Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: ARed    22/11/2019    8 recensioni
Isabella Swan e Edward Cullen sono due agenti speciali del FBI, non si conoscono, non si sono mai visti, ma quando viene ritrovata una scatola incisa con i loro numeri di matricola di quando frequentavano Quantico, si ritrovano a lavorare assieme a New York; all’interno vi troveranno disegni, frasi, numeri, enigmi.. tutto avvolto nel mistero.
Ogni cosa ruota attorno al loro presente, al passato, al lavoro.. ma non ne capiscono il perché.
“Mi sentivo violata, come se qualcuno, in quel momento, avesse il controllo della mia vita”
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward, Emmett/Rosalie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dove eravamo rimasti..
Nel corso di una missione il direttore della sede del FBI di New York rimane vittima di un’esplosione, dopo il suo funerale Isabella Swan viene nominata suo successore.
 
CAPITOLO 2
SACKET AVE
BRONX NY
 
Gennaio 2019
 
Il vicepresidente mi fece cenno di perdere il microfono e fare il mio primo discorso da direttore, con timore presi la parola, « Non è facile quello che mi è stato chiesto di fare, ricoprire questa carica significa avere sulle spalle l’intero centro operativo di New York. Significa prendere il posto di un ottimo direttore. Non so se ne sarò in grado, ma giuro solennemente di provarci. Renderò onore e prestigio a questo ufficio.  Grazie », conclusi, sentendomi più tranquilla.
« Congratulazioni Direttore », Alice mi abbracciò, dopo di lei Rosalie, la nostra psicologa, poi Emmett. Pensavo di leggere delusione nei suoi occhi, ma quello che ne percepii era tutt’altro, « Se lo avessero chiesto a me non avrei accettato, lo faccio per i miei figli », disse per poi abbracciarmi.
Strinsi tantissime mani nella mezz’ora successiva, forse l’astio che avevo percepito entrando non c’era, o molto più probabilmente sapevano ben nasconderlo davanti ai grandi capi.
« Direttore Swan, vicedirettore Cullen vi chiedo di seguirci al laboratorio », disse il capo dell’intelligence nazionale, Cullen mi guardò alzai le spalle, non sapevo cosa volevano dirci, probabilmente il motivo del suo trasferimento a New York, pensai.
Il laboratorio era vuoto, se non per la presenza di Alice, al centro c’era un tavolo bianco con un telo grigio sopra, « La scientifica ha controllato ogni centimetro della fabbrica dove l’agente speciale Cooper ha perso la vita », disse mio padre, non riuscivo comunque a capire la presenza dei grandi capi nel laboratorio.
« Tra le macerie hanno trovato questo », disse il direttore dell’intelligence sollevando il telo grigio, apparve un specie di scatola di latta.
« Cos’è? », domandai avvicinandomi.
« Non sappiamo il suo contenuto, sappiamo solo che è rivestita da uno spesso strato di titanio », disse Alice, « Ho cercato di aprirla, così analizzandola con una lente di ingrandimento ho notato che sul lato destro in basso ha un’incisione », prese la scatola e la girò verso di noi, ma le scritte erano troppo piccole per essere lette ad occhio nudo. 
Alice mi passò una lente d’ingrandimento, la posizionai e ne lessi il contenuto:
 

« Il primo è il mio numero di matricola a Quantico, non conosco il secondo », dissi sollevando lo sguardo e notando che tutti mi stavano guardando come se si aspettassero che nelle mie mani la scatola si aprisse all’improvviso.
« Posso? », mi domandò Cullen al mio fianco, annuii e gli passai il tutto, « Il secondo numero è mio », disse lasciandomi senza parole. Perché in una scatola in titanio c’erano incisi i nostri numeri di matricola?
« Esattamente, ed è per questo motivo che è stato trasferito a questo ufficio, non sappiamo il contenuto della scatola, ma è chiaro che è qualcosa che vi riguarda entrambi », disse mio padre.
« Direttore, ho continuato a lavorare sulla scatola e facendo un po’ di pressione.. ho sollevato la parte superiore, che però non apre la scatola, è una sorta di doppio coperchio », Alice riprese la scatola dalle mani di Cullen e, con delicatezza, la posò sul tavolo. Prese un bisturi da chirurgo e sollevò il coperchio, tutti si avvicinarono come attratti da una calamita.
