Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Segui la storia  |       
Autore: PitViperOfDoom    07/12/2019    1 recensioni
Midoriya Izuku è sempre stato considerato strano. Come se non fosse abbastanza essere un debole quirkless, doveva pure essere debole, quirkless, e pure strano.
Ma in realtà, la parte "strano" è l'unica veritiera. È determinato a non rimanere un debole e, a dispetto di quello che è scritto sulla carta, non è veramente quirkless. Anche prima di incontrare All-Might ed ereditare il potere dello One For All, Izuku non è quirkless.
Anche se nessuno gli avrebbe creduto se lo avesse raccontato.
{The Sixth Sense AU}
Genere: Dark, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: All Might, Izuku Midoriya, Ochako Uraraka, Shouto Todoroki
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note autrice: volevo aspettare prima di postare questo capitolo, ma poi ho pensato “al diavolo!”
Note traduttrice: rieccoci finalmente con un nuovo capitolo! Ricordo a tutti i meno addetti ai lavori che dopo il capitolo 10 e prima dell'11 pubblicheremo una delle one-shot di Pit, più precisamente "Like Cats and Dogs" (One Piece). Speriamo che anche questo capitolo vi piaccia!
Per rimanere aggiornati su tutte le mie traduzioni e lavori e sapere a che punto sono potete seguirmi su Tumblr !


 
CAPITOLO 9

 
 
Era libero.

Il peso schiacciante del Noumu era sparito e Shouta era libero e il dolore era svanito e la sua mente era libera, tranne che per quel ruggito nelle sue orecchie; e non sapeva come fosse successo ma non poteva concedersi il lusso di preoccuparsene.

Aveva distolto lo sguardo. Quel villain, quello con il tocco disintegrante… C’era Midoriya lì, e Asui Tsuyu… Erano lì, proprio lì, e il villain era sopra di loro e lui aveva distolto lo sguardo.

I suoi occhi si schiarirono. Stava guardando la schiena del villain, che era esattamente davanti a lui. L’uomo pallido non si era mosso da dov’era prima, torreggiante sui ragazzi- erano bambini - erano i suoi ragazzi, i suoi studenti - e Shouta si mosse senza pensare. Li raggiunse molto più velocemente di quanto si fosse mai mosso prima- aveva sbattuto le palpebre ed era arrivato- e gli urlò di scappare.
Poteva ancora muoversi, poteva ancora lottare, poteva ancora proteggerli prima di crollare.

Nessuna testa si girò a guardarlo.

Il villain lo ignorò, continuando a parlare con quello con il quirk di teletrasporto. Shouta si era messo tra l’uomo e i suoi studenti in uno spazio fin troppo ristretto, ma nessuno arretrò. Guardò oltre la sua spalla e trovò Asui, senza parole e con un’espressione di orrore mentre fissava non lui, ma oltre; gli occhi di Midoriya, invece, erano vitrei e opachi come se stesse provando troppe emozioni ma senza riuscire a manifestarne nessuna.

“Ehi. Ehi, devi calmarti, prima di dare di matto.”

Non aveva sentito nessuno avvicinarsi, sentì la voce e basta. Una voce giovane, appartenente a un altro ragazzino, ma non era un viso che riconosceva. Era più grande dei suoi studenti, pallido e insanguinato e con gli occhi grandi.

Grandi, vuoti, bianchi occhi morti.

Shouta sbatté le palpebre e finalmente guardò; e vide.

La struttura era affollata di persone. Figure pallide e spettrali, troppe da contare. Quella più vicina era quella di una bambina, con i capelli scuri e vestita di bianco. Lo stava guardando in silenzio, una tra infiniti altri. La maggior parte di loro erano maciullati, sfigurati e piangevano mentre i villain li ignoravano.

No, non era corretto. Non li stavano ignorando.

Non li vedevano e basta.

Shouta guardò in basso, e vide il terreno attraverso le proprie mani.

“No.” sussurrò. “No, no, no-no-no-“

“Ehi!” era di nuovo lui, il ragazzo che sanguinava da un buco nella testa (ed era familiare, lo riconosceva, sapeva cosa significava ma la memoria era appena oltre la sua portata) e lo guardò con silente soggezione e terrore. “Senti, tu- ti devi calmare, non è-“

Ma Shouta smise di ascoltare, perché in quel momento guardò la direzione da dov’era venuto, dove il Noumu era ancora accucciato mentre faceva la guardia…

Mentre

schiacciava a terra

Tirò un pugno all’uomo davanti a sé, feroce nella sua disperazione, e il colpo gli passò attraverso come se il pugno dfosse fatto di nebbia.
Sputò un’imprecazione che nessuno di loro udì.

