Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: MiakaHongo    20/12/2019    7 recensioni
NOTA: La Fic si ispira anche agli eventi di FROZEN 2
Elsa e Jack vivono finalmente insieme nella stessa epoca, eppure qualcosa si insinua nuovamente nel cuore di Elsa: la paura.
Pitch si propone di aiutarla, ma è davvero questo il suo piano o nasconde qualcosa di più subdolo?
Jack si ritroverà di punto i bianco catapultato in una situazione senza precedenti, riuscirà comunque ad aiutare Elsa o inizierà a dubitare anche lui del suo futuro?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Olaf, Sven
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 3 - Il riflesso del passato

Anna accompagnò Elsa nella sua stanza, poi le rimboccò le coperte come usava fare la loro madre prima di farle andare a dormire.
“Ti lascio riposare”
Disse, ma quando stava per uscire dalla camera Elsa la fermò.
“Anna aspetta…”
Aveva quasi paura a lasciarla andare via, come se scomparendo dalla sua vista potesse scomparire nuovamente dalla sua vita. Non riuscì però a continuare la frase, era evidente che sua sorella in quel momento non potesse comprendere ciò che provava.
Anna notò qualcosa di decisamente strano in sua sorella e nel suo sguardo, come se fosse qualcosa che andasse oltre al suo malessere, ma probabilmente era solo una sua impressione. Si riavvicinò al suo letto accennando un sorriso.
“Non ti senti bene e sei stanca, è bene che tu dorma adesso! Ci vedremo domani mattina ok?”
Elsa annuì, Anna le stampò un tenero bacio sulla fronte, quindi la salutò con la mano prima di uscire dalla stanza.
Elsa fece fatica ad addormentarsi, aveva la dannata paura che al suo risveglio potesse svanire tutto, inoltre continuava a percepire in modo strano i suoi poteri, come se stessero crescendo in un modo mai sperimentato finora. Nonostante tutto alla fine la stanchezza ebbe la meglio e cadde in un sonno profondo.
Sognò di ritrovarsi in mezzo ad una nebbia fittissima, una miriade di voci si confondevano nella sua testa e cercava di scorgere qualcosa all’orizzonte, ma con scarsi risultati.
Le voci nella sua testa diventarono sempre di più, ma erano talmente intense e confuse che non riusciva a distinguerle, aumentavano solo il suo malessere.
Sentì la testa quasi scoppiarle.
“BASTA!” urlò, invocando i suoi poteri che crearono un’esplosione intorno a lei, dipanando leggermente la nebbia, rilevando la figura della luna.
La osservò attratta dalla sua perfetta figura circolare che le donava una strana sicurezza in quel posto tanto irrequieto, placando le voci nella sua testa.

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Sussultò però quando d’improvviso la sentì parlare, non sentiva la sua voce da quando era divenuta una leggenda.
“Elsa cosa stai facendo? Già sei stata insieme ad Anna, ti ho donato la possibilità di starle accanto per tutta la sua vita. Ora devi lasciarla andare, non puoi restare in questa epoca che non ti appartiene più o ne dovrai pagare il prezzo”
Per tornare Elsa avrebbe dovuto desiderarlo con tutta se stessa ed al suo risveglio sarebbe tornata per sempre a casa, o almeno così aveva detto Pitch. Ma come poteva, quando la cosa che più desiderava al momento era il poter stare di nuovo accanto a sua sorella?
“Lo so e non potrò mai ringraziarti abbastanza, ma come posso abbandonarla? Come posso non rivederla più? Ho ancora tante cose da voler fare con lei, da raccontarle. Ci sono tante cose che non so, qui i miei poteri sono diversi e sembrano aumentare, perché? E come mai sono nata con questi poteri che avevo ben prima che tu mi tramutassi in una leggenda? Io devo stare con mia sorella e devo scoprire tutto questo a qualsiasi costo, e posso farlo solo qui”
Diede luce a tutte quelle domande che serbava dentro di se da tempo, che finalmente trovavano voce, eppure perché si sentiva in colpa, quasi come se si stesse giustificando?
“Se la risposta a queste domande per te è così importante, ebbene hai scelto”
Quelle fredde parole furono le ultime che sentì dalla luna, d’improvviso la nebbia tornò ad oscurare il cielo ed un fortissimo vento gelido piombò verso di lei attraversandole il cuore, strappandole via qualcosa di importante, qualcosa a cui teneva davvero.
Nella consapevolezza di ciò una lacrima scandì il suo volto, insieme ad un senso di nostalgia e profonda tristezza. Sentimenti che ormai non ricordava più a cosa fossero dovuti.
Senza accorgersene si svegliò urlando, cosa che fece accorrere Anna nella sua camera.
“Elsa tutto bene?”
“C-credo di sì”
Rispose titubante, sentendosi ancora stranita.
Anna si stese accanto a lei cingendola con il braccio.
“Era solo un sogno tranquilla! Resterò qui finché non ti addormenti di nuovo, ok?”
Elsa sentiva ancora quella strana sensazione, come di aver dimenticato qualcosa di importante, fissò sua sorella e si sentì una stupida: accanto a lei aveva Anna e tutte le persone che le volevano bene.
Era tutto quello che contava.
Si sistemò nel letto accanto alla sorella e si riaddormentò serena.

