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Autore: Star_of_vespers    17/12/2019    4 recensioni
L'umanità è stata decimata da un nuovo pericolo. Near ha centotre anni, ormai vecchio si ritrova a lasciare il comando ad una giovane ed inesperta ragazza, nonché una scienziata molto abile. Quest'ultima grazie ad un patto segreto stipulato con il re degli Shinigami, è riuscita a riportare in vita Mello e Ryuzaki nonché il vecchio L.
La ragazza è mossa da una questione personale, anche se ormai intenta a riportare l'umanità sulla terra, bloccata su Marte da ormai troppo tempo.
Dal testo:
-Porgo ad entrambi, i miei più distinti e affettuosi saluti- il suo sguardo determinato scivolò tra gli occhi azzurrissimi di Mello che impassibile l’ascoltava, poi si spostò sul vecchio L e debolmente gli sorrise.
-Conosco già tutte le vostre domande …- seguitò determinata, continuando a parlare sostenuta dallo sguardo fiducioso di Near che la fissava nella penombra.
-Conosco quelle che un tempo erano le vostre certezze. Ma siete ritornati, dalla morte- sentenziò infine.
Vi assicuro che vi farò rimanere con il fiato sospeso! sarà una storia piena di azione, mistero, amore, e tantissimi colpi di scena.
Genere: Fantasy, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Mello, Nuovo personaggio, Shinigami
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una svolta seducente:

 


Matryel nella più totale confusione serrò le palpebre respirando adagio. Ricercò ripetutamente Mello, stringendo forte le sue mani alle braccia che la stavano trattenendo con decisione. La testa le faceva parecchio male, come tutti i muscoli del corpo; cercò di piegare un polso ancora stordita, e mugugnò qualcosa di impreciso notando la sua profonda debolezza. Non riusciva a muoversi come desiderava e, se avesse sforzato maggiormente il suo corpo, di sicuro le conseguenze sarebbero state più dolorose del previsto.

-Sto per svenire!- con gli occhi ancora chiusi, avvicinò la sua mano a quello che percepì come il petto muscoloso di Mello. Era sicura che lui le fosse vicino, a meno che non fosse preda di un’allucinazione.

-Ti sbagli … sei già svenuta- Le sue ipotesi furono confermate quando percepì la voce di lui, così fredda e pacata. La ragazza cercò di riaprire le palpebre, con grande fatica. Le immagini erano totalmente sfocate, e le fu quasi impossibile riconoscere quel luogo, poiché una forte luce bianca in quel momento la stava quasi accecando, tanto da costringerla repentinamente a richiudere le palpebre. Gli occhi le facevano male, si sentiva frastornata, ed ancora, avvertiva lievemente quel fastidioso fischio alle orecchie.

-Allora continuo a stare male …  mi manca l’aria …- si dimenò con quanta più forza aveva; preda dell’angoscia cercò di rialzarsi ma la presa intorno alla sua vita si fece più salda, tanto da immobilizzarla.

-Ferma- Mello abbassò finalmente lo sguardo per scrutare il viso spossato della donna: Era più pallida del normale, l’espressione che aveva in volto era parecchio allarmante, ma il ragazzo non risultò preoccupato, anzi, senza nessun indugiò la strinse maggiormente a sé, in modo da bloccare i suoi movimenti.

La teneva in braccio, mentre concentrato stava seduto di fronte ai comandi, intento ad atterrare sul pianeta terra, come aveva progettato.

-Perché mi tieni in questo modo?- la donna cercò coraggiosamente di riaprire gli occhi, concentrandosi in primo luogo sulle mani di Mello che la trattenevano dalla vita stringendola al contempo a lui, per poi spostarsi sui comandi manuali della navicella. Si trovavano proprio dinanzi al monitor, e pareva proprio che Mello avesse coordinato tutte le manovre, visto la vicinanza alla terra.

-Mi pare ovvio … - il detective la guardò da sottecchi, regalandogli un’occhiata glaciale, ma la donna curiosa, non distaccò quel contatto visivo, intenta a comprendere i piani del ragazzo.

-E’ l’unico modo per tenerti buona … non penserai di fare di testa tua?!- l’uomo era conciso nell’osservare gli occhi di Matryel, che finalmente lo stavano fissando senza tanta fatica. La ragazza era quasi distesa, adagiata sulle braccia di lui, che la stava osservando distaccato, curioso di scorgere una nuova espressione dal viso chiaro di lei.

-Perché mi hai seguita?- domandò affaticata, cercando di alzarsi dalle gambe del detective, che non pareva volerle  concedere questo desiderio.

-Ragazzina, possibile che fai sempre domande sbagliate?- chiuse gli occhi per qualche istante, quasi stanco delle parole della donna che lo stava studiando.

-Non capisco!...- L aggrottò le sopracciglia scure, fissando il volto impassibile di Mello.

-Mi hai seguita … questo perché? Non cercare di evitare la mia domanda!- Matryel si rialzò con uno scatto felino dalle gambe dell’uomo che la teneva con noncuranza, gli si parò davanti, rimanendo seduta sulle sue ginocchia, senza però evitare di percepire le mani del ragazzo intorno alla sua vita. Avrebbe voluto allontanarsi, ma anche se era riuscita a rialzarsi con una strana facilità, di certo non sarebbe riuscita a scappare da quel contattato con la medesima comodità.

-E va bene …- lui gli sorrise maliziosamente, osservando con divertimento i suoi occhi chiari e indagatori. I loro volti erano vicinissimi, ed i loro sguardi nell’incrociarsi lasciavano traboccare scintille ardenti, colmi di pensieri non detti e risposte celate.

-Mi servi L, che sia chiaro!- L’uomo in viso aveva dipinta un espressione seria, i suoi occhi divennero colmi di orgoglio e … strafottenza. La ragazza stranita lo scrutò ricercando dietro quelle iridi chiare una risposta diversa, infondo non riusciva proprio a seguirlo, anche se, in quel momento lui non l’aiutò affatto: piano con movimenti diretti spostò le sue mani dalla vita della donna, verso i fianchi, attirandola maggiormente a sé, senza mutare la sua espressione fredda e misteriosa.

