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Autore: ARed    15/11/2019    11 recensioni
Isabella Swan e Edward Cullen sono due agenti speciali del FBI, non si conoscono, non si sono mai visti, ma quando viene ritrovata una scatola incisa con i loro numeri di matricola di quando frequentavano Quantico, si ritrovano a lavorare assieme a New York; all’interno vi troveranno disegni, frasi, numeri, enigmi.. tutto avvolto nel mistero.
Ogni cosa ruota attorno al loro presente, al passato, al lavoro.. ma non ne capiscono il perché.
“Mi sentivo violata, come se qualcuno, in quel momento, avesse il controllo della mia vita”
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward, Emmett/Rosalie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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CAPITOLO 1
BRYANT RD 
WARETOWN NJ
 
Gennaio 2019
 
Il centro operativo del FBI di New York quel giorno era caotico, sembrava come se qualcosa di importante stesse per succedere. Il problema era che da giorni avevamo quella sensazione. Ma non succedeva nulla, eravamo come bloccati, fermi.
Papà, Direttore del FBI, discuteva animatamente con James Cooper, assistente Direttore non che capo della squadra di cui facevo parte.
Erano settimane che cercavamo tracce del gruppo terroristico che aveva fatto esplodere un edificio federale a Manhattan causando venti morti, tra civili e polizia. Non avevano lasciato nulla che ci riconducesse a loro o alle motivazioni che gli avevano spinti ad agire.
Alice uscì trafelata dall’ascensore, « Che succede? », domandai avvicinandomi.
« Forse abbiamo una pista » , disse raggiungendo i monitor  del centro operativo, « Direttore Swan, Cooper, dovete vedere questo », disse dando il comando dal suo tablet.
« Chi è? », chiese Cooper.
« Nolan Sheperd, contabile della HCU, nessun precedente penale. Sposato e padre di quattro figli. Cittadino modello », rispose con accuratezza Alice, che era a capo del settore informatico. 
« Cosa c’entra con noi? »
« Ha dichiarato alla polizia di aver ricevuto questa lettera a casa sua » , disse mostrando sugli schermi un foglio scritto a mano in corsivo.
« Una lettera? Brandon quante volte ti ho detto di non perderti in cazzate? », James Cooper era un vero bastardo, certo un ottimo agente speciale, ma questo non giustificava i suoi mezzi. Detestava le teorie o le supposizioni, preferiva lavorare su prove o piste tangibili.
« Ti prego Brendon continua », la incoraggiò mio padre.
« Dal giorno dell’attentato, polizia e FBI collaborano, quindi ogni elemento, anche il più stupido viene rilevato dai miei database », con professionalità Alice, ignorò i commenti di Cooper e continuò, « La lettera che Sheperd ha consegnato alla polizia racconta dell’attentato, sembra quasi un articolo di giornale. L’ho analizzata », disse isolando la prima lettera di ogni frase, « Se le mettiamo assieme danno.. questo », sugli schermi comparve un indirizzo.
 
BRYANT RD 
WARETOWN NJ
 
« Ho controllato sulle mappe », riprese Alice, « In quella strada, lunga quattro miglia, ci sono solo due costruzioni: una villa e una vecchia fabbrica di legname in disuso dal 1986 », concluse.
« Potrebbe esserci qualsiasi cosa dentro », disse Cooper con scetticismo.
« Potrebbe.. ma è la prima pista che abbiamo, dovremmo seguirla »
« Allora piccola Swan organizza la squadra Beta, visto che sono solo stupide supposizioni non voglio troppi agenti in campo », alzai gli occhi al cielo e prima che potessi dire qualcosa prese ed uscì dal centro operativo.
« Come diavolo ha fatto a diventare assistente Direttore? » 
« Ha un modo di fare più diretto, arriva al punto e colpisce », rispose mio padre sorridendo sotto i baffi. Papà faceva parte del FBI da più di quarant’anni e da quindici aveva lasciato il campo per dedicarsi al lavoro d’ufficio. Cosa che lo annoiava a morte. Nel 2014 era stato nominato dal presidente Obama Direttore Generale del FBI e questo lo portava ad essere perennemente in viaggio.
Io Isabella Marie Swan ero un agente speciale, dopo anni passati a Dallas avevo chiesto il trasferimento nella grande mela per poter rimanere vicina a madre e a mia sorella Leah. 
« Aggiornami ti prego », il mio collega entrò nello spogliatoio, era sudato e i suoi occhi erano segnanti da profonde occhiaie.
