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Autore: Chiisana19    08/12/2019    2 recensioni
| AU • Avventura • Azione | SasuSaku • accenni NaruHina |
Il destino è imprevedibile e delle volte anche ingiusto e doloroso.
Sakura lo ha subito sulla sua stessa pelle la notte del suo ventunesimo compleanno, ritrovandosi di fronte ad una realtà che non ha mai affrontato, rimasta per troppo tempo chiusa e al sicuro nella sua grande gabbia dorata.
La storia per scoprire la verità e il proprio destino avrà inizio, ma non sarà da sola: i suoi amici d'infanzia la proteggeranno fino alla fine, scoprendo insieme a loro che cosa significa davvero vivere ed essere libera.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Un Destino trasportato da un Vento Primaverile





Capitolo 15 ~ Poison 
 

«Quanto ci vuole ancora?»

Sasuke, in piedi vicino ad un piccolo dirupo affiancato da una cascata, si voltò al richiamo della voce di Sakura. La giovane si era seduta su un masso poco distante, mentre Naruto continuava ad osservare il panorama adagiato sul limite del precipizio, ombreggiandosi gli occhi dal colore caldo del sole.

Questo aveva intrapreso la sua lunga discesa verso Ovest, scaldando senza interruzione quelle terre lontane, sebbene si stessero avvicinando lungo l’orizzonte delle minacciose nuvole. Una brezza leggera smuoveva l’erba e i fiori, che grazie all’arrivo della Primavera erano finalmente sbocciati in cima a quelle maestose colline.

«Se continuiamo di questo passo anche domani in tarda mattinata» rispose il moro, scroccandosi appena una spalla con movimenti circolari.

Dopo una lunga camminata avevano raggiunto il Paese della Cascata, comprando qualche scorta di cibo – anche se Ino e Hinata si erano prese la briga di riempire lo zaino di Sakura.

Come di consuetudine la giovane aveva preferito rimettersi la sua mantella beige con il cappuccio calato per nascondere i capelli, cosa molto più facile dato che adesso erano corti. Sicuramente il loro trio non passava inosservato, per questo motivo, durante quella piccola sosta, la rosa aveva avvertito su di lei qualche occhiata strana o incuriosita da parte degli abitanti. Fu quasi istintivo nascondersi il più possibile col copricapo il volto e i ciuffi che spuntavano dalla fronte quando, presa in contropiede, avvertì un braccio possente avvolgerle le spalle minute, avvicinando di conseguenza il suo viso al petto di Sasuke.

Quell’improvviso contatto – o meglio dire abbraccio – l’aveva notevolmente stordita, e sapeva perfettamente di essere arrossita come una bambina. L’odore del ragazzo era penetrato nelle sue narici, provocandole una piacevole sensazione di benessere, tanto che alla fine si era lasciata del tutto andare a quella piacevole vicinanza.

Non aveva idea se anche per Sasuke fosse stato lo stesso, dato che a differenza sua teneva i muscoli completamente irrigiditi, però non l’aveva lasciata un attimo e lei aveva cercato di godersi il più a lungo possibile quel momento.

Finita la visita avevano ripreso il loro viaggio per diverse ore, fino a quando non era sopraggiunto il tardo pomeriggio. Naruto, dato che avevano saltato il pranzo, aveva implorato ai due di fermarsi per poter mangiare ed ora.. eccoli lì, vicino a quel lungo burrone.

Sakura aveva ringraziato mentalmente Naruto perché i suoi piedi avevano cominciato ad accusare la stanchezza; non era ancora abituata a camminare con quei sottili sandali.

Rimesso il cappuccio e preso lo zaino fece una leggera corsetta per raggiungere i due amici, che avevano già ripreso la scampagnata.

«Sei felice di rivedere tuo fratello Sas’ke?» domandò la giovane sorridendo, stringendosi le braghe della sacca posta dietro la schiena.

«Solo quando avremo capito meglio tutta questa dannata storia» sbuffò Sasuke, stringendosi appena la benda attorno il braccio, dato che si era allentata.

La rosa rimase ad osservarlo con la coda nell’occhio, in particolar modo le sue mani grandi e callose. Se ripensava al loro tocco forte e protettivo percepiva le proprie gote prendere fuoco. Per quale motivo si sentiva così improvvisamente agitata? Tutto solo per un banale abbraccio.. avevano addirittura dormito insieme nello stesso letto una volta, che diamine!

Scosse turbata la testa, tossendo lievemente, cercando di trovare un qualsiasi argomento che l’aiutasse a dimenticare il prima possibile quei – piacevoli - ricordi.

«Non credete che sarebbe meglio avvertire Gaara dei nostri progressi?»

In quei giorni si era completamente dimenticata di Gaara e dato che l’attacco da parte Hidan e Deidara aveva fatto perdere loro diverso tempo forse era il caso di rassicurare il Re per spiegarli che la loro ricerca aveva avuto, malgrado tutto, una risvolta positiva.