 

 

 

Jack era tornato dai guardiani, aveva raccontato loro quanto accaduto con Pitch, sembravano tutti titubanti sul da farsi.
“Quel verme strisciante di Pitch, non possiamo di certo fidarci di lui!” esordì Calmoniglio.
“Già ma non possiamo nemmeno lasciare Elsa nei guai!” rispose preoccupata Dentolina.
“La luna non ti ha parlato vero?”
Chiese Jack speranzoso fissando Nord, ma questo fece segno di no con la testa.
Sandy fece comparire delle immagini sulla tua testa che Nord interpretò:
“Giusta osservazione Sandy: i poteri di Pitch non sono così forti da rompere le sbarre che abbiamo creato!”
“Vero, ma se Pitch vuole che Jack vada lì, molto probabilmente ha in mente qualcosa”
Fece osservare Calmoniglio, fu Dentolina a rispondergli.
“E’ vero, però Pitch ha già provato a distruggere Elsa e Jack in passato ma non ci è riuscito, dobbiamo aver fiducia in loro!”
“Io sono d’accordo! Infondo se Manny non si è fatto vivo, pensa che noi ce la possiamo cavare così!”
Rispose Nord, gli altri non sembravano del tutto convinti.
“Il fatto è che non possiamo lasciare Elsa lì da sola, non sappiamo che effetti possa aver avuto davvero quella fiala su di lei! Lo so che è rischioso ma più ci penso e più credo che tentare sia l’unica possibilità!”
Disse Jack, gli altri si fissarono per qualche istante ma non potevano che dargli ragione, da ore stavano discutendo la cosa eppure non trovavano altra soluzione.
“La polvere basta per due viaggi, quindi andrò lì, troverò Elsa e la riporterò indietro il prima possibile” continuò lui.
“Bene, noi faremo la guardia a Pitch intanto. Non uscirà da lì hai la nostra parola!” concluse Nord, Dentolina mise però una mano sulla spalla di Jack.
“Jack però stai attento mi raccomando… Pitch è un calcolatore…”
“Lo so bene Dentolina! Salverò Elsa da qualsiasi cosa la minacci e la riporterò a casa. I giochetti di Pitch non funzionano più su di me!”
“Allora siamo tutti d’accordo”

 

 

 

Quando Elsa si riaddormentò sognò qualcosa di molto diverso da prima: si stava divertendo a utilizzare i suoi poteri che crescevano sempre più, creando cumuli di neve e nevicate. Si chiese se fare un pupazzo di neve o aspettare che arrivasse sua sorella quando sentì una bufera travolgerla.
Stranamente quella bufera non le creava sensazioni negative anzi, sentiva come se quella neve le fosse familiare, anche se non creata da lei sentiva come se l’avesse creata qualcuno con buone intenzioni.
Si sorprese a pensare una cosa simile: nessuno aveva poteri come i suoi.
Nessuno era come lei.
Eppure tutta quella neve proveniva da un unico punto… provò ad avvicinarcisi facendosi strada nella tormenta.

