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Autore: Nephertiti    10/12/2019    1 recensioni
* Sequel di "Girl of light"
E' trascorso un mese da quando Mitsuko ha varcato la soglia d'ingresso di villa Sakamaki.
Il suo rapporto con i sei fratelli sembra aver raggiunto un equilibrio.
E mentre la ragazza si gode le vacanze estive, qualcuno la osserva nell'ombra.
L'arrivo di una nuova famiglia di vampiri porterà a galla nuove verità sul conto di Mitsuko.
Lei è molto più di una sposa sacrificale e lo scoprirà ben presto a sue spese.
***
Non è necessario aver visto entrambe le stagioni dell'anime, tuttavia sarebbe il caso di leggere la mia prima fanfiction.
La trama si intreccia appena con le vicende di "Diabolik lovers more blood"
Ma non tutto è come sembra.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 16 - Tic Tac -

 

 

 

 

"Sapevo che mi avresti riconosciuto."
Annunciò Karl Heinz, sfoderando un sorriso malizioso degno di Raito.
Dopotutto era il padre dei Sakamaki, ognuno doveva aver preso qualche tratto da lui.

"Non è facile dimenticare colui che ha ucciso mia madre."
Il vampiro si avvicinò ed io indietreggiai, pronta a fuggire o ad urlare.
"Natsumi era una persona... caparbia."
Strinsi i pugni e appuntai mentalmente che mia madre si chiamava Natsumi.
I miei ricordi erano ancora sfocati, ignoravo quale fosse il suo nome, e questo mi lasciava sempre un vuoto incolmabile.
Adesso, tutto iniziava a prendere forma.

Ad ogni modo, se avessi potuto lo avrei ucciso a mani nude, ma non avevo alcuna chance di vincere contro di lui, anche se avessi avuto il pugnale di Subaru, quello in grado di ferire mortalmente i vampiri.
"Non osare nominare mia madre."
"Tu le somigli molto... sei testarda proprio come lei e... bella come lei."
Karl Heinz mi afferrò una ciocca di capelli e l'attorcigliò intorno al dito.
Mi ritrassi, disgustata e spaventata.

"Cosa vuoi, da me, esattamente?"
Il vampiro prese a girarmi intorno, come a valutarmi da diverse angolazioni.
"Osservarti."
Aggrottai le sopracciglia, aspettandomi che aggiungesse altro, ma non fu così.
Si posizionò di fronte a me, a qualche metro di distanza, ed io mi sentii più sicura.
"So di dover scegliere uno dei tuoi figli, un Adamo, ma perchè?"

Un sorriso, poco rassicurante, squarciò le sue labbra.
"Vedo che qualcuno ti ha narrato la leggenda... Chi?"
"Non importa - mi affrettai a dire, non avrei tradito Ayato - Perchè dovrei scegliere uno di loro?"
"Dev'essere stato Ruki - continuò invece il vampiro, come se mi avesse ignorato completamente - era così frustrato per avermi deluso."

"A tal proposito, non è colpa loro."
Mi affrettai a dire.
Avevo sviluppato una mia teoria e la esposi: nessuno di loro poteva essere il mio Adamo, a meno che non fossi stata io stessa a sceglierlo.
Karl Heinz mi fissò divertito.
"Cerchi di giustificare i Mukami? - lo chiese con evidente stupore - ad ogni modo, non possono diventare un Adamo perché non sono dei vampiri purosangue, avrei dovuto immaginarlo."
Ascoltai attentamente, di certo quella versione era accettabile.

Ma ero sicura che dipendesse anche da me, la scelta dell'Adamo.

"Tuttavia, attenderò che tu prenda una decisione, ma ti conviene fare in fretta."
Fece dietro front ed io mossi dei passi verso di lui.
"Cosa accadrà se dovessi scegliere un Adamo? E perché dovrei sbrigarmi?"
Karl Heinz ruotò di poco il capo, mostrando solo una parte del volto.
Ma intuii che sorrideva ancora.
In un modo terrificante.
"Credo di aver fatto arrabbiare gli amici di tuo padre, con questa leggenda.