“Eraserhead.” Il ragazzo che non conosceva cercò di afferrarlo e fermarlo, ma nemmeno lui poteva toccarlo. “Guarda, non sei… Se ti può far sentire meglio, non penso che tu sia del tutto morto, solo… quasi.”

“Non importa.” Le parole di Shouta erano quasi un ringhio, e suonavano distanti persino alle sue orecchie. “Non posso starmene buono in disparte e lasciarglielo fare!”

“Non hai scelta. Se avessimo avuto una scelta, li avrei fermati dal fare questo a te. Mi dispiace.” Il ragazzo rispose alla sua rabbia e frustrazione con tristezza e pietà, ma Shouta non aveva bisogno della pietà, non voleva pietà-

Qualcosa di caldo gli avvolse il polso.

Fu solo perché sentì qualcosa di caldo che realizzò con un sussulto che mentre era in quello stato non sentiva nulla. Non il dolore, non la temperatura dell’aria, nemmeno il terreno che sarebbe dovuto essere sotto i suoi piedi. Non sentiva nulla; e quello fu il motivo per cui notò quel qualcosa di caldo.

Guardò indietro

Midoriya stava guardando dritto avanti a sé mentre le sue dita avvolgevano il polso di Shouta, senza toccarlo per davvero – non poteva toccarlo – ma provandoci. In qualche modo.

La voce del suo studente era talmente fievole che poté a malapena sentire le sue parole.

“Va tutto bene.” Gli occhi di Midoriya erano grandi e fissi mentre sussurrava. “Mi dispiace. Mi dispiace così tanto.” Lacrime si raccolsero sulle sue ciglia. “Andrà tutto bene. Nessuno deve morire, qui.”

Midoriya alzò i suoi occhi umidi e luccicanti e incontrò quelli di Shouta.

“Che hai detto?” il suono della voce del villain esalò nell’aria come del fumo oleoso. “Nessuno deve morire?” la sua voce tremava per le risate trattenute. “Beh, non sta a te deciderlo, no?”

Midoriya non distolse lo sguardo dal viso di Shouta, ma quando parlò di nuovo la sua voce era fredda e ferma. “Non stavo parlando con te.”

Shouta non sapeva cosa stava succedendo. Non capiva nulla; nulla di quello che stava succedendo aveva senso, tranne il fatto che il suo studente stava rispondendo a tono ad un villain invece di scappare e che in quel modo si sarebbe fatto ammazzare. “Che stai facendo?” sibilò Shouta. Cercò di spingere via Midoriya, ma invano. “Vattene da qui e scappa.”

“Non andrebbero lontano.” Gli disse il giovane fantasma. “Quello lì è veloce e quell’altro si teletrasporta. Li catturerebbero nel giro di secondi.” Shouta gli scoccò uno sguardo tagliente e il ragazzo si strinse nelle spalle. “Era così per dire.”

Dietro di lui il villain parlò di nuovo, la voce pregna di una minaccia silenziosa. “Cosa… hai appena detto…?”

A quello, gli occhi di Midoriya si spostarono dal viso di Shouta al villain che stava dietro di lui. “Ho detto” rispose pazientemente Midoriya, “Che non stavo parlando con te.” La sua testa si inclinò da un lato, sbattendo lentamente le palpebre mentre studiava il villain davanti a lui. “Ma, visto che me l’hai chiesto… ti va di parlare?”

“Midoriya, che stai facendo?” Se avesse potuto, Shouta lo avrebbe trascinato via, anche tirandolo per i capelli se ce ne fosse stato bisogno. Ma la sua mano passò impotente attraverso il suo studente . Midoriya non reagì, tranne che per chiudere gli occhi un momento. “Scappa, idiota!” Ci fu un sibilo, non diverso dallo statico di una radio e la bambina in bianco gli si avventò addosso con un viso che sgocciolava e si scioglieva in un ringhio. Si tirò indietro d’istinto e Midoriya rimase davanti al villain senza ostacoli.

Gli occhi di Midoriya incontrarono brevemente i suoi, per poi scivolare oltre ancora una volta sul villain. Shouta non si era mai sentito così impotente in vita sua.

L’uomo che indossava mani mozzate lo fissò di rimando. I suoi occhi scintillavano tra gli spiragli delle dita.

“Se lo devi uccidere, fallo in fretta.” borbottò urgentemente l’altro villain.

