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Autore: Aqua Keta    20/12/2019    4 recensioni
Forse il destino è già scritto ma con ostinazione e coraggio lo si può cambiare e tornare a vita nuova. Esiste un tempo per soffrire ma esiste anche un tempo per la ricompensa della gioia
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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I primi raggi di sole filtravano attraverso la finestra.
Oscar si girò nel letto abbracciando il cuscino.
La sera prima si era concessa ad André : ora era la sua donna….. 
Pensò quanta dolcezza avesse usato nei suoi confronti, i baci, le carezze, la delicatezza di ogni suo gesto.
E quelle lacrime di paura e di felicità allo stesso tempo per l’importanza di quel momento da segnare in tutto e per tutto la sua nuova vita….
Se solo lo avesse amato prima quanta sofferenza si sarebbero risparmiati.
Basta!
Ora bisognava guardare avanti.
Aveva sentito André addormentarsi, si era rivestita a malincuore, un bacio leggero ed  era tornata tra gli invitati per gli ultimi saluti, poi si era ritirata nella sua stanza.
Beatrice bussò  alla porta –“ Sei sveglia?
“Vieni pure”
Entrata la richiuse velocemente , le sedette accanto sul letto guardandola dritto negli occhi.
Oscar non comprese.
Fece un sorriso malizioso –“….dunque ora conosciamo cos’è l’amore….!”
Arrossì portandosi il lenzuolo al viso –“ Smettila Beatrice…sei impossibile!”
Lei la scoprì –“ Allora?”
Sbuffò sorridendo –“ Quanto sei curiosa!”- sedette appoggiandosi alla spalliera.
La sorella pendeva dalle sue labbra.
Gli occhi avevano una luce completamente diversa, quasi le brillavano di gioia. Non l’aveva mai vista così.
Il suo André! 
“È stato meraviglioso!”
Fece un gran sospiro portandosi il dorso di una mano alla fronte –“….ah…l’amore….che splendida esperienza”
Accostò  il viso al suo –“ ….qualche dettaglio piccante?”
“Beatrice….!!”- esclamò  allibita.
“Oh, insomma….sono o non sono tua sorella? Potresti pure raccontarmi …..guarda che non mi scandalizzo….tu sei una novellina col sesso!”
Scese dal letto con uno scatto alquanto irritata –“ Esci per cortesia”
Capì  di aver esagerato –“ Perdonami….non volevo…...”
Le prese le mani –“ …cerca di capire…mi è  difficile ancora riuscire a ….”
La vide in imbarazzo.
Sarebbe stato troppo per lei…..
Tirò le tende ed aprì  la finestra –“ Il tuo bel principe è stato più  mattiniero di te!”- sporgendosi vide André portare i cavalli all’entrata. 
Si affacciò. 
André sollevò lo sguardo e la vide. Sorrise.
“Coraggio….a breve si parte” – le accarezzò  i capelli ed uscì.

Nanny tirò  l’ultima tenda mentre Rosalie faceva un giro per controllare che tutto fosse in ordine.
Madame Emilie si accomodò nella carrozza con Beatrice e i bambini. Il Generale accanto a cavallo.
André infine chiuse il grande cancello.
Che sensazione strana lasciare palazzo Jarjayes. 
Salì  su Alexander e la comitiva si mise finalmente in viaggio.
Oscar si affiancò. Non avevano ancora avuto occasione di scambiare una sola parola.
“Buongiorno”
Le sorrise –“ Te ne sei andata molto prima dell’alba….” – sapeva bene che aveva fatto la cosa giusta, nonostante tutto gli era dispiaciuto aprire gli occhi durante la notte e non averla trovata accanto. 
“Dovrò farmi perdonare in qualche maniera….”- disse con una smorfia di finta preoccupazione.
“Vedrò di studiare la giusta punizione “- sghignazzò. 
Il cielo terso, l’aria tiepida. Il viaggio si preannunciava all’insegna del bel tempo.
Verso ora di pranzo la comitiva decise di fermarsi nei pressi di una zona alberata. 
Nanny aiutata da Rosalie apparecchiò sul prato e prese a servire un pasto freddo.
André mise a riposare un po’ i cavalli.
Oscar si avvicinò –“ Vieni a mangiare qualcosa?”
