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Autore: Mari Lace    22/12/2019    3 recensioni
«Da bambini ci chiamavamo per nome» commentò semplicemente lei. «Ricordi, Sasuke?»
«Da bambina balbettavi» replicò lui, ma la sua espressione si addolcì. «Ne è passato di tempo, Hinata».

Minilong natalizia. Non scrivevo di Sasuke e Hinata da una vita, ma mi mancavano da morire. Spero di essere riuscita a tenerli IC, tenendo conto che è un AU (e quindi Sasuke non ha subito il trauma di avere la famiglia sterminata dal fratello, per dirne una). Buona lettura!
Questa storia partecipa alla “Infinity Prompt Challenge” indetta da HarrietStrimell sul forum di EFP.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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~ Sorpresa



Sasuke imprecò tra sé. Come si era fatto convincere?

“Per il buon nome della famiglia” – sì, certo.

Peccato che l’essere un Uchiha non gli fosse minimamente d’aiuto nell’impacchettare il gigantesco peluche che aveva davanti.

Chi diamine regalava un cavallo di ottanta centimetri a Natale? Assottigliò gli occhi, contraddicendo con essi il sorriso forzato che aveva messo su per il ragazzino di fronte a lui.

Notare la ragazza dietro fu quasi un caso. In prima battuta pensò fosse pazza, o quanto meno piuttosto stravagante, visto che gesticolava senza alcun senso apparente. Poi intuì che un senso c’era, eccome – erano gesti rivolti a lui. Per quanto colto alla sprovvista, smise di questionare quella che pareva essere la sua ancora di salvezza e iniziò a piegare la carta regalo esattamente come la ragazza stava facendo col vuoto. Il suo naturale talento nel riprodurre con impressionante precisione qualsiasi gesto vedesse compiere – anche una volta soltanto – gli tornò estremamente utile.

Ghignò soddisfatto quando anche l’ultima traccia del cavallo sparì dentro al pacchetto materializzatosi sotto le sue mani. E dire che non aveva mai amato quell’attività.

Dopo aver salutato il bambino con un commento sul suo gusto in fatto di regali – suppose che la madre non avesse rilevato il sarcasmo nelle sue parole, dato che lo ringraziò calorosamente –, imbustò un paio di libri – qualcuno sano di mente c’era ancora! – e poi, approfittando del momentaneo esaurimento della fila, si alzò. La ragazza era ancora lì.

«Immagino di doverti ringraziare, per prima».

Lei gli sorrise, scuotendo leggermente la testa. «Non c’è bisogno. L’ho fatto con piacere».

Non vedeva un sorriso così genuinamente radioso da – ma certo!

«Hyuuga» disse, cercando conferma alla sua intuizione, lo sguardo fisso sui suoi occhi violetti.

«Da bambini ci chiamavamo per nome» commentò semplicemente lei. «Ricordi, Sasuke?»

«Da bambina balbettavi» replicò lui, ma la sua espressione si addolcì. «Ne è passato di tempo, Hinata».

La vide giocherellare con un ciuffo di capelli. «Ti sono mancata?»

Lui sbuffò. «Mancata? Mi hai lasciato da solo a sorbire la compagnia di Naruto, questo è tradimento, non mancanza» affermò serissimo.

Hinata rise, coprendosi la bocca con la mano. Al contempo, però, Sasuke vide la sua espressione farsi sognante – non tardò a capirne il perché.

«Come sta Naruto?» domandò Hinata poco dopo, arrotolando una ciocca con le dita e posando lo sguardo su un punto vicino alla sua spalla.

«Non è cambiato di una virgola» rispose, un po’ più freddo, «e neanche tu».

Lei gli sorrise. «Per una volta, ti sbagli» affermò leggera.

«Sì? Ridillo, ma guardandomi negli occhi» replicò lui con sfida, ma non poteva negare che quella frase l’avesse incuriosito.

Un tossicchiare irritato lo riportò alla realtà circostante. Si voltò, infastidito – due famiglie aspettavano in fila davanti al banchetto dei pacchi regalo. Il padre di una delle due lo stava guardando torvo.

«Dovresti andare, Sasuke» suggerì candidamente Hinata. «Possiamo parlare più tardi».

Tornò a guardarla come se avesse appena detto la sciocchezza più grande di sempre. «Vieni con me» disse, fissandola deciso.

Lei parve esitare. «Non è il mio posto», balbettò alla fine. «Ho promesso a mio padre di occuparmi dell’evento di domani, ci sono ancora mille cose da organizzare e…»

Sasuke scosse la testa, bloccando quel fiume di parole agitate. «Non è il tuo posto?» ripeté, scettico. «Sappiamo entrambi che è una bugia. Appartieni molto più tu a quel banchetto di me».

La vide riprendere a tormentarsi, incerta, i capelli. Si tolse il cappello da Babbo Natale che l’avevano costretto a indossare e glielo posò in testa – si allontanò di un passo per studiarla meglio e si concesse un sorriso. «Aiutami con i pacchetti e ti darò una mano con l’organizzazione. In due non avremo problemi, ne sono certo».

Hinata abbassò e rialzò lo sguardo un paio di volte, come in crisi. Un ulteriore colpo di tosse alle spalle di Sasuke e si decise, marciando verso il banchetto. Lui la seguì rapido.

«Prego», invitò – a denti stretti – i bambini in fila a porgergli i regali.

A trattenere commenti poco edificanti dai loro genitori fu probabilmente il sorriso di Hinata, che gli passò i libri riservando a sé l’ingrato compito di impacchettare i peluche.

Ma forse per lei non era poi così ingrato, considerò spiandola con la coda dell’occhio. Sembrava una bambina alle prese con il suo giocattolo preferito.

