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Autore: Journey    09/11/2019    2 recensioni
Che cosa succederebbe se Lucifer e Chloe si fossero incontrati quand'erano ragazzi per poi perdersi di vista e ritrovarsi solo da adulti? E che cosa succederebbe se nei loro giorni di gioventù avessero avuto una figlia che hanno rincontrato solo dopo diciotto anni? In questa FF un po' AU, un po' OCC, e sicuramente What If? i nostri protagonisti si troveranno a fare i conti con questa nuova nuova situazione.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chloe Decker, Lucifer Morningstar, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8


Lucifer guidò più in fretta possibile. Arrivò a casa di Chloe e si precipitò dal lato del passeggerò. Prese Abigail in braccio, come se pesasse nulla, e corse fino alla porta. La ragazza continuava ad urlargli di metterla giù, ma lui non la stava a sentire. In quel momento aveva problemi più pressanti. Suo fratello, Uriel era sulla terra. Tra i suoi fratelli era quello più pericoloso. Era il più pericoloso per via del suo potere di alterare gli eventi e di prevedere il futuro. E adesso, sicuramente sapeva che Abbi era sua figlia, perciò era in pericolo. Doveva assicurarsi che fosse al sicuro, ma come fare? Chloe nonostante fosse coraggiosa, intrepida e avrebbe fatto di tutto per proteggere le sue figlie, era impotente di fronte ad un angelo. Avrebbe potuto chiamare Mazikeen, ma anche con lei, non sarebbero state al sicuro. C’era solo una persona che avrebbe potuto aiutarlo. Solo una che avrebbe potuto lottare contro suo fratello ad armi pari: Amenadiel. Questo avrebbe significato dirgli di avere una figlia e poi vedersela con la sua ira funesta. Non ci pensò due volte. Era la cosa giusta da fare. Vedersela con l’ego e l’ira di suo fratello gli sembrava il minore dei mali.
Chloe andò ad aprire la porta. Lui si precipitò all’interno, mise giù Abigail e la chiuse. Si voltò verso le due che ora lo guardavano senza parole.
“Lucifer sei impazzito? Che sta succedendo?” domandò Chloe.
Non l’aveva mai visto così spaventato. Aveva gli occhi spalancati e si muoveva nervosamente avanti e indietro.
“Non siete al sicuro. Non siete al sicuro!” disse passandosi una mano tra i capelli.
“Lucifer, stai bene?” domandò seriamente preoccupata la detective avvicinandosi a lui e mettendogli una mano sul viso.
Quel contatto bastò a farlo fermare. Guardò la donna che aveva di fronte e per un secondo si dimenticò cosa stesse accadendo.
“Che succede?” domandò lei riportandolo con i piedi per terra.
“Siete in pericolo. Abigail è in pericolo. E io devo andare” disse.
Prese la mano che Chloe aveva appoggiato sul suo viso e la spostò. Si girò di spalle e giunse le mani in segno di preghiera. Sperò che Amenadiel arrivasse in fretta. E, da bravo soldato qual era, lui arrivò.
“Che succede, Luci?” domandò scocciato.
“Sapevi che Uriel è qui?” chiese il diavolo in preda al panico.
“Luci, calmati. No, non ne avevo idea, è lui quello che predice il futuro, non io, ricordi?”
“Che ci fa qui, Amenadiel?”
“Non ne ho la più pallida idea”
“Devi aiutarmi”
“Che hai fatto sta volta?” domandò Amenadiel scocciato.
“Amenadiel devi proteggerle” rispose Lucifer indicando le due donne.
“Perché dovrei proteggere due umane?” continuò a chiedere l’angelo.
“Perché lei è mia figlia, Amenadiel. E lei, beh lei è la madre di mia figlia, la ragione per cui sono tornato qui cinque anni fa ed è anche la ragione per cui ho accettato di tornare all’inferno quasi vent’anni fa” confessò il diavolo indicando prima Abigail e poi Chloe.
“Luci sai che non possiamo procreare con gli umani, questa umana ti avrà preso in giro. E spiegami, perché è la ragione per cui sei andato via e poi tornato?” domandò curioso Amenadiel.
