Anime & Manga > Demon Slayer/Kimetsu no Yaiba
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Autore: efferey    09/12/2019    0 recensioni
Visto il periodo Natalizio ho deciso di sfornare una raccolta di mini one shot che hanno come tema il natale / capodanno su varie ed eventuali coppie. Che il fluff natalizio sia con tutti voi.
»InosukexAoi
»Sanemi&Kanae
(in continuo aggiornamento)
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inosuke Hashibira, Mitsuri Kanroji, Sanemi Shinazugawa, Tanjirou Kamado
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lucky charm
»Inosuke and Aoi

I still remember the feeling I felt 
when I first started talking to you;


 


«Perché in un modo o nell’altro tu ed il tuo branco di amici siete sempre qui?»
Ecco le parole indispettite con cui la ragazza con le codine lo aveva accolto presso la Butterfly Estate, unico posto in grado di curare le ferite riportate da Inosuke Hashibira. Lo aveva già sperimentato altre volte, seppur a malincuore, specialmente dopo il combattimento sulla montagna, in cui le aveva prese dai demoni ben più forti di lui. Alla fine era stato portato in quel posto pacifico in cui gli era stato concesso di allenarsi per diventare più forte, perché era questo ciò che Inosuke desiderava: voleva diventare fortissimo così da uccidere qualsiasi demone e fronteggiare qualunque pilastro. Peccato che il giovane Hashibira non fosse ancora in grado di competere con tutti loro, infatti recentemente, dopo aver sfidato impunemente il Pilastro della Roccia, ecco che ricevette una sonora sconfitta con tanto di trauma cranico che un paio di settimane prima aveva curato.
Ed adesso, a distanza di così poco tempo, dopo aver portato a termine una nuova missione assegnata dal corvo, che prima o poi avrebbe mangiato, si ritrovava di nuovo a dover richiedere l’aiuto delle ragazze strane che non combattevano ma che riuscivano a curarlo. Aveva cercato di rimandarlo, urlando al corvo le solite frasi del tipo “NON HO BISOGNO DI AIUTO, STO BENISSIMO! ANDIAMO A COMBATTERE SUBITO!” ma alla fine aveva ceduto alla propria stessa stanchezza si era diretto a malincuore verso quel posto. Era strano come lo stare disteso a letto, mentre le medicine iniziavano a fare effetto, quanto Inosuke si sentisse debole e triste, perché in quei momenti era come se il proprio sogno di essere il più forte venisse spazzato via bruscamente. Non gli sarebbe dispiaciuta la compagnia di Komparo (o forse era Kentaro?), della sua sorella demone e del frignone biondo, peccato che anche loro erano impegnati in altre missioni, quindi non avrebbe neanche avuto il loro appoggio.
Sì, ogni tanto ad Inosuke piaceva la compagnia dei suoi compagni d’avventura e di esplorazioni, erano i migliori che avesse mai potuto trovare, anche perché prima o poi lo avrebbero eletto leader indiscusso del loro gruppo, mancava poco. In fondo chi poteva dire di no al Re della Montagna? Perfino lo splendente Pilastro del Suono si era inchinato a lui dopo gli scontri nel quartiere a luci rosse, o forse era semplicemente svenuto per colpa del veleno… no, si era inchinato, molto più plausibile così.
Dopo aver fatto il suo ingresso alla dimora ecco che era stato portato a letto e da li la sua degenza, l’ennesima, aveva avuto inizio.
