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Autore: Tetide    31/07/2009    3 recensioni
Oscar lavora presso una grande compagnia farmaceutica nella Parigi odierna: l'ambientazione è quella dei nostri giorni, ma i personaggi di Versailles no bara ci sono tutti, anche se in una cornice diversa e un pò insolita. E in più c'è una novità: un nuovo personaggio, dal tormentato passato, che entra a far parte della compagnia dei nostri eroi, conoscendoli meglio, e facendo conoscere anche a noi le loro vicende passate personali. Un esperimento se volete, ma ci tengo molto: ditemi se vi piace.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3 Chiedo scusa per il ritardo nell'aggiornare, ma ho avuto dei giorni pesanti; comunque, ecco il terzo capitolo. Buona lettura!


CAPITOLO 3

“… Ma Oscar! Io non li conosco nemmeno! Non vorrei essere invadente!”,
“Ma certo che non lo sei! Se te lo sto chiedendo, è perché so che la cosa farà piacere a tutti! Allora, accetti o no?”.
Quel pomeriggio, Oscar aveva dato seguito alla sua “idea geniale” per cercare di tirar su di morale Madeleine: presentarla all’intera comitiva dei suoi amici come nuovo membro ufficiale: l’occasione concreta sarebbe stato il compleanno di Marie Antoinette, alla metà di Maggio.
Alla collega l’idea in sé non era dispiaciuta, ma temeva di risultare troppo inopportuna, entrando a far parte, tutto d’un colpo, di una comitiva di persone già affiatata da anni e che non la conosceva affatto; ma Oscar era divenuta ogni giorno più persuasiva ed insistente, ed alla fine, più per compiacerla che per altro, lei aveva accettato l’invito.
L’appuntamento era fissato per la sera di Sabato di due settimane dopo, e per quell’occasione Madeleine aveva tirato fuori il suo miglior guardaroba e le sue migliori intenzioni, che avrebbero dovuto, almeno in parte, sopperire alla mancanza di loquacità ed allegria che oramai da anni la caratterizzava: da quando….
Scosse la testa; non era quello il momento di pensare a cose tristi! Ripiegò i pantaloni di seta a vita bassa color amaranto e li infilò nell’armadio, poi andò in cucina e si mise a riflettere, sedendosi.
Come sarebbero stati gli amici di Oscar ed André? Era vero che con loro si era trovata molto bene, sentendosi come in famiglia; lo stesso era accaduto con Marie Antoinette ed Axel. Ma ora, con gli altri come sarebbe stato?
“Potrebbe anche essere che siano loro a non piacere a me!” disse a voce alta, tanto per consolarsi; ma non ci credeva nemmeno lei. In qualche modo, sentiva che gli amici di Oscar e di André dovevano essere persone un po’ speciali, come loro: in fin dei conti, ognuno di noi si sceglie gli amici più adatti a sé, o no?
Ad ogni modo, avrebbe sempre goduto della compagnia di Oscar, di suo marito e dei signori Fersen.
La sera del giorno tanto atteso giunse presto; Oscar passò con la macchina sotto casa della collega, ed insieme si recarono alla festa, dove gli altri le stavano aspettando: il luogo prescelto era una discoteca di Parigi, presa in affitto per una notte soltanto dall’allegra brigata.
“Ci divertiremo, vedrai! A proposito, a te piace la musica Anni ’80, vero? La serata è a tema, dato che quel tipo di musica è il preferito di mia sorella!”,
“Certamente! E poi, il piacere è quello di stare insieme, qualunque sia la musica, no?”.
Mentre guidava, Oscar guardava di sbieco l’amica: a prima vista, quella sera sembrava più allegra, ma ad un esame più attento la sua eterna malinconia appariva chiaramente, seppur celata dalla maschera di quella serata speciale.
Accidenti, Madeleine, non voglio che tu sia triste!, pensava Oscar, Non lo meriti davvero, sei una brava ragazza, una gran lavoratirce ed un’ottima collega! Voglio vederti godere la vita e gioire di essa, come tutti quanti: è per questo che ti presento ai miei amici!

