Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: DestinyIsland    28/11/2019    0 recensioni
Un universo alternativo dove la storia che tutti conosciamo è distorta e cambiata. Appartiene all’epoca dei Malandrini, giovani dapprima superficiali e giocherelloni, ma che si troveranno ad affrontare un cambiamento interiore, chi in bene, chi in male. Voldemort è sempre più forte e in cerca di potere. Il mondo magico è alla completa mercé del mago oscuro. Ma nonostante queste distorsioni, sarà sempre un Potter a dare filo da torcere a Riddle. Questa è un’altra storia.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 5: L’ORDINE DELLA FENICE





Il giorno seguente la Gazzetta del Profeta aveva immediatamente diffuso la notizia dell’assalto multiplo dei Mangiamorte. L’articolo informava tutto il mondo magico di un ulteriore danno a discapito dei Babbani, omettendo però la morte di Amelia Bones e affermando che, nonostante questi attacchi imprevedibili, il Dipartimento Auror e il Ministero della Magia erano ancora stabili e controllavano perfettamente la situazione. Ovviamente si cercava di non scatenare il panico, non si voleva far trapelare l’insicurezza delle istituzioni magiche.
«Col cavolo!» sbottò Sirius lanciando via la Gazzetta.
Lui e tutti gli altri erano in camera di James a passare il tempo e a parlare del più e del meno. Ma il Black si era momentaneamente isolato perché curioso di leggere novità sulla situazione odierna. Aveva capito immediatamente che quell’articolo era stato fatto appositamente per dire ai lettori solo quello che avrebbero voluto sentire. Ma secondo lui era tutta un’enorme messa in scena.
«Cosa c’è Sir?» gli chiese James.
«Hai letto l’edizione del Profeta di oggi?»
Il ragazzo annuì.
«So cosa stai pensando.» parlò anticipando Sirius. «E hai ragione. Stanno cercando di mascherare che la situazione sta cominciando a sfuggire di mano al Ministero. Non hanno nemmeno parlato di Amelia Bones.»
«Mi fa incazzare! Insomma una persona dà la vita per combattere per la libertà degli altri e non è nemmeno degna di essere ricordata?!» esclamò Felpato.
«Non voglio certo giustificare il Ministero ma…da una parte è comprensibile. Vogliono dimostrarsi ancora forti. Insomma se la gente non sapesse più a chi affidarsi scoppierebbe il caos.» spiegò Lily.
«Penso tu abbia ragione Lils. Sta di fatto che è comunque ingiusto. Povera Amelia, era ancora così giovane…» disse Alice con voce rotta.
Frank le strinse la mano per supportarla e lei gli sorrise per tranquillizzarlo.
«Lily…uhm…non vorrei certo metterti tensione ma…non hai paura per i tuoi? Insomma sono Babbani e tu sei una strega. Potrebbero diventare bersagli dei Mangiamorte.» le domandò Marlene.
Il viso della rossa si incupì, pensando che la sua amica avesse ragione. Ci aveva pensato spesso, durante questa estate, di rivelare ai propri genitori che in realtà c’era una guerra in corso e che i bersagli erano proprio le persone come loro. Ma non aveva mai avuto il coraggio di affrontare quel discorso, pensando che non metterli al corrente non avrebbe provocato loro del dolore.
«Conoscendoti Evans, non li avrai proprio avvisati.» disse James.
Lei si girò a guardarlo, stupefatta per come avesse letto nei suoi pensieri. Era diventato un Legilimens?
«Come lo sai?»
«Ho imparato a conoscerti. Hai questa particolare abitudine di volerti accollare tutti i problemi sulle spalle senza dire niente a nessuno.» rispose sorridendo appena.
«Perspicace Potter.» ribattè lei.
«Doti naturali.» scherzò lui.
Non scherzava quando diceva di conoscere quel suo particolare. Durante quei quattro anni l’aveva sempre osservata chiudersi in se stessa e risolvere i suoi problemi da sola, stringendo i denti ed andando avanti. L’unica persona con cui condivideva questo suo lato, una volta, era Piton, ma dopo la loro aspra litigata dello scorso anno la ragazza si era chiusa ancora di più. Certo aveva le sue amiche, a cu voleva davvero bene, ma Piton era il suo migliore amico e la perdita della fiducia nei suoi confronti avevano indotto la ragazza a dubitare di chiunque.
«Mi sento quasi in colpa ad andare ad Hogwarts. Insomma, noi lì siamo ben protetti, è come un mondo a parte. Silente è veramente un grande mago.» disse Alice.
«E spero che rimanga tale. Perché se anche lui dovesse cedere, non rimarrebbe più un solo luogo sicuro.» parlò Marlene.
«Silente non è di certo un Troll di montagna. E’ il più grande mago del nostro secolo, l’unico di cui Voldemort abbia davvero paura.» la tranquillizzò James.
All’udire il nome del mago oscuro Alice spalancò gli occhi.
«James per favore non dire mai più quel nome.»
«Alice come lo chiami non fa nessuna differenza. Se dovessi trovarti faccia a faccia con lui, spero mai, non importerà più come lo chiami. Il suo nome è Voldemort, tanto vale chiamarlo così.» disse Lily con fermezza.
Ramoso la guardò ammirato. Ancora una volta quella ragazza si dimostrava essere una perfetta Grifondoro. Nella stanza calò il silenzio, la tensione era palpabile e Frank tentò di cambiare argomento per alleggerirla.
«Basta parlare di guerra per oggi. James ti sei allenato un po’ per il Quidditch? Ricordati che abbiamo un’altra coppa da vincere.»
«E me lo chiedi Frankie? Sono in forma come sempre, vedrai che anche quest’anno faremo magiare la polvere alle altre Case. Dopotutto sono o non sono il miglior Cercatore che si sia mai visto nella storia di Hogwarts?»
«Eccolo che ricomincia a vantarsi. Classico Ramoso.» lo prese in giro Sirius.
«Rispetto a te Felpato ho ancora molto da imparare sul come ci si vanta.» ribatté ghignando il Potter.
«Prima o poi dovrete spiegarci cosa significano questi nomignoli strani.» li avvertì Marlene.
«Forse un giorno, ma non è questo il giorno!» esclamarono all’unisono scoppiando a ridere subito dopo.
Alle risate si aggiunsero anche quelle degli altri, che si rassegnarono al fatto che quei due sarebbero rimasti sempre i soliti malandrini. Per come la vedeva Lily, quel loro lato era indispensabile in quel periodo. Era bello distrarsi dai problemi e ritornare ad essere dei normali adolescenti. Sì…era davvero bello.
 
