candele intorno al leggio. Leggio su sui poggiavano la piuma dell’accettazione e il libro dell’ammissione. “Ci siamo. Malfoy hai portato il resto dell’occorrente?!”
 
Draco Malfoy tirò fuori dalle tasche un sacchetto. “Ne serve così poca?”
“Granger sono io l’esperto, puoi farti da parte gentilmente?”
Slacciò il sacchetto e si fece cadere tra le mani un mazzettino di lavanda o almeno lo sembrava. I fiori erano leggermente azzurrastri e le foglie emanavano uno strano scintillio “Lavanda di Atlantide essiccata con Spezie del Tongu. Una rarità.”
 
“Gli dai fuoco e la sventoli come un esorcista vudù?” Scimmiottò Neville. Dalla sua espressione si poteva notare quanto fosse stanco di avere quei due fra i piedi.
 
“Qualcosa del genere.” Sorrise mellifluo Draco Malfoy.
Con la bacchetta diede fuoco alla Lavanda. Inizio ad agitarla ritmicamente e contemporaneamente dalla sua bocca fuoriuscì una cantilena antica. Né Lily né Scorpius avevano mai sentito quella lingua.
Durò allungo. Draco Malfoy agitava la Lavanda e cantava. Per minuti. Ore.
 
Quando Scorpius si svegliò, il mantello gli era scivolato via. Poggiava sul pavimento abbandonato. Lily era lì, tra le sue braccia. Dormiva silenziosamente.
La luna era alta nel cielo.
L’orologio al polso di Scorpius segnava la mezzanotte.
 
“Per il basilisco di Salazar che accidenti stava combinando mio padre?”.
 
***

Sentiva l’odore della salsedine.
Quando era piccola, una volta, i suoi genitori l’avevano portata al mare. Lei e Lelia avevano rincorso Cyrus sulla sabbia. Quanto tempo era passato dal quel bellissimo giorno?
Leda non ne aveva idea. Viveva nella completa oscurità. Mangiava ciò che le davano. Stava zitta. Era prigioniera ma non le avrebbe più dato la soddisfazione di sentirla gridare. Non finché fosse riuscita mantenere un minimo di lucidità.
Non finché non si fosse persa nei ricordi. L’odore della salsedine le pungeva il naso. Lei e Lelia si tuffano in acqua. Lelia scompariva nelle profondità dell’abisso. Lelia …
 
“Belle mia cara si sta alzando il vento è il caso di rientrare.” Lord Edwin porse la mano alla donna sulla destra. L’aveva vista crescere. Ricordava ancora quel giorno lontano in cui suo padre l’accolse in casa. Lei aveva sì e no otto anni, lui ne aveva da poco compiuto sedici. Erano le vacanze di Natale e come ogni anno, tradizione della sua famiglia, Edwin lasciava Hogwarts per tornare a casa.
 
Belle era cresciuta con lui. Rispettandolo con devozione. All’infuori di lui tutto le era estraneo. Eppure, a guardarla, Edwin era certo che Belle conoscesse tutti i misteri del mondo.
I suoi grandi occhi grigi scrutavano l’oscurità. La devastavano. Distruggevano ogni cosa.
 
“Certamente Lord Edwin. Si è fatto tardi e la prigioniera deve mangiare.”
Belle non sospettava nulla. Obbediva, servizievole al volere di suo padre. Edwin obbediva a suo padre. Insieme erano prigionieri in una gabbia dorata. Il guardiano, il sacrificio e la preda.
 
“Posso fare altro per lei Lord Edwin?”. Belle lo osservava dalla cima delle scale. I lunghi capelli neri le ondeggiavano all’altezza della vita.
“Gradirei una tua visita nelle mie stanze dopo cena!”. Non era un guardiano, era un predatore. Di una vittima innocente che nulla sapeva del mondo.
“Certamente Lord Edwin, buona cena.”
 









 
Ciao a tutti
Scrivo giusto due parole per ringraziare le ultime persone che hanno aggiunta la storia a "seguite/ricordate/preferite", chi continua a leggere la storia silenziosamente e ai recensori.
 


 
   
 
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