Il secondo coperchio rivelava al centro due meccanismi di apertura di un armadietto scolastico, « È solo un ipotesi, ma forse vi richiede il vostro codice a quattro cifre di apertura dell’armadietto che utilizzavate a Quantico ».
« Ci sono altri modi? », domandò il vicepresidente.
« Si, potrei collegarlo a un generatore casuale di codici, ma potrebbe impiegarci dai pochi istanti a giorni interi », rispose Alice.
« Allora proviamo », dissi inserendo il mio codice, 1912, non l’avevo mai cambiato, anche Cullen lo inserì, ma non successe nulla.
« Non va », sussurrò.
« Invertitevi », suggerì Alice, passai al lucchetto di destra, « Fatelo assieme ».
« Al mio tre », dissi continuando a percepire lo sguardo di tutti addosso, « Uno, due, tre », sentimmo qualcosa scattare all’interno della scatola, con timore sollevai il secondo coperchio. All’interno era pieno di fogli, ricoperti da una miriade di disegni e scritte senza senso, « Fermati! », urlò Alice, si allontanò dal tavolo e tornò con dei guanti bianchi per me e Cullen.
Indossammo i guanti ed entrambi prendemmo i fogli in mano, per il resto la scatola era vuota, chi si voleva prendere gioco del FBI?
« Cosa sono? », chiese mio padre, mi avvicinai a lui e glieli mostrai, il vecchio Swan, mi aveva insegnato molto del suo lavoro; per quanto stupida ed insignificante potesse sembrare una cosa, aveva sempre dietro di se una lunga storia da raccontare.
« Alice, analizza questi fogli e cerca di ricavarne quante più informazioni possibili », dissi prendendo il comando della situazione.
« Subito », Alice prese tutto il contenuto della scatola e si mise immediatamente al lavoro.
« Isabella quando avete novità chiamateci, noi siamo in sala riunioni », disse mio padre, uscendo dal laboratorio assieme alle alte cariche.
« Quando hai frequentato Quantico? », domandai a Cullen sedendomi sulle poltrone che c’erano davanti alla mia nuova scrivania, ci eravamo messi lì per non disturbare Alice.
« Nell’autunno 2007, a gennaio dell’anno dopo sono stato trasferito a Chicago, poi una volta diventato agente speciale, nel 2016, ho accettato l’incarico a Washington », rispose educatamente prendendo posto davanti a me, che non avevo avuto il coraggio di sedermi sulla poltrona principale, « E tu? ».
« Primavera 2008, Dallas poi New York », risposi cercai di di capire cosa legava me e il mio nuovo collega, lo avevano trasferito qui, quindi qualcuno voleva che lavorassimo insieme? Ma a cosa? Con quale scopo?
« Vieni ti presento la squadra », dissi alzandomi, stavo cominciando ad avere un terribile mal di testa, uscii dall’ufficio che dava sul centro operativo.
« Agente Cullen le presento l’agente speciale Emmett McCartney, l’agente speciale Katherine Brook », dissi con tono fermo, mi meravigliai di vedere Kate, per quello che ne sapevo era ancora in ferie.
« Man mano conoscerà tutti i dipendenti di questo ufficio federale », Emmett sapeva essere molto accogliente con i nuovi arrivati, io un po’ meno.
« Non riuscivo a stare a casa dopo quello che è successo », mi disse Kate mentre prendevamo assieme l’ennesimo caffè della giornata.
« Non mi sembra ancora vero Kate. Guardo verso quella porta e mi sembra di vederlo uscire, non oso immaginare come stia Victoria », risposi.
Chiesi ad Alice di inviarmi le scansioni dei disegni, erano venti in tutto, sembravano tra loro collegati, ma non capivo secondo quale criterio.
Il nuovo arrivato passò con me l’intero pomeriggio, ma non arrivammo a nessuna conclusione, verso le sette Alice chiamò, aveva finito di analizzare i disegni.
« Ho analizzato il tipo di carta, la grafite della matita utilizzata, ma sono fogli comuni disegnati con una comune matita da scuola. Cose reperibili in ogni negozio su suolo americano », ci spiegò Alice nel suo laboratorio. 
Collins, Parker e Adams, erano ancora lì, stavamo parlando di sicurezza nazionale, e in qualche modo, a noi ignoto, Cullen ed io eravamo la chiave.
