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Autore: DestinyIsland    18/11/2019    1 recensioni
Un universo alternativo dove la storia che tutti conosciamo è distorta e cambiata. Appartiene all’epoca dei Malandrini, giovani dapprima superficiali e giocherelloni, ma che si troveranno ad affrontare un cambiamento interiore, chi in bene, chi in male. Voldemort è sempre più forte e in cerca di potere. Il mondo magico è alla completa mercé del mago oscuro. Ma nonostante queste distorsioni, sarà sempre un Potter a dare filo da torcere a Riddle. Questa è un’altra storia.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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CAPITOLO 1: FUGA




Il signore e la signora Black, di Grimmauld Place numero 12, erano orgogliosi di affermare di essere dei nobili Purosangue. E grazie tante. La loro famiglia era tra quelle più antiche del mondo magico, generazioni e generazioni di nobili dal sangue puro che non facevano altro che ostentare la propria posizione sociale. Il loro motto era toujours pur, ovvero sempre puri. Il signor Orion Black era un uomo alto, dai capelli e occhi neri, severo e rigoroso soprattutto con i suoi figli e aveva molto a cuore la reputazione della sua famiglia. La signora Walburga Black era non troppo bassa, con dei lineamenti marcati e degli occhi penetranti, inoltre il suo viso era contornato da una folta chioma nera che provvedeva a legare in uno chignon molto elegante. Come il marito anche lei era ossessionata dalla reputazione della propria casata, odiava i Sanguesporco, ma ancora di più i Babbanofili e traditori del proprio sangue che simpatizzavano per loro. La coppia ebbe due figli: il maggiore chiamato Sirius, un ragazzo di 15 anni in tutto e per tutto uguale a suo padre e il minore, Regulus, più simile a sua madre. Tra i due Sirius era quello che veniva considerato la pecora nera o meglio, in questo caso, la pecora “bianca”. Il ragazzo, infatti, fin dalla tenera età non aveva mai condiviso i folli ideali del sangue puro appartenenti alla sua famiglia e se ne discostò immediatamente. Oltre a questo, il ragazzo, quando iniziò a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts all’età di 11 anni, venne smistato nella casa di Grifondoro, e questo fu un duro colpo per i suoi genitori dal momento che ogni singolo Black della sua famiglia era stato smistato nella casa rivale dei Serpeverde. I due fratelli durante la loro infanzia avevano un forte legame che, nel corso degli anni, si era andato ad affievolire fino a scomparire a causa della divergenza di pensiero tra loro. A differenza del primogenito, Regulus appoggiava il motto della sua famiglia, cosa che lo rese l’orgoglio della casa, ed era stato smistato in Serpeverde con grande gioia dei genitori che, da quel momento, concentrarono tutte le loro attenzioni e le loro ambizioni nel piccolo di casa. La situazione peggiorò ulteriromente quando il mondo magico venne sconvolto dalla presenza di una presenza oscura. Un potente mago oscuro stava prendendo potere in quegli anni, reclutando coloro che si volevano unire alla causa della “purificazione del sangue” ponendo come obiettivo lo sterminio dei Sanguesporco e dei Babbani che avevano costretto i maghi a nascondersi e a vivere in clandestinità, celati al loro mondo. La famiglia Black era un’aperta sostenitrice di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, alcuni membri della famiglia erano già suoi leali seguaci ed avevano intenzione di istruire a dovere Regulus per far sì che, anche lui, potesse in seguito entrare nella cerchia dei cosiddetti Mangiamorte. Sirius aveva sempre tentato di convincere, sia i genitori, sia suo fratello, che questa marcia di morte per un’ideale tanto folle di morte e omicidio era una cosa sbagliatissima. Ma essendo ormai un reietto per i propri genitori, venne sempre ignorato.
Un giorno di agosto Sirius e i suoi genitori ebbero un’ennesima litigata a proposito di ciò.
« Come potete istruire un ragazzino a uccidere delle persone? E’ inumano!» sbottò il ragazzo contro il padre.
«Regulus è l’orgoglio della nostra famiglia, ci renderà tutti fieri aiutando il Signore Oscuro con la pulizia di quei sudici Sanguesporco.» rispose tranquillo Orion.
