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Autore: hinata 92    18/12/2019    1 recensioni
Ventitreesimo secolo, la microcontrazione ha bloccato i viaggi temporali rendendo il Razziatore disoccupato, ma con più tempo libero da dedicare al figlio Trip. Com'è possibile che allora quest'ultimo scompaia... in un viaggio nel tempo?
Con l'aiuto di Odin Eidolon, il più grande esperto di viaggi temporali di quell'epoca, il Razziatore si troverà ad affrontare un viaggio che metterà in gioco le sue certezze, i suoi segreti e i suoi affetti in nome di quel grande mistero chiamato Tempo.
La storia si basa sui numeri 33, 34 e 43 di PKNA, tuttavia è godibile anche senza averli letti, conoscendo giusto un minimo il Razziatore e Odin Eidolon.
Buon impossibile viaggio nel tempo a tutti!
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Odin Eidolon, Razziatore, Trip
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Destini da riscrivere

 

Il Razziatore non riusciva a staccare lo sguardo dal figlio, sconvolto. Cercava dentro ai suoi occhi una minuscola traccia del suo Trip, del ragazzino impertinente che lo aveva fatto sospirare e arrabbiare infinite volte. Ma non la trovava.

Odin, dal canto suo, era doppiamente sconvolto. Non aveva fatto altro che assecondare il gioco del Tempo. E ora era troppo tardi.

«Trip...»

Il bambino guardò il padre con aria severa: «Sono pronto ad assumere il ruolo di custode del Tempo. Il mio addestramento è concluso.»

Il falco trasalì. La voce che era uscita dal becco del figlio non aveva nulla del Trip che conosceva. Era più profonda, più adulta, severa, più... maestosa, ecco, era quello il termine giusto. Era la voce di un re, di un comandante, di un imperatore, non certo quella di un bambino. Non certo quella del suo Trip.

Il vecchio sorrise stancamente: «Visto? È così che deve essere il Tempo. Io ormai non ne sono che una pallida ombra...»

Trip si rivolse al suo predecessore: «Sei pronto?»

Il vecchio annuì: «Lo sono da tanto tempo. Procedi pure.»

Ignorando completamente il padre e Odin, Trip alzò le braccia al cielo: «Io, da questo istante, rinnego il mio nome, il mio passato, il mio presente e il mio futuro, per assumere il ruolo del Tempo stesso. Sia la mia storia cancellata, per il bene della Storia stessa. Sia il mio destino stabilito, per sempre, per il bene del continuum. Sia il sacrificio di uno il bene di tutti. Uno e uno solo. Tempo, scompari, lascia a me il tuo fardello. Io sono il Tempo, uno, ora e per sempre.»

In un ultimo guizzo dorato, la figura del vecchio s’illuminò, per poi dissolversi come sabbia nel vento. Trip s’illuminò ancora una volta, poi, come la calma dopo la tempesta, calò il silenzio. Tutto era compiuto. Tutto era deciso.

Il Razziatore continuava a fissare il figlio, sconvolto: «Trip...»

Il bambino si rivolse verso il genitore: «Padre... mi dispiace che sia andata così.»

Odin, incapace di trattenersi, chiese: «Ma... non dovremmo esserci già scordati di voi?»

Quando Trip si voltò verso di lui, Eidolon si morse un angolo del becco, in soggezione. Era un bambino, lo sapeva, ma tutto in lui emanava un’aria di potere tale da costringerlo a dargli del voi.

«Sono io che trattengo i vostri ricordi. Non posso cambiare quel che è accaduto, ma posso almeno mantenere la promessa del mio predecessore e permettere a mio padre di salutarmi, prima di lasciarvi andare.»

Il Razziatore, nonostante la sua aria da duro, era sul punto di piangere: «No, Trip, io non voglio lasciarti qui! Fammi rimanere con te. Almeno non sarai qui da solo...»