“Eccoci! Siamo arrivate!” annunciò festosamente Oscar, tirando il freno a mano “Dài, scendiamo!”.
Madeleine si guardò intorno, perplessa; il posto appariva oltremodo lussuoso, e conoscendo i gusti di Marie Antoinette si sarebbe meravigliata del contrario; c’era già la musica che suonava, la si poteva sentire fin da lì fuori.
“Cosa c’è? Non ti piace il posto?” le chiese Oscar, avvicinandosi.
“No, che dici! E’ che non conoscevo questo locale”,
“Ti piacerà, vedrai! E’ stato aperto da poco, ma ci va un sacco di gente! Entriamo!”.
Le due ragazze fecero il loro ingresso nel locale: Oscar portava una camicia di seta bianca ed un paio di attillatissimi pantaloni color verde acqua, che mettevano in evidenza ancor di più i suoi occhi color del cielo; Madeleine, invece, aveva alla fine optato per un abitino dalla vita alta, in chiffon beige tempestato di fiorellini rosa.
Le accolse André: “Le mie bellissime signore!”, fece, abbracciando e baciando la moglie e porgendo poi la mano a Madeleine; questa sorrise.
“Vieni, che ti presentiamo agli altri” disse Oscar tirandola per un braccio.
Accanto alla pista era stato allestito il buffet con ogni sorta di ben di Dio, dal roast-beef ai formaggi, dalle pizzette ad ogni sorta di dolci; e poi, naturalmente, c’era la torta alla panna, la preferita dalla festeggiata.
Proprio verso di lei si diressero le nuove arrivate; Oscar abbracciò e baciò la sorella, che indossava un elaborato abito di pizzo con minigonna ed una vistosa collana, mentre l’altra ragazza era andata a salutare Axel.
“Sorellina! Ma dove hai trovato questa meraviglia?” stava chiedendo Oscar, riferita alla collana,
“L’ha disegnata Jeanne per me: è il suo regalo!”.
Nell’aria suonava Vamos alla playa dei Righeira.
Marie Antoinette si voltò “Ehi, Jeanne! A mia sorella è piaciuto il tuo regalo!”.
Una ragazza si fece loro incontro, uscendo dalla penombra della zona del buffet: era alta, magra e molto ben fatta, lunghissimi capelli neri lisci ed occhi verdi; indossava una minigonna ridottissima di pelle ed un top con lustrini molto scollato.
“Ci ho azzeccato, a quanto sembra!”, disse rivolta al gruppo; poi si volse a Madeleine “Ciao, io sono Jeanne De la Motte, amica ed ex-collega di università della nostra Oscar. Piacere di conoscerti!”.
Madeleine le strinse la mano, presentandosi a sua volta.
“Jeanne e sua sorella Rosalie sono state le nostre compagne di scorribande per anni, prima che arrivassero i ragazzi; lei è una disegnatrice di gioielli, mentre quella colonna intenta a ridere laggiù è suo marito Nicholas”, Oscar aveva abbracciato la nuova venuta,
“Nicholas è un medico” aggiunse questa “psichiatra, per l’esattezza: in una parola, uno strizzacervelli!”.
Scoppiarono a ridere tutte e quattro.
“Chi è il ragazzo che parla con tuo marito?”, chiese Madeleine a Jeanne,
“Quello è Bernard Chatelet, il convivente di mia sorella Rosalie; è un architetto: lui e Rosalie gestiscono uno studio insieme”.
“Scusate se vi interrompo, ma… dove sono Alain e Louis?” era stata Oscar a parlare,
“Sono andati a prendere da bere: le bevande non bastavano, e così…” rispose Antoinette.
In quel momento, ecco entrare due uomini dall’aspetto giovanile: uno moro, alto e dall’aspetto possente, l’altro molto slanciato, capelli lunghi castano-rossicci ed occhi blu scuri dalla forma lievemente allungata.
Il moro si avvicinò al banco delle vivande e vi depose tre bottiglie di qualcosa di incomprensibile sotto le luci false della discoteca; poi si incamminò verso di loro.
“Madeleine, voglio presentarti adesso gli ultimi due che mancavano all’appello: lui è Alain Soisson, insegnante di judo ed ex compagno di studi di mio marito André”,
“Studi interrotti, però, Oscar! Altrimenti, adesso sarei anch’io ad insegnare  come tuo marito” fece l’altro avvicinandosi “Ciao, molto piacere”, disse abbracciando Madeleine; lei gli sorrise.
“…E questo” riprese Oscar, indicando l’altro che si avvicinava “è Louis Saint-Just, che insegna filosofia e storia al liceo Victor Hugo”,
“Non potrei fare diversamente, dopo che uno dei miei antenati ha partecipato alla Grande Rivoluzione: io porto anche il suo nome”.
Madeleine strinse la mano anche a lui: quel ragazzo dagli occhi vagamente tristi la faceva pensare un po’ a sé stessa.
“Beh, ora che le presentazioni sono fatte, possiamo dare inizio alla festa, vi pare?” la voce di Oscar.
Iniziarono a mangiare, mentre Nicholas si improvvisava dj.
Madeleine si sentiva sempre più a suo agio, man mano che le ore passavano: tutte quelle persone le erano sembrate gente allegra e buona, e l’avevano accolta molto bene.
C’era solo una cosa che non si spiegava affatto: Alain e Louis, gli unici due singles del gruppo oltre a lei, sembravano piuttosto tristi, e tendevano a starsene in disparte dagli altri.
Quando sei triste, non fatichi a riconoscere lo stesso male negli altri, pensava Madeleine.
Oscar la osservava.
“O.K.. Adesso si fa una gara di ballo!” annunciò Nicholas a sorpresa “Latino-Americano, a coppie: io cambierò un disco ogni dieci minuti, e voi dovrete indovinare di che ballo si tratta, e muovervi di conseguenza!”.
Le coppie si ricomposero sulla pista.
“Alain, razza di sfaticato, muoviti: vai a fare da cavaliere a mia moglie, che è rimasta come un moccolo di candela!”,
“Non dovresti farlo tu?”,
“Io sono il dj!”.
Alain si alzò con malagrazia, e raggiunse Jeanne, che si trovava da sola sulla pista.
Louis si avvicinò a Madeleine “Siamo rimasti solo noi due, a quanto pare!”;
lei gli sorrise “Così sembra”.
Lui le cinse la vita, ed iniziarono a muoversi; Nicholas aveva messo su una salsa, tanto per non iniziare con qualcosa di troppo forte tipo tango, e tutte le coppie si scatenarono prese dall’allegria.
Madeleine osservava attentamente il suo compagno di ballo: Louis era alto e muscoloso, ma nonostante tutto aveva un’aria timida e triste, e le fece tenerezza.
Anche tu porti un grande dolore come il mio?
Dopo la salsa, fu la volta di merengue e bachata; infine, si chiuse in  bellezza con il tango.
La gara fu vinta da Oscar ed André, mentre Rosalie e Bernard si piazzarono al secondo posto; ma tutti si erano divertiti moltissimo.