“È… Shigaraki?” disse Midoriya. “È così che ti chiamano?” Non ci fu risposta. “Scusa l’interruzione, mi stavo solo chiedendo… Significa che te ne andrai lo stesso?” Nonostante la tensione e il terrore che Shouta stava provando, era ancora abbastanza calmo per approvare la forza della compostezza di Midoriya. Era impressionante, viste le circostanze. Inquietante, ma impressionante. Eppure quella stessa compostezza lo fece pensare, perché non apparteneva a quel viso. Non avrebbe dovuto appartenere. Dov’era il ragazzo che balbettava e tremava di fronte a una sfida? Dov’era il ragazzo che incoraggiava gli altri con un sorriso determinato?

Midoriya… non stava sorridendo in quel momento. Non stava esprimendo nulla. Il suo viso era assente come quello di una bambola.

“Forse.” Il villain alzò di nuovo una delle sue mani. “Ma tu non sarai vivo per vederlo.”

“Oh.” Midoriya non indietreggiò, ma si sporse indietro, premendo contro Asui e allontanandola ulteriormente dal villain davanti a lui. “Vuoi ucciderci lo stesso?” chiese, così sfacciatamente, così casualmente, come se il pensiero della morte non gli mettesse paura; lo rendeva semplicemente freddo.

“Non sarebbe carino?” gli occhi di Shigaraki brillarono per l’anticipazione. “Se non possiamo uccidere All Might tanto vale ferire il suo orgoglio.” La mano copriva la maggior parte del suo viso, ma Shouta poteva quasi sentire il suo ghigno.

“Oh, beh, se è quello che vuoi fare.” disse Midoriya. Shouta vide il modo in cui occhieggiava le mani letali di Shigaraki. “Penso che tu lo abbia già fatto altre volte. E non so quale sia il tuo piano, ma per ora sembra efficiente.”

Quello fece bloccare il villain. Inclinò la testa, quasi simile ad un uccello nella sua curiosità. “…Oh?”

“Shigaraki Tomura.” Ringhiò il villain che poteva aprire varchi. “Perché stai perdendo tempo a parlare con questo ragazzino?”

“Beh, sì.” Rispose Midoriya, ignorandolo. Parlava lentamente, senza fretta, come se stesse chiacchierando per la strada. “Voglio dire, non devi per forza ucciderci se vuoi ferire l’orgoglio di All Might. Penso che tu sia riuscito a farlo anche solo introducendoti qui.” I suoi occhi saettarono per un momento verso Shouta. Un occhio spasimò, ma non era veramente uno spasmo: era un occhiolino, dal lato che Shigaraki non poteva vedere. “E, non so se lo sai, ma… Aizawa-sensei e All Might non si piacciono molto. Quindi già il fatto che Eraserhead abbia fatto tutto il lavoro e riceva tutta la gloria per avervi combattuto urterà il suo orgoglio.” Era una bugia, Shouta lo sapeva. All Might non era così permaloso e qualcuno che lo ammirava tanto quanto Midoriya avrebbe dovuto ben saperlo. Vide la gola di Midoriya sussultare mentre deglutiva. “E il fatto che non si sia fatto vivo quando lo hai battuto… non potrà andarne molto fiero.”

“Ohh.” C’era un tremolio eccitato nella voce di Shigaraki. Se la sta bevendo, sta ascoltando sul serio. “Non lo sapevo. Non ci avevo pensato. È molto interessante… qual era il tuo nome?”

“Oh, io sono solo… un tizio.” Disse Midoriya. “Quindi, voglio dire… Non penso che nessuno vi svaluterebbe se ve ne andaste ora. Avete già fatto molto introducendovi qui e battendo Eraserhead, è notevole. Però…”

“Però cosa?” Shigaraki si fece più vicino. Shouta poteva sentire l’odore delle sostanze chimiche che impedivano alle mani di decomporsi e, a giudicare dal modo in cui il naso di Midoriya si era arricciato, anche lui lo sentiva. Le dita del villain danzarono più vicine al viso di Midoriya, senza toccarlo, ma… tenendogliele a mente. Midoriya sbatté le palpebre, ma non fece molto altro. “Vai avanti. Sei proprio un tipetto sfacciato e divertente, lo sai?”

“Puoi davvero uccidere All Might?” chiese Midoriya, la voce mellifluamente curiosa. “È il più forte, sai. Non so se qualcuno possa ucciderlo.”

“Sta prendendo tempo.” Sussurrò il giovane fantasma, come se ci fosse la possibilità che i villain lo sentissero. La sua voce tremò per l’agitazione. “Porca merda, sta prendendo tempo! Dai, cazzo, Midoriya!”

“Stai attento.” Anche Shouta mantenne la sua voce bassa. Se avesse spaventato Midoriya, allora Midoriya avrebbe potuto spaventare i villain, o comunque perdere la delicata presa che aveva su Shigaraki. Era fragile. L’intera situazione era fragile e se il suo studente non fosse stato attento li avrebbe fatti ammazzare tutti quanti.

