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Autore: LetsgotoAlphaCentauri    15/12/2019    3 recensioni
[Storia presente anche su Wattpad, sul profilo di Tetra_]
Crowley alzò gli occhi verso il cielo e lo vide. Lontano, no, irraggiungibile, affacciato alla finestra. In quel momento si rese conto che non avrebbe trovato il coraggio di parlargli, ma sapeva già che, tornato a casa, avrebbe riempito pagine su pagine del suo quaderno con schizzi confusi del suo viso, dei suoi ricci biondi, dei suoi occhi così chiari e puliti da far invidia al cielo.
°°°
"È una cosa che non capisco."
"A quelli come me, quelli bassi, infimi come me, la bellezza piace. La bramiamo, la desideriamo, anche se siamo brutti dentro, anzi, proprio perché lo siamo. Quando dipingo qualcosa di bello mi sembra di poter avere anche io qualcosa di buono."
"Tu sei buono."
"Attento alle tue parole." sorrise Crowley, nascondendosi di nuovo dietro la tela.
°°°
Human! AU
1970s
Un pittore senza ispirazione la trova in qualcuno di inaspettato.
Un lettore che fugge dalla realtà cerca il coraggio per scrivere un libro.
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Belzebù, Crowley, Gabriele
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Crowley non osava tenere tra le mani i due pezzi di carta che Aziraphale gli stava porgendo.

"Stai... insomma, dici sul serio?" sorrideva tra sé e sé, con una mano sul mento e un sorriso che si allargava sul viso.

"I biglietti parlano da sé, no?"

Non capitano spesso giornate serene, a Londra. Eppure quel giorno era piacevole in una maniera che sarebbe stato difficile non definire meravigliosa.

Non solo perché il sole illuminava di un color miele quella via alberata, ma anche perché il mondo aveva iniziato ad apparire più dolce agli occhi di Crowley.

Aziraphale aveva scritto, in una delle sue tante pagine Ciò che rende bello essere felici è il non sentirsi soli. È il camminare per una strada da soli, dopo poche ore di sonno e con davanti ancora tanta fatica, ma avere un motivo per ballare e cantare tra le pozzanghere come un bambino.

Ecco, Crowley si sentiva così.

"Ma non ti saranno costati troppo?"

Sui quadratini di carta, in lettere stampate, stava scritto Velvet Underground.

"Figurati. E poi mi hai detto che hai sempre voluto vederli, no?"

"Certo... però cavolo, New York..."

Aziraphale quasi gli sventolava i biglietti davanti al naso "Non si sa quando potrebbero fare un altro concerto. E comunque, se non vuoi accettare il mio regalo..."

Crowley rise, adorando quel viso che si fingeva tanto offeso.

"Ma certo che lo accetto! È che... non sono mai stato fuori dal Regno Unito."

"Io nemmeno - disse Aziraphale, alzando le spalle - Però New York mi sembra un bel primo posto dove andare, no?"

"Insomma - borbottò il ragazzo, sfioradogli con un gesto proibito la guancia. Un gesto rischioso, ma così naturale, per lui - Ora il mio regalo in confronto non sarà nulla."

"Ah no? - chiese Aziraphale - Credi che io ti abbia superato?"

Crowley si mise una mano chiusa a pugno sotto il mento, accavallò le gambe e sporse il viso sul tavolo "Il mio regalo per i nostri sei mesi è una promessa."

Aziraphale alzò un sopracciglio "Impressionante."

"Oh aspetta! - Crowley prese lo zaino che aveva appeso alla sedia, frugandovi dentro per un po' e buttando sul tavolino, di fianco alle due tazze di té e al dolcetto alla panna che  Aziraphale avrebbe presto fatto sparire dalla faccia della terra, un plico di fogli riempiti di lettere scritte a macchina, fittr fitte.

"Ho finito di leggere la versione definitiva ieri. È bella, è dannatamente bellissima. Ho pianto - disse Crowley, orgogliosamente - Può confermartelo Beelzebub. Anzi sarà lei a dirtelo perché sicuramente non vede l'ora di sputtanarmi dicendo a tutti che mi ha beccato seduto sul pavimento del salotto a piangere davanti a dei fogli e ad ascoltare un disco di Edith Piàf."

Aziraphale arrossì, guardando verso il basso ed evitando lo sguardo dell'altro "Davvero?"

"Sì, sì, mille volte sì! E la mia promessa è questa. Farò una copia di queste pagine e le rilegherò. Così potrai proporre la tua copia alla casa editrice, ma ne avrai una con te. Pubblicato o non pubblicato, tu avrai sempre quel libro. So rilegare, me l'ha insegnato un ragazzo del mio corso e..."

Crowley si spense, la sua voce si affievolì nel vedere Aziraphale così... felice.

"Tu credi... che potranno pubblicarlo?"

"Hai creato qualcosa di bellissimo, Angelo."

Quel giorno, uno scrittore e un artista festeggiarono sei mesi passati insieme, l'uno una benedizione per l'altro.

Davanti avevano un futuro incerto, ma spalla contro spalla erano pronti a sostenersi. Erano giovani, il mondo era ancora giovane per loro, ricco di frutti da cogliere.

Avevano davanti tutto il resto della loro vita, il cui misterioso futuro si sarebbe rivelato pian piano. E, finalmente, nessuno dei due sembrava temerlo.












 

Ehm.

Ok. Sì. Finisce... così.

Ve l'avevo detto che era autoindulgente, devo rendermi felice capitemi.

Comunque, ecco, scrivere questo libro mi è stato utile, ho lavorato molto alla struttura prima di scrivere, cosa che non faccio mai, e cimentarmi in una storia breve non è stato affatto male.

Comunque.

Piango. Sono super affezionata a questa storia, ma non voglio allungarla tanto da farne perdere il senso(?). Cosa avete pensato leggendola?

Avete delle considerazioni finali?

Ora. Ho in mente altre fic su Good Omens.

Tre, precisamente, per ora. Le farò tutte? Boh. Per ora, inizio a fare qualcosina. E vi lascio il succo delle idee.

1) Fantasy. Tempo e luogo non ben specificati. Crowley è una creatura maledetta abbastanza temuta che in realtà gli umani non vedono da un bel po'. Per un certo motivo però Aziraphale si trova a dargli la caccia senza volerlo.

Tanto casino.

Abbastanza seria, angst, fluff, abbastanza lunghetta. Forse trenta capitoli?

2) Una roba Modern AU. Sarà Prodigal son che mi ispira, ma in sintesi Gabriel è un serial killer.

Dirvi altro sarebbe troppo.

3) Anni 20. Ehm... su questa ancora ci devo lavorare.

 

   
 
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