 
 
 
 
                                                                                                                           ***
 
 
Il funerale di Amelia Bones fu molto toccante per tutti coloro che la conoscevano. La funzione era stata svolta nel suo paese natale, al riparo da occhi indiscreti e per ottenere un momento più intimo per sfogare il proprio dolore. Al funerale avevano partecipato ovviamente tutti i membri dell’Ordine della Fenice, grati alla loro fedele compagna di aver lottato fino all’ultimo, e alcuni dei suoi vecchi compagni di casa ad Hogwarts, ricordandola come una ragazza mite e sempre disponibile tanto da voler partecipare attivamente alla guerra in corso. Fleamont diede un’occhiata ad Euphemia durante la funzione, accorgendosi di come quel tragico evento l’avesse turbata particolarmente. Certamente la perdita di Amelia era stata un duro colpo per tutti, ma solo Fleamont capiva cosa si celasse dietro allo sguardo cupo e corrucciato della moglie. Dopo James lui ed Euphemia avrebbero voluto tanto una figlia, ma a causa dello stress, della guerra appena scoppiata, e per altre cause, non erano riusciti a concretizzare il loro sogno nel cassetto. Quando, però, la giovane Bones era entrata a far parte dell’Ordine, la donna la prese sotto la sua ala protettiva, come se fosse quella figlia che avevano tanto desiderato ma che non era mai arrivata tra loro. Un po’ come lui aveva iniziato a fare col giovane Black. La morte della ragazza l’aveva fatta crollare. La comitiva era appena uscita dalla cappella posta all’interno del cimitero e si stava apprestando ad andare a seppellire il corpo di Amelia nel posto che le era stato assegnato. Quando la bara venne calata in profondità ed iniziò ad essere coperta con la terra, arrivò l’amara consapevolezza che quella giovane ragazza non si sarebbe mai più svegliata, e che la terra ne avrebbe inghiottito i resti per tutto il tempo a venire. Senza dire una parola Fleamont passò un braccio intorno alle spalle della moglie, che avvertì il calore del marito farsi largo nel suo corpo. Si girò a guardarlo con gli occhi lucidi e lui in risposta la strinse più forte. La bara, ormai, era stata coperta e la cerimonia funebre era terminata. La comitiva si disperse.
«Mi dispiace per quello che è successo Euphemia.» parlò una voce che sembrava appartenesse a qualcuno di anziano.
Ma la donna riconobbe immediatamente il timbro di quella voce, rassicurante e rigida al tempo stesso.
«Silente.» mormorò.
Vennero raggiunti da tutti gli altri membri dell’Ordine, che speravano finalmente di poter parlare un po’ con il fondatore della loro organizzazione.
«Sapete, è sempre doloroso avere la consapevolezza che una persona che, fino a poco tempo prima, era in mezzo a noi, adesso riposi nelle viscere della terra senza alcuna possibilità di ritorno.» disse il preside.
«E’ colpa mia Albus.» disse Augusta. «Se solo io…»
«Pensi realmente sia colpa tua Augusta? Io sono sicuro di no. Il senso di colpa dei sopravvissuti porta sempre a darsi delle colpe che in realtà celano il rammarico di non essere morti al posto degli altri. Non farti carico di colpe che non hai cara Augusta, nemmeno Amelia lo vorrebbe.» rispose Silente con tono pacato.
La donna annuì. Il vecchio mago si rivolse poi ai Potter.
«Allora…ho saputo che avete accolto il giovane Sirius Black a casa vostra.»
«Già. Il ragazzo è arrivato da noi un paio di settimane fa, era scappato di casa. A quanto pare Orion e Walburga stanno istruendo la propria famiglia a fare da seguace a Voldemort. Sinceramente vedendo com’è venuta fuori Bellatrix non me stupisco più di tanto.» rispose Fleamont.
«Sai che apprezzo il vostro altruismo Fleamont, ma non posso fare a meno di consigliarvi cautela. Potreste non essere più così celati agli occhi dei Mangiamorte.»
«Allora perché non iniziamo ad utilizzare Incantesimi di Protezione?» chiese Alan Prewett.
«Lo sai perché Alan. Se cominciassimo ad utilizzare quel tipo di Incantesimi, capirebbero che siamo immischiati in qualcosa di grosso e temiamo per la nostra vita. Dobbiamo continuare a vivere normalmente senza dare nell’occhio, altrimenti ci stanerebbero.» spiegò Euphemia.
«Esattamente! Vigilanza costante!» ruggì l’Auror Malocchio Moody.
«E’ rischioso, me ne rendo perfettamente conto. Ma questo è il prezzo da pagare se non vogliamo dare nell’occhio ed essere più celati agli occhi sia dei Mangiamorte, ma anche del Minstero.» disse Silente.
«C’è ancora una cosa su cui dobbiamo discutere Albus.» intervenne Moody.
«Presumo di sapere di cosa si tratta.» lo anticipò. «Il rapimento di Edgar Bones.»
«Precisamente. Sicuramente avranno organizzato quegli attacchi multipli per confondere sia gli Auror che noi. Non penso puntassero fin dal principio a lui, ma si sono fatti andare bene quello che hanno trovato.» grugnì Moody.
«Edgar non ci tradirebbe mai!» esclamò Alan.
«E io concordo Prewett. Ma tu, forse, sottovaluti Tu-Sai-Chi. Edgar potrebbe anche resistere alla Cruciatus, ma ci potrebbero essere altri modi per farlo cantare. Uno più probabile dell’altro.»
«Concordo con Alastor. Per cui mi pare chiaro che la nostra prossima missione sarà quella di ritrovare il signor Bones prima che sia troppo tardi.» concluse il preside.
«Sempre se non lo sia già…» mormorò Alan con tono cupo.
 
 
 
 
                                         