La voce del villain tremò per il divertimento alla domanda di Midoriya. “Ti piacerebbe saperlo, eh?”

“Shigaraki…” lo mise in guardia l’altro villain, venendo ignorato.

“Quindi devi aver pianificato qualcosa di grosso, se sei qui per uccidere All Might.” Disse Midoriya. La sua voce suonava aliena alle orecchie di Shouta, lontana e innaturalmente ferma. “Devi avere un gigantesco asso nella manica, qualcosa che sai che lo ucciderà. Altrimenti non avresti fatto tanta fatica, giusto? Hai fatto così tanto e hai battuto Aizawa-sensei e Tredici, quindi devi essere furbo.”

“Shigaraki!” esclamò il tirapiedi.

“Stai zitto, Kurogiri.” Replicò Shigaraki, petulante. “Morirà comunque. Tu morirai.” Aggiunse, lanciando uno sguardo a Izuku. “E noi possiamo uccidere il Simbolo della Pace. E anche se non lo facessimo, quanto pensi che lo colpirà trovare dei bambini morti quando arriverà qui? Forse possiamo ancora aspettarlo. Sarebbe carino, dopo aver fatto tutta questa strada.”

“Beh, è proprio quello il punto, no?” disse Midoriya. “Tu sai che puoi ucciderlo… Proprio come sapevi che sarebbe stato qui.” Midoriya inclinò di nuovo la testa e in quel momento Shouta vide il suo studente mirare alla giugulare. “Eppure non c’è, o mi sbaglio?”

Shigaraki si bloccò.

“Non sapevi che All Might non sarebbe stato qui.” Disse Midoriya. “Non sapevi che Eraserhead ci sarebbe stato. Non sapevi nemmeno quali erano i nostri quirk.” E in quel momento, Midoriya, finalmente, sorrise a Shigaraki Tomura.

“Immagina quali altre cose non sai, signor Shigaraki.”

Non era un sorrisetto strafottente, oppure uno felice; era solo un sorriso blando e vago che non gli raggiungeva gli occhi perché questi ultimi erano impegnati ad ospitare una tempesta di paura e fredda rabbia. Shouta poteva vederla chiaramente, come se fosse stampata su di essi; ed era qualcosa di così alieno su un viso gentile come quello di Midoriya che Shouta poteva immaginare dei brividi corrergli su per la schiena.

Ci fu un tremore nelle mani del villain, ancora sollevata per toccare il viso di Midoriya e ridurlo in polvere.

“Penso.” Disse Midoriya, “che tu avessi ragione la prima volta. Hai fatto così tanta strada e hai fatto così tanto fino ad ora e tutti saranno molto colpiti. Quindi… perché rischiare?” il suo sorriso si allargò. “Immagina quanto sarebbe bello se tu, dopo essere venuto qui, e aver fatto tutto questo… se tu semplicemente svanissi senza lasciare tracce, prima che chiunque riesca anche solo ad arrivare per fermarti? Giusto? Sarebbe molto figo.”

Shigaraki non rispose ad alta voce, ma fece un piccolo suono di anticipazione. È come un bambino, pensò Shouta. Facilmente distraibile. Facile da lusingare. Facile da imbrogliare. E a quanto pareva, Midoriya lo aveva notato. Era la cosa più vicina ad un punto debole che aveva, e Midoriya ci stava piantando le unghie con tutte le forze.

“Shigaraki.” Disse seccamente l’altro villain. “Smettila di dar retta a questo ragazzino. Se lo vuoi uccidere, fallo ora.”

“Stai zitto, Kurogiri.” Quasi piagnucolò. “Sto pensando.”

“Il moccioso con il quirk di velocità è già andato a cercare aiuto.” Lo mise in guardia il villain del teletrasporto, Kurogiri. Il sollievo si fece strada nella mente di Shouta. Quindi almeno Iida era al sicuro. I rinforzi stavano arrivando. “Non abbiamo molto tempo.”

“Nessuno dei pro hero che insegna alla Yūei ha un quirk di velocità.” Disse Shigaraki, petulante.

“A meno che non lo abbiano, invece.” Si intromise Midoriya. “Dovresti ascoltarlo.”

Fu un errore. Shigaraki si girò di scatto verso di lui in uno scatto d’ira imprevedibile, la mano nuovamente alzata verso di lui. “Non dirmi cosa fare-“ ringhiò.

Boom.

