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Autore: Anonima Italiana    05/12/2019    3 recensioni
Conclusa la Battaglia delle Acque Nere, Sansa Stark viene costretta al matrimonio con Sandor Clegane da Re Joffrey, il quale subito dopo li condanna all'esilio. La coppia decide così di intraprendere il viaggio verso Grande Inverno per riportare Sansa a casa dai suoi familiari. Nonostante l'attrazione da sempre evidente fra loro, i due pensano di poter annullare il matrimonio; non sanno invece che questo sarà solo il primo passo che li vedrà protagonisti di una bellissima canzone d'amore, migliore delle ballate da lei tanto amate e da lui tanto odiate perchè, stavolta, è la storia di un amore vero.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow, Nuovo personaggio, Robb Stark, Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sandor e Sansa avevano ripreso il loro viaggio, ma lo scontro con i membri della Fratellanza e il successivo soggiorno con la comunità di girovaghi aveva impercettibilmente cambiato le cose fra di loro.

In particolare  Sansa ricorreva all’aiuto del suo compagno molto meno di prima, per qualunque cosa aveva imparato ad arrangiarsi e a prendere iniziative per proprio conto: decideva quando sostare, contrattava nelle locande e quando si fermavano a comprare del cibo, e stava perfino imparando a montare su Straniero senza il suo aiuto. Sandor si trovava sia attratto da questa sua nuova sicurezza e indipendenza (la ragazzina stava maturando velocemente pur conservando la sua innocenza) che impaurito: davvero l’uccelletto poteva fare a meno di lui? Era preparato al fatto che, una volta arrivati a Grande Inverno e tornata in seno alla propria famiglia, lui sarebbe stato messo da parte, e gli stava bene. Ma così…così gli sembrava davvero troppo presto. Voleva godersela ancora un po’, godere della sua compagnia, della sua vocina dolce, del suo corpo che aderiva al proprio durante la notte, dei racconti delle storie che amava e della sua famiglia.

Dopo tutto quello che aveva fatto per lei, chiedeva forse troppo?

E nonostante tutto le cose tra di loro erano già cambiate  e non di poco: dopo quella notte nella grotta e l’esperienza nella comunità entrambi si erano resi conto che tornare indietro sarebbe stato impossibile; ormai  erano entrambi consapevoli che il desiderio fisico che provavano l’uno per l’altra era reciproco e, se in altre circostanze non ci sarebbe stato niente di meglio, nella loro situazione era una complicazione  non da poco. O meglio…lo era principalmente per Sandor, il quale nonostante tutto non abbandonava l’idea di annullare il matrimonio una volta raggiunti gli Stark, considerandola ormai una cosa inevitabile e al di là della sua stessa volontà; e per riuscire a resistere alla tentazione ormai davvero insopportabile aveva preso l’abitudine, quando si fermavano per la notte, di dormire per conto suo: all’aperto se faceva bel tempo, altrimenti nella stalla con i cavalli.

Per Sansa le cose stavano molto diversamente: la breve esperienza appena conclusa le aveva aperto gli occhi riguardo a sé stessa come donna, e non più solo come la Lady di Grande Inverno, o la figlia degli Stark o la giovane nobile con tutto quello che ciò rappresentava: era prima di tutto una persona, con dei pensieri, dei desideri, dei sogni che seppure prendendo in considerazione il fatto che nella vita non sempre si può avere ciò che si vuole….e lei ne aveva già avuto ampia dimostrazione!- dovevano pur contare qualcosa.
 O era davvero destinata a essere semplicemente una marionetta nelle mani altrui? Senza poter dire mai nulla, senza essere presa in considerazione?
No, lei non voleva vivere così.

E ora sapeva bene che cosa voleva: essere amata e amare, essere protetta e proteggere, avere cura di qualcuno e avere qualcuno che avesse cura di lei…e in un modo diverso da quello che poteva darle la sua famiglia d’origine.
Voleva essere toccata, baciata, stretta da forti braccia, provare quei piaceri sconosciuti che però confusamente sentiva affacciarsi in modo sempre più prepotente dentro di sé…e solo una persona al mondo poteva darle quelle cose.

Le ultime notti che aveva trascorso  sola nel freddo letto di qualche sconosciuta locanda gliene avevano dato la conferma: le era mancato il corpo massiccio cui appoggiarsi, il forte abbraccio con cui la cingeva, la sensazione di non essere sola e perfino il suo russare e mugugnare durante la notte, che le altre volte l’aveva fatta più volte sbuffare.                         
Lei voleva Sandor e nulla poteva cambiare questa realtà.
Capì anche che se voleva ottenere ciò che desiderava doveva in qualche modo…prenderselo.  Aspettare che accadessero le cose a volte non serviva a nulla, e questo era uno di quei casi.
 
E così una sera, all’ennesima fermata notturna nella locanda di turno, quando Sandor  fece per andarsene come ormai suo solito lei lo fermò con fare deciso.


