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Autore: Walt96    10/12/2019    3 recensioni
Dopo mesi di viaggio tra i mondi, il passato di Walt viene rivelato e le tenebre più oscure che hanno spezzato la sua vecchia vita sembrano man mano riaffiorare.
I Referenti, i più potenti combattenti in nome della Luce di ogni mondo, stanno finalmente per riunirsi per fronteggiare l'immensa minaccia che incombe.
Le forze oscure stanno riunendo oggetti: mistici artefatti provenienti da ogni angolo dell'universo, con tutti la stessa abilità: il potere di riportare in vita.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Re Topolino, Sora
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Capitolo 13
 
The Light of Athom
 
 
 
 
 
«Ti piacerebbe sapere perché mi chiamavano il Maestro dei Maestri?» chiese Walter, ma non attese una risposta «Vedi, moltissimi anni fa plasmai il vecchio universo, ma a differenza tua, io ero conscio e consapevole di ciò che stavo facendo» iniziò a spiegare mentre, con alcuni semplici movimenti delle mani, un ammasso di Terra di sollevò dal suolo e andò a prendere la sua posizione sopra le loro teste. Successivamente fece lo stesso un blocco di Roccia, seguito da una bolla d’Acqua, un globo di Fuoco, una turbine d’Aria e una scheggia di Ghiaccio, un grumo di Erba, una palla di Ombre una di Buio e un’altra cristallina di Lotta, un agglomerato di Metallo e uno di Veleno e, infine, si materializzò un’ombreggiatura di energia Psichica e una scintilla di Elettricità.
«Conscio che il potenziale della Fantasia era pressoché illimitato, scelsi quattordici elementi naturali in cui far fluire l’energia. Per far sì che l’umanità avesse un modo per mantenere in equilibrio le due entità supreme che vanno aldilà della morte e del destino: Luce e Oscurità, o per lo meno avesse la possibilità di intervenire» spiegò mentre i quattordici elementi si erano posizionati in un cerchio perfetto, che Walt osservava imbambolato come se vedesse un apparizione divina davanti a se.
L’idea gli aveva sfiorato la mente diverse volte nella sua infanzia, quando ancora non era studente dell’Accademia, mentre fantasticava insieme ai suoi amichetti ma mai aveva pensato, dopo tutti questi anni, che davvero fosse possibile: Walter, dopo centinaia di anni a celare il suo vero potenziale, svelò al suo ultimo allievo le sue vere capacità.
«Ma nel caso non fosse bastata la natura? Fu così che nascosi gli ultimi due elementi. Cosmici, questa volta. Un’ultima possibilità per contrastare l’Oscurità» disse e, a quel punto sì che Walt era incredulo, un cubo turchese gli si materializzò nella mano destra e una sfera rosa nella mano sinistra.
Walt contemplava il suo maestro e si chiese se un giorno anche lui sarebbe stato in grado di riuscirci.
Spazio e Tempo confluivano in un'unica persona.
Con quei due nuclei, Walter si voltò: «Allora, andiamo?» chiese.
«Lei possiede Spazio e Tempo! Antonella non avrà scampo!» esclamò Walt.
«L’Oscurità… è molto più potente» specificò Walter «Ho bisogno di te».
L’allievo annui… e partirono.
I vari globi sopra le loro teste iniziarono a ruotare e Walter li scagliò con furia contro l’attacco di Antonella che esplose nel lampo di quattordici colori.
 Una scia di roccia si sollevò al passaggio di Walter che raggiunse Antonella in una frazione di secondo e cercò di colpirla con il cubetto di Tempo.
Quest’ultimo si ingrandì e inglobò l’area in cui un attimo prima era presente la maestra riportando indietro nel tempo tutto ciò che colpì.
Antonella riapparve sopra di lui che voltandosi gli scagliò contro la sfera di Spazio deformandola in un disco.
Riuscì solo a tranciare parte dei suoi capelli, il resto andò a vuoto.
Antonella non era più minacciata e con la mano avvolta nell’Oscurità afferrò la testa di Walter e la fracassò al suolo.
«Molto bello il tuo discorsetto!» disse mentre la roccia si spaccava contro il cranio di Walter «Perché non gli racconti tutto al ragazzino eh! Digli tutto ciò di cui ti sei fregato!» gli urlò contro Antonella.
Non fece in tempo ad andare avanti che due sottili raggi di Luce la colpirono e la scagliarono via.
Walt non aveva udito niente di ciò che aveva detto.
Walter si rialzò e cercò di schiacciarla in una morsa di Roccia, Terra e Ghiaccio.
Bastarono pochi secondi e Antonella la distrusse uscendo fuori e andando incontro ai due.
Elettricità e Fuoco si unirono in un soffio di fiamme danzanti dirette verso la maestra, che evidentemente si aspettava una mossa del genere e rinchiuse il suo corpo in una bolla nera che andò ad espandersi, diradando le fiamme e le saette.
Iniziarono un combattimento corpo a corpo due contro uno: lo scambio di calci e pugni era talmente rapido da essere invisibile ma nonostante la grande forza e velocità dei due ragazzi, Antonella era troppo tenace e resistente per subire un danno significativo, anzi, riuscì nel frattempo a rimodellare il terreno in una viscosa distesa di Oscurità.
Con una gomitata micidiale, scaraventò Walter a terra e con un pugno fece volare via Walt per aria.
Lo seguì, lo prese per il collo e la Luce che brillava nei suoi occhi si spense tornando del normale color castagna.
Walter tentò di schizzare in aria per seguirli ma fu trattenuto da numerosi tentacoli neri che si erano appiccicato a lui quando era atterrato sul terreno vischioso di Oscurità.
Il maestro iniziò ad affondare nella melma: «È inutile, ricorda perfettamente tutte le mie combinazioni di elementi, per questo ad Athom non le utilizzai… ho bisogno di… qualcosa di nuovo» ragionò Walter mentre l’Oscurità lo aveva catturato fino alle ginocchia.
Chiuse gli occhi e tirò nuovamente un lungo respiro riempendosene i polmoni. La sua mente viaggiò una seconda volta nel nuovo universo, non in esplorazione ma alla ricerca di conoscenza e, ovviamente, potere.
Nel frattempo Antonella trascinava Walt sempre più in alto verso le nuvole, nel mentre lo strangolava con una mano, finchè, improvvisamente si fermarono a mezz’aria.
Senza lasciarlo andare lo trascinò verso di se sussurrandogli all’orecchio: «Ma che bravo studentello che sei Walt, non metti mai in dubbio gli insegnamenti del tuo maestro vero?».
Walt gli grugni contro con il fiato mozzato dalla morsa di lei.
«Walter sarà pur stato un grande sindaco per diecimila anni ma ti assicuro che non è affatto un gran maestro» gli sussurrò.
Walt si divincolò più forte e riuscì sola rispondergli qualche parola, con voce spezzata: «Tu… non sarai mai… una briciola… di ciò che è lui» disse con gli occhi rossi, iniettati di sangue.
«Oh, lui è più potente dici…» commentò lei guardando in basso in direzione del maestro che stava affondando nell’Oscurità fino alla vita «…se ne sei tanto convinto è meglio che io colmi questa lacuna con la tua Fantasia, non credi?» disse maligna.
Walt le lanciò uno sguardo incredulo.
«Non lo pensavi possibile? Ma certo che lo è! Servono solo due ingredienti: il tuo cuore, e Oscurità quanto basta. Muhahahahah!».
Mentre con la mano sinistra lasciava la presa sul collo di Walt, la destra, in uno stato di semi solidità, la infilò di colpo nel suo petto.