« Sostanze strane? », chiese Cullen.
« Non c’è nulla, se non fosse per la grafite, sarebbero completamente sterili » 
« Un’impronta? Marcature strane sui fogli? », ogni indizio, anche il più stupido ci poteva portare a qualcosa, ma quei disegni apparentemente così innocui erano la cosa più difficile e complicata che avessi visto da quando ero un agente del FBI.
« Nulla, un tratto talmente leggero da sembrare un foglio bianco, nemmeno i fogli stampati sono così lisci »
« Può riordinare i fogli partendo dall’ordine in cui sono stati trovati all’interno della scatola? », suggerì l’agente speciale Cullen.
« Certamente.. ecco fatto », Alice predispose sul suo grande schermo i disegni, così come erano usciti dalla scatola, formando un lungo serpente.
« Non hanno senso », disse il vicepresidente Adams.
Dovevano per forza avere una logica, altrimenti chiunque gli avesse lasciati alla fabbrica si voleva semplicemente prendere gioco di noi.
Venti disegni, apparentemente senza senso. Venti disegni.
« Invece si.. ponili su una griglia 4x5 partendo dall’angolino in basso a destra e invertendo l’ordine », dissi tramutando in parole quello che la mia mente mi suggeriva, Alice costruì una tabella sul grande schermo e ad uno ad uno mise i disegni sui quadranti della griglia.
I disegni ora sembravano raggiungere un primo significato: in quasi tutti i fogli c’era disegnata una linea, leggermente più spessa delle altre, e messe insieme sulla griglia formavano un paio di ali. 
« Intuizione.. uno dei motivi che ci hanno spinti a scegliere lei come nuovo assistente Direttore », disse il capo dell’intelligence.
« Sono le ali di un angelo.. ne ho visti molti in giro per le città », disse Cullen, effettivamente guardandole bene erano quello che mi ricordavano.
« Alice isola le ali dell’angelo e cerca di capire a cosa potrebbero appartenere: graffiti, murales, pubblicità con questo disegno » 
Brandon si mise subito al lavoro, in tempo reale fece scorre l’immagine su centinaia di altre immagini prese dal server del FBI.
« Eccolo è un murales in Sacket Avenue, nel Bronx, vicino alla New Apostolic Church », disse Alice facendo vedere il muro su cui era disegnato l’angelo grazie alle mappe in 3D.
« È lui », Emmett disse quello che ognuno di noi stava pensando.
« Più o meno »
« Si spieghi », la incitò mio padre.
« La corrispondenza non è del 100% », disse zoomando sulla parte inferiore delle ali dell’angelo, « In questo tratto come vedete la linea è rossa e non verde ».
Alice per facilitare la lettura della griglia aveva adoperato il sistema “battaglia navale”, ad ogni colonna corrispondeva una lettera e ad ogni riga un numero.
« In cosa si differenzia? », domandai.
« Nel murales un piccolo tratto dell’ala in D4 manca, perché l’artista che l’ha disegnato lo ha utilizzato per firmarsi », disse isolando la scritta, dal murales.
 
KUDO 
 
« Sappiamo qualcosa di lui? »
« È morto di overdose un anno fa », mi rispose con prontezza, Alice aveva capacità di analisi e di ricerca invidiabili.
« Nei disegni a cosa corrisponde la firma dell’artista? », la domanda di Cullen era giusta e seguiva alla perfezione il ragionamento che avevo fatto anche io.
« Numeri », Alice ingrandì il disegno e quattro cifre comparvero chiare sullo schermo.
 
2  0  1  9
 
« 2019? È l’anno in cui siamo », constatò Emmett.
« E se fosse un orario? », suggerì Katherine.
« Non siamo in Europa, non utilizziamo il sistema a ventiquattro ore », gli rispose Emmett.
« Brandon può.. », notai Alice alzare gli occhi al cielo mentre si voltava verso di noi, odiava che qualcuno la chiamasse per cognome, eccetto che dai suoi superiori.
« Cullen nella mia squadra ci si da tutti del tu », intervenni, di base avevamo tutti la stessa età, più o meno.
« Perfetto, Brandon puoi.. »
« Preferirei Alice », puntigliosa, tra i suoi difetti. Il nuovo arrivato sembrava già esasperato, caro mio questo è solo il tuo primo giorno.