- Aspetta, ho ordinato di riempire una tinozza, così possiamo fare il bagno- annunciò con noncuranza a suo marito.

- “Possiamo”? Ma che cazzo ti credi, di darmi ordini, uccelletto?!-

- Io non obbligo nessuno, ovvio. Ma cavalcare tutto il giorno e in più dormire la notte nelle stalle con i cavalli non è un bel modo per presentarsi al cospetto di Lady Catelyn Stark, sena contar che non piace poi molto nemmeno a sua figlia- 

Brontolando, il Mastino  cedette ed aspettò seduto sul letto che Sansa finisse il suo bagno, cercando di non pensare a lei nuda nella tinozza e contemporaneamente sperando che avesse ancora bisogno di aiuto per lavarsi la schiena. Quando lei uscì leggiadra come nulla fosse, già indossando la camicia da notte, si diedero il cambio e lui entrò nell’acqua saponata ancora calda pensando che poco prima lì c’era lei, nuda, e che in altre circostanze quel bagno avrebbero potuto farlo assieme….e sarebbe stata una vera delizia. Si lavò in fretta e furia cercando di non indulgere in questi pensieri per evitare l’ovvia reazione che ne sarebbe derivata, ma era maledettamente difficile controllarsi in quel modo.
 
Finito che ebbe e dopo aver indossato alla bell’è meglio camicia e brache, anche Sandor tornò in camera e prendendo il mantello e la sua sacca fece per uscire dalla stanza per andare a dormire di fuori, come ormai sua abitudine, ma fu fermato dalla ben nota vocetta della giovane sedutta sul letto dietro di lui:


- Ma come, Sir? Non vorrete mica dormire fuori anche stanotte!-

- Dormo dove mi pare, capito?!-

- Quindi vi fate il bagno e poi andate nelle stalle a dormire con i cavalli. Curioso…!- rispose lei con tono canzonatorio.
Senza risponderle Sandor si girò, si diresse verso un cantuccio nella stanza e cominciò a stendere il mantello per prepararsi un giaciglio per la notte. In fondo non sarebbe stato diverso da quanto accaduto innumerevoli volte durante le marce o le battaglie; qui perlomeno era in una stanza riscaldata da un caminetto, al chiuso e in compagnia di una dolce donzella, invece che all’aperto, sulla nuda terra, magari sotto la pioggia o al freddo e in compagnia di soldati rozzi come lui, ubriachi, feriti, che facevano i loro bisogni dove capitava. Certo meglio non pensare alla dolce compagnia che si sentiva costretto a evitare.
 

- Perché non vieni nel letto?- fece Sansa tentatrice, battendo una mano sulla parte vuota del materasso.

- Non ho voglia-

- Non dirmi che preferisci il fieno dei cavalli a un letto morbido in una stanza decente-

- Magari sì, a te che te ne frega? Sono il cane dei Lannister, e i cani dormono dappertutto.-

- Non sei il cane di nessuno, tantomeno dei Lannister. Sei un uomo libero, ora -

.- Non posso, e tu sai bene il perché-

- No che non lo so. Fino a pochi giorni fa abbiamo sempre dormito assieme, ora cosa è cambiato?-

- LO SAI BENISSIMO!- ringhiò Sandor già stufo della conversazione.

- Ricordi cosa hai detto la prima notte di nozze?-

.- NO- continuò lui ostinato. 

.- Hai detto “ non entrerò nel tuo letto fino a quando non sarai tu a volerlo”- gli rammentò la giovane.

- Non me lo ricordo-

- Oh sì, sono sicura che invece te lo ricordi benissimo. E…Sandor…quel momento è arrivato-

Sempre dandole le spalle, Sandor deglutì, aggrappandosi all’ultimo barlume di resistenza delle proprie forze. Non doveva cedere, assolutamente! Un uomo non poteva farsi infinocchiare da una ragazzina che puzzava ancora di latte!

- Ascolta uccelletto, mettiamo bene in chiaro una cosa…- ma non riuscì a finire la frase, bloccandosi proprio a metà: mentre parlava, con un gesto improvviso Sansa si era sfilata la camicia da notte, rimanendo nuda. Completamente.

Era seduta sul letto, con le mani che coprivano i seni, tutta rossa in viso come i suoi capelli sciolti lungo la schiena, e nonostante il cuore le battesse all’impazzata nel petto tanto da farle pensare che ne sarebbe uscito, sostenne fieramente il suo sguardo esterrefatto.

.- Ma che diavolo stai facendo, si può sapere?!- ringhiò lui.

- Ti aspetto- la vocina di Sansa non era mai risuonata così forte e chiara, determinata. 

