Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: EnchantressinNight    02/12/2019    0 recensioni
Un mondo a cui ha sempre sentito di non appartenere da una parte. Uno che l'ha attesa per secoli dall'altra.
Amethyst si ritroverà presto artefice e vittima del proprio destino, che la porterà inevitabilmente a lottare per salvarli entrambi.
Tra amicizie, straordinarie creature ed amori incredibili, ella dovrà combattere con tutte le sue forze per non soccombere all'oscurità che avanza inesorabile, minacciando di inghiottire tutto ciò che incontra.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Amy's pov

«Non saprai mai chi mi ha chiesto di uscire!» la perenne ed eccessiva euforia di Shannon mi provoca il mal di testa. «Chi?» mi fingo interessata alle sue farneticazioni solo per farla contenta, tanto il risultato non cambierà. Lei continuerà a blaterare di ragazzi tutto il pomeriggio ed io sarò costretta a sorbirmi le sue lamentele. Ecco quello che faccio nella vita. Mi annoio a morte.
La ascolto distrattamente osservando per l'ennesima volta la sua stanza, enorme in confronto a quella specie di sgabuzzino in cui mi ritrovo a dormire. Per carità, lei ed i suoi genitori stanno facendo anche troppo per me, immagino non sia facile trovarsi improvvisamente con una bocca in più da sfamare. Capisco bene quanto coraggio e volontà ci vogliano per accogliere un'orfana della mia età. Una ragazza a dir poco singolare, trattenuta in orfanotrofio oltre i diciotto anni soltanto perché con un carattere che definire difficile sarebbe un eufemismo, ritenuta a tratti instabile e pericolosa per chiunque le stia vicino. Una specie di reietta, insomma.
«Dai sorellina, mostra un po' di entusiasmo!» mi sgrida lei prendendomi entrambe le mani e sorridendo «Non sono tua sorella» le ricordo, sì viviamo sotto lo stesso tetto, ma questo non ci rende consanguinee «È come se lo fossi, Amy. Sei piovuta qui all'improvviso ed hai sconvolto la mia vita apparentemente perfetta. Ma dopo più di un anno posso affermare con certezza che ti voglio bene. È bello avere qualcuno con cui poter parlare di tutto» mi spiega continuando a sorridere come se fosse normale parlare così di qualcuno che è poco più di un estraneo. «E poi almeno ora mamma ha smesso di avercela sempre con me, finalmente ho qualcuno con cui condividere le strigliate» «Credo si chiami capro espiatorio» la correggo seria, poco prima di ricevere un abbraccio da cui mi sciolgo immediatamente «Scusa, scusa, non vuoi, lo so» cosa ci devo fare? Non faccio altro che ripeterle continuamente le stesse cose eppure lei sembra fare di tutto eccetto darmi ascolto.
«Ho un regalo per te» «Ma...» inizio a dire «Non ci crederai ma sono piena di risorse, so che è il tuo compleanno» dice orgogliosa di se stessa porgendomi una scatolina «Non è molto, lo so, ma spero ti piaccia comunque. È tutto ciò che potevo permettermi» spiega triste ma allo stesso tempo sollevata. Scuoto la testa senza dire una parola, il suo gesto mi ha sorpresa; nessuna delle precedenti famiglie mi aveva mai fatto un regalo. Certo non posso ignorare il fatto che lei sia entrata chissà come negli archivi ed abbia letto il mio fascicolo, ma apprezzo comunque il gesto. Senza ulteriori indugi la apro ed osservo strabiliata la collana al suo interno. Non è niente di che, un sottile filo argentato da cui pende una mezzaluna colorata, ma trovo che sia comunque splendida. La prendo tra le dita e la sfioro ripetutamente, come ad accertarmi che sia vera e non frutto della mia immaginazione. Shannon mi aiuta ad indossarla ed io la abbraccio, anche se non mi piace granché il contatto fisico, sussurrandole un «Grazie» sincero. Le sarò eternamente riconoscente.
Ricominciamo a parlare di ragazzi e soprattutto del college, il suo gesto mi ha decisamente messa di buon umore, tanto da spingermi a chiacchierare tranquillamente del più e del meno. Come probabilmente non mi sono mai sentita di fare in vita mia.