-Per cosa?- la ragazza per non scontrarsi vertiginosamente al viso di lui, cercò sostegno nelle mani, appoggiandole sopra il petto dell’uomo. Imbarazzata abbassò lo sguardo quando Mello sorrise maliziosamente, percependo il profondo e sconosciuto impedimento della donna. Lui non sembrò molto turbato da quel contatto divenuto più intimo del dovuto, e con naturalezza incatenò con lo sguardo gli occhi di L, cercando di attirare completamente la sua attenzione.

-Conosco i tuoi piani … provo un interesse personale, quindi da questo momento in poi dovrai informarmi di ogni cosa.- I suoi capelli biondi gli ricaddero disordinatamente in avanti, mentre lui con impassibilità osservava la curva rigida che si era appena formata sulle labbra di lei. L’avvicinò maggiormente a sé, continuando a risultare freddo e  contenuto, Matryel desiderò con tutta sé stessa capirne di più, anche sé l’imbarazzo non l’aiutò particolarmente.

-Questo significa che tu stai accettato di lavorare con me?- chiese intimidita dall’espressione distaccata di lui. Percepì le mani ai suoi fianchi stringerla con decisione, lei era sempre più vicina, seduta in braccio a Mello, che la inchiodava senza problemi, timori, o imbarazzo, e privo di espressione, quasi come se stesse stringendo a posto del suo corpo, una delle sue comunissime tavolette di cioccolato.

-Questo significa che ti conviene dirmi ogni cosa senza nascondermi nulla … ragazzina.- Le si avvicinò con furbizia al viso, sfiorando volutamente le labbra turgide, fino a farsi strada verso il suo orecchio destro.

-Perché ?- disse sussultando involontariamente. Quel contatto l’aveva scossa, come poteva il ragazzo avvicinarsi in quel modo? Con così tanta strafottenza ed impassibilità, senza reagire a quel contatto decisamente fin troppo invadente. Cosa voleva Mello da lei? Che interesse aveva coltivato? e perché, si premurava a scortarla sulla terra?!.

-Non pensare che io sia un tuo sottoposto …- mentre parlava il suo respiro solleticò l’incavo del collo della scienziata, le sue parole erano ferree, pronunciate senza esitazione. Mello allontanò una mano da un fianco, per trattenere la ragazza dal braccio sinistro, in modo da impedirle di allontanarsi.

-Tu piuttosto considerati … mia- quella frase così fredda e diretta, riuscì a far  retrocedere di poco la donna  da quella presa.

-Tua?- domandò lei allibita osservando una volta distante il ragazzo in volto. Era scioccata e confusa, ma allo stesso tempo toccata, tanto da avvertire un certo calore sconosciuto farsi largo tra le sue guance, colorandole di rosso.

-Hai sentito bene L … sei tu ad appartenermi, non pensare il contrario … per me il fatto che tu mi abbia resuscitato non implica nulla, ma come ti ho detto, in questo momento, ho un interesse personale … per questo ti ho seguita- Mello sorrise soddisfatto allontanando le braccia dal corpo della donna. Afferrò sulla tastiera di fronte la cioccolata che aveva precedentemente appoggiato, iniziando disinteressato a staccarne un pezzo.

L rimase in silenzio, intenta ad osservare la mano sinistra del ragazzo ferma sul suo braccio, quasi come a trattenerla ancora, era sicura che se si fosse allontanata lui l’avrebbe fermata all’istante, ma non capiva il motivo di questa sua possessività. Mello era fiero e sicuro di sé, non mostrava titubanze, né davanti al pensiero di lei, né davanti al suo corpo, ora così inesorabilmente vicino. Ma come poteva essere così strafottente?. Oppure, era veramente tanto bravo da nascondere così bene le sue emozioni dietro quella maschera disinteressata?. No! decisamente Mello, anche se aveva lasciato il mondo precocemente, ne aveva viste di cose, celava dietro il suo volto serio, tanta sapienza e tanta, ma tanta esperienza, nemmeno Matryel stessa in una vita intera passata a studiare poteva sognare di comprendere i pensieri di una mente che, era maturata attraverso gli eventi burrascosi, attraverso i viaggi, alla scoperta di cose nuove … forse era per questo che Mello nel trattenerla non pareva turbato? Non comprese pienamente il motivo, ma voleva scoprire tutto di lui, e in quel momento si accese una sorta di curiosità addormentata, ed una sensazione strana la invase di piacere, una vibrazione che si rafforzava ogni qual volta ricordava le parole dette in precedenza da Mello “Tu sei mia” bastava riportare quella voce tra i suoi pensieri per farla tremare, ma anche se stranita e dubbiosa, cercò di tenere questi sentimenti da parte, infondo non poteva concentrarsi sul coinvolgimento di Mello. O meglio sul coinvolgimento di Mello verso lei, perché anche se lui le avesse spiegato di questa sua iniziativa, qualcosa le diceva che ne fosse stata direttamente coinvolta, e lo avrebbe scoperto.

Ruotò lo sguardo cercando di controllare quella sensazione strana al petto, che si infiammava ogni qual volta gli occhi freddi di Mello toccavano la sua pelle. Era così serio, la tratteneva ancora da un braccio, ma in realtà quella stessa compostezza la eccitava, non poteva fare a meno di pensare a quanto fosse bello e spericolato quel contatto, ma non capiva il motivo per qui era così attirata e trasportata da quelle mani, da quel petto e da quella bocca, come poteva cedere così? ma infondo la risposta alla domanda era fin troppo semplice e scontata. Se Mello aveva conosciuto tutto dalla vita, Matryel a sua differenza era ancora alla ricerca di nuove cose, intenta a comprendere i suoi sentimenti, trasportata senza motivo da momenti che non avrebbe mai immaginato possibili, infondo lei era L, e il suo scopo era distruggere Kira per la seconda volta … ma oltre questo incarico non conosceva altro,  Near stesso era intervenuto fin da quand’era piccola, in modo da guidarla verso il compimento di quella missione. Matt non sapeva infatti cosa potesse significare tutto quello scompiglio, il suo cuore non conosceva quei sentimenti che erano partiti proprio all’altezza del suo petto, e con forza li stava ricacciando, ma non poteva evitare di pensare che, essere stretta in quel modo da Mello, ed essere guardata da lui, essere sfiorata dalle sue mani,  in un modo così intimo le aveva fatto un po’ cambiare idea. Lei lo stimava da una vita, aveva letto tutto di lui, del mafioso spericolato, ed era una sua sostenitrice, lo ammirava molto, anche quando si era rifiutato di lavorare con lei, ma adesso che le sue mani stringevano i suoi fianchi, adesso che il suo respiro le solleticava la sua pelle, adesso che l’aveva toccata, stretta, manipolata, sedotta, stregata con gli occhi di ghiaccio che si ritrovava, Matryel si sentì quasi vacillare, in preda al subbuglio che avvertiva nel suo cuore.