E fu così che Sandor Clegane disse addio a quel poco di resistenza che gli era rimasta: tutto ha un limite, e lui del resto non era mai stato un santo, anzi…se aveva resistito fino ad oggi, e con grandissima fatica, era solo per il sentimento che provava per il suo uccelletto, sentimento che ancora non riusciva ad ammettere con sé stesso a tal punto che nemmeno riusciva a dargli un nome, ma di cui era sempre più consapevole ogni giorno che passava. E lo era sempre stato.

Ma ora basta, non voleva più ignorare il naturale sbocco che quel sentimento era giusto avesse.

In meno che non si dica quindi Sansa, quasi senza accorgersene, si ritrovò tra le forti braccia di suo marito, sentendo le sue grosse mani che le scorrevano sul corpo mentre lui si impadroniva della sua bocca superando con la lingua la barriera delle labbra e insinuandovisi profondamente. Rispondendo al bacio con tutta sé stessa e nonostante la propria inesperienza, si lasciò facilmente andare al fuoco che sentiva divampare dentro di sé.
La timidezza dovuta all’inesperienza cominciò pian piano a lasciare il posto alla naturale curiosità di ragazza, e cominciò anch’essa a ricambiare le carezze che riceveva esplorando il corpo di Sandor, toccando le cicatrici che lo solcavano, la pelle indurita e non aveva paura di guardarlo, nonostante l’evidente imbarazzo che ciò le provocava.
Eccitato dalla situazione, Sandor si lasciò toccare a lungo e con pazienza, ricavandone per la prima volta in vita sua altrettanto piacere di quello che provava lui nel fare le stesse cose. Per tutti gli dei antichi e nuovi, non avrebbe mai pensato che una ragazzina inesperta potesse rivelarsi più eccitante di tante puttane che aveva avuto nella sua vita. Le uniche che poteva avere, attirate dall’oro e dal denaro, mentre Sansa voleva proprio lui. E questa consapevolezza all’improvviso gli fece quasi perdere qualunque residuo di autocontrollo, proprio nel momento in cui sentì la piccola mano di lei che toccava curiosa il suo membro duro.  Sospirò profondamente mentre lei si fermava perplessa.


- Oh, mi spiace. Ti ho fatto male?-

- Male?! No uccelletto, aspetta…- e guidandole la mano le mostrò il corretto movimento da fare quando “giocava” con lui in quel modo.

 L’allieva nonostante l’inesperienza si applicò con tanto impegno che poco dopo suo marito, temendo  di far finire tutto molto presto, la fermò. Poi la prese nuovamente fra le braccia baciandola e accarezzandola con furore, godendo del calore che trovava in quel corpo morbido e dolce e delle sensazioni che lei stessa emanava grazie a lui.
Sansa si strusciava contro di lui rispondendo ai baci e alle carezze, quasi stordita da quella tempesta di nuove sensazioni: era come se il suo corpo le dicesse che c’era qualcosa di più, sempre di più e la incitasse ad averlo a ogni costo.

E poi….sentì il dolore. Una fitta forte, che le fece affondare le unghie nella schiena del compagno mentre lui la baciava ovunque, giurandole che non sarebbe mai più successo, rallentando il ritmo per darle tempo di abituarsi e poi riprendendo; e quando riprese sentì un movimento dentro di lei, profondamente, che le dava un senso di pienezza e al contempo aumentavo in modo spasmodico il desiderio di quello sconosciuto “qualcosa in più” che si faceva ogni momento sempre più insopportabile.
Erano entrambi immersi nel piacere, divorati da un fuoco sempre più caldo, che poco dopo esplose nel naturale culmine che si concluse con il reciproco appagamento.  Quando regnò di nuovo la calma fra di loro, Sandor si sfilò a malincuore dalla stretta della sua compagna per scendere dal letto, e tornare poco dopo con una pezzuola bagnata; Sansa fece per prenderla, ma lui rispose: - Lascia, faccio io- e chinandosi le aprì piano le gambe e la ripulì con cura e delicatezza, dandole poi un bacio nel punto dove la giovane era ancora un po’ dolorante.

Quando risalì sul letto riprendendola fra le braccia, Sansa gli avvolse le braccia attorno al collo, gli diede un grosso bacio sulla guancia rovinata, si strinse a lui e dopo avergli mormorato all’orecchio: “Grazie, Sandor” si addormentò.  Ora nessuno dei due avrebbe più potuto tornare indietro.
 
(continua)

Nota dell'autrice: Ed ecco di nuovo il mio punto non debole ma debolissimo: una scena di sesso. Posto in ritardo rispetto al capitolo precedente proprio perchè- di nuovo- ho faticato peggio di Ercole a scriverla, con un risultato ovviamente discutibile. Non sono riuscita a rendere bene le emozioni di entrambi i personaggi, e credo di averla scritta in modo superficiale. Tra l'altro, come già in altre storie...una prima volta. Chiedo quindi venia a tutti voi che mi seguite, ormai mi conoscete e sapete quanta fatica mi provocano queste parti!


 
   
 
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