Tic Tac Eva, non ti rimane molto tempo."
Sempre più confusa cercai di dare un senso a quelle parole, ma quando gli domandai cosa volesse dire, Karl Heinz era già svanito nel nulla.

Tic Tac.
Riecheggiò nel silenzio della sera ed io rabbrividii.

 Una mano si posò sulla mia spalla e rischiai un infarto.
"Stai bene?"
Ruki sostava in piedi alle mie spalle.
Tremavo ancora, ma la sua presenza mi rassicurò lievemente.
Annusò l'aria e il suo sguardo si fece più duro.

"Quella persona era qui."
Feci un cenno d'assenso col capo, incapace di spiccar parola.
Cosa voleva dire con quel discorso sugli "amici" di mio padre?
Si riferiva forse alla Chiesa? Ai Cacciatori?

"Cosa voleva?" domandò Ruki.
"Vuole che scelga un Adamo... ma non mi ha detto il perché."
"Nessuno sa mai cosa gli passi per la mente."
Il vampiro continuò ad osservare il paesaggio circostante, come se fosse certo che Karl Heinz ancora ci spiava nell'oscurità.

"Eppure gli obbedite, come dei fedeli cagnolini."
"Gli dobbiamo molto."
Guardai il viso enigmatico di Ruki e capii.
"Lui vi ha trasformato, non è vero?"
L'altro annuì.
"Ma vi sta usando - aggiunsi con rabbia - ha usato voi e i propri figli per i suoi scopi. Ci muove come fossimo burattini."

Ruki non poté fare altro che concordare con me, tuttavia lui e i suoi fratelli non avevano più un ruolo in questa storia.
Non si erano dimostrati utili ai suoi scopi.
"Meglio così - commentai - non siete più vincolati a lui."
"Abbiamo pur sempre un debito nei suoi confronti."
Scossi il capo e mi sistemai la borsa in spalla, così tornai sui miei passi: dovevo sbrigarmi a rientrare o Reiji non mi avrebbe più permesso di uscire.
"Dove stai andando?", domandò Ruki.
"A casa."

Mi ritrovai il vampiro accanto, ma non sussultai stavolta.
Piuttosto lo fissai incuriosita.
"Non vorrai mordermi? Perché i Sakamaki non ne sarebbero felici."
Ruki mi afferrò per un polso e mi strattonò a sé, lo sguardo terribilmente serio.
"Credi che abbia paura di loro?"
Abbassò il viso, sfiorando il mio collo col naso.
Inspirò a fondo il profumo.
Rimasi immobile, se mi avesse morsa, i Sakamaki non l'avrebbero presa bene.
Tuttavia si allontanò e mi lasciò andare.
Sospirai di sollievo.

"Non sono un animale come loro - mi ricordò - non ho alcun motivo per morderti, adesso."
La sua frase mi stupì.
"Ti accompagno a casa."
Così dicendo, tornò ad avanzare nella strada semi-buia ed io lo osservai accigliata: era forse preoccupato per la mia sicurezza?
Stentavo a crederci, ma camminare al suo fianco mi donò serenità.
Proseguimmo dunque in silenzio, io ero abbastanza a disagio e non trovai alcuna argomentazione, finché mi tornò alla mente il patto stretto con i Sakamaki.

"Sceglierò un Adamo. - annunciai, destando la sua attenzione - e, in cambio, i Sakamaki mi permetteranno di venirvi a trovare."
Eravamo quasi giunti alla villa e Ruki si fermò in prossimità del cancello d'ingresso.

"Perché dovresti venire a trovarci?"
Imbarazzata, non riuscii a rispondere per qualche minuto.
Giocherellai con una ciocca di capelli, farfugliando un "beh... ecco io..."

Non volevo dirgli che mi ero affezionata a loro, sebbene fosse quello il motivo.
Poi mi decisi a parlare.
"Sia voi che i Sakamaki avete vissuto dei traumi. Credete che le persone siano cattive, egoiste ed insensibili.
Ed è vero, molti lo sono. Ma non tutti e anche se ci fosse una sola persona per cui valga la pena essere buoni e gentili, io continuerò ad esserlo.
In fondo è quello che cerco di dimostrare ogni giorno ai vampiri con cui vivo, attraverso piccoli gesti d'affetto, tanto banali quanto significativi."
Non mi accorsi neppure che Ruki si era avvicinato.
"Quindi vorrei venirvi a trovare, potrei preparare qualche dolce e..."