-Che ti prende L?- Mello la fissò con quei suoi occhi blu, così vicini ma lontani allo stesso tempo. Matryel scrutò le sue braccia muscolose, e la mano che si era nuovamente adagiata sui suoi fianchi. Percepiva il suo profumo molto maschile, e la forza di quel corpo e di quello sguardo.

-Lo stai facendo apposta Mello?- il motivo di quella domanda non lo capì a pieno nemmeno lei, ma seguendo la logica, forse Mello sapeva bene che un simile contatto l’avrebbe di sicuro turbata, infondo lei era una ragazza, ed anche se molto intelligente e acculturata, risultava totalmente inesperta dinanzi a simili situazioni … e il suo cuore batteva forte.

-Non capisco cosa intendi …- il detective allungò le sue mani lentamente, appoggiandole sulle cosce asciutte della ragazzina, senza mutare la sua maschera di serietà. Il cuore di Matryel iniziò a battere più forte, mentre stranamente si ritrovò muta, dinanzi a quelle mani che continuavano a muoversi, sotto quegli occhi seri che non avevano smesso di guardarla. I battiti si facevano sempre più prorompenti, la parola non le usciva dalla bocca, mentre la mano di Mello si adagiò nuovamente sui fianchi, con un movimento lento, percorrendo ogni curva della ragazza senza alterazione.

Allora era vero? Forse, anzi sicuramente Mello conosceva la stima che Matryel provava nei suoi confronti, e la stava usando per trattenerla e coinvolgerla, in qualcosa che lei stessa non conosceva, ma Mello era veramente sicuro che Matryel potesse rimanere toccata da quel contatto? E soprattutto qual’era lo scopo del detective?

-Adesso mi pare ovvio che, sto meglio quindi …- appoggiò le dita affusolate sulle mani di Mello, per sciogliere quella presa, infondo non poteva distrarsi, doveva pensare alla sua missione, e il detective anche se furbo, non poteva coinvolgerla così tanto, gliel’avrebbe impedito! Ma lui dal canto suo pareva essere certo dell’impatto che stava suscitato sulla ragazza.

-L … cosa stai facendo?- domandò incrociando gli occhi chiari di lei, che intimiditi cercavano di sfuggirgli. Mello era seduto con nonchalance su quella sedia, con la ragazza in braccio e le sue mani sui fianchi di lei. I suoi occhi erano seri, indecifrabili, pensierosi e soddisfatti. Matt, si morse un labbro violentemente, ci era arrivata da un po’! lui stava cercando di distrarla, e ci era riuscito, ma quella situazione aveva raggiunto il limite.

Cercò di allontanare le mani dell’uomo dai suoi fianchi, senza successo, sospirò continuando a mordersi le labbra, evitando lo sguardo risoluto di Mello, che senza fatica continuava a stringerla, a suo piacimento.

-L- la sua voce era severa, Matryel rimase immobile e lo fissò, lui una volta ricevuta l’attenzione che ricercava la immobilizzò totalmente approfittando di quel momento: con un braccio le cinse nuovamente la vita e l’attirò completamente a sé, facendola cadere rapidamente sul suo petto, con un movimento brusco i loro busti si scontrarono e i capelli di lei, si scompigliarono ricadendole in avanti . Lui alzò di poco gli occhi per fissarla, concentrandosi a guardare per qualche istante le sue labbra:ne era certa! stava cercando di scombussolarla, ma lei doveva resistere, perché ne sarebbe uscita vittoriosa da quella presa.

Sospirò piano solleticandole la bocca, ormai così vicina alla sua. Mello sapeva bene dove colpire, e il cuore della scienziata iniziò a battere vigorosamente, la sua mente era piena di rumori, e di pensieri poco connessi tra loro, poiché l’attenzione della giovane era totalmente rivolta alle labbra di lui, schiuse in un ghigno soddisfatto.

Non ce l’avrebbe fatta. Il seno di lei si schiacciò violentemente  contro il petto di Mello, quando quest’ultimo con una stretta più forte la bloccò saldamente a sé. Matryel cercò di chiudere gli occhi ma fu peggio, in quanto il battito del suo cuore era divenuto maggiormente udibile. E batteva forte, e più lui la stringeva, più lei era persa, ma doveva rispondere a quella sfida, non avrebbe perso!.

-Lasciami Mello …- disse semplicemente riaprendo le palpebre.

-Ti ho detto che …  sono io che comando L!-

 

Su Marte:

 


Ryuzaki non pareva sorpreso, anzi, osservava gli uomini su Marte con disinteresse, quasi annoiato. Risa gli si era seduta proprio davanti. Dopo essere arrivata alla stazione non l’aveva perso d’occhio per un istante, attenta ad esaminare i suoi atteggiamenti così strani e insoliti. Si, decisamente, Ryuzaki era molto cambiato, il suo approccio con la ragazza era differente, il suo sguardo, la sua espressione, era divenuta incomprensibile. La donna incrociò le braccia sotto il seno, stringendo nella mano sinistra la sua amica più fidata: una pistola 9 mm calibro 22, caratterizzata da dieci giri, viste rimovibili, pannelli intercambiali … un gioiellino molto particolare, a cui lei stessa ne era particolarmente legata. Sospirò pesantemente attirando l’attenzione del vecchio L, che seduto di fronte a lei, solo in quel momento aveva spostato lo sguardo su Risa.

-Quindi tu ti aspettavi questo da L?- Disse la ragazza lanciando un’occhiata di sbieco al cadaverico Ryuzaki, concentrato più che a lei, allo scenario desertico all’esterno di quel capannone abbandonato.

-Esatto, ho previsto le mosse di tua sorella, perché ripetere la domanda?!- l’uomo impassibile spostò il suo sguardo su delle zollette di zucchero adagiate disordinatamente sul tavolino metallico, ne afferrò una e la gettò malamente nel suo amaro caffè, ne seguirono altre, ed altre ancora.

