Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Chiisana19    22/12/2019    1 recensioni
| AU • Avventura • Azione | SasuSaku • accenni NaruHina |
Il destino è imprevedibile e delle volte anche ingiusto e doloroso.
Sakura lo ha subito sulla sua stessa pelle la notte del suo ventunesimo compleanno, ritrovandosi di fronte ad una realtà che non ha mai affrontato, rimasta per troppo tempo chiusa e al sicuro nella sua grande gabbia dorata.
La storia per scoprire la verità e il proprio destino avrà inizio, ma non sarà da sola: i suoi amici d'infanzia la proteggeranno fino alla fine, scoprendo insieme a loro che cosa significa davvero vivere ed essere libera.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un Destino trasportato da un Vento Primaverile





Capitolo 16 ~ I fell.. Love?
 

La ragazza dai corti capelli neri aprì velocemente la porta, illuminando l’abitacolo. Sbirciò sorpresa la finestra rotta, ma decise di pensarci dopo, iniziando a togliere tutti gli oggetti posti sulla tavola di legno appostata al centro della stanza. La donna intanto, guidò i due giovani che entrarono velocemente, indicando loro il tavolo di legno.

«Presto, stendila qui» disse seria, sfiorando la superficie con entrambi i palmi.

Sasuke si avvicinò e aiutato da Naruto sdraiarono Sakura ancora priva di sensi a pancia in su. Le sue gambe spuntavano leggermente dai bordi, dato che il ripiano non era molto lungo. Bastava avvicinarsi un poco per sentire il calore che emanava e il fiato irregolare, mentre la sua fronte pallida, come il resto del suo viso, continuava a perdere numerose goccioline di sudore, mischiandosi con quelle della pioggia, provocandole evidenti brividi lungo tutto il corpo.

Le due donne rimasero per alcuni secondi ad indagarla con quel che sembrava stupore. Per un attimo, si scambiarono uno sguardo complice e subito dopo la giovane dai capelli scuri, dopo aver scosso la testa, cominciò ad asciugarla come meglio poteva con un panno, ma l’altra la bloccò, studiando attenta la paziente.

«Shizune, prendi i miei attrezzi»

Questa annuì seria, scomparendo dentro un’altra stanza che Naruto e Sasuke non avevano neppure notato, troppo attenti ad esaminare l’amica sofferente.

«Com’è successo?» domandò seria la bionda, tastando con movimenti pratici il busto di Sakura.

«La lama di un kunai era ricoperta di veleno e ha trafitto la sua schiena» spiegò Naruto, intrecciando le proprie dita con quelle dell’amica, che aveva ripreso a tremare.

«Quanto tempo è passato?»

Sasuke lanciò un’occhiata a quella donna che continuava a toccare dei punti precisi, come se stesse cercando di capire se le sue ossa o organi interni stessero bene. La mano del moro si posò lentamente tra i filamenti rosei, accarezzandoli appena, permettendo i suoi occhi di tranquillizzarsi appena.

«Da poco, il sole era appena tramontato» rispose nuovamente Naruto.

I due ragazzi si voltarono quando sentirono un leggero baccano alle loro spalle; la ragazza di nome Shizune aveva gravato su un ripiano diversi oggetti che per poco non rotolarono per terra. Molti di questi sembravano semplici attrezzi medici.

«Avete ancora la lama?» interpellò di nuovo la donna, posando sulla fronte di Sakura un palmo con le unghie leccate di un rosso scuro.

Naruto annuì, sfilando velocemente dalla cintura l’arma ancora macchiata di sangue; per fortuna non l’aveva buttata. Anche Sasuke ne rimase sorpreso.

Non appena la donna dai lunghi capelli biondi lo agguantò, cominciò a studiarlo accuratamente. Sembrava molto attenta e concentrata, come se quel momento fosse la fase più importante. Avvicinò senza esitazioni la lama al suo viso e non appena riconobbe  un inconfondibile tanfo, si allontanò di scatto allarmata.

«Ma questo..»

Ci passò sopra un dito indice, sporcando la pelle di sangue e di conseguenza dal leggero veleno rimasto, avvertendo dopo pochi istanti un lieve bruciore, ricavando così una risposta alla sua ipotesi.

«Shizune aiutami. Voi tenetela ferma» disse sbrigativa, mentre la compagna annuì, mettendosi al suo fianco. La sua mano stringeva quello che sembrava un bisturi.

Impacciati, Naruto e Sasuke seguirono confusi il suo ordine, trattenendo le braccia e le gambe di Sakura, che ancora non avevano smesso di rabbrividire.

Prendendo un bel respiro, la donna sbottonò il kimono della ragazza, lasciandola a petto scoperto, ma senza togliere la fascia che le copriva il seno. Afferrò il bisturi che teneva Shizune e senza esitazioni lo avvicinò al busto, all’altezza del fegato.

Sasuke sbiancò appena e le sue sopracciglia si assottigliarono «Che stai facendo?» ringhiò, allarmato.

Trattenne il fiato, così come Naruto quando videro la piccola lama provocare un leggero taglio orizzontale, che immediatamente cominciò a perdere sangue. Speditamente, Shizune ci passò sopra uno straccio, per impedire al liquido cremisi di sporcare più del dovuto il corpo della ragazza e il ripiano del tavolo.

«La bacinella»

La bionda aveva lanciato il bisturi, aspettando che Shizune posasse vicino a lei l’oggetto richiesto, il quale conteneva della semplice acqua. I suoi occhi scuri lanciarono uno sguardo eloquente ai due ragazzi - che ricambiarono – e, dopo aver riportato l’attenzione sulla paziente, portò entrambe le mani davanti la ferita appena inferta.

Naruto e Sasuke videro una strana e forte luce verde scaturire dalle sue mani e pochi attimi dopo notarono qualcosa sgorgare dall’incisione che aveva appena eseguito.

