Anna
accompagnò Elsa nella sua stanza, poi le rimboccò
le coperte come usava fare la
loro madre prima di farle andare a dormire.
“Ti lascio
riposare”
Disse, ma
quando stava per uscire dalla camera Elsa la fermò.
“Anna
aspetta…”
Aveva quasi
paura a lasciarla andare via, come se scomparendo dalla sua vista
potesse
scomparire nuovamente dalla sua vita. Non riuscì
però a continuare la frase,
era evidente che sua sorella in quel momento non potesse comprendere
ciò che
provava.
Anna notò
qualcosa di decisamente strano in sua sorella e nel suo sguardo, come
se fosse
qualcosa che andasse oltre al suo malessere, ma probabilmente era solo
una sua
impressione. Si riavvicinò al suo letto accennando un
sorriso.
“Non ti
senti bene e sei stanca, è bene che tu dorma adesso! Ci
vedremo domani mattina
ok?”
Elsa annuì,
Anna le stampò un tenero bacio sulla fronte, quindi la
salutò con la mano prima
di uscire dalla stanza.
Elsa fece
fatica ad addormentarsi, aveva la dannata paura che al suo risveglio
potesse
svanire tutto, inoltre continuava a percepire in modo strano i suoi
poteri,
come se stessero crescendo in un modo mai sperimentato finora.
Nonostante tutto
alla fine la stanchezza ebbe la meglio e cadde in un sonno profondo.
Sognò di
ritrovarsi in mezzo ad una nebbia fittissima, una miriade di voci si
confondevano nella sua testa e cercava di scorgere qualcosa
all’orizzonte, ma
con scarsi risultati.
Le voci
nella sua testa diventarono sempre di più, ma erano talmente
intense e confuse che
non riusciva a distinguerle, aumentavano solo il suo malessere.
Sentì la
testa quasi scoppiarle.
“BASTA!”
urlò, invocando i suoi poteri che crearono
un’esplosione intorno a lei,
dipanando leggermente la nebbia, rilevando la figura della luna.
La osservò
attratta dalla sua perfetta figura circolare che le donava una strana
sicurezza
in quel posto tanto irrequieto, placando le voci nella sua testa.
Sussultò
però quando d’improvviso la sentì
parlare, non sentiva la sua voce da quando
era divenuta una leggenda.
“Elsa cosa
stai facendo? Già sei stata insieme ad Anna, ti ho donato la
possibilità di
starle accanto per tutta la sua vita. Ora devi lasciarla andare, non
puoi
restare in questa epoca che non ti appartiene più o ne
dovrai pagare il prezzo”
Per tornare
Elsa avrebbe dovuto desiderarlo con tutta se stessa ed al suo risveglio
sarebbe
tornata per sempre a casa, o almeno così aveva detto Pitch.
Ma come poteva,
quando la cosa che più desiderava al momento era il poter
stare di nuovo
accanto a sua sorella?
“Lo so e non
potrò mai ringraziarti abbastanza, ma come posso
abbandonarla? Come posso non
rivederla più? Ho ancora tante cose da voler fare con lei,
da raccontarle. Ci
sono tante cose che non so, qui i miei poteri sono diversi e sembrano
aumentare,
perché? E come mai sono nata con questi poteri che avevo ben
prima che tu mi
tramutassi in una leggenda? Io devo stare con mia sorella e devo
scoprire tutto
questo a qualsiasi costo, e posso farlo solo qui”
Diede luce a
tutte quelle domande che serbava dentro di se da tempo, che finalmente
trovavano
voce, eppure perché si sentiva in colpa, quasi come se si
stesse giustificando?
“Se la
risposta a queste domande per te è così
importante, ebbene hai scelto”
Quelle
fredde parole furono le ultime che sentì dalla luna,
d’improvviso la nebbia
tornò ad oscurare il cielo ed un fortissimo vento gelido
piombò verso di lei
attraversandole il cuore, strappandole via qualcosa di importante,
qualcosa a
cui teneva davvero.
Nella
consapevolezza di ciò una lacrima scandì il suo
volto, insieme ad un senso di
nostalgia e profonda tristezza. Sentimenti che ormai non ricordava
più a cosa
fossero dovuti.
Senza
accorgersene si svegliò urlando, cosa che fece accorrere
Anna nella sua camera.
“Elsa tutto
bene?”
“C-credo di
sì”
Rispose
titubante, sentendosi ancora stranita.
Anna si
stese accanto a lei cingendola con il braccio.
“Era solo un
sogno tranquilla! Resterò qui finché non ti
addormenti di nuovo, ok?”