« Emmett sono quasi le otto! »
« I gemelli non mi fanno dormire.. dimmi che oggi non rimaniamo chiusi qui dentro. Ti prego. Ho bisogno d’aria »
« No.. si va in azione, quindi preparati », gli dissi mentre finivo di indossare il mio giubbotto antiproiettile 
Due ore di viaggio e quattro macchine nere del FBI raggiunsero Bryant Road a Waretown nel New Jersey, erano i primi di gennaio e la neve ancora non si era sciolta.
« McCartney con la squadra Beta II a est. Beta I e Swan con me ad ovest », disse Cooper appena scendemmo dalle macchine.
Lo seguimmo lungo il perimetro del vecchio edificio, all’apparenza sembrava abbandonato, ma le scie delle ruote sulla neve facevano intendere il recente passaggio di macchine.
Cooper fece segno con le mani a due agenti di entrare alla prima entrata laterale, io e il resto della squadra lo seguimmo ed entrammo con lui dal retro. 
Una volta dentro mi fece segno di perlustrare l’area, la poca luce era data dalle grandi vetrate, ma nulla mia sembrava sospetto, dava tutto l’aria di essere abbandonato, vecchio e sporco, « Libero », dissi facendo segno di entrare alla squadra.
Sembrava tutto tranquillo, finché non notai dei MP5* sul soppalco alle spalle della squadra, « Alle vostre spalle! », urlai andando a ripararmi dalla raffica di colpi, dietro ad un vecchio macchinario.
Da lì ne seguì una violenta sparatoria, riuscii a farne fuori due, ma non avevo più il campo libero, « Cooper coprimi », urlai. Il mio capo cominciò a sparare verso i due uomini, mentre attraversavo velocemente la stanza per raggiungerlo ed aiutarlo. 
« Coraggioso da parte tua! », mi disse mentre caricava, mi alzai per rispondere al fuoco e poi ritornai da lui, « Sai mi pagano », dissi tirando un ultimo colpo e uccidendo l’ultimo uomo.
« Ottimo Swan.. andiamo verso i sotterranei », disse ma lo presi per un braccio e feci cenno di no, erano di sopra, indicai con la mano.
Cooper mandò due agenti nei sotterranei, mentre io e gli altri tre andammo su, stando ben attaccati al muro.
« Devo ammettere che Brandon aveva ragione », disse mentre perlustravamo il piano superiore, sentivamo ancora dei colpi provenire da giù, « McCartney tutto bene? ».
« Tutto sotto controllo », rispose il mio collega.
« Dovresti essere più carino con lei, non capisco come Victoria ti sopporti », nonostante fosse un gran bastardo, io e James eravamo ottimi amici.
« La sprono a lavorare meglio e mia moglie mi ama », sostenne facendomi segno con le mani di andare verso il corridoio a sinistra, mentre lui si dirigeva al lato opposto.
Non si sentiva più alcun rumore, eppure avevo sentito dei passi, ne ero sicura.
Un leggero scricchiolare mi fece puntare l’arma verso l’ultima porta a destra, da dove uscii un uomo che sparò in mia direzione, ma io fui più veloce e sparai per prima. L’uomo cadde a terra privo di vita.
Dolore.
Voci.
Buio.
« Isabella? », sentivo qualcuno chiamarmi, « Bella? Hey mi senti? », avevo un dolore lancinante alla testa, non riuscivo ad aprire gli occhi.
« Dai tesoro », riconoscevo quella voce.
« Mamma? », dissi aprendo gli occhi, pentendomene immediatamente, cosa ci facevo in ospedale? 
« Leah chiama il medico e di a papà che Bella si è svegliata »
« Cosa è successo? », domandai cercando di riaprire gli occhi, ma molto più lentamente, cosicché potevo abituarmi alla luce fredda della stanza in cui mi trovavo.
« Cosa ti ricordi? » 
« Ero sul campo.. e ho colpito uno dei terroristi e poi eccomi qui », risposi a mia madre, che sorrise debolmente.
« Ecco il nostro agente speciale », disse il dottore entrando nella mia camera.
« Salve », salutai.
« Si ricorda chi è? », mi domandò serio puntando un fascio di luce sui miei occhi.
« Isabella Marie Swan, nata a New York il 13 aprile del 1984, dal 2017 sono un agente speciale del FBI », risposi sicura e fiera.
« Molto bene. Io sono il dottor Rogers primario dell’ospedale. Lei ha subito un forte trauma cranico, ma a primo impatto non si evidenziano danni celebrali », probabilmente era un medico nuovo, non l’avevo mai visto, certo che le mie corse in ospedale erano molto rare, per fortuna.
« Posso tornare a casa? » 
« Dobbiamo fare un ultimo test », disse togliendo il lenzuolo dalle mie gambe, solo in quel momento notai il mio orrendo camice da ospedale bianco a pois blu.