« Benissimo Alice, puoi zoommare sul tratto appena prima e appena dopo le quattro cifre? » 
« Certamente.. ecco qui », accanto al 2 e accanto al 9 si potevano ben distinguere che il tratto non era più lineare ma era formato da tante piccole H.
« H… è un orario » 
« Direi di andare a fare un giro nel Bronx », era già buio, visto che erano passate da poco le sette e venti.
« Direttrice Swan la lasciamo al suo lavoro, confidiamo in lei e nella sua squadra per la risoluzione di questo caso », disse la Collins, mi fece molto piacere sentirmi chiamare Direttore al femminile.
Il Direttore del FBI, il Procuratore generale, il Direttore dell’intelligence nazionale  e il vicepresidente degli Stati Uniti d’America uscirono dal laboratorio di Alice, mio padre mi aveva comunicato che avevano un’importante riunione al Pentagono.
« Emmett prepara la squadra Alfa e tu Cullen.. », era il momento di andare sul campo. Il nuovo arrivato mi guardò con una faccia da schiaffi che mi metteva un nervoso addosso. Ora che i capi se ne erano andati cominciava a fare il pagliaccio?
« Avevi detto niente cognomi »
« Shh.. Tu sarai a capo della squadra Beta, Alice inviaci l’indirizzo del murales », le dissi.
« Okay, avviso anche Alfa e Beta di prepararsi », con Alice eravamo diventate prime colleghe e subito dopo grandi amiche, c’era un bellissimo feeling tra noi due ed in team lavoravamo benissimo.
« Veloci abbiamo meno di un’ora » , dissi uscendo per dirigermi allo spogliatoio e prepararmi, seguita da Emmett e Cullen.
L’indirizzo ci portò nel cuore del Bronx, il murales si trovava esattamente davanti ad una stradina buia, che io e il mio team utilizzammo per appostarci con le macchine senza essere visti.
« Per te sono Cullen? », mi domandò il mio vice, eravamo nella stessa macchina con due agenti della squadra Beta II,  Noah e Caleb.
« Direi di si », dissi tendendo lo sguardo fisso al murales, mancava un solo minuto alle 20:19.
« Bene per me tu sei Swan allora », ci stava per caso già provando? Dovevo ammette che era un bellissimo uomo, ma non era quello che cercavo, perché di base non cercavo nulla. Il nostro lavoro non è adatto alle relazioni.
« Guarda », una signora ben vestita, per essere una del Bronx, passò camminando con tranquillità davanti al murales. Pochi istanti dopo, quando l’orologio segnò le 20:19 arrivò un uomo, « È un luogo di scambio? », ipotizzò Cullen.
 « Non ho la visuale. Emmett? », dissi sperando che il segnale radio funzionasse.
« Credo che la signora abbia lasciato qualcosa sul cestino e che l’uomo l’abbia appena presa, mi pare sia un foglio », rispose prontamente Emmett.
Notammo l’uomo salire su una macchina, « Squadra Beta I inseguite una Chevrolet scura targata  1709 – SM  », la signora sembrava come essersi materializzata.
« Bella? Mi senti? », la voce di Alice risuonò in tutta la macchina.
« Dimmi pure »
« Ai lati delle H, scritti allo specchio ci sono altri due indirizzi, che terminano con le cifre 2036 e 2043, potrebbero essere altri due punti di scambio », sicuramente.
« Manda il primo indirizzo sul telefono di Emmett e il secondo al mio », dissi chiudendo la comunicazione, Alice ci fece immediatamente avere il secondo indirizzo.
« Emmett, Katherine e squadra Alfa andate al primo indirizzo », io e Cullen con i due membri di Beta II raggiungemmo il secondo indirizzo, sempre nel Bronx, e ci ritrovammo nuovamente davanti ad una scena simile a quella precedente.
L’uomo in giacca e cravatta salì su una Porsche Carrera bianca, senza farci vedere la seguimmo per quaranta minuti, quando la sua macchina sparì dietro ad un cancello a Cresskill, New Jersey.
« Emmett, squadra Alfa e Beta I, dove siete? »
«  Nei pressi di Cresskill, a Tamarck Road », mi rispose Emmett, guardai sullo schermo della macchina e notai che erano proprio davanti a noi.
« Anche noi », mi rispose Lauren, agente della Beta I.