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Ad un certo punto le parve di scorgere al centro della bufera la figura di un ragazzo, ma la cosa strana era che la bufera sembrava provenire da lui.
Impossibile!
Pensò, eppure sembrava proprio così. Le stranezze non finivano qui perché il ragazzo era letteralmente sospeso in aria, portava in mano un lungo bastone di legno ed anche se in lontananza riusciva a scorgerne i capelli bianchi come la neve e gli occhi azzurri come il ghiaccio. Elsa aggrottò la fronte.
“Chi sei?”
Chiese lei, il ragazzo sorrise senza dire nulla, ma prima che potesse chiedergli altro lei si svegliò.
Elsa si ritrovò in camera sua, per qualche motivo si sentiva come se quello fosse qualcosa di più di un semplice sogno.
Assurdo Elsa, non dire sciocchezze!
Si rimproverò, ma d’un tratto si ricordò che quella mattina aveva una riunione col consiglio. Si vestì in fretta precipitandosi giù per le scale, strada facendo incrociò Olaf che la salutò.
“Ciao Olaf, scusami non posso fermarmi sono in ritardo!”
“Oh, lo sai che la puntualità è ladra del tempo?”
Lei fece un’espressione che lasciò trapelare che non avesse idea di cosa volesse dire, ultimamente Olaf stava sviluppando un’insolita saggezza, forse anche lui stava crescendo insieme ai suoi poteri?
“Vuol dire che non ti devi preoccupare, essendo in ritardo non perdi tempo, rubi solo tempo a chi è puntuale!”
Bene ora che lo sapeva la cosa non la tranquillizzò affatto, anzi si sentì ancora più in colpa! Arrivò finalmente davanti alla porta del salone, prese qualche attimo per darsi un’aria di compostezza, quindi entrò scusandosi per il ritardo con i suoi ospiti.
Passò un po’ di tempo con loro a discutere come regina di alcune tratte commerciali, dopo un’ora fecero una breve pausa, ne approfittò per prendere una boccata d’aria al balcone.
Fissava l’orizzonte ancora stranita dalle sensazioni di quella notte, si sentiva quasi come se le sfuggisse qualcosa.
Qualcosa di davvero importante.

cap3

Non si accorse di quanto tempo passò tra i suoi pensieri, ma quando il maggiordomo la interruppe per ricordarle che la stavano attendendo sussultò, formando involontariamente del ghiaccio sulle sue mani e congelando parte del balcone su cui era appoggiata. Ormai era capace di controllare i suoi poteri, ma ultimamente stavano crescendo in modo a lei sconosciuto e quando accadevano cose simili in pubblico era sempre imbarazzante.
“Chiedo scusa, arrivo subito”
Fu in quel momento che la sentì: una voce la chiamava da lontano, come se la invitasse a seguirla.
“La senti anche tu?”
Chiese a Kai.
“Cosa?”
“Non importa”
Doveva esserselo immaginato.

 

 

 

Jack fissò irrequieto il sacchetto di polvere nella sua mano e poi la luna nel cielo, come era solito fare nei suoi momenti più bui.
“Non guardarmi così, lo so che è sbagliato, ma non ho alternative! Ti prego fa che vada tutto bene e che Elsa torni da noi!”
Prese una manciata di sabbia nella mano e si rivolse al vento.
“Ehi amico mio, portami ad Arendelle!”
Detto questo si lascò trasportare dal vento e lanciò la sabbia su di esso, il che produsse dell’insolito fumo rossastro che lo ricoprì totalmente. Sembrava tutto diverso dall’ultima volta che l’aveva usata, il che probabilmente era dovuto alle ‘modifiche’ apportate da Pitch o da quelle strane rune, fatto stava che iniziò a sentirsi strano e pervaso da un fortissimo mal di testa.
Chiuse gli occhi dal dolore, sentì il vento ed il fumo attraversarlo ancora per diversi minuti, sperò solo che finisse presto.
Quando riaprì gli occhi era disteso a terra, si rialzò lentamente massaggiandosi la testa, maledicendo mentalmente il giorno in cui aveva incontrato Pitch. Si guardò intorno e sembrava in effetti circondato da quelli che avevano tutta l’aria di essere i monti di Arendelle, come sempre ancora innevati e con qualche distesa di ghiaccio.
Non era ancora sicuro di essere nell’epoca giusta, eppure c’era qualcosa che non andava, si sentiva pervaso per tutto il corpo da una stranissima sensazione che non provava da anni ormai.
Vide il suo bastone a qualche passo da lui, probabilmente senza accorgersene gli era scivolato, si avvicinò per raccoglierlo, ma una volta nella sua mano notò qualcosa di strano: provò anche solo a far nevischiare ma nulla, sembrava non funzionare.
Che diavolo succede?
La strana sensazione che pervadeva il suo corpo aumentava ogni minuto di più, iniziò anche a tremare.
Provò ad avanzare ma scivolò sul ghiaccio ai suoi piedi, poggiò il bastone per provare a rialzarsi, ma quello che vide lo lasciò sconcertato, come paralizzato.
Stava infatti fissando quella che a stento riusciva a riconoscere come la sua figura riflessa nel ghiaccio, o più precisamente, non era quella che era abituato a vedere da più di trecento anni ormai: non era quella del ragazzo con i capelli bianchi e gli occhi azzurri come il ghiaccio, bensì una figura appartenuta ad un passato ormai lontano.