«Meglio di no Sakura-chan. Solitamente le missioni restano segregate fino alla loro conclusione per questioni di sicurezza e i messaggi vengono al massimo inviati da Suna per annunciarci di qualche novità e non il contrario»

Sakura si girò verso Naruto sorpresa, mentre questo superava con un abile balzo una piccola buca «E Gaara come fa a capire se qualcosa è andato storto?»

«Il Re ha un potere molto singolare e grazie alla sabbia è in grado di vedere qualunque cosa, anche i nostri movimenti, per questo Suna è considerata una delle città più impenetrabili» spiegò sbrigativo Sasuke, spostando un ramo che intralciava il suo cammino.

Sakura conosceva le abilità di Gaara, suo padre una volta glielo aveva spiegato, ma se doveva essere sincera non le era mai importato più di tanto perché saper controllare la sabbia non le sembrava una dote così singolare rispetto allo Sharingan di Sasuke, però forse l’aveva valutato male.

Il gruppo continuò ancora a camminare lungo il bosco, sempre accompagnato da qualche piccolo ruscello, fino a quando l’erba venne sostituita da roccia e gli alberi divennero meno fitti, permettendo ai tre di vedere il panorama.

«Siamo arrivati al limite della Terra della Cascata» enunciò Naruto, indicando col dito l’alta montagna di cui aveva parlato Neji.

A primo impatto sembrava ancora molto distante.

«Finalmente» sospirò la ragazza, togliendosi per un attimo il cappuccio, dato che stava cominciando ad avere caldo. Delle piccole goccioline di sudore le inumidivano persino la fronte.

«Vuoi fare una pausa Sakura-chan?»

Lei sorrise e negò col capo, iniziando a procedere lungo la discesa, attenta a non scivolare «No tranquillo, possiamo proseguire fino al tramonto»



**



Il sole era ormai pronto a rischiarare per altri pochi istanti la superficie prima che le sue fiamme venissero inghiottite dall’azzurro della sera. I tre amici avevano finalmente raggiunto le pendici della catena montuosa che li avrebbe condotti direttamente al rilievo più alto, che in quel momento sembrava molto più vicino. Alla loro sinistra il sole affondava dietro i monti, rosso e gonfio, tingendo le piccole cime sconnesse di una luce color sangue.

Quei luoghi erano particolarmente singolari perché, nonostante vi fosse la presenza di un grande ammasso roccioso, attorno ad essa si stagliavano diversi campi dai colori differenti. Il terreno era completamente collinare, tanto che su diversi punti l’erba era stata spazzata via dal passaggio di alcune frane, sicuramente causate per colpa delle piogge.

«È.. così strano. Siete mai stati qui?» domandò Sakura, osservando ammaliata la natura che li circondava, così come Naruto, che continuava a camminare senza alcuna paura lungo i pendii.

«Mai»

Anche Sasuke si osservava attorno circospetto. Non conosceva quelle zone, pertanto era fondamentale tenere i sensi attivi, per qualsiasi evenienza.

«Guardate, lì c’è un villaggio»

I due ragazzi inseguirono il dito di Sakura, che indicava una conca poco distante, dove infondo ad essa si potevano notare dei piccoli tetti fatti di legno, dove del fumo scuro fuoriusciva da alcuni comignoli. Molti vivai erano stati creati nei pressi delle case e sembravano abbastanza ricchi di alimenti; si poteva ancora notare l’ombra di qualche contadino mentre finiva di zappare la terra.

«Potremo chiedergli ospitalità per la notte» proferì Naruto, che continuava a tenere le iridi assottigliate, per poter vedere meglio.

Ad un certo punto un gelido vento si alzò improvvisamente, scompigliando loro i capelli. Sakura tentò di tenerli fermi alzandosi il cappuccio, ma un brivido di freddo sfuggì comunque al suo controllo.

«Buonasera, principessa del Paese del Fuoco»

Il gruppo si bloccò, voltandosi di scatto verso gli alti pendii rocciosi, in posizione di difesa. Sasuke strinse il braccio della rosa, spostandola dietro la sua schiena, sfoderando poi la sua katana, così come Naruto, che l’affiancò.

Seduta in equilibrio su una roccia si trovava Konan con le gambe accavallate. La corrente continuava a scombinare la sua chioma corta e l’abito nero con le nuvole rosse, mentre la sua mano accarezzava amorevolmente un origami a forma di cigno.

«Ancora tu?» sputò Naruto, stringendo l’elsa del suo kunai «Che c’è, vuoi fare la fine dei tuoi amici?»

In risposta, la donna rimase impassabile, anche se alcuni foglietti cominciarono a svolazzare attorno a lei «I miei compagni erano sciocchi e altezzosi, ma io sarò molto più prudente»

Senza esitazione strinse l’origami nel suo palmo, distruggendolo, e un attimo dopo la terra tremò.

