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Autore: SweetPaperella    09/11/2019    4 recensioni
Questa storia é il sequel di “There's no storm we can't out run, we will always find the sun” consiglio la lettura della storia precedente prima di leggere questa.
Sono passati tre anni, Emma é ormai felice accanto a Killian stanno per sposarsi, oltre Henry, hanno una splendida bambina di nome Hope.
Regina Mills é felicemente sposata con il suo fuorilegge Robin e ha finalmente l’amore di sua figlia.
Ma può la morte di una persona cara, distruggere la felicità costruita con tanta fatica? E il passato può tornare distruggendo il presente con la forza devastante di un ciclone?
Un nuovo caso, nuovi personaggi e verità sconvolgenti dal passato, che non è mai del tutto passato.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo nove - Occhi 



Arriva in ufficio molto presto, grazie all’aiuto di un suo amico, ha istallato un nuovo software che le permette di entrare nel database della polizia, alle cartelle riservate. Non è un metodo molto ortodosso, anzi senza dubbio non lo è, ma Emma non trova niente con le semplici indagini da sceriffo, deve quindi fare qualcosa di alternativo. 
Ed è così che è risalita alla morte di Lucy Booth, a tutti i poliziotti che in quel periodo operavano nella vicina stazione di polizia. Ma solo di due si sono perse le tracce dopo quel caso, uno è vecchio in realtà, quindi non è sicuramente il loro uomo, sarà un ex poliziotto che si è trasferito chissà dove per godersi la pensione; l’altro invece corrisponde all’età, ha la stessa età di August, come l’uomo che cercano. C’è una sua foto. O meglio una foto di gruppo, risalente proprio a quell’anno, lui è indietro, ma si vede quel che basta per avere un volto. Sicuramente adesso ha cambiato i connotati, ma gli occhi quelli non può averli cambiati, a parte il colore ed è su quelli che si concentra Emma. 
«Dove ho già visto questi occhi... Non riesco a ricordare. Eppure sono sicura di avergli già visti...» sostiene decisa, continuando a guardare quei due occhi azzurri, color del ghiaccio. 
«Emma, non è che ti starai stancando troppo? Sono ore che sei seduta a guardare quella foto, non è il caso di mangiare qualcosa?» chiede Killian preoccupato nel vederla così intenta a lavorare, lo fa più che altro perché non vuole che si stanchi visto anche il suo stato di gravidanza. Non vuole certo che smetta di lavorare, però non vuole nemmeno che si affatichi. 
«Killian stancarmi di cosa... Sono seduta come hai detto tu, stai sereno che non succede niente al bambino.» 
«Però mangiare farà bene a tutti e due.» continua a insistere lui a farla fermare, dicendole che andrà personalmente a comprare qualcosa da Granny’s e le chiede che cosa voglia. 
Ed Emma ha voglia di qualcosa di dolce, al cioccolato con la precisione, di vedere lui che cosa ci sia con il cioccolato e poi anelli di cipolla, come al solito e formaggio alla griglia, le vecchie abitudini non cambiano mai. 
Mentre il vice sceriffo si dirige fuori per prendere il loro pranzo, Emma torna a studiare la foto, non dandosi pace... Possibile che abbia già visto quegli occhi? Non le sembra, sono occhi talmente particolari che se ne ricorderebbe, hanno un colore troppo raro per passare inosservati, ma... Non riesce nemmeno a capire come mai in realtà le sembra di avergli già visti, forse ha notato lo stesso taglio degli occhi, ma di un colore differente, ma dove? A chi? Quelle domande la stanno mandando solo ulteriormente in confusione e decide di soffermarsi su altri dettagli che magari possono tornare utili, ma a parte ciò, non nota nulla che attiri la sua attenzione. 
Perciò decide di attaccare quella foto alla lavagna che ha messo a disposizione per sbrogliare quell’enorme puzzle che è la vita di Booth, di Lucy ed Ade. 
La foto di Ade al centro, con tutte le informazioni ricavate fino a quel momento. Ade all’epoca dell’omicidio di Lucy aveva 27 anni, un anno in più di August, Lucy 20 anni. Lucy si è fidanzata con Ade quando ne aveva 17 e lui 24 anni, sono stati insieme per ben tre anni, allontanandosi da tutti gli affetti di Lucy, la ragazza compiuti i 18 anni è andata a vivere con l’uomo, non volendo più vedere il fratello, per ragioni ancora sconosciute ad Emma. Poi improvvisamene sono tornati a parlarsi e Lucy muore e si perdono le tracce anche di Ade, nonostante non sia mai stato nella lista dei sospettati, al contrario di August che inizialmente è stato in cima alla lista dei sospetti. 
