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Autore: Napee    01/12/2019    2 recensioni
Azraphel x Crowley
***
Anche gli angeli possono essere tentati.
***
“Azraphel? Davvero?”
“Non ne vado fiero ok?” Sbottò infine deglutendo il malloppo di biscotti che si era spinto in gola senza contare che il corpo che aveva in dotazione non poteva morire, ma poteva benissimo soffocare.
“Non ne dubito, ma adesso voglio sapere ogni cosa…” rispose mellifluo il demone, sorridendo con malizia e leccandosi le labbra come se stesse per gustarsi un piatto succulento.
Azraphel sospirò alzando le braccia in segno di resa. Sapeva già che la conversazione in cui Crowley lo stava per trascinare sarebbe stata ridicolmente imbarazzante.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2.      Fan...tastic!




Azraphel poggiò il libro sullo scaffale in legno scuro e sospirò rumorosamente. Sembrava che quello che stava per fare gli stesse costando in secoli di pudicizia e riservatezza.
Crowley quasi se ne dispiacque. Quasi però.
L’idea di vedere cosa nascondeva l’angelo aveva suscitato la sua curiosità scatenandola in un’esplosione incontenibile di bisogno di sapere. Soprattutto se si trattava di sesso!
Un argomento tanto scabroso e peccaminoso non era proprio tipico di un angelo! Sarebbe potuto cadere per una tale oscenità se Colui che tutto vede e tutto sa avesse saputo o visto.
Evidentemente Azraphel sapeva il fatto suo ed era un grado di nascondere ciò che voleva anche agli occhi del Sommo.
Lo osservò appropinquarsi verso la scrivania sulla quale giaceva ancora aperto Romeo e Giulietta. Aprì un cassetto sotto lo sguardo attendo del demone e ne estrasse l’intero contenuto.
Crowley studiava ogni sua mossa con trepidante attesa. Non vedeva l’ora di sapere, di conoscere gli oscuri segreti del sesso di Azraphel se avesse mai fatto sesso… o qualunque cosa lo eccitasse!
Gli prudevano le mani dall’impazienza e quell’angelo tergiversava lento e cadenzato, come se avesse bisogno di tempo per ponderare la scelta di svelargli quello che si preannunciava come un segreto succulento.
Poggiò i documenti sulla scrivania e i suoi occhi blu li studiarono per qualche istante.
Erano documenti vari riguardanti la sua attività e il registro dell’inventario. Crowley ne prese qualcuno in mano e curiosò fra quei fogli pieni di numeri e nomi, mentre l’angelo lo guardò confuso in silenzio.
“Se questa roba ti eccita…” azzardò il demone alzando le spalle.
“No, no… è che tengo l’ingresso nel cassetto in modo che nessuno lo trovi.” Spiegò l’angelo arrossendo leggermente con fare colpevole.
Crowley si domandò da chi avrebbe dovuto nascondere un qualcosa che sembrava così importante per lui. Come prima risposta che si dette fu sé stesso. C’erano cose che Azraphel non aveva piacere di condividere con lui forse… gli sembrava poco plausibile dato che l’angelo tendeva sempre a condividere più sé stesso di quanto Crowley volesse sapere.
Anche quell’ingresso segreto di cui stava parlando dopotutto era un mistero che Crowley aveva ignorato fino a quel momento.
Era certo di conoscere Azraphel piuttosto bene come era certo di essere l’unico ad avere dei segreti con lui.
Niente di serio ovviamente, qualche tentazione di troppo, qualche vizio e qualche divertimento che sicuramente l’angelo non avrebbe mai visto di buon occhio.
Per un secondo gli venne in mente che potesse temere silenziosamente il suo giudizio. Forse l’idea di mettersi completamente a nudo con un demone lo intimoriva… anche se si conoscevano dalla nascita del mondo, forse l’angelo aveva ancora qualche remora nei suoi riguardi…
Dubitare di lui, della sua onestà come del suo comportamento e della sua amicizia era un po’ meschino da parte di Crowley. Se ne pentì all’istante infatti.
Forse la notizia che un’essere vivente puro e candido come Azraphel avesse mai pensato al sesso nella sua vita lo aveva sconvolto più di quanto si aspettava.
