Videogiochi > Warcraft
Segui la storia  |       
Autore: Kharonte87    09/11/2019    0 recensioni
Le cronache delle avventure dello stregone Kharonte, accompagnato dall'amico mago Zihark, in un viaggio da Quel'Thalas verso Soutshore ed oltre. Durante il loro viaggio Kharonte e Zihark incontreranno numerosi altri personaggi, ognuno dei quali arricchirà la persona di Kharonte, siano essi amici, nemici o amanti...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
POV: OPHÉLIA

Stavano cavalcando verso nord, sotto il sole delle aride Savane Settentrionali, quando Ophélia ripensò al suo arrivo ad Orgrimmar a bordo dello Zeppelin. Relaha era tornata su dalle cabine e si era rivolta a lei in un modo che sorprese la strega.

"Ma cosa fai, parli da sola? Il sole ti deve aver annebbiato la mente" disse la giovane tauren che sembrava non vedere l'altra figura, l'umana che era proprio lì, accanto all'elfa.

Valenix anticipò la sua risposta. "Lei non può vedermi, Ophélia. Solo tu potevi farlo." La strega si girò verso la ragazza dalla voce melliflua, gli occhi sbarrati dalla sorpresa. "Ora vai, e ricorda quello che ti ho detto."

"Ma che guardi? Ophélia, sei sicura di star bene? Perché non sei scesa a riposare?" Relaha stava iniziando a preoccuparsi. La strega tentò di ricomporsi, rispondendo alla sciamana nel modo più naturale di cui fu capace.

"Sisi, tutto ok! Stavo solo dando un ultimo sguardo al panorama da quassù... Avresti dovuto vederlo durante il viaggio, Relaha, è stato un vero spettacolo!"

La sciamana si strinse nelle spalle. "Ok, comunque ora siamo arrivate, faremo meglio a scendere prima che questo affare ci riporti ad Undercity."

"Certo, andiamo subito", aveva concordato Ophélia. Quest'ultima si rimise in spalle la propria borsa da viaggio e seguì Relaha nello scendere dallo Zeppelin. Arrivati sul bordo del mezzo Goblin, la strega si voltò. Lo sguardo di Valenix era fisso su di lei. Sul suo volto un'espressione indecifrabile, mentre la veste del color del sole veniva accarezzata dalla calda brezza che spirava a Durotar.

Nella principale capitale dell'Orda, che Ophélia aveva trovato troppo spartana per i propri gusti, l'elfa e la tauren avevano fatto provviste per il viaggio, comprando dal cibo, alle bevande, da alcune pozioni a delle bende di emergenza. Dopodiché, avevano preso due cavalcature, due grossi lupi sapientemente addestrati dagli Orchi di Thrall. Ophélia aveva scelto un lupo dal pelo bianco ed occhi di un blu profondo, mentre Relaha aveva optato per uno dal pelo nero come la notte e gli occhi che sembravano oro liquido. Le due compagne di viaggio erano uscite non dai cancelli di Orgrimmar, ma da un ponte che si trovava all'estremità occidentale della capitale, che dava sulle Savane Settentrionali, da quel punto avrebbero raggiunto la Foresta di Ashenvale in molto meno tempo. Non era sicuramente il caso di attraversare gran parte di Durotar con tutti i pericoli che ne conseguivano. Primo tra tutti il gran caldo, che non dava pace alle due compagne dal momento stesso in cui erano arrivate a Kalimdor. Stavano cavalcando ormai da mezza giornata, ed il sole non aveva smesso di picchiare sulle loro teste nemmeno per un secondo. Quella regione era una vera e propria landa desolata, una distesa pianeggiante, con qualche rara collina e delle ancora più rare piccole oasi che impedivano a quelle Savane di essere un vero e proprio deserto. Avevano scelto di restare sulla strada principale, alla fine erano ancora nel territorio dell'Orda e non c'era pericolo da costringerle seguire sentieri secondari. Eppure, eppure...

Ophélia non riusciva a togliersi dalla testa una frase pronunciata da Valenix.

"Una grande prova di aspetta, Ophélia. Io sono qui per accertarmi che tu sia pronta ad affrontarla."

La strega aveva capito che quella che aveva le sembianze di una ragazza umana, sicuramente non fosse affatto un'umana, anche se Valenix, sempre che quello fosse il suo vero nome, non aveva voluto rispondere a quella sua domanda. "Non ha importanza", le aveva risposto. Ed aveva ragione. Da quando l'aveva sentita, Ophélia non aveva fatto altro che pensare a quella "grande prova". Ci stava pensando così tanto da perdere la percezione del mondo intorno a sé, tanto da perdere la sua parlantina ironica e pungente. Relaha si era ormai convinta che avesse preso una brutta insolazione durante il viaggio.

