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Autore: raffa_ferretti    08/12/2019    0 recensioni
Mira si sedette di fianco ai suoi genitori.
- Io voglio andare in quella scuola..questo non è posto per me.-
Suo padre la guardò con la coda nell'occhio, mentre continuava a leggere il giornale. Mira sbattè le mani sul tavolo.
- Io ci andrò.. non voglio fare nessun torno a voi. Vi sono devota a vita e lo sapete, ma ho bisogno di andare via da qui. Saprò cavarmela.. vi scriverò, se vorrete..e se non vorrete capirò. -
Il signor Orebat si alzò di scatto, prese la valigia di sua figlia e la scaraventò fuori dalla porta. Poi, prese la ragazza per un braccio e la buttò fuori di casa, sbattendo il portone alle sue spalle.
Mira si ritrovò sdraiata a terra, con la sua valigia sull'uscio. Si alzò senza battere ciglio e dopo aver preso tutti i suoi averi rimasti, rimase a fissare per un attimo quelli che sarebbero stati solo ricordi.
-Addio...- Si voltò di scatto e incamminò lentamente verso la stazione, mentre un velo di lacrime le bagnava il viso.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt, Rubeus Hagrid, Severus Piton | Coppie: Albus Silente/Minerva McGranitt, Minerva/Severus
Note: Cross-over, Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 2

Sulle sponde di un fiume, in lontananza, piccole imbarcazioni molleggiavano tranquille, accompagnate dalle onde. Erano piccole barchette, non più grandi di un tavolo da cucina. Su ognuna di esse, vi era una sorta di albero maestro, che reggeva una lanternina. Il rumore delle cicale venne sostituito da quello dell’acqua che si scontrava sulle pietre e sul legno massiccio delle barche. Nel cielo, piccoli animaletti simili a lucciole correvano da parti opposte, come spiritelli intenti a voler accompagnare gli studenti lungo il percorso. Quattro a quattro, tutti i ragazzi salirono con l’aiuto di Hagrid su ognuna delle imbarcazioni, talvolta stringendosi quando se ne presentava la necessità, ad eccezione di Hagrid, che a causa delle sue gambe tozze e ingombranti, dovette accontentarsi di proseguire il percorso da solo su di una barca dall’aspetto più grande delle altre. Per un attimo, lo sguardo di Mira si perse nel vuoto. Su di un masso, uno strano animaletto peloso, osservava con attenzione gli studenti che oltrepassavano il fiume, avvicinandosi silenziosamente all’ingresso del castello. Era rannicchiato nel suo pelo, quasi sentisse molto freddo. O forse era solo goffo. Lo aveva già visto da qualche parte. Forse in qualche libro. Ma quello che più incuriosiva la ragazza, era il fatto che quell’animaletto sembrasse strizzarle un occhio, come se fosse un gesto amichevole.
“Non mi sta guardando, non mi sta guardando” disse tra se e se Mira per farsi coraggio. Si scostò i capelli sulla spalla sinistra e cominciò ad accarezzarseli cercando di non pensare a quella creatura. Si voltò nuovamente. L’animaletto era sparito. L’animo di Mira si calmò per un istante e decise di non farsi scandalizzare da nessun altro avvenimento strano o visionario. Appoggiò la schiena sul bordo dell’imbarcazione e si lasciò andare. I suoi occhi si appesantirono e ogni tanto fu costretta a muovere un arto o pizzicarsi una mano per rimanere sveglia. Era piacevole. Il vento si era calmato e il movimento gongolante della barca era come una culla. Il silenzio regnava sovrano tra gli studenti che osservavano la maestosità del castello che si avvicinava. Solo di tanto in tanto, qualcuno bisbigliava sottovoce al suo vicino. Dopo un paio di minuti, il silenzio tombale venne squarciato da un forte colpo di tosse che fece tremare l’aria e dal vocione di Hagrid che mise sull’attenti gli studenti.
- Cominciate a scendere dalle imbarcazioni. La corsa è finita! Fate molta attenzione, non vorrete passare la vostra prima sera in infermeria. - disse alzandosi e facendo vacillare la barca. La figura maestosa del gigante si mosse goffamente, mentre un altro colpo di tosse rimbombò nell’aria. Hagrid scese tenendosi saldamente al bordo della sua imbarcazione e quasi agilmente riuscì a ritrovarsi con i piedi saldi sulle rocce, senza incespicare sui bordi rialzati della barca. Tutti gli studenti lo imitarono, evitando di scivolare e farsi male. Mira, fu una delle ultime a scendere. La sua statura, non le permetteva di fare passi da gigante. Posizionò i piedi sul bordo della barca, cercando di rialzarsi mantenendo l’equilibrio. Si preparò per saltare, ma qualcosa non andò per il verso giusto. L’umidità che aveva ricoperto l’intera imbarcazione, la fece scivolare in avanti, mandandola a gambe all’aria. Quando il suo viso era a pochi millimetri dalle rocce, qualcuno la prese dalle braccia, aiutandola a rialzarsi.
- Tutto bene? Ti sei fatta male? - Una voce femminile richiamò l’attenzione di Mira. Una ragazza dai folti e lunghi capelli grigi le sorrise debolmente.
- Sto bene, grazie mille. - disse Mira risistemandosi l’uniforme. Dall’altro capo del prato, un gruppetto di ragazzini ridevano mentre osservavano la scena.
- Che avete da guardare e ridere?! Non vi ho mica detto di restare qui. Il vostro posto è con gli altri. Filate via, forza! - Hagrid si mosse a grandi passi verso Mira, guardando di tanto in tanto dove metteva i piedi.
- Tutto bene? Vi siete fatte male? - disse cercando di accovacciarsi all’altezza delle ragazze.
- Tutto bene Hagrid. Era solo inciampata. Credo che dovresti andare dagli altri studenti...sono un po’ irrequieti. -
La ragazza sorrise debolmente ad Hagrid e tese la sua mano a Mira, aiutandola a scavalcare i massi di pietra troppo alti. Hagrid si voltò e dopo aver visto un gruppo di ragazzi che si spingevano tra di loro, accorse alzando il suo ombrello gigante e biascicando parole incomprensibili. Le ragazze si avviarono nel silenzio più totale, scambiandosi sguardi furtivi.
- Grazie per avermi aiutata… sono Mira. -
- Noxa, piacere mio. Anche tu del primo anno? -
- Già… non so se sono più agitata per il primo anno o per la cerimonia dello smistamento. Ma alla fine è già tanto essere qui. - Mira guardò gli occhi neri e lucidi di Noxa.
- Avremo modo di parlare più tardi. Ora ci stanno aspettando, andiamo! -