«Guardate! Antonella! Gli ha infilato la mano dentro?!» esclamò Topolino dal basso.
Lei agguantò il cuore, ma non ci riuscì. Afferrò solo il vuoto.
«Che cosa!? È impossibile?! Dov’è?!» sbraitò.
In quel momento, in cui l’Oscurità sembrava avvolgere il Regno in maniera ancor più opprimente del normale e la speranza stava morendo negli occhi di tutti i Referenti, Kingdom Hearts apparve.
Accompagnato da una dolce melodia, il cielo sembrò bucarsi quando le nuvole si ritirarono tutte insieme permettendo alla Luce di invadere il bassopiano con il suo calore.
Lo sguardo di tutti i presenti si indirizzò verso l’alto e con un grande stupore videro un enorme luna bianca sopra di loro. Era immensa, ristoratrice e con una curiosa forma di cuore che la differenziava dalle lune classiche.
«È impossibile!» esclamò Antonella.
«Non ci posso credere…» disse Topolino cadendo in ginocchio alla vista della luna «… dopo tutti questi anni… il Kingdom Hearts, il cuore di tutti i mondi, era il cuore di Walt!».
Anche Camilla osservò curiosa l’astro che avevano a pochi chilometri sopra le loro teste; era proprio analogo alla normale luna che era abituata a vedere nei cieli di Sinnoh a parte la forma; toccò lievemente la Pokeball di Togekiss alla sua cintura. Doveva essere per la presenza celata del Kingdom Hearts che la Forza Lunare del suo Pokemon era stata devastante e le aveva salvato la vita.
Anche il Referente di Athom osservò incuriosito il Kingdom Hearts divenendo conscio, seppur solo in parte, di ciò che era successo tra la fine di Athom e il suo risveglio in un universo nuovo.
«Alla fine la profezia deve essersi avverata…» disse Walt.
La Luce non aveva mai invaso il Regno dell’Oscurità come in quel momento e rinvigorì Walt di nuove forze e certezze.
Antonella, abbagliata dalla Luce del Kingdom Hearts, lasciò andare la presa sul giovane per allontanarsi verso terra, proteggendosi gli occhi.
Walter aprì gli occhi verso il cuore dei mondi e, con una ritrovata serenità, disse: «Questo universo è bellissimo».
Anche se l’Oscurità gli stava arrivando al petto si diete lo slancio verso l’alto e riuscì a sollevarsi di molti metri nonostante i residui di melma appiccicosa che lo trattenevano «Non vedo l’ora di provarli tutti!» aggiunse e con un movimento netto delle dita apparvero dei fili di Luce sottilissimi che tranciarono gli elastici di Oscurità «e così è questo il potere del frutto Ito Ito, interessante!» esclamò Walter distruggendo il terreno melmoso con i suoi nuovi fili.
Un pugno Oscuro grosso il triplo della reale mano della maestra arrivò contro Walter a tutta velocità, lui si voltò in tempo per vederlo e lo tagliò a strisce con i cinque fili della mano destra.
Antonella arrivò a gran velocità contro Walter e iniziarono un combattimento corpo a corpo scambiandosi colpi di Luce e Oscurità l’uno contro l’altro.
Walter iniziò a aprire piccoli portali nello Spazio nei punti del suo corpo dove i pugni e i colpi di Antonella sarebbero andati a toccarlo evitandoli tutti.
Una bolla di Spazio avvolse il suo pugno e la fece schiantare contro di lei spaccando l’aria. Prima che arrivasse l’onda d’urto che conseguiva quel colpo, Antonella generò un piccolo vortice nero nel punto in cui il pugno di lui aveva colpito e da dove iniziavano tutte le crepe; il piccolo vortice riassorbì il colpo, ricucendo le ferite dello Spazio e andando a concentrarsi nella mano di Antonella, «Che c’è? Non hai studiato?» gli disse lei e tutta l’energia del colpo di Walter venne rispedita al mittente, che subì tutta l’onda d’urto in maniera concentrata e fu scagliato all’indietro.
Il maestro dei maestri non perse l’equilibrio e, alla velocità della Luce, iniziò a girare per il bassopiano inseguito dalla maestra.
La sua esperienza e l’incoscienza di lei gli permisero di seminare fili ovunque senza destare sospetti, fino a tal punto che si formò una rete sempre più fitta in cui Antonella non poté che rimanere impigliata.
Nel frattempo Walt finì di assorbire energia dal Kingdom Hearts e scese a terra velocissimo formando un cratere all’atterraggio e, una volta alzatosi in piedi, allargò le braccia espandendo a trecentosessanta gradi una griglia di fulmini orizzontali e verticali che andò a unirsi ai fili di Walter.
 Il maestro, nel frattempo, mosse le dita e avvolse le grosse braccia grasse di Antonella in una morsa.
Tentando ti tranciargliele, strinse la presa ma lei se ne accorse e afferrò i fili con le mani: «È nuova questa?» chiese con disprezzo a Walter mentre iniziavano una specie di tiro alla fune.
«Non sei più nel mio universo Lella, dovrai adattarti!» gli rispose mentre si guardavano in cagnesco.
Walt raggiunse Walter «Ma questo… è il potere di Doflamingo, come è possibile?»
«Ne sei in grado anche te. Ti serve solo maggiore consapevolezza dell’universo che hai creato» gli rispose lui.
«Che ho… creato io?» si chiese Walt.
«Insieme Walt!» allievo e maestro colpirono Antonella immobilizzata e percossa dai fulmini.
Lei subì il colpo ma stringendo i fili, lentamente Antonella corrose la Luce di cui erano fatti, presto Walter perse la presa e lei gli rispose «L’universo si piegherà A ME!» disse e di colpo fece evaporare tutto il groviglio che la imprigionava.
Walt subito le scagliò contro un grosso flusso di Spazio che lei assorbì.
«Walt dietro di me!» esclamò il maestro e il ragazzo gli si accostò dietro.
Antonella si contorse un po’ dalla troppa energia dello Spazio aumentata a dismisura dal Kingdom Hearts.
«Imbrigliare l’energia…» iniziò a dire Walter disegnando una linea luminosa davanti a lui «… tratta da altre dimensioni del multiverso…» disse e la linea si spostò seguendo il movimento delle sue mani e formando un cerchio davanti a lui «…per far apparire scudi ed armi…» schioccò le dita e un quadrato luminoso andò a inscrivere il cerchio «… e per fare magie!» e lo scudo magico che aveva creato si ingrandì abbastanza da coprire entrambi.
Lo spasmo oscuro di Antonella li investì in pieno e fu deviato dalla protezione del maestro; all’impatto lo scudo si illuminò maggiormente dimostrando fatica, ma resistette.
«Quei disegni geometrici…li ho già visti, sono del Dottor Strange! Il candidato Referente per il mondo degli Avengers!» esclamò Topolino da distante.
Mentre il flusso nero li investiva Walter diede ancora sfogo alla sua nuove abilità: «Dobbiamo contrattaccare, tieniti pronto! Legno di sequoia, cuore in Fantasia» sussurrò «undici pollici, rigida» concluse mentre un oggetto di legno lungo e sottile gli si materializzò in mano.
Quando il colpo di Antonella si fu esaurito e scoprì a suo malgrado di non aver avuto efficacia Walter enunciò un incantesimo: «Avada Kedavra!» la luce verde dell’Anatema che Uccide investì in pieno la maestra che rotolò via cadendo a terra.
Silente anche se non riuscì a udire in nome dell’incantesimo data la troppa distanza, riconobbe la magia che ormai da troppo anni conosceva molto bene.
«È impossibile» esclamò «Come ha fatto?» ma nessuno dei Referenti sapeva dare una risposta; anche Sengoku riconobbe il potere di Doflamingo e ne era rimasto perplesso.
Antonella non si stava rialzando.