Sakura cominciò a urlare e scalciare dolorane nel sonno, obbligando i due giovani, e Shizune, a fare pressione sui suoi arti. Dalle labbra della rosa però, continuavano a scappare gemiti sofferenti, mentre il busto si alzava con movimenti scattanti, come se cercasse di liberarsi da quella terribile tortura.

La donna allontanò la mano che ancora rilasciava quello strano chiarore, lasciando che il liquido scuro, quasi tendete al viola, galleggiasse sul suo dorso, come se fosse una bolla. Versò il fluido dentro la bacinella, mischiandolo con l’acqua, ripetendo poi l’operazione per altre cinque volte, fino a quando non tirò un sospiro stanco.

Shizune guardò l’amica preoccupata, che si asciugò il sudore sulla fronte con la manica del kimono «Ho estratto tutto il veleno, ma il suo corpo ne è rimasto danneggiato» spiegò velocemente, riportando il palmo sulla fronte di Sakura - che sembrava meno sofferente -, l’altro invece si depositò sulla ferita che aveva inciso col bisturi.

«Che significa?» domandò Naruto, esaminando stupito l’incisione scomparsa, non appena la bionda tolse l’arto.

«I suoi anticorpi hanno cercato di distruggerlo, ma non era possibile, per questo le è salita la febbre. I suoi muscoli resteranno per qualche ora irrigiditi e la testa pulserà non appena riprenderà i sensi. Sono i tipici effetti di un avvelenamento»

Sasuke si inumidì le labbra, cercando di elaborare il più fretta possibile quelle informazioni per lui quasi sconosciute «Però ora è salva, giusto?»

I due ragazzi videro la donna indugiare un attimo, che continuava a scrutare il corpo addormentato di Sakura. Chiuse gli occhi, rilasciando un sospiro.

«Sì.. dopo le darò un antidoto che possa assistere le sue funzioni immunitarie a riprendersi più velocemente» mormorò, allontanandosi di qualche passo «Ma per ora lasciamola riposare»

Con un gesto del mento indicò una stanza, incitando i due ragazzi a portare dentro la ragazza. Sasuke la prese attento in braccio e i tre sparirono oltre l’uscio, lasciando le due da sole.

Shizune guardò la sua compagna esitante, ma decise comunque di parlare «Tsunade, ma lei..?»

«Ne parleremo dopo Shizune» la interruppe lei, con tono serio.



**



La sua mente era svuotata, non riusciva a pensare a niente. La sua unica priorità in quel momento era rimanere lì accanto a Sakura, proprio come aveva fatto lei pochi giorni prima.  Neanche una sillaba era fuoriuscita per sbaglio dalle sue labbra, serrate e screpolate. I suoi occhi eterocromi non intendevano staccarsi dal suo corpo steso e rilassato sul letto, rivestito da una pensate coperta.

Erano passate poche ore da quando quella strana tizia aveva salvato in maniera singolare l’amica, ma non riusciva a prendere sonno, a differenza di Naruto. Sicuramente, per colpa dello stress e dell’adrenalina accumulata, il suo corpo aveva ceduto, facendolo addormentare di botto. La sua testa si era abbandonata sul materasso e il sedere sulla sedia.

Ogni tanto, Sasuke sentiva i propri occhi serrarsi, ma non aveva alcuna intenzione di farlo.

Scusami.

Ancora una volta le parole di Sakura rimbombarono nella sua testa, provandogli un fastidioso malore al centro del petto. Lei si era scusata, ancora una volta, ma in quel momento l’unico che doveva farlo era lui. Per colpa di un suo stupido e banale errore Sakura ne aveva pagato le conseguenze; perché era così debole?

Strinse adirato i denti, così come i suoi occhi che coprì con una mano.

I suoi capelli erano ancora umidi e appiccicati sulla fronte, così come i suoi vestiti. Lui e Naruto si erano solo presi la briga di togliersi l’armatura, rimanendo con la canotta e i pantaloni neri, mentre Shizune, l’altra ragazza, aveva spogliato Sakura, facendole indossare una lunga camicia bianca. Prima di lasciarli da soli però aveva anche provveduto a farle ingerire una medicina e a medicare con della garze la ferita presente sulla schiena.

Rivolse la propria attenzione oltre il vetro della finestra, notando i primi colori dell’alba spuntare dalle cime degli alberi.

«Dovresti riposarti un po’. Non fa bene passare la notte in bianco»

Sasuke rimase immobile, dando così le spalle alla donna – che aveva detto di chiamarsi Tsunade – che era appena entrata dentro la camera. Teneva le braccia incrociate e la spalla poggiata sull’uscio, il capo lievemente piegato.

«Lo stesso discorso vale per te» mormorò con voce dura il moro, notando con la coda dell’occhio che la bionda si era avvicinata ai piedi del letto.

«Almeno io ho dormito un po’» ridacchiò, osservando anche lei l’immagine della ragazza addormentata.

I suoi corti capelli erano sparsi sul cuscino e, fortunatamente, la sua pelle aveva recuperato un colorito più vivo,  roseo. Persino il respiro era divenuto più regolare. Gli occhi scuri di Tsunade si assottigliarono un poco quando vide la mano del ragazzo stringere con decisione quella di lei.

Le scappò un sorriso.

«Non devi preoccuparti. Il peggio è passato e la tua amica si sta riprendendo» disse con sicurezza, poggiando entrambi i gomiti sulla testata inferiore del letto, curvando appena la schiena.

Sasuke si voltò appena verso di lei, che ricambiava a sua volta lo sguardo. Affinò appena gli occhi, scrutandola con sospetto.

«Perché non è morta?»

Non appena vide le sue labbra sciogliere il lieve sorriso ghignò appena.

Non era un esperto di veleni o medicina, ma durante quegli attimi di tensione aveva capito perfettamente della gravità della situazione quando Tsunane aveva riconosciuto quella maledetta tossina impregnata sul kunai. Sapeva che esistevano diversi tipi di veleno e sicuramente quello che portava con sé Konan non era affatto inoffensivo.