Dopo aver varcato la l’ingresso, tra una chiacchera e l’altra, i neo studenti si ritrovarono sulla soglia della sala d’ingresso. Sullo sfondo, una specie di soppalco, dove dietro i pesanti tavoli, troneggiavano numerose sedie occupate dai docenti. Al centro, con un sorriso, Silente osservava attentamente gli studenti che si apprestavano ad entrare. Di fronte al preside, uno sgabello scuro. Su di esso, fu sistemato dalla professoressa McGranitt un vecchio cappello logoro e consumato dal tempo. Avanzando, Mira si accorse che ai lati del corridoio centrale erano posizionate lunghe tavolate, dove gli studenti li osservavano parlando tra di loro. Ansiosi e tremolanti, arrivarono di fronte al soppalco, sotto gli sguardi vigili dei professori. In un angolo, anche Hagrid osservava attentamente la situazione, sorridendo di tanto in tanto. D’un tratto, Silente fece azzittire gli studenti picchiettando con il cucchiaio sul bicchiere e si alzò in piedi aprendo le sue braccia.
- Neo e vecchi studenti, neo docenti e non, vi auguro un buon anno scolastico. Ai nuovi arrivati, facciamo un caloroso applauso come benvenuto nella nostra scuola. -
Tutti gli studenti e i docenti, scoccarono un rumorosissimo applauso che rimbombò nell’atrio. Qualcuno addirittura dal fondo lanciò un fischio. Dopo pochi secondi, tutti smisero all’unisono, come se fossero state tolte loro le batterie.
- Prima di ingozzarci con il nostro banchetto, procediamo alla cerimonia di smistamento. - Silente si sedette, cedendo il posto alla professoressa McGranitt. In mano, aveva una vecchia pergamena tutta arrotolata.
- Venite avanti quando dirò i vostri nomi. Sedetevi sullo sgabello e io vi posizionerò il cappello parlante sulla testa. -
La McGranitt srotolò la pergamena e si sistemò i suoi occhiali quadrati.
- Noxa Allen -
La ragazza osservò Mira per pochi secondi e con gli occhi bassi si avvicinò al soppalco. Si sedette silenziosamente sistemandosi la gonna e attese che la professoressa le sistemasse il cappello sulla testa. Quest’ultimo prese vita, mostrando delle incavature nere: due erano piccole l’altra un po’ più larga.
- Mmmh. Un grande cuore alberga in te cara. Si...ho deciso. TASSOROSSO! - disse facendo sobbalzare Noxa.
La ragazza scese sorridendo è si diresse verso il tavolo occupato dai Tassorosso, stringendo le loro mani una ad una. Mira la osservò, attentamente, mentre chiacchierava con il prefetto della sua casata.
- David Evans! - disse urlando sul cicaleccio la McGranitt. Il ragazzo riccioluto che era di fianco a Noxa, si mosse in maniera impacciata, scivolando non appena tentò di salire sul soppalco. Un rumore di risate, provenne dal tavolo dei Serpeverde, mentre la McGranitt li fulminava con uno sguardo. Dopo essersi rialzato, il ragazzo si sedette sullo sgabello e fece spallucce quando dalla prima fila cominciarono a chiedergli se si fosse fatto male. La McGranitt gli mise in testa il cappello, cercando di posizionarglielo il meglio che poteva a causa della sua cesta di capelli.
- Corvonero! - disse il cappello non appena sfiorò i suoi capelli. Mira applaudì insieme agli altri, mentre cercava di trattenere uno sbadiglio. Sarebbe sicuramente stata una delle ultime ad essere chiamata. Se il cappello parlante guardava il carattere dei ragazzi, allora lei non aveva proprio idea di che fine avrebbe fatto. I suoi pensieri la portavano continuamente ad uno strano ricordo. La Foresta Amazzonica e degli sciamani. Il verde della vegetazione. I rumori della natura soprassediati dal rullo di alcuni tamburi e da frasi incomprensibili. Il sapore amarognolo di un elisir.
- Mira Orebat! -






Eccomi con il secondo capitolo ragazzi!
Sono aperta a qualsiasi critica o domanda!
Scrivetemi in tanti!
Alla prossima!
 
   
 
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