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Capelli ed occhi castani… adesso aveva capito cos’era quella sensazione che non provava più da tantissimo tempo.
Il freddo.
Ora ne era certo, per qualche assurdo motivo era tornato un essere umano!
Ma come era possibile?
Cosa diavolo aveva combinato Pitch?
Ma prima che potesse continuare con le domande sentì la testa girargli più del dovuto, a meno che non fosse il pianeta intero a farlo! Sentì una voce in lontananza ma era troppo stanco per rispondere.
Poi nulla.

 

 

 

Una volta terminati i suoi impegni quotidiani da sovrana del regno, Elsa tornò ad affacciarsi alla finestra come per riprendere quell’aria che le era mancata. Sapeva che come regina aveva dei doveri ma a volte si sentiva come oppressa da tutte quelle responsabilità.
Fissò Arendelle e le persone che camminavano, sentì il vento sul suo viso: era un vento che annunciava cambiamenti, come anche quella strana voce che la chiamava che continuava a sentire nella sua testa.
E lei non era sicura di essere pronta.

44

Tra la gente scrutò Anna, Kristoff, Sven e Olaf, era così felice insieme a loro, sembrava tutto così perfetto che non lo avrebbe voluto cambiare.
Le sembrava quasi come se tutto ciò le fosse mancato, ma non era così, infondo da quando il regno era tornato alla normalità le porte erano aperte e passavano spesso delle felici giornate tutti insieme.
Corse incontro a loro e decisero di passare del tempo anche con il popolo: ballarono, cantarono ed Elsa creò persino dei giocattoli di ghiaccio per i bambini.

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Tutto sembrava davvero perfetto ma ad un certo punto una ragazza bionda venne verso di loro.
“Regina Elsa!”
Era Kristen, un’amica di Kristoff che si occupava del commercio del legno e sembrava turbata.
“Questo è il modo di salutare?”
La rimproverò ironico Kristoff, ma lei fece un’espressione seria.
“Ci saluteremo dopo… c’è una questione urgente: venendo ad Arendelle ho trovato qualcosa sulle montagne, o meglio qualcuno! Non stava bene e aveva perso i sensi oltre ad essere gelato; mi sono permessa di portarlo al castello, non sapevo che altro fare!”
“Hai fatto bene, torniamo al castello: avvertirò anche il medico di corte per visitarlo”
Disse Elsa, temendo che i cambiamenti nelle loro vite sarebbero iniziati molto prima di quanto sperasse.

 

 

 

 

 

 

Eccoci al terzo capitolo, qui inizia finalmente il collegamento con Frozen 2 visto? Insieme ad esso inizieranno i dolori per cercare di ricostruire le immagini come dovrebbero, quindi abbiate pazienza se non saranno tutte di ottima qualità ma la maggior parte le dovrò editare con le mie manine vista la situazione (inoltre le immagini ad oggi disponibili di frozen 2 non è che sia già di per loro di questa grande qualità). Almeno quella di Jack che si riflette nel ghiaccio mi ha soddisfatta abbastanza per come mi è venuta!
Una mia curiosità, le immagini le vedete prima di leggere oppure le coprite aspettando di leggere le frasi che le precedono per evitare spoiler? (conoscendomi se fossi io a leggere le coprirei, lo faccio a volte anche con delle parti di libro se ho paura che la curiosità mi spinga a sbirciare e volevo sapere se sono l’unica pazza ahahaha)
Elsa fa la sua scelta ma ne paga il prezzo. Anche Jack, proprio come aveva detto Pitch, paga un prezzo ovvero torna indietro come umano.
Che ne pensate? Il fatto è che mentre pensavo ad una trama ispirata a Frozen 2 avevo paura di ripetere troppe cose o situazioni già ‘raccontate’ nella prima fic, così ho pensato e ripensato ed alla fine mi è venuta questa idea che può sia permettere di rispettare la trama del film ed allo stesso tempo di creare nuove situazioni.
Ho inserito un piccolo cammeo di Kristen, un oc creato per la oneshot kristanna “E’ vero amore?” che fa sempre parte del mondo della serie “La regina di ghiaccio”, trovavo giusto darle uno spazio anche se breve.
Come sempre aspetto i vostri pareri ed eventuali suggerimenti
Al prossimo cap!

   
 
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