 
                                                                                                                      ***
«AAAAAAAAH»
«Insomma Bella, la vuoi piantare?» la aggredì Rodolphus.
«Non rompere razza di idiota! Il Signore Oscuro mi ha concesso di poterlo torturare un po’ come ricompensa per averlo catturato.» esclamò Bellatrix.
«E’ già mezz’ora che lo torturi, se comincerà ad impazzire il Veritaserum non servirà più a nulla e tutti gli sforzi che abbiamo fatto saranno andati in fumo. Vuoi forse che il Signore Oscuro ci ammazzi entrambi?»
La ragazza gli fece il verso e ripose la bacchetta. Quel noioso di suo marito la doveva interrompere proprio nel bel mezzo del suo adorato divertimento. Torturare quel viscido traditore era estremamente appagante, ascoltarlo urlare e vederlo contorcersi per il dolore. Edgar, dopo essere stato rapito, era stato fatto rinvenire e picchiato alla Babbana da alcuni Mangiamorte che lo avevano, poi, sbattuto in quelle segrete. In seguito ricordava solo l’ombra di una donna che pareva sghignazzare davanti a lui. E poi solo dolore. Non aveva idea di dove si trovasse, la sua bacchetta era stata requisita e non avrebbe chiedere aiuto in alcun modo. Si sentiva con le spalle al muro ed arrivato alla conclusione che sarebbe morto lì, sotto le più atroci torture, poiché mai e poi mai avrebbe tradito i suoi amici.
«Vedo che il nostro ospite è stato accolto calorosamente.»
Alzò lo sguardo e vide il volto serpentesco di quello che avrebbe dovuto essere Lord Voldemort. Gli si rigirò lo stomaco solo a guardarlo.
«Bellatrix, vedo che ti sei divertita con lui. Forse un po’ troppo.» parlò rivolgendosi alla sua leale seguace.
«Mi perdoni mio Signore, mi sono lasciata trasportare.» si inginocchiò lei.
«Oh sta’ tranquilla. Un po’ di divertimento non ha mai ucciso nessuno.» rispose tranquillizzandola.
Poi si rivolse ad Edgar.
«Veniamo a te. Ti darò un’unica possibilità per porre fine alle tue sofferenze, qui e adesso. Dimmi tutto sull’organizzazione di Silente.» gli ordinò.
«Si chiede “per favore”» lo sfottè lui.
Venne colpito al volto da un Mangiamorte vicino a lui.
«Come sospettavo. Silente si circonda di persone che hanno questa patetica abitudine di mettere l’amicizia persino davanti alla propria vita.»
Voldemort si rivolse verso Piton, facendogli cenno di avvicinarsi. Il ragazzo arrivò davanti a lui e gli consegnò la provetta con all’interno il Veritaserum. Il mago la osservò tra le proprie dita, dopodiché con un colpo di bacchetta, spalancò la bocca di Edgar e gli fece ingurgitare la pozione. Gli brillarono gli occhi. Finalmente avrebbe scoperto tutto.
«Te lo richiederò. Dimmi tutto sull’organizzazione di Silente.» chiese nuovamente.
In un primo momento sembrò che la pozione non facesse effetto, data la mancata risposta dell’uomo, ma dopo qualche secondo passato a combattere l’effetto dell’intruglio, Edgar parlò.