« Molto bene.. spegnete le luci ed uscite fuori », dissi dando l’ordine, «  Squadra Alfa I e Emmett sul lato Ovest, Alfa II e Katherine sul lato Nord, Beta I e Cullen lato Est, Beta II con me ».
Io e la mia squadra andammo verso l’entrata principale, due uomini armati sorvegliavano il cancello, brutto segno. Feci segno a Noah e Caleb di sorprenderli ai lati, io gli avrei coperti.
Com due colpi decisi le due guardie caddero a terra, perdendo i sensi, mi avvicinai e presi loro il badge per aprire il cancello.
Entrammo dentro l’immenso giardino della villa da dove proveniva tantissima musica, sembrava tutto tranquillo, ma qualcuno notò la nostra presenza e cominciò a sparare verso di noi, io e la mia squadra rispondemmo ma le armi che sparavano verso di noi erano troppe e noi solo in tre. « Swan? Tutto bene? », era la voce di Cullen.
« Si.. ma sono troppi per noi », dissi nascondendomi dietro ad un albero.
« Arriviamo.. il retro è.. », non sentii più la sua voce, ma solo una raffica di colpi, che cazzo stava succedendo? « Cullen tutto bene? » 
I colpi verso di noi cessarono, stavano caricando, « Swan ne abbiamo fatti fuori cinque.. ora arriviamo », sospirai sollevata, « Abbiamo il tiro ».
« Ora! », urlai ed uscimmo allo scoperto, con un colpo a testa riuscimmo a buttar giù otto uomini. 
« Emmett, Katherine? » 
« Il lato ovest è libero », disse Emmett, probabilmente le guardie si erano sposate tutte verso di noi quando avevano sentito gli spari.
« Abbiamo liberato il lato nord », mi rispose Katherine, « Bene io e la squadra Beta entriamo voi sorvegliate il perimetro ».
« Bella? »
« Dimmi Alice », dissi avvicinandomi all’entrata, probabilmente le guardie stavano solo all’esterno, perché non avevano comunicato con l’interno.
« Tramite il riconoscimento facciale ho scoperto chi è la donna che è passata davanti al murales, è Suzanne Smitthen, condannata per sfruttamento della prostituzione e tratta di esseri umani » 
« Credo che non ci siano guardie dentro perché uomini ricchi e facoltosi sono presi a fare ben altro », disse Cullen strappandomi un sorriso.
Seth, membro della Beta I posizionò un piccolo esplosivo davanti all’entrata. Due secondi dopo, un forte rumore, la porta era aperta, un leggero calcio e la buttammo giù, Caleb lanciò un fumogeno, « FBI », urlai per farmi sentire al di sopra della musica che era assordante.
Con due colpi secchi Cullen colpì le due casse e fu così che cominciarono le urla, « Mani in alto! Tu triplo mento butta giù quella pistola o ti ritrovi una groviera al posto del petto! »,  dissi avanzando verso il lussuoso salone.
La scena che avevo davanti era raccapricciante, luridi bastardi in giacca e cravatta seduti su divani pregiati tra ragazze a petto nudo, altre le avevano messe sul tavolo, completamente nude, a fare da vassoio umano. Altre ragazze erano sbattute al muro da uomini con i pantaloni slacciati. I miei agenti andarono a separali, « Rimettiti i pantaloni coglione! », urlò Lauren. Le ragazze, tutte giovani, tremavano. Dai piani alti provenivano rumori, urla. 
« Katherine, Emmett! Alfa! Dentro! », urlai dalla rabbia, « Io vado di sopra ».
« Vengo con te »
Emmett e Katherine entrarono, dalla loro faccia lessi l’orrore davanti a quella scena, « Alice chiama i rinforzi e delle ambulanze, voi due controllate la sala, soprattutto lei », dissi indicando la donna che avevamo visto al murales, stava cercando di uscire da una porta di servizio laterale, sparai verso un quadro vicino, si bloccò sul posto. « Non osare muoverti da lì! Emmett prendila », ordinai.
« E se qualcuno di voi osa muoversi, farà la fine di quel quadro »
Salimmo le scale, le urla continuavano, non si erano accorti di nulla, la squadra Beta ci seguì. Ognuno si posizionò davanti ad una porta, erano chiuse a chiave, con un colpo ben mirato alla serratura le aprimmo, quello che i miei occhi si trovarono davanti mi fece venire la nausea.