Sistemate le selle a terra si volse a guardarla. Era raggiante.
Una delle carrozze oscurava la visuale e la tentazione fu troppa.
La prese dolcemente per una mano –“ ….avrei tanto desiderato tu fossi rimasta ancora nel letto ..”.
Avvicinatasi gli sfiorò le labbra –“ Credi che avremmo dormito?”
“Non penso proprio”
Ridendo si accomodarono attorno alla tovaglia l’uno accanto all’altra vicino alla sorella.
Una mano di entrambi a terra, quasi a sfiorarsi.
Beatrice si sentì un po’ stringere il cuore pensando che avrebbero dovuto fare attenzione ad ogni mossa di fronte al padre.
Lei invece le tappe le aveva bruciate prima.
Quando il Generale la riportò a casa dopo l’ultima fuga dal collegio aveva già conosciuto Louis Antoine e cosi follemente innamorata ma anche per via di quel suo carattere perennemente ribelle si era concessa al suo futuro marito e senza tanti sotterfugi ne aveva messo al corrente suo padre e sua madre.
Erano volate parole grosse ma non se n’era preoccupata e non aveva ceduto di fronte ad alcuna minaccia di essere cacciata.
Il cuore di donna di Oscar aveva supportato le suppliche di madame Emilie affinché lui accettasse la situazione e lasciasse convolare liberamente a nozze.
Decise che avrebbe parlato a suo padre –“ Bisogna aprir loro un po’  la strada”- pensò dentro di sé ed il momento buono sarebbe stato indubbiamente a Le Conquet.
Il Generale passeggiava nei pressi mentre i bambini giocavano a rincorrersi.
Oscar intrecciò le sua dita a quelle di André dando un morso ad una mela per poi passargliela.
Madame Emilie li vide: provò una tenerezza incredibile.
Affiancò il marito –“ Augustin,  guarda!”
In un primo momento parve che il gesto lo urtasse poi bastarono poche parole della consorte per addolcirlo e rasserenarlo.
“Ricordi? Quel giorno mi dicesti che  mi avresti corteggiata fino a quando non avessi ceduto. Non mi chiedesti nessun permesso…così decidesti e così fu!
“Beh…ammetti che tu accettasti all’istante!”- la baciò sulla fronte.
Rimasero in silenzio a guardarli. 
“Augustin….questi due ragazzi si amano veramente. Hai osservato nostra figlia? È  come rinata”
D’istinto abbassò gli occhi coprendoli con una mano.
“Che cosa c’è? “- il tono preoccupato.
“Avrei dovuto permetterle di condurre una vita come  quella delle sorelle….”
“Oramai fa parte del passato….cerchiamo di guardare oltre. Sta vivendo momenti meravigliosi”
“Credi che dovrei essere più accondiscendente?”- domandò turbato.
Non ci fu bisogno di alcuna risposta, bastò  il sorriso di lei per comprendere a pieno.
Annuì –“ Farò del mio meglio. ..con calma”
Il viaggio riprese. La strada da percorrere era ancora tanta.

Alain era passato a prendere Leah per accompagnarla alla taverna di Du Bois.
Dopo un  breve tratto  -“ Senti, non c’è alcun bisogno che tu venga a prendermi e magari poi di riaccompagnarmi “- gli disse senza guardarlo.
Si bloccò all’improvviso –“ L’ho promesso ad André! “
Gli fece un cenno con la mano come per dire di lasciar perdere. 
Qualche passo ancora –“ Sono partiti,  vero?”- il tono era mesto.
“Si”- poi azzardò –“ Ne sei innamorata?”
Non rispose.
“Dimenticalo. ..e in fretta!”
Sgranò  gli occhi –“ Perché  dovrei!?”
“Perché ama troppo Oscar. Darebbe la vita per lei”
“Tu non sai nulla di noi!”
“Noi?”- rise –“ Senti bella bambina”- la prese per il mento -“quell’uomo non sa lontanamente cosa sia il tradimento! “-
Andò su tutte le furie –“ Sbagli…quello che accaduto  tu non puoi nemmeno lontanamente immaginarlo”- entrata alla taverna richiuse la porta sbattendola. 
Alain rimasto fuori fece spallucce e girati i tacchi tornò sui suoi passi –“ Illusa!”- mormorò. 