Elsa sentiva
ancora quella strana sensazione, come di aver dimenticato qualcosa di
importante, fissò sua sorella e si sentì una
stupida: accanto a lei aveva Anna
e tutte le persone che le volevano bene.
Era tutto
quello che contava.
Si sistemò
nel letto accanto alla sorella e si riaddormentò serena.
Jack
era
tornato dai guardiani, aveva raccontato loro quanto accaduto con Pitch,
sembravano tutti titubanti sul da farsi.
“Quel verme
strisciante di Pitch, non possiamo di certo fidarci di lui!”
esordì
Calmoniglio.
“Già ma non
possiamo nemmeno lasciare Elsa nei guai!” rispose preoccupata
Dentolina.
“La luna non
ti ha parlato vero?”
Chiese Jack
speranzoso fissando Nord, ma questo fece segno di no con la testa.
Sandy fece
comparire delle immagini sulla tua testa che Nord interpretò:
“Giusta
osservazione Sandy: i poteri di Pitch non sono così forti da
rompere le sbarre
che abbiamo creato!”
“Vero, ma se
Pitch vuole che Jack vada lì, molto probabilmente ha in
mente qualcosa”
Fece
osservare Calmoniglio, fu Dentolina a rispondergli.
“E’ vero,
però Pitch ha già provato a distruggere Elsa e
Jack in passato ma non ci è
riuscito, dobbiamo aver fiducia in loro!”
“Io sono d’accordo!
Infondo se Manny non si è fatto vivo, pensa che noi ce la
possiamo cavare
così!”
Rispose
Nord, gli altri non sembravano del tutto convinti.
“Il fatto è
che non possiamo lasciare Elsa lì da sola, non sappiamo che
effetti possa aver
avuto davvero quella fiala su di lei! Lo so che è rischioso
ma più ci penso e
più credo che tentare sia l’unica
possibilità!”
Disse Jack,
gli altri si fissarono per qualche istante ma non potevano che dargli
ragione,
da ore stavano discutendo la cosa eppure non trovavano altra soluzione.
“La polvere
basta per due viaggi, quindi andrò lì,
troverò Elsa e la riporterò indietro il
prima possibile” continuò lui.
“Bene, noi
faremo la guardia a Pitch intanto. Non uscirà da
lì hai la nostra parola!”
concluse Nord, Dentolina mise però una mano sulla spalla di
Jack.
“Jack però
stai attento mi raccomando… Pitch è un
calcolatore…”
“Lo so bene
Dentolina! Salverò Elsa da qualsiasi cosa la minacci e la
riporterò a casa. I
giochetti di Pitch non funzionano più su di me!”
“Allora
siamo tutti d’accordo”
Quando
Elsa
si riaddormentò sognò qualcosa di molto diverso
da prima: si stava divertendo a
utilizzare i suoi poteri che crescevano sempre più, creando
cumuli di neve e
nevicate. Si chiese se fare un pupazzo di neve o aspettare che
arrivasse sua
sorella quando sentì una bufera travolgerla.
Stranamente
quella bufera non le creava sensazioni negative anzi, sentiva come se
quella
neve le fosse familiare, anche se non creata da lei sentiva come se
l’avesse
creata qualcuno con buone intenzioni.
Si sorprese
a pensare una cosa simile: nessuno aveva poteri come i suoi.
Nessuno era
come lei.
Eppure tutta
quella neve proveniva da un unico punto… provò ad
avvicinarcisi facendosi
strada nella tormenta.
Ad
un certo
punto le parve di scorgere al centro della bufera la figura di un
ragazzo, ma
la cosa strana era che la bufera sembrava provenire da lui.
Impossibile!
Pensò,
eppure sembrava proprio così. Le stranezze non finivano qui
perché il ragazzo
era letteralmente sospeso in aria, portava in mano un lungo bastone di
legno ed
anche se in lontananza riusciva a scorgerne i capelli bianchi come la
neve e
gli occhi azzurri come il ghiaccio. Elsa aggrottò la fronte.
“Chi sei?”
Chiese lei,
il ragazzo sorrise senza dire nulla, ma prima che potesse chiedergli
altro lei
si svegliò.
Elsa si
ritrovò in camera sua, per qualche motivo si sentiva come se
quello fosse
qualcosa di più di un semplice sogno.
Assurdo Elsa, non dire sciocchezze!
Si
rimproverò, ma d’un tratto si ricordò
che quella mattina aveva una riunione col
consiglio. Si vestì in fretta precipitandosi giù
per le scale, strada facendo
incrociò Olaf che la salutò.