Probabilmente non aveva contato quanti giorni erano passati, decisamente troppi, e di Testaro e gli altri neanche l’ombra. Aveva visto di sfuggita Shinobu che gli aveva donato un paio di colpetti sulla testa e suggerito caldamente di allenarsi ancora un po’, così che una volta fuori sarebbe stato ancora più forte, il tutto accompagnato da manciata di biscotti appena fatti. Ecco una cosa positiva dello stare in quel posto: cucinavano sempre tutto ciò che Inosuke desiderava, e lo facevano a qualsiasi ora del giorno.
Allenamenti, cibo e solitudine erano un mix che non gli dispiaceva troppo ma che alla lunga doveva finire perché lui doveva andare ad ammazzare demoni. E poi quel pigiama era davvero fastidioso, come si poteva sopportare quella cosa addosso per tutto quel tempo?  Insomma, lo faceva solo perché Shinobu gli aveva suggerito di rimanere vestito così sarebbe guarito più in fretta.
Era una donna meravigliosa e quella sensazione di stretta allo stomaco che provava ogni qual volta le parlava non riusciva ad essere definita.
La maschera calata sul viso, come sempre, non poteva essere abbandonata anche mentre si riposava a letto nella penombra della stanza vuota, ma ecco che dei passi improvvisi e forse anche esitanti, si fermarono dinnanzi la porta che, subito dopo, venne aperta con un movimento piuttosto rapido.
Inosuke, incuriosito da quell’incursione pomeridiana, dopo gli allenamenti, sollevo appena il busto ritrovandosi a guardare incuriosito la figura di Kei o Rei o forse era Aoi avvicinarsi verso il proprio letto mentre teneva le braccia strette dietro la schiena.
Già, Inosuke non è mai stato alquanto perspicace, specialmente quando si tratta di approcciarsi ad un altro essere umano, gli viene difficile essendo stato abituato a vivere a contatto con gli animali, in particolare modo i cinghiali, ed ecco che molto poco discretamente punta un dito in direzione della ragazza vestita di bianco che si arresta a qualche metro di distanza dal suo letto.
«Mi hai portato la tempura???» domandò speranzoso il ragazzo dai capelli scuri e la maschera da cinghiale, convinto che fosse ora di cena.
Ma ella scosse il capo gonfiando le guance in un’espressione che Inosuke trovò quasi divertente, quindi fece ricorso a tutta la propria forza per non scoppiare a ridere davanti quelle guance arrossate ed il cipiglio indispettito che era solita assumere quando parlava con lui. Era vero, Aoi era abbastanza fastidiosa, lo rimproverava una volta sì e l’altra pure, però a modo suo cercava di aiutarlo, od almeno questo era ciò che Tanjiro sosteneva (sì, ogni tanto ricorda qualche nome). Però Inosuke era convinto che in realtà lei volesse solo torturarlo, ipotesi ben più accreditata rispetto ad altre.
«Ma sei scemo? Non è ancora ora di cena e poi non sono la tua cameriera!» sbottò palesemente infastidita la ragazza dalle codine.
«Ah—…» la delusione fu abbastanza palpabile nella voce adesso moscia del giovane spadaccino che si distese nuovamente sul proprio letto così da poter fissare il soffitto e deprimersi fino all’ora di cena.
Ma Aoi fece qualcosa e sempre con l’aria infastidita ecco che gli lanciò addosso qualcosa di piccolo che atterrò perfettamente sullo stomaco di Inosuke.
«Sei sempre uno stupido. Questa sera ci sarà la cena di Natale con il resto dei membri della Butterfly Estate, quindi sii puntuale, non ho intenzione di aspettarti anche per questa cena.» sbottò all’improvviso ella mentre si voltava con aria di superiorità per ritornare verso la porta da cui era venuta poco prima. «E quello è per te, non devi mangiarlo è un portafortuna, magari così eviterai di romperti tutte le ossa.»