“Stiamo sprecando tempo prezioso, fratello. Circa vent’anni fa avevo una relazione con Chloe. Avevo deciso che la mia vita era qui, sulla terra e che non sarei più tornato all’inferno. Ero innamorato. Ma un giorno Uriel si fece vivo, si fece vivo dicendomi che papà era furioso. Che se non fossi tornato all’inferno, due persone a me care avrebbero incontrato una tragica sorte. C’erano solo due persone sulla terra di cui mi importasse qualcosa, Chloe e Mazikeen. Non avrei mai potuto mettere a rischio la loro vita, perciò dissi alla detective che dovevo andare via, che dovevo tornare a casa. Lei ha creduto che fossi tornato in Inghilterra, non che sia poi tanto diversa dall’inferno. E così non ci siamo più visti. Poi, cinque anni fa, ho deciso di tornare. Chloe però era sposata con un altro uomo. Non avevo più motivi per temere l’ira di nostro padre, amava un altro. Uno che non ero io. E non avrei mai fatto nulla per rovinare la sua felicità, perciò non l’ho più cercata. Ho creduto che fosse al sicuro, che non c’erano più rischi. E quando lei è tornata per caso nella mia vita, non ce l’ho fatta a lasciarla. Non di nuovo, capisci. Poi ho scoperto di Abigail e tutto è diventato ancora più difficile perché le voglio bene e non la lascerei mai. Ma ho sbagliato. Ho sbagliato di nuovo. Non era di Mazikeen che parlava Uriel, me lo sento. Lui parlava di Abigail. E ora è di nuovo qui. E forse è qui per prendersi Chloe o per prendersi mia figlia. E non posso lasciarglielo fare. Capisci, Amenadiel? Non posso permetterglielo. Tu devi proteggerle. Tu sei il guerriero di nostro padre e devi lottare per proteggere queste due sue creature” disse.
“Luci mi stai chiedendo aiuto?”
“Ti sto pregando, fratello. Sono disperato”
E lo era. Lucifer era davvero disperato. Si sentiva terribilmente in colpa. Sentiva di essere l’unico responsabile di quella situazione. Non aveva mai provato una paura così grande, un sentimento tanto umano ed era pietrificante, destabilizzante, ingestibile.
“Ti aiuterò, ma solo perché sono convinto che quella non sia tua figlia. E perché Uriel non mi è molto simpatico. Tu che farai?”
“Devo andare da lui. Devo sapere che piani ha. Devo sapere cosa accidenti vuole da me!” esclamò.
“Fa’ attenzione, fratello. Uriel sa essere pericoloso e probabilmente ti sta già aspettando”
Detto questo, Amenadiel fece ripartire il tempo alla sua normale velocità. Chloe e Abigail rimasero sorprese dall’uomo che si trovarono improvvisamente in casa.
“Avrei voluto che non vi conosceste. Ma, lui è Amenadiel, mio fratello. Io devo andare, lui vi proteggerà. Per favore lasciate che faccia il suo lavoro e non cercate di interferire in alcun modo” si preoccupò di avvertirle Lucifer prima di andare via.
 
Lucifer tornò a casa di Janet e bussò alla porta finché quella non andò ad aprirgli. La donna lo guardò spaventata.
“Dov’è, dov’è Uriel?”
“Lei chi è, mi scusi?” domandò Janet intimorita.
“Sono il padre di Abigail, sono suo fratello”
“Lei è il fratello di Uriel?” chiese la donna stranita “Ed è il padre di Abigail?”
“È forse sorda?” domandò infastidito l’uomo.
“Uriel vive qui accanto. È tornato a casa poco fa”
Senza neppure dirle grazie, il re degli inferi si affrettò a raggiungere la porta della casa in cui, a quanto pare, viveva suo fratello. Prima che potesse alzare il braccio per bussare, Uriel l’aprì e lo fece entrare.
“Semael, è da un po’ che non ci si vede” disse con la sua solita espressione beffarda allontanandosi dall’uscio e invitandolo a entrare con un gesto della mano.
“Cosa sei venuto a fare qui?” domandò immediatamente Lucifer.
“Cosa sei venuto a fare qui tu, Lucifer. Avevamo un accordo. La tua cara fidanzatina Chloe e tua figlia avrebbero vissuto una vita in pace se tu fossi tornato a regnare all’inferno. Io l’ho tenuta d’occhio per diciotto anni, ho fatto in modo che nessuno l’adottasse. Sapevo che non avresti resistito, sapevo che saresti tornato. Perché in fondo, sei un debole, Semael. Ti sei ribellato contro nostro padre solo perché eri troppo debole per vivere alle sue regole”
“Quindi tu sapevi dell’esistenza di Abigail dall’inizio, sapevi era mia figlia sin dal primo istante. L’hai saputo per tutto questo tempo?” domandò furioso Lucifer.