“Ciao Olaf,
scusami non posso fermarmi sono in ritardo!”
“Oh, lo sai
che la puntualità è ladra del tempo?”
Lei fece
un’espressione che lasciò trapelare che non avesse
idea di cosa volesse dire,
ultimamente Olaf stava sviluppando un’insolita saggezza,
forse anche lui stava
crescendo insieme ai suoi poteri?
“Vuol dire
che non ti devi preoccupare, essendo in ritardo non perdi tempo, rubi
solo
tempo a chi è puntuale!”
Bene ora che
lo sapeva la cosa non la tranquillizzò affatto, anzi si
sentì ancora più in
colpa! Arrivò finalmente davanti alla porta del salone,
prese qualche attimo
per darsi un’aria di compostezza, quindi entrò
scusandosi per il ritardo con i
suoi ospiti.
Passò un po’
di tempo con loro a discutere come regina di alcune tratte commerciali,
dopo
un’ora fecero una breve pausa, ne approfittò per
prendere una boccata d’aria al
balcone.
Fissava
l’orizzonte ancora stranita dalle sensazioni di quella notte,
si sentiva quasi
come se le sfuggisse qualcosa.
Qualcosa di davvero
importante.
Non
si
accorse di quanto tempo passò tra i suoi pensieri, ma quando
il maggiordomo la
interruppe per ricordarle che la stavano attendendo
sussultò, formando
involontariamente del ghiaccio sulle sue mani e congelando parte del
balcone su
cui era appoggiata. Ormai era capace di controllare i suoi poteri, ma
ultimamente stavano crescendo in modo a lei sconosciuto e quando
accadevano
cose simili in pubblico era sempre imbarazzante.
“Chiedo
scusa, arrivo subito”
Fu in quel
momento che la sentì: una voce la chiamava da lontano, come
se la invitasse a seguirla.
“La senti
anche tu?”
Chiese a
Kai.
“Cosa?”
“Non
importa”
Doveva
esserselo immaginato.
Jack
fissò irrequieto
il sacchetto di polvere nella sua mano e poi la luna nel cielo, come
era solito
fare nei suoi momenti più bui.
“Non
guardarmi così, lo so che è sbagliato, ma non ho
alternative! Ti prego fa che
vada tutto bene e che Elsa torni da noi!”
Prese una
manciata di sabbia nella mano e si rivolse al vento.
“Ehi amico
mio, portami ad Arendelle!”
Detto questo
si lascò trasportare dal vento e lanciò la sabbia
su di esso, il che produsse
dell’insolito fumo rossastro che lo ricoprì
totalmente. Sembrava tutto diverso
dall’ultima volta che l’aveva usata, il che
probabilmente era dovuto alle
‘modifiche’ apportate da Pitch o da quelle strane
rune, fatto stava che iniziò
a sentirsi strano e pervaso da un fortissimo mal di testa.
Chiuse gli
occhi dal dolore, sentì il vento ed il fumo attraversarlo
ancora per diversi
minuti, sperò solo che finisse presto.
Quando
riaprì gli occhi era disteso a terra, si rialzò
lentamente massaggiandosi la
testa, maledicendo mentalmente il giorno in cui aveva incontrato Pitch.
Si
guardò intorno e sembrava in effetti circondato da quelli
che avevano tutta
l’aria di essere i monti di Arendelle, come sempre ancora
innevati e con qualche
distesa di ghiaccio.
Non era
ancora sicuro di essere nell’epoca giusta, eppure
c’era qualcosa che non
andava, si sentiva pervaso per tutto il corpo da una stranissima
sensazione che
non provava da anni ormai.
Vide il suo
bastone a qualche passo da lui, probabilmente senza accorgersene gli
era
scivolato, si avvicinò per raccoglierlo, ma una volta nella
sua mano notò
qualcosa di strano: provò anche solo a far nevischiare ma
nulla, sembrava non
funzionare.
Che diavolo succede?
La strana
sensazione che pervadeva il suo corpo aumentava ogni minuto di
più, iniziò
anche a tremare.
Provò ad
avanzare ma scivolò sul ghiaccio ai suoi piedi,
poggiò il bastone per provare a
rialzarsi, ma quello che vide lo lasciò sconcertato, come
paralizzato.
Stava
infatti fissando quella che a stento riusciva a riconoscere come la sua
figura
riflessa nel ghiaccio, o più precisamente, non era quella
che era abituato a
vedere da più di trecento anni ormai: non era quella del
ragazzo con i capelli
bianchi e gli occhi azzurri come il ghiaccio, bensì una
figura appartenuta ad
un passato ormai lontano.