Trip avanzò verso il padre. Ad ogni passo si alzava dal suolo di qualche centimetro, finché i loro volti non furono alla stessa altezza. Gli occhi dorati costantemente spalancati, la voce dura, il volto inespressivo potevano far sembrare il bambino privo di emozioni. Ma le mani che accarezzarono il volto del Razziatore trasmisero tutto l’affetto che Trip provava per lui.

«Tu non potresti sopravvivere qui. Devi continuare la tua vita, il tuo viaggio, anche senza di me.»

Il Razziatore gridò: «QUALE VITA? QUALE VIAGGIO? TU SEI L’UNICO VIAGGIO CHE MI RIMANEVA, NON LO CAPISCI? Un viaggio verso il futuro, senza pause, senza interruzioni, in un’unica e sola direzione, per una volta nella mia vita. Un viaggio che mi avrebbe portato alla vecchiaia, lo so, ma sarei stato felice d’invecchiare con te... d’invecchiare per te... per permetterti di crescere... e ora...»

«Mi dispiace. Ma farò per te le uniche due cose che posso ancora fare...»

Trip allargò le braccia e urlò: «TEMPO! RIAPRI LE TUE PORTE!»

Lo spazio attorno a loro tremò, mentre il bambino riabbassava le braccia: «Ecco, ti ho donato un nuovo viaggio. Tanti viaggi. La microcontrazione è annullata, ora potrete viaggiare dove e quando vorrete, quanto vorrete. Sono in grado di gestire la situazione, non preoccupatevi per me.»

«Non... non era quello che...»

«L’altra cosa che posso fare è una promessa. Io non mi cancellerò la memoria, padre, non mi scorderò mai di te, non importa quanto farà male... non voglio dimenticare di essere stato Trip. E anche se non te ne accorgerai, io sarò sempre con te, veglierò su ogni tuo viaggio. Ora mi è possibile accompagnarti in qualunque momento.»

Il Razziatore non sapeva più cosa dire. Era una situazione più grande di lui e si sentiva piccolo e impotente.

«Se mi è permesso, vorrei continuare con voi il discorso che stavo facendo con il vostro predecessore.»

Trip si voltò verso Odin: «Certamente. Tra l’altro, mi scuso per il suo comportamento, non è stato carino giocare con i vostri sentimenti in quel modo...»

Eidolon scosse la testa: «Non ha importanza. Vorrei solo porgervi una domanda.»

«Prego.»

«Se poteste tornare indietro, lo fareste?»

La voce e il volto di Trip erano ormai incapaci di esprimere emozioni, ma il nuovo custode del Tempo riuscì comunque a far trasparire la sua irritazione per la domanda appena postagli: «È inutile parlare di quello che non può accadere.»

Odin insistette: «Ma se fosse possibile, rinuncereste al vostro ruolo? Alle vostre nuove capacità?»

Il bambino chiuse gli occhi sospirando, prima di rispondere: «All’istante. Ma non si può.»

«Forse sì. Il vostro rito di passaggio mi ha fatto ragionare su un errore del vostro predecessore.»

Trip gli si avvicinò, interessato: «Un errore? Quale errore?»

«Per sua stessa ammissione, il Tempo aveva controllato tutti gli esseri viventi in grado di sostituirlo. Ma anch’io ricordo eventi mai avvenuti. Se quello è l’unico criterio per poter accedere al vostro ruolo, io sono candidabile quanto voi e Paperinik

«Ma voi siete...»

Odin sorrise, beffardo: «...un droide? Lo so benissimo. Anzi, è proprio perché sono un essere artificiale che mi propongo per questo ruolo!»

Il Razziatore lo guardò sorpreso: «Voi... voi sareste...»