-Spiegati meglio … perché sei fottutamente incomprensibile … e mi dai suoi nervi in questo momento!- Risa digrignò i denti, alzandosi da quella sedia sgualcita. Dal suo sguardo fuoruscivano scintille colme di collera, Ryuzaki fu molto attento ad evitare quelle occhiate poco rassicuranti, e continuando ad ignorarla, afferrò tra le mani la tazza fumante di caffè, e lentamente l’avvicinò alla sua bocca.

-Lo so Risa, infatti le probabilità che tu reagissi in questo modo erano del 65% … ma mi sbagliavo …- infine sorseggiò rumorosamente il contenuto della tazza, con estrema calma, procurando nella donna che gli era dinanzi una reazione poco piacevole.

-Dannatissimo cadavere ambulante che non sei altro …- Risa incollerita scostò con un sonoro calcio il tavolino di ferro, successivamente si avvicinò a Ryuzaki afferrandolo malamente dalla maglia bianca.

-Cazzo dici?! Ci hai azzeccato a pieno! sono talmente nervosa che potrei spaccarti il muso seduta stante- esordì stringendo violentemente la mano, in modo da sfogare con quel gesto la rabbia repressa.

-Lo so, infatti mi sono sbagliato sui calcoli … credo che la tua reazione fosse abbastanza prevedibile, quindi, le probabile superavano il 65%- L’uomo era seduto stranamente sulla sedia nella sua classica posizione, ma non pareva turbato dalla vicinanza della ragazza, che al momento lo tratteneva dalla maglia, in modo quasi provocatorio.

-Senti … se sapevi che mia sorella voleva andare sulla terra come dici, perché non l’hai fermata?- Incollerita più che mai alzò la sua mano, doveva dargli uno schiaffo, lo doveva fare, come  poteva Ryuzaki comportarsi in quel modo? Lasciare una ragazza partire così su un pianeta pericoloso come la terra. Veramente era stato L in passato? perché allora sacrificare la vita di una sua degno succeditrice?

Il vecchio L  sorprese Risa, repentinamente alzò la sua mano pallida e affusolata bloccando il colpo della donna a mezz’area, senza tanta fatica.

-Perché anche se questa scelta è stata molto affrettata, io ho bisogno della presenza di tua sorella sulla terra, altrimenti mi ritroverei ad un punto morto con le indagini … l’ho lasciata fare, anzi l’ho indotta a partire senza ostacolarla … anche se potevo- asserì pacatamente lasciando Risa di stucco.

 Durante il viaggio sulla navicella, il vecchio L, aveva illustrato a tutti i presenti i suoi piani. Pareva che l’uomo non fosse sorpreso dell’anomalo atteggiamento di Matryel, infatti sosteneva di conoscere questa sua mossa, rivelando a Risa, che nei giorni trascorsi sulla stazione lui stesso aveva pedinato la nuova L, ed aveva furtivamente rubato le informazioni a suo possesso, disarmando la ragazza grazie all’aiuto di Mello. I due detective appena resuscitati, si erano alleati al fine di scoprire i ragionamenti di Matryel, e soprattutto i particolari sulla figura di Elrien.

“-Sono certa che … in qualsiasi posto tu ti trova … se sei ferita … se stai bene … se mi pensi. Anche se adesso non sei vicino a me … ti garantisco che io ti ritroverò Elrien … e ucciderò coloro hanno osato strapparti dalle mie braccia. Lo giuro sulla mia stessa vita“

Sia il vecchio L, che Mello erano stati particolarmente colpiti da questa frase, da questa mezza informazione tralasciata impulsivamente da Matryel. I due detective segretamente all’ombra di Near, Matryel e di Risa stessa avevano stretto una sorta di alleanza,  in modo da raggiungere le informazioni che entrambi desideravano avere. Per Ryuzaki era poco saggio ricercarle direttamente, infatti aveva ben ammonito Mello, sostenendo che il loro comportamento disinteressato e poco spiccante, non avrebbe dato all’occhio, così i due non essendo sospettati potevano tranquillamente ricercare tutte i dati che desideravano. Per Mello fu difficile mantenere un atteggiamento tranquillo e distaccato, in un’altra circostanza l’uomo avrebbe estorto quelle informazioni con la forza, ma il vecchio L, aveva visto lungo, poiché Matt non avrebbe mai e poi mai rivelato la verità, sicuramente la ragazza avrebbe detto loro solo quello che le conveniva, il vecchio L, aveva notato questo comportamento da parte della sua succeditrice, quindi aveva ben pensato di sottrarre personalmente ciò che desiderava, in modo da avere la certezza di possedere le reali notizie, pure, prive di mezze verità, o invenzioni poco credibili.  

-Ryuzaki …- rabbuiata Risa osservò gli occhi scuri dell’uomo che la stava trattenendo da un braccio,  con un’espressione disattenta -Raccontami ogni cosa … spiegati meglio, altrimenti potrei seriamente ammazzare qualcuno dalla collera, e ti garantisco che ho i coglioni girati!-

-Essendo tu un individuo di sesso femminile a cui non posso fare del male, per ostacolare un eventuale comportamento violento, ti garantisco che, nonostante il tuo essere donna, sarò pronto a fermarti considerando questo tuo strano temperamento- Ammise pacato alzandosi senza preavviso dalla sedia, allontanando la mano di Risa dalla sua maglietta bianca. L’uomo sprofondò le mani dentro le tasche dei pantaloni, muovendo qualche passo verso l’uscio del capannone. Osservò l’esterno, concentrandosi sui tumuli rossi di sabbia, sulle palme alte e secche, sugli uomini non molto distanti dalla sua posizione, ed infine, in lontananza, su un grosso e mastodontico castello di marmo bianco, che fin da subito aveva attirato la sua attenzione.

-Mi stai forse dicendo che sono debole?- Risa si avvicinò dispoticamente a lui, senza guardarlo, assumendo un atteggiamento autocratico.

-No!- di poco scostò il volto per incrociare gli occhi scuri e vivaci di Risa - Ti sto solo dicendo che mi ritengo un gentil’uomo e non voglio assolutamente ferire in alcun modo una donna, che tu sia un capitano o un assassina poco mi importa!- asserì calmo lasciando ulteriormente la ragazza di stucco.