Leah rimase appoggiata di spalle –“ …ama troppo Oscar! “ – quelle parole bruciavano terribilmente. Scivolò a terra piangendo –“ …André. ..”- disse tra le lacrime.

Prima che il sole calasse giunsero poco fuori Chartres presso l’alloggio indicato da Beatrice.
Il viaggio era stato lungo e nonostante Nanny fosse stata tanto premurosa nel non far mancare qualche spuntino la fame e la stanchezza si fecero sentire per tutti.
I ragazzini ebbero a malapena la forza di cenare, poi crollarono e la madre dovette ritirarsi subito con loro.
Madame Emilie li seguì  a ruota ed altrettanto fecero Nanny e Rosalie.
Augustin si trattenne a fumare un po’ la pipa.
“Ti andrebbe un sorso di cognac?”- si rivolse ad André. 
L’invito lo colse di sorpresa.
“….volentieri Generale”- si accomodò sulla poltroncina .
“Tutto sommato il viaggio fino qui è andato piuttosto bene”
“Vero Signore….speriamo che il tempo ci assista”
Nella saletta il silenzio era rotto solo dal ticchettio dell’orologio posto sul camino spento.
“André. ..”
“Signore. ..”
“Sposeresti mia figlia?”
Rimase basito per la domanda così a bruciapelo –“ Se voi e anche lei foste d’accordo….anche domani!”
Il Generale lo guardò dritto negli occhi: non ebbe alcun dubbio sulla sua sincerità. 
“Nonostante il diniego dei Reali?”
“…se Oscar me lo chiedesse….e perdonatemi….sarei disposto a farlo anche contro la vostra volontà “- doveva parlargli a cuore aperto –“ …e credo che voi lo sappiate bene”.
Aspirò a lungo dalla pipa e soffiò il fumo.
“Non ho intenzione di scontrarmi con lei, tanto meno trovarmi in una situazione analoga a quella di Beatrice”.
André stava in silenzio.
“La cosa più  giusta sarebbe quella che voi possiate vivere il vostro amore privo di ogni vincolo ….”
L’orologio batté le 23.
“Ti prego solo di non infangarne il nome”- scrollò la brace nel posacenere spegnendo completamente la pipa e passandogli di fianco gli diede una pacca sulle spalle –“ Buona notte”.
Fece per alzarsi ma lui lo trattenne –“ Non importa,  stai comodo”
Oscar apparve sulla porta.
“Padre…”
Lui guardandola le baciò la fronte e si ritirò.
André si alzò.
“Vai a dormire?”
“Passo a controllare i cavalli”
“Vengo con te”
Un’occhiata veloce che tutto fosse a posto.
Attorno la campagna avvolta dal buio.
Oscar si appoggiò all’entrata del riparo.
“Che c’è? “
“Vorrei fossimo già arrivati….l’andatura è molto lenta…”
“Le carrozze sono cariche…poi coi ragazzini bisogna fare delle soste. Dai, domani sera saremo a buon punto”.
Una mano da una parte ed una dall’altra contro lo stipite, lei nel mezzo.
Lo fissò in quegli splendidi occhi verdi.
“Che intenzioni avete Grandier?”
Lui avvicinandosi le mordicchiò il labbro inferiore –“ Beh…potrei prendere in considerazione qualche vostra proposta”
“…e se vi lasciassi libera scelta?”
“Allora potrei cominciare da qui…”- una mano si infilò sotto la camicia –“ poi avrei pensato qui…”- le dita cominciarono a sfiorarle il seno –“…e successivamente qui…”- la bocca fu su quella di lei e la cercò con passione.
Quando le labbra si staccarono –“….un po’ pochino…”- lei fece una smorfia.
“Allora potrei suggerirvi qualcos’altro..”
“Sono disponibile ad ascoltarvi”
Le prese le braccia sollevandogliele verso l’alto,  appoggiò  il suo corpo contro quello di lei ed iniziò a baciarla lungo il collo.
Oscar percepì tutto il suo desiderarla attraverso la tela sottile dei pantaloni.
“Potrei distendervi  sul letto….sfilare lentamente i pantaloni…”- le sussurrò all’orecchio –“ …le mie mani sui vostri fianchi….scendono…apro le vostre ginocchia. …e ai miei occhi ed alla mia bocca si apre il paradiso…”
Fu scossa da un fremito.
