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Autore: _Almach_    10/11/2019    4 recensioni
{WangXian - Au Mulan}
Yueling cade sotto l'attacco dei burattini d'ombra, il cui mandante risulta sconosciuto. L'Imperatore manda a chiamare i figli delle nobili famiglie dei Clan più importanti affinché vengano addestrati per sventare la comune minaccia.
Wei Wuxian è di umili origini, non può prendere parte alla spedizione, ma non può accettare che Jiang Cheng rischi la vita.
Riuscirà ad infiltrarsi al campo d'addestramento per tenere d'occhio il fratello adottivo?
Soprattutto... riuscirà a mantenere la sua identità celata senza farsi scoprire?
Genere: Angst, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jiang Wanyin/Jiang Cheng, Lan Wangji/Lan Zhan, Lan XiChen/Lan Huan, Wei Ying/Wei WuXian
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Violenza
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Yunmeng
 
Placido era il movimento della barca che lenta si muoveva a pelo dell’acqua creando delle lievi increspature al suo passaggio. C’era un’atmosfera tranquilla tutt’intorno, e anche a livello di temperatura si stava bene, probabilmente per la presenza del sole che, alto nel cielo, riusciva ancora a riscaldare senza far avvertire la rigidità del clima invernale. Qualche libellula solitaria compieva il suo volo, fermandosi a riposare una manciata di secondi sulla superficie del lago prima di dispiegare le sue ali sottili e riprendere il proprio viaggio, lasciando una serie di piccoli cerchi concentrici lì dove si era posata. Certo, l’inverno aveva comunque effetto sulla vegetazione circostante; buona parte delle ninfee e dei fiori di loto avevano perso il loro vivo colore e apparivano molto più spenti e, in alcuni punti, anche di colore giallo/marrone, segno visibile del loro seccarsi. Solamente qualche baccello di loto resisteva, ed era per questo che quella barca stava sfidando quelle fredde acque, per salvarli e concedere loro una fine migliore rispetto a vederli seccare in maniera inesorabile. Che poi quella fine migliore consistesse nel riempire poveri stomaci affamati era decisamente un altro discorso.

Sull’imbarcazione era presente un cestino in vimini il cui fondo era già ricoperto da baccelli di diversa dimensione, e che un ragazzo vestito di viola stava continuando a riempire con quelli che riusciva a strappare delicatamente dall’acqua. Dalla parte opposta della barca, un altro ragazzo non stava dando alcun contributo alla raccolta ma, anzi, in mano aveva qualche seme bianco, appartenente alla pianta, che stava sgranocchiando, non si sapeva se per fame, noia o semplicemente perché volesse saggiarne la qualità prima di portarli a casa. Un qualcosa che venne notato dall’altro che, assottigliando lo sguardo, si lasciò sfuggire uno sbuffo piuttosto seccato.

«Hai intenzione di aiutarmi, Wei Wuxian!?»

«Ti sto aiutando, mi sto sincerando siano buoni.»

«Come no, stai solo aiutando il tuo dannato stomaco.»

Sbuffò il ragazzo in viola lanciando malamente uno dei baccelli appena raccolti all’interno del cestino. Si sporse quel tanto che bastava per sfiorare con le dita della mano la fresca superficie dell'acqua. L'angolo destro delle labbra si tese in un sorriso che sapeva di ghigno, mentre con un rapido movimento della mancina schizzò un inconsapevole Wei Wuxian che si lasciò sfuggire un urlo anche poco virile per quello che erano i suoi soliti standard.

«Jiang Cheng, questa me la paghi.»

Come se fossero regrediti all'età infantile, i due cominciarono a schizzarsi a vicenda, disturbando irrimediabilmente quel senso di tranquillità e pace che aveva avvolto il lago prima del loro arrivo. A rimetterci un po' di più fu Jiang Cheng, complice anche più porzioni di pelle esposta dalla veste che indossava rispetto a quella del compagno. Dovettero comunque concludere il loro gioco prima del calar del sole, onde rischiare di prendersi qualche malanno indesiderato, asciugandosi alla meglio mentre lentamente la barca ritornava verso il porto della loro cittadina fluviale. Una volta attraccati, fu Wei Wuxian a prendere tra le braccia il cestino, pieno nemmeno per metà, ritornando insieme a Jiang Cheng verso la loro residenza di Approdo del Loto, nonché sede della nobile famiglia dei Jiang, che governava in quella zona da molte generazioni.

«A-Cheng, A-Xian, bentornati. Siete riusciti a raccogliere qualcosa?»

Ad accoglierli, era stata la voce gentile della figlia maggiore del nobile Jiang Fengmian, Jiang Yanli, che rivolse ai due ragazzi un dolce sorriso mentre si avvicinava a loro, un modo come un altro per incoraggiarli anche se fossero tornati a casa a mani vuote.

«A-Jie, erano proprio gli ultimi baccelli. Ce ne sono veramente molto pochi.»