«Ho visto come la guardavi» spiegò velocemente lui, riportando poi l’attenzione su Sakura, soddisfatto.

Udì una leggera risata «Vedo che non ti sfugge niente»

Mantenendo le sopracciglia e la fronte corrucciate, Sasuke seguì i suoi movimenti. Con cautela, Tsunade si avvicinò ad un Naruto dormiente, osservandolo con uno sguardo quasi materno. Portò delicatamente la mano sul pugno steso sul piumone, dove le nocche erano ancora sbucciate e macchiate di sangue secco per colpa del pugno che aveva diretto alla finestra.

Immediatamente, Sasuke riconobbe la stessa e identica luce verdastra e in un attimo, la ferita dell’amico scomparve, come se non vi fosse mai stata. Rimase ad osservare quella zona appena guarita; prima di all’ora non aveva mai visto una tecnica simile per curare le ferite.

«Chi sei?»

Tsunade fece finta di nulla, raggiungendo la porta rimasta socchiusa «Credo sia il caso di parlarne quando si sveglierà il biondino» proferì allietata, ma un attimo dopo la sua espressione mutò «Sempre che possa fidarmi di voi»

Sasuke rimase in silenzio, ma senza mai abbassare la propria barriera fatta di freddezza e dubbiosità, consentendo comunque alla donna di lasciarlo nuovamente solo nella stanza.

Da quando lui e Naruto erano partiti da Suna per il compleanno di Sakura si erano completamente ritrovati pieni di problemi e domande – soprattutto domande -, e in quel momento se ne era appena aggiunta un’altra. Se doveva essere sincero, non gli importava granché di sapere chi fossero veramente quelle due donne, ma sapeva che Naruto non l’avrebbe pensata allo stesso modo. Lui era la curiosità fatta persona e il fatto che Tsunade avesse salvato la vita di Sakura, l’Uzumaki sarebbe rimasto per sempre in debito con lei; per lui ormai era prevedibile.

Con un sospiro stanco, Sasuke poggiò un gomito sul materasso e la guancia sulla mano, mentre l’altra non aveva lasciato un attimo quella della rosa. Il suo pollice continuava a muoversi meccanicamente, regalandole lente e delicate carezze.

Rimase in quella posizione fino a quando un fastidioso raggio tiepido accecò i suoi occhi stanchi, obbligandolo ad alzare un braccio. Il cielo azzurro era leggermente macchiato da alcune nuvole bianche, consentendo così al sole di scaldare e asciugare la terra dalla pioggia notturna.

Senza rendersene conto, abbassò le palpebre, cullato dai suoni mattutini e dal profumo che emanava la pelle di Sakura.



**



Una pungente sensazione amara, quasi bollente, le invadeva la gola e la bocca socchiusa. Percepiva le sue labbra secche e screpolate, obbligando così la punta della sua lingua di inumidirla appena.

Sakura aprì lentamente gli occhi e prontamente, una fitta allucinante alla testa rispose alla tenue luce che invadeva quella che sembrava una camera. 

Alzandosi a sedere, notò di essere stata spogliata dei suoi abiti e rivestita da una lunga camicia di seta bianca. Ai piedi del letto c’erano i suoi vestiti mentre, seduti malamente accanto a lei su una scomoda sedia, si trovavano Naruto e Sasuke addormentati; il primo alla sua sinistra, l’altro a destra.

Si stropicciò un occhio. Quanto aveva dormito? 

Sakura si portò una mano sulla fronte, constatando che questa non bolliva più come ricordava. Quando il kunai che era diretto a Sasuke aveva colpito lei, un dolore talmente forte e improvviso le aveva bloccato involontariamente un grido in gola. Dopo pochi attimi, uno strano bruciore aveva cominciato persino a divampare dalla sua schiena, arrivando alle braccia, le gambe e infine alla testa, facendole perdere completamente qualsiasi forza vitale. 

Un brivido di freddo percorse tutto il suo corpo e istintivamente si strinse la coperta addosso. Solo in quel momento se ne rese conto: la sua mano era stretta a quella di Sasuke, che continuava a dormire profondamente. Un piccolo sorriso spuntò ai margini della bocca, appurando che pochi giorni prima i loro ruoli erano invertiti.

Alla fine, anche lui le era rimasto accanto, così come Naruto.

Alzò lentamente l’altro braccio, affondando delicatamente le dita tra i capelli scuri e morbidi dell’amico. Rimase a coccolarlo diversi secondi, quando improvvisamente questo alzò di scatto il busco. La sua mano era schizzata velocemente sulla sua cintura, estraendo un kunai, ma quando si ricordò di dove fosse si rilassò all’istante, tirando un sospiro.

I suoi occhi speciali si scontrarono con quelli verdi di Sakura e immediatamente, il suo petto iniziò a scaldarsi notevolmente; i battiti del suo cuore sembravano impazziti.

«Sakura.. stai bene?» mormorò, cercando di abituarsi alla luce del sole, dato dal momento in cui si era svegliato non faceva altro che vedere sfocato. Quando finalmente riuscì a focalizzare meglio la figura della giovane si avvicinò a lei, prudente. L’arma venne abbandonata sulle coperte.

«Mi fa un po’ male la testa. A parte questo sì, sto bene» rispose lei con un sorriso, strofinando leggermente la testa, scompigliando ancora di più i corti capelli.

Rimase completamente impalata quando due braccia forti bloccarono completamente i suoi movimenti. Sasuke, con uno slancio, l’aveva stretta a sé, portando una mano dietro la nuca e spingendola verso il suo petto privo di armatura.

Percepì chiaramente ogni fibra muscolare indurirsi sulla sua guancia, mentre quel piacevole profumo la fece completamente rilassare, come quando si erano recati alla Città della Cascata. Chiuse gli occhi, godendosi quel piacevole momento.