Troncai il discorso quando mi resi conto di quanto, effettivamente, fosse vicino il vampiro.
Mi scrutava attentamente, non sapevo cosa gli passasse per la testa, ma non potei evitare di arrossire.
Ruki calò le sue labbra sul mio collo ed ero quasi certa che mi avrebbe morsa, ma non ci fu alcun dolore, solo il tocco delicato della sua bocca.
Prima che potessi metabolizzare, e capire se aveva intenzione di mordermi o altro, sentii un colpo secco.

Subaru, comparso dal nulla, aveva una mano chiusa a pugno.
E la guancia di Ruki era arrossata.
Quest'ultimo mostrò i canini e, furioso, si avventò su Subaru, scaraventandolo contro il cancello.
L'albino provò a liberarsi, mentre Ruki sferrava una serie di pugni nel suo stomaco.

"Fermi!", urlai, dopo essermi ripresa dallo shock iniziale.
Ruki fu l'unico a darmi ascolto, smise di picchiare il vampiro e Subaru ne approfittò per calciare il suo addome e spedirlo a terra.
Ma, prima che si lanciasse su di lui, con i canini pronti a dilaniargli la carne, mi interposi fra loro.
"Subaru no!"

Il suo pugno mi sfiorò i capelli, si bloccò giusto in tempo per non colpirmi.
Gli posai una mano sulla guancia.
Avevo imparato che, un metodo efficace per calmare l'albino, era usare il mio tocco.
Subaru mi guardò contrariato, ma la sua ira sembrò placarsi.
Le sue iridi infuocate tornarono limpide.
E si posarono sul mio viso.
Poi scattò in piedi e si allontanò da me e Ruki.

"Che ci fa lui qui?"
Anche Ruki si sollevò da terra.
"Mi ha accompagnata."
"Non sembra avere buone intenzioni." commentò.
Notai lo zigomo sanguinante di Ruki, probabilmente lui e i suoi fratelli avevano una guarigione più lenta, considerato che non erano sempre stati dei vampiri.
A pensarci bene, Azusa conservava vecchie cicatrici che impiegavano del tempo a svanire.
Sebbene fosse lui a riaprirle periodicamente. Rabbrividii al pensiero.

Poi tornai a guardare Subaru.
"Non voleva ferirmi - lo rassicurai - ma c'è qualcuno che vorrebbe."
Il vampiro dai capelli bianchi mi fissò interrogativo.
"Vostro padre è venuto a farmi visita."
Sgranò gli occhi, puro nervosismo si impossessò del suo corpo.
Mi squadrò attentamente.
"Ti ha fatto del male?"
Gli risposi che no, non mi aveva fatto del male, eppure c'era qualcosa di sinistro nel suo sorriso e nelle sue parole.

"Non mi ha detto perché dovrei scegliere un Adamo. Ma ha confessato di aver fatto arrabbiare gli amici di mio padre, con questa leggenda, cosa credi che voglia dire?"
Notai Subaru divenire sempre più preoccupato e notai la stessa inquietudine negli occhi di Ruki.
"Cacciatori. - proferì quest'ultimo - conoscono la leggenda."
Subaru annuì, profondamente turbato.
"Qualcuno mi potrebbe spiegare?"
"Dobbiamo parlare con Reiji." annunciò Ruki, sorprendentemente.
La questione doveva essere proprio grave.
Subaru concordò e invitò l'altro a seguirci all'interno della villa.

Un brivido mi percorse la schiena, quando il Mukami varcò la soglia di ingresso.
Sentii che qualcosa di brutto stava per accadere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Sono vivaaa!
Chiedo umilmente perdono per essere scomparsa per così tanto tempo, sono tornata da pochi giorni dal viaggio e finalmente eccomi qui.
Ho realizzato di avervi lasciato in sospeso in un punto cruciale, per cui prometto di far uscire al più presto il capitolo successivo.
Grazie a tutti coloro che seguono la mia storia,
A presto, Nephy-

   
 
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