“…poi vi prenderei girandovi ..” – e lo fece –“ mentre con una mano vi terrei per un seno….con l’altra vi….”
Improvvisamente sbarrò gli occhi con una leggera sensazione di bruciore.
“…vi sculaccerei!”- la mano di André  l’aveva colpita sul sedere.
Si girò  di scatto ingoiando tutta l’eccitazione.
La bloccò nuovamente –“ Volete picchiarmi? “
“Valuterò bene la punizione da infliggervi”- rise.
Un bacio nuovamente poi uscirono dal riparo per la carrozze.
L’accompagnò fino alla sua stanza.
“Vorrei…e tu sai quanto”- sospirò –“ …domani ci aspetta l’ennesima giornata pesante “- la baciò  delicatamente –“ Buona notte amore mio”
“Buona notte “- gli accarezzò il viso.

La mano strinse l’ennesimo bicchiere di brandy oramai vuoto.
La stanza immersa nel buio. Una flebile luce accanto al camino spento emanata da un paio di candele consumate. 
“Signore, scusate. Un tale alla porta chiede di potervi parlare”
Tossì ripetutamente quasi con un rantolo.
“Chi è?”
“Non me lo ha voluto dire, Signore, ma mi ha dato d’intendere che trattasi di cosa alquanto importante”
Riempì nuovamente il bicchiere.
“Mandalo via!”- rispose appoggiando con rabbia la bottiglia sul tavolino accanto.
“Permettetemi di insistere Signore …ma dice di avere delle informazioni che troverete molto interessanti”
“Ti ho detto di cacciarlo,  maledizione! “- batté un pugno su bracciolo della poltrona.
L’Uomo avvolto in un mantello scuro si fece strada nella stanza e rimase nella penombra –“…non credo vorrete cacciarmi quando vi avrò  parlato “
“Uscite immediatamente da questa casa “- urlò –“ …come vi permettete di…”
“ ….forse se vi dicessi il nome Oscar Francois de Jarjayes. …”
Si volse sbarrando gli occhi. 
Il cappuccio copriva quasi l’intero viso.
“Chi siete? “ 
“Credo che questo non sia di molta importanza”
“Parlate dunque”
Si sfregò le mani –“…naturalmente le informazioni hanno un loro prezzo…”
Fece cenno al suo servitore di allungargli delle monete.
Il tale sghignazzò –“ Se ne può discutere…”- infilò in tasca il compenso.
“Non fatevi pregare, parlate dunque!”- ruggì.
“Sicuramente sarete felice nell’apprendere che è viva”
Gli indicò di avvicinarsi e sedere.
Rise sotto i baffi senza fare un passo.
“Cos’altro? “
Allungò la mano -“….bisogna saper parlare con le persone giuste, …a volte possono presentarsi rischi e ostacoli…”
Gli lanciò una sacchetta di denaro.
“Questa dovrebbe bastare. …ma badate…”
Infilò il compenso sotto il mantello abbastanza soddisfatto. 
“E’ tornata a palazzo Jarjayes. Al momento sono in viaggio”
“In fuga?”
“No…semplicemente trasferimento con tutta la famiglia”
“Dove?”
“Regione della Bretagna”
“Chi c’è con lei?”
“Il Generale, Madame,  l’attendente, un’altra figlia con prole al seguito ed alcuni della servitù”
Bevve un sorso.
“Voglio sapere di più!”
“…credo riusciremo ad accordarci”
Intravvide appena lo sguardo torbido sotto il cappuccio.
“Più  mi farete sapere, maggiore sarà la ricompensa ”-
L’uomo si prostrò indietreggiando.
“Quando vi rivedrò? “
Non udì  risposta.
“Avete perso la lingua?”
Silenzio.
Nell’ombra nessuno più.
Chiamò allora il servitore che gli aveva aperto. 
“Dov’è andato?”
“Non saprei dire , Signore! Fuori non ho visto e udito nulla di strano”
Gli fece cenno di andarsene.
Dunque era viva.
Trangugiò un nuovo bicchiere di brandy.
L’angolo della bocca si tirò in un accenno di sorriso maleficamente compiaciuto.


   
 
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