Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: clay97    18/11/2019    0 recensioni
"Ovunque mi giro c’è morte, paura, timore, tristezza… poi guardo te e vedo pazzia, serenità per le cose più assurde, stupore per le cose più improbabili e amore nei confronti di quei mostri che chiamiamo giganti nei quali riesci a vedere qualcosa che ti fa sorridere e ti rende contenta"
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Moblit Berner
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Domani partiremo alla volta del Wall Maria. Ho paura. Nel complesso penso di essere una persona paurosa, ho timore di tante cose ma questa mia indole non mi ha evitato l’entrata nel corpo di ricerca. Ancora non riesco a credere di essere sopravvissuto fino a questo punto… in realtà penso che sarei morto chissà quante volte se non avessi avuto un obiettivo ben chiaro nella mia mente. Proteggerla.

Hanji, se mai io dovessi morire e se mai tu dovessi trovare questo pezzo di carta con le mie ultime memorie, leggilo. È per te. Sai penso di non essermi mai innamorato nella vita prima di diventare un soldato. Poi ho conosciuto te. Come dire… mi hai colpito subito.

Tu con la tua pazzia, la tua esuberanza, la tua leggerezza nel fare le cose che spesso ti porta a rischiare la vita anche quando non ce n’è bisogno. Il modo in cui metti gli occhiali, in cui porti i capelli, il modo strambo con cui agisci o il tono deciso con cui parli… tutte queste cose mi fanno sentire bene. Sono sopravvissuto fino ad ora per proteggerti. Proteggerti non dai giganti o dalle persone malvagie (per quello sei in grado di farlo da sola) ma da te stessa. Scusa se te lo dico ma sei la persona più fuori di testa che io abbia mai conosciuto e penso di essermi innamorato di te proprio perché sei così. Ovunque mi giro c’è morte, paura, timore, tristezza… poi guardo te e vedo pazzia, serenità per le cose più assurde, stupore per le cose più improbabili e amore nei confronti di quei mostri che chiamiamo giganti nei quali riesci a vedere qualcosa che ti fa sorridere e ti rende contenta. Il modo in cui arrossisci quando parli ad un sei metri, il sorriso che ti nasce quando vedi un anomalo, gli occhi pieni di stupore quando scopri qualcosa di nuovo su di loro… tutte cose che amo e che ho paura di non rivedere più. In questo mondo di timore la tua pazzia (in senso buono eh) è per me la medicina migliore e, a volte, vorrei averne un poco anche io.

Non sarò il soldato più coraggioso dell’esercito e nemmeno quello che ha compiuto più gesta eroiche ma mi sento soddisfatto al pensiero di essere stato un tuo aiutante, amico e compagno fidato. Spero vivamente che domani non succeda nulla, spero di tornare dentro le mura con te per continuare a difenderti da qualche tua distrazione o da qualche gesto fatto senza pensare minimamente alle conseguenze…

Non posso dire di amarti, l’amore non l’ho mai realmente provato, ma posso dire che se domani dovessi morire l’unico mio rimpianto sarebbe quello di non potermi più prendere cura di te.

Saluti, Moblit.

 

 

   
 
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