Hinata Hyuuga… era passato molto, forse troppo tempo da quando le aveva riservato un pensiero. Non l’avrebbe mai ammesso a nessun altro, ma quando era partita per studiare all’estero c’era rimasto davvero male.

E adesso era qui, al suo fianco a inventare modi fantasiosi per avvolgere doni in forme simpatiche e mai banali.

Chissà se era davvero cambiata.

 

«Sasuke!», «Teme!»

Sasuke non si girò verso le voci che lo chiamavano, guadagnandosi un’occhiata curiosa da Hinata.

Naruto e Sakura li raggiunsero poco dopo, mentre Hinata iniziava un nuovo pacco.

«Non sapevo avessi un’aiutante, Sasuke!» esordì vivacemente Naruto, fermandosi al lato del banchetto. Sasuke si girò a fronteggiarlo facendo in modo di coprire quasi del tutto la ragazza accanto a lui.

«Sto lavorando, Naruto» tagliò corto.

«Chi è lei, una tua amica?» domandò Sakura, sporgendosi nel tentativo di distinguere meglio la figura dall’altro lato del tavolino.

Prima che Hinata potesse aprire bocca, Sasuke negò.

«Hana è una volontaria», mentì. «Che ci fate qui? Siamo impegnati».

Sakura sorrise, apparentemente non toccata dal suo atteggiamento scostante. Sollevò una bustina e la posò di fronte a Sasuke.

«Ho visto la pubblicità e non ho resistito», raccontò. «È un profumo da uomo. Il regalo perfetto per qualcuno di speciale».

«Mi stai chiedendo di impacchettarlo? Non vorresti una confezione speciale?» commentò Sasuke, occhieggiando truce la busta.

A Sakura si illuminarono gli occhi.

«Perché nel caso, dovresti prepararlo da sola» aggiunse il “volontario”, restituendole il regalo.

«Buona idea, teme! Mi farai un bel pacchetto pieno di cuori, vero Sakura?» intervenne Naruto, allegro – Sasuke ebbe il sospetto che si fingesse tale per distrarre l’amica, alleviando la delusione. Forse era solo un’impressione, però – probabilmente lo stava sopravvalutando.

Nel frattempo, Hinata aveva terminato i suoi pacchetti. «Se vuoi posso pensarci io» si offrì incoraggiante, sorridendo a Sakura. Non capiva il perché della bugia di Sasuke, ma non volle smentirlo. Si chiese se Naruto l’avrebbe riconosciuta comunque (e chi fosse la ragazza dai capelli rosa venuta con lui; non credeva di averla mai vista, quando ancora viveva lì).

Sasuke la circondò con un braccio, calcandole il cappello più a ridosso degli occhi. «Sei troppo disponibile, Hana» decretò.

«Se non è un problema», disse Sakura, schivando lo sguardo di Sasuke. Hinata annuì, recuperando il profumo. Ne lesse il nome – fu una frazione di secondo, ma Sasuke avrebbe giurato di averla vista fare una smorfia – e procedette. In meno di due minuti lo riconsegnò a Sakura, avvolto in una carta blu decorata con stelline adesive.

«Grazie».

Naruto ammirò il pacchetto. «Bel lavoro, Hana!» esclamò. Lei per tutta risposta sorrise, sentendosi un po’ in colpa per l’inganno di cui si era resa complice. «Ora sarà meglio andare, Sakura» aggiunse Naruto, notando il nutrito gruppo che si avvicinava a loro con regali di tutti i tipi. «Ci vediamo domani, teme!» – «A domani, Sasuke» lo imitò Sakura dopo pochi secondi. «Buon lavoro».

Lui annuì. Imbustando alcuni dvd che gli vennero porti, continuò a tenere lo sguardo su di loro come per accertarsi che uscissero dal negozio.

«Non mi ha riconosciuta» affermò Hinata dopo un po’. Non sembrava delusa.

«Naruto è un idiota» ribatté Sasuke tranquillo. «Non ti ha vista bene, comunque – non voglio pensare a quanto sarebbe rimasto qua con la scusa di un’amica che non vedeva da tempo».

Hinata rise. «Per questo mi hai nascosta?»

«Certo». Consegnò l’ennesimo pacchetto, forzò un sorriso e lanciò un’occhiata alla compagna. «Prima. Qual era il problema con il regalo di Sakura? Non sembravi entusiasta».

Lei avvampò, come colta in flagrante. «Era così evidente?» volle sapere, imbarazzata. Alla fine, non ricevendo risposta, sospirò rassegnata. «Non è niente, solo – odio quel profumo. Mi fa prudere il naso» confessò, nascondendo la faccia dietro una striscia di carta-regalo.

Aveva ipotizzato molte spiegazioni, ma non questa; Sasuke scoppiò a ridere, indifferente alle sopracciglia alzate dei clienti davanti a lui.

«Non penso quei due se ne siano accorti» affermò alla fine, rassicurandola – ghignava divertito.

Hinata lo guardò. «Lo spero», sussurrò. Terminò un altro involto. «Sembri molto più allegro rispetto a prima», aggiunse.

Sasuke ignorò il commento, chiudendo una confezione con un po’ troppa forza.

«Lascia» intervenne Hinata, rimuovendo il contenuto e preparando un nuovo pacco con pochi, rapidi movimenti.

«E dicevi che questo non è il tuo posto» sbuffò lui, notando sollevato che la coda era praticamente finita. Il negozio stava per chiudere, in effetti. «Grazie per l’aiuto, Hinata».

Lei sorrise senza rialzare lo sguardo. «Grazie a te» mormorò, chiudendo con lo scotch e consegnando il regalo al bambino in attesa.

  
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