Effettivamente dalle prove ricavate, tutto sembra far credere che il colpevole sia August, il suo amico August.
Ma lei non crede che sia così, non ci crederà mai che sia così. 
Quell’Ade è riuscito a farla franca e dopo tutti questi anni ha covato vendetta per August che gli ha rovinato la vita. 
Questo Ade è in città, Emma se lo sente che sia così e magari si aggira per la sua città. La città che lei ha il compito di proteggere da un killer come lui, deve farlo quanto prima. 
Non riesce a smettere di pensare a lui nemmeno quando il suo fidanzato, nonché braccio destro adesso, torna con il pranzo. 
«I suoi occhi... Non ho mai visto occhi così particolari...» continua a ripetere Emma, mentre si porta un anello di cipolla alla bocca. 
«Ehi, devo iniziare a essere geloso?» dice lui prontamente per cercare di farla sorridere. 
«Cretino! No!» dice scuotendo la testa esasperata e avvicinando la foto per fargliela vedere anche lui, invece di fare battutine, vuole che si dia da fare. 
Killian capendo che non è il momento di scherzare, si concentra a sua volta sull’immagine, ed effettivamente anche a lui sembra di aver visto lo stesso taglio di occhio da qualche parte... 
Il resto della giornata lavorativa passa a cercare altre prove su internet, ma anche a pianificare la prossima mossa. Sentendo telefonicamente il sindaco di Storybrooke, si è trovato d’accordo a fare uscire un articolo di giornale in cui bluffando, fanno credere al killer di aver trovato il verbale originale. Non è un metodo molto ortodosso, ma Emma ha capito che per farlo uscire allo scoperto e magari fargli commettere un passo falso, devono giocare al suo stesso gioco. Non possono fare altrimenti.
Ed è così che faranno uscire l’articolo con la sua foto da giovane e prima che potesse cambiare connotati. Sperando che funzioni. 
Solo una volta a casa, Emma si concede di rilassarsi e si scusa con il suo Killian per essere stata seria e precisa in ufficio, ma ha bisogno di una prova, fare qualcosa che possa aiutarli a venire a capo a tutto. 
Ora che però sono nel letto, non vuole certo pensare al caso. Il suo meraviglioso fidanzato le sta accarezzando i capelli per farla rilassare e intanto parlano della gravidanza. 
Killian è convinto che sarà un’altra piccola principessa, lui vuole assolutamente una piccola principessa. Ma stavolta identica a lui, visto che Hope è identica a Emma. 
«Mi piacerebbe una bambina identica a me, occhi azzurri e mora. Sai che meraviglia?» fantasticando su come possa essere. 
«Quindi stai dicendo che Hope è brutta, perché somiglia a me?» lo punzecchia prontamente Emma, ha capito benissimo il suo desiderio di una piccola principessa uguale a lui, visto che Hope è fisicamente come lei. Lo vuole semplicemente punzecchiare, come il loro solito.
«Hope è meravigliosa! Solo che assomiglia tutta a te...» si lamenta contrariato che la loro primogenita sia tutta sua mamma. Non ha preso nulla da lui. A parte il carattere ovviamente ed Emma prontamente glielo fa notare. 
«Fisicamente forse, ma caratterialmente ha preso molto da te... I difetti principalmente direi.» gli dice ridendo ancora una volta di gusto. 
«Difetti? Quali sarebbero? Sentiamo...» punzecchiando a sua volta, ma fingendosi serio per farle credere di essere arrabbiato per quella sua affermazione. 
«Testardo, orgoglioso, egocentrico, sfacciato... Devo aggiungerne altri?» lo sfida divertita. 
«Testarda e orgogliosa lo sei anche tu» ribatte prontamente guardandola negli occhi e poi decide di farle il solletico per vendicarsi di quel suo prenderlo in giro. Emma inizia a ridere di gusto. Soffre da morire il solletico e non riesce a trattenere nemmeno qualche grido che le esce spontaneamente. 
Killian si ferma dalla tortura solletico solo quando la maglia di Emma si è sollevata un po’ per via del solletico, per fermarsi a parlare con la sua pancia. Adora farlo, l’ha sempre fatto anche quando lei era incinta di Hope. Pensa che sia un modo per entrare già in comunicazione con il bambino o in questo caso bambina, vista la sua sicurezza a riguardo. 
«Principessa di papà, so che sarai un’altra principessa... Vero che tu mi difenderai e che verrà bella come il tuo papà?» mentre parla accarezza il ventre di Emma e lei lo guarda sorridendo, ha sempre amato che lui si soffermasse a farlo. Lo trova un gesto così romantico e dolce allo stesso tempo. 