«Sei una stupida» sussurrò lui, che aveva nascosto il viso sulla sua spalla.

Sakura provò a staccarsi per vederlo meglio in viso, ma lui glielo impedì, stringendola ancora più forte, stando comunque attento a non farle male. Decise quindi di rimanere lì, in quella posizione.

Sasuke lasciò scorrere qualche istante di silenzio, come se cercasse di elaborare meglio tutte quelle terribili vicende che li avevano attanagliati in pochissime ore.

«Pensavo davvero di perderti»

Sakura sussultò, tanto che i suoi occhi si dilatarono sorpresi. La voce di Sasuke sembrava quasi incrinata, ma forse era perché aveva la bocca completamente schiacciata sulla sua spalla. Si poteva comunque percepire il dolore che fino a quel momento aveva accumulato e trattenuto e questo la fece dispiacere ancora di più.

Alzò con disinvoltura le braccia sotto le sue ascelle, ricambiando così quella stretta piacevole.

«Non è colpa tua Sas’ke-kun» sussurrò con tono dolce, finché le sue mani non cominciarono ad accarezzare con momenti ripetitivi la sua forte schiena lievemente incurvata.

Sentì finalmente il suo corpo rilassarsi, facendola lentamente allontanare da lui, ma senza lasciarla andare, mentre i suoi arti si fermarono sui suoi fianchi.

Senza volerlo, si ritrovarono faccia a faccia. Erano talmente vicini che potevano persino percepire chiaramente  i loro respiri sfiorare le labbra di entrambi.

«Non farlo mai più» mormorò il moro, spostando una sua ciocca dietro l’orecchio.

Sakura sentì le proprie gote bruciare per colpa di quei polpastrelli che continuavano a vezzeggiare la sua guancia. Quella era la prima volta che Sasuke la toccava in quel modo; persino i suoi occhi sembravano vederla in maniera diversa, parevano.. affascinati.

Irrigidì ogni fibra del suo corpo quando il pollice di Sasuke andò a sfiorare le labbra rosee e poco carnose. Perché si stava comportando in quel modo?

Vide improvvisamente il bel viso di Sasuke avvicinarsi ancora di più al suo con una lentezza estenuante e senza minimamente accorgersene, socchiuse gli occhi. Aspettò impaziente quei secondi che parvero infiniti, rendendo quella sensazione perfetta.. forte troppo perfetta.

Naruto infatti aveva cominciato e grugnire come un maiale e completamente scombussolato aprì gli occhi di scatto.

«Non sono stato io!» urlò disperato, con un movimento talmente veloce che scivolò dalla sedia, cadendo con un assordante tonfo sul pavimento di legno.

Sakura strabuzzò gli occhi e Sasuke si allontanò da lei con un movimento talmente veloce che sembrava quasi che si fosse scottato. Aveva addirittura raggiunto la parte opposta della stanza, mentre con serie difficoltà teneva davanti alla bocca una mano, osservando imbarazzato un punto impreciso della stanza. Il rossore che tingeva la pelle del suo viso era ben visibile.

La rosa, sistemandosi impacciata un altro ciuffo dietro l’orecchio, si schiarì la voce.

«N-Naruto-kun stai bene?» domandò, allungando appena il collo, il poco che bastava per vedere il povero biondo che continuava a massaggiarsi il fondoschiena dolorante.

«Ahi, ahi ahi.. Sakura-chan!»

Con un balzo il ragazzo si alzò di scatto, raggiungendo il bordo del letto dove stava ancora sdraiata l’amica, avvinghiando subito dopo con impeto il suo collo.

«Che bello, ti sei svegliata!»

Sakura, dimenticando completamente quello che stava per accadere pochi secondi prima, ricambiò l’abbraccio. Un lieve e sincero sorriso ornò il suo volto. Proprio come aveva fatto a Sasuke, carezzò con lievi movimenti la sua schiena muscolosa e priva di armatura, ma con ancora la sciarpa rossa di Hinata, che quasi toccava terra.

«Come ti senti?» interpellò subito dopo Naruto, staccandosi da lei e osservandola con occhi attenti.

In risposta, la ragazza accrebbe la propria contentezza, poggiando una mano sul capo ancora lievemente spettinato «Bene. La testa mi pesa un po’»

Naruto annuì felice, voltandosi poi verso Sasuke, notando che questo era rimasto per tutto il tempo con le spalle attaccate al muro e una mano a coprire la parte inferiore del viso.

Confuso piegò il viso di lato, rimanendo comunque seduto sul letto morbido «Teme che hai fatto alla faccia? Sei tutto rosso»

Sakura sussultò appena, così come Sasuke, che incrociò le braccia e volse il capo con aria ingombrata.

«Chiudi il becco dobe»

Le sopracciglia bionde del giovane Ninja si alzarono di scatto verso l’altro, non aspettandosi una reazione così aggressiva da parte del compagno. Aprì la bocca, pronto a rispondergli con le rime, ma la porta della camera di aprì con un movimento veloce, rischiando addirittura di colpire il povero Sasuke, che si spostò in tempo.

«Siete più rumorosi di un branco di poppanti!»

Sakura osservò stupita, ma allo stesso tempo curiosa, la donna che aveva appena fatto irruzione con poca grazia.

«A chi hai dato del poppante, nonna?» esclamò Naruto, privo di gentilezza.

A quelle parole, la nuova arrivata rimase esattamente per cinque secondi scioccata, prima di digrignare i denti e stringere la mano in un pugno «Come mi hai chiamato?!»

«Tsunade!»

Un’altra giovane ragazza entrò nella stanza, arrestando la donna, anche se con serie difficoltà. Si mise davanti a lei e pochi secondi dopo la più grande si calmò con un sospiro irato; i tre amici giurarono di aver visto del fumo fuoriuscire dalle sue narici.

