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Autore: Bidirezione    17/11/2019    1 recensioni
Un segreto e un amore seppelliti da un'amnesia.
"Naruto, potrai mai perdonarmi?"
Tre anime destinate a essere numeri primi.
[SasuNaru, SasuSakuNaru]
Genere: Angst, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke, Sasuke/Sakura
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Threesome | Contesto: Contesto generale/vago
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Atto 2

Making a choice



E così gli insegnai tutto di lui.


Aveva venti anni, frequentava con buoni voti la facoltà di Antropologia in una prestigiosa università che si pagava con la borsa di studio e il lavoro serale in un ramen store. Viveva dallo zio antropologo che tre quarti dell’anno era fuori per lavoro. Aveva una gatta rossa di nome Mine che aveva salvato dalla strada due anni prima e che considerava come una figlia.
Nel tempo libero praticava il nuoto, suonava la batteria e frequentava i suoi amici d’infanzia e dell’università. Tra i primi c’eravamo noi, cioè io e Sakura.

- Ehi...ma a me piace Sakura?
Naruto aveva le guance leggermente arrossate e si stava arruffando i capelli. Se ne stava seduto sul divano a gambe larghe, ai piedi aveva delle infradito rosa orribili che non ero riuscito a fargli odiare. Gli istinti, le propensioni, le passioni… avrei scoperto sulla mia pelle che non si dimenticavano, o meglio, era come se il corpo umano fosse progettato per amare o odiare sempre le stesse cose.
Riflettei qualche istante se rispondergli e cosa inventarmi, facendo finta di essere impegnato ad ascoltare le notizie del telegiornale. Per un attimo pensai di mentire, ma non ne sarebbe uscito niente di buono, visto quanto era palese che anche il Naruto smemorato, quello che diceva di non aver mai visto una ragazza coi capelli rosa prima di incontrare (per la seconda volta nella vita) Sakura, era cotto della mia ragazza.
- Diciamo che le vai dietro come un coglione più o meno da una eternità…- dissi con uno sbuffo finale di scherno.
Naruto dapprima sorrise e poi assunse un’aria confusa, stringendosi nelle spalle.
- Ma sta con te, giusto? -
Annuii, non senza un moto di fastidio. Avrei voluto non far trapelare alcuna emozione, non lasciar spazio ad alcun dubbio. Non volevo che il seme del dubbio si insinuasse nella testa di Naruto.
- Da quel che ho capito sei sempre tu qui il fortunato e figo della situazione! - esclamò Naruto alzandosi di scatto in piedi e piombandomi di fronte.
Era più alto di me di qualche centimetro, più possente, più forte. Emanava una energia positiva, una luce che non lo aveva abbandonato nemmeno dopo il coma. Sentivo il suo calore anche se i nostri corpi non si stavano nemmeno sfiorando. Mi fissò dritto negli occhi senza distogliere mai lo sguardo per una manciata di secondi, in un modo intenso e fiero che gli avevo visto fare tremila altre volte. Voleva capire se avessi dell’altro da dire, leggermi dentro. Fortuna che non ci riusciva quasi mai, o meglio, non permettevo che mi dicesse cosa aveva scoperto di me.
Mi balenò alla mente il ricordo di noi due abbracciati stretti in uno stanzino umido, le mie spalle contro una parete gelida e il respiro bollente di Naruto sulla mia spalla; “Ti desidero” il suo sussurro mi rimbombò nelle orecchie.
- A essere più fortunato e figo di te non ci vuole molto – dissi tutto d’un fiato, facendo bruscamente dietrofront. Andai a recuperare il telecomando dal divano e mi misi a trafficare con il catalogo Netflix, cercando di riprendere contatto con la realtà, abbassare la frequenza cardiaca.
Naruto rimase in silenzio alle mie spalle, per un po’ non mi girai a vederlo. Sentii il suo cellulare vibrare e ipotizzai che stesse scambiando dei messaggi con qualcuno, magari con Sakura, che non era riuscita a partecipare alla serata di festeggiamenti per festeggiare un mese che Naruto era fuori dall’ospedale.
Scelsi un film storico che volevamo vederci al cinema prima che Naruto facesse l’incidente.
- Scaldo l’acqua per i noodles? - mi sentii domandare quando mi sedetti sul divano non troppo lontano da Naruto.
Nell’ultimo mese avevo dovuto insegnargli pure come scaldare l’acqua sul gas. Jiraya Sakura ed io gli avevamo insegnato nuovamente ogni cosa dello stare al mondo, dall’allacciarsi le scarpe al farsi una pasta, dal contare i soldi a guardare l’ora. Fortuna che, non essendo la prima volta che imparava tutte quelle cose pratiche, ci aveva messo un attimo ad apprendere.
- Se vuoi, così poi faccio partire il film. -
Naruto si alzò e camminò strisciando le ciabatte fino in cucina. Quel ciabattare aveva un qualcosa di comunicativo, era come se stesse protestando contro qualcosa. Probabilmente Naruto stava cercando di capire se si era perso qualcosa nella mia reazione di prima, si stava domandando se avesse dovuto notare qualcosa o meno. So che le domande nella sua testa sarebbero durate il tempo di cliccare play.
La fortuna era che Naruto aveva la memoria corta, in tutti i sensi. Non solo perché aveva un’amnesia irreversibile. Era corto pure il tempo delle sue rabbie, delle sue pulsioni, dei moti della sua anima. Mi dava fastidio questo di lui. Mi faceva imbestialire. Aveva il fuoco dentro ma si spegneva subito, così come si riaccendeva altrettanto facilmente. Non covava odio ma solo amore. Era il mio esatto opposto.
Prima dell’incidente lo avevo costretto a cose che lo avevano fatto andare contro natura, avevo cercato di farlo assomigliare al mio essere.
Mi ero ripromesso di aggiustare le cose, di creare un futuro diverso ma per farlo dovevo cambiare il passato.
- Sasuke dove tieni il sale??? So che me lo hai già detto tremila volte… - la voce di Naruto arrivò a svegliarmi dal flusso di pensieri.
Certe cose sembravano non essere cambiate proprio. Il sale… vivevo in questo appartamento da due anni eppure nada, ogni volta la stessa domanda.
- Fottiti! -


E così un mese dopo l’incidente decisi che gli avrei insegnato tutto di ciò che lui non era.



***
N/A
Probabilmente ci saranno più capitoli di quanti pensassi, poiché ho deciso di renderli più brevi.
Ringrazio di cuore le persone che hanno deciso di seguire, preferire e ricordare questa storia. Spero di non deludervi!
Un abbraccio

   
 
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