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Autore: dirkfelpy89    16/12/2019    1 recensioni
"Torno su EFP con questa storia ambientata temporalmente come un seguito della mia fic “Otto Piccoli Maghi” ma chiaramente questa fic si può leggere tranquillamente anche senza aver seguito l’altra"
Dopo la tragedia di Marlott's Island la vita nella comunità magica è tornata alla normalità. Almeno fino a quando non viene trovato morto il Presidente del Wizengamot inglese. Accanto al cadavere un messaggio "4o" Cosa significa? Perché questo crimine orrendo?
Seguite Harry Potter ed i suoi auror alla caccia di una nuova minaccia che rischia di compromettere il Mondo Magico inglese ed il suo Ministero.
Genere: Avventura, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Cap 6, Attacco al Potere

21 Gennaio 2019

Hugo Stones posò gli occhiali sul tavolo e si stropicciò gli occhi stancamente. Odiava i lunedì.
Riprese gli occhiali e posò lo sguardo su una lunga pergamena fitta fitta di vuote parole. Una decina di altri stati stranieri voleva sapere se le voci di un attentato ad un Professore di Hogwarts fosse vero. C’era chi offriva aiuto, chi era pronto a trovare assonanze con alcuni omicidi accaduti nei loro paesi.
Niente di veramente utile.

Ma il tentato omicidio aveva scosso il Ministero, specialmente gli auror. Potter gli aveva addirittura assegnato un auror di scorta, ma Hugo aveva rifiutato: aveva 65 anni uno stile di vita tutto casa/lavoro, lavoro/casa. A cosa serviva una scorta?
Del resto non si sentiva minacciato, a casa aveva molte misure di sicurezza ed a lavoro era circondato da auror. Perché si preoccupavano tanto?

Verso mezzogiorno decise di fare una pausa. Si alzò dalla poltrona, si avvicinò al camino acceso e lasciò che il fuoco riscaldasse le sue vecchie giunture.
Improvvisamente la porta del suo ufficio si aprì. Il fuoco si spense, Ugo si voltò per capire chi fosse entrato: non si aspettava visite.

Una figura incappucciata era appena entrata.
“Chi diav…” fece Ugo. L’uomo non parlò. Estrasse la bacchetta, la puntò contro Ugo e mormorò “Avada Kedavra”
Prima che Hugo potesse toccare terra, morto, la figura misteriosa era già uscita dalla stanza.

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Michael Copper si stava godendo il suo solito doppio panino al prosciutto sulla solita panchina del solito parchetto vicino al Ministero della Magia.
Michael, 53 anni, direttore del dipartimento per il Trasporto Magico, una stazza invidiabile, era un uomo molto preparato, stimato e prevedibile.

Il piccolo parco era uno dei pochi polmoni verdi in una Londra sempre più congestionata.
“Signore, 10 minuti poi dobbiamo rientrare” disse un’uomo con l’aria stanca, il suo auror di scorta. Michael annuì e dette un morso pantagruelico al suo panino.
L’auror osservò l’uomo con un’espressione di disgusto malcelato, poi riprese la sua posizione, a circa 10 metri dall’uomo.

Michael terminò il suo panino con un sonoro rutto, si alzò con un po’ di fatica e buttò in un cestino le cartacce. Poi accadde.
Un’esplosione sconquassò il piccolo parco e l’onda d’urto buttò Michael per terra.
Silenzio poi urla disperate.

Michael provò ad alzarsi ma la stazza eccessiva glielo impediva.
“Ma guarda che razza di maiale” una figura incappucciata torreggiava su di lui, la bacchetta puntata contro il suo petto enorme.
“No… io… la prego, non lo faccia…”
“Risparmia le parole, palla di lardo”
La posso, la posso pagare”
L’uomo rise “Maiale fino alla fine. Avada Kedavra!”

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Rose Greenwood, Edward Bonde ed Hermione Granger si materializzarono di fronte all’ingresso della tana. A passo veloce i due auror accompagnarono il ministro fino all’ingresso dell’abitazione, bussarono alla porta ed attesero.

Dopo quelle che parvero ore la porta si aprì leggermente e sulla soglia uscì una vecchietta con lunghi capelli ricci ormai bianchi. Doveva essere Molly Weasley, la madre di Ron.
Lo stomaco di Rose fece una strana giravolta mentre, di tutta fretta, entrarono in casa.

Un piacevole odore di arrosto li accolse nel soggiorno. La casa era molto accogliente, calda e vuota, eccezion fatta per Arthur Weasley che sedeva su una comoda poltrona, vicino al camino, lo sguardo piuttosto assente.
“Vado a pattugliare là fuori. Tra mezz’ora vieni a darmi il cambio” bisbigliò Edward. Rose annuì ed osservò l’orologio: erano le 11 e 30.