"Perché?" continuava a chiedersi. "Perché do importanza alle parole di quella ragazza? Chi era?" Eppure, la strega Ophélia aveva percepito un grande potere risiedere latente in quella figura femminile, un qualcosa di sconosciuto continuava a sussurrarle all'orecchio che doveva fidarsi di lei. Ma quale poteva essere allora questa grande prova? Poteva aver a che fare con il libro che lei e Relaha stavano cercando? "Si, è sicuramente così", si disse, "si riferiva sicuramente al libro." D'altronde era impensabile che avrebbero trovato il leggendario tomo senza avere la minima difficoltà. Allontananndo quel pensiero, si voltò a guardare Relaha. La giovane tauren si era rivelata un'ottima compagna di viaggio, più volte era riuscita a farla ridere con il suo spirito allegro ed a volte persino irriverente, aspetto che l'elfa apprezzava parecchio. La sciamana si era rivelata una persona buona, o come aveva preso a definirla Ophélia, "un abito di seta sotto una corazza d'acciaio".

"Che ne dici di fermarci in quell'oasi laggiù?" Fu Relaha a tirarla fuori dai suoi pensieri. "I lupi mi sembrano stanchi ed inoltre sta per scendere la notte. Non vorrei addentrarmi ad Ashenvale con le tenebre a favorire eventuali attacchi degli Elfi della Notte."

Ophélia non poté fare a meno di constatare quanto le parole della sua compagna di viaggio fossero veritiere. I lupi stavano boccheggiando e anche la loro andatura era diminuita. Farli abbeverare e dare loro del cibo avrebbe sicuramente consentito loro di arrivare alla foresta sacra dei Kaldorei con le bestie in forze. Per quanto riguardava gli attacchi invece, l'elfa si trovò d'accordo solo in parte. C'era sempre un'elfa della notte che Ophélia sperava ancora d'incontrare.

"Si, direi che è una buona idea", concordò infine. "Anche se non mi sono dimenticata di Breeselion. Spero tanto d'incrociare il suo cammino.. non permetterò a nessun'altro di catturarla, dovrò farlo io." Gli occhi della strega saettarono nel pronunciare quelle parole.

Legarono i lupi ai tronchi di due palme dopo averli fatti bere la l'acqua cristallina di quella piccola oasi. Il sole era stava adesso tramontando, ed il caldo si era attenuato, lasciando il passo ad piacevole frescura. Mentre Rehala preparava il fuoco che avrebbero acceso di lì a poco, Ophélia, seduta tra le verdi foglie dell'oasi, alzò lo sguardo al cielo. Ancora una volta, le parole di Valenix fecero capolino nella sua mente. Ciò che le aveva chiesto di fare la ragazza umana non era certo facile. Non per lei. Chiuse gli occhi e si lasciò cadere all'indietro, allargando le braccia. Sentì il soffice e raro verde presente nelle Savane premerle dolcemente contro la schiena. Come avrebbe fatto? Lei, così impulsiva, con il sangue caldo quanto il fuoco demoniaco che dominava le arti magiche che usava. Ophélia sentì l'interno di sé stessa come svuotarsi. Dentro di sé sentì come un incredibile ed impetuoso torrente di emozioni, che le percorrevano tutto il corpo per infrangersi contro le barriere del suo corpo, così forte ed allo stesso tempo così fragile. Nel momento in cui riaprì gli occhi, un gabbiano stava solcando il cielo purpureo del tramonto. Quanto avrebbe desiderato essere quel gabbiano e volare su, alto nel cielo. Quanto avrebbe voluto che due ali le spuntassero dietro la schiena e le permettessero di volare, lontano da tutti i suoi pensieri, da tutti i suoi ricordi, ma soprattutto lontano da quelle catene così pesanti che la tenevano a terra, tanto invisibili agli altri quanto visibili per lei. Quanto era difficile...

"Ophélia! La carne è pronta!" Ralaha la riportò alla realtà. I cosciotti di cinghiale che avevano preso ad Orgrimmar riempirono bene lo stomaco delle due compagne prima che la notte scendesse a coprire le Savane e tutta Kalimdor. L'elfa si sistemò a terra, poggiata ad uno delle palme, con le stelle a coprire il sonno suo e quello della giovane tauren, troppo stanca per stare ancora sveglia.

"Lo che pensi che ti stia chiedendo molto. Ma devi riuscirci."

Allontanò ancora una volta le parole di Valenix dalla sue mente, non avrebbe permesso che invadessero anche i suoi sogni. Si costrinse a pensare a qualcosa di bello. La prima cosa che le venne in mente fu il giorno prima della partenza, prima dell'inizio del viaggio, quando erano ancora tutti insieme. Zihark, Kentel, Kharonte, Lily... chissà dov'erano, chissà come stavano... Si addormentò prima di accorgersene.

Ophélia venne risvegliata dai raggi del sole e dal caldo che era tornato a governare le Savane. Caldo che lasciò il posto al gelo della paura quando l'elfa aprì gli occhi. I lupi erano scomparsi e cosa più importante, era scomparsa anche Relaha.

"Una grande prova", continuava a ripetersi la strega Ophélia mentre il panico cresceva dentro di lei. "Una grande prova"...
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Warcraft / Vai alla pagina dell'autore: Kharonte87