«Possibile che… sia morta?» chiese Walt.
«No, ci vuole ben altro che questo» confermò Walter.
Antonella ridacchiava ancora distesa a terra con la faccia sul pavimento.
I due eletti del Fulmine non si avvicinarono preventivamente e fecero bene.
Il corpo di Antonella letteralmente esplose in un enorme vortice di energia oscura che prese a contorcersi e a espandersi in maniera incontrollata.
«Walt! Cerca di contenerla altrimenti potrebbe iniziare ad assorbire tutto l’universo! Io cerco di costringerla a tornare in forma umana!» lo ammonì il maestro.
Entrambi si alzarono in volo, Walt generò un enorme campo magnetico che avvolse la massa oscura e ne bloccò l’espansione.
Avendo le mani occupate a controllare il magnetismo, con enorme sforzo sparò dagli occhi i due raggi di Luce purissima che affondarono nell’Oscurità.
La Luce probabilmente le fece “male” e ne seguì uno spasmo talmente forte da superare la forza del campo magnetico e fuoriuscire.
Walt le girò intorno colpendola con la Luce ma vide che l’effetto era solo quello di farla espandere di più, perciò atterrò e tentò di rinchiuderla in un’immensa sfera di Spazio.
La palla rosa la avvolse e la rinchiuse e quando Antonella raggiunse le dimensioni delle pareti della sua prigione, queste iniziarono a creparsi e spaccarsi.
«Resisti figliolo!» gli urlò Walter da sopra.
Numerosissime particelle rosa e azzurre si avvicinavano al corpo del maestro che caricava due attacchi contemporaneamente.
«Ma quelli sono Fragortempo e Fendispazio!» esclamò Camilla da distante.
Con uno sforzo notevole per il corpo del maestro, i due attacchi peculiari del Tempo e dello Spazio vennero lanciati; così un raggio turchese e un fendente rosa viaggiarono contemporaneamente verso Antonella mentre la prigione di Walt esplodeva.
Muovendosi specularmente l’un l’altro, i due attacchi raggiunsero la nube oscura nello stesso momento e distorsero il relativo elemento in tutta l’area coperta da Antonella.
Questa si contrasse vertiginosamente e l’Oscurità veniva man mano riassorbita dalla maestra, restituendole forma umana.
«Adesso o mai più Walt!» disse Walter e, con enorme maestria e eleganza nei movimenti invocò due grosse catene di Luce, le stesse che vincolarono il cuore di Antonella per millenni, che si andarono ad avvolgere attorno alla maestra.
Il suo corpo subì un fremito tremendo, segno che lei tentava di cambiare forma senza riuscirci.
Walter piroettò su se stesso stringendo la morsa che stritolava Antonella.
Walt si avvicinò a lei riassumendo la versione potenziata e luminosa sia dei suoi abiti che dei suoi occhi.
«Mi hai portato via il mio mondo…» le disse a bassa voce mentre una nebbia nera vorticava intorno a loro sempre più forte «… la mia famiglia…» aggiunse mentre l’Oscurità li avvolse impedendo la vista dall’esterno.
Walter continuava a stringere le due catene come redini, anche se immerse nel muro nero e senza sapere che cosa accadesse all’interno.
«… I miei amici! TI ODIO!» la accusò.
«Ho solo adempito alla mia profezia, era destino che Athom cadesse e Walter lo sapeva. La sua negligenza nel non far nulla è stata la sua rovina e la realizzazione della sua profezia» disse lei con la catena che le stritolava il doppio mento.
«Tu menti!».
«Non ti sei mai chiesto cosa ci fosse oltre la collina? Oltre i campi coltivati di Athom? O come mai i maestri hanno sempre sconsigliato l’esplorazione?»
«TACI!» esclamò e allungò la mano destra verso il vuoto.
In un attimo il suo fidato scettro volò tra le sue dita e Walt non si lasciò sfuggire l’occasione.
Un potente Fulmine colpì lo scettro mentre l’estremità appuntita a forma di saetta si conficcava nel cuore della maestra.
Di colpo il vortice oscuro si fermò e svanì.
Gli occhi di tutti erano puntati sulla scena: Antonella era caduta in ginocchio ancora con lo scettro nel petto.
«Che sciocca sono stata. Per anni ho sempre interpretato male la mia profezia. Il prescelto del Fulmine che mi avrebbe annientata non era lui, ma te. Ma almeno ho compiuto il mio destino…».
«TU HAI UCCISO CENTIANAIA DI PERSONE!» gli sbraitò Walt in faccia e, furioso, la colpì con i due raggi di Luce che le andarono a bucare gli occhi.
Mentre il suo corpo friggeva dalla potenza della rabbia di Walt per il suo mondo perduto, lei riuscì solamente a sussurrare «Io… non vedo…la Luce» e quando Walt e Walter lasciarono andare la presa, il suo corpo si dissolse lentamente senza lasciare traccia.
Walter si avvicinò fluttuando a Walt e gli mise una mano sulla spalla: «Mi spiace che sia stato tu a doverlo fare, ma andava fatto» gli disse gravemente il maestro.
«Ce l’hanno fatta!» esclamò Mario da distante «presto raggiungiamoli!» e sparì nel tubo verde seguito da Sengoku e Yoda, mentre invece Topolino, Tsunade e Camilla optarono per smaterializzarsi insieme a Silente e la professoressa McGranitt.
«Walt, stai bene?» chiese Topolino avvicinandosi al ragazzo.
Walt non rispose ma si appoggiò allo scettro evidentemente affaticato e continuò a rivolgersi a Walter.
«Maestro, Antonella è davvero sconfitta?» chiese, ancora incredulo.
«Hai posto fine al suo nucleo, il Cuore Oscuro e anche al suo corpo. Non c’è più modo per lei di tornare in vita» confermò Walter.
«Ci saranno conseguenze?» chiese Silente.
«La sua Fantasia si sta espandendo nel nuovo universo mentre parliamo. Per quanto oscura fosse si diluirà andando a finire un po’ in tutti i mondi. A proposito Walt, il tuo universo è stupefacente» affermò.
«Maestro mi spieghi, anche Antonella l’ha detto. Perché il mio universo?» chiese il ragazzo.
«Giusto, tu non puoi sapere. Nell’ultimo giorno di Athom, per bloccare la furia di Antonella e il dilagare dell’Oscurità ho dovuto innescare un meccanismo di difesa estrema. Un reset dell’universo che avrebbe fermato Antonella in maniera permanente. Lei fu furba e trovò l’unico riparo a cui potesse attingere, non sufficiente, ma pur sempre un riparo. Io mi autodistrussi… per lo sforzo. Ma tu, tu eri vivo con il cuore ricolmo di Luce, l’ultima Luce. La Luce di Athom. Ed è per questo che il tuo cuore si è liberato ed ha creato un nuovo universo lasciandosi alle spalle quello vecchio. Essendo svenuto, la tua Fantasia ha agito al posto tuo e ha plasmato tutti i mondi che compongono questa realtà e il tuo cuore si è separato da te, diventando Kingdom Hearts. Il cuore dell’universo o, in questo caso, il cuore di tutti i mondi» spiegò Walter, e gli occhi di tutti si alzarono verso l’immensa luna cuoriforme che li guardava dall’alto.
«Come nella mia profezia…».
«Le profezie si avverano sempre… anche la fine di Athom era prevista, purtroppo».
Ci fu un momento di silenzio.
Sembrava impossibile che dopo tutti quegli scontri fossero tutti salvi, Walt aveva inseguito il suo passato per anni e adesso aveva messo finalmente fine a tutto questo. Cosa avrebbe fatto ora.