« Siete dei pazzi! Non capite che questa causa, come la chiamate voi, è completamente folle! Che differenza c’è tra un Purosangue e un Nato Babbano?! Nessuna!» continuò Sirius.
« Smettila di dire sciocchezze. La magia appartiene ai maghi, quei ladri hanno preso qualcosa che non gli appartiene. E per questo bisogna fare giustizia ed eliminarli. Sei un Black, appartieni ad una delle più nobili casate Purosangue della Gran Bretagna, ed è ora che tu ti unisca alla causa.»
«Stai dicendo che dovrei addestrarmi per imparare le arti oscure e uccidere qualsiasi Sanguesporco mi capiti a tiro? Beh è ora che capiate una cosa, io non mi unirò mai a Voldemort e al suo esercito di scheletri ambulanti!» esclamò.
«Sirius Black!» intervenne Walburga contro di lui «Non osare mai più pronunciare il nome del Signore Oscuro. Tu farai quello che ti diciamo! Vivi con noi e finché vivrai sotto il nostro stesso tetto obbedirai senza discussioni.»
Sirus strinse i pugni dalla rabbia. Non li sopportava. Come potevano essere così ciechi, così ossessionati da questa folle storia del sangue puro. Odiava essere un Black.
«Bene! Allora ti facilito subito le cose madre.» disse rivolgendosi a Walburga a denti stretti.
Corse al piano di sopra ed entrò in camera sua. Raccolse in fretta e furia tutte le sue cose e gli oggetti che gli sarebbero potuti servire e li infilò dentro il suo baule, chiudendolo con un calcio. Mormorò un incantesimo per rimpicciolire il baule e se lo mise in tasca.
 Scese nuovamente al piano inferiore e si rivolse ai suoi genitori:« Se in questa casa non sono ben accetto, allora tolgo il disturbo.»
Orion ghignò« E dove credi di andare. Non hai posto dove stare, tornerai di nuovo qui.»
«Preferirei vivere per strada che rimanere qui dentro un minuto di più.» replicò il giovane.
Detto questo si incamminò verso la porta e uscì in strada senza guardarsi indietro. Girovagò per le strade senza una meta, era troppo arrabbiato per riflettere con lucidità e non sapeva cosa fare e dove andare. Continuò a camminare per un po’, finché non arrivo il buoi serale. Si sedette su una panchina e si prese la testa tra e mani.
“Sono in un bel casino. In quella casa non ho intenzione di ritornarci neanche morto, ma dove potrei andare?” pensò.
Cercò di trovare una soluzione e il suo pensiero volò ai suoi amici. Chissà se almeno loro se la passavano bene. Pensò a Remus, che probabilmente stava passando l’estate a leggere e a studiare tra una trasformazione in lupo mannaro e l’altra. Peter che si rimpinzava sicuramente di cibo. E James che sicuramente stava impiegando il suo tempo allenandosi a Quidditch.
“James…chissà magari mi potrebbe ospitare per qualche notte. Il tempo di trovare un’altra sistemazione. Anche se…sono un po’ a corto di soldi.” rifletté.
Decise che valeva la pena tentare, così tirò fuori la bacchetta e chiamò il Nottetempo. Con una velocità supersonica si vide arrivare un grosso autobus a pochi metri da lui.
Il controllore scese e parlò: «Benvenuti sul Nottempo, mezzo per maghi e streghe in difficoltà. Dove vuole andare?»
«Ehm...dovrei andare a Godric’s Hollow per favore» rispose Sirius.
«Bene, fanno 11 falci.»           