I tre ragazzi furono costretti a tenersi al suolo fino a quando, attorno a loro, non sputarono in superficie degli strani individui. Erano completamente bianchi e sulla loro schiena spuntavano delle eccentriche spine, ma a parte questo presentavano una fisionomia quasi umana. 

«Chi diavolo sono questi?» mormorò Sasuke, stringendo i denti e contemporaneamente la sua Kusanagi.

Il suo occhio destro si tinse di rosso, permettendogli di capire meglio la situazione; erano circondati da una cinquantina di quei inquietanti burattini, compresa Konan.

«Vi presento i cloni di Zetsu, un nostro vecchio compagno ormai deceduto» spiegò lei, dopo essere atterrata con un balzo aggraziato.

“Devo ammettere che Kabuto ha fatto un ottimo lavoro” pensò, osservando soddisfatta l’esercito che l’affiancava.

«Sakura resta sempre dietro di noi, d’accordo? Prendi questo» sussurrò il biondo, senza staccare i suoi occhi dai nemici, allungando alla rosa un altro kunai, che esitante, lo accettò.

Quei Zetsu sembravano particolarmente minacciosi, ma allo stesso tempo deboli. Il loro ghigno fece quasi accapponare la pelle a Sakura, ma cercò comunque di fondersi coraggio, stringendo con entrambe le mani l’arnese, mentre Naruto e Sasuke parevano molto più tranquilli.

«Sasuke io terrò a bada questi cosi, tu occupati di lei» riprese Naruto, indicando col mento i loro avversari.

Sasuke annuì senza obbiettare e con un balzo superò l’armata bianca, correndo in direzione della donna.

«Mi spiace, ma non sono qui per giocare con te» dichiarò lei, allungando la mano verso di lui.

Sasuke si sentì lacerare da sottili e minuscoli pezzi di carta, come se fossero affilate lame. Uno di questi riuscì a graffiare la sua guancia, anche se tentava inutilmente di bloccarli con la sua arma, ma ogni volta questi si scansavano, come se fossero un grande stormo.

Approfittando della sua distrazione, diversi Zetsu lo assalirono, anche se Naruto cercava in un qualche di attirarli a sé con le sue copie, ma ogni volta che ne abbatteva uno, subito dopo ne puntava un altro da sottoterra, come se fosse un fungo.

«Dannazione, ma quanti ce ne sono?» esclamò Naruto, tagliando a metà l’ennesimo nemico.

Konan fissava allietata la scena.

Come aveva ben previsto, i Zetzu si erano rivelati dei diversivi perfetti, ottenendo così l’affetto disiderato: dividere i due Ninja dalla loro compagna. Naruto continuava a richiamare copie ogni volta che venivano distrutte e allo stesso tempo cercava di uccidere più nemici possibili con semplici colpi di kunai, così come Sasuke, che aveva attivato il Chidori sulla sua katana.

Sakura osservava agitata la scena, riuscendo ad aiutare in qualche modo le copie di Naruto, colpendo alle spalle quei strani fantocci con il kunai. Quella era la prima volta che lo utilizzava e sapeva perfettamente che i suoi movimenti erano decisamente scoordinati e scarsi, ma cercava comunque di rendersi utile.

Inaspettatamente gridò sorpresa quando si sentì sollevare con facilità in aria per diversi metri, dopo aver avvertito qualcosa avvilupparle il corpo. Per colpa di quell’improvvisa presa aveva persino perso l’arma e lo zaino.

«Sakura!» sbraitò Naruto, preparandosi a distruggere la sottile corda che era manovrata da Konan, ma questa lo bloccò.

«Siete fastidiosi» affermò lei a voce alta, sovrastando il frastuono della battaglia.

La sua pelle cominciò a mutarsi. Dei piccoli foglietti si staccarono dal suo volto, volando in direzione di Naruto che, in difficoltà cercò di scansarli, poi fu costretto a difendersi da altri Zetsu che si investirono su di lui. Sasuke, nel frattempo, era troppo distante e impegnato per accorgersi della situazione, anche se i cadaveri a terra andavano ad aumentare.

Soddisfatta di aver ottenuto la giusta calma, Konan si voltò verso la sua prigioniera. Stretta da un sottile cavo attorno al busto, Sakura non riusciva a compiere alcun movimento, dato che le teneva persino bloccate le braccia. Osservò terrorizzata la donna che volava dinanzi a lei, grazie ad alcuni foglietti che avevano realizzato sulla sua schiena delle grandi ali, mentre altri di questi non smettevano di svolazzare attorno a loro.

«Chissà cosa ha intenzione di fare Orochimaru con te» mormorò curiosa, avvicinando il proprio viso al suo «Sono sicura che Sasori sarà felice di rivederti» allungò la mano per prenderle una ciocca rosa, rigirandosela tra le dita.

A udire quel nome, Sakura rabbrividì.

«Lasciami andare!» gridò, allontanando la testa per liberarsi, ma in un attimo, la presa attorno al busto si strinse notevolmente, facendole quasi mancare il respiro. Percepì un leggero bruciore attorno le braccia, come se la corda avesse attraversato la stoffa del mantello, raggiungendo così la sua cute.