“Certo che sapevo che fosse tua figlia. La tengo d’occhio da quando l’avete concepita, in quella spiaggia davanti a quella casa che avresti acquistato per quando sareste andati a vivere insieme una volta finito il college, non è così Semael? In quanti progetti inutili ti sei impegnato, quando avresti potuto seguire l’unico che nostro padre ti ha affidato” disse con aria di sfida.
Lucifer lo prese dal collo e lo sollevò da terra. Nonostante gli mancasse l’aria, Uriel non trattenne una risata.
“Ti uccido” esclamò il re degli inferi.
“Uccidimi e non saprai mai perché sono qui” disse compiaciuto l’altro.
“Che diavolo vuoi da me?” gli urlò in faccia riportandolo lentamente giù.
“Voglio che te ne torni all’inferno”
“Non tornerò mai all’inferno”
“Oh beh, allora mi vedrò costretto ad andare a trovare la detective Decker o, meglio, la dolce Abigail”
“Non ti permetterò di avvicinarti a loro. Non ti permetterò mai di far loro del male”
“Oh, fratello mio, certe volte sei davvero ingenuo. Tu non puoi fermarmi, io so già cosa farai. Ogni tua mossa, io la conosco. Non c’è via d’uscita per te. Hai due possibilità, puoi tornare all’inferno e loro continueranno a vivere o puoi restare qui e vederle morire dolorosamente”
“Giuro che ti ammazzerò!” esclamò il diavolo spingendolo.
“Oh, salutami Amenadiel” disse mentre Lucifer usciva da quel posto.
 
“E così tu sei il fratello di Lucifer” disse Chloe.
“Sì, il fratello maggiore” puntualizzò Amenadiel.
“Scusami, noi siamo stati insieme per molto tempo e lui non mi ha mai parlato di te o di nessun’altro dei suoi fratelli” continuò lei.
“Non siamo il suo argomento di discussione preferito. Non mi meraviglia. Non abbiamo proprio un bel rapporto ormai”
La donna annuì non convinta.
“Quindi tu saresti mio zio?” domandò Abigail.
In quel momento Lucifer bussò alla porta. Quando Chloe andò ad aprire e lo vide visibilmente scosso e turbato, gli prese il viso tra le mani.
“Come stai? Che è successo?” gli chiese.
Lui poggiò le sue mani su quelle della detective e chiuse gli occhi per assaporare meglio quell’istante. Chloe capì da quel gesto che era peggio di quanto credesse. Perciò non sprecò un altro secondo e lo abbracciò. Lui nascose la testa nell’incavo del suo collo e lasciò che quella donna lo stringesse. Né Amenadiel, né Abigail ebbero il coraggio di interrompere quel momento.
“Lucifer, qualunque cosa sia, sono sicura che possiamo risolverla insieme” disse lei sciogliendo l’abbraccio e guardandolo dritto negli occhi.
Aveva l’espressione da cane bastonato, la stessa espressione che aveva prima di dirle che sarebbe dovuto andare via. Quando il pensiero le balenò in testa, un brivido le corse lungo la schiena. Stava per riaccadere. Se lo sentiva.
“Devi andare via, non è vero?” domandò allontanandosi da lui.
“È l’unica soluzione” le rispose, poi guardò il fratello “Uriel non è qui per giocare, Amenadiel. Era come sospettavo”
“Luci sono anni che provo a riportarti laggiù e non hai mai voluto starmi a sentire. Cosa è cambiato? Cosa ti ha detto Uriel da spaventarti così tanto?” domandò l’uomo avvicinandosi a lui.
Lucifer fece un cenno col capo ad Amenadiel e l’angelo capì di dover rallentare il tempo. E così successe.
“Avevo ragione, fratello. Uriel segue Chloe e tiene d’occhio Abigail da quando sono andato via la prima volta. Non so quale sia la ragione, ma mi ha detto che se non torno all’inferno, Chloe e Abbi moriranno. E non posso permetterlo”
“Ma perché? Cosa lo spinge ad agire al punto tale da lasciare morire due innocenti? Cos’è che vuole? Di cosa ha paura?” chiese confuso Amenadiel.
“Non lo so, forse spetterà a lui il mio compito ingrato qualora io non tornassi”
“Non so, Luci. Mi sembra quasi impossibile. Nessuno sano di mente affiderebbe a Uriel l’inferno. Non è l’angelo adatto. E papà ha sempre lasciato intendere che una volta che ti fossi stancato, io o Ramiel avremmo dovuto prendere il tuo posto. Posizione che, tra l’altro, non aspiro ad ottenere” rese chiaro l’altro.