Inosuke, sempre più confuso dalle parole di Aoi, ecco che non ebbe neanche tempo di dire o fare qualcosa che la ragazza si allontanò sbattendo la porta alle sue spalle, lasciando il ragazzo nella sua solitudine.
Aveva parlato di Natale ed effettivamente, viste le temperature ben più basse del solito, poteva anche essere. Non aveva controllato sul calendario quel giorno, anche perché Inosuke non aveva mai approfondito più di tanto quella tradizione. L’aveva scoperta stando con il vecchio e con suo figlio, perché un giorno di Dicembre ecco che gli portarono dei doni e cucinarono così tante cose che Inosuke mangiò tutto prima della cena tanto attesa. Ecco, lo aveva totalmente rimosso dalla memoria, anche perché le sue preoccupazioni erano altre, visto e considerato che si era allenato tanto a lungo e tanto duramente per entrare nella squadra ammazzademoni, quindi l’idea di quelle festività gli era sfuggita del tutto, almeno fino a quel momento.
Lentamente sollevò ancora una volta il busto ed ecco che afferrò quel piccolo oggetto che la ragazza gli aveva lanciato ed ecco che da dietro la maschera gli occhi smeraldini del giovane si ritrovarono ad osservare ammaliati un piccolo pupazzetto a forma di cinghiale.
Gli aveva chiaramente detto che si trattava di un portafortuna e quindi questo voleva dire che Aoi gli aveva fatto un regalo.
A lui.
Insomma, perché gli aveva fatto un regalo?
Ed in quel momento la stessa strana sensazione di piacevole formicolio allo stomaco si fece sentire, proprio come capitava con Shinobu, o con Tanjiro o con la vecchietta che si era presa cura di loro. Già, quella era la stessa sensazione di piacere perché Inosuke, stranamente, si ritrovava debole davanti alla gentilezza delle persone che dimostravano nei suoi confronti.
Si sfilò lentamente la maschera da cinghiale e la poggiò sul comodino, così da avere una migliore visuale di quel piccolo pupazzo che gli era stato donato. Lo studiò attentamente, rigandoselo fra le mani per qualche attimo di troppo, mentre analizzava i dettagli minuziosi che erano stati fedelmente riprodotti. Quella sensazione andò aumentando al punto che l’ombra di un sorriso andò ad increspare le labbra screpolate del ragazzo.
Un portafortuna era proprio quello che serviva al Re della Montagna, così sicuramente sarebbe diventato più forte e non si sarebbe fatto battere da nessun Pilastro e men che mai da qualche demone.
Però, improvvisamente, l’idea di andare quella sera a mani vuote alla cena che avevano organizzato era totalmente fuori discussione. Non poteva essere da meno rispetto alla ragazza, anzi, doveva batterla anche nel fare i regali.
Così, dopo essersi rimesso in testa la propria fedele maschera che non avrebbe mai abbandonato, ecco che Inosuke si rimise in piedi, infilò le prime scarpe che trovò a disposizione e fregandosene del pigiama, aprì la finestra della propria stanza e schizzò via, portando con sé quella manciata di soldi che aveva ottenuto durante qualche missione e che conservava per qualche imprevisto, tipo il dover mangiare qualcosa di buono. Quello era il momento adatto per andare fuori, nonostante la temperatura piuttosto bassa, anche lui doveva vincere quella sfida sui regali di Natale.