Venne il momento della torta: Marie Antoinette spense le candeline, accompagnata da un applauso fragoroso, quindi tagliò la torta e la distribuì agli invitati.
Madeleine ed Oscar si sedettero allo stesso tavolo.
“Scusa Oscar, vorrei chiederti una cosa, se non ti dispiace”,
“Dimmi pure”,
“Alain e Louis… sono molto simpatici come gli altri, certo, ma credo… sì, insomma, di non piacergli molto!”,
“Perché dici questo?” chiese Oscar con la forchetta a mezz’aria,
“Ecco… durante tutta la serata li ho visti sempre un po’ in disparte; semmai parlavano fra di loro”.
Oscar lasciò ricadere la forchetta nel piatto ed abbassò gli occhi, sospirando.
“Ho detto qualcosa di male?” le chiese la collega,
“No, figurati… è che… beh, d’altronde è giusto che tu lo sappia, ora che sei diventata una di noi…”,
“Sappia cosa?”.
Oscar si alzò, facendole cenno di fare altrettanto e di seguirla; raggiunsero un angolo defilato, non viste dagli altri.
Oscar attaccò a parlare.
“Una volta, Alain aveva una sorella più giovane: si chiamava Diane; era la fidanzata di Louis”.
Madeleine ascoltava con attenzione.
“Erano molto felici assieme. Ma una brutta sera, tutto cambiò”,
“Cosa accadde?”,
“Diane era andata a passare una serata in un pub con Rosalie e Jeanne; avevano bevuto parecchio, quando si accinsero a ritornare. Era Jeanne che guidava, ed era molto alticcia. Ebbero un brutto incidente e Diane rimase uccisa; Rosalie passò un mese e mezzo in ospedale, mentre Jeanne ne uscì quasi illesa”,
“Oh, è terribile!”,
“Io, André e mio padre fummo i primi a giungere sul luogo dell’incidente: ricordo che quella sera avevamo avuto una riunione di famiglia a casa dei miei, quando una telefonata ci raggiunse per avvertirci. Poi dovemmo comunicare la cosa ad Alain e Louis: al primo pensò André; mi disse che era completamente annichilito, non riusciva nemmeno a piangere; di Louis, invece, ci occupammo mio padre ed io; ma la sua reazione fu affatto diversa: ebbe una vera e propria crisi di nervi, colpì perfino mio padre in piena faccia con un pugno. I dottori dell’ospedale dovettero sedarlo. Da allora, entrambi sono diventati molto chiusi, ed il dolore comune li ha uniti ancora di più; Louis non è mai riuscito a perdonare del tutto Jeanne, dato che era lei a guidare ed aveva anche bevuto, anche se, come fu stabilito in seguito, la colpa dell’incidente non era del tutto sua”.
Madeleine si girò e rivolse lo sguardo verso la parte opposta della sala, sui due giovani di cui aveva appena udito la triste storia: erano seduti su di un divanetto, in disparte dagli altri, Louis con le gambe accavallate e gli occhi rivolti verso terra, Alain seduto su di un bracciolo con una sigaretta tra le mani e lo sguardo malinconico sugli altri che ridevano sulla pista.
Il cuore di Madeleine si strinse per la compassione.


Uscirono dalla discoteca intorno alle quattro; albeggiava.
“Ah, l’aria dell’alba dopo una notte al chiuso ha un profumo speciale!” fece André stiracchiandosi,
“Voglio dormire fino a stasera!” gli fece eco Bernard,
“Facciamo una cosa: ci vediamo stasera alle sei alla chiesa del Sacre Coeur per la messa; fino ad allora, ognuno sarà libero di fare quel che crede!”, propose Oscar,
“Cioè dormire!” rise Marie Antoinette.
Tutti furono d’accordo. Si separarono ed Oscar riaccompagnò a casa la collega.

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Allora, come vi pare questo capitolo? E che vi sembra di un Louis Saint-Just timido e malinconico? Difficile da immaginare, vero? Mooolto OOC! Ad ogni modo, fatemi sapere!

 

  
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