“Dobbiamo fare qualcosa. Dì a Maze che ci vediamo alla Penthouse in un’ora. Devo parlare con Abigail e Chloe e poi dobbiamo trovare un modo per fermare Uriel o mi ritroverò costretto a tornare all’inferno”.
Il tempo prese a ripartire e Amenadiel andò via così com’era arrivato.
Gli occhi di Chloe erano pieni di lacrime. Non poteva crederci. Stava accadendo di nuovo. Lucifer la stava lasciando di nuovo. E questa volta faceva ancora più male. Faceva così tanto male perché, nonostante non fossero una coppia, erano più vicini che mai. Avevano una figlia insieme. Un dono capace di rendere più solido qualunque tipo di rapporto. Si era appena riabituata a sentire la sua voce, a vederlo piombare in casa al mattino e ad ascoltare le sue battute inopportune. Non poteva rinunciare a lui. Non di nuovo.
 
Nel frattempo, Amenadiel atterrò davanti casa di Uriel. Fece rientrare le ali e, a testa alta, impettito come al solito, camminò sicuro verso l’ingresso. Prima che potesse bussare, la porta si aprì e Uriel apparve all’interno con il suo fastidiosissimo ghigno soddisfatto sul viso.
“Fratello, ti aspettavo” disse il padrone di casa spostandosi dall’uscio per farlo entrare.
Richiuse la porta alle loro spalle. Si girò lentamente. Aveva i polpastrelli giunti e lo guardava sereno come se non ci fosse nulla al mondo che potesse coglierlo di sorpresa. Ed era così… era così la maggior parte delle volte.
“Che hai in mente Uriel?” domandò Amenadiel guardandolo severo.
“Vedo che Lucifer ha ancora il bruttissimo vizio di mandarti a combattere le sue battaglie. Il ragazzo è sempre stato un po’ un codardo”
“Sai bene Uriel che non è così. Luci è tutto, tranne che un codardo. Sai che sono venuto io per risolvere questa questione nel più tranquillo dei modi. Nostro fratello non gode della virtù della pazienza. Tu dovresti saperlo bene…” disse l’angelo.
Uriel sorrise e apparve pensoso per un lungo minuto. Probabilmente stava ricevendo un’ondata di informazioni riguardati l’imminente futuro.
“Sei qui perché vuoi sapere come mai sono qui” disse.
“Esatto. Perché vuoi che Lucifer torni all’inferno? Non fraintendermi lo voglio anche io, ma semplicemente perché sono stanco di fargli da babysitter. E soprattutto perché vuoi così tanto che stia lontano da queste due umane? Quella ragazzina non è nemmeno sua figlia, Uriel. Non può esserlo. Non possiamo procreare con gli umani” domandò Amenadiel.
“È proprio questo il problema, fratello. Quelle due umane sono pericolose. E solo una di loro è umana. L’altra è mezza angelo. E sì, è figlia di Lucifer. Credi non sia possibile? Lo credevo anche io. Sai che le mie visioni raramente sono errate. Quando vidi che avrebbe avuto una figlia, ho cominciato a seguirlo. E ho scoperto una cosa spaventosa. L’umana, la detective, è un miracolo. È un miracolo di nostro padre e se è esiste è solo colpa tua. Eri tu l’angelo incaricato di benedire sua madre. Nove mesi dopo nacque Chloe Decker, da Penelope e John. Come è connesso con Lucifer? L’umana lo rende vulnerabile. E lui è così preso da lei e dall’amore per quella donna che non se n’è accorto. Non so se sia il fatto che lei sia un miracolo a renderlo vulnerabile o l’amore che prova per lei.”
“Non ti seguo, fratello”
“Allora cercherò di essere più chiaro possibile Amenadiel. Chloe rende nostro fratello vulnerabile, lo rende umano. E proprio a causa di questa sua umanità che è nata Abigail. Se lui dovesse rimanere ancora accanto a loro, soprattutto accanto a sua figlia, potrebbe guadagnarsi il perdono di nostro padre. Ho visto il futuro, la sua mutazione sarebbe irrevocabile. Lucifer diventerebbe sinceramente e profondamente umano. E a quel punto nostro padre gli ridarebbe la libertà. Niente più inferno. E l’inferno, poi, toccherà a uno di noi. E ho faticato troppo da che esistiamo per essere confinato laggiù. Lucifer deve tornare al suo posto e lo farà con le buone o con le cattive maniere”
“Saresti disposto ad uccidere due umane, anzi, un miracolo e un potenziale semi-angelo solo per non andare all’inferno? Non pensi all’ira di nostro padre? Quella ragazzina è nostra nipote ed è sua nipote. Non pensi che per punizione ti manderebbe laggiù comunque?” chiese giustamente Amenadiel.
