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Autore: Dalybook04    21/12/2019    2 recensioni
In fondo siamo tutti degli ossimori no?
Ognuno di noi ha un qualcosa che sembra non azzeccarci niente. Che sia la passione per i film horror o per la musica classica, che sia una pazienza sconfinata o un amore inaspettato.
Ecco. Questa è la raccolta degli ossimori dei nostri cari personaggi di Haikyuu
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sì ragazzi. Ho davvero chiamato una storia (è una storia questa? Una os? Vabbé) su Kenma emozioni. 
E no. Non ho fumato niente.
So che può sembrare, ma non è così.
Così come Kenma spesso sembra un apatico micio puccioso, ma non è così.
Cioé sì, è un micio puccioso, ma non è apatico.
Lui ha delle emozioni. Anche forti. Molto forti, a dirla tutta. Solo che è si è sempre abituato a non mostrarle, almeno non in pubblico. 
Pensate davvero che non abbia mai tirato qualche bestemmione dopo aver perso l'ultimo livello di Cat Mario? Illusi. 
Sa far invidia a uno scaricatore di porto quando ci si mette.
Ma comunque. Oltre a quello, Kenma prova tante altre cose. La gioia. La tristezza. E sì, anche quello, l'amore.
E verso chi? Indovina indovinello... ma chi sarà mai... non ne ho proprio ide- sì è Kuroo. Inaspettato lo so.
La faccia apatica che vediamo è sempre stata parte di lui, neanche ci fa più caso. Anche se c'è una faccia particolare che fa quando riceve una brutta notizia. È naturale, non so neanche se ne sia consapevole o meno.
E quindi sì. Fa la Faccia. La fa sempre quando gli vengono dette cose brutte. Che sia un'insufficienza o un insulto o che ne so. Fa sempre quella Faccia. È piatta, atona, la bocca una linea dritta, gli occhi persi nel vuoto, ancora più del solito, e gli spunta sempre quella ruga sulla fronte che sarebbe adorabile se non fosse per il resto più piatto di un muro. Non sa quando ha cominciato a fare automaticamente la Faccia. Forse da quando ha capito che non poteva più permettersi di piangere come un bambino. Nonostante a volte gli piaccia e si dica che due lacrime in fondo non le nota nessuno, e gli sfuggano, e non siano mai due ma dieci cento mille diecimila, e sempre quando è solo. Non per qualche motivo, semplicemente a volte si siede per terra con la schiena poggiata alla porta, le ginocchia strette al petto, e piange. Si sente pieno fino all'orlo e si chiede se sia così che si senta il suo telefono quando lo lascia in carica anche dopo che la batteria ha raggiunto il pieno, e mentalmente si promette che non lo avrebbe fatto più, promessa che non mantiene mai perché è sempre troppo pigro per alzarsi e scollegare il caricabatterie. Questi piccoli sfoghi non li fa mai se c'è qualcun altro, sempre e solo da solo, al limite con Tetsurou che lo stringe tra le braccia perché è così naturale ormai per lui quella posizione che si sente a casa e al sicuro tanto quanto in camera sua.
Kenma ci ha anche provato a socializzare, a farsi qualche amico decente, a mostrare un minimo le sue emozioni, ma al di fuori di Kuroo (e dei suoi compagni di squadra e di Shoyo), le persone sono tutte delle delusioni così poco empatiche da dargli la nausea. Lo etichettano come lo strano e tale per loro rimane a prescindere.
Non capiscono i suoi sforzi. Non li apprezzano. Quindi non ne valgono neanche la pena.

