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Autore: Nathan05    12/11/2019    1 recensioni
Ero eccitatissimo per la mia prima vacanza in Giappone, un sogno divenuto realtà. Ma sarà un fortunoso ritrovamento a rendere la mia vacanza davvero indimenticabile: un diario segreto che mi permetterà di entrare nell'animo del suo autore, un ragazzino amante del calcio.
DISCLAIMER: i personaggi di "Capitan Tsubasa" appartengono al creatore Yoichi Takahashi. Possibile allerta spoiler per chi sta seguendo l'anime "Capitan Tsubasa" (2018), al quale si collega questa storia. Il seguito è un'elaborazione dell'autore basata anche su Boku wa Misaki Taro. Non leggete la storia se siete infastiditi da relazioni amorose / sentimentali tra personaggi minorenni.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Kojiro Hyuga/Mark, Nuovo personaggio, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO XLV – Eureka!

Kazuo era pietrificato alle mie spalle, probabilmente senza sapere cosa fare. A dire il vero, neppure io mi sentivo a mio agio, ma ero abbastanza determinato per superare l'imbarazzo: “Mi scusi signora, non volevo disturbarla”, esordisco nel tentativo di mostrare cortesia. “Un mio amico viveva in questa casa...”.
“Beh, non ci vive più”, cerca di tagliar corto la signora.
“Lo so, vorrei solamente sapere...”, prendo tempo per formulare al meglio la frase. Dovevo essere deciso, non vago, dovevo dare l'impressione di sapere di cosa stessi parlando. “Il mio amico mi ha mandato qui perché ha dimenticato qualcosa di importante”.
La signora sembra volermi dare ascolto. Così proseguo: “È qualcosa di molto personale, e credo che lei potrebbe aver trovato...”.
“Personale?”, la signora mi interrompe, “come un diario segreto?”.
Lo sapevo! Non mi ero sbagliato! In quel momento ero al settimo cielo, ma dovevo cercare di restare calmo esteriormente. Mi limito a rispondere annuendo.
“Lo stavo quasi per buttare, ho aspettato per un po' ma non si è fatto vivo nessuno. Aspettami un momento...”, la signora rientra in casa lasciando la porta socchiusa.

“Cos'è questa storia del diario?”, Kazuo si avvicina. Non avevo calcolato questo inconveniente. Ora Kazuo sapeva del diario, ma certamente non potevo dirgli tutta la verità. E se avesse voluto vederlo? Leggerlo? Dovevo trovare un modo per tenerlo fuori da questa storia. Era stato gentile, mi aveva aiutato a trovarlo, ma non potevo permettergli di leggere tutti i segreti di Taro. 
“Niente, è un diario di Taro. Lo ha dimenticato qui. Non so perché, ma deve essere importante per lui”.
“Quindi sei in contatto con Misaki?”.
Dovevo per forza rispondere di sì, così annuisco. Tanto oramai di bugie ne avevo dette fin troppe, e un po' mi ci stavo abituando. Tra la lettura del diario e tutte queste peripezie, mi stavo quasi convincendo di essere davvero amico di Taro.
“Devi essere uno dei suoi migliori amici, da me non si è mai fatto sentire da quando ha lasciato Kagoshima”.

“Eccolo qui...”, la signora mi porge il diario. Una strana sensazione si impadronisce di me quando noto che il diario, questa volta di colore azzurro, è chiuso da un lucchetto. L'aspetto positivo era che avrei potuto usare il lucchetto come scusa per non affrontare l'argomento con Kazuo, e comunque potevo stare tranquillo del fatto che neanche la signora lo avesse letto. Dall'altro lato, però, avrei dovuto trovare un modo per aprirlo. Probabilmente all'interno avrei potuto trovarci indizi per sapere dove fosse finito Taro dopo la sua breve permanenza a Kagoshima.

Ringrazio la signora, che chiude la porta quasi compiaciuta. Aveva cambiato espressione dall'inizio, quando era sembrata fredda e sospettosa. 
“È proprio un diario segreto!”, Kazuo quasi mi salta sulle spalle. “Lo leggiamo?”.
“C'è un lucchetto”, gli faccio notare.
“Non si può rompere?”, mi dice lui.
“Sei pazzo? Devo restituirlo a Taro tutto intero”. In realtà, lo avrei dovuto dare a Tsubasa, comunque integro.
“Proviamo qualcosa... c'è un codice da inserire qui”, Kazuo insiste.
“Perché ti interessa tanto?”, gli dico stizzito. “È una cosa personale, non sono affari nostri”.
“Volevo sapere se ha scritto qualcosa su di me...”, continua lui.
“Se ti comportavi così anche con lui, avrà scritto che sei un rompicoglioni”, stavo perdendo la pazienza.
“Hey, chi ti credi di essere?”, mi risponde, assumendo un tono scontroso. “Guarda che ti ho aiutato io a trovarlo...”.
Forse avevo effettivamente esagerato. E poi, magari Kazuo mi sarebbe potuto essere ancora utile. Dovevo ricominciare a pensare freddamente, come avevo fatto fino ad allora. Dovevo accontentarlo in qualche modo. Non sapevo quale fosse il codice segreto del diario, e sicuramente sapevo più cose su Taro di quante non ne potesse sapere Kazuo. Non avrebbe mai potuto indovinarlo.
“Hai ragione, scusami”, gli dico riprendendo un tono calmo. “Ho esagerato. Ti ringrazio per avermi aiutato a trovare il diario”. Kazuo sembrava quasi sorpreso delle mie scuse, o in qualche modo deluso di non poter continuare lo scontro verbale. “Non so il codice per aprirlo, tu lo sai?”, rilancio.
“Proviamo col suo compleanno”.
Banale, improbabile – penso. “Prova”, gli do il diario sicuro che non avrebbe portato a nulla. Kazuo si impegna a girare le quattro rotelline. Prima il giorno, poi il mese, quindi il contrario, poi ancora l'anno. Tutti i suoi tentativi finiscono a vuoto. 
Alla fine si arrende, restituendomi il diario. “Hai ragione, non sono affari nostri”, borbotta rassegnato. Nondum matura est.

“Ti fermi a dormire? Abbiamo un camera vuota”.
“Va bene, grazie mille”, gli dico, sperando di avere il tempo necessario per poter trovare un modo per aprire quel diario.
   
 
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