L’esplosione verso l’entrata galvanizzò Midoriya, facendolo entrare in azione prima ancora che Shouta capisse cosa l’avesse causata. Il suo studente schizzò indietro, fuori dalla portata di Shigaraki, e afferrò il braccio di Tsuyu per trascinarla via assieme a lui. Non ebbero bisogno di andare lontano: Shigaraki non li stava inseguendo. Era troppo impegnato a guardare in giro per capire cosa fosse tutta quella confusione. Il
Noumu lasciò il corpo di Shouta per terra e andò ad affiancarlo.

Il polverone si abbassò e All Might fece il suo ingresso nella struttura, la sua voce che echeggiava in modo da raggiungere quasi ogni angolo.

“Va tutto bene ora.” Disse, e Shouta era abbastanza vicino da sentire lo strozzato mezzo singhiozzo di sollievo di Midoriya.  “Sapete perché?”

I suoi denti erano in bella vista, di un bianco abbacinante sotto le labbra. Ma non stava sorridendo. C’era una donna al suo fianco, tetra e silenziosa. Non era Midnight. Non era nessuno che Shouta riconosceva. La sua pelle era pallida e i suoi occhi erano spenti e bianchi - un altro fantasma.

“Perché io sono qui.”

Shouta stava guardando per assistere a cosa sarebbe successo dopo, eppure non vide praticamente nulla. Nel giro di un battito di ciglia, svariati villain vennero sbalzati all’aria prima che All Might ricomparisse di fianco al suo corpo. Un istante dopo, Shouta si sentì violentemente strattonato di lato da una qualche forza invisibile. Quando tornò in sé, erano a metà strada della piazza rispetto a dov’erano prima. Tutti loro: Midoriya, Asui e All Might, che appoggiò il suo corpo a terra con una gentilezza che Shouta apprezzò a denti stretti.

Il ragazzo morto apparve di nuovo di fianco a lui, sorridendo. “Wow. Per un secondo ho pensato che ti avesse acchiappato con un lasso o qualcosa del genere. Devi essere vivo sul serio se sei connesso al tuo corpo in questo modo.”

Shouta lo ascoltò solo per metà, troppo preso dal proprio sollievo. “Era ora che arrivasse qualcuno.” Mormorò.

“Lascialo stare.” Scattò la donna fantasma al fianco di All Might. “Il preside lo ha trattenuto. Ho dovuto far saltare metà delle luci della stanza e rovesciare the su tutto il tappeto per potergli dare l’occasione di svignarsela.”

Shouta vide il sorriso allargarsi sul viso di Midoriya; vide il ragazzo guardare dritto verso la donna e vederla. Grazie, mimò con la bocca il suo studente.

Midoriya poteva vederli. Non c’era altra spiegazione; i morti erano dappertutto e Midoriya poteva vederli.

“Midoriya, Asui.” Disse a bassa voce All Might. “Dirigetevi all’entrata. Portate Aizawa con voi- ve lo affido.”

Era strano e disagevole, venire menzionato come se non fosse nemmeno lì. “Sono esattamente qui.” Disse Shouta.  

“Non ti possono vedere.” Gli ricordò il ragazzo morto.

“Non lo hanno ucciso?” sussurrò Asui. I suoi occhi erano incollati sul suo corpo, sgranati per l’orrore.

Midoriya incrociò nuovamente gli occhi con Shouta. Il suo sguardo si aguzzò, scrutandolo, cercando qualcosa. Shouta poté solamente guardarlo di rimando, completamente smarrito, prima che Midoriya si girasse di nuovo verso Asui.

“No.” le disse. “È ancora vivo.”

“Sbrigatevi!” li spronò All Might.

Si sbrigarono ad obbedire e Shouta si sarebbe lasciato commuovere se la situazione non fosse così grave. Ed era grave, anche se gli studenti non lo sapevano. Lui e Tredici si erano segnalati a vicenda prima: All Might aveva già consumato il suo tempo limite. Doveva star tirando avanti solo attraverso la rabbia e la preghiera, arrivato a quel punto.

Midoriya e Asui sollevarono la sua figura priva di sensi dal terreno, mentre il ragazzo morto fluttuava ansiosamente e la bambina schizzava intorno a loro senza essere vista, raccogliendo la sua sciarpa sfatta e insanguinata per evitare che finisse loro tra i piedi e li facesse inciampare. Fu allora che Midoriya esitò e guardò indietro.

“All Might.” Disse. “C’è qualcosa di strano riguardo a quello grosso, il Noumu. E tu…” È stranamente solenne, pensò Shouta. Per un ragazzo che praticamente venerava All Might come un eroe, sembrava quasi infelice di vederlo. Midoriya scoccò un’occhiata furtiva verso Asui, prima che di deglutire e parlare di nuovo. “C’è ancora tempo?”

Lui sa, realizzò Shouta con un sussulto.