Improvvisamente la testa inizia a girare, la voce della bionda si fa ovattata e la stanza dai contorni sbiaditi; cosa sta succedendo? Allungo una mano di fronte a me ma afferro il vuoto, cerco di mettere a fuoco ma vengo sopraffatta dall'oscurità. Letteralmente. Sembra che qualcuno abbia improvvisamente spento il sole, condannandomi al buio completo. Percepisco il mio respiro accelerato e pesante, come se potessi sentire i suoni dall'interno del mio corpo anziché dall'esterno. «Shannon!» provo ad urlare, ma le parole mi muoiono in gola. Sono intrappolata in me stessa. Provo a toccare le mie gambe ma le braccia non vogliono sapere di muoversi, sono completamente paralizzata, come se mi avessero avvolta più volte con una pesante catena e l'avessero stretta troppo, chiudendo il lucchetto.
Questi vuoti, queste crisi, non sono mai un buon segno. Sono sempre il preambolo di qualcosa di orribile, qualcosa che succede in mia presenza ma di cui non ho memoria. Qualcosa di terribile che non sono io a causare ma di cui vengo costantemente incolpata. Ecco perché mi trattengono in orfanotrofio, questo è il motivo per cui nessuna famiglia mi tiene mai con sé abbastanza a lungo da farmi sentire veramente parte di essa. La verità è che in mia presenza accadono cose che io non riesco, non posso, spiegare, perché non so come succedano. Ed io ho paura. Ogni volta è peggio; all'inizio erano piccoli incidenti come una caduta o animali morti. Arrivando poi, col passare degli anni, a finestre che si rompevano accidentalmente, arti rotti, incendi che divampavano senza cause apparenti. Giungendo poi fino all'ultima famiglia, quando il mio padre affidatario è caduto dalle scale rompendosi l'osso del collo; a quanto ho saputo ora è tetraplegico. Vivo sì, ma a quale prezzo? Pensavo che con Shannon sarebbe stato diverso, non è mai successo niente di male, stavo bene qui. Fino ad oggi.
Il fischio alle orecchie è il segnale che tutto sta per finire, tra poco scoprirò quale sciagura si è abbattuta su di me questa volta, sperando non sia niente di irreparabile. «Shannon» la chiamo a bassa voce senza ancora, però, vederla. Nessuna risposta. «Shannon, stai bene?» domando iniziando a preoccuparmi, sento crescere l'ansia dentro di me, per quale motivo non mi risponde? «Se è uno scherzo sappi che non lo trovo affatto divertente!» di nuovo solo assordante silenzio.
Finalmente i miei sensi si risvegliano completamente permettendomi di riprendere il contatto con la realtà. Peccato che la scena di fronte a me sembri il perfetto scenario di un film horror. La bionda giace sul letto immobile con la gola squarciata, il corpo è sistemato in una posizione innaturale, rivolto dalla parte opposta rispetto alla testa. Gli occhi vitrei ancora rivolti verso di me con impresso lo spettro del suo ultimo sguardo implorante, la bocca aperta in cerca di ossigeno, il tentativo di non annegare nel suo stesso sangue. Inizio a gridare in preda al panico, come è potuto succedere? Come ho fatto a non accorgermene? «Cheryl!» chiamo a squarciagola la madre di Shannon versando fiumi di lacrime. Non so se sia maggiore la paura o la sorpresa. «Cheryl, vieni subito, ti prego» la imploro sentendola correre su per le scale. Il mio cuore manca parecchi battiti quando scorgo l'espressione disgustata della donna. Guarda prima il corpo esanime della figlia e poi me. «Non sono stata io, lo giuro» mormoro accarezzando il viso privo di colore della mia amica «Vattene da questa stanza!» sussurra dura prima di precipitarsi al capezzale di Shannon. La sento inveirmi contro più volte e poi solo grida di dolore per la morte del suo "angelo", era così che lei amava chiamare Shannon. Mi appoggio allo stipite e mi volto indietro un'ultima volta.
D'ora in poi sarò considerata un'assassina.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: EnchantressinNight