Per tutta risposta, Odin si smontò un braccio per mostrare al suo interno i cavi: «Se fossi io a prendere il vostro posto, non ci sarebbe più bisogno di altri riti di passaggio. I droidi non si stancano e non invecchiano. Alle mie spalle ho un’esperienza non indifferente di ben due secoli, ben più della vostra, ben più di quella di Pikappa. Inoltre, la mia funzione originaria di Uno era quella di essere un computer di sorveglianza e di custodia della Ducklair Tower... chi meglio di un computer potrebbe processare infiniti dati e controllare qualunque modifica temporale?»

Trip lo guardò sorpreso: «Dopo tutta la fatica che avete fatto per diventare Odin Eidolon... ritornereste ad essere solo e soltanto Uno?»

Odin sorrise tristemente: «Voi me l’avete suggerito... Sia il sacrificio di Uno il bene di tutti. Uno e Uno solo. Risolverebbe tutti i problemi, per sempre.»

Il bambino lo guardò dritto negli occhi: «Non avete calcolato un problema... eliminare voi dalla Storia sarebbe ancora più pericoloso che togliere Paperinik. Senza Uno Paperinik non avrebbe avuto modo di combattere gli evroniani; senza Odin Eidolon non ci sarebbero stati i droidi e la Tempolizia non avrebbe potuto agire. Senza contare le implicazioni sulla vostra stessa linea temporale.»

«Me ne rendo conto, ma la soluzione sarebbe molto semplice. Voi potete prelevare una persona da qualunque periodo temporale, giusto? O il vostro predecessore non avrebbe preso in considerazione due candidati di due secoli diversi... per un biologico è necessario prelevarlo il prima possibile, perché possa durare in carica più a lungo, ma con me questo problema non si pone. Nessuno sa che sono un droide, era mia intenzione rivelarlo quando anche questi avessero ottenuto dei diritti sufficienti per permettere di vivere dignitosamente accanto ai biologici... se io invece mantenessi questo segreto, vivessi un tempo ragionevole per un papero e inscenassi la mia morte? Uno avrebbe fatto il suo dovere nel ventunesimo secolo, Odin Eidolon nel ventitreesimo e sarei libero di venire a sostituirvi senza grossi danni per la Storia.»

Trip si allontanò, perso nei suoi pensieri per minuti che parvero secoli interi. Odin guardò di sottecchi il Razziatore in ansia. Sì, era la cosa più logica e giusta da fare. Sia Padron Ducklair che il suo Socio avrebbero approvato la sua scelta, ne era certo. Per una volta, e una sola, poteva fare lui l’eroe.

Senza dire nulla, all’improvviso, Trip mosse una mano. Al suo fianco apparve un altro Odin Eidolon, dal volto più vecchio e segnato dalle rughe.

«Sapete perché siete qui. Ricordate la vostra proposta?»

L’Odin del futuro annuì: «Le rughe sul mio volto sono una finzione necessaria per mantenere le apparenze, ma le mie funzioni sono perfettamente operative.»

«E siete ancora disposto a mantenerla?»

«Certamente. Ho passato gli ultimi anni a prepararmi per questo momento.»

Trip annuì con aria grave: «E va bene. Facciamo questo tentativo.»

L’Odin del futuro si sedette di fronte al macchinario e si sottopose al rito di passaggio. Il Razziatore si avvicinò al figlio, ansioso.

«Tu sai se funzionerà, vero?»

«No. Io sono il Tempo stesso, è vero, ma quello che accade in questo spazio è oscuro anche a me. Qui tutto può accadere perché nulla dovrebbe accadere.»

Il falco guardò la sua cronovela da polso preoccupato: «Chissà se ho ancora un cachet qua dentro...»

Odin sorrise divertito, e se Trip avesse potuto, probabilmente avrebbe fatto lo stesso. Nessuno dei tre seppe dire se quell’attesa fosse stata corta o lunga, ma certamente fu spasmodica. Il Razziatore perse un battito quando vide l’enorme macchinario fermarsi e l’Odin del futuro alzarsi in piedi, lentamente, e voltarsi verso di loro. Ogni traccia di ruga era sparita e il droide si presentava come la sua versione più giovanile, ma con gli stessi occhi dorati di Trip.