Interagire con Kenma è come giocare a un videogioco senza sapere i comandi.
Questo gli aveva detto una volta Kuroo. E in effetti è vero ed è una paragone così alla Kozume che è sorprendente non l'abbia fatto lui stesso, vale un po' per tutte le persone se ci pensate.
Magari sì, ecco, qualche comando base ci arrivi a capirlo, come andare avanti o saltare, ma tutte le combo, i trucchi, gli attacchi speciali... quelli non li conosci e l'unico che li conosce tutti per bene è il progettatore.
E Kenma a questo punto aveva fatto un sorrisino e aveva detto che l'ultima parte era sbagliata. Lui non si conosceva così bene. Quello che lo conosceva meglio era Tetsurou.
Era lui quello che si era messo a giocare e provare e riprovare fino a capire ogni singolo tratto di lui. Kozume è troppo pigro per farlo. Si trova noioso, preferisce osservare gli altri, sono più facili da capire. Conosce troppi tratti di sé stesso per trovarsi così interessante da impegnarsi a scoprirli tutti. Non capisce quanto sia meravigliosamente complesso e semplice al tempo stesso.
È fatto così. È l'ossimoro più ossimoro tra tutti quelli qui in mezzo e allo stesso tempo non lo è.
È una contraddizione ma non lo è. E Kuroo ama tutto questo.
Ama che se ne frega altamente del giudizio della gente, ma ne ha anche una paura boia. 
Che sembra immune a ogni tipo di emozione, ma poi dentro ha un oceano colorato di sentimenti e insicurezze che sono difficili da soffocare, eppure è anche così facile, una volta capito come.
Che è un bugiardo patentato ma odia mentire e ha ben pochi peli sulla lingua.
Che è così incredibilmente pigro, ma arriva sempre e comunque alla fine degli esercizi che gli vengono assegnati.
Che non gliene frega assolutamente niente di vincere e comunque odia perdere.
Che è così goffo e imbranato e allo stesso tempo è così silenzioso e aggraziato da spuntare all'improvviso alle spalle della gente, anche se magari era lì dall'inizio e nessuno l'aveva notato.
Che non gliene frega assolutamente niente del suo aspetto fisico, tanto che non ha neanche voglia di andare a rifarsi la tinta, da lì la ricrescita a budino, ma poi passerebbe ore abbracciato a Kuroo a farsi ripetere, sussurrare anzi, perché si vergogna di questo suo bisogno e in fondo stando appiccicati non è che serva urlare per sentirsi, quanto sia carino e speciale.
Che odia le esagerazioni ma poi nel suo armadio tiene un enorme pigiama peloso a forma di gatto bianco, con tanto di calzini a forma di zampine, campanellino legato al collo e cappuccio con le orecchie, che gli ha regalato Kuroo per il compleanno e che si mette ogni sera appena arriva l'inverno.
Che ama dormire ma poi passa le notti in bianco a giocare ai videogiochi, oppure si sveglia alle due di notte per giocare prima di andare a scuola.
Che non gliene frega niente degli altri ma sotto sotto si diverte a osservarli in ogni loro sfaccettatura. Che le persone sono il suo videogioco preferito ma anche quello che odia di più.
Che è abitudinario come lo schifo ma allo stesso tempo cambia qualcosa ogni giorno, che sia la cover del telefono o un ciondolo al collo.
Questo è Kenma.
Coerentemente incoerente.
Una contraddizione che cammina, gioca ai videogiochi e qualche volta a pallavolo, ha un canale Youtube di gaming, un blog dove consiglia e consola ragazzi di ogni genere e un profilo tumbrl con migliaia di follower.
È fatto così, che volete farci.
Nella sua apparente banalità, è la persona più interessante del mondo.

Ha le labbra morbide Kenma, profuma di torta di mele e shampoo alla vaniglia. Ha un corpo così piccolo e sembra così delicato, ma sotto quelle felpe larghe e quel caschetto mezzo biondo si nasconde una determinazione ferrea. Sembra fatto di vetro Kenma, e invece è puro acciaio, e Kuroo lo sa meglio di chiunque altro. Sì, non faccio altro che nominarlo, ma è una parte fondamentale della vita di Kenma quindi devo farlo. E poi li shippo.
È grazie a lui se Kozume ha degli amici. E anche se spesso è irritante, Kenma gli è così dannatamente grato. Per tutto. 
Non saprebbe dire quando questo affetto si sia trasformato in amore, ma è successo e appena se n'è reso conto, quasi subito perché per quanto non gli piaccia ammetterlo si conosce perfettamente, gliel'ha detto, perché tanto era Kuroo: gli sarebbe stato accanto anche se fosse stato radioattivo.
E poi, Kenma ama le emozioni. Cioé no, per lo più le odia, sarebbe così bello essere un robot, ma un po' le ama e non s'è mai vergognato. Non si vergogna di sé stesso e di quello che prova, non l'ha mai fatto e mai lo farà.
L'amore è una cosa meravigliosa, lo ripetono sempre tutti, quindi per quale motivo avrebbe dovuto vergognarsene? Perché era rivolto verso un ragazzo? Perché era rivolto verso il suo migliore amico? 
Che in realtà Kenma lo amava da anni, ma gli piace credere di essersene accorto subito, e in fondo chi lo sa. Non gli piace definirsi a Kenma, non gli è mai piaciuto, a volte ha bisogno di mettere dei paletti a certe cose, ma perché farlo con una cosa così bella? Non aveva senso limitarla, eppure il fatto che fosse limitata a Tetsurou la limitava già di suo, ma nei suoi paletti era infinita, immensa e bellissima e, per quanto sembri apatico, asociale e insensibile, Kenma non si stancherà mai di amare Tetsurou, e anche se magari non glielo ripete spesso quanto lo fa l'altro, entrambi lo sanno e va bene così.
Va bene così perché in fondo per Kenma è così semplice dimostrare l'amore che neanche ci fa più caso. Basta un gesto, un sorrisino, una carezza, una mano che cerca la sua. Basta questo perché di più in pubblico è difficile che lo faccia, e Kuroo lo sa sa quanto trovi difficile aprirsi e per lui ogni piccolo gesto di Kenma vale più dell'oro.
Tetsurou li ha capiti i suoi sforzi.
Ne è valso decisamente la pena.
   
 
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