«Non farmi arrabbiare»

Detto ciò, Konan fece un gesto con le dita. Sakura vide i foglietti agitarsi, iniziando a graffiare le sue gambe  e il viso. Sussultò quando uno di questi incise più in profondità la pelle della sua gola.

Strinse gli occhi, trattenendo il dolore.

«..!»

Un leggero spostamento d’aria indusse Sakura a riaprirli lentamente e un attimo dopo  ebbe modo di tonare a respirare regolarmente.

Sasuke, con la katana sguainata e macchiata di sangue aveva mutilano con un rapito fendete in aria la mano della donna, allentando così il cavo che l’aveva avviluppava.

Konan si ritrasse con aria seccata, mentre il suo arto mancato prese pian piano a ricomporsi grazie ai foglietti.

Non appena Sakura percepì il proprio corpo precipitare per colpa della forza di gravità trattenne un sussulto lungo la gola, ma L’Uchiha fu più veloce. L’afferrò velocemente con entrambe le braccia – anche se la sua mano stringeva ancora la Kusanagi -, riportandola poi a terra senza alcun danno. Non appena i suoi piedi sfiorarono il suolo la giovane si liberò dai fili che ancora le cingevano il corpo, voltandosi poi insieme a Sasuke, che fronteggiava la nemica senza alcuna parola.

Sakura rimase immobile, poggiando preoccupata le mani sulla schiena irrigidita del Ninja.

Ancora una volta l’aveva salvata.

«Naruto ce la fai a badare a quei cosi?» gridò Sasuke, senza smettere di scrutare iracondo il volto di Konan, che a sua volta lo osservava furiosa.

«Per chi mi hai preso teme?» esclamò offeso Naruto poco distante, uccidendo un altro Zetsu, tagliandogli la testa di netto.

Si portò velocemente le mani davanti agli occhi e in un attimo un numero elevato di copie circondò gli scagnozzi di Konan, riprendendo una forte e violenta battaglia, permettendo così a Sasuke di dedicarsi personalmente alla donna.

Frustata, Konan digrignò i denti, squadrando i due ragazzi dall’alto. Si portò una mano all’interno della tasca e tirò fuori una piccola fiala trasparente, che conteneva un liquido scuro.

«Konan, se quei bastardi dovessero intralciarti usa questo»

«Che cos’è?»

«Tu usalo, impregnando un kunai»

Non aveva idea del perché Sosari le avesse dato quella piccola ampolla che all’apparenza sembrava innocua, ma volle comunque tentare. Prese dalla cinta una sua arma e senza esitazione ruppe con l’altra mano il vetro, permettendo così al viscido fluido di ricoprire completamente la lama. Immediatamente sentì il suo palmo bruciare, ma non se ne curò.

«Sakura, non muoverti capito?» mormorò Sasuke, mentre lei annuì, senza staccare le sue mani.

«Sasuke il suo punto debole è il fuoco. Se riesci a colpirla forse non sarà in grado a controllare come si deve quei foglietti» ipotizzò la giovane, ricordando perfettamente quando pochi giorni prima aveva liberato i loro amici dalla prigionia della donna, utilizzando un rametto ardente.

Lui annuì silenziosamente. Strinse con forza la sua Kusanagi e dopo aver fatto alcuni passi in avanti la puntò su Konan, che ancora si librava in aria grazie alle possenti ali fatte di carta.

«Chidori»

Konan sorrise, osservando la lunga e minacciosa lingua elettrica «Non ti conviene provocarmi Uchiha» esclamò calma, lanciando su di lui le sue armi cartacee come una grande onda anomala, ma poco prima che questi lo investissero, un pezzo di tronco prese il suo posto, mentre la figura del moro scomparve in una nuvola di fuma.

«Cosa?»

Si guardò attorno agitata e con un movimento veloce lanciò lontano il suo kunai imbrattato. Nello stesso istante Sasuke comparve alle sue spalle, muovendo le mani velocemente. La katana era posta dietro la sua schiena, dentro il fodero.

«Katon, Goukakyuu No Jutsu!»

La donna si voltò terrorizzata e quando vide un enorme palla di fuoco volare verso di lei, creò il più velocemente possibile una barriera fatta con i suoi volantini bianchi, che in un attimo avvamparono. Sasuke osservò serio la scena, ma non appena i pezzetti inceneriti di carta toccarono il suolo notò che Konan era improvvisamente scomparsa.

Atterrò velocemente, guardandosi attorno.

“Dov’è finita?”

Un fastidioso vento ricoprì l’aria e Sasuke seguì con lo Sharigan quei dannati foglietti raggrupparsi, fino a ricreare la figura di Konan, come se fosse un puzzle. Assottigliò gli occhi adirato mentre la donna gli regalò un ghigno divertito. I suoi occhi ambrati si mossero leggermente alle spalle del giovane, dove altri volantini continuavano a far ondeggiare e mantenere il kunai che puntava alla sua schiena. Rise divertita dato che Sasuke non sembrava essersene accorto, a differenza di Sakura.