Sakura le scrutò attentamente. La più minuta sembrava una giovane poco più grande di loro, anche se la sua capigliatura corta e scura la rendeva molto più matura.

L’altra invece era completamente opposta. Per essere una donna era molto alta e ben formosa, in particolar modo il seno. I suoi capelli lunghi erano legati in due codine basse che ricadevano lunga la schiena ricoperta da un kimono verde aperto davanti, scoprendo così al petto. Le sue gote erano arrossate e gli occhi lucidi; sembrava lievemente sbronza, o forse era la sua impressione.

«Questo è il trattamento che mi viene riservato dopo che ho salvato la vita della loro amica. Roba da non credere» commentò sprezzante la donna di nome Tsunade, incrociando innervosita le braccia, esaltando ancora di più le sue rotondità.

Sakura strinse lievemente il lenzuolo con entrambe le mani, osservandola intimidita «È stata lei a guarirmi?» sussurrò e non appena questa annuì stizzita e senza guardarla riprese nuovamente a parlare con gratitudine «La ringrazio infinitamente. Le chiedo scusa per i comportamenti sgarbati dei miei amici, ma sono sicura che erano solamente preoccupati per me»

Tsunade, con ancora le braccia conserte, si volse verso di lei, scrutandola con i suoi occhi color nocciola che, per un attimo, si addolcirono non appena videro la giovane ancora sdraiata, ma col capo chinato, in segno di rispetto.

Persino Shizune sorrise addolcita e Tsunade, al suo fianco, ghignò appena «Tranquilla, lo avevo notato» commentò, accennando un’occhiata curiosa al moro poco distante.

Sentendosi scrutato, l’Uchiha la fulminò con lo sguardo.

Tsunade trattenne una risata, e dopo aver fatto un cenno col capo a Shizune – che sparì velocemente dalla porta -, raggiunse con passi lenti il letto.

«Immagino che tu abbia un po’ di mal di testa, vero?» presuppose la bionda, sedendosi sul materasso dove pochi minuti prima si trovava Naruto, ora in piedi vicino a loro.

Sakura annuì. Intanto, la ragazza dai capelli corti e scuri ritornò con in mano un bicchiere d’acqua fresco.

«Bevi questo, hai bisogno di recuperare un po’ di liquidi dato che hai avuto per alcune ore una forte febbre» spiegò chiara Tsunade.

Sakura accettò la bevanda, sorridendo grata a Shizune, che ricambiò gentile. Finito di bere, la rosa poggiò l’oggetto ormai vuoto sul comodino vicino, permettendosi così di esaminare attenta la donna vicino a lei. Una strana sensazione riempì il suo petto. Non aveva idea del perché si sentisse così inaspettatamente sicura vicino ad una persona che aveva appena conosciuto, però qualcosa dentro di lei le diceva che di quella Tsunade poteva fidarsi; infondo, le aveva salvato la vita.

«Lei è un medico?» domandò interessata, stroppiando con entrambe le mani il povero lenzuolo bianco che la copriva.

Tsunade, mantenendo uno sguardo fiero, accennò un sorriso, grattandosi con l’indice la guancia arrossata «Una specie..»

«Ehi, la mia mano è guarita!»

Le tre donne si voltarono verso Naruto, che continuava a rigirare sconvolto le nocche completamente ripulite dai tagli che si era procurato il giorno prima, rompendo la finestra.

«È stata lei»

Naruto si voltò verso Sasuke, che indicò col mento la bionda rimasta seduta. Gli occhi azzurri di Naruto si dilatarono e senza nascondere la sua espressione sconcertata agitò la mano rifiorita.

«Come c’è riuscita?»

Tsunade indurì improvvisamente il viso, alzandosi poi di scatto, facendo spaventare sia Sakura che Shizune, che la osservò dispiaciuta.

«Non credo di aver ottenuto abbastanza della vostra fiducia da permettermi di rivelare a voi mocciosi la mia vita» enunciò con voce sprezzate, osservando con i suoi occhi iniettati di collera prima Naruto e poi Sasuke, che non si fece minimamente intimidire «Potete rimanere qui tutto il giorno per dare il tempo alla vostra amica di riprendersi, ma poi voglio che ve ne andiate»

Con passi pesanti raggiunse la porta, ma poco prima di superarla, la voce fredda e ferma di Sasuke la bloccò «Cos’ha di così misterioso da nascondere?»

Tsunade rimase per alcuni secondi di spalle, rischiando di rompere con la sua eccessiva forza la maniglia della porta. I suoi occhi nocciola scrutarono sprezzanti, ma allo stesso tempo divertiti, il moro.

«Una cosa molto simile al confettino qui presente» affermò soltanto, seguito subito dopo da una risata quasi folle.

I due ragazzi si voltano sorpresi verso la rosa, che repentinamente aveva sussultato sul posto, sorpresa «Come? Io non sto nascondendo niente»

«Ne sei sicura?»

Sakura tentennò.

Shizune, per evitare che la bionda commettesse uno dei suoi soliti danni, la raggiunse velocemente, poggiando entrambe le mani sulla sua schiena, spingendola verso l’uscita «Tsunade vieni, come al solito hai esagerato col sakè»

Con un movimento scocciato però, la bionda si liberò dalla sua presa «Piantala Shizune, non sei mia madre» borbottò, lanciando per l’ultima volta una scorsa quasi irata verso i tre «Ve lo ripeto solo un’ultima volta: entro questa sera vi voglio fuori di qui, altrimenti lo farò io»

Senza attendere risposta, Tsunade li lasciò soli, seguita da una Shizune arrendevole e col capo abbassato, chiudendo subito dopo la porta con un movimento lento e leggero.

Un silenzio raggelante riempì in un’istante la stanza, provocando a Sakura una fastidiosa sensazione di disagio. Le sue dita ripresero costantemente a torturare il lenzuolo, mentre i suoi occhi verdi esaminarono privi di interesse tutte le pieghe che stava provocato.