«A tal proposito, Referenti, vi devo dare un monito: la notte in cui autodistrussi l’universo il mio cristallo, il mio nucleo come maestro, si distrusse in sei pezzi e numerosi frammenti. Dei frammenti non dovete preoccuparvene, sono ancora incastonati qui» disse indicando lo scettro e le piccole saette cristalline in rilievo sulla superficie «lo legano a Walt e gli donano una certa “coscienza” ma dei sei pezzi invece non posso dire la stessa cosa. Essendo stati investiti dal più grande evento cosmico che possa esistere, ovvero la nascita dell’universo, la loro natura è cambiata vertiginosamente ma il loro potere è intatto. Sono note adesso come le sei Gemme dell’Infinito e sono tutt’ora gli oggetti più potenti mai esistiti. Dovete evitare che cadano in mani sbagliate come è successo questa sera» avvertì il maestro.
«Quindi quella che vi ha riportato in vita era una di quelle Gemme?» chiese Sengoku.
Walt alzò gli occhi.
Quel discorso gli aveva fatto venire in mente che si erano dimenticati di qualcosa, o meglio, qualcuno.
Si voltò verso l’altopiano scrutando e non vedendo nessuno.
«Dov’è!?» chiese ad alta voce.
«Chi?» chiese Walter
Una vena di furia si riaccese dentro Walt, fece volteggiare lo scettro e con la punta tranciò lo Spazio davanti a loro creando uno squarcio rosa.
Lo Spazio venne risucchiato dalla fenditura finchè non si richiuse, Lucas era riapparso davanti a loro ancora intento a scappare.
Si rese conto subito che tutti i chilometri che aveva fatto durante la battaglia erano andati perduti in pochi secondi e quando si voltò e vide Walter accanto a Walt e nessuna presenza di Antonella si terrorizzò ancor di più, accasciandosi a terra.
«N-no vi prego!» esclamò mettendosi in ginocchio.
Walt gli puntò addosso lo scettro straripante di elettricità: «Dammi un buon motivo per non ucciderti subito in maniera dolorosa! FALLO! INFAME, BASTARDO!».
«Mett-tt-titi nei mei panni! Non sapevo nemmeno che t-te fossi ancora vivo! Ero agli ordini di D-d-david non potevo sottrarmi!» disse Lucas senza incrociare lo sguardo di Walt.
«TU! Tu potevi non risvegliarla! Potevi non liberarle il cuore! Tu avresti potuto risparmiare tutta Athom!».
«Lui mi avrebbe ucciso! T-t-i ricordi quando andai a c-c-chiedere a lei di aiut-t-tarmi a imparare il potere del Tempo? Mi diede una mano e m-m-migliorai in pochi giorni. In cambio v-v-voleva solo c-c-he spezzassimo le catene. E-eravamo giovani e ingenui».
«NOI ERAVAMO AMICI! E TU MI HAI TRADITO!» urlò Walt.
Lucas si ammutolì abbassando il capo.
Walt alzò lo scettro pronto a usarlo.
«Walt no!» esclamò Topolino.
Il ragazzo si bloccò, ancora evidentemente indeciso.
«È tua la scelta, ragazzo» disse Walter.
Walt calò lo scettro, ma invece di colpire Lucas lanciò una bolla di Spazio verso l’Accademia, questa venne colpita in pieno e l’attacco la sradicò dal terreno trasportandola in un altro punto ignoto dell’universo.
Successivamente il giovane Referente aprì un portale per la torre di Yen Sid dietro i Referenti, punto dal quale sarebbero usciti dal Regno dell’Oscurità.
Mentre Lucas non capiva quale sarebbe stata la sua sorte, Walt fece qualcosa di inaspettato «È ora di mettere fine a tutto questo» disse e due sfere rosa avvolsero i suoi pugni.
Allargò le braccia con estrema potenza e spezzò l’aria come il colpo del suo maestro.
Grandi crepe si diramarono tutte intorno a loro fino a chilometri di distanza, tutto lo sfondo del Regno divenne una griglia irregolare di frammenti di Spazio.
Uno dopo l’altro i frammenti iniziarono a prendere colore e trasformarsi in portali improvvisati.
Riconobbero Hogwarts in una crepa triangolare in alto, Sinnoh subito lì affianco, Westeros apparve in una scheggia lunga e stretta, si susseguirono Agrabah, l’Arena dell’Olimpo, la Citta di Halloween, la Terra dei Dragoni, Atlantica, la Rete, Radiant Garden, Coruscant, la Rotta Maggiore, Port Royal, la Giungla Profonda, Arendelle, il Paese dei Balocchi, la Scatola dei Giocattoli e tutti i mondi che componevano l’universo che Walt aveva creato, susseguendosi nelle crepe oltre la loro vista, oltre l’altopiano e probabilmente per tutto il Regno dell’Oscurità
Lucas li osservava apparire uno dietro l’altro iniziando forse a comprendere.
Il luogo in cui si trovavano era diventato, grazie allo sforzo di Walt, un infinito crocevia per tutti i mondi esistenti.
La scena poteva essere davvero meravigliosa presa per quello che era, infatti i Referenti osservarono i portali con meraviglia, ma Walt li riportò subito alla realtà.
Alzò una mano al cielo e evocò un immensa scheggia di Luce, una specie di stalattite gigante, lunga e sottile.
«Ti conviene correre» fu l’ultima cosa che disse a Lucas, e poi iniziò.
Una alla volta, le enormi schegge di Luce calarono una dietro all’altra cercando di colpire Lucas, conficcandosi nel terreno roccioso, spaccando e dilaniando il Regno dell’Oscurità in ogni suo dove.
Enormi voragini si aprivano ogni volta che Walt calava una mano e sempre più nuove colonne cadevano sul terreno ad ogni turno.
Così come era apparso, il Kingdom Hearts scomparve coperto velocemente dalle nuvole andandosi a celare ai più, pronto per essere evocato una nuova volta.
Silente si smaterializzò in fretta e recuperò la Pietra della Resurrezione, ultima reliquia rimasta, se la infilò in tasca e ritornò dai colleghi proprio un attimo prima che la lunga scogliera che divideva altopiano dal bassopiano venne completamente distrutta, assumendo man mano la forma smussata di una frana. Ogni colpo creava buchi del diametro pari al vuoto lasciato dall’Accademia stessa.
Lucas si allontanò prima volando, poi divenne invisibile e scomparve alla vista di tutti.
Quando furono passati una manciata di minuti e centinaia di meteore luminose aveva completamente riplasmato la morfologia del Regno dell’Oscurità, Walt di fermò, sicuro che Lucas avesse raggiunto una destinazione.
Una volta calmato, Walt si voltò verso i colleghi: lo spazio occupato da lui, loro e il portale per la torre di Yen Sid era l’unico in cui il suolo era rimasto piatto e regolare.
Man mano tutti i mondi svanirono e la distorsione dello Spazio cessò per tornare alla normalità.
«Saggia scelta giovane Walt» disse Yoda.
«È ora di andare» replicò Walt «Sono sicuro che Sora avrà sentito tremare l’universo come gli avevo promesso» disse e invocò nuovamente lo scettro a cui si appoggiò pesantemente «Venga con noi, maestro» aggiunse.
«Mi dispiace Walt, ma io non posso unirmi ai festeggiamenti» rispose Walter.
«Come no?».
«Hai visto cosa hanno dovuto fare loro per riportare indietro Antonella, non sarai così sciocco da pensare che, senza il mio cristallo, la sola Gemma dell’Anima potesse restituirmi la vita» disse Walter «il mio tempo era limitato fin dall’inizio e ora sta per scadere» concluse.
«Ma come! Devo farle vedere il mondo in cui è sempre tramonto!» disse Walt con la voce rotta.
«Mi piacerebbe molto visitarlo, davvero. L’universo che hai creato è meraviglioso, goditelo anche per me» disse.
Walt gli barcollò addosso e lo strinse in un abbraccio.
«Grazie maestro, grazie di tutto!» disse singhiozzando.
La professoressa McGranitt si asciugò una lacrima, poi prese il braccio di Silente e lo accompagnò al portale.
Piano piano entrarono tutti andando verso la torre dello stregone.
Walt si staccò dal maestro e iniziando a vederlo perdere particelle di Luce lo ringraziò ancora e attraversò il portale.
 