La mezz’ora successiva si rivelò essere piuttosto strana. Hermione si unì alla suocera in cucina, dovevano preparare il consueto pranzo del lunedì (molto probabilmente ci sarebbero state diverse defezioni, visto il grande carico di lavoro al Ministero, ma Hermione non aveva il cuore di deludere la donna). Rose invece rimase in piedi, piuttosto imbarazzata dalla situazione.

“Siediti pure, cara” disse Arthur Weasley. Rose annuì e si mise a sedere su di un divano piuttosto malconcio.

“Come vanno le cose al Ministero? Immagino non molto bene” chiese l’uomo. Rose annuì.
“Però mi manca il servizio attivo, da quando sono in pensione non so cosa fare tutto il giorno. Avevo ripreso lo studio del mondo babbano, ma poi….” Arthur sospirò e rimase in silenzio.
“Mi… mi dispiace tanto per… per quello che è successo” disse Rose. Avrebbe voluto trovare tutt'altro argomento ma non ci riusciva, non riusciva a non pensare a Ron “Tante volte mi fermo a pensare”
“A cosa?” chiese il signor Weasley, sorridendo.
“Perché io sono sopravvissuta? Perché io e non il signor Weasley o qualsiasi altro dei miei compagni” ammise Rose, osservando il camino, ricacciando una lacrima.

Arthur osservò Rose per qualche istante “Ronald era il più piccolo dei miei figli. Non era studioso come Percy o Bill e nemmeno ironico e giocoso come Fred e George." Disse a bassa voce "Nonostante ciò la sua presenza riusciva sempre ad allietare le nostre giornate. Era la luce dei nostri occhi.
Ci manca terribilmente, a questa età un padre non dovrebbe mai seppellire un figlio. Ma è morto facendo quello che amava e non devi colpevolizzarti per questo”

L’anziano Weasley allungò una mano che la ragazza strinse “Volevo incontrarvi… ma non ho avuto la forza” ammise la ragazza scacciando via, con la mano libera, le lacrime dagli occhi.

La pendola in salotto scoccò le 12 e Rose si riscosse, era il suo turno di guardia. Hermione e la signora Weasley erano indaffarate in cucina mentre il signor Weasley era tornato ad osservare il camino.
Uscì e si avviò a passo spedito verso i confini della Tana.

Fatti pochi passi però si bloccò. a pochi metri di distanza, riverso a terra vicino a dei cespugli di more selvagge, giaceva Edward Bonde.
Rose si immobilizzò. Cosa, cosa diavolo era successo?

Immediatamente estrasse la bacchetta e si avvicinò lentamente al corpo.
“E’ inutile bellina, è morto stecchito!”

La ragazza sobbalzò e puntò la bacchetta contro due nuovi venuti, entrambi incappucciati.
“Chi siete?”
L’incappucciato più grasso rise “Davvero ha importanza? Avada Kedavra!”

Rose evocò immediatamente uno scudo d’argento che riuscì non difficoltà ad intercettare le due maledizioni senza perdono. Doveva avvertire i Weasley.

Riparandosi dietro lo scudo, Rose impresse alla bacchetta un movimento a frusta. Il fiotto di luce che ne scaturì colpì in pieno petto uno dei due incappucciati.
Approfittando del caos prodotto, Rose corse a perdifiato.

Per il momento i due aggressori sembravano aver interrotto l’attacco e la ragazza riuscì a giungere al riparo della Tana.
Immediatamente evocò un patronus che inviò direttamente al Dipartimento Auror, poi andò in salotto dove erano presenti i coniugi Weasley e Hermione.

“E’ in corso un attacco, presto mettetevi al riparo, smaterializzatevi!”
Hermione annuì, prese i due suoceri a braccetto per smaterializzarsi. Ma non fece in tempo.

Un’immensa esplosione fece saltare per aria metà salotto.
L’onda d’urto scagliò Rose per alcuni metri, facendola atterrare bruscamente addosso la credenza della cucina.

Un grande polverone si era alzato, la visibilità si era ridotta a pochi centimetri.

“Signora Granger… Weasley….” boccheggiò Rose. L’urto era stato molto violento: era finita per terra, si sentiva le forze venir meno.
“Scap… scappate” provò a rialzarsi, quasi rabbiosamente, ma era inutile.

Con la mano raggiunse la bacchetta che era caduta poco lontano. Se doveva morire, voleva morire con la bacchetta in mano.
“Andat… dat… date vi…” poi svenne.

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Perdonatemi, perdonatemi davvero, ma queste settimane sono state davvero impegnative.
Vi assicuro che non ho la minima intenzione di mollare questa fic, ci tengo troppo, però il tempo ha avuto qualcosa in contrario .-.

Comunque, capitolo importante, centrale. Spero vi sia piaciuto. Cosa sarà successo a Rose ad Hermione ed ai Signori Weasley?
Lo scopriremo nel prossimo capitolo (che spero di pubblicare prima del 24)
Grazie a tutti!
  
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