 

Sera inoltrata…

Il villaggio vicino alle dimore dei Pilastri era meno vicino di quanto Inosuke ricordasse, infatti per raggiungerlo non solo aveva dovuto correre ma si era addirittura perso in quei mercatini pieni di gente che, come lui, stava comprando qualche dono per il giorno di Natale. Solo che lui non sapeva dove andare, quindi quella fuga che sarebbe dovuta durare solo mezz’ora, nella sua testa, durò un paio di ore, con tanto di una ricerca estenuante perché mica sapeva che cosa poteva piacere a delle ragazze.
Insomma loro erano sempre gentili ma Inosuke non aveva idea di che cosa piacesse loro, perché non glielo aveva mai chiesto, e poi l’idea di comprare della semplice carta da lettere, venne esclusa dallo stesso proprietario del negozio che gli suggerì, invece, di provare in una piccola bottega dove vendevano fermagli per capelli.
Quel posto fu per Inosuke una vera miniera d’oro, anche perché venne accolto da una dolce vecchietta che sentendo la sua confusa ed affrettata storia decise di aiutarlo nel prendere dei fermagli ed anzi, vedendolo tanto disperato, gli regalò tutti quelli di cui aveva bisogno. Sì, era quello il vero spirito del Natale, a detta della signora, quindi con un sacchetto pieno di fermagli ecco che finalmente Inosuke riuscì a ritornare fino alla Butterfly Estate, facendo il suo ingresso in totale ritardo e trovando il salone allestito già per la cena di Natale.
Forse avrebbe dovuto avvertirle della sua fuga per prendere quei regali, vista l’espressione indispettita di Aoi che sembrava non aspettare altro se non rimproverarlo. Accanto a lei Kanao, invece, era piuttosto tranquilla, come sempre e lo stava suturando con attenzione, mentre le tre bambine che lo aiutavano sempre erano sulla stessa scia di Aoi.
«Sei un vero stupido, ci hai fatte preoccupare—… Sei sparito per più di due ore!!»
Inosuke, dal canto suo, cercò di sminuire il tutto sollevando con aria trionfale il sacchetto pieno di doni che aveva preso con tanta minuzia e perizia, infatti prima ancora che qualcuna potesse anche solo dirgli qualcosa ecco che parlò.
«Ho portato dei regali, perché è così che si fa a Natale, giusto?»
Cercò di risultare meno impacciato di quanto in realtà non fosse ed ecco che sotto lo sguardo stupito delle ragazza svuotò l’intero sacchetto con i fermagli sul tappeto accanto a loro e si sedette a terra intrecciando le gambe, mentre cercava di ricordare quale avesse scelto per chi. No, non era il massimo nel ricordare certe cose, doveva ammetterlo, però ci provava quindi con enfasi prese l’unico fermaglio di cui si ricordava con assoluta certezza, quello che aveva scelto per Aoi, il primo fra tutti. In fondo era per lei che era andato a prendere quei regali, ed infatti dopo aver cercato a lungo, mentre le ragazze entusiaste ammiravano tutti i fermagli, ecco che finalmente trovò quello che aveva scelto per lei. Era a forma di fiore, una Nemophila blu aveva detto la signora del negozio, che gli aveva ricordato immediatamente la figura della ragazza. Forse per via del colore o forse perché era delicato proprio come lo era lei che non sapeva combattere, questo non aveva saputo spiegarlo Inosuke che si era limitato a prenderlo ed a metterlo subito da parte.
Con fare quasi annoiato glielo porse tenendolo poggiato sul palmo della mano.
«Tieni, è un portafortuna!» la imitò nel dare una spiegazione a quel suo gesto, anche se non era certo che portasse davvero fortuna, ma quello era un dettaglio al quale non aveva fatto troppo caso.
Ed Aoi, dal canto suo, in silenzio osservò quel piccolo fiore che le stava porgendo e stranamente Inosuke la vide tentennare dinnanzi a quel piccolo gesto, tanto che fu costretto a spingerlo in avanti invadendo lo spazio personale della ragazza con le codine.
«G—… grazie.» mormorò ella, allora, prendendo finalmente il fermaglio che il ragazzo le stava porgendo, mentre teneva lo sguardo basso e prima ancora che potesse fare qualcosa ecco che lo andò a sistemare fra i propri capelli, appuntandolo non troppo lontano da quello a farfalla che le distingueva dal resto dei cacciatori.
Probabilmente Inosuke sorrise in maniera del tutto automatica davanti a quel gesto, fortuna che però la maschera mascherò il sorriso da ebete dovuto anche alla piacevole sensazione che aveva provato quel giorno, tutto grazie a lei.
Fu quasi una fortuna che fra le urla generali delle altre ragazze, entusiaste di tutti quei fermagli e desiderose di ricevere il loro, lo distrassero dalla visione di Aoi imbarazzata con quel fiore fra i capelli.
Prima della cena Inosuke distribuì parecchi fermagli alle ragazze presenti, anche perché forse ne aveva presi decisamente troppi. Ne considerò alcuni anche per Shinobu e Nezuko, ma anche per Tanjiro e Zenitsu, che quando scoprirono il tutto li indossarono per alcuni minuti prima di regalarli alla demone, ben più avvezza a portare i fermagli per capelli rispetto a quanto non fossero i due ragazzi.
Magari avrebbe dovuto iniziare a ricordarsi più spesso di quelle festività, e magari adesso con quel piccolo e nuovo portafortuna, che teneva sempre in tasca, si sarebbe rotto qualche osso in meno e tutto questo solo grazie a Rei.
No,  lei era Aoi.

   
 
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