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Autore: Greynax    16/12/2019    3 recensioni
Raccolta di oneshot su vari pairing e varie situazioni. A volte probabili, a volte molto improbabili.
E, come con le gelatine Tuttigusti+1, a volte sei fortunato... a volte becchi quella al gusto di caccola.
1. Marchiati (NOTP: Draco/Hermione)
2. Bros before hoes (OTP: Sirius/Remus)
3. Le abitudini di Hänsel e Gretel (HET: Severus/Narcissa)
Storie partecipanti alla "Challenge delle sei coppie" indetta da GiuniaPalma/LadyPalma sul forum di EFP.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Coppie: Draco/Hermione, Remus/Sirius, Severus/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più contesti
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Accompagnatrice
Le aveva chiesto di uscire con tutta la dignità possibile. Ovvero, con quel poco di dignità che gli rimaneva.
La schiena era dritta ma la testa era bassa, il viso appuntito aveva un colorito malsano, il colore di un panno bianco ingrigito dai troppi lavaggi. Gli abiti sorprendentemente Babbani gli donavano poco e nulla, pareva tutto spigoli, sembrava una mummia fasciata troppo stretta da bende del tutto nere.
«Certo» gli disse Hermione, con un sorriso più stanco che sincero.
Lui annuì e la ringraziò, in tono molto compito, cosa che la ragazza trovò effettivamente un po' buffa. Ma in maniera involontaria e forse più triste che divertente.

*******

Il Paiolo Magico era un territorio abbastanza neutrale ma non di certo appartato: la fine della guerra aveva dato una notevole scossa agli affari - e un sacco di storie da raccontarsi l'un l'altro in quell'ambiente familiare, nel tentativo di digerirle insieme a qualche bicchiere di troppo, insieme agli altri sopravvissuti.
Malfoy non sembrava turbato dalla folla. Sorrideva appena ogni volta che Hermione veniva richiamata o bloccata da qualcuno, le stava forse un po' troppo vicino, benchè non si azzardasse a sfiorarla in nessuna maniera.
Hermione si sentì ancora più confusa quando Malfoy scelse il tavolo che li lasciava più esposti. Visibili dal bancone, dall'entrata, dall'uscita sul retro, dalle scale.
«Sei sicuro di volerne parlare qui?»
«Di cosa?»
«Come di cosa - credevo che volessi il mio aiuto, Malfoy.»
Il ragazzo si controllò i capelli pettinati rigorosamente all'indietro, sfiorandoli appena con la mano. Quel paio di anelli che indossava sembravano troppo larghi per le dita smagrite, ed erano anche l'unico dettaglio del suo abbigliamento a non essere, di nuovo, del tutto Babbano. La guerra fa strane cose, è vero, ma Hermione non sarebbe mai riuscita a prevedere questa nuova passione di Malfoy per i jeans neri.
«In effetti è così, Granger.»
«Per il processo. Il processo di tuo padre.»
«No. Non sono qui per parlare di mio padre» replicò lui, nel solito tono. Cauto più che stizzito, anche se qualcosa nella sua postura lo faceva sembrare un po' sulla difensiva.
«Voglio solo... parlare.»
«E di cosa?»
«Di quello che vuoi, Granger. Solo parlare.»