«Se verrà bella come te, con i tuoi occhi celesti, poi non sarai geloso?» immaginandosi anche lei quanto possa essere bella una piccola Killian. Occhi celesti belli e intensi come il suo pirata e mora, uno spettacolo di bambina.
«Ovvio! Come minimo lei e Hope non usciranno da casa senza di me, almeno fino ai 18 anni.» ride di gusto. Geloso com’è come minimo vuole che le sue bambine non vedano nessuno di sesso maschile, che non siano lui, Henry e nonno David. Non devono avere un fidanzato almeno fino a trent’anni. Lo dice ad Emma e lei scoppia a ridere di gusto, conoscendolo sarebbe pure capacissimo di andare alle feste con le sue bambine, pur di non farle avvicinare al sesso opposto, soprattutto d’adolescenti. 
«Comunque tu hai ammesso che sono bello» dice per vantarsi nuovamente della cosa e sottolineare ancora una volta quanto sia smisurato il suo ego.
«Ma io non ho detto che tu sia bello. Al contrario la nostra bambina, se sarà una bambina, lo sarà.»
«E il merito sarà anche mio che sono bello. Specie se verrà come me stavolta.»
«Speriamo anche meno egocentrica di te, basta Hope che vuole stare sempre al centro dell’attenzione.» 
Killian la guarda con il suo solito cipiglio divertito e malizioso, avvicinandosi a quel punto per farle nuovamente il solletico, ma poi invece di avventarsi su i suoi fianchi, la bacia. Portando sempre le mani sotto alla sua maglia per provocarle i brividi. 
Si separano dal bacio solo di poco, per guardarsi negli occhi e sorridersi. 
«Se è femmina come la chiamiamo...» chiede a quel punto Killian, non togliendo mai il contatto visivo con i suoi occhi. 
«Sai, ci stavo giusto pensando.. Vorrei sempre che avesse un nome che inizia con la H.» le piace tanto ad Emma l’idea che i suoi figli abbiano tutti la stessa iniziale, è una cosa che le è sempre piaciuta.
«Ti conosco love, lo so.» le dice dolce. 
Stavolta è lei a baciarlo con passione, nessuno la conosce bene come lui.
Per poi tornare a parlare nuovamente con la pancia di Emma, fino a che non si addormentano abbracciati. 


Robert arriva in città e nel momento in cui si trova davanti alla porta di casa Mills, sente il nervosismo crescere. Non riesce a crederci che sta per conoscere finalmente suo padre, l’uomo che l’ha messo al mondo. Si sono sentiti spesso tramite Skype, ma ora che deve incontrarlo finalmente di persona, non può non sentire l’agitazione impadronirsi di ogni fibra del suo cuore. Hanno chiacchierato già, si sono raccontati tante cose, ma vedersi di persona per la prima volta fa sempre il suo effetto.
Ad aprirgli la porta è proprio Robin che lo accoglie con un sorriso raggiante. Perfino lui è nervoso di incontrare suo figlio di persona per la prima volta. Non appena lo vede, nota subito la somiglianza tra i due. Gli occhi di Robert hanno il suo stesso taglio e il suo colore o almeno gli da questa sensazione, non sa se stia lasciando influenzare. Ma anche tramite videochiamata ha notato questa somiglianza dei loro occhi e ora è ancora più accentuata la cosa. I suoi occhi sono chiari come quelli della madre, che li ha chiari a sua volta, quindi è normale che abbia gli occhi così azzurri. 
Lo fa accomodare in casa e lo invita a sedersi in salotto, dove ha allestito una piccola merenda da fare insieme. 
Giungono in salotto lui, Zelena e Robin e trovano ad aspettarli Regina e Roland. 
«Benvenuto Robert» gli dice prontamente Roland, al bambino è stato detto di dare lui il benvenuto in famiglia al fratello che sarebbe stato più carino, se pur lui non sia stato così d’accordo, per Roland è ancora difficile accettare questa presenza nella sua vita e non crede di riuscire così facilmente com’è stato per suo padre, che sembra che lo conosca da una vita. 
Robert con gran sorpresa del piccolo di casa invece, gli ha portato un piccolo regalo. Conosce un suo amico che viene da Los Angeles, essendoci stato da poco a trovare la famiglia, si è fatto portare un gadget della squadra di calcio e lo dona a Roland. Lo fa con sincerità, non vuole certo portarselo dalla sua parte per qualche piano diabolico, al contrario... Non ha mai avuto una famiglia e spesso si è sentito solo e trascurato, sua mamma ha sempre cercato di non fargli mancare nulla, scuole lussuose, vestiti, cellulari all’ultima moda e tanto meno il suo affetto di genitori, ma ha sempre desiderato una famiglia numerosa, come quelle dei film in cui si riuniscono tutti a tavola per Natale e non solo. E pensa finalmente di esserci riuscito. Ha sentito parlare tanto anche della figlia di Regina, Emma, che ora le sembra già di conoscerla, ma non vede l’ora di incontrare personalmente. Non vede l’ora di far parte di quella famiglia, che già si sente male al pensiero che a giorni dovrà tornare al scuola e lasciare suo padre. 