«Il processo sembra aver funzionato.»

Trip annuì, per nulla impressionato dal sentire la sua stessa voce: «Direi anch’io. Credi di poter assumere dunque il ruolo di Tempo?»

«Senza alcun dubbio.»

«Pronuncia dunque la formula.»

Il Razziatore fece un passo avanti: «Frena, frena, ferma tutto! Non è che ora pronunciando l’abracadabra lì di prima mio figlio diventa un mucchietto di polvere, vero?»

L’Odin suo contemporaneo gli mise una mano sulla spalla per tranquillizzarlo: «Non credo proprio. Il precedente custode era vecchio, se non avesse ricoperto quel ruolo sarebbe morto e sepolto da un pezzo, per cui quando c’è stato il passaggio di testimone è ritornato polvere. Non credo che Trip corra questo rischio.»

Il suo omologo lo guardò e annuì: «Esatto.»

«Non avrò ancora tutti i tuoi dati, ma so ancora fare delle buone analisi.»

«Ed è bello avere qualcuno con il tuo stesso livello intellettuale con cui discorrere, vero?»

Eidolon ridacchiò, ripensando alle parole del suo amato Padron Ducklair: «Già...»

Dopo un piccolo sospiro, l’Odin del futuro alzò le braccia al cielo come Trip non molto tempo prima: «Io, da questo istante, rinnego il mio nome, il mio passato, il mio presente e il mio futuro, per assumere il ruolo del Tempo stesso. Sia la mia storia cancellata, per il bene della Storia stessa. Sia il mio destino stabilito, per sempre, per il bene del continuum. Sia il sacrificio di Uno il bene di tutti. Uno e Uno solo. Tempo, scompari, lascia a me il tuo fardello. Io sono il Tempo, Uno, ora e per sempre.»

Gli occhi del droide brillarono insieme a quelli di Trip, che si spensero. Il bambino barcollò per un momento, subito sorretto dal padre. Sbatté le palpebre un paio di volte, poi guardò il falco confuso: «Papà...»

Lo sguardo del Razziatore s’illuminò: «Trip! Come stai?»

«Ho mal di testa... dove siamo?»

«Non... non ricordi?»

«Sarebbe stato un peso troppo grande per lui. Ho cancellato tutti i suoi ricordi relativi a questo evento... come tra poco farò con i vostri. È meglio per tutti voi... anzi, noi!»

Odin alzò la mano: «Anche i miei?»

«Li bloccherò soltanto, perché non ti tormentino nei giorni a venire. Vivrai come avresti dovuto vivere la tua vita, e poi al momento giusto...»

Il droide annuì, e il Razziatore chiese: «Dunque... possiamo andare?»

Il nuovo custode del Tempo alzò le braccia: «Andate! Vi risveglierete nei vostri letti la mattina del giorno in cui tutto è accaduto e sarà come se nulla fosse successo, salvo l’improvvisa e inspiegabile sparizione della microcontrazione. Io sarò sempre qui.»

I tre sparirono e Odin, per un attimo, tornò ad assumere l’aspetto di Uno.

«Sempre... ora non mi fa più paura questa parola...»

 

 

E, con un leggero ritardo, finalmente si conclude questa storia.

Devo dire che ho aspettato molto a pubblicare questa storia perché inizialmente non ero convintissima del finale, mi sembrava un po’ triste per il povero Uno… ma passando il tempo invece mi sono convinta di più.

Curiosità finale: il titolo iniziale sarebbe stato “You are the only Trip that rimane me”, riprendendo il discorso disperato del Razziatore, ma il mio ragazzo mi convinse a cambiarlo in quello attuale, più immediato e simpatico, pur mantenendo il gioco di parole.

Ringrazio tantissimo John Spangler per le recensioni e lui e Aladidragocchiodiluce per averla seguita, alla prossima avventura!

 

Hinata 92

  
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