«Silente ha creato un gruppo segreto per opporsi ai Mangiamorte, chiamato l’Ordine della Fenice. Siamo stati reclutati da lui in persona e abbiamo accettato di partecipare attivamente alla guerra contro di te.»
«Interessante. Avete un Quartier Generale dove vi riunite?» domandò Voldemort.
«No, non abbiamo alcun Quartier Generale fisso. Ci spostiamo molto spesso per non essere facilmente rintracciabili.» rispose tremando.
«Adesso, la parte che preferisco…chi sono i membri dell’Ordine?»
Bones tentò di sigillare le proprie labbra. Non doveva rispondere, avrebbe messo in pericolo mortale i suoi amici. Non poteva. Non doveva! Ma l’effetto della pozione era dannatamente forte e non riuscì a controllarsi più.
«Silente, A-Alastor Moody,…»iniziò a dire.
«Molto bene. Poi?» chiese il mago oscuro piuttosto spazientito.
Edgar continuò a tentare di combattere, ma ci riuscì solo per altri pochi secondi.
«F-Fleamont ed Euphemia P-Potter…» borbottò.
Si sarebbe mangiato la lingua se avesse potuto. Aveva appena tradito due delle persone più care a lui. Non poteva continuare, avrebbe dovuto smettere immediatamente. Aveva le lacrime agli occhi, non voleva rivelare altro. No! Notò la disattenzione del Mangiamorte nei suoi confronti, e in un tentativo disperato riuscì ad afferrargli la bacchetta e puntarsela alla testa. Mormorò velocemente qualcosa e tutti lo videro stramazzare al suolo inerme. Voldemort si infuriò visibilmente. Si era fatto fregare da quel lurido bastardo, dopo tutto ciò che avevano fatto per trovare una fonte di informazioni sull’Ordine. Il suo piano era quello di rispedirlo a loro sotto la Maledizione Imperius per avere, così, una spia al suo servizio che gli avrebbe rivelato qualsiasi mossa dei suoi avversari. Ma ora era andato tutto in fumo per una stupida disattenzione. Fulminò con lo sguardo il Mangiamorte che, sotto la maschera, sbiancò dalla paura.
«Incendio!» esclamò puntando la bacchetta contro di lui.
Lo vide prendere fuoco in un battito di ciglia. Normalmente lo avrebbe ucciso all’istante, ma gli montava dentro una tale rabbia che voleva vederlo soffrire e contorcersi. Il malcapitato si era buttato a terra mentre tutti osservarono con orrore le sue carni bruciate e lacerate dalle fiamme, ascoltando le sue grida strazianti che rompevano quel silenzio tetro. Ma un solo pensiero tormentava il Signore Oscuro in quel momento. Avrebbe sfruttato quelle poche informazioni apprese da Bones e le avrebbe usate a suo vantaggio. Avrebbe sterminato chiunque gli si parasse davanti, senza alcuna esitazione. Si rivolse ai suoi seguaci, squadrandoli uno ad uno.
«Preparatevi. Attaccheremo i Potter.»  










Angolo Autore
Ecco qui il quinto capitolo. I tempi tra un aggiornamento e l'altro si allungheranno un po', così sarò sicuro di fare un buon lavoro e non sbagliare per la fretta. Grazie a chi leggerà la storia, a chi la sta seguendo e a chi lascerà una recensione.
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: DestinyIsland