 
 
 
Walter rimase lì, a contemplare il paesaggio particolare e la nebbiolina di roccia che si assestava.
C’era un incredibile quiete. E silenzio.
«… Re Topolino…» disse senza voltarsi.
Un piccolo lampo luminoso segnò l’invocazione del Keyblade in mano al re.
«Tu non sei lui, non è vero?» lo accusò freddamente Topolino.
«Non sono una minaccia se è questo il vostro dubbio» disse Walter voltandosi verso di lui e invocando un Keyblade anche lui nella mano: era bianco con saette dappertutto e molto appuntito: «Un’arma degna di un maestro non lo metto in dubbio: la chiave che apre qualsiasi serratura» disse e la fece svanire.
«Risponda alla domanda» insistette il re.
«Non sono Walter, no. Sono il Walter che lui ricorda e ciò che la Gemma è riuscita a portare indietro. La sua memoria del maestro ma con il potere di Walt stesso. Come lo avete capito?» chiese.
«Mi è venuto il dubbio quando avete utilizzato il potere di Doflamingo e successivamente quello del Dottor Strange e di Silente. Da tutto l’universo avete utilizzato solo poteri che Walt conosceva molto bene e aveva già visto» spiegò Topolino.
«Siete un sovrano molto perspicace, le faccio i miei complimenti. È vero, essendo parte della memoria di Walt ho potuto accingere solo a poteri a lui noti».
«Perché avete assunto le sue sembianze?».
«Non è stato scelto. La Gemma dell’Anima è parte del nucleo di Walter, è stata l’unica forma possibile, ed è grazie a quella pietra che posso godere della coscienza del Walter originale».
«Ma perché si è reso necessario? Se tu sei parte del potere di Walt allora poteva sconfiggerla da solo!».
«Avrebbe avuto le potenzialità per farlo, sì. Ma la sua indole morbida e la sua inesperienza sarebbero stati motivi della sua morte. Antonella lo avrebbe schiacciato come un moscerino. Ucciderla era l’unico modo per cui comprendesse la sua importanza in questo universo».
«Capisco… e ora sparirai?» chiese Topolino.
«Sì. Addio, Vostra Maestà. Lo protegga, lo tenga impegnato e faccia attenzione alle Gemme dell’Infinito. Qualcuno si sta già muovendo per riunirle» lo avvertì Walter.
Topolino annuì e osservò Walter svanire prima di attraversare anche lui il portale.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Capitolo 14
 