E così parlarono a lungo, ma senza avere un granchè di scelta negli argomenti da trattare: in quei giorni, tutte le conversazioni portavano ai morti. Riuscirono comunque ad arrivarci senza recriminazioni nè da una parte nè dall'altra, girando cautamente attorno a tutto ciò che poteva portare contrasto, con la stessa rigida cortesia che c'era tra Caramell e Scrimgeour nei primi giorni di quel governo.
«La prossima settimana ci sarà il funerale del professor Piton. Pensavi di andarci?» chiese alla fine Malfoy, e per un attimo Hermione pensò "ecco, siamo arrivati al punto", anche se non ne era poi così sicura.
Esitò. Un altro funerale. L'unico a cui non era sicura di piangere, e non era neanche sicura del perché non avrebbe pianto. Troppe lacrime già versate, troppe funzioni funebri, una dopo l'altra? O forse perché era troppo difficile piangere per una persona così...
«Non lo so. Harry ha cercato di dare una certa risonanza alla cosa, anche se nel suo testamento Piton non... insomma. Lo sai com'era.»
Esitò di nuovo.
«Probabilmente lo sai anche meglio di me. Era un... amico di famiglia, giusto?»
Malfoy nascose le mani sotto il tavolo. Hermione si sforzò di non pensare al suo avambraccio sinistro - il Marchio Nero era sparito? Era possibile che un errore simile non lasciasse traccia, come quando Voldemort era quasi morto?
«Sì» rispose lui, con calma. I suoi occhi non erano davvero belli, erano più un gusto acquisito. Troppo pallidi, troppo freddi, però non le dispiaceva la nuova schiettezza con cui la stava guardando.
«Vorrei essere presente. So che Potter si sta occupando della cosa, so che sono stati coinvolti degli Auror... per motivi di sicurezza. Perché, appunto, le ultime volontà del professore non sono state rispettate, e il tutto avrà un pubblico ben nutrito.»
«Harry pensava che una cerimonia più...» si affrettò a spiegare Hermione, troncata a metà dalla proposta dell'altro.
«Vorresti andarci insieme a me?»

*******

Non era un appuntamento, era un funerale. L'ennesimo.
Narcissa era aggrappata al braccio di Malfoy. Hermione non riuscì mai a beccarla nell'atto di piangere, ma gli occhi della donna sembravano sempre troppo lucidi, e avrebbe giurato di aver visto le guance un po' bagnate, a un certo punto.
Le stavano molto, molto, molto vicini. Tra lo sdegno di Ron e la confusione di Harry - quest'ultima meno pesante di quanto avrebbe potuto essere, dato che era lui ad occuparsi di tutto, lui a parlare più a lungo di ogni altro davanti alla bara di quell'uomo che si era redento facendo la cosa giusta per motivi molto sbagliati.

Narcissa le chiese scusa. Non nominò mai le torture a Villa Malfoy, ma le chiese comunque scusa. Le spiegò come tutto sembrasse più sensato, durante la prima guerra. Di come il Signore Oscuro riuscisse ad ammaliare. Di come esistano errori che poi devi pagare per tutta la vita.
Hermione si limitò ad annuire educatamente, con la voglia di urlare. Draco rimase zitto, pallido e smagrito, ancora in nero, ancora con i suoi jeans Babbani.
Dopo il funerale, le chiese se volesse andare a bere qualcosa.
La cercò anche il giorno dopo. E quello dopo ancora.

*******

La quarta volta, Draco volle provare un pub Babbano. Il suo disagio era più chiaro dei suoi capelli, anche se c'era qualcosa - una nota di curiosità onesta quanto quella di un bambino, nella maniera in cui si guardava intorno nervosamente.
«L'ho capito, Malfoy.»
«Mh?»
«Ho capito perché continui a chiedermi di uscire.»
Lui sorrise, e per un attimo sembrò di nuovo il Serpeverde che ricordava. Un po' viscido, del tutto sgradevole. Poi rise piano, alzò con allegria il suo cocktail dolciastro, tutto spiedini di frutta e decorazioni, e sembrava solo...
Un ragazzino. Dispettoso, sgradevole. Forse anche cattivo, a volte, ma più per ignoranza che per inclinazione.
«Sei sempre stata intelligente, Granger. Il cervello del gruppo. Senza di te...»
«Vuoi farti vedere in giro con me.»
«Forse.»
«Per ripulirti da tutto. Perché sono stata con Harry fino alla fine, e mio malgrado ho acquisito una certa fama per questo. E perché sono...»
«Una Nata Babbana.»
«Non una sporca Mezzosangue?»
«In realtà, ora che ti sono così vicino, ammiro ed apprezzo molto la tua igiene personale. Certo, peccato per i capelli...»
Sarà stato l'alcool, sarà stata l'assurdità della situazione, ma Hermione non potè fare a meno di ridere.