Dunque quell’uomo non era solo interessato al caffè e alle fragole? Che scema! Era stata veramente una stupida a sottovalutare il vecchio L. Di nascosto e sapientemente era riuscito ad abbindolare tutti. Sospirò pesantemente e strinse i pugni, poi incatenò il suo sguardo a quello di Ryuzaki, che aveva concentrato la sua attenzione a lei, portandosi come di consuetudine un pollice in bocca.

-Oh ma certo, sei stato proprio un gran gentiluomo a mandare una ragazza sulla terra sola e disarmata … perché se come dici lo sapevi, e non hai fermato L, fai solo la figura dello sfruttatore … non ti interessa delle persone, a te frega solo in tuo comodo … e mia sorella è sola sulla terra, e tu in tutta risposta …- alzò il tono di voce roteando le mani ritmicamente insieme ai lunghi capelli scuri.

-Io in tutta risposta ho mandato Mello sulla terra insieme ad L, in modo che non possa accadere nulla a tua sorella- si avvicinò a Risa, curvando maggiormente la schiena per osservare bene il volto della ragazza, che sorpresa aveva lasciato a mezz’aria un dito.

-Mia sorella non è sola?!- Risa studiò gli occhi scuri del vecchio L, che sicuro di sé, a sua volta la stava fissando.

-Se ti può consolare, si, tua sorella non è sola!- asserì pacato. Un venticello caldo si alzò all’esterno portando nella camera alcuni granelli di sabbia rossa. I capelli lunghi di Risa scompigliati si muovevano lentamente, mentre lei cercava di ordinare tutte quelle informazioni.

-Come mai è andato con mia sorella? per quel che ne so non è un tipo che si lascia comandare!- asserì incuriosita.

-In realtà lui stesso ha deciso di seguirla in modo da monitorare ogni suo spostamento. Ti confesso che ad entrambi tua sorella serve viva e incolume … in modo da scovare sia Elrien che Light  … - continuava a torturarsi le labbra con movimenti lenti.

-Che ne sai tu di Elrien?- quello era  decisamente il limite. Afferrò il revolver e gliel’ho puntò in testa, la mano le tremava dalla collera, e più Ryuzaki la ignorava, più lei si innervosiva.

-Tutto!- rivelò sfregando i piedi nudi con disinteresse.

-Come hai fatto a conoscere simili informazioni?- era accecata dalla rabbia, ciò era alquanto evidente.

-Come ti ho detto ho eseguito delle indagini, e ho ricavato parecchi dati. Sia io che Mello conosciamo la storia di Elrien …  confesso inoltre di essere rimasto alquanto sorpreso dal legame tra di voi e quella bambina, pensavo fosse una familiare, le probabilità erano del 75% ma mi sono sbagliato!- allontanò il suo sguardo da Risa superandola senza problemi, lei  innervosita abbassò l’arma per puntare i suoi occhi sul vecchio L.

-Le informazioni che hai avuto …-

-Non saranno rivelate a nessuno. Tranquilla!- afferrò la sua tazza di caffè, aggiungendo ulteriore zucchero, poi si rannicchiò sulla sedia nella sua classica posizione.

-Reputo anch’io che sia pericoloso rivelare una simile notizia!- sorseggiò nuovamente il caffè esaminando le zollette all’interno.

-Ma dimmi un po’, tu pensi che mia sorella si fidi di Mello?! in realtà nemmeno io sono tranquilla a saperla con quello là!.- Passò tra le mani la pistola, in modo da smorzare un po’ l’ansia che avvertiva. Doveva cercare di ragionare senza scomporsi, per il bene di sua sorella.

-Mello è un personaggio temibile, ti capisco! Ma ciò non implica un percolo per tua sorella!- asserì serio alzando il volto per osservare Risa.

-Ah no?-

-No. Gli ho chiesto di proteggerla altrimenti nemmeno lui potrà ottenere ciò che desidera!- espose posato. La sua voce era tranquilla, sicura, così diversa dal solito, Risa ne fu colpita.

-E che desidera?- domandò lei incamminandosi verso la sedia dov’era seduto l’uomo.

-La testa di Light Yagami- esordì con un tono pacato, strano e … malizioso.

-E mia sorella cosa gli può fare?- domandò stranita lei.

-Tutto quello che Mello desidera, te lo garantisco!- il vecchio L, era risoluto e sicuro di sé, per tutta risposta Risa iniziò a ridere sadicamente, incrociando infine le braccia sotto il seno.

-Ryzaki…-

-Dimmi !- l’uomo era curioso di scoprire la reazione di quella ragazza così ambigua e determinata.

-Vai a farti fottere!- la donna gli si avvicinò  soddisfatta.

-Risa ti arrabbieresti se ti dicessi che abbiamo messo sotto esame la nuova L?- chiese Ryuzaki conoscendo già la risposta della giovane. Lei era stupita da questo suo atteggiamento, di sicuro preferiva vederlo mangiare le torte piuttosto che a sentirlo ragionare, era parecchio disarmante.

-Spiegati meglio … non lasciare il discorso a mezz’aria come fai di solito- sentenziò inviperita.

-Dunque, la nuova  L, ha dimostrato di avere un’ammirazione particolare nei confronti di Mello, prova né il fatto che lo abbia seguito dopo che lui ha declinato la sua offerta di lavorare insieme, sei d’accordo?- domandò afferrando un cucchiaino a terra.

- Potrei!- affermò distaccata.

-Bene lo prenderò per un si!- avvicinò il cucchiaio alla tazzina, mescolando lentamente lo zucchero all’interno.

-Segui il mio ragionamento: quella sera ho chiesto esplicitamente a Mello di raggiungere tua sorella per ricercare delle informazioni. Lui era sorpreso in quanto entrambi conoscevamo già tutto di Light ed Elrien e ci eravamo messi d’accordo di mantenere nascosta la nostra alleanza … infatti il motivo per cui ho chiesto questo a Mello andava ben oltre alla ricerca di nuovi dati- continuava a sorseggiare il suo caffè come se nulla fosse.

-A sì? E spiegati cosa volevi da L?- la donna stava ascoltando il racconto con curiosità.

-Volevo capire quanto lei fosse interessata a Mello, così ho chiesto a lui di testare questa mia supposizione che si è dimostrata veritiera!- affermò infine stringendo la tazzina tra le mani.