Epilogue
 
 
 
 
Toc…toc…toc...echeggiava il bastone di Malefica ad ogni passo.
«Questo posto è da brividi! Possiamo andarcene?» chiese Pietro guardandosi attorno.
«Vattene pure se vuoi, non ho bisogno di te, ora» lo rimbeccò la strega.
Pietro esitò un attimo ma poi convenne che restare al fianco di Malefica era sicuramente il luogo più sicuro per lui e la seguì. Un enorme vetrata alla loro destra aprì la loro vista sul cosmo. Chissà in quale parte dello spazio si trovavano.
Raggiunsero un grande sala scura praticamente vuota, con qualche gradone e un trono di pietra al centro.
«Chi siete voi?! Che ci fate qui?!» interloquì una voce.
I due si voltarono e videro una ragazza, di razza probabilmente aliena, con la pelle blu e in parte metallica, che avanzava a passo di carica e con una pistola puntata verso di loro. Pietro alzò subito le mani in alto.
«Figlia!» tuonò una voce profonda «Ti ho insegnato così, ad accogliere gli ospiti?» la rimproverò.
Dal corridoio di fianco era spuntato un grosso personaggio che sia andò a sedere sul trono «A cosa devo la visita, Malefica?» chiese.
«Se ti dicessi che ho appena stretto tra le mani la Gemma dell’Anima?».
«Che cosa!? Dov’è!?» tuonò nuovamente lui facendo tremare visibilmente Pietro dalla paura.
«Al momento irraggiungibile» disse lei avvicinandosi al trono e illuminando il suo scettro «Ma è il momento di iniziare la collezione, Thanos» lo invitò e con un movimento della mano fece apparire uno speciale guanto dorato sulla mano di Thanos con sei incavi per le Gemme.
 
 
 
 
L’alba estiva faceva splendere il castello di Hogwarts in ogni suo cortile e il canto degli uccelli segnava l’inizio di un nuovo giorno.
Silente e la McGranitt sbucarono dal bosco, investiti dalla luce del sole si diressero verso la capanna di Hagrid.
«Professor Silente! Professoressa McGranitt! Iniziavo a preoccuparmi. Mancate da quasi un mese ormai! Venite vi preparo un buon tè» li invitò Hagrid.
Si immersero nel racconto di tutta l’avventura avvenuta tra i vari mondi, compreso l’aneddoto in cui Silente aveva visitato la New York degli anni venti e aveva rivisto Grindelwald ancora giovane.
Mentre la professoressa McGranitt raccontava come erano riusciti a cancellare la memoria di Voldemort, Silente si rigirava l’anello con la Pietra della Resurrezione tra le dita, pensieroso.
Chissà quando una nuova minaccia per i mondi lo avrebbe richiamato alle armi, e se fosse stata peggiore di Antonella? Sarebbe stato meglio non domandarselo eppure il preside, seduto in una delle poltrone sfondate di Hagrid, non riusciva a mollare quel pensiero.
In quel momento più che mai doveva assicurarsi la fine di Voldemort al più presto.
Salutò Minerva e Hagrid, inforcò l’anello nel dito già martoriato dall’attacco di Dialga e si smaterializzò a Budeligh Babberton, città dove sapeva di trovare Horace Lumacorno.
 