La figlia maggiore si avvicinò, osservando il contenuto della cesta tra le braccia di Wei Wuxian, trovando piuttosto veritiere le parole del fratello. Sorrise comprensiva mentre allungò una mano per sfiorare uno dei ciuffi mossi dei capelli di colui che considerava come un fratello da dodici anni a questa parte, ovvero da quando ne aveva sei, un bambino che, come una sorta di uragano improvviso, era entrato nelle loro vite.

«Era prevedibile, non vi preoccupate. Piuttosto, andate a cambiarvi, non va bene stare con questi abiti umidi addosso. Vado a prepararvi del tè.»

«Sei meravigliosa come sempre, Shijie.»

Wei Wuxian le sorrise nel suo solito modo affabile, appoggiò la cesta a terra e, dopo aver passato un braccio intorno alle spalle di Jiang Cheng si incamminò con lui verso l’interno della residenza di Pontile del Loto. Condividevano la stessa stanza, grande abbastanza per far avere ad ognuno il proprio spazio, anche se c'era una differenza sostanziale tra loro due, un qualcosa ben visibile osservando semplicemente la loro pelle. Sul petto, all'altezza del proprio nucleo, Jiang Cheng aveva tatuato il loto a nove petali, stemma della famiglia Jiang, di un viola vivo e acceso con contorni e dettagli rifiniti in oro. Era un tratto distintivo di tutti gli appartenenti alle caste nobili della Cina. Diversamente, Wei Wuxian aveva tatuato lo stesso loto a nove petali, ma il suo era decisamente di un violetto molto più spento e collocato in una parte diversa del corpo, ovvero la scapola. Tratto di coloro che appartenevano al ramo servile e poco importante. Non poteva essere altrimenti considerando che suo padre era un servo appartenente al Clan di Yunmeng, mentre sua madre una semplice cultrice senza alcun lignaggio importante. Quand’era rimasto orfano, Wei Ying venne trovato da Jiang Fengmian e portato all’interno del Clan, educato e cresciuto come se fosse un figlio, ma questo non faceva di lui un nobile. Ovviamente, era anche per volere del nobile capo Setta che lui non stava nell’area dedicata alla servitù, ma in camera con il figlio minore, il quale non l’hai mai ritenuto un grosso problema. Gli piaceva stare con Wei Wuxian, anche se il modo di comportarsi nei suoi confronti diceva ben altro.

Dopo essersi cambiati, si diressero verso la saletta attigua alla sala del trono, dove Yanli li stava già aspettando vicino a un tavolino su cui aveva appoggiato due tazze con della tisana ancora fumante e un piccolo piattino di porcellana verde con una parte di semi di loto ricavati dai baccelli raccolti al lago. Un modo come un altro per sgranocchiare qualcosa prima della cena che si sarebbe tenuta fra poche ore. La premura con cui quella ragazza si occupava di loro era davvero qualcosa di commovente, sarebbe decisamente mancata a tutti una volta che avrebbe raggiunto il Clan del suo futuro marito per il matrimonio, per buona pace di Wei Wuxian poco entusiasta di sapere l’amata sorella così lontana da lui, sposata con qualcuno che a lui non piaceva nel modo più assoluto.

 «C’è un po' di tè anche per me?»

La voce del nobile capo Clan, Jiang Fengmian, riempì la stanza distogliendo il terzetto dai loro discorsi fatti più di scherzi e prese in giro che questioni serie. Il passo dell’uomo era piuttosto lento, complice anche la gamba sinistra che ormai non funzionava più bene in seguito a uno schiacciamento, conseguenza di una battaglia di molti anni prima che gli aveva tolto per sempre la capacità di poter combattere ancora, relegandolo a un ruolo più amministrativo nella gestione delle sue terre. Nonostante questo, non aveva mai perso il suo sorriso e il carattere affabile e generoso, specialmente quando aveva a che fare con i suoi figli che tanto amava. Nel vederlo avvicinarsi, Wei Wuxian si alzò dal proprio posto, raggiungendo il fianco dell’uomo per offrirgli il proprio supporto in quei pochi metri che lo separavano dal tavolo. Jiang Fengmian, per una questione di orgoglio, si era sempre rifiutato di portare con sé un bastone, ma lentamente stava cominciando a cedere anche grazie alle pressioni della figlia maggiore, preoccupata per le sue condizioni di salute.

 «Ti ringrazio, Wei Ying.»

 «Non c’è problema, zio Jiang.»

Rispose Wei Wuxian rivolgendo al capo Clan uno dei suoi soliti sorrisi, accompagnandolo al tavolo dove Yanli aveva già predisposto una nuova tazza di tè per suo padre, una rapida premura che venne decisamente apprezzata. A Jiang Fengmian piaceva passare buona parte del suo tempo insieme ai ragazzi quando non aveva affari di cui occuparsi, era sempre stato molto attento ai loro bisogni anche se, da qualche anno a questa parte, i ruoli si erano irrimediabilmente avvertiti.