“Giovane Midoriya.” All Might si girò verso di lui e il sorriso era tornato al suo posto. Al suo fianco, il viso della donna fantasma rispecchiava il suo. “Andrà tutto bene. Ora, per favore, portatelo al sicuro.”

Midoriya sapeva del limite di tempo. Sapeva, e All Might sapeva che lui sapeva. Cosa significava?
 

Tsuyu lo stava fissando.

Izuku riusciva a sentire l’intero peso della sua attenzione che gli premeva sulla nuca. Non la stava guardando direttamente, ma poteva comunque sentire i suoi occhi larghi fissarlo con insistenza, guardandolo come se si aspettasse che gli spuntassero delle zanne e iniziasse a sputare veleno.

E perché non avrebbe dovuto, dopo quello che gli aveva visto fare?

La maggior parte delle persone non avrebbe parlato in quel modo ad un villain. La maggior parte delle persone sarebbe scappata, avrebbe urlato e imprecato e minacciato e sputato in segno di sprezzo. La maggior parte delle persone avrebbe tremato di fronte a uomini che indossavano delle mani mozzate come dei trofei e polverizzavano le carni con un tocco.

Ma Tsuyu lo aveva visto guardare un uomo simile negli occhi e parlargli come se fosse una vecchia conoscenza. Lo aveva visto adulare e canzonare e mentire con un sorriso sulla faccia, neanche mezzo minuto dopo aver visto il villain ergersi e ridere mentre il suo tirapiedi pestava il loro insegnante quasi fino ad ucciderlo.

Per tutto quel tempo i suoi compagni lo avevano erroneamente preso per qualcuno di normale. Qualcuno di figo, addirittura. Cosa avrebbero pensato ora di lui, quando Tsuyu avrebbe detto agli altri cosa gli aveva visto fare? Cosa avrebbero fatto dopo aver scoperto quanto fosse inquietante e strano?

Gli occhi di Izuku bruciarono e lui chinò la testa, fingendo di essere in difficoltà sotto il peso del corpo privo di sensi di Aizawa. L’amicizia era bella finché durava.

“Ts-Tsu- Asui.” Disse a bassa voce. La sua compagna di classe sussultò al suono della sua voce. Il bruciore nei suoi occhi quasi sfociò in delle lacrime, ma sbatté le palpebre più che poté per ricacciarle indietro. Si girò verso di lei e cercò di leggere il suo sguardo. Era paura quelle che vedeva? Tsuyu lo stava guardando come se non l’avesse mai visto prima. “Puoi andare avanti per prima?”

“Cosa?” gracidò lei, sorpresa. “E lasciarti, Midoriya? Perché mai?”

“Siamo dei bersagli facili in questo modo.” Disse. “Posso trasportarlo da loro finché non torni con dei rinforzi, qualcuno che aiuti a trasportarlo, qualcuno per coprire le spalle agli altri. Okay?”

Lei sbatté le palpebre, e l’emozione precedentemente innominabile nei suoi occhi fu rimpiazzata da una determinata preoccupazione. “Sei sicuro?”

“Starò bene, basta che torni in fretta.”

“…Okay.” Scivolò via da sotto la figura incosciente di Aizawa e rimase giusto per aiutare Izuku a sistemarsi meglio il peso prima di schizzare via con salti e rimbalzi.

Finalmente solo, Izuku alzò la testa e guardò di nuovo Aizawa; non il suo corpo privo di sensi che stava trasportando, ma il quasi-fantasma smunto che fluttuava di fianco a lui. “Avete già parlato tu e Narita?” chiese. Non era neanche lontanamente vicino al problema più pressante al momento, ma a Izuku avrebbe fatto piacere una distrazione.

“Cosa-“

“Non ancora.” Disse Narita. “Sto ancora aspettando.”

“Oh.” Disse Izuku. Il peso morto di Aizawa non era così male se si concentrava a fare un passo alla volta. Tsuyu era veloce e forte; sarebbe tornata con dell’aiuto in men che non si dica. Non aveva molto tempo per parlare. “Perché?”

“Se morirà, allora parleremo.” Disse Narita. “Se dopo tutto questo si sveglia, allora dimenticherà tutto quello che ha visto e sentito. Succede sempre così a quelli che fanno un’esperienza extracorporea in questo modo. Quindi non sprecherò il mio fiato.”

“Non hai bisogno di respirare.” Disse Izuku.

“Smettetela di parlare di me come se non fossi qui.” Disse seccamente Aizawa.

“Scusi.” Disse automaticamente Izuku. L’istante in cui la parola gli uscì, la gola gli si strinse e il bruciore negli occhi tornò alla carica.