« Muovi le gambe », un senso di panico mi colpì e rimasi ferma, come avrei svolto il mio lavoro se non potevo più camminare? 
« Bella.. tranquilla », disse mia sorella Leah, respirai e mossi entrambe le gambe, il dottor Rogers cominciò a dare vari pizzicotti ed io sentivo tutto. 
« Ora con calma cerca di scendere dal letto e camminare », feci quello che il medico mi chiedeva e mi alzai, camminai per circa tre metri, mio padre mi abbracciò stretto, appena lo raggiunsi.
« Molto bene, firmi le dimissioni ed è libera » 
« Grazie dottor Rogers », il medico uscì dalla stanza ed io rimasi da sola con la mia famiglia, avevano tutti un’aria preoccupata.
« Papà cosa è successo alla fabbrica? »
« Avete smantellato l’organizzazione terroristica, era una cellula composta da quindici uomini di origine asiatica, lavorava in modo autonomo ispirandosi ad organizzazioni terroristiche ben più grandi », rispose mio padre, ma c’era nel suo tono di voce una sfumatura di smarrimento, anni luce dall’euforia che lo caratterizzava quando catturavamo o smantellavamo un’organizzazione criminale.
« La squadra? »
« Stanno tutti bene tranne Cooper », disse evitando i miei occhi, il suo tono non cambiò di una virgola, in che senso James non stava bene?
« Cosa gli è successo? », domandai, temendo la sua risposta.
« C’è stata un’esplosione nell’ala ovest Cooper era lì ed è morto »
Non poteva essere vero, Cooper era un bastardo schifoso ma non doveva morire, lui no, aveva una bambina di pochi mesi, non poteva arrendersi senza combattere.
« Dov’è? »
« Bella è morto non possiamo fare più nulla », mamma mi fermò per un braccio, papà chiuse la porta, perché non capivano?
« Isabella! È uno dei rischi del nostro lavoro! Non fare la debole, arriveranno momenti difficili per l’FBI, non sono permessi sentimentalismi! », disse duro papà ed aveva ragione. Non sarebbe stato facile ma bisognava buttare giù il dolore e accettarne tutte le conseguenze.
Mi asciugai le lacrime, ma la verità era che avrei voluto piangere per ore. Avevo appena perso il mio capo, un amico, il mio migliore amico.
Solo quando uscii dall’ospedale notai che era già mattina, il mio orologio segnava le otto passate, « Bella dove stai andando? », domandò mamma vedendo che non la seguivo, « Al centro operativo », risposi, attendendo il suo essere terribilmente contraria.
« Vieni a casa con me, riposa qualche ora »
« Ho dormito tutta notte.. ciao mamma », la salutai e salii sul primo taxi disponibile, in poco meno di mezz’ora raggiunsi la sede di New York del FBI.  Un’aria pesante circondava il centro operativo, un senso di sconfitta, di morte.
Guardai verso il suo ufficio, da lì a poco sarebbe dovuto uscire da quella porta in vetro, ma il nastro nero sulla maniglia mi ricordò che non sarebbe mai più successo.
« Bella cosa ci fai già qui? », Alice mi venne incontro e mi abbracciò, gli agenti alzarono per la prima volta lo sguardo verso di me.
« Andiamo nel tuo laboratorio ti prego », le risposi, vidi Emmett uscire dalla zona caffè, gli feci segno di seguirci.
Senza dire una parola in più entrammo nell’ascensore per raggiungere il piano superiore dove si trovava il laboratorio tecnico di Alice o meglio il suo regno.
Ogni agente informatico stava seduto alla sua postazione, nessuno fiatò al nostro arrivo, Alice mi condusse ad uno dei sui monitor.
« La fabbrica dove vi ho mandati, stupidamente, era piena di esplosivo », disse Alice facendomi vedere le immagini del vecchio stabilimento parzialmente distrutto.
« Perché non è crollato tutto? », domandò Emmett.
« Non sono esplose tutte le bombe, solo una », cosa significavano le parole di Alice, perché era esplosa solo la bomba che aveva ucciso Cooper?
« Sul posto abbiamo trovato questi », continuò mostrandoci una serie di carte, « Sono i progetti dell’attentato all’edificio federale, con le X hanno indicato i punti esatti dove hanno messo l’esplosivo ».
« Bene, almeno gli abbiamo presi », dissi uscendo dal laboratorio. C’erano tanti punti che non mi tornavano ma le risposte sembravano così difficili da ottenere.