- Tu hai chiesto a Mello di scandagliare quanto L … non ci posso credere … non ci posso crede! Mi stai dicendo che hai usato così mia sorella?!- cercò di respirare profondamente per evitare di scagliarsi contro Ryuzaki.

-Non sono stato io a sfruttare tua sorella, Mello notando questo suo coinvolgimento ha preso la palla al balzo per estorcere informazioni al nuovo L- spiegò scrutando Risa.

-Ah! Quindi lui in questo momento sta sfruttando questo punto per appropriarsi del cazzo che gli frega!- Risa roteò velocemente tra le dita la pistola scura, serrando bene le palpebre insieme alle dita delle mani.

-Esattamente-

-E a te fa comodo tutto questo? vero Ryuzaki!- chiese furibonda.

-Esattamente-

Risa era stupita, il vecchio L pareva totalmente distaccato, come se non gli importasse un cavolo della reazione che le sue parole avessero suscitato in Risa.

-Io credo che Mello stia giocando con il fuoco sai! prima o poi questo piano gli si ritorcerà contro e di sicuro si scotterà!- la ragazza afferrò la sedia vicino all’uscio e l’avvicinò a Ryuzaki sedendosi scompostamente.

-Mello è un tipo avventato quanto coraggioso- alzò il suo sguardo per incrociare gli occhi di Risa. Cosa intendeva la ragazza?.

-Lui sta cercando di sfruttare il coinvolgimento di mia sorella nei suoi confronti per raggiungere il suo scopo … e personalmente mi sa che dietro ci sia qualcos’altro oltre la faccenda con Yagami, giusto Ryuzaki?- alzò un sopracciglio accavallando contemporaneamente le gambe.

-Certo!- il vecchio L sorrise soddisfatto, dunque Risa ci era arrivata!

-Comunque mia sorella al momento è L, ed è una ragazza intelligente e determinata, non si lascerà trasportare, e a lungo andare il piano del tuo collega potrebbe ritorcergli contro!-asserì soddisfatta notando l’attenzione che Ryuzaki le stava concedendo.

-Cosa intendi?- chiese appoggiando le mani sulle ginocchia.

-E se lui a sua volta senza volerlo si lascerà trasportare da L?- chiese infine.

-L’ho ipotizzato anch’io, ma le probabilità sono del 30%- spiegò lui riprendendo tra le mani il caffè.

-Ti ricordo che mia sorella è più bella di Mello … e dimmi un po’ una ragazza giovane, intelligente, e acclamata come lei, non ha delle grosse possibilità di abbindolare quel criminale?!-

-In realtà no!- disse L con tono conclusivo.

-Come sarebbe a …-

-Non dubito dell’avvenenza di tua sorella, ma ti assicuro che questo non potrebbe coinvolgere Mello profondamente … quel ragazzo era in passato, ritenuto mio successore, io stesso l’ho studiato e ti posso assicurare che, ha talmente tanta esperienza da non lasciarsi trascinare semplicemente dalla bellezza di una donna, no! Te lo assicuro- spiegò Ryuzaki pacato.

-In pratica mi stai dicendo che ne ha viste di puttane! E allora dimmi un po’ … cosa potrebbe coinvolgerlo se non “l’avvenenza di una donna!”?- chiese Risa corrugando le folte sopracciglia scure.

-La testa di una donna … se la nuova L, riuscirà a prenderlo di testa, in questo modo il piano di Mello potrebbe fallire-

 

Sulla Terra:

 

Giunti sul pianeta terra Matryel non aveva perso tempo, e dopo aver lasciato Mello con i soldati che li avevano assistiti per tutto l’atterraggio, la donna aveva afferrato la trasmittente per consultarsi con Elrien, essendo parecchio preoccupata.

L’indomani avrebbe raggiunto la ragazza, mancavano poche ore e le  due si sarebbero riviste. Mentre sistemava alcune armi all’interno della fredda e misteriosa base il suo sguardo distrattamente precipitò sulla pistola che Mello aveva lasciato vicino la sua scrivania. Matt sospirò afferrando tra le mani la fredda arma. Era l’unica ancora sveglia all’interno della base, i soldati avevano ben sigillato l’entrata occultando la porta, in modo da proteggerli dai numerosi pericoli.

-Mello non ti capisco proprio!- asserì tra sé afferrando l’arma tra le mani. Meditò allungo indecisa sul da farsi, infondo Mello doveva riavere la sua pistola, ma non poteva essere lei a restituirgliela. Lasciò correre lo sguardo lungo la larga parete grigia, sorvegliata da una grossa telecamera, poi lentamente si alzò e si avvicinò all’uscio che conduceva al largo corridoio.

Non doveva farsi prendere dal panico, infondo lei era L, e doveva assolutamente avere la situazione sotto controllo, ed anche se imbarazzante, doveva comunque sopportare un confronto. Assolutamente!

Strinse i pugni, osservando i vestiti che al momento indossava: i pantaloni erano parecchio aderenti, come la maglia ed i guanti, i suoi capelli le ricadevano ordinatamente dietro le spalle, lunghi fino ai fianchi e scuri, quanto quella notte.

Camminava lentamente, anche se a causa del materiale metallico del corridoio, i suoi passi risultarono alquanto rumorosi. Incrociò un bivio e decisa proseguì a destra ignorando la moltitudine di camere che lentamente stava oltrepassando, fino a raggiungere una comunissima porta di ferro scura, contraddistinta dal numero “111” ovvero la stanza di Mello.

Esitò prima di bussare, ma non poteva evitare di parlargli considerando anche il fatto che l’indomani lui l’avrebbe seguita, lo doveva fare per Elrien, per il bene della bambina, in modo da ricevere l’aiuto del detective e riportare ordine al loro rapporto. Avvicinò la sua mano alla porta e sospirò pesantemente prima di bussare.

Ringraziando il cielo l’uomo aveva lasciato l’arma incustodita, almeno aveva una buona scusa per ricercarlo, o almeno, sperava che quella irruzione fosse ben compresa.