Nascondere. L’unica cosa che in quel momento stava occultando era irrilevante, ma allo stesso tempo pericoloso. Per ventuno anni non si era mai accorta di quella sua speciale abilità e Hinata e Ino l’avevano aiutata a tenerla segreta, soprattutto per il bene di tutti. Ma com’era possibile che quella Tsunade se ne fosse accorta? Eppure non aveva altre opzioni, l’unica cosa che stava tenendo all’oscuro ai suoi amici era proprio quello.

Doveva parlare con quella donna.

«Di che parlava Sakura-chan?» domandò improvvisamente Naruto.

Sakura si morse velocemente il labbro, prima di regalargli un leggero sorriso, susseguito da un’alzata di spalle «Non lo so»

Sasuke rimase in silenzio; la sua spiensieratezza forzata non gli era sfuggita.



**



Per tutta la giornata i tre ragazzi rimasero in quella camera, che a quanto pare era dedicata  agli ospiti.

Nonostante Sakura si sentisse sicura nel rimettersi in piedi Naruto, a differenza sua, si era intestardito, obbligandola a rimanere sdraiata sul quel materasso comodo. Voleva addirittura imboccarla quando Shizune aveva portato loro il pranzo, ma per fortuna Sasuke era intervenuto.

Dopo quell’imbarazzate episodio lei e il moro non si erano più parlati. Ogni tanto si scambiavano qualche sguardo curioso, ma non appena l’uno si accorgeva dell’altra voltavano immediatamente il viso, imbarazzati. Non aveva idea di cosa stesse ronzando dentro la testa dell’amico, ma di una cosa era sicura: quella mattina stavano per baciarsi.

Ogni volta che ci pensava avvertiva le sue guance andare a fuoco, obbligandola quasi a schiaffeggiarle con entrambe le mani, sperando di arrestare l’evidente rossore. Per tutti quegli anni non si era mai soffermata a pensare cosa fosse per lei Sasuke. Lui, come Naruto, erano sempre stati i suoi migliori amici che le avevano sempre voluto bene nella maniera più unica che rara.

Quando erano cresciuti però - doveva ammettere - che un qualcosa in lei le aveva permesso di differenziare i due ragazzi: il legame con Naruto l’aveva sempre giudicato simile a quello di due fratelli, mentre con Sasuke.. non aveva idea di come descriverlo. Sapeva soltanto che vicina a lui si era sempre sentita bene; quando gli regalava un sorriso, una battuta, un abbraccio o un’altra banale attenzione il suo cuore si scaldava, forse perché era consapevole che il suo carattere freddo e riservato gli impediva di offrire a tutti quel tipo di trattamento e questo la faceva sentire importante per lui, quasi speciale. Ma ora, qualcosa dentro lei, le diceva che forse non era più soltanto per quello.

Che a lei.. piacesse Sasuke?

Una sua mano scattò all’altezza del cuore, percependo senza difficoltà ogni singolo battito che pompava dentro la gabbia toracica, obbligando il sangue a scorrere velocemente lungo le vie venose, scaldandole l’intero corpo, soprattutto il viso.

I suoi occhi verdi si soffermarono sulla figura dell’interessato, che parlava tranquillamente con Naruto, vicino la finestra. I raggi rossastri che filtravano dal vetro illuminavano il suo viso chiaro, rendendolo ancora più perfetto, nonostante i capelli spettinati. Gli avambracci erano intrecciati tra loro, evidenziando così i muscoli scolpiti, così come il marchio. Rimase come ammaliata.

Non aveva mai negato che Sasuke fosse un brutto ragazzo, anzi, il suo fascino tetro e misterioso lo rendevano ancora più attraente come una calamita, ma stavolta, riusciva a scorgere qualcosa di più della semplice bellezza estetica che presentava. Il suo muscolo cardiaco glielo stava dimostrato.

I suoi denti strinsero quasi con ossessione la pelle leggermente screpolata delle labbra, cercando di trattenere quelle forti e nuove emozioni che la stavano sempre di più investendo come una valanga. Ormai il suo cervello aveva deciso di dar retta al suo petto:

Stava davvero provando amore per Sasuke?

Una miriade di domande affollarono la sua mente, provocandole quasi un leggero mal di testa: perché? Da quanto? Com’era successo? Ma soprattutto.. lui cosa pensava di lei?

Cercò di darsi una calmata e l’unica maniera che aveva per farlo era uscire da quella stanza, diventata troppo stretta e soffocante per riuscire a contenere tutte le sue riflessioni decisamente troppo tartassanti.

La sua mente volò senza pensarci alla donna di nome Tsunade, che per tutto il giorno – a parte quella mattina – non si era fatta vedere. Con determinazione si scostò le coperte di dosso, poggiando i piedi nudi sul freddo pavimento in legno scuro.

Notando i suoi movimenti, Naruto la raggiunse immediatamente, lasciando in sospeso il discorso che stava confabulando con Sasuke.

«Sei sicura di farcela Sakura-chan?» domandò preoccupato.

Lei gli regalò un sorriso e, aiutandosi con le braccia, si mise in piedi «Sì. Tranquillo Naruto-kun»

Una piacevole sensazione ai muscoli delle gambe le fece scappare un sospiro di sollievo, permettendo ai suoi arti inferiori di riabituarsi a mantenere il suo peso corporeo. Raggiunse lentamente la porta chiusa, sotto gli sguardi attenti di Naruto e Sasuke, aprendola poi con incertezza.

Davanti a lei si presentò una sala molto più grande e ben illuminata, grazie alla luce del sole che aveva cominciato a tramontare. Un divano e un tavolo chiaro abbellivano l’area, così come la grande libreria ricca di libri. Sakura lì studiò insolita, ma un movimento alla sua destra la costrinse a mettere da parte la sua curiosità.