Capelli
ed
occhi castani… adesso aveva capito cos’era quella
sensazione che non provava
più da tantissimo tempo.
Il freddo.
Ora ne era
certo, per qualche assurdo motivo era tornato un essere umano!
Ma come era
possibile?
Cosa diavolo
aveva combinato Pitch?
Ma prima che
potesse continuare con le domande sentì la testa girargli
più del dovuto, a
meno che non fosse il pianeta intero a farlo! Sentì una voce
in lontananza ma
era troppo stanco per rispondere.
Poi nulla.
Una
volta
terminati i suoi impegni quotidiani da sovrana del regno, Elsa
tornò ad
affacciarsi alla finestra come per riprendere quell’aria che
le era mancata.
Sapeva che come regina aveva dei doveri ma a volte si sentiva come
oppressa da
tutte quelle responsabilità.
Fissò
Arendelle e le persone che camminavano, sentì il vento sul
suo viso: era un
vento che annunciava cambiamenti, come anche quella strana voce che la
chiamava
che continuava a sentire nella sua testa.
E lei non
era sicura di essere pronta.
Tra
la gente
scrutò Anna, Kristoff, Sven e Olaf, era così
felice insieme a loro, sembrava
tutto così perfetto che non lo avrebbe voluto cambiare.
Le sembrava
quasi come se tutto ciò le fosse mancato, ma non era
così, infondo da quando il
regno era tornato alla normalità le porte erano aperte e
passavano spesso delle
felici giornate tutti insieme.
Corse
incontro a loro e decisero di passare del tempo anche con il popolo:
ballarono,
cantarono ed Elsa creò persino dei giocattoli di ghiaccio
per i bambini.
Tutto
sembrava davvero perfetto ma ad un certo punto una ragazza bionda venne
verso
di loro.
“Regina
Elsa!”
Era Kristen,
un’amica di Kristoff che si occupava del commercio del legno
e sembrava
turbata.
“Questo è il
modo di salutare?”
La
rimproverò ironico Kristoff, ma lei fece
un’espressione seria.
“Ci
saluteremo dopo… c’è una questione
urgente: venendo ad Arendelle ho trovato
qualcosa sulle montagne, o meglio qualcuno! Non stava bene e aveva
perso i
sensi oltre ad essere gelato; mi sono permessa di portarlo al castello,
non
sapevo che altro fare!”
“Hai fatto
bene, torniamo al castello: avvertirò anche il medico di
corte per visitarlo”
Disse Elsa,
temendo che i cambiamenti nelle loro vite sarebbero iniziati molto
prima di quanto
sperasse.
Eccoci al terzo capitolo, qui inizia
finalmente il collegamento con Frozen 2 visto? Insieme ad esso
inizieranno i
dolori per cercare di ricostruire le immagini come dovrebbero, quindi
abbiate
pazienza se non saranno tutte di ottima qualità ma la
maggior parte le dovrò
editare con le mie manine vista la situazione (inoltre le immagini ad
oggi
disponibili di frozen 2 non è che sia già di per
loro di questa grande
qualità). Almeno quella di Jack che si riflette nel ghiaccio
mi ha soddisfatta
abbastanza per come mi è venuta!
Una mia curiosità, le immagini le vedete
prima di leggere oppure le coprite aspettando di leggere le frasi che
le
precedono per evitare spoiler? (conoscendomi se fossi io a leggere le
coprirei,
lo faccio a volte anche con delle parti di libro se ho paura che la
curiosità
mi spinga a sbirciare e volevo sapere se sono l’unica pazza
ahahaha)
Elsa fa la sua scelta ma ne paga il prezzo.
Anche Jack, proprio come aveva detto Pitch, paga un prezzo ovvero torna
indietro come umano.
Che ne pensate? Il fatto è che mentre
pensavo ad una trama ispirata a Frozen 2 avevo paura di ripetere troppe
cose o
situazioni già ‘raccontate’ nella prima
fic, così ho pensato e ripensato ed
alla fine mi è venuta questa idea che può sia
permettere di rispettare la trama
del film ed allo stesso tempo di creare nuove situazioni.
Ho inserito un piccolo cammeo di Kristen, un
oc creato per la oneshot kristanna “E’ vero
amore?” che fa sempre parte del
mondo della serie “La regina di ghiaccio”, trovavo
giusto darle uno spazio
anche se breve.
Come sempre aspetto i vostri pareri ed
eventuali suggerimenti
Al prossimo cap!