Bussò tre volte alla porta attendendo risposta. Le mani iniziarono inspiegabilmente a tremare nel momento in cui la sua mente avida le stava riportando il ricordo delle mani di lui sul suo corpo. Sgranò gli occhi chiari quando non ricevette alcuna risposta. Riprovò, e quando nuovamente delusa attese senza ricevere attenzione, con decisione afferrò tra le mani la maniglia della porta.

-Entro, sono L!- disse semplicemente.

La sua era una buona idea? Nemmeno lei conosceva la risposta. Stranamente la porta si aprì e lei senza problemi entrò in quella piccola camera semi illuminata da una semplice lampada appoggiata ad un comodino vicino al letto.

Il suo sguardo venne immediatamente catturato dallo specchio che dinanzi alla parente le regalava la propria immagine riflessa: era parecchio dimagrita, la sua vita era talmente stretta, al punto da spezzarsi, i fianchi erano al contempo leggermente pronunciati, e il tutto era incorniciato armoniosamente dai lunghi e scuri capelli che le ricadevano lungo il busto.

-Mello sono L!- osservò sul letto i pantaloni di cuoio del ragazzo, e il gilet che solitamente indossava. Il suo sguardo ricadde subito sulla porta socchiusa vicino al letto, piano si avvicinò rimanendo vicina alla testiera.

-Senti ti ho riportato la pistola, perdonami se sono entrata ma ho bisogno di parlare sempre che tu voglia…- disse appoggiando l’arma sul letto vicino gli indumenti dell’uomo.

-Mello sei qui?- domandò incuriosita scrutando attentamente la porta dinanzi. Era molto confusa e stanca. Aveva mangiato poco, il lavoro che l’attendeva era parecchio, quindi aveva rimandato il riposo che l’aspettava di diritto.

Si morse un labbro ricercando l’attenzione del ragazzo. Entrare in quel modo nella sua camera era stata una buona idea? Spostò la sua occhiata sulle coperte  chiare del letto, per poi fissare le pareti ecru, ed infine la porta vicino a lei. Non capiva il motivo di quei pensieri, infondo lui non si era fatto parecchi problemi a toccarla in quel modo in precedenza, e adesso perché lei stava rimuginando sulla sua presenza all’interno di quella camera? Infondo esigeva delle risposte!.

-Mello ho bisogno di parlarti, e rimarrò qui fin che tu ti deciderai ad ascoltarmi!- decisa fissò il pavimento umido. La stanza era avvolta da uno strano vapore. L, determinata attese a lungo, era sicura che il ragazzo si trovasse oltre quella porta, e l’avrebbe atteso, non aveva fretta, lui non si sarebbe liberato così facilmente.

Un rumore stridulo e riconoscibile attirò dopo lunghi istanti l’attenzione di Matryel, la porta finalmente si aprì e da lì ne uscì una grossa nuvola di vapore bianco, ed in seguito Mello.

La donna silenziosa deglutì muovendo qualche passo in direzione dell’uomo, ma si bloccò quando notò le condizioni in cui quest’ultimo si era appena presentato: i capelli erano bagnati e gocciolanti, il suo viso era rigido come il solito. Mezzo nudo non aveva fatto particolare caso alla donna che imbarazzata lo fissava, non curante del fatto di indossare un asciugamano bianco all’altezza del basso ventre.

Matryel quasi come intimorita indietreggiò di qualche passo osservando attenta gli addominali poco delineati dell’uomo, e le gambe ben scolpite, contraddistinte da una leggera  peluria bionda. Il petto era marcato da una grossa cicatrice, Matryel la scrutò curiosa, poi esaminò i pettorali ben pronunciati e i capezzoli turgidi, la pelle umida e fumante, fino a salire lungo il collo asciutto e alla mascella ben definita, ed infine dopo aver concentrato la sua occhiata su le sue labbra, incrociò quei due pezzi di ghiaccio che si trovava apposto degli occhi.

Il suo cuore prese a battere forte, quando Mello con freddezza concentrò la sua attenzione si di lei, che quasi attirata aveva abbassato lo sguardo lungo il margine di quell’asciugamano poco legato alla  vita … e se gli fosse scivolato?. E pensare che aveva anche tardato ad uscire da quella porta, perché non vestirsi prima? ma soprattutto perché lei non poteva fare a meno di osservare quel petto nudo?.

Doveva calmarsi ma il suo cuore non sentiva alcun suo pensiero, continuava a pulsare violentemente, acceso da quella scena scomoda . La sua espressione mutò, la donna irrigidì il suo sguardo cercando di posarlo oltre il corpo seminudo di Mello, lontano da quegli occhi che la stavano guardando impassibili e severi.

-Parla ...- il detective non mutò la sua espressione distaccata, osservando gli occhi dubbiosi della donna lontano dal suo sguardo. Senza farsi particolari problemi le si avvicinò, lasciando dietro le sue spalle una scia umida.

-Io pensavo che fossi meno impegnato … insomma vado!- non osò scrutare quegli occhi chiari che tanto la destabilizzavano. Curvò il volto quando lui le fu ad un centimetro di distanza, sovrastata dalla differenza di altezza, e da una moltitudine di pensieri ed emozioni che disordinatamente avvertiva.

-Ascoltami bene, non intendo ripetermi più di una volta ragazzina!- Mello senza problemi  le si avvicinò ulteriormente costringendola a retrocedere fino a farla arrivare alla parete laterale della camera.

Con le spalle al muro Matryel non poteva far altro, oltre che esaminare Mello che nel fissarla impassibilmente l’aveva imprigionata tra le sue braccia: appoggiò le sue mani alla parete polverosa del muro bloccando la donna tra il suo petto tonico ed i duri mattoni della stanza.

-Mello allontanati per favore- scrutò gli occhi felini di lui, poi imbarazzata abbassò lo sguardo concertata a portare la sua attenzione lontano dal viso di Mello, così vicino al suo, da quei pettorali che quasi la stavano schiacciando contro il muro, e da quelle braccia, che le impedivano di abbandonare a gambe levate quella stanza. Mai in vita sua aveva avvertito un simile imbarazzo, mai si era sentita così piccola e indifesa, affascinata dal corpo dell’uomo e vittima allo stesso tempo. Avvertì dei brividi lungo la schiena e sulle braccia, un calore le invase egoisticamente il petto e le guance, ormai divenute fin troppo rosse per l’imbarazzo.

-Perché continui a cercarmi quando non ci sono?- la sua voce era seria con un nascosto tono canzonatorio, decisa, priva di turbamento.