 
 
 
Il Regno dei funghi era tranquillo e sereno quando Mario approdò al castello di Peach. Spalancò il portone e si ritrovò investito dai numerosi Toad che correvano in lungo e in largo per i saloni e i corridoi del castello.
«Mamma mia! Che succede qui?» chiese lui.
«Oh, Mario!» lo chiamò un ragazzo poco più alto di lui e vestito in verde.
«Oh, Luigi!  Fratello mio! Che succede?» gli chiese.
«È Bowser! Ha rapito la principessa! Non ho potuto fare niente!» esclamò il fratello.
«Peach è in pericolo? Dobbiamo sbrigarci presto!» disse e trascinò il fratello nei magazzini a prendere i vari potenziamenti.
La professoressa McGranitt gli aveva lasciato la tasca magicamente amplificata per contenerne moltissimi contemporaneamente.
La fece osservare al fratello.
«WOW!»
«Stai a vedere Luigi, questa volta a Bowser passerà la voglia di catturare Peach!» esclamò, e partirono insieme per il regno della sabbia.
 
 
 
 
Solo il Mace Windu era presente al consiglio dei Jedi quando Yoda arrivò nel suo mondo.
«Siete mancato per parecchio, Yoda. Devo preoccuparmi?» chiese il collega.
«Aggiornarmi sui recenti avvenimenti dovreste, maestro Windu» chiese il Referente.
«Il Generale Grievous ha attaccando l’emisfero sud di Kashyyyk, sospettiamo che l’obiettivo del conte Dooku sia quello di farne una base separatista. Il consiglio si chiedeva come agire» lo aggiorno Windu.
«In negoziazione posso andare. Buoni rapporti con gli Wookie io ho. Perdere l’alleanza con Kashyyyk non possiamo. Il cancelliere informato sarà».
«E per quanto riguarda il giovane Skywalker? Voleva rifiutare la padawan che gli avete affidato» chiese.
«Una padawan bene gli farà e distratto dai suoi incubi lui sarà. Dissipare le ombre del lato oscuro noi dobbiamo» disse sedendosi finalmente sulla sua poltroncina.
 
 


 La nave di Sengoku oscillava lievemente al moto delle onde.
«Giorni e giorni senza tue notizie. Ho consumato i lumacofoni del quartier generale per trovarti e adesso risbuchi senza motivo all’arcipelago Sabaody. Dove diavolo sei stato Sengoku?» chiese Garp senza troppi convenevoli.
«Un ex grand’ammiraglio non può prendersi una vacanza? Meritata aggiungerei. Sono andato a trovare una vecchia amica tutto qui» aggiunse dopo lo sguardo indagatore del collega.
«Ci sono importanti novità» cambiò discorso Garp.
«Tuo nipote, immagino» chiese Sengoku con interrogazione.
«Non solo. Lui è a Wano ma non è l’unico. Dopo il disastro a Whole Cake Island, Big Mom l’ha inseguito ed è approdata a Wano, l’isola dove risiede Kaido» spiegò il compagno.
«Due imperatori nella stessa isola, siamo forse alla svolta dell’equilibrio del governo mondiale?» si chiese Sengoku «Partiamo subito!»
 
 
 
 
Spalancò la porta del suo ufficio convinta di non trovare nessuno, ma non fu così.
«Naruto! Come ti permetti di sederti sulla sedia dell’Hokage!» lo sgridò Tsunade appena lo vide.
«Finalmente siete tornata, nonnina! Siete stata assente così a lungo che stavo proprio pensando di proclamarmi Hokage al suo posto» gli rispose Naruto noncurante, con le mani comodamente appoggiate dietro la testa e i piedi sulla scrivania.
«Non ti permettere di darmi della vecchia!» gli disse lei e caricò un pugno micidiale con cui spedì Naruto fuori dalla finestra, probabilmente spezzandogli la mascella.
Raccolse la sedia, che si era capovolta, e iniziò a mettere in ordine le sue carte.
«Devi essere più gentile con le nuove generazioni, Tsunade».
Lei alzò gli occhi e vide Jiraya sulla porta che le sorrideva.
«Mi fa piacere vederti Jiraya, cosa ti porta qui?» chiese lei.
«Siamo gli ultimi due ninja leggendari rimasti, io e te. Ma dobbiamo riparare anche noi i nostri errori, commessi in gioventù. Vado a cercare Pain. Sembra essere lui a capo dell’Organizzazione Alba» spiegò lui.
«Pain… intendi Nagato. Sai benissimo che è molto forte…» disse lei con evidente preoccupazione nella voce, si avvicinò a lui.
«Fai molta attenzione, ti prego» si raccomandò.
«Andra tutto bene » la rassicurò lui, abbracciandola e dandogli un bacio sulla fronte.
 
 
 