“Non piangere, Midoriya.” In qualche modo, la voce di Aizawa era burbera ma gentile.

“Scusi.” Rantolò Izuku. “Mi dispiace, è colpa mia, è… e lei ci ha salvati, me e Tsuyu, e… Se lei muore sarà colpa mia e non è mai successo prima, e io non volevo- non volevo che questo succedesse.”

Loro lo volevano.” Disse Aizawa.

Izuku lo guardò, gli occhi offuscati.

“Tu non volevi che tutto questo accadesse. Loro invece sì.” Aizawa lanciò uno sguardo ai villain impegnati nella lotta. “Il che la rende più colpa loro che tua, non credi?”

Izuku strinse la labbra per impedirsi di piangere. “Ha finito il tempo, non è vero?” sussurrò a mezza voce. “All Might. Se non arrivano dei rinforzi in tempo, loro… lui perderà.”

“Non finirà il tempo.” Gli disse Aizawa. “È testardo come te. Starà bene.”

Ci voleva un bugiardo per scovare una bugia e Izuku aveva custodito segreti da quando aveva cinque anni. Non gli credette, anche se fu grato che il suo insegnante ci tenesse abbastanza a lui da cercare di tirarlo su.

“Visto che abbiamo cose più urgenti a cui pensare, non ti chiederò come ne sei venuto a conoscenza.” continuò Aizawa. “Ma non hai risposto alla mia domanda di prima: tu puoi vedermi. Come mai?”

“No.” disse Izuku d’impulso.

“Come, prego?”

Izuku incontrò di nuovo gli occhi del suo insegnante. “Se le dicessi tutto,” disse, la voce tremante “Significherebbe che lei è morto e necessita di sapere. Ma lei non è morto.” La sua vista si offuscò in una sbavatura bagnata e lui sbatté le palpebre per lasciar cadere le lacrime e liberarsi gli occhi. “Lei non è morto e non morirà e questo significa che non ha senso che io glielo dica. Perché lei si sveglierà, Aizawa-sensei. E tutto questo svanirà come un brutto sogno.” Le sue mani erano occupate e non poteva asciugarsi gli occhi. “Lo prometto, lei si sveglierà.”

Prima che Aizawa potesse rispondere, ci fu un grido rauco e distorto e Rei sfarfallò, apparendo davanti a Izuku. Lui inciampò, facendo quasi cadere Aizawa, ma le sue mani fredde come il ghiaccio mantennero in equilibrio sia lui che il suo carico. I suoi capelli scuri si aprirono come una tenda, mostrando abbastanza del suo viso da far vedere a Izuku quanto fosse agitata.

“Rei? Cosa c’è che non va?”

Lei lo lasciò andare per liberarsi le mani, in modo da poter segnare. È nei guai, gli disse senza parlare. Le sue mani si mossero freneticamente mentre costruivano le parole, una dopo l’altra come un fiume. Lo hanno intrappolato è nei guai ha bisogno di aiuto sta soffrendo.

Izuku si fermò così all’improvviso che quasi inciampò, prima di guardare indietro. Il suo stomaco si attorcigliò. All Might era in equilibrio precario sopra uno dei varchi di Kurogiri. Il Noumu era visibile dal bacino in su, spuntando dal varco giusto quanto bastava per afferrare All Might nelle costole. Le sue dita si erano piantate nella carne, proprio nel punto dove Izuku sapeva essere la cicatrice. La signora Shimura stava artigliando il Noumu senza successo mentre urlava la sua furia.

Il fantasma di Aizawa imprecò a bassa voce.

Sento odore di sangue, segnò Rei. Lo uccideranno.

Izuku singhiozzò mentre ogni istinto che possedeva gli gridava di correre indietro e aiutare. Ma non poteva farlo senza lasciare Aizawa a morire. Poteva salvare Aizawa, il cui quasi-fantasma era davanti a lui e poteva diventare un vero fantasma se non fossero arrivati presto dei rinforzi; o poteva aiutare All Might, che gli aveva affidato il suo potere e i suoi segreti e gli aveva promesso di allenarlo e farlo diventare il grande eroe che Izuku aveva sempre sognato di essere.

“Qualsiasi cosa tu stia pensando di fare” disse Aizawa, “Non farla. E non lo sto dicendo per essere egoista. È per salvarti, Midoriya.”

“Non voglio salvarmi.” Sussurrò Izuku.

“Dannazione, Midoriya, è rimasto a combattere per darti la possibilità di scappare!” scattò Aizawa. “Non sprecarla così facilmente!”

“Sono l’unico che sa!” rantolò Midoriya. “Nessun altro! Nessuno sa che è ferito, nessuno sa che-“

Deku!