-Non lo so neppure io, anche se me lo chiedi- rispose lei osservando il pavimento intimidita. Sperava di risultare seria, anche se lei stessa stava notando del tremore all’interno delle sue parole.

-Non lo sai eh …- era ancora più incomprensibile e serio del dovuto, ma come riusciva a mantenere quell’espressione così dura, e quel tono distaccato? Perché lei a sua differenza non riusciva nemmeno ad alzare lo sguardo in sua direzione? Impaurita dall’impatto di quegli occhi azzurri, fin troppo spiazzata da quel corpo, dall’asciugamano di cotone che gli fasciava il basso ventre e dai suoi capelli biondi. Non avrebbe tra l’altro aggiunto a quello sgomento, la vista degli occhi di lui, sapeva già che non avrebbe potuto sostenere quell’occhiata esperta.

Mello chiuse annoiato le palpebre per poi osservare il viso della ragazza nascosto da delle lunghe ciocche scure di capelli. Lei teneva il capo chino, il ragazzo serioso ne osservò i lineamenti ugualmente, respirando sugli zigomi poco pronunciati di lei.

-Ti rendi conto di una cosa?: non sei molto brava a mentire!- le disse con strafottenza avvicinando il suo viso, giusto il poco che gli serviva per attirare l’attenzione di lei, che imbarazzata dopo quel movimento imprevisto aveva finalmente incrociato gli occhi chiari di Mello.

-Cosa intendi?- chiese leggermente infastidita scrutando le labbra dell’uomo, e i suoi occhi autorevoli.

-Spiegami perché dopo essere entrata in camera mia, richiamandomi più volte, adesso vuoi andare!- chiese pacato considerando la sua espressione colma di imbarazzo.

-Non ha importanza rimandiamo e basta … magari vestiti poi ne parliamo!- disse lei chiudendo gli occhi in modo da non dover fissare ulteriormente il suo sguardo arrogante, e quel petto nudo.

-Sei tanto turbata L?- chiese lui curvando tra le labbra un ghigno soddisfatto.

-Ti sbagli Mello!- riaprì le palpebre poi puntò i suoi occhi chiari dentro quelli di Mello. I loro sguardi erano differenti, ma concentrati a studiarsi allo stesso modo: lei intimidita e affascinata dalla sua figura, mentre lui, impassibile e orgoglioso, padrone della situazione, come sempre lo era stato. Impulsivo e temerario, così diverso dalla ragazza, così vicino allo stesso tempo, sia fisicamente che mentalmente.

-Allora lo svenimento di oggi sta avendo le sue ripercussioni, sei arrossita L … - sottolineò il detective con la sua voce tagliente.

-Non sono arrossita … ti … sbagli Mello- spiegò lentamente lei abbassando il tono della voce. Ormai in preda al panico aveva iniziato a tremare, anche sé impercettibilmente. Non voleva farsi vedere così intimidita da lui.

-Sembri nervosa!- asserì l’uomo noncurante dell’asciugamano che tanto stava turbando la donna. Non bastava il confronto con quel temerario ragazzo mezzo nudo, ma si aggiungeva anche il suo carattere e le sue frasi disarmanti, che stranamente le stavano facendo battere ancora più forte il cuore nel petto.

-No … non lo sono!- negò Matryel abbassando nuovamente lo sguardo. Era impossibile per lei quella situazione, avvertiva soltanto un fortissimo calore dalle guance fino alle orecchie, ed il battito assordante del suo cuore in tumulto.

-Perché non mi guardi in faccia L?!-  con un movimento fulmineo inaspettatamente Mello sollevò il mento della ragazza,  costringendola a guardarlo dritto negli occhi, proprio quegli occhi che lei tanto temeva di osservare.

-Non capisco … - quelle parole le fuoriuscirono dalla bocca come un flebile sussurro, Mello avvertì il respiro della donna sulle sue labbra, ma non ne fu turbato, la fissò indagando sulla sua espressione poco comprensibile, un mix tra imbarazzo e irritazione.

-L … a furia di rimanere in mezzo a tutti quegli ingranaggi e monitor- le si avvicinò talmente tanto che  un singolo movimento da parte di uno dei due e inesorabilmente le loro labbra si sarebbero incontrate, lei lo sapeva, lui anche, ed entrambi percepivano il respiro dell’altro sul proprio viso. Matryel serrò le palpebre non voleva rimanere lì, anche se, era curiosa di fissare ancora un po’ le labbra di Mello così vicine, così rigide.

-Hai scordato di essere fatta di carne …- ad ogni parola le sue labbra si scontrarono con quelle di Matryel, che ormai totalmente intimidita, sperava che lui si allontanasse. Odiava ammetterlo ma, si ritrovò preda di sensazioni sconosciute.

 

 

 


 

Angolo autrice:

Scusate tantissimo, ho ritardato l'aggiornamento ma sono stata molto impegnata, ed ho infine scritto il capitolo di getto in un pomerigio libero, adesso ho riletto, spero non ci siano errori, ma confesso di non aver molto tempo, quindi non ho analizzato al 100% il nuovo capitolo, ricco di emozioni più che di azione. Abbiamo scoperto che il vecchio L, all'insaputa di Matryel ha scovato delle notizie insieme a Mello. Inoltre vi è una scena abbastanza forte tra Matryel e il detective, vi è piaciuta? poi ammetto che il capitolo dovesse contenere molte più scene, ma essendo fin troppo lungo ho deciso di dividerlo in due parti, e vi annuncio ufficialmente che nel prossimo cap entrerà in scena Elrien!

Prima di lasciarvi, come ho promesso a Golden locks vi invito a passare a leggere anche "Mi manchi da una vita", storia scritta dopo aver letto il primo cap della mia long, veramente molto bella!

Adesso devo assolutamente andare via perchè come vi ho accennato non ho tantissimo tempo, ma tranquilli tutto apposto!.

Aspetto le vostre recensioni, sono troppo curiosa, troppo, vi ringrazio siete moltissimi, ci rivediamo presto, dopo questa scena con Mello mezzo nudo, devo assolutamente scrivere il continuo.

Ps: che ne pensate delle nostre belle ragazze? vi piacciono? vi darò altre foto, spero di sentirvi nei commenti, un bacione

 

 

   
 
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