Una ragazza completamente nuda era legata alla struttura del letto, in ferro battuto, mentre un uomo, anch’esso nudo, era sopra di lei, ma guardava me.
« FBI.. allontanati immediatamente »
« Uuhh.. mi piace.. non sapevo Suzanne avesse introdotti i travestimenti », disse alzandosi dal letto, puntai l’arma verso di lui, « Oh si.. anche tu ti travestirai con una bella tuta arancione », gli dissi facendo scattare l’arma di servizio. Impallidì all’istante. 
« Ora o ti vesti o proviamo quanto sia vera questa pistola », si mise immediatamente i pantaloni, la ragazza continuava a piangere, sul corpo aveva segni anche non recenti delle frustate che quel bastardo le aveva inflitto.
Un agente del FBI entrò nella camera, « Portalo giù », gli ordinai.
Mi avvicinai alla ragazza, tremava, dal comodino presi le chiavi delle manette e la slegai, le passai la vestaglia e quando la indossò mi abbracciò, « Shh.. è finita, è finita », le dissi ricambiando l’abbraccio.
« Suzanne Smitthen la dichiaro in arresto per sfruttamento della prostituzione, segregazione e tratta di esseri umani. Ha diritto a rimanere in silenzio. Qualsiasi cosa dirà o farà potrà e sarà usata contro di lei in tribunale », dissi leggendo i diritti davanti a colei che aveva permesso quello schifo.
Ventisette uomini, tra cui due senatori, vennero portati via, le ragazze vennero soccorse. Tornammo in sede, Suzanne venne portata direttamente nelle celle del FBI, il giorno dopo l’avrei interrogata, ma le testimonianze di trenta ragazze bastavano per garantirle l’ergastolo.
« I nomi delle ragazze corrispondo  ai nomi delle passeggere che viaggiavano su un pullman provenite dal Messico, sparito nel settembre 2016 poco prima di raggiungere il confine con gli Stati Uniti », ci informò Alice nel suo laboratorio.  
« Le ragazze hanno dai 18 ai 23 anni, sono in uno stato mentale completamente alterato da sostanze stupefacenti e torture. Hanno paura di tutto », Rosalie aveva lasciato i gemelli a sua madre e si era precipitata in sede appena Emmett l’aveva informata di quello che avevamo trovato in quella villa.
« Si può fare qualcosa per loro? »
« Si.. verrano portate in una casa famiglia e seguite costantemente da medici e psicologi, sarà dura ma torneranno a sorridere. Io personalmente seguirò il loro percorso », mi rispose ed io le credevo, mi fidavo di lei.
« Portatela via », avevo passato due ore chiusa nella sala interrogatori con Suzanne Smitthen, si proclamava innocente e che lei stessa era vittima come le ragazze, a quelle parole avrei tanto voluto spaccarle la faccia.
« Come è andata? », mi domandò Cullen.
« Non ha parlato.. peggio per lei, le prove contro sono schiaccianti », risposi prendendomi il mio meritato caffè.
« Ogni giorno la Smitthen, nei tre indirizzi, lasciava un bigliettino con l’indirizzo della villa dove si sarebbe svolto il festino. Sempre alla stessa ora; il primo alle 20:19, il secondo alle 20:36 e l’ultimo alle 20:43 », ci spiegò Alice.
I disegni ci avevano portato ad arrestare una donna spregevole, erano un aiuto, un’importante risorsa per l’FBI. Seguirli sarebbe stato pericoloso? 
___________
Esiste una parola per dirvi GRAZIE? Non lo so, ma vi dico semplicemente grazie, in tantissime avete letto il primo capitolo, spero con tutto il cuore che anche questo secondo vi sia piaciuto e che abbiate cominciato a capirne qualcosa. Io ancora no 😝.
Grazie mille di tutto care fanciulle ♥️
 
A venerdì 
Ps. Vi aspetto su Instagram ( @AlmaRed25 ) per tutti gli aggiornamenti ♥️
_____________
Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale. I nomi e i cognomi utilizzati, eccetto quelli del mondo Twilight, sono di pura fantasia.
Tutti i diritti sono riservati. È vietato qualsiasi utilizzo, totale o parziale, dei contenuti.
 

Ispirazione: Blindspot 1x14
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: ARed