Si girò nuovamente e la speranza lo pugnalò al cuore quando vide Tsuyu tornare con Uraraka, Sero e Satou. “Sbrigatevi!” gli urlò e la sua voce gli uscì spezzata, rauca e cruda.

Un tocco di Uraraka alleggerì il suo carico e Izuku sgusciò via da sotto il corpo inerme di Aizawa. “Portatelo al sicuro.” Esclamò.

“Midoriya, no.” gli ringhiò il quasi fantasma di Aizawa.

“Devo farlo.” Rispose.

“Devi fare cosa?” chiese Uraraka, ma Izuku stava già correndo. Rei gli tenne testa, i capelli che si attorcigliavano come neri serpenti, e lui finalmente sentì la propria paura disperata e la rabbia traboccare. Questo gli donò forza e velocità.

Lo avrebbe aiutato. Qualsiasi cosa poteva fare per aiutare, tutto quello che poteva sacrificare; lo avrebbe fatto. All Might avrebbe vinto.
 
-
 

Ovviamente, non fu così facile. Non era mai facile.

Alla fin fine, più che aver rischiato troppo una volta sola, si trattò di un susseguirsi di momenti in cui se la videro brutta. Ogni volta che All Might stava per essere sconfitto, qualcosa metteva il bastone tra le ruote al villain. Prima fu Izuku, che si rigettò nella mischia dopo aver lasciato Aizawa alle cure dei suoi compagni. Non poteva fare molto da solo, ma i suoi compagni di classe arrivarono successivamente: Bakugou, che sconfisse il villain dei varchi con un’esplosione ben piazzata, e Todoroki, che congelò gli arti del Noumu in modo che All Might potesse sfuggire dalla sua presa.

E finalmente, quando la battaglia si fece davvero disperata, quando One For All stava fluendo via dal corpo di All Might e spaccando le ossa delle gambe di Izuku con un singolo salto disperato, il resto del corpo docenti della Yūei arrivò, con Iida a fare strada.

Per riassumere la giornata, due villain erano riusciti a scappare e nessun nuovo fantasma venne alla luce quel giorno.

Izuku era a terra, gravemente ferito. Rei gli fluttuò sopra, ronzando ansiosamente, mentre la signora Shimura stava al fianco di All Might come una guardia del corpo. Era rimasta stranamente in silenzio per tutto il tempo, sin da quando era tornata assieme a lui. Ma aveva tempo per preoccuparsi di quello più tardi; in quel momento lacrime di sollievo, vergogna e paura residua gli stavano rigando il viso.

Stava bene. All Might stava bene. Izuku non aveva potuto fare molto, ma era riuscito a guadagnare tempo; aveva tenuto in stallo i villain per un po’ prima che All Might arrivasse e aveva strappato una preziosa manciata di secondi impedendogli di ucciderlo prima che Iida tornasse con i rinforzi.

Non era una persona inutile. Non aveva fatto molto, ma non era inutile.

Un’ultima cosa degna di nota accadde quel pomeriggio, prima che i paramedici arrivassero a prendere in carico lui e All Might.

“Ehi! Midoriya!”

Al suono della voce di Kirishima, Izuku alzò lo sguardo e vide il suo compagno di classe correre verso di loro con un’espressione preoccupata sul viso.

“State bene?”

Izuku si tirò su con i gomiti. “Sto bene, ma non posso alzarmi.” Gli urlò di rimando. “E- aspetta!” La realizzazione lo colpì come una scossa elettrica. C’era solo una nuvola di vapore a nascondere la vera forma di All Might. Se Kirishima si fosse avvicinato troppo… “Kirishima, fermo! Non ti avvicinare!”

Rei lasciò il suo fianco, sfarfallando, per poi riapparire sulla strada di Kirishima. I suoi capelli si gonfiarono e lei gettò le mani in avanti per fermarlo; e lui le corse attraverso come aveva sempre fatto.

Il viso del ragazzo si congelò. Inciampò, crollando su un ginocchio per poi di riprendere l’equilibrio poco dopo. Rimase un attimo fermo in piedi, gli occhi spalancati all’inverosimile.

“Stai bene?” chiese Izuku.

“Sì, sto bene.” rispose Kirishima. “Ho solo… Ho avuto una strana sensazione.”

Cementoss arrivò in quel momento e spedì Kirishima di corsa all’entrata. Rei tornò al fianco di Izuku con un sorriso orgoglioso sul viso.

Izuku poté solo fissarla, senza parole. Rei aveva attaccato delle persone prima, molte volte. Aveva provato a ferirle, o rallentarle.

Ci aveva provato. Quella era la prima volta che Izuku l’aveva vista riuscirci davvero.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: PitViperOfDoom