La cappella della Trinity Church era piena, erano passati solo tre giorni dalla morte di Cooper, ed ancora non mi sembrava vero. Da un lato la sua famiglia, dall’altro tutti gli agenti del FBI di New York e i gradi più alti del FBI nazionale.
La bara di James, coperta dalla bandiera a stelle e strisce era al centro, a lato il pastore Common celebrava il funerale.  Tutto in religioso silenzio, tutti perdenti davanti alla morte.
« Prima di essere un uomo di legge, un agente speciale del FBI, James era un padre affettuoso e un marito perfetto. È morto per la sua patria  e la nostra bambina sarà sempre orgogliosa del suo papà », la voce rotta di Victoria risuonò in tutta la chiesa, nessuno più di lei stava soffrendo, ma dimostrava una forza incredibile, leggevo rabbia nei suoi occhi. Paura.
« James era un ottimo agente, un buon amico, ha diretto con onore l’ufficio del FBI di New York, uno dei più difficili. Non si è mai messo al di sopra dei suoi colleghi, ha sempre lavorato e collaborato con loro, mostrando così le sue capacità e intelligenza », conclusi, non avevo letto niente di quello che mi ero scritta, avevo tenuto la testa alta guardando un punto non ben definito, ma evitando gli occhi di Victoria. Perché solo in quel momento mi resi conto di quanto mi sentissi in colpa.
« L’etica, la dedizione al suo lavoro, hanno reso l’agente speciale assistente Direttore James Alan Cooper un esempio da seguire per le nuove leve del FBI. Rendendo il Bureau fiero di aver avuto un membro della sua altezza », il Direttore Charlie Swan non mostrava segni di debolezza, l’abitudine mi dicevo, eppure io conoscevo bene mio padre, una parte di lui moriva quando un giovane agente cadeva in missione.
« Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Lettera a Timoteo** », concluse mio padre facendo il saluto militare davanti alla bara di James e tornado a sedersi in prima fila.
All’uscita della bara il suono delle cornamusa e ventun colpi d’arma da fuoco diedero l’ultimo saluto a Cooper, e un’unica lacrima sfuggì dai miei occhi.
Tornare alla centrale operativa non era semplice dopo quell’ultimo saluto, che rese quella tragedia ancora più vera e tangibile.
« Agente speciale Swan; il direttore del FBI, il vicepresidente degli Stati Uniti, Il Procuratore generale e il direttore dell'Intelligence Nazionale la aspettano nell’ufficio dell’Assistente Direttore », mi disse Emma, una delle nuovi agenti arrivate direttamente da Quantico.
« Grazie », cosa volevano i piani alti da me? Probabilmente chiedevano rapporto su quanto successo allo stabilimento il giorno della morte di Cooper. Washington aveva aperto un’inchiesta interna. Mio padre mi aveva spiegato che era una procedura obbligatoria in caso di morte di un agente.
Bussai alla porta di vetro, il nastro nero era ancora legato alla maniglia, « Avanti », disse il vocione di mio padre, entrai e mi ritrovai davanti quattro delle figure più importanti degli Stati Uniti.
« Isabella ti presento Melanie Collins, Procuratore generale degli Stati Uniti d’America, Leonard Parker, Direttore dell’intelligence nazionale e Nicholas Adams, vicepresidente degli Stati Uniti d’America », strinsi la mano a tutti e tre.
Nessuno si sedette, mi fissavano tutti come se fossi sul patibolo in attesa della mia esecuzione, l’attesa era snervante, « Agente speciale Swan », prese la parola il direttore Parker, « La recente e prematura scomparsa dell’assistente Direttore James Cooper ha colpito tutti noi, ma come lei  ben sa, bisogna continuare ad onorare e fare, al meglio delle nostre possibilità, il nostro lavoro ».
« Abbiamo visionato decine di candidati », continuò Melanie Collins, « E nessuno come lei ha leadership, abilità ed integrità », non capivo, o meglio non volevo farlo, era chiaro quello che mi stavano comunicando, eppure avevo paura, « Caratteristiche fondamentali per il Direttore della sede del FBI di New York », il mio cuore si fermò.
Il vicepresidente Adams prese la parola, « Ed è per questo motivo, che a nome del Presidente degli Stati Uniti d’America, nomino lei, Isabella Marie Swan Direttore dell’ufficio del FBI di New York, nonché assistente Direttore del Capo del FBI », mi pose la mano e, con gesto automatico, la strinsi. 
« Congratulazioni », strinsi le mani di tutti i presenti, papà mi abbracciò mettendomi in estremo imbarazzo. Perché avevano scelto me? In sede c’erano agenti ben più pronti di me: Emmett, Garrett, Hannah. Perché io? 