Un arco privo di porta – con attaccata una tenda corta nella parte superiore - conduceva ad un’altra stanza, sicuramente la cucina. Una volta entrata, dopo aver scostato la tendina color panna, Sakura riconobbe la figura di Shizune, indaffarata a cucinare qualcosa di delizioso, a giudicare dall’odore.

«Mi scusi»

Nell’udire la sua voce bassa e timida, Shizune smise di tritare col coltello la verdura, guardandola sorpresa, ma allo stesso tempo felice.

«Sa dirmi dove posso trovare la signorina Tsunade?»

Sakura mantenne le mani intrecciate lungo il busto e le spalle chiuse, provocando alla mora ancora più tenerezza «Ti prego dammi del tu. Comunque è uscita fuori una mezzoretta fa. La troverai sicuramente vicino la cascata» spiegò lei, indicando col coltello la persiana da dove si poteva scorgere il giardino che attorniava il piccolo abitacolo.

«Grazie»

Shizune ricambiò il suo sorriso, riprendendo poi il suo lavoro.

Sakura, dato che non voleva ancora disturbala, ritornò in salotto, dove l’attendevano Naruto e Sasuke. Quest’ultimo osservava poco interessato il vetro della finestra che il giorno prima aveva rotto l’amico, provocando a Sakura una sorta di dispiacere. Che la stesse evitato?

Ingoiò con difficoltà il magone e cercando di non pensarci troppo raggiunse la porta d’ingresso.

«Vuoi che ti accompagni Sakura-chan?» domandò cordiale Naruto, ma lei negò col capo, facendo scuotere così il suo caschetto ancora arruffato.

«Ce la faccio Naruto-kun, non preoccuparti»

Senza aggiungere altro aprì l’uscio, mentre una leggera follata di vento fresco la fece leggermente rabbrividire, anche se il poco sole rimasto riusciva comunque a scaldarla. Fortunatamente, la camicia che le avevano fatto indossare era abbastanza lunga da coprirla, perciò non si fece troppi scrupoli ad uscire durante quelle ore.

Facendosi guidare dal suo udito, seguì il rumore poco distante dalla cateratta, che colpiva con forza l’acqua del fiume e le rocce che si trovavano in fondo alla discesa. La casetta si trovava in una zona desolata del bosco, su un ripiano di terra che si trovava a metà della cascata.

Essendo scalza, stava comunque attenta a dove poggiare i piedi, sebbene l’erbetta umida le solleticasse piacevolmente entrambe le piante.

Una volta raggiunta, Sakura riconobbe la figura della donna seduta su una roccia, che osservava assorta la schiuma bianca che cadeva con impeto. Piccole goccioline dolci sfiorarono il suo viso quando si fermò alle spalle di Tsunade, che ancora non si era mossa.

«Vedo che ti sei ripresa» pronunciò questa ad un certo punto, facendola sussultare «Un po’ di sakè?»

Solo in quel momento Sakura notò una bottiglia metà piena abbandonata sull’erba, mentre le dita della donna sorreggevano un bicchierino ormai vuoto.

«No grazie. Non bevo» dichiarò timida, avvicinandosi di qualche passo, riuscendo così a vedere il fondo della cascata, anche se la cosa risultava parecchio difficile per colpa della nebbia e degli schizzi che la forza dell’acqua provocava.

«Ti serve qualcosa?»

Sakura si voltò verso la donna, notando che i suoi occhi, simili al colore del cioccolato, erano lievemente arrossati, così come le guance – sicuramente per colpa dell’alcool ingerito -, che non smettevano di scrutarla con curiosità, esibendo in ogni caso un’espressione autoritaria.

Iniziando a torturarsi le mani, Sakura riportò la sua attenzione sullo spettacolo naturale che si presentava dinanzi a lei «V-volevo ancora ringraziarla per avermi salvato e poi.. ecco io..»

Tsunade addolcì lievemente il suo viso, aspettando che la ragazza continuasse.

«Anche lei possiede il chakra curativo?» decise di ammettere infine la rosa, strizzando preoccupata gli occhi.

Quella mattina aveva notato che l’indole della donna era parecchio bellicosa e forte, perciò sperava che con la sua stramba e poco garbata domanda non la facesse troppo arrabbiare. Contando anche il fatto che l’alcool che circolava nel suo corpo non aiutava affatto a mantenere calmi i nervi.

«Pensavo di essere rimasta l’ultima, ma a quanto pare mi sbagliavo»

Sakura riaprì le iridi chiare, osservando sorpresa la donna che aveva letteralmente mutato il suo viso, così come la voce. Continuava a esaminare assorta davanti a sé, senza curarsi delle piccole gocce che si posavano con dolcezza sulla pelle chiara e lucida nonostante l’età.

La sua espressione traspariva dispiacere e tristezza, soprattutto tristezza, e Sakura si sentì contagiare dal suo stato d’animo, benché non conoscesse perfettamente i suoi motivi.

Con movimenti lenti si sedette a gambe incrociate sulla stessa roccia umida, guardandola dal basso verso l’alto, dato che rispetto a lei era decisamente più alta. Si torturò con le dita un ciuffo corto, cercando di trovare le parole adatte per riprendere il discorso. 

«Come l’ha capito?» sussurrò, mantendo lo sguardo sulla figura robusta della donna che fin da subito aveva stuzzicato il suo interesse.

Questa, accennando un sorriso divertito, ma contemporaneamente atterrato, si  voltò verso di lei, facendo ondeggiare le due codine «Anche se non lo dimostro sono abbastanza vecchia da aver accumulato col tempo la giusta esperienza per comprendere le cose come stanno» spiegò concisa, anche se i suoi occhi si assottigliarono «Perché i tuoi amici non ne sanno niente?»

