Levi,

Non ti ho mai visto dormire. Solitamente dormi duetre ore per notte e non capisco come fai ad essere così attivo nel resto della giornata… ora i ruoli si sono invertiti e sono io a non riuscire a chiudere occhio. Sei lì illuminato dalla luna, addormentato sotto il lenzuolo con i capelli tutti arruffati… finalmente ti vedo tranquillo, sembri quasi sereno. Cosa ti spinge a dormire proprio questa notte? E cosa spinge me a rimanere sveglio? Lo so, sono domande che rimarranno senza risposta.

Domani partiremo per il Wall Maria e sinceramente non so se torneremo mai vivi da lì. Di una cosa però sono certo: dopo quello che è successo questa notte tra di noi tutto cambierà. Forse è per questo che riesci a dormire? Sei forse felice per una volta? Anche io lo sono ma ho come la sensazione che l’amore che abbiamo provato questa notte sia solo il punto di arrivo della mia vita e non quello d’inizio… una conclusione, non una partenza. Ho come la sensazione che domani la mia vita arriverà ad una fine.

Sai cosa potremmo fare stasera? Potremmo rinascere dalle ceneri che ci siamo lasciati dietro. Potremmo camminarci sopra, calpestarle, schiacciarle, premerle forte sotto i nostri alti stivali fregandocene di quello che siamo stati e pensando a quello che potremmo essere. Pensi che non sia una buona idea? Perché? Siamo insoddisfatti del nostro tetro, triste, deprimente passato ma, nonostante tutto, continuiamo ad aggrapparci ad esso con le unghie per non perderlo per sempre. Forse sono le novità che ci spaventano, forse è l’idea stessa di “cambiamento” a non convincerci, forse ci è più facile vivere nell’abitudine piuttosto che crearci una nuova realtà sconosciuta, potenzialmente infinita. Meglio morire per qualcosa di cui si conosce l’essenza piuttosto che vivere dentro una realtà ancora ignorata, misteriosa o semplicemente inesplorata. Vivere nella prima ci fa male ma l’idea di vivere nella seconda ci terrorizza.

Ma cosa sto dicendo? Scusa, parlo a vanvera…

Eppure Levi se ci pensi la vita è breve. Oh si, se paragonata all’infinità dello scorrere la nostra vita è niente. Se paragonata all’infinito la nostra vita non è altro che una goccia in un oceano immenso… ma, sarai d’accordo con me che l’oceano non si crea da solo, ha bisogno delle piccole gocce d’acqua per diventare immenso così come la storia del mondo, infinita e immensa, ha bisogno della nostra breve e misera vita per poter continuare a defluire come ha sempre fatto e come sempre farà.

Ma perché ti scrivo queste cose? Forse perché ho paura, paura di perdere qualcosa che sono appena riuscito a conquistare: Te. La sento in questo momento la brevità della vita Levi, la sento eccome. Ho sempre avuto nella mia testa la volontà di arrivare ad una verità su questo mondo ma dopo questa notte la verità l’ho trovata in te. Sinceramente? Ho sempre cercato soddisfazioni in qualcosa che forse non vedrò mai, ho sempre guardato verso una verità che forse non riuscirò a scoprire, teso la mano verso qualcuno che forse non esiste al di là delle mura e, soggiogato da questi pensieri, non ho mai capito che qualsiasi cosa volessi l’ho sempre avuta sotto il mio naso, ogni giorno, per anni.

Ora però è tardi per tirarsi indietro. Se domani dovessi mai morire non rattristarti. La mia verità l’ho trovata questa notte rinascendo con te e sono soddisfatto così. È come se il vecchio Erwin fosse morto e rinato dalle sue stesse ceneri… e magari anche per te è così. Non so se domani arriverò a scoprire il segreto di quella cantina ma so con certezza che tu ci arriverai…

Levi, grazie.

                                                                                                                                                                                                                                                  Erwin Smith