Vedeva l’arma fluttuare minacciosa e dimenticando le parole dell’Uchiha sentì i suoi piedi scattare nella sua direzione nel momento in cui il kunai trasvolò velocemente verso di lui.

«Sasuke!»

Colto alla sprovvista il moro ruotò appena il viso verso di lei,  che abbracciò con uno slancio la sua schiena, obbligandolo a buttarsi a terra sulle ginocchia. Nello stesso istante Konan si scagliò su di loro con due Shuriken.

Rimase in ginocchio, lasciando che il suo occhio destro si mutasse nello Sharingan ipnotico. Una lacrima di sangue macchiò la sua guancia, ma lui mantenne concentrata la sua vista sulla figura della donna, che si avvicinava velocemente.

Sorrise leggermente non appena si rese conto che l’aveva perfettamente inquadrata per il suo attacco.

«Amaterasu!»

A udire quell’attacco Konan osservò terrorizzata l’avversario, ricordando perfettamente quello che era successo a Deidara. Tentò di allontanarsi, ma le fiamme nere avevano calpito alcuni suoi foglietti, permettendo alla caldana scura di divampare verso di lei.

Strillò dal dolore quando percepì la sua fortissima vampa avvolgerle il corpo. Notò la sua rosa – che solitamente le abbelliva la capigliatura - volare verso terra, ma prima di toccare il suolo divenne cenere, così come il suo esercito di Zetsu.

Rimase a terra, cercando di trattenere quell’insopportabile spasimo. I suoi occhi ammirarono un’ultima volta il cielo già scuro e privo di stelle, completamente ricoperto da minacciose nuvole cariche di pioggia.

«P-Pain.. non v-volevo f-fallire.. io..»

Si lasciò andare, permettendo a quel doloroso inferno di inghiottirla completamente.

Sasuke tirò un sospiro stanco, distogliendo lo sguardo dalla figura dell’avversa oramai quasi del tutto carbonizzata, permettendo così alle sue fiamme nere di estinguersi. Captava ancora la presa salda di Sakura attorno al suo corpo, ma decise di non scansarla; sicuramente quell’ardua quanto breve battagliava l’aveva scossa un poco.

Non appena aveva scorso con un’occhiata lontana il suo corpo sospeso in aria non ci aveva pensato un attimo a schivare i fantocci bianchi per poterle raggiungerle. Per un attimo, la sua gola aveva persino fatto scappare un grido che pronunciava il suo nome, ma fortunatamente era stato arrestato in tempo.

Si arruffò il ciuffo, frastornato per quelle emozioni decisamente troppo forti per lui.

«Maledizione teme stavi per colpire anche me!» si lamentò Naruto, raggiungendo i suoi amici e scrollandosi un po’ di polvere dalle braccia nude.

Non appena aveva notato l’attacco di Sasuke centrare i fantocci e le sue copie di era allontanato immediatamente con un balzo. Sapeva che le fiamme dell’Amaterasu erano praticamente inestinguibili perciò, per evitare di rimanere incenerito, aveva preferito ricorrere ad una fugace fuga.

Osservò i due ragazzi, ancora piegati per terra. Sasuke si tastava leggermente l’occhio destro; sicuramente utilizzare quella mossa gli provocava ancora qualche fastidio, mentre Sakura non sembrava intenzionata a mollare la schiena del moro, tenendo poggiata la fronte su essa.

«Sakura-chan stai bene?» domandò Naruto, avvicinandosi a lei.

Bloccò la mano in aria quando i suoi occhi azzurri videro un kunai conficcato al centro della sua schiena, mentre un rivolo di sangue macchiava il suo mantello.

«Sakura!»

Sasuke seguì confuso l’amico e quando cercò di voltarsi, sentì la presa di Sakura scivolare, come se si fosse improvvisamente spenta. Si mosse velocemente, prendendola al volo, prima che rovinasse a terra.

«Merda»

Tenne la ragazza col busto alzato, mentre questa pareva priva di coscienza.

Una piccola goccia sfiorò il suo viso divenuto pericolosamente pallido e un attimo dopo tante altre piccole lacrime fredde bagnarono i loro corpi, cadendo dal cielo. Sasuke sfiorò la sua fronte: scottava terribilmente.

Naruto intanto aveva estratto il kunai con un movimento veloce, facendo scappare alla giovane un gemito, osservando poi attentamente la lama. Avvertì un odore strano e senza esitazioni lo avvicinò al suo naso.

«C’era del veleno sulla lama» i suoi occhi divennero terrorizzati, così come quelli di Sasuke «Dobbiamo cercare aiuto»

Sasuke annuì serio, prendendola saldamente tra le braccia. Non appena sentì Naruto sfilare la sua katana si fece aiutare a issarla sulle sue spalle, stringendo poi le sue gambe per non farla cadere, lasciando che le sue braccia ciondolassero davanti a lui, sopra le spalle.