Alla sua domanda, Sakura sobbalzò appena, abbassando poi la sua occhiata. Tanto ormai non aveva più senso nascondere la verità; quello che le rimaneva da fare era fidarsi di quella donna e fortunatamente, il suo istintivo non sembrava contrariato.

«L’ho scoperto da poco e.. non voglio metterli in pericolo» chiarì con voce bassa, stando comunque attenta a non far ricoprire il suono della sua voce dal fracasso della cascata.

«Anni fa ho letto diversi libri sulla medicina, mi ha sempre affascinata. Con mia enorme sorpresa ne ho trovato uno che spiegava questa speciale abilità e allo stesso tempo di quanto fosse bramata. Non voglio che Naruto e Sasuke rischino ancora la vita per colpa mia» mormorò, mentre le sue braccia rabbrividirono appena al ricordo di Naruto e Sasuke feriti e assopiti su un letto.

Con la coda dell’occhio, notò che Tsunade si riempì quasi fino all’orlo il bicchierino di sakè, bevendolo poi tutto d’un sorso «Si vede che vi volete bene, ed è per questo che glielo devi dire» affermò lei con decisione, poggiando poi l’oggetto sulla superficie rocciosa su cui si era aggravata.

«Se sono veramente tuoi amici non hai di che preoccuparti. La stessa cosa vale per me con Shizune» Sakura rimase a scrutarla, sorpresa dalle sue parole «Ci ho messo molto tempo per capirlo, ma per fortuna ci sono riuscita. Non fare il mio stesso errore..»

La donna lasciò la frase in sospeso, facendole capire che ancora non conosceva il suo nome.

«Sakura» disse, con un sorriso.

Tsunade tentennò, poi annuì, ricambiando pensierosa «.. Sakura»

Rimasero diversi minuti in silenzio, facendosi cullare dal suono dell’acqua e i raggi che, oramai, erano quasi del tutto svaniti dietro l’orizzonte, lasciando così attorno a loro un’aria fresca e povera di luce.

In pochissimo tempo, l’aria calda del giorno fu quasi del tutto sostituita da quella fredda della sera imminente.

Tsunade, con un sospiro, si mise in piedi, obbligando la rosa a fare lo stesso.

«Si è fatto tardi. Shizune avrà finito di preparare la cena» affermò la bionda, scollandosi dai pantaloni la poca polvere rimasta attaccata.

Sakura annuì lievemente, iniziando a seguirla con passo lento «Io e i miei amici toglieremo subito il disturbo»

Si bloccò sorpresa quando vide la camminata di Tsunade arrestarsi. Questa restò pochi attimi immobile e, mantenendo il corpo fermo, girò lievemente il capo verso di lei, con un solare e quasi materno sorriso sulle labbra.

«Potete restare per questa notte»

Per Sakura non fu difficile esprimere la propria contentezza.



**



«Bastardi!»

Sasori alzò lievemente lo sguardo assente dal fermaglio, rivolgendolo al compagno di squadra che aveva appena decapitato con un movimento secco, l’ultimo Zetsu bianco rimasto, facendo poi rovesciare con un rapido gesto tutti gli oggetti posti sulla tavola, buttandoli a terra.

«Non è da te farti suggestionare dalla rabbia Pain» commentò il rosso, facendolo innervosire ancora di più.

Pochi minuti prima il fantoccio si era ripresentato a palazzo dopo tre giorni che avevano mandato Konan a rapire quella mocciosa, ma questo, oltre ad essersi presentato da solo e privo di un braccio, aveva anche dato loro una notizia tutt’altro che positiva.

Kabuto, che per tutto il tempo era rimasto in silenzio, squadrò preoccupato il proprio maestro, seduto comodamente sulla poltrona «Signore ormai è inutile attaccarli in questo modo, dobbiamo intervenire personalmente» ribadì, sistemandosi la montatura con le dita.

Orochimaru sorride divertito, mentre un serpente dalle scure squame si arrotolò attorno al suo braccio pallido «Perché scomodarci quando saranno loro a venire da noi Kabuto?»

«E come intende farlo?» domandò sorpreso, ma al tempo stesso curioso.

Il ghigno dell’uomo si accentuò ancora di più «Ho i miei sistemi. Sasori, procedi colpiano»

Il ragazzo acconsentì lievemente con un gesto del capo, uscendo dalla grande sala.

Pain, intanto, continuava a stringere con forza il bordo del tavolo, mentendo lo sguardo abbassato e la mascella irrigidita.

“La pagheranno cara Konan, è una promessa”.





___________________
┊ ┊ ┊ ┊
┊ ┊ ┊ ✯
┊ ┊ ★
┊ ✯
★
Salve a tutti! Come promesso, ecco a voi l’aggiornamento! :D
​Che dire, se siete riusciti ad arrivare fin qui, beh.. rendete umilmente fiero il mio piccolo cuoricino!
I sentimenti veri e propri della nostra protagonista stanno cominciando ad uscire e in questo capitolo avete avuto modo di conoscere, almeno in parte, i primi pensieri di Sakura, ma.. chissà come saranno quelli di Sasuke..? Se volete scoprirlo, appuntamento a prossima settimana! Fortunatamente le vacanze natalizie mi permetteranno di dedicarmi di più alla scrittura perciò, almeno per questa volta, l’aggiornamento non avverrà dopo 14 giorni ;D
Me ne approfitto anche per augurarvi un felicissimo Natale e che possiate come me passarlo in compagnia delle persone a cui volete più bene!** (e anche a scartare tanti regali e bere taaanta cioccolata calda xD)
Con un timido e impacciato inchino vi saluto e vi ringrazio infinitamente per il vostro sostegno, soprattutto se decidete di lasciarmi un commento! Anche semplicemente per capire se l’andamento della storia sia di vostro gradimento, dato che altri personaggi sono venuto allo scoperto^^ (La mia - sfortunatamente no - Tsunade♥)
Un bacione e a prestissimo! *oh, oh, oh*
Marti❤️
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Chiisana19