Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: clay97    19/11/2019    1 recensioni
- Forse avrei dovuto dirti tutto… - i singhiozzi lo interrompono. Si ferma a guardare il nome inciso sulla lapide mentre tira su leggermente con il naso, era lì, inciso davanti a lui “Erwin Smith”.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Erwin Smith, Levi Ackerman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Rivolgendo lo sguardo verso la tomba granitica un uomo ormai cresciuto con il capo coperto da un mantello verde e alcune gocce lucenti cadenti dagli occhi comincia il suo monologo sotto una pioggia fredda.


-… è da tanto che non vengo a trovarti… in effetti dove dovresti andare?… come vanno le cose lassù? Lo so lo so che non possono andare poi così male… o almeno sicuramente vanno meglio che qui. Sai, tu stesso mi hai detto di non avere pentimenti nella vita perché non mi avrebbero più fatto vivere come si deve… in realtà sono qui solo per dirti che purtroppo non ce la faccio a non essere pentito… avrei voluto salvare te quel giorno di cinque anni fa e mi pento così tanto per la mia scelta che...- Ride.


- … è strano che sia proprio io a dirlo ma non so se ho più tutta questa voglia di tirare avanti… forse ancora una volta mi costringo a vivere solo per poter uccidere quel bastardo di un gigante bestia e mantenere la mia promessa… se non fosse stato per lui tu a quest’ora saresti ancora qui con me… comunque sia: Hanji è una degna comandante, hai scelto bene… d’altronde mi sono sempre fidato del tuo giudizio no? Purtroppo le cose si stanno mettendo male per me e per lei, ormai il corpo di ricerca non è più quello di una volta… anzi a dire la verità niente è più come prima. A volte cerco di immaginare il tuo volto dopo aver scoperto tutto quello che sappiamo adesso… -


L’uomo si getta in ginocchio davanti alla lapide muta e si copre il viso con il braccio.


-Se solo tu fossi qui sapresti tutta la verità e… e… - l’uomo piange. Non era normale per lui, non aveva mai realmente pianto, solo una volta tanti anni prima ma questo pianto era diverso. Non era rabbia, la sua. Non era affetto. Era il pianto di colui che ha mandato sul patibolo tutto ciò che aveva.


- … comunque… quel moccioso del cazzo sembra avere perso la testa e ha messo in pericolo tutti, non posso credere che per lui ho perso te, i miei uomini, i miei amici… si, forse mi sono pentito delle scelte degli ultimi anni… a volte penso che avrei provato più felicità a morire con te - L’uomo tira fuori dalla tasca della sua camicia uno strano ciondolo con una pietra verde in mezzo e la stringe forte, abbassa lo sguardo.

 

- ...Hai visto? l’ho conservata… è l’unica cosa che ho di te...oltre ovviamente ai tuoi libri… sai, non li ho nemmeno spostati… sono ancora lì come li hai messi tu… - l’uomo continua a stringere il ciondolo sempre più forte mentre viene divorato dai sensi di colpa.
 

- Scusa se non sono venuto prima… da quando ti hanno seppellito qui non… non ho avuto il coraggio di venire, non volevo rassegnarmi all’idea di non vederti mai più… la realtà è che non ho mai accettato la tua morte, ogni sera spero sempre di vederti rientrare dalla porta della stanza… non riesco a rassegnarmi al fatto che non lo farai più… -. L’uomo pensa tra sé “ma perché ti sto dicendo adesso queste cose? Avrei potuto dirti tutto quando eri ancora in vita invece di fingere di essere un uomo freddo e privo di ogni sentimento…”. D’improvviso, gridando, si tira avanti sbattendo i pugni sul sasso grigio – Perché!? - . Piange.

 

- Forse avrei dovuto dirti tutto… - i singhiozzi lo interrompono. Si ferma a guardare il nome inciso sulla lapide mentre tira su leggermente con il naso, era lì, inciso davanti a lui “Erwin Smith”.

 

-Cazzo quando hai tirato fuori quel piano di merda contro quello stronzo di Zeke avrei voluto fermarti, avrei voluto dirti di rimanere con me, avrei voluto che ti salvassi! Avrei voluto che, per una volta, rinunciassi ad essere un uomo coraggioso, avrei voluto che divenissi codardo! Erwin spiegami perché… perché proprio un piano del genere! - l’uomo si china in avanti, si gira e piano piano si appoggia al sasso con la schiena. - Cazzo, non avrei mai pensato di ucciderti davvero… ti ricordi vero quando volevo ucciderti? - accenna un leggera curvatura della bocca.

 

- … Sai non avevo mai provato un sentimento così forte prima di quel giorno… devo dirti che per un momento, quando mi hai fatto inzuppare i vestiti di fango, avrei voluto ucciderti veramente… - ride - …non avrei mai pensato che i tuoi occhi azzurri sarebbero diventati il mio mare… - L’uomo alza il capo, spalanca gli occhi dallo stupore e si gira verso la lapide.
 