Presero a correre lungo la discesa, intenzionati a raggiungere il piccolo villaggio che avevano scorso prima.

Ad ogni secondo che passava Sasuke percepiva il suo stomaco contorcersi; era colpa sua. Quel kunai aveva sicuramente mirato a lui, ma Sakura si era messa in mezzo, prendendolo al posto suo, solo perché non se ne era accorto.

Indurì la mascella, aumentando ancora di più il passo, percependo sul suo collo il respiro caldo di Sakura che diveniva sempre più corto e delicato.

Raggiunto il piccolo isolato completamente zuppi i due ragazzi si guardarono attorno, notando che i pochi abitanti si erano già rintanati nelle loro abitazioni, mentre una luce giallastra fuoriusciva dalle finestre.

«Ehi! C’è qualcuno?!» gridò Naruto disperato, ma nessuno rispose.

Con alcuna intenzione di arrendersi, il biondo raggiunse a caso una dimora, cominciando a battere forte un pugno sulla porta «Aprite per favore!»

Continuò a colpire senza ritegno il legno, rischiando quasi di romperlo, finché i suoi occhi non cominciarono a inumidirsi, e non era per colpa della pioggia. Ad un certo punto l’uscio si aprì, permettendo al volto freddo  e duro di un uomo di spuntare appena dallo spiraglio, senza dare la possibilità ai due ragazzi di vedere l’interno.

«La nostra amica sta male, ci serve un medico» esclamò Naruto sbrigativo, indicando la giovane svenuta dietro di lui, sorretta da Sasuke, ma questo, dopo averli scrutati – special modo la spada che ancora stringeva con una mano - negò col capo.

«Andate via»

Chiuse senza ripensamenti il portone in faccia a Naruto, rischiando di colpire il suo naso.

Questo rimase sconcertato e a bocca aperta, raggiungendo poi con un balzo un’altra casa, leggermente più piccola, ripetendo le stesse azioni. Questa volta fu una donna ad aprire, anche lei con atteggiamenti intimiditi e distaccati.

«N-non posso aiutarvi, mi dispiace»

Al secondo rifiuto, Naruto provò ancora su un altro uscio, ma stavolta non aprì nessuno, sebbene le luci fossero accese.

Disperato, si portò le mani sui capelli gocciolanti, lanciando uno sguardo preoccupato a Sasuke.

Il moro tremò di rabbia, tanto che il suo occhio destro si tinse del colore del sangue. Per quale diamine di motivo continuavano a ignorare la loro richiesta d’aiuto?!

Sentiva il corpo di Sakura tremare percettibilmente, tanto che la pelle delle sue gambe era gelata, così come quella delle braccia. In quel momento l’arrivo della notte e della pioggia non l’aiutavano affatto.

«Bastardi apriteci!» gridò Sasuke, fuori di sé.

Il suo incombente urlo agito dall’impulso riecheggiò per tutta la zona, ricoprendo persino il fracasso di quell’acquazzone che picchiava con violenza il terreno e le tegole in legno delle case. I suoi polmoni continuavano a chiedergli più aria, ma nonostante prendesse dei grandi e lunghi affanni non bastavano mai a farlo calmare, almeno un poco. Non vedeva quasi più niente, persino Naruto, che era rimasto col volto scoraggiato sul portico della terza casa.

Sentì le sue mani oscillare, consapevoli che ogni millesimo di secondo perso era rischioso per la ragazza che si portava appresso.  

Perché non se ne era reso conto? Perché aveva lasciato che accadesse? Da quando avevano lasciato Suna non aveva fatto altro che commettere errori, perché? Perché? Perché?

Perché?!

«Q-qualcuno forse può aiutarvi»

I due si voltarono di scatto, notando una giovane contadina affacciata dalla propria piccola abitazione.

Naruto, come se si fosse improvvisamente risvegliato, si avvicinò a lei, fregandosi della reazione alquanto impaurita della ragazza.

«Chi? Dove si trova?»

«A.. a nord. La sua casa si trova in mezzo al bosco, vicino ad una grande cascata» spiegò lei con voce debole, indicando col dito magro e smunto la direzione giusta, dove numerosi alberi davano vita a quella che sembrava una vera e propria foresta.

«Muoviti Naruto!»

Il biondo fece un leggero inchino per ringraziare la giovane e con uno scatto veloce raggiunse il compagno, che aveva quasi raggiunto l’inizio della selva. C’erano diversi ceppi attorno a loro, affiancati da lunghi e spessi tronchi tagliati, posizionati in maniera piramidale, ma a forza di addentrarsi nella foresta questa diveniva sempre più fitta, così come l’oscurità.

«Sa.. Sas’ke?»

Una fievole voce riscosse il moro dai suoi pensieri, facendogli girare appena la testa, ma senza arrestare la sua corsa, riportando subito dopo l’attenzione davanti a lui.