Perché dopotutto era una notizia sconvolgente! Quando mai si era sentito di un angelo che pensava al sesso?!
Era oro per le sue orecchie! La madre delle tentazioni che gli veniva mostrata davanti agli occhi come già compiuta.
Tentare un angelo era quanto di più difficile ci fosse nel suo lavoro. Era raro che creature celesti così pure cadessero nelle grinfie e nei trucchetti dei demoni.
Non pensava che Azraphel fosse stato tentato… anche perché il demone tentatore sulla terra era lui!
E forse era proprio questo che più lo sconvolgeva, il fatto che fosse caduto in tentazione da solo e avesse ceduto agli istinti di quel corpo umano che aveva in dotazione.
Ancora si sentiva ferito per non aver saputo prima di quel segreto. Non che l’angelo avesse dovuto confessarglielo per forza, ma era come un frutto succulento che gli era stato negato da chissà quanto tempo e aveva sempre avuto sotto al naso.
Si sentiva raggirato, ecco.
Ragionandoci un po’ sopra, gli sembrava plausibile invece che volesse nascondere il tutto ai suoi superiori piuttosto che a lui.
Se si trattava di una debolezza che poteva macchiare l’immacolata figura dell’angelo - come qualcosa di così scabroso come il sesso - aveva molto più senso invece che avesse paura di ritorsioni di quel damerino di Gabriele e tutta la sua combriccola di angeli con l’ego più sviluppato delle ali.
Alzò le spalle con menefreghismo scacciando via quei pensieri ed osservò l’altro che estraeva una chiave dalla forma antica dal cassetto.
Attaccata alla chiave con un piccolo cordino, vi era una porticina scura in legno che pendeva oscillando instancabile.
Azraphel la separò dalla chiave con cura e la poggiò per terra di fianco a Crowley. Di colpo la porta divenne di dimensioni reali sotto ai suoi stessi occhi.
Il demone ghignò divertito vedendo l’abile trucchetto che l’angelo aveva messo in pratica. Non ce lo faceva proprio a dilettarsi di magie e trucchetti simili con un fine talmente meschino ed egoistico come quello di mentire.
“Ingegnoso…” Constatò sfilando la chiave dalle mani dell’amico.
Azraphel arrossì ancora di più. Stavolta, oltre alle sue guance, anche le orecchie ed il collo si dipinsero di rosso fuoco.
“Allora? Dove mi porterà? Dritto all’inferno?” Azzardò il demone con un sorrisetto birichino per sdrammatizzare una situazione che si preannunciava estremato imbarazzante. Per Azraphel quantomeno. Lui invece si sarebbe divertito come un matto!
“No caro, no… è solo una stanza segreta dove tengo… tutto.” Rispose l’angelo ancora più rosso di prima. Sembrava quasi un allarme per le sfumature di rosso che la sua pelle solitamente pallida andava assumendo.
Crowley alzò un sopracciglio ed un ghigno malizioso gli si dipinse sulle labbra.
“Tutto cosa?” Chiese mellifluo, leccandosi le labbra con la sua lingua biforcuta.
Già pregustava quel che sarebbe avvenuto di lì a breve. Non sapeva cosa aspettarsi, ma poco gli importava della materia in sé, quanto il suo reale significato! Qualunque cosa ci fosse stata al di là di quella porta coinvolgeva sia Azraphel che il sesso ed era una notizia così sconvolgente e così eclatante che anche se ci fosse stato uno gnomo su un cavallo alato al di là della porta, non gli sarebbe importato poi molto.
“Tutto tutto… sì, insomma, non sono pochi!” Confessò infine l’angelo divenendo ufficialmente color porpora. Strappò la chiave dalle mani di Crowley e subito dopo si scusò per essere stato poco garbato.
Aprì la porta e condusse il demone all’interno della stanza che conteneva il suo segreto più peccaminoso.
Non era grande. Anzi, Crowley si sentiva quasi soffocare lì dentro tanto era piccola e incasinata.
Ogni parete era ricoperta di piccoli libri e fogli con milioni di parole scritte a mano con una calligrafia estremamente elegante. C’erano cumuli di fogli sugli scaffali, carte arrotolate, piccoli libri rilegati a mano, taccuini più o meno ingialliti dal tempo e un profumo d’inchiostro che riempiva l’abitacolo.