- Ah già Erwin! Il mare! Armin aveva ragione! Esiste davvero! Se solo avessi avuto l’opportunità di vederlo!… - il viso diventa triste nuovamente, lentamente si rigira e si appoggia di nuovo al sasso. - … se tu avessi avuto l’opportunità di vedere tante cose… sai sul mare ci si muove con delle navi veramente enormi che arrivano al “porto”… dicono che una “nazione” debba avere un porto per avere “turismo” e sviluppare un “impero commerciale” o almeno così ho capito… Hanji ha capito subito tutto ed è impazzita - ride -… sai com’è fatta-.
 

- Ho sentito dire che lei viene a trovarti spesso… le manchi tanto sai? So anche che viene qui per salutare Moblit… quel ragazzo ha sopportato le sue pazzie per anni- comincia a ridere -… secondo me ne era innamorato… ha sacrificato la sua vita… un po' come hai fatto tu per far sopravvivere me… - gli occhi si riempiono di nuovo di gocce grosse come diamanti.

 

L’uomo si gira nuovamente verso la scritta “Erwin Smith” e mentre con il dito comincia a seguire le incisioni bagnate riprende il discorso: - Quando finalmente avrò ucciso Zeke e avrò finalmente mantenuto la promessa ti seguirò, come ho sempre fatto… non sono pronto a vivere in un nuovo mondo senza di te… Erwin, quando avrò finito sarò pronto a morire… magari lassù riuscirò a tirare giù la maschera che ho sempre indossato… magari lassù mi godrò per sempre i tuoi occhi oceanici…-

 

L’uomo alza lo sguardo, le gocce di pioggia sempre più insistenti ormai lo hanno inzuppato completamente. L’uomo non riesce a darsi pace, vorrebbe morire ma sa che per ora non può, continua a ripensare a quel giorno mentre viene divorato dai sensi di colpa, si ubriaca di vendetta per arrivare al suo scopo: uccidere Zeke Jeager e raggiungere la persona che ha amato di più in tutta la sua vita, l’uomo che lui stesso ha ucciso. Abbassa nuovamente lo sguardo, riguarda il nome inciso.

 

- Lo sapevi… sapevi i sentimenti che provavo per te, eppure non hai mai detto niente… perché? Perché mi costringevi a seguirti ovunque? Cosa volevi ottenere? Volevi che fossi io a confessarti ciò che provavo?… non capisco, non ho mai capito… magari più avanti, se morirò, otterrò delle risposte giusto?… -

 

Il piccolo uomo si rigira, ormai tutti i suoi indumenti sono zuppi di acqua e sono completamente attaccati al suo corpo minuto, anche il ciondolo nella sua mano ormai è completamente bagnato. - Erwin… se solo vivessimo ancora nell’ignoranza magari avremmo vissuto più felicemente… tu saresti ancora qui…- chiude gli occhi -… no, non è vero, tu saresti qui se io ti avessi iniettato quel liquido… ti amavo Erwin… ti amavo… mi sono sempre accontentato di starti vicino e me ne pento… avrei potuto...- il pianto lo interrompe.

 

Le lacrime non lo fanno parlare, si sente strozzare. “MERDA!” grida sbattendo il pungo sinistra per terra. Lo sa che qualsiasi cosa dica non cambierà il presente, ogni azione era già stata decisa anni prima ma ancora non si era rassegnato, voleva rivederlo e avrebbe fatto di tutto per riaverlo con lui sapendo che non avrebbe potuto fare niente. Si rigira, tocca nuovamente il sasso freddo - Aspettami, tra poco arriverò anche io… se nei prossimi giorni tutto andrà come penso allora molto probabilmente ti riabbraccerò…sono stanco e voglio riposare vicino a te … non desidero altro- . L’uomo si rialza lentamente, rimane ancora un istante e fissare il nome inciso sul marmo e finalmente riesce a girarsi e andarsene.

 

L’uomo rientra in caserma e si dirige verso la mensa. Vi entra, è piena di gente come al solito. Sulla destra le reclute. Sulla sinistra il gruppo storico in cui si scorgono Jean, Conny, Mikasa e… Armin. Da quel giorno non lo aveva più guardato con gli stessi occhi, provava un misto di odio e affetto nei suoi confronti ma sapeva benissimo che il sentimento che provava era a causa della sua scelta. L’amica Hanji Zoe si accorge di lui e si alza dal tavolo. Si avvicina e, toccandogli i vestiti bagnati, chiede:


-Ma dove ti sei cacciato? Ti stavamo cercando!… ma sei tutto zuppo!-


Lui abbassa lo sguardo per cercare di nascondere gli occhi rossi dal pianto. Il comandante del corpo di ricerca nota, con l’unico occhio rimasto, il ciondolo dalla pietra verde nella mano destra del piccolo uomo. Quella donna lo conosceva da anni, sapeva benissimo dov’era andato senza il bisogno di chiedere niente. D’improvviso lo porta a sé e lo abbraccia.


- Lo so cosa vuoi fare, Levi… ma io non lo permetterò, sei troppo importante per me-

   
 
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