«Resisti Sakura» sibilò con voce ferma e decisa, aumentando al contempo con le mani la presa sulle sue gambe «Non devi addormentarti, hai capito?»

Sentì il suo capo pesante muoversi appena, forse per convalidare le sue parole, le esili braccia invece strinsero con poca forza il suo collo teso. Sentì le sue labbra liberare un respiro greve.

«Scu.. scusami»

Il cuore di Sasuke sembrò esplodere, prima che una pungente sensazione allo stomaco – simile a piccolissimi aghi che gli trapassavano la pancia - gli fece quasi perdere l’equilibrio. 

«Non fare la noiosa» tentò di dire, cercando di nascondere il suo tono sussultante.

Strinse gli occhi, per cercare di cacciare le gocce d’acqua che gli offuscavano la vista, provocandogli un leggero bruciore, anche se qualcosa dentro di lui gli diceva che forse non era proprio del tutto colpa della pioggia. Sentì improvvisamente la fronte di Sakura premere sulla sua spalla, mentre la presa delle braccia si allentò; aveva perso ancora i sensi.

«Cazzo»

Corsero per altri minuti che parvero infiniti.

Sasuke, grazie allo Sharingan attivo, aveva individuato un fiume, seguendo così il suo percorso inverso che proveniva dall’alta montagna. Quel luogo era veramente desolato, molto di più rispetto alla Foresta della Morte, tanto che Naruto stava quasi per perdere le speranze, quando le sue orecchie udirono un frastuono riconoscibile.

«Guarda, la cascata!» esclamò sollevato, individuando tra le folte chiome l’alta caduta dell’acqua che partiva da un precipizio.

Si guardarono attorno, per cercare di trovare quella dannata casa. Mentre Sasuke controllava con i suoi occhi, Naruto salì su un alto ramo di un albero. Alzato lo sguardo vide che sulla destra della cascata, più a meno a metà della sua discesa, c’era un ripiano di terra, che portava ad un’altra strada.

Era notevolmente nascosta e difficile da raggiungerla, ma non per lui.

Con abili e celeri balzi riuscì nel suo intento e quando vide il piccolo abitacolo in legno nascosto tra gli alberi chiamò con un grido Sasuke, che pervenne in un attimo.

«Ehi! Aiuto! Vi prego apriteci!»

Come al villaggio, il biondo cominciò a colpire forte la porta, anche se dalla finestra non rifletteva alcuna luce, come se la casa fosse vuota. Infatti, nessuno gli aprì.

«Cazzo» mormorò Naruto, guardandosi attorno, raggiungendo poi la finestra vicina, guardando all’interno, ma per colpa del buio non vide nulla.

Ringhiò appena e senza esitazioni caricò un pugno.

«Che fai Naruto?» pronunciò Sasuke, ma un secondo dopo l’amico ruppe la finestra, ferendosi le nocche della mano, lasciando che alcuni pezzi di vetro ricoprissero sia il pavimento all’interno dell’edificio che l’erba del giardino.

Naruto entrò dentro senza farsi problemi, pestando coi piedi i pezzetti di cristallo, che si frantumarono ancora di più. Sasuke rimase in attesa speranzoso, ascoltando con attenzione il respiro di Sakura che sembrava sempre più debole.

«Merda non c’è nessuno qui!»

L’Uzumaki uscì con un salto dalla finestra insieme alla sua lunga sciarpa ormai inumidita, che continuava a svolazzare attorno a lui.

Che li avessero imbrogliati? In effetti quella casa sembrava piuttosto vecchia e decaduta, così come l’interno.

I due ragazzi si scambiarono tesi uno sguardo atterrato, non avendo idea di che cosa fare, dato che nessuno di loro aveva mai avuto esperienza con i veleni; non erano neanche in grado di creare una cura.

Ad un certo punto udirono il suono di alcuni rami spezzarsi, mentre dei cespugli venivano scansati. Si girarono all’unisono in direzione della foresta buia, notando l’ombra di alcuni uomini sbucare da essa. Erano in cinque e i loro volti erano poco rassicuranti.

Questi li scrutarono, così come Sasuke, che istintivamente fece un passo indietro, aumentando appena la presa su Sakura non appena notò un coltello ricurvo seminascosto. In quel momento combattere era l’ultimo dei suoi pensieri; era piuttosto disposto a scappare, risultando ai loro occhi un codardo, che prolungare ancora più del dovuto la sofferenza della ragazza.

«Anche voi siete stati fregati?» disse uno di questi divertito, sicuramente il capo, dato che si trovava al centro e fisicamente si presentava come il più robusto.

Sasuke assottigliò gli occhi «Chi diavolo siete?»

Questo ghignò, così come i suoi compagni, continuando ad armeggiare il suo arnese «Amici della donna che ci ha derubato»

«Perdete il vostro tempo. Non c’è nessuno qui e non conosciamo nessuna donna!» sbraitò Naruto, mettendosi in posizione di difesa, dato che quelli cominciarono ad avvicinarsi a loro con passi lenti e ostili.