Una piccola scrivania e una sedia di legno giacevano nel bel mezzo della stanza. Sembravano sparire inghiottite dal caos che le circondava.
Azraphel aprì le braccia e si voltò nella direzione del demone con una piroetta e un sorrisetto un po’ impacciato.
“E-ecco qui…” Esordì infine aggiungendo un risolino nervoso in seguito.
Crowley si guardò intorno confuso. Si era mentalmente preparato allo gnomo e il cavallo alato, non alla versione più incasinata della libreria del suo amico.
“Già, eccolo proprio qui!” Constatò guardandosi intorno.
Prese un taccuino fra le mani e lo sfogliò distrattamente senza leggerlo davvero.
La calligrafia corretta e elegante di Azraphel svettava su ogni pagina e la riempiva completamente da cima a fondo in un’armonia di parole davvero raffinata.
“Hai un problema con la roba scritta sulla carta quando il mondo ha optato per il digitale da un pezzo ormai.” Decretò infine poggiando la spalla contro la libreria ed assumendo una posizione più rilassata.
Azraphel non capì subito il malinteso, ma quando ciò avvenne, rise divertito finché i crampi alla pancia non gli fecero venire le lacrime.
“No, non hai capito di cosa si tratta tutto questo…” tentò di spiegare, ma le risate erano più forti e sovrastavano le parole che cercavano di uscirgli dalla bocca.
E quale modo migliore di spiegarsi se non quello di metterlo davanti alla realtà dei fatti?
Prese un plico di fogli che giaceva ingiallito dal tempo su una delle tante mensole e lo mise fra le mani del demone.
“Che ci dovrei fare con questo?”
“Leggerlo.”
Il demone ghignò divertito.
“Non fa per me, angelo.”
Ma Azraphel gli riserbò uno sguardo di malcelato biasimo e si concesse di illustrargli il titolo spiccante sulla prima pagina.
“Romeo e Giulietta?!” Chiese retoricamente confuso Crowley. Proprio non riusciva a capire dove stesse andando a parare il suo amico quel giorno.
“Ma non potevi darmi quello in libreria allora?”
“Non è davvero l’opera di Shakespeare, caro. È una mia rielaborazione dei fatti avvenuti nella storia originale che penso troverai davvero più… eccitante dell’originale.” Spiegò l’angelo dissipando ogni dubbio e alludendo ammiccante con tanto di strizzata d’occhi.
Crowley attese qualche secondo in silenzio alternando lo sguardo dal manoscritto erotico che il suo purissimo amico angelo aveva scritto e quest’ultimo.
Forse troppo incredulo per realizzare davvero l’accaduto, forse troppo sconvolto dal risvolto dei fatti, Crowley aprì una pagina a caso e lesse velocemente qualche riga di sfuggita.
Richiuse velocemente sentendosi a disagio per la prima volta dopo secoli in compagnia dell’angelo.
“Hai davvero scritto una fanfiction erotica su Romeo e Giulietta?”
L’angelo avvampò d’imbarazzo per l’ennesima volta in quel pomeriggio e gli tappò la bocca con la mano come se avesse timore di essere udito da orecchie indiscrete.
“Non solo su quell’opera, ma su ogni opera che ho letto da quando sono sulla Terra.” Precisò con un sorrisetto tirato e alzando le spalle con fare innocente.
Crowley sbatté le palpebre un paio di volte. Non era certo di cosa avrebbe trovato all’interno di quel manoscritto. A giudicare da quel piccolo assaggio che si era concesso, sembrava piuttosto interessante… e una parte di sé – quella curiosa che lo aveva spinto fino a lì – era piuttosto eccitata all’idea di scoprire il concetto che l’angelo aveva del sesso. O come ci si fosse approcciato. O come aveva descritto l’amplesso.
La cosa lo confondeva e lo eccitava da pazzi, ma c’era una sola cosa da fare in quel momento.
Lanciò il manoscritto nelle mani dell’angelo e si accomodò sulla sedia in legno con i piedi incrociati sulla scrivania.
“Leggimela tu, angelo.”



  
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