GENTAN
WEEK
prompts:
#1. primo bacio & #2. modern au
Al primo fiorire
La
porta cigola appena quando Tanjirō l’accosta contro lo
stipite,
rivelando la sua presenza. È la prima volta che
s’intrufola nella
serra scolastica e il sole che filtra come una perla attraverso le
vetrate lo spinge a sollevare lo sguardo: vasi penduli piovono dal
soffitto mentre mazzolini di foglie e boccioli in fiore si sporgono
sopra di lui creando un tetto verde che lascia Tanjirō a bocca
aperta, nella più ammirata contemplazione
dell’impegno del suo
ragazzo.
Genya
è di spalle e non lo nota per niente quando
l’altro gli si
avvicina, troppo intento a potare un bonsai per captare qualsiasi
movimento intorno a sé che non sia il respiro delle piante
in
quell’angolo di pace; e Tanjirō sorride, perché le
spalle di
Genya non sono tese come al solito e sta persino canticchiando una
nenia che gli è difficile riconoscere. È solo
quando si volta per
recuperare un paio di cesoie particolarmente minuscolo che lo nota,
seduto su uno sgabello abbandonato vicino a un vaso di camelie: Genya
arrossisce all’istante, perché in effetti Tanjirō
l’aveva
avvisato del suo arrivo e lui se n’è del tutto
dimenticato, ma a
sua discolpa è così facile perdere la nozione del
tempo in quello
scrigno smeraldino... Sul sorriso che gli illumina il volto, Tanjirō
già dimostra di capire.
Allora
«Ho quasi finito» borbotta Genya, ancora impacciato
nel mostrargli
quella parte di sé – così atipica per
una persona ruvida come
lui, così… così pericolosamente intima
– e mentre
distoglie lo sguardo torna in fretta a sistemare il suo bonsai.
«Ah!
Non preoccuparti», è la serena risposta
dell’altro, «Sono io a
essere in anticipo!»
Genya
alza gli occhi al cielo e si lascia scappare un leggerissimo sospiro.
A volte proprio invidia la tranquillità di Tanjirō, che da
quando
hanno iniziato a frequentarsi non ha mai mostrato il minimo
nervosismo, e un po’ si sente in colpa a reagire in questo
modo
ogni volta che la sua gentilezza scalfisce il muro di
aggressività
che Genya ha innalzato intorno a sé. Tuttavia scaccia subito
il
pensiero, altrimenti della piantina tra le sue mani non
resterà che
un mucchietto di rami avvizziti – e fa già
abbastanza caldo nella
serra senza che ci si metta anche il suo imbarazzo.
Ma
il silenzio è confortante in presenza di Tanjirō. Sebbene
Genya non
riesca a vederlo sa che si sta guardando intorno, di certo
meravigliandosi di questo o quel fiore esotico, della forma
particolare di uno o dell’altro germoglio; il tutto senza
dire una
parola, rispettando la sua concentrazione. Genya è quasi
tentato di
invitarlo ad avvicinarsi… ma la campanella fa ammenda alle
sue
intenzioni e costringe entrambi a scambiarsi uno sguardo sorpreso.
È
ora di tornare a casa.
❀
Lungo
la strada verso la panetteria Tanjirō intreccia la mano di Genya con
la propria mentre saluta Muichirō, unitosi a loro per un breve
tratto, e fa oscillare gentilmente le loro braccia. L’aria
della
sera è fresca contro le gote arrossate di entrambi ma il
cielo è
terso all’orizzonte, forse di buon auspicio per il giorno
successivo.
Rimasti
soli, le chiacchiere vertono sul nulla – e no, la forma delle
nuvole non interessa affatto a Genya, non se il viso di Tanjirō si
fa all’improvviso così vicino
al suo nell’indicargli un
punto indefinito tra i tetti per fargli notare la luna; non
c’è
nulla che conti in quel momento se non il respiro dell’altro
che
gli solletica il mento, gli occhi che pian piano raggiungono i suoi e
si posano sulle labbra. E Genya li segue, facendo altrettanto.
Si
china su Tanjirō prima ancora di rendersene conto, prima di poter
fare un passo indietro. Non c’è paura nel suo
tocco quando gli
cinge il viso tra le mani, ferme e delicate nonostante
l’indecisione
nel suo sguardo; Genya passa il pollice sullo zigomo di Tanjirō
aspettando una conferma che invece non arriva, perché dentro
di sé sa benissimo che è quel che vogliono entrambi. Al suo posto
c’è
un sorriso, però, piccolo e luminoso come il sole che sta
pian piano
calando tra le case. Succede tutto in un istante, ma è il
più lungo
di cui Genya serberà il ricordo: le dita di Tanjirō che si
stringono alla sua giacca mentre si alza in punta di piedi per
agevolare il bacio, le sue labbra appena dischiuse e quel lieve,
lievissimo sospiro che le abbandona prima che Genya lo raccolga tra
le sue.
È
uno sfiorare semplice, casto e inesperto, ma basta ad accendere una
scintilla: quando Tanjirō posa il palmo della mano
sull’incavo del
suo collo, Genya teme che il cuore gli sfugga dal petto. E
nel frattempo che le loro labbra si cercano, si sottraggono, si
avvicinano ancora una volta, nel cielo serale brillano già
le prime
stelle.
les
enfants qui s'aiment ne sont là pour personne
ils
sont ailleurs bien plus loin que la nuit
bien
plus haut que le jour
dans
l'éblouissante clarté de leur premier
amour…
→ Angolo
dei Bonsai.
Sì,
era da molto che non tornavo in sezione (per l’esattezza, dal
trauma del capitolo 179) ma questa shipping week organizzata su
twitter
mi ha dato l’opportunità perfetta per
ricominciare a
scrivere. Per vari motivi ho dovuto abbandonare il writober, ma
avendo selezionato alcuni prompt da usare penso proverò a
svilupparli nelle prossime settimane; nel frattempo andate, e amate
questa coppia! Ora che Genya ha fatto il suo debutto
nell’anime,
non vedo l’ora di ritrovarlo nella seconda stagione (se
riusciranno
a ritagliargli uno spazietto).
Come
sempre, questa storia è dedicata a fuyu-chan.
♥
❀ daniverse