Si respirava calma, si udivano sincere risate eppure, vennero sostituite da un rumore di corsa trafelata che proveniva da uno dei servitori del Clan che, irrompendo nella stanza, rivolse un rapido inchino nei confronti di tutti i presenti, avvertendo della presenza di un mandante dell’Imperatore giunto per consegnare un messaggio con una certa urgenza, e che non poteva permettersi di fermarsi e di accomodarsi dentro in quanto erano altri i giri che ancora doveva fare. Jiang Fengmian si scambiò un’occhiata veloce con i ragazzi, che lo aiutarono a mettersi in piedi, accompagnandolo all’ingresso di Approdo del Loto dove c’era davvero un inviato dell’Imperatore Lan Qiren a cavallo. Ormai capitava molto di rado che giungesse una comunicazione direttamente dalla residenza reale, e non sapevano cosa aspettarsi in merito.

«Capo Setta Jiang, nella serata di ieri Yueling è caduta per mano dei burattini d’ombra. L’Imperatore richiede la presenza dei figli delle nobili famiglie al campo d’addestramento di Liyang, per venire preparati e fronteggiare la minaccia imminente. Fra due giorni. Nessun ritardo sarà tollerato.»

Il mandante si abbassò quel tanto che bastava per consegnare la lettera di convocazione nelle mani di Jiang Fengmian che, una volta presa la carta, rivolse all’uomo un inchino cortese.

 «Non mancheremo al volere del sommo Imperatore.»

Rispose Jiang Fengmian, facendo annuire l’inviato di Gusu il quale, spronò il cavallo a ripartire verso la prossima destinazione lasciando una piccola nuvola di polvere al suo passaggio. Decisamente non era una situazione piacevole da vivere per il Capo Setta, dopo l’ultimo conflitto sperava di non sentire più parlare di alcun genere di guerra, eppure non poteva rifiutare la richiesta dell’Imperatore, e fu quasi con un certo dispiacere che si voltò a guardare il figlio minore, consegnandogli la lettera con una certa riluttanza a livello visivo.

 «Padre, contate pure su di me.»

 «Zio Jiang! Chiedo di poter andare insieme a Jiang Cheng!»

 «Tu!? Non essere ridicolo.»

Nel sentire quelle poche parole la schiena di Wei Wuxian si irrigidì, mentre tutti si voltarono all’indietro dove la Signora di Approdo del Loto, Madam Yu, si stava avvicinando al gruppetto. Chissà perché aveva sempre un certo tempismo quando si trattava di entrare in scena.

 «Sei diventato sordo Wei Ying? L’Imperatore ha espressamente richiesto i figli delle nobili famiglie. Cosa sei tu?»

 «Signora Yu, io…»

C’era una cosa che Yu Ziyuan odiava, ovvero quando non rispondevano subito alle domande che lei poneva. Si avvicinò alla figura di Wei Wuxian quel tanto che bastasse per strattonarlo, abbassargli in modo violento la parte di tunica dalle spalle per rendere visibile quel tatuaggio.

 «Quindi? Cosa sei tu?»

 «Un servo…»

 «Bene, ricordatelo! Solo perché hai avuto un addestramento nella nobile arte della spada, non ti dà il pretesto di portare disonore alla nostra famiglia.»

Wei Wuxian si morse il labbro quasi a sangue, sia per la frustrazione che per il senso di umiliazione di essere stato ripreso in quel modo di fronte al resto della famiglia. Si discostò dalla mani della donna conosciuta come Ragno Viola e, dopo essersi aggiustato la spalla della tunica, corse dentro lasciando alle sue spalle la discussione che stava cominciando a nascere tra i due coniugi.

Non importa cosa dicesse lei, non poteva lasciare Jiang Cheng ad affrontare tutto questo da solo.

Avrebbe sicuramente trovato un modo per prendere parte alla spedizione!




Angolo Autrice:

Wow l'aggiornamento più veloce della storia u.u e considerando che l'ho scritto in un giorno e mezzo ne vado abbastanza fiera.
Come vedete ci sono già da subito delle differenze. Questo perchè Mulan inizia con lei che si deve tirare a lucido per l'incontro con la Mezzana, ma Wei Wuxian non è una ragazza e non deve ricorrere a questa pratica, di conseguenza ho riadattato un po' l'inizio.
Tanto, si può dire che l'incontro con la Mezzana Wei Ying lo ha avuto comunque, e sappiatelo che mi sento male per il livello di stronzaggine che ha acquisito questo capitolo verso la fine çç La Signora Yu non ha proprio peli sulla lingua, ma vedrete che alla fine della long si rimangerà ogni cattiveria detta nei confronti di questo tesoro dolcissimo (forse xD)
Tenete molto sotto controllo il tatuaggio di Wei Wuxian, non serve dire che sarà proprio quello a farlo sgamare, perché sì... non si vestirà da donna per inflitrarsi al campo, ma vedrete nel prossimo capitolo u.u
Mi sento di voler dedicare questo primo capitolo a Lilith, la quale mi ha aiutato a gestire questa cosa del tatuaggio, e che c'è sempre ogni volta che c'è da sbrogliare qualche mia idea incasinata. 
E niente, io spero che questo capitolo vi sia piaciuto ** a presto <3

 
   
 
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