È spontaneo parlare con lui, raccontagli ciò che fa a scuola e dei suoi voti. 
È riuscito anche a convivere Roland a giocare a calcio con lui in giardino. 
Robin li osserva divertirsi insieme e non può non vedere le somiglianze tra i due.
«So che è una situazione assurda Regina, ma sono felice che Robert sia mio figlio. » dice a sua moglie che intanto si è avvicinata a lui, per guardare i due giocare e divertirsi. 
Conosce perfettamente il suo uomo e sa che già si è affezionato a quel ragazzo. Certo la situazione è veramente assurda, ma non è certo arrabbiata o dispiaciuta se lui è felice di aver trovato o meglio, scoperto di avere un figlio e che ora i due vogliono costruire un rapporto. Nessuno meglio di lei può capire, se pur non è ancora riuscita del tutto a  parlare con sua sorella, ma sa che dovrà farlo al più presto. 
Robin la guarda e spontaneamente sorride, i suoi occhi azzurri si riflettono in quelli di Regina e lei, si rende subito conto che brillano di pura gioia e di conseguenza anche i suoi. 


Ha appena comprato il giornale locale e si siede a leggerlo, rilassandosi e per studiare la prossima mossa nella sua scacchiera, quando il suo occhio cade sull’immagine di copertina. É una sua foto da giovane, quando era in polizia. Una sua foto con tanto di articolo che lo citano come unico sospettato dell’omicidio e Lucy e August Booth.
«Bene, bene, bene! Vuoi giocare con il fuoco ragazzina? Ora ti farò vedere io di cosa sia capace Ade. Mai mettersi contro il dio del male, dei morti. Mai.» non a caso ha questo nome, si è fatto soprannominare Ade proprio perché nella sua vita ha visto già parecchie volte la morte in faccia, oltre al colore dei capelli che ha portato per tanti anni, come il famigerato Ade dei cartoni Disney, per incutere timore, per far capire chi fosse ancora prima di esporlo a voce. Nel suo quartiere tutti lo rispettavano, perché sapevano la sua situazione famigliare e non osavano mai contraddirlo... Lucy, Lucy invece ha osato contraddirlo. Quello schifoso di suo fratello l’ha messa contro di lui e hanno pagato.
Ora anche Emma Swan ha osato sfidarlo apertamente e la pagherà.
«Preparati a rivivere il tuo incubo peggiore, ragazzina.» ghigna guardando ancora una voglia la foto sul giornale che lo ritrae. Sa molto della Swan, come sa perfettamente quale sia il suo incubo peggiore. 
 
Spazio autrice: Ciao a tutti, buon sabato! Ecco il nuovo capitolo della storia, come avrete sicuramente letto é un capitolo di transazione per il prossimo. Ade non sopporta che Emma lo abbia sfidato e ora vuole metterla fuori combattimento, come? In che modo? Si scoprirà ovviamente nel prossimo capitolo. Ma secondo voi, a che cosa si riferisce Ade? "Preparati a rivivere il tuo incubo peggiore, ragazzina" he detto, cne intende? Questo potrebbe essere considerato un piccolo spoiler. Ma non aggiungo altro o potrei veramente rovinarvi la sorpresa del prossimo capitolo e poi che gusto c'è? 
Il titolo del capitolo é "occhi" e mi è divertito giocare con il titolo del capitolo e mettere al centro di esso proprio gli occhi. Emma che le sembra di riconoscere dalla foto di Ade giovane qualcosa di famigliare nei suoi occhi, Emma e Killian che ipotizzano il sesso del bambino e si domandano di che colore possa avere gli occhi (piuttosto secondo voi é maschio o femmina stavolta?), Robin che guarda suo figlio e rivede in lui i suoi e gli occhi della madre e infine, Regina e Robin che guardano Roland é Robert giocare e poi si guardano loro negli occhi, vedendoci la stessa felicità.
Insomma, era un piccolo esperimento questo che ho voluto fare e spero che sia ben riuscito. 
Che dire altro? Penso di aver detto veramente tutto... Fatemi sapere che cosa ne pensate del capitolo ovviamente, che ogni parere é sempre super apprezzato. Alla prossima e buon week end.
   
 
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