*******

Hermione non volle andare a Villa Malfoy. E, su questo, non cambiò mai idea. Venne lui. Lì, tra i Babbani, senza una protesta.
I suoi genitori la costrinsero a lasciare la porta della camera aperta, ma andava bene, perché anche se Draco la stava toccando, non si sarebbe vergognata a farsi vedere da loro. Forse. Più o meno.
«La roba dei Potter è sopravvalutata, fidati.»
«Cosa c'entra Harry?»
«So una cosa che la signorina Granger non sa? Presto, sceglietevi un Thestral e fuggite! L'Apocalisse si avvicina---»
«Pfffff, Malfoy! Piantala.»
«La Tricopozione Lisciariccio, Granger. L'hanno inventata i Potter. Il nonno del tuo caro Harry, se non ricordo male. Ed è robaccia - puoi anche ricordarti solo questo: è robaccia.»
E continuò a passarle le dita tra i capelli, come il più improbabile dei parrucchieri. Hermione sapeva che la Tricopozione Lisciariccio non era robaccia (e probabilmente ne avrebbe comprata dell'altra, giusto per vedere la reazione di Malfoy), ma non poteva negare che l'alternativa che aveva portato il ragazzo avesse un odore meravigliosamente buono.
Sapeva di speranza, anche se questo non aveva alcun senso.

*******

Non aveva mai pensato di andare a letto con Draco. Per la maggior parte della sua vita, almeno. Forse negli ultimi tempi ci aveva pensato qualche volta, prima di arrivare al dunque, ma le volte in cui aveva osato immaginare qualche dettaglio...
Non quello.
Alla fine, l'unica cosa che le rimase in mente (e che le pesò, quasi fisicamente, ogni volta che ci pensava) fu il fatto che Draco non si tolse mai la lugubre maglia nera a maniche lunghe che indossava.

*******

Ci vollero mesi, ci volle la malleabilità un po' idiota dell'eccitazione per riuscire a spogliarlo del tutto. Dopo, mentre riprendevano fiato ognuno dalla propria parte del letto, Hermione guardò di nuovo. Non osò pensare alle cicatrici nette e sottili sul suo petto e sul suo stomaco. Ragionarci sopra avrebbe voluto dire odiare Harry. Non voleva odiare Harry.
Non voleva odiare neanche Draco. Però le sue dita si mossero verso l'interno del suo avambraccio sinistro, con una specie di distaccata sorpresa.
Una cicatrice. Solo questo. Un disegno orribile non più nero ma inciso nella carne, come con un coltello, come in un - Mezzosangue - scalfito con una lama così affilata che ti faceva male con qualche secondo di ritardo, ma il male era troppo, era troppo---
Draco si ritrasse. Aprì la bocca, sorridente, spavaldo, come per fare una battuta.
Non ci riuscì. Scoppiò a ridere.
Appena un paio di secondi dopo, piangeva. E i suoi singhiozzi erano onesti come mai Draco era stato, erano versi strazianti, acuti, i gemiti di un dolore inarticolato che risuonavano tra le pareti macchiate di muffa come un presagio di sventura, come un dolore che non è mai andato via.
Hermione tentò di soffocarli tra le sue braccia.

*******

«Approvo. Cioè, approvo... sei felice. Credo. Mi sembra. Quindi... approvo? Però non capisco. Non ancora» ammise Harry, con gli occhiali un po' storti sul naso e una bruciatura fresca sul mento - era stata una pessima idea permettergli di frequentare l'accademia Auror, davvero.
«Mi dispiace» aggiunse, subito, con gli occhioni verdi belli sgranati.
Hermione aprì la bocca. Seria.
Poi, però, scoppiò a ridere.
«È più che altro una questione di politica» disse, prima che le risate la costringessero a tacere.
Harry la guardò basito, le picchiettò goffamente la schiena con la mano aperta, come se Hermione si stesse strozzando. E forse lo stava facendo, ma non sapeva più se per il dolore o per la gioia.




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Oneshot scritta per una challenge, come avrete notato. E questo è il mio NOTP, il che mi porta a dovere delle spiegazioni. O meglio, voglio darle.
Capisco perché un pairing simile possa piacere, e spero di averlo dimostrato... ma, comunque, la logica sui pairing non funziona. O ti prende o non ti prende e, in questo caso, NO.
Non apprezzo, in particolare, l'approccio "cattivo ragazzo cambia per amore della buona ragazza" o, ancora peggio "cattivo ragazzo non è poi così cattivo come sembra".
Draco è una persona orribile, e c'è da amarlo per questo, non malgrado questo.
Detto questo, se conoscete delle Dramione in cui la coppia si crea perché Draco trova estremamente hardcore il mestiere di dentista... consigliatemela!


  
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