« Non lo pensi », mi voltai verso il Procuratore Collins, « Abbiamo scelto lei per le caratteristiche che le abbiamo descritto non perché è la figlia del Direttore del FBI » , disse mostrando un timido sorriso che ebbe, però, il potere di tranquillizzarmi.
« Puntiamo molto su di lei », disse il vicepresidente.
« Bene credo sia arrivato il momento di rendere il tutto ufficiale Direttore Swan, si segga e comici a firmare », papà sorrise. Ricambiai. 
Il mio sorriso svanii quando notai il posto che mi stava indicando, era la poltrona di Cooper, ero il suo successore.
« È tua, James approverebbe la nostra scelta », annuii e prendendo un respiro profondo mi sedetti, papà mi passò la sua penna, « In attesa di quella ufficiale », mi fece l’occhiolino.
Firmai una serie infinita di documenti, essere Direttore significava avere a che fare con scartoffie e riunioni ogni giorno.
Il telefono squillò, fu mio padre a rispondere, « È arrivato? », a chi si riferiva? Firmai l’ultimo foglio e Richard, l’assistente di mio padre, prese tutti i documenti.
« Molto bene, fatelo pure entrare », concluse mettendo giù il telefono, pochi istanti dopo sentimmo bussare alla porta di vetro. Nessuno parlò, mi guardavano tutti e capii il motivo dei  loro sguardi, « Avanti », mi sorrisero, da pochi minuti quello era il mio ufficio.
La porta di vetro si aprì, un ragazzo alto dai capelli castani, che non avevo mai visto, entrò.
« Scusate il ritardo », disse richiudendosi la porta alle spalle, vestiva un completo nero, probabilmente era presente al funerale.
« Non si preoccupi », lo rassicurò mio padre, che passò immediatamente alle presentazioni, il ragazzo non dimostrava nessun tipo di emozione, « Piacere, agente speciale Edward Cullen », si presentò.
« Infine abbiamo Isabella Swan, neo direttore della sede del FBI di New York », si voltò verso di me, lo guardai in volto per la prima volta, cambiò espressione. Sorrise educatamente.
« Piacere Cullen », strinsi anche la sua mano.
« L’agente speciale Cullen ha lavorato alla sede di Washington e per motivi che di seguito vi  enunceremo è stato trasferito a New York. Lui sarà il tuo vice », disse papà dandomi informazioni importanti sull’ultimo arrivato.
« Pensavo fosse Emmett », dissi troppo tardi per rendermene conto.
« Cosi è stato deciso Isabella. Ora, vi prego di seguirmi in sala conferenze, dobbiamo comunicare allo staff le decisioni prese »
Senza dire nulla lo seguimmo, fuori dal mio nuovo ufficio non c’era nessuno, probabilmente erano già seduti sulle poltrone blu, pronte a conoscere il loro destino.
Quando entrammo si alzarono tutti in piedi, mio padre ci fece cenno di seguirlo sul palchetto, prese il microfono e cominciò a parlare alla sala, « La dolorosa scomparsa dell’assistente Direttore Cooper ha lasciato un grande vuoto e dirgli addio questa mattina non è stato semplice, ma il lavoro del FBI deve continuare. Questa mattina è stata presa una difficile decisione, ma alla fine si è arrivati ad un nome », mio padre si voltò verso di me e mi fece cenno con la mano di avvicinarmi, « Da oggi Isabella Marie Swan è il nuovo Direttore della sede del FBI di New York », leggevo una sfumatura d’orgoglio nella sua voce. 
In sala partì un timido applauso, alzai lo sguardo e guardai in faccia i mie colleghi e capii che avrei dovuto dare il 200% di me stessa  per dimostrare che anche una donna, anche se figlia del direttore, sarebbe stata in grado di gestire il Bureau del FBI più complicato dopo quello di Washington.
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Era il 2015 e su Italia 1 veniva trasmesso il promo di una nuova serie TV, Blindspot, me ne sono innamorata, saranno stati i misteri, la trama i personaggi, sta di fatto che da quel momento il mio cervello si è messo a pesare..
Ho lasciato quest’idea per anni chiusa in un cassetto, non sapevo bene quello che volevo..
Poi, come con Million Years Ago, mi è semplicemente bastata una canzone.
Spero vi piaccia, a venerdì.
♥️
 
*Pistola Mitragliatrice 
**Seconda Lettera a Timoteo cap.4, 6-8
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Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale. I nomi e i cognomi utilizzati, eccetto quelli del mondo Twilight, sono di pura fantasia.
Tutti i diritti sono riservati. È vietato qualsiasi utilizzo, totale o parziale, dei contenuti.
   
 
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