Il giovane pagò ed entrò all’interno del veicolo. L’aveva preso solo una volta e il suo aspetto era rimasto invariato. Il Nottetempo era composto da più piani, e tutti i piani avevano, al posto dei sedili, dei comodi letti dove una buona parte di maghi stava schiacciando un pisolino. Probabilmente stavano affrontando un lungo viaggio. L’autobus partì sgommando, si muoveva velocissimo tra le auto Babbane, e sia i passanti che gli autisti non facevano parvero accorgersi del loro passaggio. A causa dell’elevata velocità i letti si muovevano molto, per cui risultò parecchio faticoso per Sirius stare in equilibrio. Il viaggio non durò a lungo e, dopo una ventina di minuti si fermò proprio alla meta che il ragazzo doveva raggiungere. Sceso da quella trappola su ruote, Sirius si guardò intorno. Godric’s Hollow era un villaggio che si presentava molto accogliente ed ospitale. Vi abitavano, oltre ai Babbani, alcune famiglie di maghi tra cui i Potter, ossia i genitori di James. Camminò per una decina di minuti, finché non trovò la casa giusta. La casa dei Potter era una piccola villetta con delizioso giardino molto ben curato, e vicino un piccolo orto dove venivano coltivate alcune piante magiche, sicuramente curate dal padre di James, Fleamont, dato che era un rinomato pozionista. Arrivò dinanzi alla porta e inspirò per prendere coraggio. Dopodiché suonò il campanello. La porta venne aperta da una donna dai capelli rossi, bassina, e nonostante l’età un po’ avanzata, molto radiosa.
«Ehm…salve signora Potter. Non so si ricorda di me, sono Sirius Bla-» iniziò a dire.
«Sirius!»lo interruppe la donna« Ma certo che mi ricordo di te. Come stai? Entra su.»
Euphemia si fece da parte per farlo entrare e, con un velato imbarazzo, entrò.
«James sarà felicissimo di vederti, vedrai.» gli disse. «JAMIEEEEE!»urlò a gran voce.
«Cos’hai da urlare mamma?!» si sentì dal piano di sopra.
«Potresti scendere per favore? Ci sono visite!»
«Arrivo! Spero solo che non sia di nuovo quel venditore ambulante di amuleti falsi. Ne ho abbastanza di…Sirius!» esclamò James incredulo.
Il ragazzo saltò le scale in una sola volta e si fiondò ad abbracciare il suo migliore amico. Sirius constatò che era rimasto lo stesso giocherellone di sempre, e che non fosse cambiato per niente in quei 2 mesi. James era un ragazzo abbastanza alto, un fisico ben definito grazie ai continui allenamenti di Quidditch, con dei capelli neri spettinati e dei caldi occhi color nocciola. Inoltre indossava degli occhiali da vista circolari, che lo facevano sembrare un ragazzo di cui ci si potesse fidare.
«Amico che bello averti qui. Come mai questa visita?» chiese entusiasta l’amico.
Sirius non ebbe nemmeno il tempo di rispondere che, arrivò in salotto, Fleamont Potter, domando cosa stesse succedendo. A quel punto il giovane Black decise di rivelare effettivamente il motivo per il quale si era presentato da loro senza preavviso.
«Sono scappato di casa» rispose quasi sussurrando. «E’ da molto tempo che discuto con i miei genitori dei loro folli ideali. Sono riusciti a deviare mio fratello, lo stanno allevando come un perfetto Mangiamorte. Mi rifiuto di vivere ancora in quella casa. Avrei bisogno di ospitalità per qualche giorno, poi troverò un’altra sistemaz-»
Nemmeno il tempo di finire il proprio discorso che Euphemia lo aveva abbracciato di slancio.
«Sirius caro, puoi rimanere qui tutto il tempo che desideri. Non sei di alcun disturbo.» gli disse con voce amorevole.
«Sono completamente d’accordo.» le diede man forte il marito« Ci fa piacere avere un altro malandrino in giro per caso. Non ti preoccupare.»
Il ragazzo rimase sbalordito dalla gentilezza della coppia. Non avevano tentennato un minuto sulla sua richiesta, anzi, gli avevano proposto di rimanere lì.
«Grazie signori Potter. Davvero.» li ringraziò Sirius sorridendo.
«Ah sciocchezze.» minimizzò la donna« Va’ pure a sistemarti nella stanza degli ospiti, è di fianco a quella di James. James aiutalo. Poi scendete che preparo la cena. Sarai affamato caro.»
Fecero come Euphemia aveva detto e si ritrovarono tutti seduti a cena. Risero, scherzarono e parlarono in tutta libertà. L’imbarazzo iniziale di Sirius era sparito nel nulla, i signori Potter erano riusciti a metterlo a proprio agio in fretta. Ridendo all’ennesima battuta del padre di James, il giovane Black si sentii, per la prima volta in vita sua, a casa. 
   
 
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