 
«Ci è giunta poco fa la notizia che ha sconvolto tutti: Eternaturs, il leggendario Pokemon gigante è stato risvegliato dal presidente della Macro Cosmos, Mr.Rose, a Knuckleburgh nella regione di Galar! Il campione della lega galariana si è già messo all’opera per cercare di domarlo ma non sappiamo ancora l’esito della battaglia.
Ci preoccupa molto la situazione, visto che da anni ormai, gira la teoria che Eternatus sia il capo delle ultra creature e abbia l’insano obiettivo di sconfiggere Arceus, ciò metterebbe Sinnoh in grave pericolo ma attualmente non si registrano energie anomale nella regione…» la voce della giornalista usciva dalla finestra dello studio del prof Rowan a Sabbiafine.
Camilla entrò di corsa, allarmata dal telegiornale ancora in corso.
«Camilla! Era ora!» la accolse il professore a braccia aperte «Come è andata con i suoi super amici eh? Mi auguro tutto bene!» disse caldamente lui.
«Parlavano di Eternatus?» chiese lei ignorando il benvenuto che le era riservato.
«Pare proprio di sì ed è possibile che la sua meta sia Sinnoh, indubbiamente» confermò il professore «Ah! A proposito! Hai una visita, Camilla» aggiunse.
«Ah si?» chiese lei distrattamente.
«È da tanto che non ci vediamo» esordì una voce maschile dietro di lei.
Si voltò e vide un elegante ragazzo con i capelli argentati.
«Rocco! Che piacere vederti!» gli corse incontro e lo salutò caldamente.
Il campione di Hoenn la abbracciò e rispose al saluto.
«Purtroppo non sono qui in vacanza, Camilla. L’equilibrio delle cose è cambiato» affermò lui con aria preoccupata «Hoenn è stata devastata da un uomo con doti incredibili ed incomprensibili. Ci sono state molte vittime tra umani e Pokemon. Ha come “rubato” i tre Pokemon leggendari di Hoenn ed è fuggito in un portale grazie alla tecnologia del Cavo Link prodotto dalla Devon. Notizie recenti dei ricercatori hanno confermato il ritorno di Kyogre, Groudon e Rayquaza e ci sono stati avvistamenti a Hoenn di Dialga e Palkia… adesso è saltato fuori anche Eternatus a Galar… il mondo è preoccupato Camilla, l’unica che non si è fatta viva sei state te. C’è qualcosa che dovrei sapere? Sai che di me puoi fidarti» chiese lui disperato.
Camilla parve tremare e si lasciò cadere su una sedia. Le responsabilità da Referente sembravano piombarle sulle spalle tutte assieme in quel momento.
Di Rocco si fidava più che di chiunque altro campione delle lega, perciò le confessò le sue recentissime avventure.
«Anche se difficile da comprendere, io ti credo Camilla» affermò lui ed estrasse dalla tasca interna una busta dall’aria ufficiale «Siamo stati convocati tutti. Tutti i professori e tutti i campioni delle leghe regionali. Si terrà una riunione degli apici mondiali ad Aranciopoli. Nardo è stato eletto presidente della riunione».
«Quando si terrà?» chiese lei.
«Tra una settimana, il tempo di dare a Galar il modo di stabilizzarsi con Eternatus e vedere che succede» specificò lui.
«Ci andremo».
«Hai intenzione di dire a loro ciò che hai confidato a me?».
«No, non possono saperlo così tante persone. Ma se davvero tutto questo ha stabilizzato l’equilibrio tanto da creare così tanti guai a Hoenn, Sinnoh e Galar, mi chiedo quanto tempo abbiano le altre regioni prima di essere attaccate. Se l’antica guerra tra Arceus e l’indomabile nemico misterioso di cui narrano le leggende si sta per ripetere, dovremmo essere pronti» concluse lei decisa.
 
 
 
 
«Tre… due… uno… ed è partito! Ci vorrà del tempo, Vostra Maestà» lo informò Cip mentre faceva partire un complesso programma su un computer.
Sullo schermo apparvero sei punti interrogativi e un diagramma che mostrava l’andamento dell’analisi.
Il monitor era collegato ad un antenna enorme e sbilenca, innalzata all’interno del giardino del castello Disney.
«Scansionare l’intero universo è un’impresa titanica, aspetteremo il tempo necessario» rispose Topolino.
«Maestà!» si introdusse Paperino accompagnato da Pippo «Sora non era alle Isole del Destino. Riku ci ha informato che era già partito da solo a trovare un amico» spiegò il papero.
«Ah… speriamo non si cacci nei guai…» replicò il re.
«Yuk! Non sarebbe Sora se non lo facesse!» sottolineò Pippo.
Blip!
«Maestà! È già comparso il primo contenitore!» lo avvertì Ciop.
Tutti osservarono il primo dei sei punti interrogativi venire sostituito dall’immagine di un cubo azzurro. Di fianco apparve la didascalia “Gemma dello Spazio – Tesseract”.
«Devo averlo già visto da qualche parte… Ah, proprio non mi ricordo!» si lamentò Topolino aggrottando la fronte.
 
 
 
 
Una Gummyship apparve velocemente dallo spazio profondo accostandosi a terra.
«Woah! Adesso vivi qui Walt?» chiese Sora scendendo dal boccaporto dell’astronave.
«Un attimo solo e ho finito!» gli rispose il giovane dall’alto.
Diede un’ultima decina di colpi col piccone e poi si allontanò in volo per ammirare la sua opera.
Aveva ristrutturato alla bell’è meglio il vecchio edificio dell’Accademia e lo aveva posizionato sull’atollo nello spazio che aveva trovato in precedenza.
Un'unica modifica aveva effettuato: col piccone aveva creato sei incavi dove incastonare le Gemme dell’Infinito, una volta trovate tutte e riportate a casa. Una sorta di tributo verso il suo maestro, che aveva dato la vita e le aveva create.
Sodisfatto del suo lavoro, tornò a terra e mise una mano sulla spalla di Sora.
«Allora, ti va di accompagnarmi in questa avventura?» gli chiese.
«Certo! Di che si tratta?» chiese incuriosito lui, con gli occhi pieni di ammirazione.
 
 
 
 
Un soffio di vento sferzò tra le macerie del Regno dell’Oscurità, alzando uno sbuffo di polvere.
Un piccolo vortice d’aria si concentrò nel punto in cui era apparso il Limbo.
Una fumo azzurrino diede forma ad una figura umana in pochi secondi, mentre lei prendeva consistenza in carne e ossa.
Si trattava di una ragazza, con una pelle bianca e lisci capelli castani portava una veste scollata e si vedeva una rosa tatuata sulla spalla sinistra.
Si guardò intorno e fece qualche passo tra le macerie.
Si accovacciò e prese in mano una manciata di sabbia e ciottoli che lentamente fece ricadere.
«È questa, alla fine, l’irraggiungibile Athom?» si chiese osservandosi intorno.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
FINE
























 
 
 
 
Angolo dell’autore:
 
 
Signore e signori si è conclusa!
Vi aspettavate ciò che è successo nel modo in cui è successo? Vi è piaciuto? Avreste preferito diversamente?
Gli intrecci narrativi sono esauriti e ciò che ho “introdotto” in questo capitolo è stato introdotto solo per il gusto di farlo e non per progetti futuri.
Fatemi sapere cosa ne pensate in un recensione e, nel caso non vi foste mai fatti sentire, questo è il momento e nonché ultima occasione.
Ma è il momento dei ringraziamenti! Ringrazio i miei fedeli lettori e recensori: Ghillyam, Uptrand e Sayman!
Ringrazio anche di cuore i miei amici che mi hanno sopportato e si sono impegnati a leggere e recensire a voce tutta la mia storia: Enrico e Ilaria, bacetti!
Ringrazio infine tutti i lettori silenziosi che mi hanno seguito e che invito ancora una volta a farsi sentire ed esprimere i loro pareri!
 
Ciao a tutti e grazie del supporto!
 
 
Walt
   
 
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