«Vorrà dire che prima ci divertiremo con voi»

Naruto lanciò uno sguardo preoccupato all’amico, che non aveva intenzione di abbassare il suo sguardo autorevole verso gli energumeni, però allo stesso tempo aveva le mani legate dato che non poteva lasciare Sakura.

Decise di attivare lo Sharingan Ipnotico per usarlo su di loro, ma il biondo lo precedette «Sasuke non possiamo perdere tempo» questo si voltò confuso, ma Naruto non se ne curò, portandosi le mani davanti agli occhi.

Gli uomini scattarono i loro muscoli, pronti ad affrontarli.

«Tecnica della Moltiplc..»

Improvvisamente, un’ombra che apparì dalla foresta bloccò Naruto, mentre questa volò in direzione dei banditi.

Un grido battagliero riempì l’aria, imponendo ai cinque a voltarsi, ma non appena capirono cosa stava per succedere la figura misteriosa atterò su di loro con una gamba alzata. La violenza dell’arto fu talmente potente che provocò un ingente danno al terreno non appena lo toccò, sollevando un gran polverone nonostante la pioggia che continuava a scrosciare.

Gli uomini, completamente terrorizzati e sdraiati a terra, guardarono impauriti la persona appena giunta.

Naruto e Sasuke osservarono sorpresi la scena, scoprendo che la figura era quella di una donna, che squadrava minacciosa e con le braccia incrociate quel gruppo di oppositori.

«Siete proprio insistenti, brutti scimmioni» sputò questa, avvicinando il suo volto al leader – ancora col sedere premuto a terra -, che tremò percettibilmente.

«Sparite!»

Al suo bercio questi piagnucolarono, correndo indolenziti e ricoperti di terra in direzione del bosco. La donna sorrise soddisfatta, ma quando notò altre due persone assodò nuovamente lo sguardo, senza sciogliere le braccia che esaltavano il suo seno prosperoso.

«Volete prenderle anche voi, mocciosi?» sbraitò, senza muoversi.

Naruto, ancora sconcertato, ingoiò un po’ di saliva, cercando poi di nascondere il suo disagio «Lei abita qui?»

«E se anche fosse?»

Il biondo lanciò uno sguardo all’amica ancora svenuta, accumulando così maggiore sicurezza. Fece un passo in avanti con decisione, i pugni stretti fino a far male, dato che le nocche della mano destra continuavano a sanguinare.

«Ci hanno detto che lei può aiutarci» disse serio, indicando col capo Sasuke e Sakura «La nostra amica è stata avvelenata e rischia di morire, la prego»

Alle parole di Naruto quest’ultima sussultò sorpresa, guardando poi la giovane priva di conoscenza, nascondendo comunque le sue emozioni. Nello stesso instante, dal bosco, apparve una seconda ragazza, molto più piccola ed esile, che affiancò la donna.

«Perché dovei farlo?»

Le due guardarono curiose il biondo, che si avvicinò a loro con passi decisi.

Sasuke seguì i suoi movimenti «Naruto..»

Socchiuse appena le labbra, così come quelle della compagna che affiancava la donna quando videro il ragazzo sedersi sulle proprie ginocchia e toccare senza esitazione le mani e la fronte il terreno umido e sporco di fango.

«La imploriamo» pronunciò lui, supplichevole, stringendo con decisione le palpebre, che erano divenuti nuovamente lucidi.

Le due rimasero in silenzio, continuando ad osservare dall’alto verso il basso Naruto che non aveva intenzione di cambiare posizione.

Non appena gli occhi color cioccolato della donna si posarono su Sasuke, anche lui piegò verso il basso la testa, pregante, mentre la sua mascella si indurì; in quel momento non gliene fregava niente del suo orgoglio.

Attorno a loro calò il silenzio, ricoperto unicamente dal rumore della lieve pioggia che continuava a precipitare. La ragazza dai capelli corti e scuri lanciò un’occhiata all’amica, che continuava a mantenere le braccia incrociate e il volto rigido, ma attento, sui due ragazzi, come se li stesse studiando con notevole attenzione.

Fu un tocco leggero sulla sua spalla a costringerla a prosciogliere un sospiro, arrendevole.

«Presto, entriamo in casa»



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Chiedo umilmente scusa per il ritardo, ma (s)fortunatamente si sta avvicinando l’ambita Laurea, perciò in queste successive settimane sarò occupata a dedicarmi alla tesi. Da oggi aggiornerò ogni quattordici giorni, perciò ci rivedremo Domenica 22!
Me ne approfitto anche per ringraziare con tutto il cuore le persone che continuano a leggere la mia piccola storia, sebbene gli ultimi capitoli non abbiano ricevuto tante recensioni. Sono felice e orgogliosa di proseguire insieme a voi questa fantastica avventura** 
Un bacio e alla prossima!
Marti❤️
  
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