“No fratello, nostro padre mi premierà perché Abigail non sarebbe dovuta esistere. E la detective è insignificante. Sì, è un miracolo, ma è sacrificabile. E poi non mi sporcherò direttamente le mani, lascerò che siano gli eventi a determinare la loro fine”
“Manipolare gli eventi è sporcarsi le mani”
“Non sono d’accordo”
“Uriel, finché sei in tempo, metti fine a questa idiozia e torna a casa”
“Mi dispiace. Sono vent’anni che lo seguo, è da vent’anni che controllo che tutto vada secondo i piani. Non posso permettergli di rovinare tutto. Deve tornare all’inferno perché io non ho nessuna voglia di prendere il suo posto. Non posso prendere il suo posto”
Uriel era agitato. Il viso gli era diventato rosso e non riusciva a controllare il tono della voce che si faceva sempre più alto e tremolante.
“Fratello tu sai più di quanto vuoi dirmi. Perché questa paura? Sai che è più probabile che quel ruolo spetti a me o a Ramiel qualora Luci dovesse abdicare”
“Ti sbagli. Ti sbagli, ok?” esclamò perdendo completamente il controllo. “Nostro padre darà a me quel ruolo. E quei mostri mi tortureranno all’infinito. Si prenderanno gioco di me. Mi renderanno impossibile sopravvivere!” ormai Uriel stava urlando.
“Come lo sai?”
“L’ho visto, Amenadiel. L’ho visto!” esclamò.
“Questo non ti dà il diritto di privare nostro fratello della possibilità di redimersi, di ritrovarsi con nostro padre e di essere felice sulla terra. Ma soprattutto non spetta a te decidere della vita di altre due persone. Sai che l’unico ad avere questo potere è nostro padre. Non puoi sostituirti a lui.”
“Non voglio, ma non posso rischiare di finire all’inferno. Non me lo merito”
“Neanche Lucifer lo meritava, Uriel!” esclamò pieno di rabbia Amenadiel.
Uriel non l’aveva mai visto così. Quando Lucifer si era ribellato al loro padre, non aveva mosso un dito per difenderlo. Da quando era stato esiliato all’inferno, era cambiato. Amenadiel non era più gioioso e armonioso come prima. Si era incupito. Lui e Lucifer erano sempre stati inseparabili. E adesso, dopo eoni, stava prendendo le sue difese. Chissà per quanto aveva soppresso i suoi sentimenti, chissà per quanto li aveva taciuti. E adesso non ce la faceva più.
“Cosa?” domandò Uriel facendosi piccolo.
“Lui non se lo meritava. Lo sappiamo tutti che non se lo meritava. Non meritava una punizione così tremenda. E non merita di essere punito ancora. Non da te! Tu non sei nessuno, Uriel. Se domani, quando verrò qui tu non sarai sparito, ti prometto che non sarò così indulgente come lo sono stato oggi” disse Amenadiel prendendo il fratello dal collo e sollevandolo da terra.
Dopodiché lo scaraventò dall’altra parte della stanza e uscì da quella casa furioso.

 
Nel prossimo capitolo:
Lucifer entrò nella sua Penthouse con il viso grondante di sangue. Le nocche sbucciate e i vestiti strappati e malridotti quasi quanto il suo viso. Si sedette sul divano e gettò la testa all’indietro. Respirava affannosamente. Poggiò la mano sulla spalla e notò che c’era qualcosa che spuntava da una delle ferite. La estrasse non curandosi delle conseguenze. Era un pezzo di vetro. Lo gettò via e qualche istante dopo perse i sensi.


Journey's Corner:
Mi scuso umilmente con chi segue la storia per aver pubblicato con un giorno di ritardo. Ho fatto confusione con i giorni credendo che oggi fosse venerdì anche se in realtà è sabato. Non succederà più. Per farmi perdonare pubblicherò un capitolo extra mercoledì. Grazie a tutti coloro che hanno inserito la storia nelle seguite e nelle preferite. Grazie a coloro che recensiscono e grazie davvero per il sostegno che mi date.
A mercoledì
-Journey
   
 
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